Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 21 luglio 2020

Il dialogo fra Cina e Santa Sede è una trappola

Indice precedenti sulla questione cinese.

Per Li Ruohan, studioso del nord della Cina, gli “entusiasti” del dialogo fra Pechino e Santa Sede, dovrebbero ricordare l’insegnamento di Pio XI e di Giovanni Paolo II (“Non abbiate alcuna illusione sul comunismo”). Il Partito comunista cinese è successore del marx-leninismo e il suo scopo è distruggere le religioni.
Pechino (AsiaNews) – Diverse voci insistenti, ma nessuna ufficiale, dicono che entro la fine di luglio si incontreranno a Roma le delegazioni vaticana e cinese per rivedere e studiare il possibile rinnovo dell’Accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi, firmato il 22 settembre 2018, che scadeva dopo due anni. Da parte vaticana vi sono stati diversi messaggi di personalità che in modo anonimo o pubblico sperano in un rinnovo. Da parte di Pechino finora vi è stato silenzio. Dalla Chiesa in Cina, AsiaNews sta ricevendo diverse testimonianze e valutazioni sull’Accordo, che pensiamo di pubblicare nel corso delle prossime settimane. La prima è quella che pubblichiamo qui, da parte di Li Ruohan (uno pseudonimo), che è uno studioso del nord della Cina. Di lui, AsiaNews ha già pubblicato alcuni studi relativi all’impatto negativo dell’Accordo sulla vita delle comunità cristiane e sullo stile dell’Accordo, che ricorda quello fra Santa Sede e Napoleone. Per Li Ruohan il problema del dialogo sta nell’interlocutore, un partner che vuole distruggere le religioni. Per questo il dialogo è “una trappola”.

In anni recenti, alcuni cosiddetti “esperti di Cina”, hanno definito l’Accordo sino-vaticano come il frutto del dialogo. Esso sarebbe il simbolo di un ruggente successo e l’inizio di una nuova era. Ma ci domandiamo: la situazione è cambiata? Un dialogo reale si basa sul rispetto e sulla comprensione reciproca. Ma la Chiesa conosce davvero il suo interlocutore nel negoziato?

Qual è l’opinione del comunismo sulle religioni? Secondo Karl Marx, fondatore del Partito comunista, “la religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo”.

Anche Lenin ricorda ai comunisti che “l’ateismo è una parte naturale e inseparabile del Marxismo, della teoria e della pratica del socialismo scientifico”.

Il Partito comunista cinese, come fedele successore e discepolo del Marxismo-Leninismo, accetta in modo totale la visione marx-leninista sulla religione. Fin dal 1949 la persecuzione non si è mai fermata. Il regime comunista ha organizzato e promosso un gran numero di movimenti contro tutte le religioni in Cina, specie contro i cristiani. Nel 1958, il “movimento delle offerte di templi e santuari” ha chiesto alle chiese di offrire le loro proprietà per sostenere la costruzione e lo sviluppo del Paese. Centinaia di chiese sono state confiscate e demolite per far posto a industrie e fabbriche. In seguito, durante la Rivoluzione culturale (1966-1976) tutte le religioni sono state bandite.

Negli anni ’80 del ‘900, la “politica dell’apertura” è divenuta uno strumento del governo cinese per ingannare gli stranieri. La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. In tal modo, un gran numero di stranieri – e specialmente alcuni missionari – hanno cominciato a sognare di ritornare in Cina al più presto.

Nella storia della Chiesa cinese, migliaia di missionari stranieri, di differenti congregazioni, hanno lavorato in Cina e hanno offerto il loro amore appassionato e i loro sacrifici per il popolo cinese e per la Chiesa. I loro contributi rimarranno sempre presenti nella memoria dei cristiani cinesi.

Purtroppo, al presente alcuni missionari stranieri sono stati presi all’amo della propaganda politica e hanno stabilito istituti, organizzando incontri accademici o seminari, offrendo una base a coloro che desiderano approntare una Chiesa cinese indipendente. Questi missionari sono divenuti uno strumento della strategia del Fronte Unito.

Il Fronte Unito opera per unire e per dividere. Dividere i nemici, significa indebolirli e distruggerli, e [allo stesso tempo] guadagnare alleati. La strategia del Fronte Unito per la libertà religiosa è diversa dal concetto di essa che si ha nelle altre nazioni. Lo scopo finale del Fronte Unito non è il rispetto e la protezione della libertà di religione, ma la distruzione di tutte le religioni. Proprio come Mao Zedong disse una volta al Dalai Lama: “La religione è veleno”.

Il dialogo è la strada attraverso cui si conosce il proprio partner nel dialogo. Ma non va dimenticato l’insegnamento della Chiesa. Pio XI ha detto: “Il comunismo è per sua natura antireligioso, e considera la religione come «l’oppio del popolo» perché i princìpi religiosi che parlano della vita d’oltre tomba, distolgono il proletario dal mirare al conseguimento del paradiso sovietico, che è di questa terra” (“Divini Redemptoris”, n. 22).

Anche il santo papa Giovanni Paolo II, ricorda ai cristiani: “non abbiate alcuna illusione sul comunismo”[1]. Se vogliamo rimanere ancora eccitati sui cosiddetti risultati del dialogo, per favore, stiamo almeno attenti! Ci è posta davanti una trappola e se vi cadiamo, il disastro è vicino!
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[1] Cfr. “Giovanni Paolo II e la Cina", “Tripod”, Summer 2005, n. 137, Editoriale (edizione in cinese).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Per i missionari è imprescindibile conoscere la vita del popolo a cui sono mandati e parimenti per il vaticano sarebbe opportuno conoscere bene storia, religione, politica, economia dei paesi con cui ha relazioni.
Il 'volemose bbbene' non basta più e non è mai bastato, anzi prima in missione venivano mandati i più preparati, quelli cioè in grado di riconoscere all'impronta gli errori altrui e in grado di correggerli ormai istintivamente.
Il sapere ed il conoscere non bastano da soli, occorre un amore naturale, spontaneo per quel popolo, un desiderio profondo di tirarlo fuori dall'ignoranza, per raffinata che possa essere diventata nei secoli, e portare loro la Buona Novella, nostro Signore Gesù Cristo.
Anche questi sbandamenti vertiginosi nell'ambito missionario sono lo specchio dello sbandamento della chiesa che per dialogare col mondo s'è fatta sempre più mondana ma, una religione mondana non interessa a nessuno, selvaggio o civilizzato che sia.
Può interessare solo agli uomini del mondo che finiscono con l'usare i consacrati come loro occhiuti emissari tra il popolo.

Anonimo ha detto...

I totalitarismi tendono non solo ad espandersi spazialmente, ma anche a rispondere con la loro ideologia a tutte le necessità dell'uomo fisiche e culturali, essendo la cultura, quando è sana, uno degli ambiti prossimi, per altezza, alla religione.
E' impossibile per un totalitarismo, pur democratico, accordarsi con la religione, con il Cattolicesimo. L'impossibilità giace sull'ostinazione di chi dice sì al mondo e no a Dio ,Uno e Trino. Religione come oppio, ideologia come illusione. Ma il Cattolicesimo non si drogava e non si illudeva sull'essere umano, né sul mondo, né sul futuro terreno. Mai. Questi conati tra il cattolicesimo ora drogato e l'ideologia cinese dagli illusori fuochi artificiali nascono su due antiche malattie mai ben curate, quindi mai guarite e sempre recidive.

Anonimo ha detto...

Un papa inutile. Questo, ormai, è ciò che pensa la stragrande maggioranza dei cattolici e dei cristiani che hanno conservato un briciolo di autonomia di pensiero e di indipendenza di giudizio. Un papa, Bergoglio, che non riesce a dare, ai suoi fedeli, quel senso di sicurezza e di tutela che, al contrario e, soprattutto, di questi tempi, meriterebbero e di cui avrebbero bisogno. Al contrario, papa Francesco non solo non difende la religione di cui è, fino a prova contraria, il massimo esponente e la più alta espressione, ma uccide, giorno dopo giorno la sua sacralità con comportamenti quotidiani devastanti.

In Francia i cristiani sono destinati a diventare gli ebrei del nuovo millennio, ma di questi non hanno né la coscienza di essere il popolo eletto né, tantomeno, la capacità di reazione e la volontà di reagire. Chiese date sistematicamente alle fiamme da immigrati più o meno regolarizzati che, addirittura, come a Nantes, vengono presi a lavorare dagli stessi sacerdoti i quali non vedono o fanno finta di non vedere l’odio e l’acredine che trapelano dagli occhi di molti di coloro che sbarcano a queste latitudini. Qualcuno, del resto, ricorda ancora l’attentato alla chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray dove il parroco Jacques Hamel fu sgozzato il 26 luglio 2016 a 85 anni? No, la memoria dell’Occidente è troppo corta presa com’è ad occuparsi solo e soltanto del contingente e, per di più, solo se serve a sollazzare anime e cuori.

Eppure quello che sta accadendo nel mondo, vedi guerra tra Armenia e Azerbajian, dimostra ancora una volta, come altri conflitti degli ultimi anni, che si combatte non più per l’ideologia, bensì per l’etnia e la religione, quanto di più antropologicamente ancestrale esista sulla faccia di questa terra. E, allora, cosa aspettiamo, proprio per evitare che accada anche qui da noi, a muoverci?

Che cosa aspetta papa Bergoglio, questo pastore di anime pavide e pronte al martirio, a scendere in campo con la sua autorevolezza e a restituire dignità e forza ad un messaggio cristiano ormai ridotto a quello di una apertura e accoglienza indiscriminate nei confronti di chiunque sbarchi sulle nostre coste?

Le chiese in Occidente vengono oltraggiate pressoché quotidianamente, ma da Roma tutto tace, non una parola si leva contro questa barbarie e i laici progressisti di una sinistra bastarda e malata fanno finta di nulla e chiudono gli occhi rilanciando, a ogni piè sospinto l’allarme fascismo come se ad appiccare le fiamme alle case di Cristo fossero uomini bianchi in camicia nera.
....
https://www.lagazzettadilucca.it/politica/2020/07/a-cosa-serve-questuomo/

mic ha detto...

“Mentre in Europa il termine razzismo è spesso abusato e stravolto, al punto da inventare di sana pianta il neologismo omotransfobia, per condannare come razzista ogni libera manifestazione di idee in contrasto con l’ideologia gender, in Cina, viene invece scientemente praticato dal governo comunista, con la pianificazione dei genocidi delle minoranze etniche, nella quasi totale indifferenza del resto del mondo. Incluso il Vaticano.“

Marisa ha detto...

La neochiesa 2.0 ha scelto come interlocutore la Cina proprio perché ne conosce perfettamente la natura (e la portata devastante di questo tipo di relazioni pericolose...).

Anonimo ha detto...

Chi l'ha detto che è un dialogo? È una resa!
Mario Rossi

Anonimo ha detto...

https://www.ncregister.com/daily-news/chinese-christians-told-to-replace-christ-with-mao-or-lose-government-suppo