La favola moderna che stordisce.
La morte delle Kessler e il dolore che la coscienza evita di vedere
La notizia della morte delle gemelle Kessler ha riempito i giornali con la leggerezza delle storie costruite per consolare. Le immagini d’archivio, i ricordi di un’Italia televisiva più ingenua, la simmetria delle due sorelle sempre insieme hanno permesso di costruire un racconto irrealmente elegante. La cultura ha confezionato la loro uscita di scena come un finale poetico, un gesto armonioso che chiude una vita vissuta in coppia. La narrazione dominante ha preferito trasformare una tragedia in una favola moderna per evitare di guardare ciò che pulsa sotto la superficie.
Dietro le foto patinate c’è la stanchezza accumulata di quasi novant’anni, c’è la fragilità che un mondo ossessionato dall’autonomia non riesce più a sostenere. Le due sorelle hanno vissuto un’intera esistenza come un unico volto, un unico passo, una sola immagine. Hanno costruito un “noi” che il pubblico ha amato e che è diventato il loro rifugio più sicuro. Questo “noi” però non ha generato una comunità reale e non ha creato relazioni capaci di reggere il peso dell’età. È rimasto un recinto privato, affascinante e fragile nello stesso tempo.
La loro scelta di morire insieme appare coerente con una vita dove la coppia è stata tutto. È anche il segno più eloquente della società che abbiamo costruito. La paura di restare soli è diventata il vero motore nascosto di molte decisioni contemporanee. Il mondo proclama l’indipendenza, esalta l’individuo, celebra la libertà. Quando arriva l’ora della debolezza, l’individuo scopre di non avere più una comunità che lo sostiene. Resta solo la simbiosi, resta l’immagine, resta il legame chiuso che non si è mai aperto del tutto alla realtà. Una vita a due può diventare la forma più raffinata di solitudine.
Questa storia mostra la fuga dalla vulnerabilità che la nostra epoca trasforma in autodeterminazione. La cultura considera intollerabile il limite, considera inaccettabile la sofferenza, considera invadente la dipendenza. La morte programmata insieme diventa l’ultimo gesto di padronanza, un atto di regia personale che offre l’illusione di restare protagonisti fino alla fine. L’immaginario contemporaneo applaude a questa visione perché è l’estetica della libertà senza relazione, una libertà che non sopporta il pensiero di essere custodita da altri.
La retorica pubblica sta già sfruttando questa vicenda. Alcuni presentano il suicidio assistito come una conquista civile da ampliare, un diritto da rivendicare, un modello esistenziale capace di esprimere maturità. La narrazione digitale riduce tutto in slogan e propone l’idea che la dignità consista nella possibilità di scegliere il momento e il modo della propria morte. Questa logica non sostiene la vita, la impoverisce. Riduce la fine dell’esistenza a un prodotto da confezionare. Trasforma il corpo in un territorio da gestire. Trasforma la morte in un’opzione da difendere. La cultura dei social chiama libertà ciò che nasce dalla paura.
Il cristiano non demonizza le sorelle, riconosce la ferita che hanno portato e la offre alla misericordia di Dio. Non confonde la scelta volontaria con la dignità. Non identifica l’autodeterminazione con il bene. Il cristiano custodisce la vita in ogni stagione, anche quando chiede pazienza, aiuto, presenza e amore. La fede non traveste la fragilità, la accoglie come il luogo in cui Dio raggiunge l’uomo. Il credente non cerca il controllo, cerca la consegna. Non fugge dalla vulnerabilità, la vive come il punto in cui la creatura può finalmente lasciarsi prendere.
La storia delle Kessler rivela la distanza ormai evidente tra il racconto del mondo e la visione cristiana dell’esistenza. Da una parte c’è l’immaginario estetico che trasforma tutto in spettacolo. Dall’altra c’è la verità della vita che chiede di essere accompagnata. In mezzo resta la responsabilità dei cristiani: custodire il valore della morte come atto di consegna, educare a riconoscere il limite come il punto in cui Dio si fa vicino, sostenere la dignità che nasce dall’affidamento e non dal controllo.
In fondo a queste due splendide donne, di cui tutti i nostri nonni erano innamorati, è mancato ciò che nella vita umana è il gesto più misericordioso: lasciare la mano a chi scende per primo da questo carrozzone che è l’esistenza. È un coraggio che appartiene ai forti, perché chiede lucidità. La lucidità di riconoscere che ogni distacco resta provvisorio. Ogni separazione si apre alla promessa di un ritrovarsi. Ogni addio contiene già una ripresa per mano.
Questa serenità è il frutto della fede. La fede dona il coraggio di attraversare la fragilità senza fuggire. Dona la calma di chi sa che il tempo non separa in modo definitivo. Dona la certezza che il Signore custodisce ogni legame e non permette che vada disperso. Solo chi vive in Dio può restare nella storia fino all’ultimo respiro senza sentirsi abbandonato. Solo chi si affida al Signore scopre che nulla si perde, perché tutto ciò che viene consegnato a Lui ritorna trasfigurato in vita eterna.
don Mario Proietti

41 commenti:
Don Mario ha espresso scrivendo un bellissimo pensiero in cui ci sono dei passaggi significativi. Uno dei tanti mi ha fatto riflettere: "Il credente non cerca il controllo, cerca la consegna. Non fugge dalla vulnerabilità, la vive come il punto in cui la creatura può finalmente lasciarsi prendere". Tutto molto bello e tuttavia si astiene dal considerare la realtà. Il credente ha scritto, ma quanti sono oggi i credenti, quelli disposti a custodire la vita in ogni stagione, anche quando chiede pazienza, aiuto, presenza e amore. La fede non traveste la fragilità, la accoglie come il luogo in cui Dio raggiunge l’uomo. La fede, quando c'è!
Purtroppo la loro, come quella di altri meno famosi, è una scelta che nasce dal vuoto di una vita senza Dio. Che Dio abbia misericordia. Speriamo che abbia trovato il modo di salvarle, come la suicida dal ponte di cui raccontava il santo Curato d'Ars.
Bravo don Mario Proietti! Tristezza e pena non solo per queste due povere donne fagocitate da un nefasto e luciferino pensiero dominante, ma anche per la sorte di un mondo perduto e sull'orlo del precipizio che fatto della libertà una bandiera col solo emblema dell' orgoglio e della superbia
Sarebbe importante che i preti colgano l'occasione per spiegare al popolo che il suicidio è peccato mortale (e lo è anche l'assistenza al suicidio), e che il peccato mortale non porta alla salvezza. Qualcuno lo dica anche al don Proietti, autore della pagina sopra citata.
Sarebbe importante anche che i preti spieghino che la gente che ha dato pubblico scandalo (come l'han dato soggetti celebrati perché per mestiere stuzzicavano i telespettatori a peccare) dovrebbe aver la decenza di pubblicamente pentirsi (come una Claudia Koll, eccezione decisamente rara).
Il mondo dell'entertainment è composto quasi esclusivamente da gente che lucra inducendo al peccato. Comici, ballerine, presentatori, cantanti, attori... e non solo riguardo alla sfera sessuale (che resta il motore principale del mondo dello spettacolo).
Quanto a tutte le prediche sul "dramma umano", sulla "fragilità", e su tante altre stronzate, umilmente ci permettiamo di chiedere: per pietà, basta! ci avete scassato i cosiddetti! State predicando aria fritta a gente che non sa con quale mano ci si fa il segno di croce, a gente che non trova incompatibilità fra il Credo appena recitato in italiano a Messa e la "reincarnazione" e il "karma", a gente che non trova per nulla scandaloso che il vescovo prenda il caffè con gli imam, o che un Papa avalli la "dichiarazione di Abu Dhabi" che dice che tutte le religioni sono uguali... Dobbiamo dedurre che padre Pio, don Bosco, padre Kolbe, si siano sbagliati, così come Pio IX e Pio X? Siete pastori o mercenari?
Questi sono i testimoni dei nostri tempi... del resto i media mainstream ne stanno facendo un esempio. Finora non ho ancora sentito una voce a favore della sacralità della vita!
Graziè mic per questo articolo. Ma il suicidio assistito delle due gemelle è stato sponsorizzato dalle reti televisive come un supporto all'approvazione in Italia di una legge analoga a quella tedesca sul suicidio assistito. Loro , i tedeschi , sono piu' progrediti di noi. Cosa aspettiamo ad imitarli ?
La legge che liberalizza l'eutanasia e' al vaglio del Parlamento. Ma una regione, la Toscana ha gia' approvato una sua legge ìn questa ottica.
Nessuna voce in televisione si e' levata a difesa della visione cristiana della vita.
Ci sara' qualcuno in parlamennto che alzera' la voce pe ricordare che la nostra vita e' nelle mani del Signore e che dipende dalla Sua volonta'
Oggi ho letto la notizia del suicidio assistito di Alice ed Ellen Kessler. Ho letto il loro “testamento umano e spirituale”, e subito dopo ho visto come molte persone, soprattutto qui in Occidente, hanno applaudito il loro gesto definendolo libertà, amore, dignità. E mi è venuto un nodo allo stomaco.
Forse perché io vengo da un Paese dove la libertà è rara, preziosa, e spesso negata. Soprattutto alle donne. Forse perché so cosa significa vivere sotto un sistema che non ti permette di scegliere nulla — né dove andare, né come vestirti, né se studiare, lavorare o difenderti. Forse perché ho visto donne morire senza aver mai davvero vissuto. E vedere la parola libertà usata per definire la scelta di morire, quando in tanti Paesi la gente lotta disperatamente per avere la libertà di vivere… mi ha confusa, ferita, scioccata.
Le parole delle sorelle:
“Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare. Io e Ellen vogliamo che le nostre ceneri vengano mischiate con quelle di nostra madre… L’urna comune fa risparmiare spazio. Al giorno d’oggi si dovrebbe risparmiare spazio ovunque. Anche al cimitero.”
Queste parole mi hanno gelata. E poi ho letto l’articolo che le elogiava: “Hanno scelto di essere libere fino alla fine. Non mi viene in mente un atto d’amore, di libertà e di dignità più grande e commovente di questo. E nessuno di noi ha il diritto di sindacarlo.” E mentre leggevo questi commenti, il mio cuore si ribellava dentro di me.
Io non riesco a chiamare “libertà” la decisione di morire. Non riesco a chiamare “amore” il sottrarsi alla vita. Non riesco a chiamare “dignità” l’idea che il dolore, la vecchiaia, la malattia o la solitudine siano motivi sufficienti per programmare la propria fine. Forse perché vengo da un mondo dove la morte arriva da sola. Dove non puoi sceglierla, non puoi anticiparla, non puoi controllarla. Forse perché ho visto troppe vite spezzate senza possibilità di appello: donne cristiane uccise solo perché cristiane, ragazze costrette a matrimoni forzati, bambini privati dell’infanzia.
E allora mi chiedo: com’è possibile che chi ha tutto — libertà, diritti, sicurezza, medicine, assistenza — trasformi la morte in una scelta e la chiami anche “progresso”?
La cosa che mi ha sconvolta non è solo il gesto delle due sorelle, ma la reazione della gente. La celebrazione. Gli applausi. Il romanticizzare la morte. Viviamo in un’epoca dove ribaltare i significati sembra normale. Dove la sofferenza non ha più valore. Dove il dolore non è una parte del cammino umano ma qualcosa da evitare a ogni costo. Dove l’attesa della morte naturale non è più accettata.
E dove — mi duole dirlo — anche la Chiesa, a volte, fallisce nel ricordare il senso della vita, della sofferenza e soprattutto il valore che Dio ha posto nella nostra esistenza. Una Chiesa che in alcuni casi sembra avere paura di dire chiaramente che la vita è sacra, che non siamo noi i padroni della nostra fine, che la sofferenza — per quanto misteriosa — non è mai priva di significato agli occhi di Dio.
Nulla sapevo della loro morte e di come sono morte. Avevo intravisto la loro foto velocemente questa mattina, ma non ho pensato a qualcosa di tragico e ho seguito la mia altra ricerca. Sì, oggi si vuol dominare anche la morte, tutta la vita si vuol controllare a modo proprio. Così tutto, prima sono i genitori a guidarci poi cominciamo a far da soli. Le loro biografie non le conosco, la loro professione richiedeva un continuo controllo nell'allenamento, nelle prove, negli spettacoli,nel mangiare, verosimilmente in quasi tutto, medici e medicine comprese. Una vita regolata fin nei dettagli. Non credo che sia entrata seriamente una religione nella loro vita, forse una filosofia. Vite comunque rigorose offerte al palcoscenico. Non mi stupisce questa loro scelta è quella che la loro vita ha preparato. Peccato. Anche una breve malattia, una rapida agonia avrebbe potuto far conoscere loro che soli non siamo che 'Qualcuno' ci viene a prendere e i nostri cari sono intorno.Questo posso dire con certezza da quanto ho seguito nel trapasso dei miei cari. Vedono e parlano con qualcuno che noi non veddiamo e non udiamo.
Infatti il primo tragico mio pensiero e' stato : " Una bella pubblicita' per i
radicali di L.Coscioni ed anche poveri prelati e non prelati , cogitanti sul male minore".
Madre Teresa di Calcutta diceva che la peggiore povertà non è la mancanza di cibo, ma essere non amati, non voluti e dimenticati. Sottolineava che c'è una "fame d'amore" e una solitudine che affliggono molte persone, anche nei paesi ricchi. La sua missione era riconoscere la dignità di ogni persona, specialmente dei più poveri, non solo con l'assistenza materiale ma soprattutto offrendo amore e compassione.
Le Gemelle Kessler....rimossa la Croce, trionfa la disperazione
Il Cammino dei Tre Sentieri
https://www.youtube.com/watch?v=P1AL6YLjwcE
Ben detto, amico, una conclusione che fa riflettere : no, io non credo affatto che questi siano pastori, mercenari non saprei, ma pastori no di certo, non lo sono più, e da decenni ormai. Dai seminari non escono più preti cattolici, come fino al nefasto CV II....chi odora di cattolico lo cacciano, o gli fanno il lavaggio del cervello ( ho letto che in America li mandavano addirittura nelle cliniche psichiatrice per farli rinaavire, secondo loro). Solo melassa buonista, umanitarismo ateo, buonismo massonico, dei Novissimi manco l'ombra, del senso del peccato idem, l'esortazione alla conversione, al cambiamento di vita è irreperibile. No, non sono i miei pastori. LJC, Catholicus
Vogliono farci pagare con le tasse anche gli omicidi suicidi.. tanto ci vogliono morti e pure complici ..come già siamo complici degli omicidi con gli aborti pagati dalle nostre tasse... satanico est.
Sono riuscito ad arrivare in fondo a questo effluvio di melassa appiccicosa e inconsistente proprio perché, come ha già scritto qualcuno, non parla di peccato e neanche dello scandalo enorme, trasmesso dai media che ormai trasformano tutto in "moda", appunto la moda del suicidio. Non ho nessuna compassione, solo un senso di solitudine e di scoramento per una chiesa che non conforta, non ammonisce, che sa usare solo le categorie sociologiche e psicologiche, senza mai nominare il castigo di Dio, il peccato contro lo Spirito Santo, la testimonianza dei santi, il dono supremo dei martiri.
C. Gazzoli
C'è dell'altro in questa vicenda, il fatto che la specializzazione non garantisce una vita equilibrata, armonica, serena. Infatti la vita di ciascuno di noi ha molteplici aspetti che interagiscono e tutti devono essere più o meno armonizzati tra loro. E così è nell'arte. Anche la musica e la danza come nel nostro caso necessitano di un interprete. Cioè qualcuno che rispetti il compositore ed il coreografo mettendoci la sua anima senza sopraffare né la musica né la danza.Non ricordo nulla dei balli delle due gemelle e non posso dir nulla di loro. Però altri balli e balletti li ho visti, ma quell'essere completamente dentro alla musica e al movimento 'spontaneamente, naturalmente, leggermente' è di pochi.Ed ora mi torna in mente la commedia 'Filomena Marturano' (di Edoardo de Filippo) prostituta che ha avuto tre figli lungo il suo mestiere e nel tempo un suo vecchio amante ritorna, se non ricordo male con l'intenzione di sposarla. I ragazzi sono giovani uomini ormai . In un dialogo da soli lei dice:"..i fiji nun s'accidono...uno de' tre è fijo a te" senza poi mai dirgli quale. Così tutti e tre finiscono con il chiamarlo papà. Non ricordo ora il nome di questa attrice teatrale bravissima e famosissima.E non è un caso che di questa commedia non ho più sentito parlare.Nessuno più l'ha messa in scena. Questo finale fuori tema per dire che nell'arte, in qualsiasi arte ci sono vizi e debolezze capaci di trasmutarsi nel Bene e nel Bello.E l'arte questo dovrebbe fare purificare il sentimento. Perché è al cuore che l'arte parla.
Erano due ballerine. Mi ricordo. Per quel che mi riguarda, sono un fanatico di danza barocca. Sul canale YouTube Svetlana Mednis si può vedere, per esempio, Passacaiile d'Armide: incantevole!
Una volta innanzi alla morte anche i miscredenti e i peccatori incalliti tremavano e si convertivano! Se oggi tutto è cambiato e la morte non fa più paura, la colpa è della Chiesa che, cambiando la liturgia funebre, ha messo da parte inferno, giudizio e Purgatorio! Tutti vanno subito in paradiso, oggi dice la Chiesa, e quindi perché mai convertirsi?Quando si è stanchi di vivere o la persona dà fastidio, eutanasia subito, tanto si và sempre in paradiso! Se tanti muoiono e moriranno come le due gemelle o senza sacramenti e conversione, lo si deve alla Chiesa postconciliare!
solo della Chiesa?
Citiamo spesso il modernismo, l'americanismo, l'occultismo massonico, come concause del crollo della Chiesa Cattolica, non bisogna però dimenticare il movimento delle chiese cristiane teso alla loro unione. La Chiesa Cattolica fu prudente per molti anni, poi con il CVII spalancò le porte. Del senno di poi son piene le fosse ma, se la Chiesa avesse voluto restare se stessa, malgrado tutte le tentazioni e le infiltrazioni nel suo seno, oggi, quando molti cattolici vanno altrove, oggi forse molti cristiani sarebbero confluiti in essa, per tutte le virtù di cui si era ornata. Cominciando a scimmiottare le altre chiese cristiane e ancor peggio il mondo, la chiesa cattolica non ha più alcuna autorità spirituale, è una delle vuote gerarchie di cui l'Occidente è pieno, cioè prende ordine dai signori del mondo ed esegue. Ho fiducia nel piccolo resto, che ancora è composto da singoli qua e là per il mondo e se si conoscono, si conoscono via internet. Non fanno ancora barriera, diga ed i fedeli che li seguono sono quelli che possono essere in un mondo che martella sulle menti detti e contraddetti alla velocità della luce.
Argomento collaterale ma connesso :
Dopo l'infame documeno contro la B.ma Vergine da parte del Vaticano, scordiamoci completamente della consacrazione del Papa della Russia al Cuore Immacolato di Maria,
per la conversione della Russia alla vera fede (cattolica).
T.
Un altro problema, ognuno di noi ha la sua data ed ora di nascita e di morte. In questi casi, quando uno volutamente si presenta in anticipo che succede? Loro hanno nominato la mamma, certamente la mamma sempre si avvicina quando è il momento di lasciare la Terra ma, quando uno fa a modo suo? Non si sa. Si possono fare delle ipotesi, simili alla nostra vita nella carne, quando arriviamo in anticipo aspettiamo sul marciapiede, guardando di qua e di là. Forse anche loro sono sul marciapiede di arrivo che aspettano chi verrà a prenderle all'ora stabilita. Un arrivo così così, non festoso, di attesa, di incertezza e pieno del senno di poi, appunto.
Contro il suicidio assistito - Una riflessione pastorale e teologica sulla sacralità della vita in mezzo alla sofferenza: https://therevleon.substack.com/p/against-assisted-suicide
Assopimento dell’io e divertissement: la filosofia della distrazione
In un mondo che corre senza tregua, dove ogni istante è riempito da consumi, pubblicità e programmi di svago preconfezionati, la felicità sembra ridursi a un copione imposto dall’esterno. Ci viene detto come divertirci, come pensare positivo, come occupare il nostro tempo libero, ma dietro questa frenesia si nasconde un vuoto che fa paura: l’horror vacui, il timore del silenzio e della solitudine. La società contemporanea ha trasformato la ricerca della felicità in un ingranaggio di distrazioni e bisogni indotti.
https://lanuovabq.it/it/assopimento-dellio-e-divertissement-la-filosofia-della-distrazione
In questo contesto in cui si parla di propria gestione del dono della vita mi viene in mente anche questo giubileo in cui sembra che non debba essere vissuto senza clamore, in silenzio o tutt'al piu' a bassa voce e con timore ma in cui si debba essere allegri perche' "tutto fa spettacolo".
...il Giubileo dell'allegria, quindi, caro Anonimo 9:25...mi scusi allora se ci faccio una chiosa, perché le sue parole mi fanno ricordare una vecchia, bella canzone di Enzo Jannacci del 1968 "Ho visto un re", che diceva "...e sempre allegri bisogna stare / ché il nostro piangere fa male al re / fa male al ricco e al cardinale / diventan tristi se noi piangiam...Ah beh"..ma oggi non solo il cardinale diventa triste, ma anche il papa, i vescovi, e giù giù fino all'ultimo pretino di campagna, al don Chichì della situazione (dal vecchio film "Don Camillo e i giovani d'oggi"); e quindi dagli allora con l'alleluja delle lampadine, con "la festa non può finire, deve continuare" (mica la Santa Messa, cioè il Santo Sacrificio celebrato dall'Alter Christus, il sacerdote celebrante), le strimpellate, le schitarrate, i bonghi, e i preti mascherati da pagliacci, il tutto per tenere allegri i fedeli "concelebranti". LJC Catholicus
Francesco Borromini e Giovanni Battista Calandra, Croce del Giubileo del 1625, Roma, Santa Maria in Cappella
La consultazione della grande mole di documenti presenti nell’Archivio della Fabbrica di San Pietro e la collaborazione di istituzioni museali internazionali e di antiche collezioni nobiliari hanno condotto ad incredibili scoperte. “Presso la famiglia Doria Pamphili – racconta Veronika Maria Seifert – abbiamo ritrovato un mosaico che neanche i proprietari sapevano essere un’opera di Francesco Borromini”. Si tratta di una croce musiva all’interno di una cornice marmorea con gli emblemi di Papa Urbano VIII Barberini: “era scomparsa da quattro secoli, secondo molti era andata distrutta. Fu realizzata per la decorazione del muro esterno della Porta Santa in occasione del Giubileo del 1625. Qui rimase fino al Giubileo del 1650. Da quel momento se ne erano perse le tracce”.
https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/La-Croce-della-Porta-Santa-del-Vaticano-donna-Olimpia-Pamphilj-e-una-chiesina-dimenticata-di-Trastevere
Siamo cambiati tutti.
Infatti la vera rivoluzione e' "recuperare"!
La famiglia che vive nel bosco in Abruzzo:”Con 300€ al mese, felici, con tutto”
20 nov 2025
https://www.youtube.com/watch?v=LpmvL6frhGM
Nelle colline dell’Abruzzo, una coppia anglo-australiana, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, ha scelto di abbandonare la vita cittadina per costruirsi una nuova esistenza nel bosco.
Hanno comprato un vecchio casale e un ettaro di terra per circa 20.000 euro, lo hanno ristrutturato e vivono oggi off-grid, senza bollette, in armonia con la natura e con le loro 3 figlie.
«Non vogliamo una vita perfetta, vogliamo una vita nostra», racconta Catherine.
Dopo anni di lavori stressanti e ritmi frenetici tra Bali, l’Australia e l’Europa, hanno deciso di fermarsi. Oggi producono da soli gran parte di ciò che consumano: raccolgono l’acqua piovana, utilizzano pannelli solari, coltivano il loro orto e costruiscono ciò che serve con materiali di recupero.
Tuttavia, la loro scelta di vita è finita al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria: la Procura per i Minorenni dell’Aquila ha chiesto la sospensione temporanea della responsabilità genitoriale, sostenendo che l’assenza di scuola e servizi possa costituire un rischio per i bambini.
Il caso è ora nelle mani del giudice del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, mentre migliaia di persone in Italia e all’estero si sono mobilitate con una petizione per chiedere che la famiglia possa restare unita e continuare a vivere nel bosco.
Questa la petizione: https://www.change.org/p/salviamo-la-...
Qui il loro sito internet: https://catherinelouisebirmingham.com...
Qualcuno avrà evidenziato il caso a chi di dovere. Non è sola la famiglia in questa scelta. Bravi, Dio vi benedica sempre! Preghiamo per voi tutti. Le avanguardie che hanno capito scelgono ormai la scuola parentale. Avete il nostro fraterno sostegno spirituale. Credo che sia invidia quella che ha mosso quelle persone a segnalare la vostra presenza nel bosco. Nel Medioevo, durante le invasioni barbariche tutti si son tenuti i figli a casa educandoli ed istruendoli, così si è anche trasmessa la cultura. Eppoi ci sono stati anche nell'epoca contemporanea bambini malati che hanno passato la loro infanzia in casa perché malaticci, ma questa cura familiare li ha rinforzati ed hanno poi trovato la loro strada, uno di questi se non ricordo male è stato Alberto Moravia. Eppoi ci sono i bambini genio che hanno tanti pensieri spesso matematici che non possono andare a scuola spesso perché sono stremati e devono dormire. Uno di questi geni durante il consiglio di classe di fine d'anno fu bocciato per le assenze, solo due insegnanti avevano votato per la promozione. I genitori fecero ricorso e lo vinsero.Gavino Ledda che a scuola non è andato perché doveva curare le pecore del padre pastore ed è tornato a scuola giovinetto, credo diciannovenne, laureatosi poi alla Università di Roma, La Sapienza, eppoi scrisse un libro, Padre padrone. Casualmente recentemente ho ascoltato una sua intervista che è stata un canto in lode del padre e di quegli anni quando bambino e ragazzino pastore viveva gran parte delle sue giornate nei campi con le sue pecore e non finiva di dire quanto avesse imparato l'anima sua in quegli anni. Non preoccupatevi sceglietevi un avvocato che abbia anima pedagogica e figli suoi. Maria Santissima , Madre del Signore Gesù Cristo, vegli sulla vostra famiglia!
Segue:
L'unico problema serio è la presenza di lupi e orsi che, fatti reintrodurre dai teorici del naturale, nel tempo si sono riprodotti e si trovano ormai anche nei centri abitati a valle. Fate ogni sforzo per fare una recinzione forte del vostro terreno, in alcune regioni ho letto è stato reintrodotto l'abbattimento di lupi ed orsi. Informatevi con pastori ed allevatori per capire la situazione reale e agite di conseguenza.
Dal Catechismo di San Pio X
194.Il suicidio è peccato, come l'omicidio, perché Dio solo è padrone della nostra vita, come quella del prossimo: inoltre è peccato di disperazione che, di più, toglie con la vita la possibilità di pentirsi e di salvarsi.
195.La Chiesa ha stabilito la privazione della sepoltura ecclesiastica contro il suicida responsabile dell'atto compiuto.
"Nel Medio Evo, durante le invasioni barbariche..."
Veramente, le invasioni barbariche si situano nella tarda antichità non in quello che si suol chiamare Medio Evo. Nell'Alto Medio Evo ci furono le invasioni dei vikinghi e degli ungari, una sanguinosa folata. Permamente era invece la pirateria musulmana sulle coste, con tentativi di insediarsi nella penisola, però frustrati dalla reazione locale, guidata ad un certo punto dal papato che organizzò la distruzione del micidiale campo trincerato dei mori del Volturno.
H.
Lupi sono stati avvistati anche nella Pineta Fellini, Fregene, Roma.
Ora leggo che hanno tolto loro i bambini!!??
Li hanno messi in Comunità e la madre può stare con loro. Resta però un'infamia.
I miei genitori, nati entrambi negli anni '20, entrambi figli di mezzadri (che avevano bisogno di braccia per lavorare i campi in modo da dare al padrone delle terre ed
al suo fattore i 3/4 di quanto riuscivano a produrre); hanno potuto fare rispettivamente la prima e la terza elementare. A nessuna autorita' venne in mente di togliere i bambini
alla famiglia.
Portare i bambini al famigerato Forteto andava bene!
Far loro vivere la prima infanzia spensierati in campagna
dato che il paese e' abbastanza vicino; far in modo che abbiano
occhi e cuore limpidi non va bene alle autorita' e alla pletora
di assistenti sociali?
I FIGLI DI CHI SONO? - MAZZUCCO live - Puntata 354 (21-11-2025)
Border Nights
https://www.youtube.com/watch?v=nuYXS8pl9YM
C'è un bel articolo di Massimo Viglione su telegram che mette insieme tutti i punti dai bambini al Canada dove sconsigliano di andare nei boschi, non sono capace di trovarlo, avrei piacere che tutti lo leggeste.
QUESTA STORIA DOVREBBE FAR TREMARE NON SOLO LE ISTITUZIONI, ALCUNE DELLE QUALI SONO COMPLICI, BENSI' TUTTE LE FAMIGLIE E IL POPOLO ITALIANO. Non si vuole che i bambini crescano liberi senza essere indottrinati e uniformati al sistema folle dei deviati e pericolosi decisori mondialisti.
https://gloria.tv/post/PiG867vY6vZo2ceLKW7Txgeo4
Certo che è davvero curiosa la Giustizia in Italia: magistrati, poliziotti e assistenti sociali si stanno attivando come dei forsennati per togliere i figli ad una coppia di australiani che hanno deciso di vivere nei boschi, perché - udite, udite - la casetta è riscaldata da un camino, l'acqua si attinge da un pozzo e il bagno è fuori mentre intorno a noi ci sono torme di sedicenti nomadi che sfornano figli come dei conigli per stare fuori dalla galera, figli che vivono in condizioni igienico sanitarie ben peggiori e che vengono sguinzagliati per rubare sui mezzi e negli appartamenti facendosi scudo della loro minore età. Non parliamo poi delle figlie degli immigrati di certi paesi, soggette a regole a dir poco medievali, di cui ci accorgiamo solo quando vengono fatte a pezzi o sepolte vive, manco fossimo nell'entroterra dell'Afghanistan e non in Italia. Va bene fremere di indignazione perché i bimbi degli australiani studiano a casa e non a scuola, ma accorgersi di tutto il resto no, eh?
Perche' cinquant'anni fa nelle case rurali c'erano i gabinetti e l'acqua corrente?
Nooo! Non c'erano. E allora?
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