Il grande Vescovo J. Strickland DIFENDE, con estrema chiarezza, Maria Corredentrice e Mediatrice. Qui l'indice dei numerosi precedenti. A partire da qui e qui precedenti su Maria Corredentrice
Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria,
Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
il 4 novembre 2025 la Santa Sede ha pubblicato una Nota dottrinale attraverso il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) intitolata Mater Populi Fidelis, firmata dal Prefetto della Dottrina della fede, Cardinale Victor Manuel Fernandez.
Nel documento, il cardinale Fernandez dichiara che «non sarebbe appropriato usare il titolo di “Corredentrice” per definire la cooperazione di Maria». La ragione addotta è che tale titolo «rischia di oscurare l'unicità della mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e uno squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana...» (paragrafo 22).
Poiché molti fedeli sono turbati da queste parole e poiché l'amore per la Beata Vergine è il cuore pulsante dell'autentica fede cattolica, mi sento in dovere, come successore degli Apostoli, di riaffermare l'insegnamento perenne della Chiesa riguardo alla singolare cooperazione della Madonna nella Redenzione.
È sorprendente che la motivazione addotta – evitare la «confusione» e ragioni ecumeniche – riprenda lo stesso linguaggio che da oltre mezzo secolo viene utilizzato per attenuare e oscurare la verità cattolica. Tale ragionamento ha smussato i contorni della dottrina fino a lasciarne solo un vago sentimento. Ma la verità non può essere sacrificata sull'altare della diplomazia. L'ecumenismo che mette a tacere la verità cessa di essere vera unità. La via da seguire non è quella di offuscare ciò che rende distintiva la fede ma di proclamarla con chiarezza e carità, confidando nella luce della rivelazione per dissipare la confusione, non per nasconderla.
Negli ultimi anni, questo schema si è ripetuto su molti fronti della vita della Chiesa. Con il pretesto di essere “accogliente” e “inclusiva”, l'identità soprannaturale della Chiesa viene lentamente scambiata con una sociologica. Ciò che una volta era definito dalla grazia e dalla conversione viene ora riformulato nel linguaggio dell'adattamento e dell'affermazione. L'invito al pentimento è sostituito dall'invito all'appartenenza. Al mondo viene detto che non ha bisogno di cambiare; solo la Chiesa deve cambiare per adattarsi ad esso. E così la fede viene diluita, la croce viene ammorbidita e il Vangelo diventa sentimentale piuttosto che salvifico. Ma l'amore senza verità non è misericordia, è inganno.
Questo nuovo documento deve essere visto in tale contesto. Rifiutare il titolo di Corredentrice non è semplicemente una questione linguistica. Fa parte di uno sforzo continuo per spogliare la fede delle sue rivendicazioni soprannaturali, per far apparire la Chiesa innocua a un mondo che odia la croce. La Beata Vergine è il riflesso umano più perfetto della verità divina. Sminuire il suo ruolo significa sminuire la realtà stessa della grazia. Quando i suoi titoli esaltati vengono dichiarati “inappropriati”, non è lei che viene sminuita, ma è la nostra comprensione di Cristo che viene sminuita poiché ogni verità mariana protegge una verità cristologica.
La cooperazione di Maria nella Redenzione è una dottrina perenne, come testimoniano i Padri. Sant'Ireneo insegnava che «il nodo della disobbedienza di Eva fu sciolto dall'obbedienza di Maria» e Sant'Efrem la chiamava «il riscatto dei prigionieri». Fin dagli albori della Chiesa, l'obbedienza della Vergine è stata vista come la fine della ribellione di Eva e l'inizio della restaurazione dell'umanità.
La confusione che circonda il termine Corredentrice deriva in gran parte da un fraintendimento del prefisso «co-». In latino è «cum», che non significa «uguale a» ma «con». Maria non è una redentrice rivale ma colei che ha sofferto con il Redentore. La sua intera partecipazione era dipendente, derivativa e subordinata ma profondamente reale. Proprio come la prima Eva ha cooperato alla caduta, la Nuova Eva ha cooperato alla restaurazione. Il suo fiat all'Annunciazione e la sua presenza sotto la Croce sono i due poli di quella cooperazione divina. Maria ha partecipato all'opera redentrice di suo Figlio, l'unico in grado di riconciliare l'umanità.
Fin dall'inizio, la Chiesa ha professato che il fiat di Maria – il suo consenso totale e libero al piano di Dio – non è stato un momento passivo ma una vera e attiva cooperazione all'opera salvifica di suo Figlio. Il termine Corredentrice compare per la prima volta in una dichiarazione ufficiale durante il pontificato di Papa San Pio X. Nel 1908, la Congregazione dei Riti del Vaticano chiese di aumentare la devozione alla Madre Addolorata e di intensificare la gratitudine dei fedeli verso la «misericordiosa Corredentrice del genere umano».
Il 22 gennaio 1914, la Sacra Congregazione del Sant'Uffizio (oggi Dicastero per la Dottrina della Fede) concesse un'indulgenza parziale di 100 giorni per la recita di una preghiera di riparazione alla Madonna, così formulata:
«Benedico il tuo santo Nome, lodo il tuo privilegio eccelso di essere veramente Madre di Dio, sempre Vergine, concepita senza macchia di peccato, Corredentrice del genere umano» (qui).
Se la Santa Sede – e precisamente lo stesso ufficio che ha appena pubblicato questo documento – ha potuto concedere indulgenze per una tale preghiera, non può ora fingere che la dottrina che sta alla base di essa sia «inappropriata». Il linguaggio può richiedere una spiegazione pastorale ma la verità non può essere ritrattata.
Papa San Pio X, nella sua enciclica Ad Diem Illum Laetissimum (2 febbraio 1904), insegnava:
«Ora, la Beata Vergine non concepì il Figlio eterno di Dio solo perché Egli potesse diventare uomo prendendo da lei la sua natura umana ma anche perché, mediante la natura assunta da lei, Egli potesse essere il Redentore degli uomini. Per questo motivo l'angelo disse ai pastori: “Oggi vi è nato un Salvatore che è Cristo Signore”».
E continuava:
Maria «poiché era superiore a tutti in santità e unione con Cristo ed era stata coinvolta da Cristo nell'opera della salvezza umana, congruamente, come si dice, ciò che Cristo meritò condignamente ed è la principale ministra della dispensazione delle grazie».
Questa non è poesia ma insegnamento papale. Ciò definisce ciò che la Chiesa ha sempre saputo: la maternità di Maria non è solo fisica ma redentrice, spirituale e universale.
Papa Benedetto XV, nell'Inter Sodalicia (22 marzo 1918), scrisse:
«Maria soffrì a tal punto e morì quasi con il Figlio sofferente e morente; rinunciò a tal punto ai suoi diritti materni sul Figlio per la salvezza dell'uomo che possiamo giustamente dire che ha redento il genere umano insieme a Cristo».
Papa Pio XI, nel suo messaggio a Lourdes del 28 aprile 1935, pregò:
«O Madre di pietà e misericordia, che come Corredentrice hai assistito il tuo dolcissimo Figlio soffrendo con Lui quando ha consumato la redenzione del genere umano sull'altare della Croce conserva in noi, ti preghiamo, giorno dopo giorno, i preziosi frutti della Redenzione e della tua compassione».
Papa Pio XII, nel suo messaggio radiofonico a Fatima il 13 maggio 1946, dichiarò:
«Fu lei che, come Nuova Eva, libera da ogni macchia di peccato originale o personale, sempre intimamente unita al Figlio, lo offrì al Padre Eterno insieme all'olocausto dei suoi diritti materni e del suo amore materno, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla sua miserabile caduta».
Il 31 marzo 1985, Domenica delle Palme e Giornata Mondiale della Gioventù, Papa San Giovanni Paolo II parlò dell'immersione di Maria nel mistero della Passione di Cristo:
«Maria accompagnò il suo divino Figlio nel più discreto nascondimento, meditando tutto nel profondo del suo cuore. Sul Calvario, ai piedi della Croce, nella vastità e nella profondità del suo sacrificio materno, aveva accanto a sé Giovanni, il più giovane degli Apostoli. Possa Maria, nostra Protettrice, la Corredentrice alla quale offriamo la nostra preghiera con grande effusione, far sì che il nostro desiderio corrisponda generosamente al desiderio del Redentore».
Papa Giovanni Paolo II, parlando di Santa Brigida di Svezia, il 6 ottobre 1991 affermò:
«Ha parlato con vigore del privilegio divino dell'Immacolata Concezione di Maria. Ha contemplato la sua straordinaria missione di Madre del Salvatore. L'ha invocata come Immacolata Concezione, Madonna Addolorata e Corredentrice, esaltando il ruolo singolare di Maria nella storia della salvezza e nella vita del popolo cristiano».
Oltre al titolo di «Corredentrice», il documento Mater Populi Fidelis ha affrontato anche i titoli mariani di «Mediatrice» e «Mediatrice di tutte le grazie», affermando che tali titoli non contribuiscono a una corretta comprensione del ruolo di Maria come interceditrice.
Tuttavia, Papa Leone XIII ha insegnato in Adiutricem Populi (5 settembre 1895):
«È giusto dire che nulla di quel grandissimo tesoro di ogni grazia che il Signore ci ha portato – poiché “la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” –, nulla ci è impartito se non per mezzo di Maria, poiché Dio così vuole».
Dalla sua partecipazione alla Redenzione deriva la sua mediazione materna. Ogni grazia che proviene dal Cuore di Cristo passa attraverso le mani di Sua Madre, non per necessità della natura ma per volontà divina che la associa all'ordine della grazia.
Papa San Pio X, in Ad Diem Illum (2 febbraio 1904), affermò:
«Ella divenne degnissima riparatrice del mondo perduto e, quindi, dispensatrice di tutti i doni che ci furono conquistati dalla morte e dal sangue di Gesù [...] ed è la principale ministra della dispensazione della grazia».
Miei cari fratelli e sorelle, questo attacco alla dottrina mariana deve essere inteso come parte di un più ampio disfacimento. Lo spirito moderno cerca una Chiesa che non offenda più, non ammonisca più, non chiami più il peccato con il suo nome. Vuole una Chiesa senza sacrificio, una Croce senza sangue, un Paradiso senza conversione. Una tale visione non è rinnovamento, è sostituzione.
Molti santi hanno previsto una struttura contraffatta che avrebbe imitato la vera Chiesa svuotandola dall'interno. Questa imitazione della Chiesa avrebbe mantenuto la forma esteriore – liturgia, gerarchia, linguaggio – ma l'avrebbe svuotata del suo contenuto soprannaturale. Quando la Madre viene messa a tacere, la Croce segue presto; quando la grazia viene sostituita dalla psicologia, i sacramenti diventano simboli e la fede diventa terapia.
Ecco perché il sogno di San Giovanni Bosco dei due pilastri risuona oggi con tanta urgenza. Egli vide la Barca di Pietro sbattuta dalle tempeste, assalita da ogni parte, finché non fu ancorata tra due grandi pilastri che si ergevano dal mare: l'Eucaristia e la Beata Vergine Maria. L'attuale tentativo di sminuire i titoli di Maria è un assalto a un pilastro e possiamo essere certi che l'altro sarà presto attaccato con più ferocia. Già vediamo confusione sulla Presenza Reale, indifferenza al sacrilegio e innovazioni che oscurano la natura sacrificale della Messa.
Colpire Maria significa colpire l'Eucaristia, poiché entrambe sono indissolubilmente unite nel mistero dell'Incarnazione. Lei ha dato a Cristo il Suo Corpo; quel Corpo diventa il nostro Cibo Eterno. Negare il suo ruolo di Corredentrice e Mediatrice significa separare il segno visibile dal cuore materno che lo ha dato.
Pertanto, dobbiamo rimanere saldi. Non restiamo in silenzio quando la verità viene smantellata con il pretesto della prudenza. I fedeli hanno il diritto – e il dovere – di parlare il linguaggio della fede tramandato dai santi. Chiamare Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie non significa aggiungere qualcosa alla rivelazione ma onorare ciò che la rivelazione già contiene.
Che i sacerdoti, i religiosi e i laici pronuncino i suoi titoli con fiducia e ne insegnino il significato. Che le nostre case, i nostri apostolati e i nostri dolori siano consacrati nuovamente al suo Cuore Immacolato. In tempi in cui i pastori vacillano e la confusione si diffonde, la Madonna rimane il segno sicuro dell'ortodossia, lo specchio della Chiesa, colei che schiaccia la testa del serpente. A lei affidiamo il rinnovamento della fede, la purificazione del clero e il trionfo del suo Cuore Immacolato promesso a Fatima.
È profondamente deplorevole che il documento del cardinale Fernandez cerchi di sopprimere i venerabili titoli di Corredentrice e Mediatrice con la motivazione che potrebbero confondere i fedeli. La confusione non nasce dalla verità ma dal suo oscuramento.
Generazioni di santi e fedeli sono state illuminate, non fuorviate, da questi titoli.
Non temiamo di dire la verità:
Maria è la Madre di Dio.
Maria è Corredentrice.
Maria è Mediatrice di tutte le grazie.
Queste verità non glorificano Maria separatamente da Cristo ma Cristo attraverso Maria poiché tutta la sua grandezza proviene da Lui e riconduce a Lui.
Possa la Vergine Immacolata intercedere per la Chiesa in questo momento di prova. Possa lei ottenere per noi il coraggio di dire la verità con amore, la purezza di viverla e la perseveranza di difenderla fino alla fine.
Con affetto paterno in Cristo,Mons. Joseph E. Strickland - Fonte
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

58 commenti:
Ragionevolissimo Strickland, non è una pura questione linguistica, come vogliono darla a intendere anche sulle testate "cattoliche". La ragione non sembra più di casa. È un attacco al cuore della fede: al Signore e alla Chiesa, suo Corpo. Si semina ulteriore confusione e si feriscono i fedeli. Diventa evidente come non vogliano cogliere i veri segni dei tempi.. Meglio stare con i santi.. In questo libro del 1908 c'erano già riassunte le basi e la convenienza di questo titolo, è una summa mariana: "Si investigano le ragioni per cui Dio volle che Maria fosse nostra corredentrice e madre." https://www.effedieffeshop.com/maria-nel-dogma-cattolico/
E. M.
"È profondamente deplorevole che il documento del cardinale Fernandez cerchi di sopprimere i venerabili titoli di Corredentrice e Mediatrice con la motivazione che potrebbero confondere i fedeli. La confusione non nasce dalla verità ma dal suo oscuramento".
Deplorevole il documento del cardinale e ci sta, ma si guarda bene dal dire che quel documento è stato controfirmato dal papa.
Bellissimo. Faccio soltanto presente che Sua Eccellenza riprende il testo inglese della nota dottrinale ("non sarebbe appropriato", "it would not appropriate") laddove il testo italiano è molto più drastico ("è sempre inappropriato"). Sottigliezze, ma che dimostrano una certa approssimazione nelle traduzioni vaticane.
Lettera stupenda. Grazie, Mons.J. Strickland!
Sottovoce bisogna anche dire che il Fernandez e il Prevost hanno fatto e fanno una figura da ciocolatai.
Quando Nostro Signore ci ha insegnato il Padre nostro, ha fatto della terza domanda una preghiera affinché venga il regno di Dio, che è il regno dei santi. Ora, nella sua ultima preghiera, si rivolge alle più sante tra le creature: Maria, sua Madre, e Giovanni, il discepolo prediletto. Per nessun’altra ragione moriva sulla croce, se non per renderci santi; ed essere santi significa essere fissi nella virtù. La creatura più santa che Dio abbia mai creato era la Madre del suo Figlio divino, perché non solo era «piena di grazia», ma anche corredentrice col suo Figlio che ora pendeva sopra la sua testa.(venerabile Fulton J.Sheen)
Il titolo Corredentrice sarebbe recente? Stando a Fernandez del baciami ....Ma il postconcilio è dogma sostitutivo dei dogmi a parer loro... quindi in questo caso no, non va il recente? E poi Corredentrice è stata detta da sempre dai Padri con altri termini, dai Papi, dai Teologi, dai Santi... Come mai stava la Madre sotto la Croce? Come mai Ella sola con gli Apostoli nel Cenacolo? Come mai il Crocifisso a Lei sola disse : ecco tuo figlio? Non torniamo alle sorgenti per confermare nella fede di sempre ma solo per demolite usando ed abusando delle origini? I demolitori non sono mai coerenti. Vogliono procedere con un' unica religione che includa protestanti, anglicani, ortodossi, pafani.. e per far questo dobbiamo divenire sempre più protestanti, coi re Carlo in cattedra, con lgbtq + sacrileghi, coi blocchi di ghiaccio e attori vari... cioè non si deve essere cattolici, vero Fernandez? Perchè solo la verità si combatte, le verità relative si accettano.. che poi verità relative giàè contraddizione. Esiste la veritá e c' è chi l' ha e chi no, includere gli errori con delle verità non è Evangelico : sì se è sì, no se è no.
No, non sono sottigliezze, perché il significato è notevolmente diverso. E in più c'è il dolo, perché l'inglese è una lingua esatta, come il tedesco e in antico il latino, che esprime i concetti esattamente, a differenza dell'italiano che è più ambiguo. Tutte e tre (inglese, tedesco e latino) sono lingue perfette per la filosofia e la teologia, non cosi l'italiano che è interpretabile...
Dolo perché se come in questo caso si traduce dall'inglese in italiano, i concetti dovrebbero essere chiari e precisi, e resi aderendo all'originale, a meno di imperizia del traduttore che, anche se fosse, sarebbe inescusabile. Guarda caso poi gli errori di traduzione vengono fatti sempre e solamente in modo da peggiorare le cose, mai a migliorarle...
Condivido questo commento di Guido Villa su Facebook.
Ciò che mi sconvolge è l'atmosfera generale di offesa e insulti pubblici ai pastori, fatti a sinistra verso quelli "di destra" (soprattutto negli Stati Uniti) e viceversa.
Ricordatevi bene: giudizio, calunnia e offese sono un peccato assai serio; farlo sui social network è un'aggravante, a motivo del forum pubblico e dello scandalo che si crea verso i fedeli; farlo nei confronti dei pastori è un'aggravante ancora più seria, in quanto, appunto, si fa contro i pastori.
Essi possono anche fare del male e comportarsi male, ma i pastori, a motivo del loro ufficio, non possono essere toccati.
E' lecito esprimersi in modo critico sulle cose che vengono fatte male e che portano danni, ma il modo con cui si fa è decisivo, e poi non vi possono essere offese dirette nei confronti dei pastori.
Tra l'altro, questi sono i metodi dei comunisti, dei fascisti e nazisti, dei tizzoni d'inferno che odiano la Chiesa e i pastori. E tanti "pii cattolici", purtroppo, scendono al loro livello.
Infatti non pubblico tanti commenti offensivi e chiedo venia se qualche volta, per fretta o disattenzione, me ne sfugge qualcuno condivisibile in generale ma con espressioni poco consone...
Capisco led tue ragioni censorie, cara Mic, e mi scuso se a volte la penna va oltre il cuore, il rispetto e il perbenismo, ma bisogna considerare che esiste anche lo zelo per la casa del Signore (che questi traditori stanno demolendo, pietra su pietra); il rispetto per la carica, tanto più dovuto quanto più la carica è alta, si basa sul fatto che chi la occupa la eserciti per lo scopo, il fine per cui è stata istituita: ora, è da tempo che molti intellettuali cattolici (cfr Lamendola, Martino Mora, Fabio Battiston, ecc.) affermano che i modernisti usano il loro potere, la loro carica per un fine opposto a quello per cui è stata istituita (da NSGC, poi), per smantellare, demolire la casa del Signore, mattone su mattone. Basti citare mons. Léfèbvre, il suo scritto “Il colpo da maestro di Satana” in cui afferma che il diavolo è riuscito nell’intento di far demolire la Chiesa di Cristo dai suoi stessi ministri, mediante l’obbedienza a malvagi, perfidi capi, dalla Prima Sede a cardinali, vescovi, Superiori delle Congregazioni, ecc; e noi dovremmo loro cieca obbedienza? riverenza e inchini? no, carissima Maria, no, la nostra religione prevede anche la santa ira, il santo zelo per la Sua casa (certo io non son degno, non ho il diritto di esercitarlo, ma a volte mi scappa, e me ne scuso con te). Ricordi San Pietro Canisio? ricordi il libello “Agli assassini della liturgia” di Mons. Domenico Celada ?, solo per citare un paio di esempi di santa ira. Scusami per la lungaggine, non era per difendere me stesso, come avrai capito. Un abbraccio in Cristo e Maria SS.ma. Catholicus
Tutto giusto e vero ma, sono 70 anni che si va rotolando giù per la china. Alcuni hanno scritto libri su libri per, educatamente, mostrare gli errori del CVII come il Prof. P.Pasqualucci così molti altri. Silenzio di tomba. Come se nessuno avesse parlato o scritto. Quindi costoro hanno innalzato un muro di gomma intorno alla loro organizzazzione volta alla cancellazione del Cattolicesimo. Noi stessi che scriviamo i commenti speriamo nel risveglio di altri. Non è pensabile che uno scisma sottotraccia, non dichiarato ufficialmente, possa essere tutto rose e fiori. Essere irato capita, è l'ira dell'impotente, disperato, non certo la Santa ira di Dio Onnipotete. E qui impotenti disperati capita spesso di essere. Anche due parole sui sacerdoti, capisco che mettersi fuori dal circolo vizioso azzera il lunario, ma da quello che si intravede i sacerdoti alla macchia sono sereni e accuditi da fratelli cattolici che capiscono perfettamente la loro condizione e senza essere richiesti donano.
Benedite e non maledite! Sempre "con cioia", in attesa di comprendere come la forza dirompente della Verità sia più forte, nella mitezza, di ogni stracciamento di vesti e agitazione interiore ed esteriore! ...
Dopo questa "Nota dottrinale", prevedo che la consapevolezza, la comprensione e soprattutto l'uso dei termini "Co-Redemptrix" e "Mediatrix di tutte le Grazie" faranno boom e saliranno alle stelle come mai prima d'ora. Tucho è l'agente segreto più incredibile per la tradizione.
Citazione da Strickland:
"... Colpire Maria significa colpire l'Eucaristia, poiché entrambe sono indissolubilmente unite nel mistero dell'Incarnazione. Lei ha dato a Cristo il Suo Corpo; quel Corpo diventa il nostro Cibo Eterno. Negare il suo ruolo di Corredentrice e Mediatrice significa separare il segno visibile dal cuore materno che lo ha dato.
Pertanto, dobbiamo rimanere saldi. Non restiamo in silenzio quando la verità viene smantellata con il pretesto della prudenza. I fedeli hanno il diritto – e il dovere – di parlare il linguaggio della fede tramandato dai santi. Chiamare Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie non significa aggiungere qualcosa alla rivelazione ma onorare ciò che la rivelazione già contiene. Che i sacerdoti, i religiosi e i laici pronuncino i suoi titoli con fiducia e ne insegnino il significato. Che le nostre case, i nostri apostolati e i nostri dolori siano consacrati nuovamente al suo Cuore Immacolato. In tempi in cui i pastori vacillano e la confusione si diffonde, la Madonna rimane il segno sicuro dell'ortodossia, lo specchio della Chiesa, colei che schiaccia la testa del serpente. A lei affidiamo il rinnovamento della fede, la purificazione del clero e il trionfo del suo Cuore Immacolato promesso a Fatima."
MARIA
"Ti saluto, tu che hai accettato di intercedere come Mediatrice per l’umanità."
Sant'Antipatro di Bostra, padre conciliare di Efeso, a proposito della Beata Vergine
(Charlie Bunga Banyangumuka)
Primo venerdí del mese, in onore del SS. Cuore di Gesú
COR JESU SACRATISSIMUM - MISERERE NOBIS!
Nelle sue Conferenze Spirituali dom Columba Marmion disse che: "Per conoscere il posto unico, che Gesù ha voluto dare a Maria nei suoi misteri, e l 'amore della Vergine per noi, noi dobbiamo renderle l'onore l'amore e la confidenza che le spettano come alla madre di Gesù e nostra madre. Come non amarla se amiamo nostro Signore. Se Gesù Cristo vuole, come vi ho detto, che noi amiamo tutti i membri del suo corpo mistico, come non ameremo anzitutto Colei che gli ha dato questa natura umana, per la quale egli è divenuto nostro Capo, questa umanità che gli serve di strumento per comunicarci la grazia ? Non possiamo dubitare che l'amore che dimostreremo alla madre di Gesù non sia estremamente piacevole a Cristo. Se vogliamo amare Cristo, se vogliamo che sia tutto per noi, dobbiamo nutrire un amore particolare per la madre sua. In che modo manifesteremo questo amore ? Gesù ha amato sua madre colmandola, come Dio, di privilegi sublimi. Noi mostreremo il nostro amore, esaltando questi privilegi. Se vogliamo piacere molto a nostro Signore, ammiriamo le meraviglie di cui egli ha, per amore, ornato l'anima di sua madre." (Cristo vita dell'anima Ed. Radiospada 2020). Al 12 capitolo del libro l' Abate di Maresdous ha messo il titolo "La madre del Verbo Incarnato" ricordandoci che nel Concilio di Efeso (431) fu sancito una volta per sempre l'antico titolo di Madre di Dio: Theotokos. Punto fermo della Chiesa che rigettava una volta per tutte, il titolo di Madre di Cristo come volevano Nestorio, capo di quella parte della Chiesa che voleva separata la natura divina di Cristo da quella umana. Gesù Cristo non è separabile, ed è lo stesso Verbo Incarnato che, in quanto Dio, ha colmato la Madre sua e nostra di privilegi sublimi, come ha chiarito dom Marmion. Sembra a me, e penso anche ad altri, che i tentativi di ridurre la Vergine Santissima a "discepola" e perciò donna che, come ogni altra, è nata corrotta dal peccato originale, abbia di mira, anche oggi, "chi è" Gesù Cristo. Tutti questi tentativi sembrano andare di pari passo con l'idea di ridurre il Signore ad un semplice Maestro morto 2000 e più anni fa. Morto e nato da una donna pia si, ma che donandogli la vita gli trasmise anche il peccato originale. Un Rabbi affascinante in cui si vuol far rivivere il maestro descritto da Anthony Collins e dai deisti nel XVII sec da Reimarus a Renan, da Hegel sino a Bultmann, passando dai razionalisti ai liberali ed altri consoci che, senza soluzione di continuità sino ad oggi, si dannano (e ci vorrebbero dannare) nello spendere le loro energie, ed i loro migliori doni intellettuali, per dimostrare l'indimostrabile. I doni del Signore a Maria ed a noi non si cancellano, così come il Signore è Dio e rimane tale, e non può essere annunciato come il "fondatore non violento" di una delle tante religioni del mondo. Che piaccia o no la Verità rivelata è questa e tale rimane in eterno.
Valeria Fusetti
È una questione di stile. Per quel che mi riguarda, io raccolgo la fiaccola dell'Arditismo Dannunziano. E, sul tema, vi sarebbero da scrivere pagine su pagine.
Speriamo che qualcuno nelle stanze vaticane legga questa Lettera Pastorale, ma temo che sarà difficile, anche considerando che la gerarchia è in questo momento tutta presa dalle esortazioni sul clima in occasione dell'ennesimo faraonico evento in Brasile.
Che strani questi Modernisti: sono profondamente convinti che i dogmi evolvano e vorrebbero che solo il clima restasse fermo, statico.
Avranno mica scambiato i dogmi con il clima? Forse credono che le chiese brucino a causa del riscaldamento climatico? Lo sanno che molte auto elettriche vanno a fuoco a causa delle batterie difettose? Solo la Stellantis ha dovuto alcuni giorni fa diramare un ordine di ritiro urgente di migliaia di Suv per questo problemino. Dettagli!
Meno male che c'è ancora qualcuno che ragiona (Trump).
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AUMENTANO I SEGNI DI CONTINUITA' FRA FRANCESCO E LEONE XIV Tutti coloro che hanno il coraggio di vedere la realtà per quello che è stanno accorgendosi che il nuovo Papa, per ora, sta seguendo abbastanza fedelmente le orme del suo predecessore: su ecumenismo, ecologismo, sinodalità, libertà religiosa, mondo LGBT sembra non esserci alcuno scarto significativo rispetto a Francesco. Per quanto lo stile sia in parte cambiato e vi siano nel nuovo Pontefice una maggiore compostezza e modi più urbani, nella sostanza nulla sembra essere cambiato. Siamo ancora, di fatto, pesantemente nell'ombra del Concilio Vaticano II e dei suoi frutti esiziali. Sarà senz'altro da denunciare, con rispetto e prudenza, tutto ciò che urta la fede di sempre e che ferisce un autentico sentire cattolico. Denunciare gli errori non è solo un diritto, ma un dovere di carità sia verso le autorità, sia verso i fratelli nella fede. Ma l'essenziasle non sta in questo. tanto meno in un'azione critica altera, mossa da zelo amaro, da una segreta disperazione, da un almeno implicito (o inconscio) sedevacantismo. Chi è ferita dal modernismo è la nostra Madre, la Chiesa: non se ne possono vedere le terribili piaghe senza piangere di dolore, perché gli uomini hanno fame, e la Chiesa non spezza loro il pane della verità. Dunque molto più della pur doverosa critica è necessaria la preghiera più ardente e continua per la conversione di sacerdoti e vescovi, perché il Papa trovi il coraggio di disprezzare il mondo e le sue menzogne e ne accetti la persecuzione, perché la crisi nella Chiesa finisca. E' necessaria la preghiera ed è più che mai necessario farsi anime riparatrici e consolatrici del sacro Cuore di Gesù. E' necessario santificarsi molto e presto e implorare da Dio che finisca questa agonia spaventosa della Chiesa, questo Golgota che sembra infinito. Ci santificheremo solo se lasceremo trionfare in noi quella Verità che il mondo, reso ormai folle, disprezza e irride e che molti uomini di Chiesa calpestano crudelmente.
La Chiesa una volta convertiva le nazioni. Ora chiede scusa alle ideologie che cercano di sostituirla.
https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-bishop-eleganti-criticizes-vatican-for-installing-muslim-prayer-carpet/
Mi sembra ci sia un nesso tra l'omosessualismo di non pochi consacrati e la prostituzione coatta a cui gran parte dell'alta gerarchia ha costretto e costringe la Chiesa da più di un secolo.
NON PRAEVALEBUNT
Le espressioni poco consone su internet sono il pane quotidiano, come potrebbero essere allo stadio o al palio di Siena. Sono un sintomo di amore, nel nostro caso alla Verità, e di odio per l'errore.
La carità è dovuta a chi erra per ignoranza invincibile, o per ignoranza (non colpevole), o per una istruzione religiosa errata o quantomeno inadeguata, oppure per limiti personali, o per debolezza.
Non è dovuta a chi erra con consapevolezza, resistenza alla correzione, orgoglio e superbia. E neanche è dovuta a chi erra e fa parte della gerarchia e di fatto non è un pastore ma un mercenario, oppure un lupo travestito da nonna, come nella favola di Cappuccetto Rosso. In questi casi, senza scendere in un giudizio definitivo sulle persone che è riservato a Dio Sommo Giudice e sperando e pregando per la loro conversione, sarebbe utile il bastone, metaforico s'intende, da calare sulle loro schiene e deretani, sempre metaforici, oppure da roteare in aria in modo da scacciarli e tenerli lontani.
Questo è il metodo che a cominciare da Gesù Cristo è stato sempre usato. Egli lo usò verso la gerarchia del suo tempo, scribi e farisei, a cui non risparmiò accuse e parole grosse e improperii, che infatti nel clima attuale di buonismo ecclesiastico politicamente corretto vengono stemperati, addolciti e annacquati in traduzione.
Ed è anche il metodo di San Paolo, dei Padri della Chiesa quando scrivevano testi polemici e apologetici contro gli eretici, e di tanti santi fino al nostro Padre Pio, così come di tanti apologeti dall'Ottocento fino al nostro Viganò, oppure di un Lefebvre, Williamson, don LMP e tanti altri.
Nei Padri della Chiesa spesso gli avversari eretici vengono messi in ridicolo con ironia e sagacia... Se lo facevano tutti costoro, perche non possiamo farlo anche noi? Saremo forse un po' più rozzi, senza riuscire ad arrivare alla loro brillantezza, ma sicuramente efficaci.
C'è anche poi da dire che a volte è più efficace un aggettivo ben assestato di lunghe e noiosissime dissertazioni.
A mio giudizio il lettore è in grado di giudicare intuitivamente se una critica o il dissenso espressi tramite l'ironia o la satira hanno colto nel segno oppure no, e anche se hanno "trasceso". In quest'ultimo caso sono un boomerang.
# commento del 7 nov 14:44
Inglese, tedesco, latino sarebbero lingue ottime e precise per filosofia e teologia, non così l'italiano "che è interpretabile". Affermazioni piuttosto oscure.
Circa la chiarezza e l'interpretazione dei signiicati : ricordo il termine "Aufhebung", croce e delizia dei traduttori di Hegel, perché vuol dire sia "conservazione" che "superamento". Anche nel tedesco esiste una terminologia "interpretabile", che crea non pochi problemi agli interpreti.
Come lingua filosofica non direi che l'inglese, soprattutto quello attuale, sia particolarmente adatto.
G.
Il Golgota infinito della Chiesa.
Non finirà la crisi finché non si aprirà un discorso critico sul Vaticano II, che viene continuamente invocato dai Novatori per continuare la loro opera eversiva e distruttrice. La c.d. "sinodalità" non viene presentata come la conclusione ultima della visione della Chiesa insufflata dal Concilio? Non più corpo mistico di Cristo gerarchicamene ordinato ma popolo di Dio in cammino terreno che si pone in costante ascolto delle esigenze dell'uomo contemporaneo poiché siamo "tutti fratelli" e il sacerdozio è in sostanza il medesmo per consacrati e fedeli laici. Una visione fumosa, incompatibile con i testi sacri e la tradizione della Chiesa, mirante ad identificare la Chiesa con l'umanità, alla maniera appunto dei modernisti di un tempo.
Ma piuttosto che aprire un discorso critico sul Concilio i vertici attuali preferiranno far crollare tutto. Del resto, molti di loro non hanno più la fede, se mai l'hanno avuta. Sono pronti a passare al nemico anche formalmente (a farsi maomettani, ortodossi, buddisti, e chi più ne ha più ne metta). Anche quelli che si rendono conto delle colpe del Concilio, sono evidentemente terrorizzati dall'idea di metterlo in discussione, pensano che crollerebbe subito anche quel poco di cattolico che è esteriormente rimasto, nella Chiesa visibile attuale.
Questa timidezza pusillanime non li salverà, Gesù ha detto che per gli scribi schierati a difesa di false dottrine il castigo sarebbe stato molto più pesante, nel giorno del Giudizio
Ma, tra i vertici attuali, chi ancora crede al Giorno del Giudizio, all'esistenza dell'Inferno e del Diavolo? Credo assai pochi. Se ci credessero, il loro comportamento sarebbe alquanto diverso.
La battaglia culturale contro le deviazioni dottrinali e pastorali della "Chiesa conciliare" deve comunque continuare. Per senso del dovere di cattolici e sperando sempre che qualcosa all'improvviso si muova posistivamente nella Gerarchia. Non nel senso quindi dell'intervento diretto del Signore, che sarebbe temo di tipo apocalittico, ben superiore al Sacco di Roma del 1527, che castigò tutti gli errori nel temporale di una Chiesa che si era lasciata troppo e malamente assorbire in esso, o della distruzione del Tempio, nel 70 dC. Per come si sono messe le cose, l'intervento diretto del Signore assomiglierebbe, temo, alla III guerra mondiale, inevietabilmente atomica: una Sodoma e Gomorra a livello planetario.
Se nella Chiesa visibile si rompesse finalmente l'omertà sul Concilio e si cauterizzasse quella piaga purulenta, ci sarebbero nella società e nella cattolicità violenze e disordini ma la Chiesa cattolica rimetterebbe finalmente la barra del timone nel senso gradito a Nostro Signore, l'unico per essa possibile. E questo non potrebbe essere che un bene per tutta l'umanità.
pp
"per ora, sta seguendo abbastanza fedelmente le orme del suo predecessore: su ecumenismo, ecologismo, sinodalità, libertà religiosa, mondo LGBT....varie ed eventuali "
Sara' questo il tempo indicato dalla Beata Emmerick in cui sara' compiuta quella descizione della Chiesa : " L'ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città (di Roma)"?
Forse.
Gentile Professore, non credo proprio che nessuno rimetterà mano ai testi del CVII, perché sono la prova dello sbandamento passato e della rovina del presente. Mi sembra più probabile che il Signore mandi un Santo e/o una personalità di grande autorevolezza , di grande ascendente nella sua semplicità, forse sconosciuto a tutti, capace, per dirla con Manzoni, di far silenzio e di rimettere ordine in poco tempo. Nei fatti manca una guida che conosca la vera via cattolica. È quella di cui si ha bisogno.
In effetti, a margine del discorso precedente, ricordo di aver chiesto al giovane Parroco di un notissimo Santuario per quale ragione non celebrassero piu' la Messa N.O.come prima, di fronte alla Madonna e al Tabernacolo, sull'altare precedente, Coram Deo,
bensì sulla tavola a C rovesciata in plexiglass .
Risposta del prelato :"Lo vuole il Concilio Vat.II".
Replica mia : "E se la Madonna apparisse nuovamente? Voi vi trovereste a darLe
le spalle"...
Giusto ricordarlo sempre
Il Signore potrebbe mandare un Santo capace di rimettere ordine nella Chiesa in poco tempo? Magari avvenisse. Personamente sarei scettico in proposito. L'ostinarsi della Gerarchia nell'apostasia e nel peccato ci sta consegnando sempre più all'ira divina, che esige riparazione. E sappiamo come avviene in questi casi la "riparazione": "Dal Tempio udii una voce che diceva ai sette Angeli: - Andate e versate le sette coppe dell'ira di Dio..." (Apoc 16, 1).
E grandi santi come al loro tempo S. Domenico, S. Francesco, S. Caterina da Siena, S. Ignazio, che scossero la Chiesa visibile in crisi e contribuirono potentemente alla sua rinascita, non avrebbero già dovuto apparire? Secondo molti, la consacrazione della (sola) Russia al cuore immacolato di Maria convertirebbe quel grande Paese al cattolicesimo, fatto epocale per la storia del mondo, essendo stata la Russia sempre nemica implacabile di Roma cattolica. È passato un secolo da quando i Papi sono venuti a conoscenza della richiesta della Madonna ma ancora non l'hanno fatta come si deve ! Se calcoliamo anche Pio XI sono otto papi. La prova è data dal fatto che la Russia non si è affatto convertita.
Dall'opacità e dalla passività di questo clero il Signore non pensa di trarre alcunché, evidentemente.
Comunque, questi miei ragionamenti sono sempre solo umani e personali. Speriamo sempre, nonostante tutto, nell'imponderabile ovvero nell'azione a sorpresa dello Spirito Santo. Questa speranza rende necessaria la prosecuzione della critica alla cattiva teologia prevalsa nel Concilio e a tutto il resto, negativo, che conosciamo. Se un giorno apparisse il grande Santo atteso, si può pensare che si sia fomrato un'idea della sua missione anche leggendo i documenti di questo blog o i saggi di coloro che hanno messo sulla graticola della acribia filologica i testi pieni di ambiguità e inclinanti all'eresia del Vaticano II.
pp
Mi ha scritto un amico, deluso da ciò che legge nei miei articoli. Mi rimprovera di aver cambiato atteggiamento, di giustificare tutto e di non essere più lo stesso. Gli rispondo con serenità e con gratitudine, perché dietro le sue parole non vedo disprezzo, ma sofferenza.
Le mie riflessioni non nascono per difendere qualcuno, ma per aiutare a conoscere i testi senza la schermatura dell’ideologia. Ho provato a leggerli nella verità, indicandone limiti e opportunità, con l’unico desiderio che la fede resti intatta e il cuore non si inasprisca.
Oggi non ho scritto nulla, perché è stata una giornata di silenzio contemplativo. Sono stato con mia madre. Fissandola, pensavo a cosa potesse significare per Gesù la sua Mamma. Quanto amore provo io, povero uomo, per la mia? Figuriamoci il cuore perfettissimo del Figlio di Dio.
Solo chi ha avuto un buon rapporto con la propria madre sa quanto possa essere forte quel legame, quanto una sua parola possa spingere a fare tutto, anche ciò che sembra inopportuno. Quante volte ho agito solo perché lei me lo aveva chiesto, e sempre per cose buone e giuste.
Se restiamo umani, nel senso più bello del termine, non è difficile comprendere il mistero che unisce Gesù a Maria. In Gesù, vero Dio e vero uomo, quell’amore filiale non è meno reale, ma perfetto. Alle nozze di Cana lo vediamo: la Madre non impone, ma ispira; il Figlio non anticipa per necessità, ma per amore.
L’amore, che Dio in sé conosce da sempre, come uomo lo ha imparato. Paolo lo dice con chiarezza: “imparò l’obbedienza da ciò che patì”. In quell’obbedienza umana, c’era anche la Madre.
Scandalizza dire che l’amore che lega il Figlio alla Madre è assunto nella natura divina? Forse sì, in un mondo dove la famiglia si dissolve, dove gli affetti si barattano per interessi, dove troppi genitori muoiono soli.
Eppure la famiglia di Nazareth resta lì, a ricordarci che Dio ha scelto di imparare l’amore in una casa, tra le braccia di una donna. Forse la lezione più urgente oggi non è discutere dei titoli di Maria, ma riscoprire quel legame santo che unisce madre e figlio.
Più che una “nota di chiarimento”, ciò di cui il nostro tempo avrebbe bisogno è una nota di incarnazione. Viviamo in un’epoca che tende a superare l’umano, a scomporlo in frammenti digitali o biologici, a dissolvere i legami che danno identità e appartenenza. L’ideologia transumanista, con la sua promessa di un’umanità potenziata, nasconde in realtà la nostalgia di un’umanità perduta. E quando l’uomo non riconosce più la propria carne, non riconosce più neppure la propria origine: la madre.
In questo orizzonte, il mistero del rapporto tra Maria e Gesù è una risposta profetica. In Lei e nel Figlio si compie il legame più reale e più alto che la storia abbia mai conosciuto: un legame naturale, perché il Figlio riceve da Lei tutto ciò che lo rende uomo; e un legame voluto, perché Dio stesso ha scelto di farsi carne nel suo grembo, non per necessità, ma per amore.
Maria non toglie nulla alla divinità del Figlio: ne custodisce l’umanità. E quell’umanità è la via della Redenzione.
Per questo, educare alla fede oggi significa mostrare come l’amore familiare, purificato e redento, diventa rivelazione di Dio.
In un mondo che separa, la Madre e il Figlio ricompongono; in un mondo che frammenta, loro uniscono; in un mondo che virtualizza, loro incarnano.
L’Incarnazione non è un evento estetico o simbolico, ma la scelta di Dio di entrare pienamente nella carne dell’uomo e di santificarla dall’interno. È il cuore stesso della fede cristiana: Unus ex nobis, uno di noi, fuorché nel peccato.
Contemplare Maria Corredentrice, allora, non è un esercizio di devozione, ma un atto di antropologia teologica: perché mostra fino a che punto Dio abbia voluto essere uomo, e quanto l’amore umano, quando è vero, possa condurre fino a Dio.
Segue
Io non sono un vescovo, né il Papa. Le mie parole non pretendono autorità, solo fedeltà. Posso dire però, con la serenità di chi vive nel carisma del Preziosissimo Sangue, che credo fermamente in Maria Corredentrice, sapendo a cosa credo. Perché il Sangue di Cristo è anche il sangue di Maria: è lì che si tocca il mistero della cooperazione, l’intreccio perfetto tra grazia e libertà.
Eppure, leggendo molti commenti, comprendo che questo meraviglioso mistero, invece di essere contemplato, viene usato come spada per combattere.
Io vorrei che tornasse ad essere incanto: una verità da adorare in ginocchio, non un’arma da brandire contro qualcuno.
Chi ama Maria la difende meglio amandola come fece Gesù: non con le parole, ma col cuore trafitto.
Cit. Don Mario Proietti
Forse qualche sacerdote vicino ai cento anni ricorda il Cattolicesimo Cattolicesimo, quelli più giovani gli ottantenni erano ragazzini e ricordano i loro genitori e come sono stati educati e per molti già l'aria stava cambiando, con i settantenni l'aria era già cambiata per tutti. Solo quelli che poi hanno avuto una famiglia fuori dalla moda: american way of life, che andava a gonfie vele, sono stati un pochino più riparati.E la Chiesa si era già messa al passo dei tempi. Oggi trovare un sacerdote Cattolico Cattolico sarebbe come aver trovato un contadino del 1700 laureato in agraria. I sacerdoti che sono fuori interiormente ed esteriormente dalla chiesa vaticansecondista lo sono per una loro Grazia ricevuta. Gli altri questa Grazia non l'hanno nè ricevuta, né cercata, né mai ipotizzata. Lo stesso è accaduto ai laici perché la Chiesa insegna anche quando sbaglia, come ricorda il Professor Radaelli. Vediamo che il Papato stesso è cambiato moltissimo e non mostra nessun rimpianto per i Papi Cattolici Cattolici. Siamo diventati pagani e/o miscredenti e nessuno crede più in nessuno.
Ama veramene Maria, disse san Pio X, chi osserva tutti i comandamenti del Figlio.
"Nel cielo, Maria comanda agli angeli ed ai beati. Come ricompensa della sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e l'incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dalla superbia degli angeli ribelli. Tale è la volontà dell'Altissimo, che innalza gli umili: il cielo, la terra e gli abissi devono piegarsi, volenti o nolenti, ai comandi dell'umile Maria, che egli ha costituita sovrana del cielo e della terra, condottiera dei suoi eserciti, tesoriera delle sue ricchezze, dispensatrice delle sue grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere umano, mediatrice degli uomini, sterminatrice dei nemici di Dio e fedele compagna delle sue grandezze e dei suoi trionfi. Segno della vera fede".
San Luigi Maria Grignion de Montfort
Il Trattato della vera devozione a Maria
Penso che i primi che utilizzano questo mistero come un'arma per combattere non si trovino su questo o altri blog. Altri hanno iniziato la battaglia, con scopi non dichiarati ma abbastanza evidenti. Voglio infine citare una frase di papa Francesco che non condivido, ma che forse le fa capire il perché di certe reazioni "combattive": "se uno offende mia madre, io gli do un pugno."
Lo scorso settembre è deceduta la Principessa di Kent che circa trenta anni or sono era diventata Cattolica. Mi colpì una frase che lei disse in merito alla sua conversione: "mi piace essere guidata e nel Cattolicesimo ho trovato questa guida."
Questa è stata una di quelle frasi che mi è scivolata nell'anima. La maggior parte di noi è cresciuto che doveva essere guida di sé stesso, artefice del suo destino e bla bla e gli stessi confessori oggi non guidano più e noi come cattolici se vogliamo abbiamo guide nei libri, nei periodici, in internet dopo faticose ricerche. Se guardiamo Maria Santissima e Gesù Cristo le loro vite sono state guidate dal piano divino della Redenzione e loro stessi sono stati reciprocamente guida l'una dell'altro e viceversa. È di questa guida saggia, sapiente, equilibrata,
cattolica, santa che abbiamo bisogno lungo tutta la nostra vita, nelle sue diverse fasi.
"Eppure, leggendo molti commenti, comprendo che questo meraviglioso mistero, invece di essere contemplato, viene usato come spada per combattere.
Io vorrei che tornasse ad essere incanto: una verità da adorare in ginocchio, non un’arma da brandire contro qualcuno."
Il solito don Mario Proietti, il normalista o normalizzatore che se la prende con chi difende il "meraviglioso mistero" dagli attacchi che vorrebbero distruggerlo...
È proprio perché l'abbiamo contemplato e dunque lo conosciamo non solo con la ragione ma anche con gli occhi dello spirito che lo difendiamo. Se al contrario non lo conoscessimo non ci importerebbe un fico secco difenderlo. Avendolo conosciuto sappiamo che non è indifferente come lo si presenta, tanto più se lo si nega o addirittura se lo si dichiara dannoso e antitetico a Gesù Cristo.
No, caro don Mario, non ci incanti con i tuoi sofismi e ricordati che chi cerca di "spegnere" quei pochi che ancora lottano per la Verità si fa complice degli "aguzzini della Tradizione e della sana dottrina" e, nel caso abbia distolto qualcuno dalla buona battaglia, ne dovrà rispondere di fronte a Dio, non solo di fronte ai lettori di questo blog.
Salve Mater misericordiae
Mater Dei et Mater veniae
Mater spei et Mater gratiae
Mater plena Sanctae Letitiae
1. Salve decus humani generis
Salve Virgo dignior ceteris
quae virgines omnes transgrederis
et altius sedes in superis
O Maria!
2. Salve felix Virgo puerpera
Nam qui sedet in Patris dextera
Caelum regens, terram et aethera
Intra tua se clasit viscera
O Maria!
3. Esto, Mater, nostrum solatium:
Nostrum esto, tu Virgo, guadium
et nos tandem post hoc exsilium
Laetos juge choris caelestium
O Maria!
Adorare l'incanto del Mistero di Maria Santissima, adorare in silenzio : incanto, silenzio, non far polemica con nessuno perché deve predominare l'Amore, etc Questo è cattolicesimo zuccheroso alla Ratzinger che poco ha a che vedere con quello autentico, che si basa innanzitutto sul dovere di fare sempre "la volontà del Padre" e sino al sacrificio della vita se necessario. "Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita" (Apoc 2, 10). Quante volte Gesù ripete nei Vangeli che Lui è venuto a predicare tutto quello che ha udito dal Padre e a fare la volontà del Padre, sino appunto alla terribile testimonianza del sangue che il Padre ha voluto come espiazione per i peccati e unica opera meritoria per il loro perdono. Alle nozze di Cana, Maria Santissima incitò Gesù ad iniziare la sua missione e disse ai servi del banchetto nuziale : "Fate tutto quello che egli vi dirà" (Gv 2, 5). Ovvero: fate la sua volontà ed è come se l'avesse detto per noi e a noi peccatori. Poiché dobbiamo dimostrare la volontà più difficile, quella di lottare contro noi stessi, oberati come siamo dalle conseguenze del peccato originale.
Non per nulla, e non credo di sbagliarrmi, il conceetto della volontà, della volontà buona che richiede la Grazia e cerca di fare in tutto la volontà di Dio, è scomparso dalla pastorale della Chiesa attuale. Al suo posto abbiamo l'Amorre e la Cioia, perché la salvezza è garantita a tutti, maschi e femmine, e bisogna solo dedicarsi a coltivare l'incanto di questo bella notizia.
pp
Dare dello zuccheroso a Ratzinger mi sembra proprio fuori luogo, visto che diverse volte ha detto che la fede non è sentimentalismo. Non penso si siano accorti di tutto questo zucchero nemmeno coloro che lo odiavano perché diceva la verità, tanto che tra i vari epiteti poco carini che gli sono stati affibbiati c'era pure quello di pastore tedesco (con ovvio riferimento al cane).
Vi invito a leggere l'ottimo articolo del Rev. don Curzio Nitoglia MARIA CORREDENTRICE, repereribile sul suo sito o su unavox. Riporto di sotto gli ultimi periodi:
"Da quanto sopra esposto si evince facilmente che la Corredenzione secondaria e subordinata di Maria è una verità come minimo prossima alla Fede, se non addirittura di Fede. Ora, mentre Bergoglio era solito fare delle esternazioni estemporanee e dirompenti riguardo il Dogma cristiano e soprattutto mariano; Leone XIV sembrerebbe avere il compito di rendere sistematico e “definitivo” il “bergoglismo”.
Il caso della Corredenzione fatta negare per volontà di papa Prevost dalla Congregazione per la Dottrina della Fede è eloquente. Perciò, non possiamo né dobbiamo farci delle illusioni sull’attuale pontificato. La situazione dell’ambiente ecclesiale è ancora quella dell’eresia modernizzante iniziata con Giovanni XXIII. Mi sembra che un male così profondo e vasto non possa essere riparato solo dall’azione restauratrice umana ma abbia anche e soprattutto bisogno dell’Onnipotenza divina.
Ipsa conteret caput tuum!"
J.Ratzinger sapeva dall'inizio che i lupi lo inseguivano e chiese di pregare per lui affinché non fuggisse. Anche lui era il fratello più piccolo di tre, come R.F.Prevost, ora mi torna in mente. L'altra volta con Prevost avevo ipotizzato che con i fratelli più grandi RFP avesse fatto la lotta e, essendo il piccolo dei tre fratelli, la lotta l'avesse sempre persa. Così deve essere stato anche tra JR e il fratello poco più grande di lui, con la differenza che la sorella era la più grande e deve aver mitigato le lotte e riparato il fratello più piccolo. Ho come l'impressione, tenendo conto dei periodi storici in cui sono nati e la diversità dei continenti in cui sono nati e vissuti, abbiano qualcosa in comune: stare lontani dalla violenza fisica e verbale e non dare adito a nessuno di riprenderli per il loro comportamento pur impegnandosi nei loro compiti, in sintesi in un equilibrio forzato entrambi. Quindi Ratzinger il suo ricercato equilibrio è stato tra lo zuccheroso e il pastore tedesco, mentre per Prevost ancora non possiamo essere precisi, da un lato certamente e ciecamente la chiesa CVIIista, dall'altro proprio nessuno ancora lo sa e forse non lo sa ancora neanche lui.
A proposito del cristianesimo zuccheroso o "angelicato" di Ratzinger : vedi cosa ha scritto nel suo famoso 'Introduzione al Cristianesimo', nella forma di un commento al Credo.
"...La coscienza cristiana è in genere ancora largamente improntata ad una grossolana ed irrozzita idea della teologia d'espiazione risalente ad Anselmo di Canterbury [...]. Per molti crsitiani, le cose stanno come se la croce andasse vista inserita in un meccanismo, costituito dal diritto offeso e riparato. Sarebbe la forma in cui la giustizia di Dio infinitamente lesa verrebbe nuovamente placata da un'infinita espiazione. Sicché la vicenda della croce appare all'uomo come l'espressione di un atteggiamento che poggia su un esatto conguaglio tra dare e avere [...] Da molti libri di devozione s'infiltra così nella coscienza prprio l'idea che la fede cristiana nella croce immagini un Dio, la cui spietata giustizia abbia preteso un sacrificio umano, l'immolazione del suo stesso Figlio. Per cui sivolgono con terrore le spalle ad una giustizia, la cui tenebrosa ira rende inattenibile il messaggio dell'amore.
Quanto difusa è un'immagine del genere altrettanto è sbagliata e falsa. Nella Bibbia, la croce non si presenta affatto come ingranaggio d'un meccanismo di diritto leso; la croce vi compare invece proprio come espressione indicante la radicalità dell'amore che si dona interamente, come un processo in cui uno è ciò che fa, e fa esattamente ciò che è : come palese simbolo di una vita vissuta integralmente per gli altri..." (JR, Introduzione al Cristianesimo, Brescia, 1971, pp. 227-228).
Veramente, a questo atto d'amore che sarebbe la Crocifissione, Gesù cercò inizialmente di sottrarsi ma poi si piegò alla volontà del Padre, che voleva proprio la testimonianza del sangue, l'espiazione per le offese a Dio e per i nostri peccati.
"Ma, sebbene fosse Figlio, imparò da ciò che sofferse che cosa signfiichi obbedire, sicché reso in tal modo perfetto, divenne principio di eterna salvezza per tutti quelli che gli sono obbedienti, avendolo Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec..." (Lettera agli Ebrei, 5, 8-10).
pp
Segue:
Poi è necessario sottolineare che la chiesa CVIIista RFPrevost l'ha vissuta in prima persona, nella luce smagliante del Perù dal quale è stato insignito con la cittadinanza onoraria. È e sarà difficile per lui ora esaminare, con la lente del Comando Cattolico, quegli anni di liberazione, mentre si spera che il recente fiasco epocale su redenzione e corredenzione gli abbia aperto gli occhi sulla Curia inaffidabile. Speriamo.
Forse proprio il recente disastro epocale o pugno nello stomaco, potrebbe essere il segno dell'inizio del travaglio che dovrà vivere per far nascere il vero se stesso Pontefice, senza tanti fratelli in mezzo!
Fu reso "perfetto" spiega la Lettera agli Ebrei per via della sua obbedienza alla volontà del Padre, non per via del suo amore nei confronti dell'umanità da salvare. L ' amore salvifico rientra nel fine del sacrificio della Croce ma non ne è il solo fine. La salvezza, che Dio vuole per tutti anche se non tutti la conseguiranno (verità ribadita qualche volta in modo chiaro da Ratzinger & Co?), è frutto dell'amore di Dio per l'uomo da Lui creato, amore paterno del quale si fa carico il Figlio. Ma la salvezza si raggiunge solo attraverso la Croce. In quanto subita volontariamente dal Figlio innocente, essa acquista agli occhi di Dio il merito di procurarci misericordia e perdono per i nostri peccati, se corrispondiamo ad essa però, facendo penitenza, cambiando vita secondo gli insegnamenti di Cristo. Inoltre, essa acquista un carattere espiatorio (che Ratzinger sembra rinnegare del tutto) nei confronti dell'ira divina, la cui giustizia per i peccati degli uomini deve esser pienamente appagata. Escludendo questo carattere si elimina l'esigenza della Giustizia divina, che deve essere appagata e difatti la pastorale della Chiesa "conciliare" ha fatto sparire la figura del Cristo Giudice, in tutti i sensi. Cristo è solo amore, che si dona a noi, dopo essersi "unito" ad ognuno di noi con l'Incarnazione (GS 22.2) !! Hombre, todos caballeros !!
"Dio non cerca vitelli e capri, bensì l'uomo; il libero assenso dell'amore è l'unico elemento che Dio deve attendersi, l'adorazione e il 'sacrificio' che soli siano suscettibili di avere un senso. L'assenso dato a Dio con cui in pratica l'uomo si ridona al Signore..." (JR, op. cit., p. 231). Invece che "libero assenso della volontà" R. dice "libero assenso dell'amore", concetto che a me sembra poco chiaro.
La teologia ambigua e perfino sconcertante di Ratzinger è stata a suo tempo sottoposta ad una precisa analisi critica da parte di mons. Tissier de Mallerais, recentemente scomparso, vescovo della Fsspx.
pp
Ancora una volta "effetto boomerang". I neomodernisti che spadroneggiano da oltre 60 anni in Vaticano sono riusciti nel capolavoro di attaccare la dottrina su Maria producendo come effetto vasto e immediato la riaffermazione e celebrazione della Mediazione e della Corredenzione, con una compattezza e un'estensione che nemmeno negli anni '50 si sono viste. Da temi propri delle sole accademie e dei documenti ufficiali ad argomento difeso in tutto il mondo. Dai teologi ai fedeli, dalle persone comuni agli intellettuali, dai giovanissimi agli anziani. E siamo appena all'inizio.
Corredentrice del genere umano e Mediatrice di tutte le grazie, prega per noi!
Non scordiamoci anche il notevole lavoro svolto dal prof. Radaelli con alcuni testi documentati e certosini sul "ratzingerismo".
Tissier de Mallerais ha accusato la teologia di Ratzinger di "angelismo".
Che vorrà dire?
Vediamo : cito da T.de Mallerais, 'La strana teologia di Benedetto XVI. Ermeneutica della continuità o rottura?', Ed. Ichthys, albano laziale, 2012, tr. dal fr., orig.del 2010.
"Occorre dunque fare una 'rilettura' del nuovo Tstamento (Benedetto XVI, primo messaggio del 20 aprile 2005) conformemente alla sensibilità moderna e al modo di invetigazione e di formulazione esistenzialiste, come si esige da 'una nuova riflessione su di essa [su una determinata verità] e un nuovo rapporto vitale con essa' (Benedetto XVI), discorso del 22 dic 2005). Al termine di questo 'processo di rilettura e di amplificazione delle parole',la passione di Gesù Cristo non opera più la nostra salvezza sotto forma di merito, né sotto forma di soddisfazione, né sotto forma di sacrificio, né come causa efficiente [St Tomm., III, q. 48], ma per l'esemplarità dell'assoluto dono di sè (idea platonica?) e per l'attrazione dell'amore offerto, un modo di causalità che I.G.Fichte [il filosofo idealista - pp] riteneva 'spirituale', irriducibile all'efficienza e alla finalità.
'Con questa variazione di rotta nell'idea di espiazione [rispetto alle altre religioni - pp], che viene a spostare addirittura l'asse dell'impostazione religiosa in genere, nel cristianesimo anche il culto e l'intera esistenza ricevono un nuovo indirizzzo' [JR, Introd. al Crist., cit., p. 229].
Tutto questo è stato professato nel 1967, stampato nel 1968 realizzato in seguito nel 1969 con la nuova Messa, il nuovo sacerdozio, il nuovo cristianesimo senza nemici, senza combattimento, senza riparazione, senza rinuncia, senza sacrificio, senza propiziazione.
E tuttavia, è vero che la carità è l'anima della passione redentrice di Gesù. Ma Joseph Ratzinger pecca di angelismo, mettendo tra parentesi, con una epoché [astensione dal giudizio - pp] degna di Husserl, la realtà delle sofferenze di Cristo e i loro ruolo nella redenzione. Eppure non è Isaia che descrive Cristo come '...uomo dei dolori [...] percosso da Dio e umiliato...trafitto per i nostri delitti, schiacciato peer le nostre iniquità' e aggiunge che 'il castigo che ci dà salvzza si èabbattuto su di lui, per le sue piaghe noi siamo stati guariti'? [Is 53, 3-5].
Nel peccato, spiega san Tommaso, vi è un elemento formale, l'aversio a Deo (l'allontanarsi da Dio) e un elemento materiale, la conversio ad creaturam (il volgersi alla creatura e l'aderire ad essa in maniera disordinata). La carità e l'obbedienza con le quali Gesù offre le sue sofferenze, compensano, con una sovrabbondante soddisfazione, l'aversio a Deo di tutta l'umanità; ma quanto all'adesione alla creatura, al suo disordine non si può riparare se non con una pena volontariamente subita: è la soddisfazione penale di Gesù, offerta a Dio suo Padre al posto nostro e da cui traggono il loro valore tutte le nostre soddisfazioni [ST III, q. 1, . 2 ad 2; q. 48, a. 2 e 4]. [...]
L ' errore dei neo modernisti non consiste nell'affermare il primato della carità nella Redenzione, san Tommaso l'ha già fatto prma di loro, ma sta nell'eresia che consiste nel negare che la redenzione sia un atto di giustizia". (T. de Mallearis, op. cit., p. 62 e 63. Riferimenti biblici nel testo).
pp
Ratzinger non ha scritto solo "Introduzione al cristianesimo", nel lontano 1969, se non erro. Era una persona che sapeva ammettere di aver sbagliato. Era una persona umile. Ovviamente, aveva anche le sue opinioni personali, giuste o sbagliate che fossero. E comunque un libro di teologia non è il Catechismo.
L'introduzione al cristianesimo di Ratzinger non è il catechismo, certamente. Tuttavia sarebbe del tutto errato ridurlo a semplice opinione personale dell'autore quando questo testo per decenni è stato adottato come libro di testo nei seminari cattolici, tradotto in tutte le lingue. E forse lo è ancora. I
È partita parte del commento per sbaglio.
Continuo: e non si tratta solo dell'errore "angelista" (vedere solo la carità e l'amore divini nella Croce, oscurando tutto il resto, a cominciare dal ruolo della volontà). Ci sarebbero altri aspetti da mettere in rilievo.
P.e. il verso del Credo "di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti" che afferma il dogma del giudizio finale da parte di Cristo, Ratzinger lo interpreta utilizzando l'immagine del Cristo "cosmico" di Teillhard de Chardin, del quale (incredibile dictu) fa espressamente l'elogio (op. cit., pp. 260-269). In tal modo cerca di rendere gradita all'uomo contemporaneo quest'idea terribile del Giudizio Finale che sarà operato da Cristo in tutta la sua maestà di Seconda Persona della S.ma Trinità. Non dobbiamo spaventarci, il Cristo che giudicherà tutti noi è uno dei nostri. Proprio così !
"Qui si rileva tangibilmente dove cada l'accento del nostro testo: colui che giudica nel caso nostro non è semplicemente - come ci sarebbe da aspettarsi - Dio, l'Infinito, l'Ignoto, l'Eterno. Egli ha invece trasferito l'ufficio di giudice ad uno che, essendo uomo, è anche nostro fratello. A giudicarci non sarà quindi un estraneo bensì colui che già conosciamo tramite la fede. Il giudice pertanto non ci si farà incontro come una persona ignota e forestiera, bensì come uno dei nostri, come uno che conosce ed ha sofferto intimamente la natura umana.
Orbene, stando così le cose, sorge automaticamente sul giudizio l'alba della speranza, si delinea non il giorno dell'ira, bensì il ritorno del Signore nostro..." (op. cit., p. 268).
Pertanto, non c'è da agitarsi tanto all'idea del Giudizio ! Da notare quel "ha sofferto intimamente la natura umana", da notare "l'intimamente". Nessun cenno alla testimonianza del sangue sulla Croce, che di certo non è stata solo "intima".
E che dire della grande divisione del genere umano in Eletti e Reprobi che Cristo giudice farà nel Giudizio? Nessun cenno, come se Matteo 25, 31 ss e altri testi neotestamentari non fossero mai esistiti.
Come Papa, ha pubblicato un breve Compendio del mastodontico Nuovo catechismo. Non viene mai citato, non sembrra aver lasciato traccia. All'art. 122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce, riappare il carattere espiatorio del sacrificio ma sempre come atto di assenso dell'amore, non della volontà che si piega al volere del Padre :
"Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio espiatorio, cioè ha riparato le nostre colpe con la piena obbedienza del suo amore fino alla morte. Questo "amore sino alla fine" (Gv 13, 1) del Figlio di Dio riconcilia con il Padre tutta l'umanità. Il sacrificio pasquale di Cristo riscatta quindi gli uomini in modo unico, perfetto e definitivo, e apre loro la comunione con Dio".
Dobbiamo guardare in faccia alla realtà, senza considerare le persone.
La verità è che la "Introduzione al cristianesimo" è un libro che ha fatto danni immensi nella formazione dei sacerdoti.
pp
Nel gran minestrone vaticansecondista non bisogna dimenticare la gnosi. Segnalo il libro di :
Emanuele Samek Lodovici, Metamorfosi della gnosi, quadri della dissoluzione contemporanea, Edizioni Ares/ Milano, 1991
Copio l'indice:
Prefazione di Vittorio Mathieu
A modo di premessa
Parte prima:
LA DEMIZZAZIONE
La riduzione del valore
Verità, dogma, gnosi
Parte seconda:
LA PRASSI
La corruzione del linguaggio come corruzione della memoria storica
La filosofia dei "media"
L'uguaglianza come fine
Un modello gnostico per il femminismo
Parte terza:
PROSPETTIVE
Oltre l'illuminismo: due figure
Il diritto difeso
Una cultura del ricordo
Appendice:
La gnosi e la genesi delle forme
L ' esatto rapporto tra l'amore per Cristo e l'osservanza della sua parola, lo spiega il Signore stesso nel cap. 14 del Vangelo di Giovanni ("...se uno mi ama, osserverà la mia parola e il padre mio lo amerà, e verremo e alui e dmoreremo in lui..", Gv 14, 23 etc).
L ' amore e la carità soprannaturali non possono prescindere dalla volontà intesa ad osservare "la parola di Cristo" che è la parola del Padre (ivi).
"L'obbedienza del suo amore" forse è un'espressione poco chiara, ma credo che obbedire sia un atto della volontà.
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