Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 23 novembre 2025

L'ultima domenica dopo Pentecoste si collega con la prima domenica di Avvento

Peter Kwasniewski sottolinea un aspetto importante della Messa antiquior odierna:
Oggi, il rito romano* celebra l'ultima domenica dopo la Pentecoste, con il Vangelo di Matteo 24 sulla spaventosa fine del mondo. È una Messa piena di consolazione, speranza, avvertimento e trionfo, perfettamente adatta al suo posto alla chiusura dell'anno liturgico, che è come un microcosmo della storia della Chiesa.

Eppure, come si addice a un ciclo ricorrente, l'ultima domenica dopo Pentecoste si collega con la prima domenica di Avvento in molti modi meravigliosi. I Vangeli sono molto simili, entrambi riguardano la Parousia. Il canto dell'Offertorio "De profundis" è molto simile nella modalità e nella melodia all'Offertorio di domenica prossima "Ad te levavi", poiché infatti siamo nel profondo, guardando in alto, gridando a Dio di venire a salvarci.

Nelle parole della postcomunione: "Concedici, ti supplichiamo, o Signore, con questo sacramento che abbiamo ricevuto, affinché tutto ciò che è corrotto nelle nostre anime sia ripristinato dal dono del suo potere guaritore. Attraverso nostro Signore... " Di anno in anno rinnoviamo la fede e la speranza in Cristo Salvatore del mondo (cfr la Lettera).

Dom Johner definisce l'antifona della Comunione "Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis, crédite quia accipiétis, et fiet" l'"ultima parola" della Chiesa per riflettere alla fine del suo anno: "Amen vi dico: qualunque cosa chiederete quando pregate, credete che lo riceverete e vi sarà fatto". Amen, infatti. Maranatha. Vieni, Signore Gesù.

(*Non sto parlando qui del rito moderno di Paolo VI. )

1 commento:

Anonimo ha detto...

De profùndis clamàvi ad te, Dòmine;
Dòmine, exàudi vocem meam.
Fiant àures tuæ intendèntes
in vocem deprecatiònis meæ.
Si iniquitàtes observàveris, Dòmine,
Dòmine, quis sustinèbit?
Quia apud te propitiàtio est
et propter legem tuam sustìnui te, Dòmine.
Sustìnuit ànima mea in verbo eius,
speràvit ànima mea in Dòmino.
A custòdia matutìna usque ad noctem,
speret Ìsraël in Dòmino,
quia apud Dòminum misericòrdia,
et copiòsa apud eum redèmptio.
Et ipse rèdimet Ìsraël ex òmnibus iniquitàtibus eius.
 

Italiano (traduzione letterale)

Dalle profondità a te ho gridato, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi resisterà (alla tua ira)?
Poiché presso di te è il perdono
e per merito della tua legge ho confidato in te, o Signore.
L'anima mia (si) è retta sulla sua parola,
ha sperato l'anima mia nel Signore,
Dalla veglia del mattino sino a notte,
speri Israele nel Signore,
perché presso il Signore é la misericordia,
e abbondante presso di lui è la redenzione.
Ed egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Latino

V. Rèquiem aetèrnam dona eis, Domine.
R. Et lux perpètua lùceat eis.
V. A porta ìnferi.
R. Èrue, Dòmine, ànimas eorum.
V. Requiéscant in pace.
R. Amen.
V. Dòmine, èxaudi oratiònem meam.
R. Et clamor meus ad te vèniat.
V. Oremus.
V. Fidèlium Deus òmnium Cònditor et Redèmptor: animàbus famulòrum famularùmque tuàrum remissiònem cunctòrum trìbue peccatòrum; ut indulgèntiam, quam semper optavèrunt, piis supplicatiònibus consequàntur. Qui vivis et regnas in saècula saèculorum.
R. Amen.
V. Rèquiem aetèrnam dona eis Dòmine.
R. Et lux perpètua lùceat eis.
V. Requiéscant in pace.
R. Amen.