Si apre la questione morale quando i costumi di un popolo si corrompono. Ciò risulta inequivocabilmente dalla caduta della moralità pubblica e privata a causa del diffondersi di una concezione edonistica e materialistica della vita. Esteriormente, un segno classico è rappresentato dalla perdita del senso della modestia e del pudore da parte delle donne dimostrata dal loro comportamento in pubblico, quando diventa disinvoltamente aggressivo, scollacciato, sboccato.
I segni della corruzione dei costumi nel campo dei valori fondamentali, sono per tradizione:
il venir meno della fede in Dio; l’ampio diffondersi del libertinaggio; l’affermarsi del femminismo e la crisi dell’istituto matrimoniale; il dilagare del libero aborto, dell’omosessualità, del consumo della droga, della pornografia; il desiderio smodato di ricchezze e benessere; il culto esasperato del proprio corpo e la passione ossessiva per i circenses; l’emergere di una denatalità implacabile; il crollo del principio d’autorità con tutta una serie di conseguenze nel campo famigliare, pubblico, politico, militare.
Quando si apre nella società un simile scenario, del quale non ho elencato neanche tutti gli effetti, e si tratta in genere di un processo maturato in qualche decennio, oggetto solo di isolate quanto inutili denunce, allora si impone la questione morale come problema principale da risolvere, per la classe politica. Nei periodi di decadenza dei popoli o di fine di una civiltà è sempre apparsa la questione morale, in modo più o meno grave, e i popoli che non sono riusciti a risolverla, sono praticamente scomparsi o sono finiti sotto il dominio degli stranieri. Infatti, la questione morale irrisolta provoca frustrazione e isterismo collettivo, anarchia, l’indebolimento generale di tutte le istituzioni, anche grazie alla diminuzione della popolazione, infine l’ingovernabilità, causa di disordini endemici, di un declino che può anche sfociare nell’occupazione straniera.
La questione morale che sta affliggendo l’Europa Occidentale e le due Americhe, senza escludere altre parti del mondo, dall’Europa orientale all’Africa, al Giappone, ad Israele, all’Asia, appare tuttavia di una gravità senza precedenti, sconosciuta in passato.
Infatti, in passato, la decadenza morale, quando prendeva piede, imperversava nel costume, nel modo di vivere ma non venivano promulgate leggi che la incoraggiassero o la promuovessero e proteggessero. L’adulterio, l’aborto volontario, la sodomia, erano considerati crimini e puniti dalle leggi ma nelle epoche di decadenza le sanzioni non venivano quasi applicate, si lasciava correre. I princìpi non venivano messi in pratica e si tollerava la loro violazione: ma non c’erano, come oggi, leggi che costituissero esse stesse la violazione dei princìpi morali basilari. Mi riferisco:
- alle leggi che, oltre al libero ed indiscriminato uso di contraccettivi e pillole abortive, consentono il libero aborto ospedaliero ad libitum della donna, per di più a spese dello Stato, riconosciuto come se fosse un “diritto” della donna fondato sulla sua supposta “dignità” che possederebbe in quanto essere umano;
- alle leggi che equiparano le convivenze di fatto al matrimonio, includendovi le convivenze gay o permettono esplicitamente il “matrimonio” tra gays e tra lesbiche, per di più con relativo permesso di adottare bambini o di ottenerli mediante le pratiche abominevoli della inseminazione artificiale o del c.d. “utero in affitto”;
- ai progetti di legge, come l’attuale ddl Zan contro la c.d. transomofobia e la misoginia, che, in Italia, mira in sostanza a legittimare l’omosessualità e imporla con legge dello Stato, facendola riconoscere come realtà degna di “rispetto”, grazie anche ad una instauranda giornata nazionale contro la c.d. omofobia nelle sue varie forme, da celebrarsi in tutto il Paese, scuole incluse, il 17 maggio di ogni anno.
Negli Stati dell’antica Grecia, alcuni ordinamenti legittimavano la pederastia, nel senso di rapporto anche erotico tra il tutore e il giovinetto, altri la proibivano. Il costume in generale la accettava, con qualche eccezione, ma mai si è considerato il rapporto pederastico e omosessuale in generale alla stregua di un matrimonio, mettendolo formalmente sullo stesso piano del matrimonio secondo natura, e con tanto di figli, adottati o in altra forma, come si sta facendo oggi in così numerosi Stati contemporanei.[1]
Leggi di questo tipo sono in vigore in tutto l’Occidente “democratico”. Esse trasformano comportamenti intrinsecamente criminosi come l’aborto o immorali, come le relazioni omosessuali, in situazioni giuridiche soggettive protette dalla legge dello Stato, come se esse costituissero per l’appunto dei “diritti umani” che lo Stato ha il dovere di difendere. Tali aberranti leggi si fondano su di una sorta di norma fondamentale, in genere scritta, come nel caso della Costituzione dell’Unione Europea nei suoi princìpi fondamentali, secondo la quale è proibito discriminare checchesia, dal momento che (si ritiene) siamo tutti uguali e godiamo quindi per nascita di una (supposta) dignità della persona, che tutti devono rispettare, indipendentemente dal comportamento concreto, anche indegno. Il principio della non-discriminazione è inteso in modo assoluto e si applica in molti campi, dalla religione alla razza, incluso quello del c.d. “orientamento sessuale”. Il sesso, per questa legislazione, diventa un modo di essere che, con il diffondersi dell’omosessualità e del c.d. transgenderismo, la persona (dicono) può scegliere a piacere, poiché il sesso (sempre secondo l’ideologia accolta da questa legislazione) deve ritenersi un fatto culturale e non naturale, come se l’individuo, più o meno influenzato dall’ambiente, potesse attribuirselo anche in senso opposto alla sua sessualità biologica, perfettamente normale e integra. Ma la nozione di “orientamento sessuale” non ha alcuna base scientifica. È solo ideologica. Tutto l’insieme di questa legislazione, ordinaria e costituzionale, di singoli Stati della Unione Europea, degli Stati Uniti e del Canada, di Paesi del SudAmerica e via dicendo, è pura f o l l i a , tanto per chiamare le cose con il loro nome. Essa testimonia di una decadenza impressionante, che non è solo morale, è anche intellettuale. Se siamo giunti a tanto, la colpa è anche del “tradimento dei chierici”, del fatto cioè che, in conseguenza del Concilio Vaticano II, veteri relaxata severitate, la Gerarchia cattolica si è messa “in ascolto” e “in dialogo” con il mondo invece di continuare ad insegnargli la dottrina di Cristo, con la predicazione e l’esempio, impestando in tal modo dottrina e pastorale con ogni sorta di ambiguità ed errori.
* *Ma i nostri politici non sembrano accorgersi dell’esistenza della questione morale, di una corruzione dei costumi che sta addirittura estinguendo i loro popoli. Forse perché affrontarla implicherebbe porsi il problema del ritorno al matrimonio secondo natura, tra il maschio e la femmina per costruire una famiglia e propagare la specie, come unico legittimo; della cessazione del sinistro privilegio del libero abortire; della messa al bando dei contraccettivi; della cancellazione dei privilegi concessi alla galassia glbt, e così via. Questioni delicate, assai complesse, nell’attuale situazione, anche se ci fosse la volontà di risolverle, della quale comunque non si vede traccia, in gran parte delle classi dirigenti al potere.
I politici inglesi pro-brexit affermavano la necessità di uscire dall’Europa unita per recuperare, dicevano, “l’uso libero della nostra economia, del nostro sistema giuridico, il controllo delle nostre frontiere.” Obiettivi più che leciti, in se stessi e contro i regolamenti e le leggi applicate dalla Commissione Europea, installata a Bruxelles, esecutivo che governa tutti i Paesi dell’Unione. La maggioranza che ha votato di misura (52%) l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea non voleva esser governata da leggi approvate in un Parlamento di stranieri e imposte da un governo straniero, nonostante la presenza in entrambi gli organismi di parlamentari e funzionari britannici. Leggi che, per forza di cose, limitavano la sovranità nazionale in settori di primaria importanza, dall’economia al controllo delle proprie frontiere.
Ma della questione morale nessun cenno nelle motivazioni dei pro-brexit. È vero che il c.d. “matrimonio omosessuale” fu introdotto qualche anno fa a sorpresa nel Regno Unito dall’allora premier tory Mr. Cameron. Fu una sua iniziativa personale. Il punto non faceva parte del programma elettorale del partito, nel quale scoppiò un’ampia rivolta seguíta da alcune dimissioni, onde la sconvolgente proposta passò grazie ai voti dell’opposizione laborista. Ma quella rivolta causata da motivi prevalentemente morali, è poi rimasta un fatto isolato. L’ultraliberale legislazione inglese sull’aborto e sull’omosessualità continua come prima. Anzi, il governo conservatore di Mr. Johnson ha di recente imposto la legalizzazione dell’aborto nell’Irlanda del Nord, che finora l’aveva mantenuto fuori legge, conservando ancora al riguardo le pesanti sanzioni emanatate al tempo della Regina Vittoria.
* *Ma ora la questione morale sta occupando la scena, in Europa e negli Stati Uniti. Il Presidente americano in carica, Donald Trump, ha adottato da tempo una concreta politica pro-life, sul piano economico, politico interno e internazionale, giudiziario. Ad esempio, con le nomine di giudici conservatori alla Suprema Corte degli Stati Uniti, in particolare quella della giurista Amy Barrett, cattolica praticante, prolifica madre di famiglia, notoriamente avversa al “diritto” di abortire. Accanto alle altre gravi questioni (pandemía, crisi economica, ordine pubblico, immigrazione illegale) quella del “diritto all’aborto” da abrogare, ovvero la scelta pro-life, è diventata un tema essenziale e forse decisivo di questa drammatica campagna elettorale americana, che si chiude il 3 novembre con un voto, dall’esito del quale (questa è la sensazione diffusa) dipenderà la sopravvivenza o meno di quello che resta della nostra civiltà.
La scelta pro-life è un punto centrale della politica attuale poiché il diritto di disporre della vita del proprio nascituro è considerato dal “politicamente corretto” dominante, femministe in testa, una libertà di scelta che non si deve assolutamente perdere. Ma questo preteso “diritto” a disporre della vita del proprio figlio, semplicemente non esiste. Si è sempre giustamente criticata in passato la concezione paternalistica della famiglia, là ove essa concedeva al pater familias addirittura potere di vita e di morte su tutta la famiglia, oltre che su servi e schiavi. Questo potere fu effettivamente esercitato nell’antica Roma ma generalmente solo in casi gravi, quando si scopriva ad esempio che qualche figlio o figlia si era macchiato di gravi delitti, che meritavano la pena di morte. Ora, distrutta di fatto la vera famiglia, vogliamo far rinascere l’antico e arcaico potere di vita e di morte del padre sui figli nel riconoscere alla madre, spesso una single mother, il “diritto” di disporre del proprio figlio, in fieri dal momento del concepimento, sino al punto da poterlo sopprimere? No, sir. Tra l’altro, il potere di vita e di morte del pater familias era quello, riconosciuto dal costume, di un tribunale domestico, in una società che applicava la pena di morte per tutta una seria di crimini. Qui, invece, in una società intrisa di umanitarismo e buoni sentimenti distribuiti in dosi massicce all’universo mondo, che nega alla giustizia dello Stato il diritto di condannare a morte gli autori dei delitti di sangue e quindi di disporre della loro vita, non abbiamo nessuna riedizione di tribunali domestici ma semplicemente la concessione di un’autorizzazione ad uccidere un essere che non ha commesso alcuna colpa e che non si può difendere, un essere del tutto innocente; un’autorizzazione all’omicidio, poiché l’aborto volontario, lo si rigiri come si vuole, resta sempre una forma di omicidio.
Ma questo inaccettabile e nei fatti inesistente “diritto di scelta”, rappresenta l’espressione massima, a ben vedere, della libertà assoluta nei rapporti sessuali, garantita dalle leggi, che le donne di questa generazione sono riuscite a strappare: eliminare il frutto indesiderato di questi rapporti, in base al seguente elementare concetto: “il corpo è mio e lo gestico io”. Quante volte abbiamo sentito e continuiamo a sentire questo tristo slogan? Come a dire: “ho il diritto di essere presa come sono; quindi vado con chi voglio, maschio o femmina, e se resto incinta decido IO, se tenermi il bambino o ammazzarlo nel mio grembo!” Immerse nelle tenebre di una smisurata superbia, queste donne non vogliono ascoltare il severo ammonimento della Verità Rivelata, che anzi fa loro digrignare i denti:
“Fuggite la fornicazione. Qualunque altro peccato che un uomo possa commettere, è fuori del suo corpo, ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Non sapete voi che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che abita in voi, Spirito che avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti voi siete stati comprati da Cristo a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.” (1 Cor 6, 18-20).
E difatti, nei recenti movimenti violenti, tra il delinquenziale e l’insurrezionale, esplosi in varie città degli Stati Uniti, con il pretesto di una questione razziale artificiosamente montata, i gruppuscoli che li hanno promossi e organizzati (con l’avallo del Partito Democratico, poiché le agitazioni, dichiarò l’ex-presidente Obama, “dovevano apportare mutamenti” in vista delle incombenti elezioni), affermavano di scendere in campo, oltre che per chiedere l’abolizione della polizia, per difendere tutti i valori della libera e universale “fornicazione” ossia della “rivoluzione sessuale” imperante dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, quando fu sciaguratamente autorizzata la vendita della “pillola anticoncezionale” nelle farmacie nordamericane. E il primo inevitabile obiettivo di questa sordida “rivoluzione” è quello di abbattere la famiglia tradizionale, secondo natura, cristiana, contrapponendole il no al matrimonio, l’amore libero, il diritto ad abortire, il mantenimento dei “diritti” del popolo lgbt che contemplano anche la c.d. “famiglia omosessuale” e così via.
Ma non si attacca la famiglia cristiana senza attaccare la religione cristiana e in particolare il cattolicesimo. Così l’odio contro il cattolicesimo (e la civiltà occidentale, che su di esso si è pur costruita) gridato da parte della sinistra abortista, femminista e omosessualista, è esploso in tutto l’Occidente in questi ultimi mesi, con gli atti vandalici e gli incendi e le distruzioni di chiese a tutti noti. Gli ultimi gravi episodi di odio contro la nostra religione si sono avuti in Polonia, dove durano da dieci giorni proteste di massa contro una sentenza della Suprema Corte di quel Paese, la quale, proibendo l’aborto c.d. eugenico, ha ulteriormente ristretto la possibilità di accedere all’interruzione di gravidanza, già alquanto limitata, rendendo in tal modo l’esercizio di questo supposto “diritto” praticamente impossibile o quasi. La difesa organizzata spontaneamente dagli stessi fedeli ha sinora impedito in Polonia le gravi devastazioni di edifici e monumenti sacri avutesi altrove.
L’odio del fronte libertino e anticristiano si salda a quello dei terroristi mussulmani, che stanno attuando una campagna di barbare uccisioni a tradimento fuori e dentro le nostre chiese, per ora soprattutto in Francia. Non si distrugge la famiglia cristiana senza contemporanemente rigettare la Sacra Famiglia. L’annientamento della famiglia naturale, basata sul matrimonio, odiata anche in quanto immagine “borghese” della Sacra Famiglia, era l’obiettivo che Karl Marx si era proposto sin dai suoi scritti giovanili: la lotta dei rivoluzionari alla famiglia e alla religione doveva procedere di concerto sino alla distruzione di entrambe. Siamo, oggi, al compimento di quel programma, nell’alleanza spregiudicata con il peggior edonismo borghese e il libertinismo di massa.
Ma la violenza stessa dell’attacco sta forzando molti a prender coscienza della questione morale e della sua decisiva importanza. Mai come oggi la religione è l’obiettivo della politica e l’aspra lotta per la difesa della vera etica è al centro della lotta politica. Come ha egregiamente spiegato mons. Viganò si stanno delineando con sufficiente chiarezza due schieramenti, su scala mondiale, per i quali termini biblici ed ignaziani di Figli della Luce e Figli delle Tenebre, che si stanno radunando sotto i loro due opposti Stendardi, sono più che appropriati. Pur con i nostri limiti e peccati, noi cattolici siamo figli della luce sovrannaturale che emana dall’insegnamento di Cristo Nostro Signore, custodito nei secoli nel Deposito della Fede dal Magistero della Chiesa, e a Lui chiediamo la forza ed il coraggio necessari ad impegnarci, per quanto possiamo, nel duro e feroce combattimento in corso: per la Gloria del suo Santo Nome, per la speranza dell’eterna salvezza promessa a chi fa la sua volontà, a chi cerca di comportarsi in tutto da autentico miles Christi.
“Gli eserciti celesti lo accompagnano sopra cavalli bianchi, vestiti di bisso candido e puro. Dalla bocca gli esce una spada acuta, per colpire le nazioni. È lui che le governerà con verga di ferro; è lui che calca lo strettoio del vino della furibonda ira di Dio Onnipotente. Egli porta sul mantello e sul fianco un nome scritto: Re dei re e Signore dei signori.” (Apoc 19, 14-16).
2 novembre 2020Vedi: Xenophon, Constitution of the Lacedaimonians, in: Xenophon in Seven Volumes, VII, Scripta Minora, Loeb Classical Library, tr. ingl. con testo a fronte, pp. 136-189; pp. 146-149; Platone, Simposio, 182 b, ss. (tr. it. e commento con testo a fronte di Matteo Nucci, Introduz. di Bruno Centrone, Einaudi, Torino, 2014, p. 51 ss.); Platone, Leggi, I, 636 c, per la condanna della “unione dei maschi coi maschi o delle femmine colle femmine” come comportamento “contronatura, atto temerario creato fin da principio da disordinato piacere” (Platone, Opere, Laterza, Bari, 1966, I vol, p. 624, tr. it. di Attilio Zadro; Aristotele, Etica Nicomachea, 1148 b, per la condanna dell’“amore omosessuale tra maschi”, provocato da “disposizioni morbose” (Arist., Etica Nicomachea, a cura di Armando Plebe, Laterza, Bari, 1965, pp. 185-186).
12 commenti:
Giulio Meotti:
“Gli islamisti attaccano le nostre chiese perché lì risiede la forza di un popolo. A differenza nostra, loro sanno che la Francia è un paese cristiano". Sul Foglio una mia intervista a Pierre-Hervé Grosjean. "La forza di un popolo non si trova nel suo esercito, ma in ciò che ne costituisce l’anima: la sua storia, la sua cultura, le sue radici, la sua fede. Tutto ciò alimenta la capacità di resilienza di un paese, le permette di rialzarsi quando è a terra. Quando gli islamisti perseguitavano i cristiani d'Oriente pensavamo che non ci riguardasse. Ma ora accade a casa nostra. Conducono la stessa guerra di conquista religiosa"
Ecco, questa è una domanda che l'ambiente "cattolico" non intende (il tallone di Achille dei cattolici tradizionalisti o reazionari o conservatori o filo-destra o anti-sinistra) ... non basta criticare, protestare, pregare, scrivere e combattere sui social ... bisogna al contrario combattere, combattere con le armi giuste combattere politicamente e militarmente e culturalmente se necessario, lottare al momento giusto ... e un Governo cade solo quando c'è un forza politica in atto superiore alla forza politica del governo stesso ... altrimenti cade solo per lasciare il posto ad un governo simile e peggiore e con (da Monti a oggi non è forse così? e già prima di Monti non era così?) gli stessi capi del precedente governo ... - quindi: esiste forse in Italia una forza politica più forte e contraria a questo governo? Perché i cattolici non la creano? rdv
Camisasca, vescovo di Reggio Emilia a Quarta Repubblica
"Non lasciamoci segregare dalla paura"
https://www.youtube.com/watch?v=nbaa7iwR0SI
"Intimiditi come siete dalla paura d'andar contro corrente cioè d'apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia.
Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime.
Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All'annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci.
Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po' più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri".
Spero nella riconferma di Trump, l’argine estremo al «Nuovo Ordine Mondiale» capeggiato dalla dittatura della Cina capital-comunista
Spero che domani gli americani riconfermino Donald Trump Presidente degli Stati Uniti. Da cittadino italiano impegnato nel riscatto della sovranità nazionale dell’Italia e nella rinascita della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, considero Trump l’alleato di maggior rilievo sulla scena internazionale.
Perché Trump si è espresso a favore del riscatto della sovranità nazionale dell’Italia e contro lo strapotere dell’euro che è lo strumento principale con cui veniamo sottomessi alla dittatura dell’Eurocrazia dei banchieri e dei burocrati.
Perché Trump è decisamente schierato a favore della morale naturale che coincide con i precetti della fede cristiana sui temi della vita e della famiglia che sostanziano la quintessenza della nostra umanità.
Spero nella vittoria di Trump perché è l’argine estremo all’avvento del «Nuovo Ordine Mondiale», assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata che promuove un’unica moneta virtuale mondiale che consentirà di riciclare i «titoli derivati» o «titoli tossici» il cui ammontare è risultato nel 2018 pari a 33 volte il Pil (Prodotto interno lordo) mondiale; il superamento degli Stati nazionali abbattendo le frontiere nazionali e scardinando le identità localistiche; l’omologazione e l’omogeneizzazione dell’umanità in un meticciato universale senza più radici e identità promuovendo l’immigrazionismo e il multiculturalismo; la digitalizzazione di ogni dettaglio della nostra vita riducendo la persona a un codice nella Rete; la trasformazione antropologica della persona in un tubo digerente, semplice strumento di consumo della materialità prodotta prevalentemente dai robot elargendo un «reddito di cittadinanza universale» deciso dall’oligarchia finanziaria.
Contro Trump sono schierati quasi tutti i poteri forti sulla scena mondiale: innanzitutto la Cina capital-comunista, una ferrea dittatura comunista e un sistema economico iper-capitalista, che è la vera guida del «Nuovo Ordine Mondiale»; poi l’Unione Europea e le Nazioni Unite; la Chiesa di Papa Francesco e gli Stati islamici ad eccezione di quelli schierati contro l’Iran e la Turchia di Erdogan; la multinazionale della farmaceutica capeggiata da Bill Gates; i grandi mezzi di comunicazione e di condizionamento dell’opinione pubblica a livello mondiale.
... segue
Cari amici, siamo di fronte a un bivio epocale: o riusciamo a salvaguardare la nostra civiltà europea laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe che mette al centro la persona, la famiglia naturale, la comunità locale, la cultura della vita, l’economia reale, i valori e le regole, o finiremo fagocitati dal «Nuovo Ordine Mondiale» che mette al centro la moneta espressione della speculazione finanziaria, l’atomizzazione e la «cosificazione» della persona, l’assolutismo dell’istinto sessuale, l’omologazione dell’umanità con l’eliminazione degli Stati nazionali e la perdita delle nostre radici e identità, la codificazione degli individui all’interno della Rete che sarà l’unico ambito esistenziale sostitutivo della vita reale.
So bene che Trump non è né una personalità pubblica integerrima né un cristiano santo. Ma oggi è il Presidente degli Stati Uniti decisamente schierato a favore della sovranità nazionale e della civiltà cristiana. L’eventuale vittoria del democratico Joe Biden, un uomo sfortunato sul piano familiare e un personaggio pubblico mediocre, accrediterebbe il successo del «Nuovo Ordine Mondiale» e l’avvento dello strapotere della Cina capital-comunista. Trump è l’unico leader mondiale che ha l’onestà intellettuale e il coraggio umano di dire pubblicamente che il Mondo libero deve isolare e sconfiggere la dittatura comunista cinese perché rappresenta la maggiore minaccia alla nostra umanità. Ugualmente Trump si è impegnato a estirpare il radicalismo islamico dal Mondo intero.
La riconferma di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti darebbe conforto e coraggio a tutti coloro che, come me, credono e si battono per la sovranità nazionale dell’Italia, per riaffermare il primato del bene degli italiani, per la rinascita della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane. L’eventuale vittoria di Biden significherà che dovremo accelerare un percorso di formazione culturale per fortificarci interiormente e di mobilitazione civile per aggregare gruppi territoriali capaci di mantenere viva e di concretizzare la prospettiva di un’Italia sovrana e libera.
(Magdi Cristiano Allam)
Se veramente ci fosse un'emergenza sanitaria I porti sarebbero chiusi.... Se noi dobbiamo restare chiusi in casa nessuno deve entrare in Italia.
Invece in poco meno di 48 ore circa 1500 persone sono sbarcate a Lampedusa!
La "civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane"... è quella di adesso!
E NOI NON LA VOGLIAMO.
NO AL LAICISMO.
NO AL LIBERALISMO.
NO ALLE RADICI EBRAICO-CRISTIANE.
LE NOSTRE RADICI SONO GRECHE, ROMANE, GERMANICHE E CRISTIANE.
NOI VOGLIAM DIO, VERGIN MARIA...
Gliel'ho scritto più d'una volta ad Allam : filosofia greca, diritto romano fecondato dal cristianesimo, che ha ereditato l'ebraismo puro della Torah portato a compimento da Cristo Signore e non quello rabbinico spurio del Talmud partito da Yavne...; ma evidentemente non ha recepito!
Anonimo 15:23
Forse è bene sentire che ne pensa David Botti. Cito:
[*audio-podcast* - 14 minuti] _Che pena il (pur bravo) Vescovo ieri sera su Rete4!_
Quante distinzioni: c'è violenza nell'islam? disogna dire islamista, non islamico? gli attentatori sono solo fanatici o malati di mente? la nostra civiltà comprende l'illuminismo?
e tante altre "perle" di questo genere.
Ritroviamo un po' di coraggio per dire che, attentato dopo attentato, l’Europa è agonizzante ma ancora non vuole conoscere l’islam.
Ancora si crede che la moschea sia un luogo di culto, che un Imam sia un sacerdote, che il venerdì sia come la domenica per noi.
La dolce vocina della dottoressa Lorenza ci apre un po' gli occhi!
https://www.radioromalibera.org/leuropa-sacrificata-sullaltare-del-multiculturalismo-ma-sa-cose-una-moschea/
"In piena pandemia la città di Torino si preoccupa di mandare insegnanti di nidi e materne a scuola di gender anziché occuparsi di una città che sta in ginocchio... La legge Zan non è ancora approvata e già i grillini si portano avanti sacrificando i minori davanti all'altare della ideologia arcobaleno"
Dichiarazioni molto forti da parte di Augusta Montaruli di FdI, per la mozione del sindaco pentasellato di Torino Chiara Appendino a favore dell'introduzione di "una pedagogia di genere come formazione strutturale e continua per chi opera con bambine e bambini nel nuovo sistema integrato 0-6".
Davvero sconvolge come in una situazione del genere le discussioni e i provvedimenti del governo vertano su argomenti quali l'immigrazione di massa, i porti aperti, lo ius soli e il gender.
Questo fatto, che anticipa le politiche della sinistra, dimostra come la legge Zan vada incontro alla necessità di introdurre strumenti coercitivi per evitare che la società civile si opponga all'indottrinamento e alla manipolazione dei bambini nelle scuole.
Gli strumenti sono quelli dei paesi antidemocratici, perché solo un paese antidemocratico concepisce di punire la critica (fino a 6 anni!).
Mentre solo uno stato distopico è grado di concepire una legge diversa di fatto a seconda della razza o gusti sessuali.
Ne vedremo delle belle, alla faccia del non odio e del love is love.
Sembra che in Italia il problema sia solo il gender!
E' qualcosa di incredibile e allucinante, ma che la dice lunga sulla natura dei nostri politici.
Se pensiamo solo ai problemi dei bambini in questa fase sfortunata, dove non possono avere una vita normale e socializzare.
Le conseguenze della legge Zan
https://www.youtube.com/watch?v=V1UbJ6e3Ghs
In questa puntata speciale de "Il matrimonio cristiano" il Prof. Matteo d'Amico proseguirà con il commento al ddl Zan, soffermandosi sulle conseguenze della sua eventuale approvazione.
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