Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 12 marzo 2021

Signore, donaci un capo e una pioggia di grazie! - don Elia

Queste sono le origini del cielo e della terra quando furono creati, nel giorno in cui il Signore Dio fece il cielo e la terra, ogni virgulto del campo prima che spuntasse nella terra e ogni erba della regione prima che germogliasse: infatti il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era l’uomo che lavorasse la terra, ma una sorgente saliva dalla terra, irrigando l’intera superficie della terra (Gen 2, 4-6 Vulg.).
Questa è la traduzione letterale in italiano della versione latina di san Girolamo di un celeberrimo passo della Bibbia che nelle traduzioni moderne è profondamente alterato. C’è infatti una duplice anomalia: una attenente alla filologia e l’altra alla punteggiatura. A livello filologico, è ben noto che il grande Dottore ebbe a disposizione codici ebraici ben più antichi di quelli pervenuti fino ad oggi, dai quali è tradotto l’Antico Testamento [nonché la personale frequentazione e consultazione dei rabbini del suo tempo nella loro terra -ndr]. Il cosiddetto testo masoretico, ormai universalmente preso come riferimento, è in realtà molto tardivo, essendo stato completato non prima del X secolo d.C. I masoreti erano rabbini che intesero fissare la corretta lettura delle Scritture, messe per iscritto con le sole consonanti, inventando un sistema di segni per indicare le vocali. Il problema è che, spesso, la stessa sequenza di consonanti, con vocali diverse, può avere significati molto diversi. Dato che il giudaismo postbiblico, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, si riorganizzò in chiave decisamente anticristiana, non fa meraviglia che a subire le maggiori manipolazioni siano stati proprio quei passi veterotestamentari che preannunciano Gesù Cristo.

L’altra questione, tuttavia, è ancor più rilevante per il passo in questione. L’attuale scienza biblica ritiene di dover mettere un punto dopo le parole quando furono creati. Secondo l’insindacabile giudizio degli studiosi, infatti, lì terminerebbe un supposto primo racconto della creazione attribuito a una supposta fonte sacerdotale e inizierebbe un presunto secondo racconto attribuito a una presunta fonte jahwista. All’epoca dei miei studi di base, era dato per certo che il Pentateuco risultasse dal tardivo assemblaggio di ben quattro documenti di epoche diverse, con buona pace di Mosè e di tutti coloro (compreso Nostro Signore) che lo hanno sempre considerato l’autore, mentre oggi viene dato altrettanto per certo che i documenti non siano in realtà più di due… Comunque sia, quel punto a metà della frase cambia radicalmente il senso del testo, che invece si ricompone perfettamente non appena lo si legga in continuità, come del resto fece san Girolamo, purché non si pretenda di imporre all’autore sacro la mentalità dei razionalisti attuali.

Ora, cosa significa che «il Signore Dio fece […] ogni virgulto del campo prima che spuntasse nella terra e ogni erba della regione prima che germogliasse»? In che senso li aveva fatti, se ancora non c’erano? Nella ricerca di una spiegazione ci viene in soccorso san Bonaventura con la tesi, presa in prestito dagli stoici, delle ragioni seminali, cioè di princìpi inerenti al mondo creato, nascosti ma capaci di determinarne lo sviluppo secondo un piano prestabilito. Sebbene il loro statuto metafisico non sia del tutto chiaro, l’idea è interessante per far luce sul modo in cui il Creatore potrebbe aver impresso alla Sua opera un dinamismo evolutivo da Lui programmato e governato. L’agiografo ha dunque descritto un momento in cui, una volta poste le condizioni di base, mancava soltanto che si mettesse in moto il processo mirante alla comparsa dei vegetali; precedentemente, invece, aveva presentato l’insieme dell’opera in un ordine organico e con uno sguardo complessivo, che non sono necessariamente in contrasto con l’approccio successivo.

Tutto era dunque predisposto perché la terra (nominata sette volte in tre versetti) si ricoprisse in modo mirabile di vegetazione. Mancavano però due elementi, cosa che spiega come mai nessuna pianta fosse ancora spuntata: la pioggia che fecondasse il suolo e l’uomo che lo coltivasse; al tempo stesso, una fonte d’acqua saliva dal basso per evitarne il completo inaridimento. Lasciando l’esegesi biblica strettamente intesa, proviamo ora a trasporre questo quadro nell’attualità del momento. L’impressione dei cattolici più avvertiti è che tanto la società quanto la Chiesa siano ridotte a un deserto, nel cui aspetto esterno nulla permette di presagire la rifioritura di un giardino. Lo Spirito Santo, tuttavia, ci avverte che in realtà Dio ha già predisposto ogni cosa perché da tale desolazione rinasca una rigogliosa vita cristiana: tutto è pronto, benché non si veda. La primavera già freme nelle gemme e nei boccioli; i princìpi e gli elementi del prodigioso rinnovamento sono già stati collocati, per chi sa scorgerli con l’occhio dell’anima illuminato dall’alto.

Ciò che ancora manca per far sbocciare il giardino, anche oggi, è l’acqua dal cielo e il coltivatore: una pioggia di grazie e un uomo inviato da Dio a lavorarlo. C’è già, nondimeno, una sorgente che sale dal basso: è la ragionevolezza di tante persone di buon senso che, anche lontano dalla Chiesa e dalla fede, hanno conservato l’uso dell’intelletto, l’indipendenza di spirito e la libertà di dire il vero. Tutto è pronto per la rinascita della società cristiana, ma c’è bisogno di una guida e di un potente soccorso dal Cielo. Per questo la Crociata di Preghiera a San Giuseppe, iniziata per chiedere, in vista dell’avvento del regno di Maria, la liberazione dalla tirannia che ci opprime a livello sia civile che ecclesiastico, deve concentrarsi nel chiedere questi due doni: un capo e la pioggia. È del tutto certo che il Signore sia pronto a concederceli, purché ricorriamo con fervore e perseveranza al patrocinio del Custode della Chiesa universale, incaricato da Dio di manifestare particolarmente nel nostro tempo la Sua cooperazione alla salvezza.

La consacrazione a san Giuseppe è una delle condizioni perché la nostra preghiera abbia un effetto irresistibile sul Suo cuore castissimo. Ad essa molti si stanno preparando con assiduità, contando di effettuarla il giorno della solennità. Chi non ha potuto aderire adesso potrà farlo in vista della festa del 1° maggio, in occasione della quale la consacrazione potrà essere ripetuta con chi non l’avrà compiuta il 19 marzo. Fin d’ora tutti sono caldamente invitati a pregare intensamente e a far penitenza per l’intenzione indicata. Il mondo e la Chiesa sono esposti a minacce senza precedenti, non solo per la vita spirituale, ma finanche per la vita fisica; tuttavia il Signore non può permettere che la Sua opera sia annientata dai servitori di Lucifero. Bisogna indubbiamente esser pronti a soffrire per rimanergli fedeli, ma con la certezza che le forze del male non potranno mai prevalere, per quanto sembrino invincibili. Per intercessione di Maria immacolata e di san Giuseppe, vi benedico tutti di cuore con le vostre famiglie.
Glorioso patriarca san Giuseppe,
il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili,
vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.
Prendi sotto la tua protezione
le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido,
affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.
Che non si dica che ti abbia invocato invano
e, poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria,
mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

MARTIROLOGIO ROMANO SECONDO IL CALENDARIO DEL VETUS ORDO

CONOSCIAMO IL SANTO DEL GIORNO: S. GREGORIO MAGNO

Oggi 12 marzo 2021 si festeggia a Roma san Gregorio primo, Papa, Confessore ed esimio Dottore della Chiesa, il quale, per le ammirabili gesta e per aver convertito gli Inglesi alla fede di Cristo, è stato detto Magno e soprannominato Apostolo dell'Inghiltérra.
Nacque verso il 540 dalla famiglia senatoriale degli Anici e alla morte del padre Gordiano, fu eletto, molto giovane, prefetto di Roma. Divenne poi monaco e abate del monastero di Sant'Andrea sul Celio. Eletto Papa, ricevette l'ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nell'azione missionaria. Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano. Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletico e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo. Morì il 12 marzo 604.

Anonimo ha detto...

Nuove abbazie nascono. In Missouri, con la liturgia tradizionale...
Perché la storia della Chiesa di questi anni non è solo storia di chiusura di chiese.

http://blog.messainlatino.it/2021/03/benedettine-di-maria-regina-degli.html

Catholicus ha detto...

"Ci abitueremo a vivere senza Pasqua? Se i vertici accettassero ancora una volta di rinunciare alla Pasqua per ossequio ai decreti ministeriali, provocheranno una profonda divisione interna e perderanno molto in autorevolezza. Così la Chiesa assume i criteri del potere e diventa una Chiesa di Stato, con i vescovi suoi funzionari."

Opere di misericordia su riflessione di Don Elìa . ha detto...

Confederazione Triarii
https://www.youtube.com/watch?v=rKBcEw0laD8
SANTO ROSARIO (Rosarium Virginis Mariæ)
IN RIPARAZIONE DELLE ORRENDE BLASFEMIE AVVENUTE AL FESTIVAL DI SANREMO
E NEI RIGUARDI DELLA BEATA VERGINE MARIA IN PIAZZA SEMPIONE (ROMA)

"Ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me l'avete dato voi! Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l'amore."(S.T.del B.G.)

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Ventiquattresimo giorno: la misericordia e il perdono
https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/p/ventiquattresimo-giorno-10-marzo.html

La vera misericordia non ha nulla a che vedere con una comoda indulgenza, una complice acquiescenza o una paternalistica commiserazione; essa nasce invece dalla considerazione delle colpe altrui in una luce soprannaturale, sub specie aeternitatis. L’occhio della carità vede il peccatore esposto non soltanto a severi castighi nella vita presente, ma anche e soprattutto alla dannazione eterna. Chi ti fa un torto, per grave che sia, arreca a se stesso un danno ben peggiore; se si rendesse conto di ciò, si guarderebbe bene dal farlo. Ammesso che gli sia concessa la grazia della penitenza finale, infatti, dovrà scontare ogni cosa nel Purgatorio, le cui pene sono durissime...

Anonimo ha detto...

Queste parole sono tratte dalla “Regola Pastorale” di papa san Gregorio Magno (2,4). Sono parole di straordinaria attualità in questi tempi in cui molti cattolici, soprattutto sacerdoti e vescovi che hanno l’obbligo di proteggere il gregge dai lupi, tendono a fare silenzio, a non ammonire gli errori, facendo sì che molte anime rischino la dannazione eterna. Leggiamo e meditiamo.

La guida delle anime sia discreta nel suo silenzio e utile con la sua parola affinché non dica ciò che bisogna tacere e non taccia ciò che occorre dire. Giacché come un parlare incauto trascina nell’errore, così un silenzio senza discrezione lascia nell’errore coloro che avrebbero potuto essere ammaestrati.

Infatti, spesso, guide d’anime improvvide e paurose di perdere il favore degli uomini hanno gran timore di dire liberamente la verità; e, secondo la parola della Verità, non servono più alla custodia del gregge con lo zelo dei pastori ma fanno la parte dei mercenari (cf. Gv. 10, 13), poiché, quando si nascondono dietro il silenzio, è come se fuggissero all’arrivo del lupo.

Per questo infatti, per mezzo del profeta, il Signore li rimprovera dicendo: Cani muti che non sanno abbaiare (Is. 56, 10). Per questo ancora, si lamenta dicendo: Non siete saliti contro, non avete opposto un muro in difesa della casa d’Israele, per stare saldi in combattimento nel giorno del Signore (Ez. 13, 5). Salire contro è contrastare i poteri di questo mondo con libera parola in difesa del gregge; e stare saldi in combattimento nel giorno del Signore è resistere per amore della giustizia agli attacchi dei malvagi.

Infatti, che cos’è di diverso, per un Pastore, l’avere temuto di dire la verità dall’avere offerto le spalle col proprio silenzio? Ma chi si espone in difesa del gregge, oppone ai nemici un muro in difesa della casa di Israele. Perciò di nuovo viene detto al popolo che pecca: I tuoi profeti videro per te cose false e stolte e non ti manifestavano la tua iniquità per spingerti alla penitenza (Lam. 2, 14).

È noto che nella lingua sacra spesso vengono chiamati profeti i maestri che, mentre mostrano che le cose presenti passano, insieme rivelano quelle che stanno per venire. Ora, la parola divina rimprovera costoro di vedere cose false, perché mentre temono di scagliarsi contro le colpe, invano blandiscono i peccatori con promesse di sicurezza: essi non svelano le iniquità dei peccatori perché si astengono col silenzio dalle parole di rimprovero. In effetti le parole di correzione sono la chiave che apre, poiché col rimprovero lavano la colpa che, non di rado, la persona stessa che l’ha compiuta ignora.

Perciò Paolo dice: “(Il vescovo) sia in grado di esortare nella sana dottrina e di confutare i contraddittori (Tito 1,9).

Perciò viene detto per mezzo di Malachia: “Le labbra del sacerdote custodiscano la scienza e cerchino la legge dalla sua bocca, perché è angelo del Signore degli eserciti.” (Malachia 2,7)

Perciò per mezzo di Isaia, il Signore ammonisce dicendo: “Grida, non cessare, leva la tua voce come una tromba.” (Isaia 58,1)

Insomma, chiunque si accosta al sacerdozio assume l’ufficio di banditore perché, prima dell’avvento del Giudice che lo segue con terribile aspetto, egli lo preceda col suo grido.

Se dunque il sacerdote non sa predicare, quale sarà il grido di un banditore muto?

Anonimo ha detto...

Novena a San Giuseppe 3° giorno

Ad te, beate Ioseph, in tribulatione nostra confugimus, atque, implorato Sponsae tuae sanctissimae auxilio, patrocinium quoque tuum fidenter exposcimus. Per eam, quaesumus, quae te cum immaculata Virgine Dei Genetrice coniunxit, caritatem, perque paternum, quo Puerum Iesum amplexus es, amorem, supplices deprecamur, ut ad hereditatem, quam Iesus Christus acquisivit Sanguine suo, benignus respicias, ac necessitatibus nostris tua virtute et ope succurras. Tuere, o Custos providentissime divinae Familiae, Iesu Christi sobolem electam; prohibe a nobis, amantissime Pater, omnem errorum ac corruptelarum luem; propitius nobis, sospitator noster fortissime, in hoc cum potestate tenebrarum certamine e caelo adesto; et sicut olim Puerum Iesum e summo eripuisti vitae discrimine, ita nunc Ecclesiam sanctam Dei ab hostilibus insidiis atque ab omni adversitate defende: nosque singulos perpetuo tege patrocinio, ut ad tui exemplar et ope tua suffulti, sancte vivere, pie emori, sempiternamque in caelis beatitudinem assequi possimus. Amen

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima Sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi, che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e copri ciascuno di noi con il tuo continuo patrocinio, affinchè col tuo esempio e il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.

Antica Novena a San Giuseppe
(da iniziarsi giorno 10 Marzo)

I. Sposo purissimo di Maria, glorioso s. Giuseppe, siccome fu grande il travaglio e l’angustia del vostro cuore nella perplessità di abbandonare la vostra illibatissima Sposa; così fu inesplicabile l’allegrezza, quando dall’Angelo vi fu rivelato il Mistero sovrano dell’Incarnazione. Per questo vostro dolore, e per questa vostra allegrezza vi preghiamo di consolar ora e negli estremi dolori l’anima nostra con l’allegrezza di una buona vita e di una santa morte somigliante alla vostra in mezzo di Gesù e di Maria.
Pater, Ave, Gloria

Anonimo ha detto...

....segue
II. Felicissimo Patriarca, glorioso S. Giuseppe, che trascelto foste all’ufficio di Padre putativo del Verbo umanato, il dolore che sentiste nel vedere nascere con tanta povertà il Bambino Gesù, vi si cambiò subito in giubilo celeste nell’udire l’armonia angelica, e nel vedere le glorie di quella splendentissima notte. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza vi supplico di impetrarci, che dopo il cammino di questa vita ce ne passiamo ad udir le lodi angeliche, ed a godere gli splendori della celeste gloria.
Pater, Ave, Gloria

III. Esecutore obbedientissimo delle divine leggi, glorioso S. Giuseppe, il Sangue preziosissimo che sparse nella Circoncisione il Bambino Redentore vi trafisse il cuore, ma il Nome di Gesù ve lo ravvivò riempiendolo di contento. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza otteneteci, che tolto da noi ogni vizio in vita cui Nome santissimo di Gesù nel cuore e nella bocca giubilando spiriamo.
Pater, Ave, Gloria

IV. O fedelissimo Santo, che a parto foste dei Misteri della nostra Redenzione, glorioso S. Giuseppe, se la profezia di Simeone di ciò che Gesù o Maria erano per patire, vi cagionò spasimo di morte, vi ricolmò ancora di un beato godimento per la saluto e gloriosa risurrezione, che insieme predisse dover seguire di innumerabili anime. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza, impetrateci che noi siamo nel numero di quelli, che poi meriti di Gesù, e ad intercessione della Vergine Madre hanno gloriosamente a risorgere.
Pater, Ave, Gloria

V. O vigilantissimo Custode, famigliare intrinseco dell’incarnato Figlio di Dio, glorioso S. Giuseppe, quanto penaste in sostentare e servire il Figlio dell’Altissimo, particolarmente nella fuga, che doveste fare in Egitto: ma quanto ancora gioite avendo sempre con voi lo stesso Dio, e vedendo cadere a terra gli idoli Egiziani. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza impetrateci, che tenendo da noi lontano il tiranno infernale, specialmente colla fuga delle occasioni pericolose, cada dal nostro cuore ogni idolo di affetto terreno: e tutti impiegati nella servitù di o di Maria, per loro solamente da noi si viva e felicemente si muoia.
Pater, Ave, Gloria

VI. O Angelo della terra, glorioso S. Giuseppe, che ai vostri cenni ammiraste soggetto il Re del Cielo, o la consolazione vostra nel ricondurlo dall’Egitto intorbidissi col timore di Archelao; assicurato nondimeno dall’Angelo, lieto con Gesù e Maria dimoraste in Nazaret. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza impetrateci, che da timori nocivi sgombrato il cuore, godiamo pace di coscienza, e sicuri viviamo con Gesù e Maria e fra loro ancora moriamo.
Pater, Ave, Gloria


VII. O esemplare di ogni santità glorioso San Giuseppe, smarrito che aveste senza vostra colpa il fanciullo Gesù, per maggior dolore tre giorni lo cercaste. Finché con sommo giubilo godeste della vostra Vita ritrovata nel tempio fra i Dottori. — Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza vi supplichiamo col cuore sullo labbra ad interporvi, onde non ci avvenga mai di perdere con colpa grave Gesù; ma se per somma disgrazia lo perdessimo, tanto con indefesso dolore lo ricerchiamo, finché favorevole lo ritroviamo, particolarmente nella nostra morte, per passare a godono in Cielo, od ivi con voi in eterno cantare le sue divine misericordie.


Antiph. Ipse Jesus erat incipiens quasi annorum triginta, ut putabatur Filius Joseph.

V. Ora pro nobis Sancte Joseph.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi



Deus qui ineffabili providentia Beatum Joseph sanctissima Genitricis tuae sponsum eligere dignatus es: praesta quaesumus, ut quem Protectorem veneramur in terris, intercessorem habere mereamur in coelis. Qui vivis et regnas in secula seculorum . Amen.

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ministro-australiano-credeva-alla-propria-propaganda/

Ministro della Salute in condizioni critiche un giorno dopo aver ricevuto il vaccino Covid
A CURA DI THE DAILY EXPOSE IN DATA 9 MARZO 2021

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/coronavirus-vaccino-pfizer-ha-ucciso-40-volte-piu-anziani-del-covid/

Coronavirus: Vaccino Pfizer ha ucciso 40 volte più anziani del Covid
Maurizio Blondet 8 Marzo 2021
… a quello serve
Coronavirus: Vaccino Pfizer ha ucciso 40 volte più anziani del Covid » Notizie IN
Una revisione indipendente dei dati pubblicati dal Ministero della Salute israeliano ha concluso che durante un recente periodo di vaccinazione

https://notiziein.it/coronavirus-vaccino-pfizer-ha-ucciso-40-volte-piu-anziani-del-covid-227046...

tralcio ha detto...

Ottimi spunti da don Elia!
Bisogna guardare in un'altra direzione.
Senza desiderio e sete di Dio non faremo che avvitarci altrove.
Tutta questa situazione è una Grande Quaresima.
Non trascorriamo invano i quaranta tempi di deserto, non costruiamoci vitelli d'oro terreni.
La Pasqua di Cristo, avvenuta due mila anni fa e in ogni Santa Messa, non comporta automaticamente la Terra Promessa. Il Regno di Dio è vicino, ma per entrarci bisogna desiderare quello, senza rimpiangere l'Egitto, i suoi idoli e quelle pietanze.

LJCetMI ha detto...

Don Elìa si conferma sempre piu' Medico delle anime e anche dei corpi che quelle anime redente ospitano .
Se voi siete in contatto mi piacerebbe gli riportaste il mio:
Grazie di cuore .

In pratica: è una escalation del colpo di Stato iniziato dal governo precedente. ha detto...

13 marzo 2021

DECRETO LEGGE & DPCM: COSA CAMBIA?

SIA CHIARO UN CONCETTO:
Io, esprimo il mio personale punto di vista e, quindi, di conseguenza, come mi comporterò.
Preciso che ho giurato sulla Costituzione e che, pertanto, da cittadino in uniforme - che ha servito con onore lo Stato per bel 37 anni - è mio preciso DOVERE DIFENDERE LA COSTITUZIONE come dovrebbe fare ogni Cittadino degno di ritenersi tale.
Pertanto, io OBBEDISCO e RISPETTO solo la Costituzione, ed i provvedimenti normativi (che si chiamino DPCM, DL, ORDINANZE, CIRCOLARI) che sono in religioso rispetto di essa. Ognuno si comporti come meglio crede. Se si preferisce rinchiudersi in casa, frignare, fallire ed ammalarsi questo rientra nella sfera delle scelte personali.
Esattamente tale e quale alla scelta di sottoporsi come cavia alla inoculazione del TEST SIERO GENICO (di fogna).

Cerchiamo di fare chiarezza. Intanto è utile affermare che nel tentativo di LIMITARE LE LIBERTÀ PERSONALI, l'utilizzo del "DL" è una furbata di basso profilo tanto quanto il DPCM.

ANALISI:
LA sentenza del tribunale di Reggio EMILIA (nr. 54 del 27 gennaio 2021) ha sancito un principio chiaro e fermo, ovvero che lo strumento del DPCM è illegittimo in quanto del tutto "incompatibile con lo STATO DI DIRITTO del nostro Paese."
In parole povere: non si può in alcun modo limitare le LIBERTÀ PERSONALI e, quindi, anche gli spostamenti di una persona in tutto il territorio nazionale. In quanto, questi, sono DIRITTI che attengono alla sfera dei DIRITTI IMPRESCINDIBILI DI UNA PERSONA.

OSSERVAZIONE:
Il fatto che un Presidente del Consiglio dei Ministri scelga di utilizzare i decreti legge piuttosto che dei dpcm nulla cambia dal punto di vista della illegittimità Costituzionale e della sua inefficacia.

PERCHÉ?
Lo strumento del decreto legge in violazione delle libertà personali - che imporrebbe di fatto una sorta di ARRESTI DOMICILIARI - rappresenta essere un provvedimento palesemente incostituzionale.

Per esser più chiaro, ciò che ha fatto questo l'attuale Capo del GOVERNO, utilizzando il DECRETO LEGGE, risulta essere un atto ancor più grave rispetto alle azioni del suo predecessore attraverso i famigerati DPCM.
Infatti, egli sta utilizzando uno strumento legislativo per violare in maniera ancora più clamorosa la Costituzione, ignorando, di fatto, la sentenza del tribunale di Reggio Emilia.

In pratica: è una escalation del colpo di Stato iniziato dal governo precedente.

La Corte Costituzionale ha già espresso una sentenza riguardante le libertà di circolazione. Ovvero, le limitazioni possono essere imposte solo per gli accessi in determinate aree o luoghi circoscritti poiché ritenuti infetti, ma mai tali limitazioni può comportare un obbligo di permanenza domiciliare (Corte Cost. n. 68 del 1964).

CONCLUSIONE:
In sostanza la libertà di circolazione non può essere confusa con la libertà personale.
Infatti:
- i limiti della libertà di circolazione attengono a luoghi specifici il cui accesso può essere precluso, perché ad esempio pericolosi;
- mentre il divieto sugli spostamenti NON RIGUARDEREBBE i LUOGHI bensì le persone. Ragion per cui, la limitazione che il Capo del Governo vorrebbe imporre si configura come vera e propria limitazione della libertà personale.

PER CONCLUDERE - AUTOCERTIFICAZIONE:
L' autocertificazione è un diritto e NON un dovere, pertanto è una scelta farla. Non può essere imposta! Fermo restando che NON si è obbligati a dire all'agente delle FF.OO. di turno dove si va. Quando in passato ti fermavano ti hanno mai chiesto "DOVE VA?".
https://gloria.tv/post/DpckxN3EBau22LxBLjREWRJE7/replies

Consigli utili . ha detto...

link:
Avv. Fusillo
rumble.com/…enti-fra-comuni-e-regioni.html

Avv. Fusillo
laleggepertutti.it/…cire-in-zona-rossa-non-e-reato

Avv. Fusillo
riccamente.blogspot.com/…iarezza-la-mascherina-all.html

Avv. Fusillo
youtu.be/pjsWRSFDaDg

Avv Sandri
facebook.com/login/web/

Avv. Polacco
facebook.com/…pezzi-i-dpcm/1159390997866845/ girare tutti

Rumble (rumble.com/…enti-fra-comuni-e-regioni.html)
Difendersi ora: 4 - Gli Spostamenti fra Comuni e Regioni
Quarto di una serie di tutorial per conoscere i propri diritti quando si ha a che fare con i dpcm e le nuove normative. Domande pratiche, da cittadino, con esempi concreti, e le risposte.

Anonimo ha detto...

Le linee guida del ministero della salute sono completamente sbagliate. Ma ora finalmente già due regioni, Lazio e Campania hanno accettato i protocolli di cura dal virus, veri ed efficaci, ma purtroppo osteggiati da Governo, media asserviti e dai professionisti collaborazionisti a libro paga. 12 Marzo 2021 - D.ssa De Mari.
https://gloria.tv/post/bZJPqBfveNa81vFbMR9KSmnHG