Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 13 luglio 2020

“Il mito del Progresso” di Marcel De Corte - Andrea Mondinelli

Cari amici,
quello che sta succedendo nella nostra società odierna, in tempo di pandemia, non è causato dal covid-19, il quale è un effetto di ben altra causa. Per comprenderlo è sufficiente leggere questo brano tratto da “Il mito del Progresso” di Marcel De Corte (qui). Eccone un significativo stralcio:
Quanto all'incidenza sociale del progresso tecnico, inutile spendere troppe parole: l'enorme accumulo di progressi tecnici ha moltiplicato i divieti di origine legislativa e amministrativa. Le comodità tecniche che abbiamo a disposizione hanno diminuito come contropartita la nostra libertà. Se Rousseau ritornasse in terra a vedere la nostra civiltà tecnica, sarebbe più che mai convinto di aver avuto ragione: l'uomo è nato libero, e dappertutto è in catene! Mentre accresciamo i nostri poteri tecnici, sparisce la spontaneità dei nostri riflessi sociali: dove era possibile camminare naturalmente, occorrono oggi innumerevoli stampelle per avanzare d'un passo.
Il tecnico vero sa tutto questo. Ma l'uomo della strada, il filosofo, il teologo, l'intellettuale, e il tecnico stesso in quanto uomo della strada, non lo sanno. C'è una enorme distanza fra chi pratica le tecniche, e chi le utilizza. Il primo urta continuamente contro ostacoli nuovi, e sa per esperienza che i rimedi tecnici che egli vi apporta non possono accumularsi all'infinito senza una concentrazione di mezzi tale da non poterne più controllare la complessità. Chi invece dispone puramente e semplicemente dei risultati delle tecniche ignora questa misura. Il suo sguardo non è fissato sul sottile punto d'equilibrio nel quale sono concentrati i rischi di rottura, ma soltanto sui benefici e sulle comodità che può trarre dalle tecniche e che, naturalmente, vuole moltiplicare all'infinito. Chi pratica le tecniche deve fare i conti con le esigenze d'un oggetto al quale deve sottomettersi, sotto pena di distruggerlo, mentre il consumatore della tecnica incontra solo le esigenze illimitate della propria soggettività, e si perde nel suo desiderio di godere sempre di più dei benefici d'una tecnica che immagina inesauribile, semplicemente perché non ha mai avuto a che fare direttamente con essa, e non ha affrontato di persona i limiti del reale. Il suo giudizio e il suo agire non sono governati da una esperienza della tecnica e delle sue possibilità effettive, ma dal mondo nuovo che essa costruisce intorno a lui, e che egli coglie soltanto dal di fuori perché non ha partecipato alla sua creazione. Insisto molto sulla differenza fra chi pratica e chi utilizza le tecniche, poiché questa ci offre la spiegazione delle difficoltà e, aggiungerei volentieri se la parola non fosse troppo usata, della tragedia della nostra epoca. Il mondo delle tecniche sta sviluppandosi intorno a noi in modo tale, che l'immensa maggioranza degli uomini è incapace di comprenderne il funzionamento, e vi si colloca con la pretesa smodata del parassita e del barbaro: ne possiamo già cogliere le disastrose conseguenze. Invano tenta di nasconderle la pseudo-filosofia del progresso infinito, rinnovata dal secolo XVIII e camuffata in moto della storia.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=DY8DLHXc1oc&fbclid=IwAR3LC72lqHKobmjHfWj_B5LbIp1iHq5yGPNhKBUwWhnoWJ2RnDe-ecXRRPM
manipolazione mentale di massa in preparazione all'evoluzione trans-umana

Anonimo ha detto...

Un tale mi ha scritto: «Un asintomatico non è sano, perché ha il virus».
L'idiota ignora che nel corpo umano vivono migliaia di miliardi di virus, e c'è malattia solo se uno di essi causa disfunzioni, sennò no.
Ecco perché vi manipolano: siete perfino più ignoranti che coglioni.

Il Sofista

Anonimo ha detto...


L'idea sbagliata di un progresso all'infinito

Il mito del progresso ha creato il mito di un'umanità convinta di progredire all'infinito, in tutti i sensi, soprattutto in quello materiale. Spiritualmente, si tratterebbe di assicurarsi una felicità terrena piena e quasi inestinguibile e di arrivare a conoscere la natura in tutte le sue caratteristiche.
Sono miti sciocchi e meschini perfino. La felicità oltre ad essere sempre momentanea, finita, quando è mia non lo è di un altro, ad essa corrisponde spesso un'infelicità uguale e contraria. La natura svela i suoi segreti solo per nascondersi meglio.

Galileo, nell'ultima sua opera, in parte dettata perché era diventato cieco, i Dialoghi sopra due nuove scienze, considerata il fondamento della nuova fisica, dimostrò matematicamente che in natura nessun organismo può crescere all'infinito. Esiste una proporzione di rapporti, una proporzionalità interna, grazie alla quale p.e. un animale che cominciasse a crescere indefinitamente vedrebbe i suoi organi, le sue parti, le sue membra crollare su se stesse. La natura era appunto scritta per Galileo da Dio secondo rapporti matematico-geometrici che non si potevano violare.
Tale proporzionalità, scriveva Galileo, vale anche per le costruzioni artificiali dell'uomo.
E vale anche per l' attività spirituale dell'uomo,aggiungo, che nasce, cresce, si sviluppa, matura poi comincia a decadere, a ripiegarsi su se stessa, a decomporsi sino a crollare, come si vede nel destino di tutte le civiltà.
Z.

Anonimo ha detto...

Robert Cheaib

«Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio». Questa esclusività non ci deve far sentire esclusi. È detta, non per escluderci, ma per indicarci la via dell'ingresso alla vita di Dio. Dio si conosce grazie a Dio, non grazie allo sforzo umano. Il vero volto di Dio non è il frutto delle nostre immagini e immaginazioni (belle o brutte che siano). Il volto invisibile del Padre risplende nel Figlio visibile. Lui è la vera icona del Padre. Grazie a Lui, l'arte iconografica, come quella che orna la basilica violata di Aghia Sophia, diventa possibile. Si può parlare di Dio con le immagini perché abbiamo visto Dio sulle nostre strade. Gli iconoclasti possono credersi più puri, più trascendentali, più monoteisti... Ma Gesù ci ripete: Non conosci il vero Dio se non guardandola Figlio, meditando le gesta del Figlio...ma queste cose sono state nascoste ai "sapienti" e sono state rivelate ai piccoli.
(Mt 11,25-27)

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 16,37 ha ragione nella sostanza anche se avrebbe potuto esprimersi in altro modo.
Infatti c'è differenza tra Coronavirus e Covid-19,proprio perché il primo è un virus l'altro la conseguenza (malattia) dello stesso.

Anonimo ha detto...

https://terrarealtime3.blogspot.com/2017/07/432-hz-la-frequenza-che-hanno-deciso-di.html

Anonimo ha detto...

La vicenda della Stanza Rossa pone dei problemi di cui quei ragazzi scoperti - minorenni - sono solo l'ultima propaggine. Infatti usufruivano di un orrendo servizio messo su da altri. Non sappiamo da dove nè da quando questa schifisissima cosa esistesse. Che poi gli snuff movie ci fossero lo sappiamo tutti e chi non lo sa cade dal pero. Ci fu anche un film anni fa con Nicholas Cage che ne svelava alcuni retroscena. Sappiamo anche che chi ha soldi assiste dal vivo
Ora tutta la faccenda è cominciata a montare con l'arresto e il suicidio(?) di Epstein e le rivelazione che cominciano ad arrivare sulla sua isoletta e i compagni di merende.
Qui si pone un altro problema: dato che sono cose di potenti che muovono cielo e terra il fatto che se ne parli mi fa piuttosto pensare ad una guerra tra bande di questi satanisti.
Così, ad occhio.
Comunque il MALE scorrazza.
Anche le SS giravano scene orrende che rivedevano tra di loro: snuff movie ante litteram. Il che fa vedere fino a dove una società malata può arrivare.
Non riduciamo la cosa a dei ragazzi educati male e alle famiglie che dovevano sorvegliare: è ridicolo-