Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 29 luglio 2020

Hacker cinesi si sarebbero infiltrati nei server del Papa

Qui i precedenti sulla vexata questio Cina.Vaticano.

Stiamo traducendo il testo pubblicato sul New York Times, che a breve pubblicheremo.
La clamorosa notizia però ha già fatto scalpore, tant'è che la riprende il Corriere sotto il titolo Spionaggio in Vaticano, così gli hacker cinesi si sono infiltrati nei server del Papa (con una lettera-esca del cardinale Parolin):
Dal nostro corrispondente PECHINO - Una lettera di condoglianze per la morte di un vescovo cinese, firmata dal cardinale Pietro Parolin e mandata per email alla Holy See Study Mission di Hong Kong 
Quella di Hong Kong è una delle missioni più strategiche del Vaticano nel mondo perché agisce da ufficio di collegamento con le diocesi cattoliche nelle 33 province della Repubblica popolare cinese.
La società americana di monitoraggio privato Recorded Future, con base in Massachusetts, ha scoperto che lo scorso maggio, nel server del Vaticano, si sarebbero infiltrati degli hacker, durante la trattativa tra Santa Sede e Cina per il rinnovo dell’accordo segreto provvisorio, siglato nel 2018, che scadrà a settembre ma dovrebbe essere prorogato e rinegoziato nel 2021.

Si è trattato di un'operazione molto sofisticata, consistente nel fatto che il file elettronico trasmesso con una mail indirizzata a Mons. Javier Corona Herrera conteneva una lettera su carta intestata della Segreteria di Stato e un messaggio di condoglianze che il Cardinale Parolin (responsabile della diplomazia vaticana) potrebbe avere effettivamente scritto (immagine a lato: cliccare per ingrandire). Anche perché il predecessore di Mons. Corona, il croato Ante Jozic, era stato molto attivo nel negoziato con Pechino.

Secondo Recorded Future l’intrusione nel server vaticano mirava a rubare segreti diplomatici nell’ambito del nuovo negoziato. Una rivelazione tanto più clamorosa in quanto arriva nel pieno dello scontro tra Washington e Pechino, subito dopo che l’Fbi ha denunciato l’enorme aggressività dello spionaggio cinese negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo l'anticipazione del New York Times «non ci sono indicazioni che l’amministrazione Trump sia coinvolta nel rapporto privato sui cyberattacchi al Vaticano».
Recorded Future conclude che l’incursione è stata condotta da RedDelta, gruppo di hacker sostenuto dallo Stato cinese. La stessa tattica sarebbe stata usata in altre operazioni già scoperte in passato. Ma nel caso di Hong Kong si sono riscontrate nuove tecniche e nuovi codici che rendono difficile identificare la fonte.

A me fra pensare il fatto che lo scorso 5 luglio, in occasione dell'Angelus, la Sala Stampa Vaticana, more solito, ha anticipato ai giornalisti il testo della benedizione papale contenente anche un messaggio per il popolo di Hong Kong, nel senso che l'attuale situazione di stallo “richiede coraggio, umiltà, non violenza e rispetto per la dignità e i diritti di tutti" (vedi testo completo nell'immagine a lato: cliccare per ingrandire). Poco prima dell’apparizione alla finestra dello studio i giornalisti sono stati avvertiti che la parte relativa a Hong Kong non sarebbe stata pronunciata. Perché? In molti si sono chiesti se la Cina avesse silenziato il Papa...

9 commenti:

Anonimo ha detto...

"Nella struttura psicologica di Marx e Lenin l'odio contro Dio sono l'impulso e il movente principale non un dettaglio." (A. Solzenicyn)

Così è quanto al regime cinese...

Anonimo ha detto...


Si può tradurre il testo del NYT? Non c'è il copyright adesso?
Attenti alle possibili grane.
Forse sarebbe meglio citarlo sinteticamente.

Anonimo ha detto...

un non commento, fare gli scaltri diplomatici avanzati con chi tiene sotto il tacco un miliardo di persone è da stralunati.

Anonimo ha detto...

E ancora alla Segreteria di Stato non capiscono che hanno fallito? 
Nico

Anonimo ha detto...

Uff... No vorrei che si pensasse ch'io voglia tirare mons. Viganò per la... mozzetta, ma dico che sono cùpido di legger nuovi suoi scritti contro il CVII.

Scusate l'OT.

Antonio ha detto...

Ah perfetto. Vedo che Maria ha già sintetizzato. Bene. Come si suol dire: “Dobbiamo parlare”.

Marisa ha detto...

Ma cosa credeva, il papa Bergoglio, di passare alla storia con quello che credeva un po' po' di accordo da urlo con una potenza supercomunista SENZA PAGARE IL DAZIO?
Se sì: ma su quale pianeta vive?
E soprattutto: su quale pianeta vive la sua coorte di lanzi??

Anonimo ha detto...

Hacker cinesi, il «presentimento» del Vaticano: trasferito a Roma l’archivio segreto che era ad Hong Kong

Forse il Vaticano aveva avuto un presentimento. Nell’estate del 2019, all’inizio dei moti di protesta, la Legatura apostolica di Hong Kong ha deciso di trasferire di nascosto nelle Filippine tutti i suoi documenti più riservati. E da lì sono stati portati in Vaticano, nell’ex Archivio segreto, oggi rinominato «apostolico», per paura che fossero sequestrati o distrutti dai militari e dall’intelligence cinesi. Può darsi che i vertici ecclesiastici percepissero non solo l’occasione storica ma le insidie di un rapporto ravvicinato con la Cina, formalizzato il 22 settembre 2018 con un patto di due anni mai reso pubblico per volontà di Pechino. Adesso, quella diffidenza sembra giustificata dalle notizie suun’infiltrazione nei server del Papa da parte di hacker cinesi, che sarebbe avvenuta a maggio: anche se Pechino parla di «congetture» senza prove.
https://www.corriere.it/esteri/20_luglio_30/presentimento-vaticano-trasferito-roma-tutto-l-archivio-segreto-che-era-ad-hong-kong-281f68c4-d1d2-11ea-9065-3ebb3245a97d.shtml

Anonimo ha detto...

https://vocecontrocorrente.it/cina-cristiani-perseguitati-obbligo-di-rinuncia-alla-fede-in-cambio-di-sussidi-sociali/