Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 21 novembre 2025

Il Vaticano segnala continuità nelle restrizioni alla messa tradizionale nonostante le voci

Nella nostra traduzione da The Catholic Herald, abbiamo una risposta, sulla possibile rettifica di Traditionis custodes, che appare definitiva. Mala tempora...

Il Vaticano segnala continuità nelle restrizioni
alla messa tradizionale nonostante le voci


Il Vaticano ha risposto alle affermazioni secondo cui sotto Papa Leone XIV ci sarebbe stato un cambiamento di politica sulla messa latina tradizionale.

Un portavoce del Dicastero per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti ha chiarito che il Papa non intende annullare il motu proprio Traditionis Custodes, emanato dal suo predecessore nel 2021, che ha posto significative restrizioni alla celebrazione della Messa tradizionale in latino.
Il pontefice, invece, consentirà dispense di due anni per i vescovi che ne faranno richiesta, il che è già la direttiva vigente.

Mons. Enda Murphy ha dichiarato al Catholic News Service che questo non è altro che una riformulazione della prassi del Dicastero… da quando il motu proprio è entrato in vigore”. La precisazione, quindi, sottolinea la continuità piuttosto che il cambiamento, e che non vi è alcuna revisione delle restrizioni contenute nella Traditionis Custodes.

Monsignor Enda Murphy ha fornito ulteriori chiarimenti in merito ai resoconti della riunione plenaria della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, che suggerivano la possibilità di attuare una politica in base alla quale qualsiasi vescovo che richieda la dispensa per la celebrazione della messa tradizionale in latino la otterrà. Ha affermato che durante un incontro privato tra il nunzio apostolico in Gran Bretagna e i vescovi – che ha portato alla notizia di un cambiamento di politica – l'arcivescovo Buendía ha detto ai vescovi che il Papa "non avrebbe abrogato la Traditionis Custodes" ma avrebbe consentito agli ordinari diocesani che ne avessero fatto richiesta al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti di concedere un'esenzione biennale rinnovabile per le celebrazioni secondo il Messale Romano del 1962.

Ciononostante, molti cattolici hanno continuato a mettere in discussione la situazione. Sebbene la dichiarazione del Vaticano non abbia segnato un passo indietro rispetto alle norme fondamentali del documento del 2021, The Pillar riporta che "Leone chiederà al cardinale Arthur [Roche, prefetto del dicastero] di essere generoso nell'accogliere le richieste di celebrazione della Messa in latino".

Sebbene il regime di esenzione biennale sia familiare a molte diocesi, è stato notato che domande simili presentate sotto Papa Francesco sono state spesso respinte; quindi il fatto che i vescovi diocesani possano ora aspettarsi dispense rinnovate, insieme al fatto che il cardinale Roche avrebbe ricevuto indicazioni dal Papa, ha acuito interrogativi e tensioni sull'attuazione incoerente della tradizione.

Inoltre, secondo un ecclesiastico presente al discorso, “l’impressione [del nunzio] è stata che il Papa voglia che la porta resti aperta e non stretta o chiusa”.

Storicamente, la disciplina della Messa latina tradizionale da parte della Chiesa ha seguito un percorso tortuoso e controverso. Prima degli ultimi sviluppi, Inghilterra e Galles avevano il cosiddetto indulto di Agatha Christie, un permesso unico concesso nel 1971 che consentiva di continuare a celebrare il rito antico dopo un appello firmato da importanti personalità della cultura.

Successivamente, nel 2007, il Summorum Pontificum, emanato da Papa Benedetto XVI, ha aperto un accesso più ampio alla forma più antica della Messa, descrivendola come una "forma straordinaria" del Rito Romano. Poi è arrivata la svolta più restrittiva di Papa Francesco.

La Traditionis Custodes di Francesco ha segnato un cambiamento decisivo nella politica liturgica, imponendo ai vescovi di non erigere nuove parrocchie personali per la Messa latina tradizionale. In base a tali termini, i vescovi potevano designare sedi esistenti per il Messale più antico, ma solo con l'autorizzazione diretta del Dicastero.

Sebbene la Messa del 1962 sia ancora soggetta a restrizioni in base ai termini della Traditionis Custodes , in base agli ultimi sviluppi sembrerebbe che i vescovi che ora richiedono la dispensa abbiano basi più solide per aspettarsi di ricevere un'esenzione di due anni, sebbene le norme di base rimangano invariate.

Tuttavia, come hanno notato molti commentatori, le ultime rassicurazioni hanno fatto ben poco per placare le preoccupazioni: molti hanno ricordato anni di domande respinte sotto il precedente pontificato e hanno messo in guardia dalle implicazioni della continua incertezza.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe ampliare la visuale non è solo questione della Messa in latino, ché latino per latino te la spiattellano anche i vaticansecondisti, come sottolineò un commentatore,, allora più coerente sarebbe il Messale di San Pio X. Comunque qui è l'insieme che fa acqua da tutte le parti, la dottrina dialoga, la liturgia si modernizza, la teologia gnostica procede, la dottrina sociale si scioglie nel todos todos e noi fingendo parliamo di santo padre a vanvera. Qui di santo non c'è più nessuno. La casa è stata demolita fin dalle fondamenta e dalle fondamenta bisogna seriamente riprendere a lavorare. Altrimenti è meglio l'eremo.

E.P. ha detto...

A beneficio degli smemorati trad-cons.

Mi ricorda una citazione dell'orwelliano 1984, dove la Messa Tridentina è la "razione" di cioccolato settimanale ("razione" nel senso di razionamento sempre più duro), e il "Grande Fratello" è il Concilio Vaticano II:

...venne puntuale l'annuncio che a partire dalla settimana seguente la razione di cioccolato sarebbe stata ridotta da trenta a venti grammi.

[...]

A quanto pareva, vi erano state anche manifestazioni di ringraziamento al Grande Fratello per aver aumentato la razione settimanale di cioccolato, portandola a venti grammi. Ma se appena ieri, pensò Winston, avevano annunciato che la razione di cioccolato doveva essere abbassata a venti grammi! Possibile che potessero mandare giù una balla simile a distanza di sole ventiquattr'ore? Sì, era possibile. Era quindi solo lui, Winston, a possedere una memoria?

Anonimo ha detto...

Poi R.F.Prevost non deve accontentare il gruppo di Tizio o di Caio o di Sempronio, deve attenersi oggi e sempre alla Scrittura ed alla Tradizione. Ricordando che errori e manipolazioni non sono parte della Tradizione, sono errori ed eresie in eterno, quindi tali rimangono sempre.

Laurentius ha detto...

Dalla Bolla Quo primum tempore di San Pio V:

"Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale.
~ ~ ~
Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo."

O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi!

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Cerchiobottismo?
(temo non dovrò aspettare fino a Pasqua prossima per un giudizio ponderato)

Anonimo ha detto...

Niente di nuovo, come volevasi dimostrare. Le restrizioni, unite all'0di0 manifesto dei vescovi per la Messa tradizionale, sono volte alla sua definitiva scomparsa per eutanasia. Ma forse tutti costoro hanno fatto i conti senza l'oste...

Anonimo ha detto...

"Se gli ebrei del mondo usano l'ebraico per pregare la Torah.
E i musulmani pregano il Corano in arabo.
E i buddisti pregano nelle loro scuole a Pali e nel tibetano classico.
E gli Indù fanno le loro preghiere vediche in sanscrito.
E gli ortodossi di Costantinopoli pregano in greco Koiné.
E gli armeni pregano nell'incisione armeno.
E gli ortodossi bulgari e serbi pregano in slavo ecclesiastico.
E gli ortodossi siriani pregano in aramaico antico e arabo.
E i copti ortodossi egiziani pregano in copto antico e arabo.
E gli etiopi ortodossi pregano a ge'ez.
E gli zoroastri pregano in asvetico.
E questo non ti dà fastidio.

Perché ti dà tanto fastidio che noi cattolici romani preghiamo in latino?" (cit.)

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo 14:22, perché ai vescovi dà fastidio che si preghi in latino ? ma perché la preghiera e la messa in latino hanno un forte potere esorcistico, e questo non piace al demonio, e se non piace a lui non deve piacere nemmeno si suoi collaboratori mascherati da religiosi cattolici ...stesso discorso vale per la devozione mariana, e per i titoli a Lei riconosciuti : de Maria numquam satis, di Maria non si dice ( bene) mai abbastanza. Ecco svelato il motivo di tanta animosità antimariana e antilatino, a cui ha dovuto sottostare anche Prevost, volente o nolente. Analogo discorso vale, ovviamente , per il dogma, il culto del CV II, anch'esso strumento di demolizione della Chiesa Cattolica, autodemolizione ad opera della sua gerarchia ( venduta traditrice). LJC Catholicus

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe sapere se fino a Papa Pio XII e fors'anche fino a Giovanni XXIII c'erano tutte queste udienze, incontri , autografi, rilascio di interviste a braccio, raccontare di se' dei propri hobbies, dei propri trascorsi prima dell'Ordine sacro; usati come climatologi, come promotori del benessere (oserei dire della felicita') su questa terra, del clima ecc.ecc. ...!... Spero tanto che il maggior tempo lo trovino per se' stessi, per la loro anima, per la loro santificazione, per stare "Vis-à-vis" con Il Padrone della messe .
Leggo proprio ora : L'attrice romana L.C. arrestata in Vaticano perche' durante l'udienza ha saltato le transenne per esporre un cartello in cui invita il Papa a promuovere l' abolizione della corrida. L'aborto,l'eutanasia,il suicidio...possono attendere?

Anonimo ha detto...

Penso che ci sia molto di più nel fastidio dei vescovi per la messa pre-conciliare, non solo il suo potere esorcistico. Di fatto, pochi vescovi così come pochi preti credono ancora al demonio. Gli esorcismi? Superstizioni da trogloditi... Il demonio? Un simbolo del male non un angelo decaduto. Il peccato? Problemi e complessi psicologici, basta con quell'insulso decalogo.
Quello che gli dà più fastidio credo sia il fatto che i fedeli disertano in massa le messe postconciliari, mentre affollano quelle tridentine. È insomma un problema di concorrenza e gelosia, più che altro.
Sbagliano però se credono di risolvere il problema vietando il rito antico. Infatti, la gente non torna al NO, piuttosto sta a casa.
Se volessero il bene del proprio gregge, dovrebbero salire a Canossa con il capo coperto di cenere, i piedi scalzi e i meravigliosi paramenti postconciliari, intessuti di fibre plasticose, gatti a brandelli. E pregare a mani giunte qualche prete tridentino che si rechi nella loro diocesi per risollevarne le sorti.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Attento, amico delle 11:42, rischi che qualcuno, tipo sui "social", ti risponda così:
"La rivelazione delle religioni non cristiane citate è avvenuta in quella lingua, quella dei testi cristiani è avvenuta in ebraico e greco, non in latino, slavo ecclesiastico e altri. Traduzione per traduzione, meglio in una lingua corrente." Di solito obiettano così.
Solo una volta un protestante mi ha citato gli Atti degli Apostoli nel passo in cui loro diventano capaci di parlare altre lingue.
Non ho mai capito (non ne ho conosciuti molti, ma qualche studioso di scienze sacre ed ecclesiologiche l'ho incontrato) se il Magistero abbia mai ritenuto che la Rivelazione sia proseguita con i Padri della Chiesa e poi con i Pontefici: oggi la risposta ad una simile domanda è negativa, ma è sempre stato così?
Io il latino lo conosco, ma mia moglie (perito commerciale corrispondente in lingue estere) no, era già stato rimosso dalle medie quando lei c'è arrivata e al "commerciale" non c'è mai stato.

Anonimo ha detto...

Caro amico 21:49, la sua analisi, apprezzabile, è però di tipo orizzontale, immanente, non tiene conto del soprannaturale, del trascendente. Preti e vescovi modernisti, anche se non ci credono, al demonio, all'esorcismo, al peccato ( originale, mortale, ecc.) ne sono comunque vittime. Si può negare che sopra le nuvole ci sia il sole, ma il sole c'è, ad onta della nostra opinione. Questo per dire che l'aspetto preternaturale nel comportamento del clero modernista penso incida molto, moltissimo. Il preternaturale dilaga nel mondo, perché Satana è sciolto dalle catene e sta facendo un' ampia "campagna acquisti ' tra il clero e i fedeli, accecandone la mente e indurendo i loro cuori. Da qui tanta ostilità, tanto odio per la Chiesa prevonciliare e i suoi punti di forza : la sua lingua universale, che ostacola le manipolazioni e le falsificazioni diaboliche, la devozione mariana, i santi, la dottrina immutabile ( pietre scagliate contro poveri indifesi? che baggianate!), ecc. Scusi la lungaggine, caro amico. LJC Catholicus

mic ha detto...

La Rivelazione si chiude con la morte dell'ultimo Apostolo.
Quanto alla lingua, l'aramaico e l'ebraico delle origini fu sostituito prima dal greco della koinè (testo più antico dei Vangeli, anche se in Matteo e Giovanni è riconoscibile il substrato aramaico)... Ma la lingua sacra della liturgia, che è già una lingua aulica, non corrispondente alla parlata corrente, si formò dapprima già dal III secolo nei paesi romanizzati del Nordafrica. Poi si diffuse per tutto l'impero e divenne la lingua comune nella Chiesa non solo per la liturgia, proprio grazie al potere di Roma.
In ogni caso il latino rimase lingua comune della scienza e del diritto per molti secoli dopo la caduta dell'impero d"Occidente...
Quanto alla Vetus latina della liturgia, abbiamo documenti antichissimi risalenti a papa Damaso, al Sacramentario gelasiano; il canone risulta risalire allo stesso Pietro... e ha sempre rappresentato - e dovrebbe tuttora rappresentare - l'universalità de La Catholica...

Invece, oggi, non sono neppure più in grado di capire che co- di Corredentrice corrisponde al cum (con) di compartecipazione in subordine e non al co- che veicola il senso di collaborazione alla pari dell'inglese...

Anonimo ha detto...

lA RIVELAZIONE GENERALE SI È CHIUSA CON CRISTO E GLI APOSTOLI. SENTENZA CERTA.
San Pio X contro protestanti liberali e modernisti ha condannato la seguente proposizione : "La rivelazione oggetto della fede cattolica non si è chiusa con gli apostoli" (D 2021).
Gli apostoli vedono in Cristo la pienezza dei tempi (Galati, 4, 4) e considerano loro dovere conservare completo ed intatto il bene della fede loro consegnato da Cristo (1 Timot, 6, 14; 6, 20; 2 Timot 1, 14; 2,2; 3,14). I Padri respingono con indignazione le pretese degli eretici di possedere una dottrina segreta proveniente dagli apostoli o da nuove rivelazioni dello Spirito Santo (vedi sant'Ireneo e Tertulliano). (Vedi : Louis Ott, Précis de théologie dogmatique, tr.fr. dal tedesco, 1955, pp. 19-20).
Ma verità credute solo implicitamente possono diventar esplicite solo in un secondo momento, dando luogo a migliori formulazioni del medesimo dogma. Questo è stato il caso, ad esempio, del concetto di transustanziazione, adottato nel XII secolo, ma solo perché si notò che esprimeva nel modo migliore ciò che era stato sempre creduto.
Ugualmente, la fede secondo la quale l'anima dei defunti va subito dopo il giudizio individuale al luogo eterno al quale l'ha destinata il divino Giudice, questa fede c'è sempre stata ma fu definita in modo formale come verità di fede solo da papa Benedetto XII, successore di Giovanni XXII che aveva sostenuto tra violente polemiche l'opinione opposta, ritrattata poco prima di morire. Il 29 gennaio 1336 Benedetto XII emanò una costituzione apostolica che sistemava per sempre la questione: "Con questa costituzione valida in perpetuo definiamo in base all'autorità apostolica..." (DS 530-531/1000-1002). Quando il Papa scriveva "auctoritate Apostolica diffinimus.." invocando direttamente l'autorità di successore degli Apostoli, c'era poco da discutere: la questione doveva ritenersi chiusa.
pp

Anonimo ha detto...

Perche' ora se non sai l'inglese "maccheronico"...non sei alla moda.
Ops! Non sei "cool"!

Anonimo ha detto...

L ' uso del "co" in inglese. In effetti l'educazione scolastica in classe mista (diciamo noi) loro la chiamano "co-education", per indicare l'assoluta parità tra i due sessi.
Sarebbe da abolire, ma questo è un altro discorso.
G.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Vedo che il pronunciamento di S. Pio X sulla Rivelazione sarebbe stato rivolto anche a "protestanti liberali". Ma a chi stava pensando? Io di protestanti ne conosco due, uno è valdese e uno metodista (di fatto la stessa cosa) e mi hanno precisato più volte che uno dei "sola della Riforma" è "sola Scriptura", ossia anche per loro la Rivelazione è in essa e solo in essa. Pari pari a quello riportato da S. Pio X.
Aveva presenti altre confessioni protestanti diverse da quelle "storiche" (che possono essere identificate con Luterani, Calvinisti -fra cui i Valdesi-, Anglicani -da cui si sono separati i Metodisti- e forse con qualche stiracchiamento i Battisti)?
Qualcuno ha conoscenze migliori delle mie?

Anonimo ha detto...

# Ex studente del Giure.
Quando si riferisce alla Rivelazione san Pio X include accanto alla Scrittura la Tradizione, cosa che per i Protestanti è una bestemmia. È pertanto errato scrivere che il Papa condivideva la stessa idea di Rivelazione degli eretici.
Del resto, il "sola Scriptura" affidato alla libera interpretazione del soggetto (che si suppone illuminato dallo Spirito Santo) sembra fatto apposta per condurre ad interpretazioni del tutto personali del dogma, che in tal modo diventa una realtà fluida, aperta a tutti i venti. Difatti, quante sono le sette protestanti, ognuna con la sua libera interpretazione del testo?
I modernisti li seguivano a ruota, ponendo apertamente l'origine della religione nella c.d. "immanenza vitale" ossia nella sensibilità religiosa del soggetto, nel suo sentimento, nella sua coscienza di sè.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che questi preti e vescovi siano preda del demonio, a cui non credono. Il demonio è il padre della menzogna, ma anche dell'invidia e dell'odio.
Frequentando i preti e i vescovi, anche in privato, ci si accorge che le loro motivazioni per vietare la Messa tradizionale sono spesso al limite del banale, dettate nella stragrande maggioranza dei casi dalla paura di vedersi rubare i fedeli da una concorrenza che ritengono sleale. Tutte castronerie demoniache, ovviamente.
La soluzione alle loro paure sarebbe invece che si mettessero anche loro a fare la Messa in latino, e ritornassero ad una sana dottrina, invece che spingere sempre più sulla strada del progressismo, immigrazionismo, gaypridismo, climatismo e via discorrendo. Tutte cose che il cristiano normale non ancora pervertito da questi pastori lupi mannari aborre dal profondo del cuore.