Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 15 maggio 2013

Prove talmudiche relative al Messia nel 30 dC.

Il lettore che si firma "Viandante" - che ringrazio di cuore - mi ha inviato questo contributo, di notevole interesse in quanto non facilmente accessibile dalle comuni fonti cui attingiamo e, soprattutto, perché ci mostra che esistono nel Talmud e, conseguentemente, risultano esser stati fatti propri dalla comunità ebraica attuale, eventi che hanno connessioni evidenti col cristianesimo e direttamente con la Persona e l'Opera del Signore.


Nei secoli successivi alla distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 dC.), il popolo ebraico ha iniziato a scrivere due versioni del suo pensiero, della sua storia religiosa e dei suoi commentari. Una versione è stata scritta in Palestina e divenne nota come il Talmud di Gerusalemme. L'altra è stato scritta a Babilonia ed era conosciuta come il Talmud babilonese.
Leggiamo nel Talmud di Gerusalemme:
"Quaranta anni prima della distruzione del Tempio, la luce occidentale si spense, il filo cremisi rimase cremisi, e il lotto per il Signore avvenne sempre con la mano sinistra. Avrebbero chiuso le porte del tempio di notte e si sarebbero alzati la mattina trovandole aperte "(Jacob Neusner, il Yerushalmi, p.156-157). [la distruzione del Tempio nel 70 dC.]
Un passaggio simile nel Talmud babilonese afferma:
"I nostri rabbini insegnarono: Nel corso degli ultimi quaranta anni prima della distruzione del Tempio il sorteggio (lotto) ['per il Signore'] non venne su con la mano destra, né il cinturino color cremisi divenne bianco, e la lampada occidentale non ha più brillato di lucentezza, e le porte del Hekel [Tempio] si sarebbero aperte da sole " (Soncino versione, Yoma 39b).
Quali sono questi passi di cui si parla? Poiché entrambi i Talmud riportano le stesse informazioni, ciò indica che la conoscenza di questi eventi era stata accettata dalla diffusa comunità ebraica.

Il miracolo del "Lotto"

Il primo di questi miracoli riguarda la scelta casuale del "lotto" (sorteggio), che veniva effettuato nel Giorno dell'Espiazione (Yom Kippur). Il sorteggio determinava quale di due caproni sarebbe stato "per il Signore", e che sarebbe  stato il capro "Azazel" o "capro espiatorio". Durante i due secoli prima del 30 dC, quando il Sommo Sacerdote sorteggiava una pietra fra due, anche questa selezione era governata dal caso, e ogni anno il prete avrebbe sorteggiato una pietra nera o una pietra bianca, indistintamente e con la stessa frequenza. Ma per 40 anni di fila, a partire dal 30 dC, il Sommo Sacerdote sortì sempre la pietra nera! Le probabilità di un simile evento sono astronomico (2 potenza 40). In altre parole, le probabilità che questo si verifichi sono 1 in circa il 5479548800 o circa 5,5 miliardi a uno! In confronto, le vostre probabilità di vincita ad una lotteria di Stato o regionale sarebbero molto maggiori!

Il sorteggio di Azazel, la pietra nera, contrariamente a tutte le leggi del caso, è avvenuta per 40 volte di fila dal 30 dC al 70 dC! Questo evento è stato considerato un evento terribile e significava che qualcosa era cambiato radicalmente in questo rituale Yom Kippur. Questa assegnazione per sorte è accompagnata anche da un altro miracolo che viene descritto di seguito.

Il miracolo della Striscia Rossa

Il secondo miracolo riguarda la striscia cremisi (rosso) o un panno legato al capro Azazel (il capro espiatorio). Una porzione di questo panno rosso veniva rimosso dal capro e legato alla porta del Tempio. E ogni anno il panno rosso sulla porta del Tempio diventava bianco come a significare che l'espiazione del Yom Kippur era accettabile al Signore. Questo evento annuale accadde fino al 30 dC. A partire da quella data ogni anno e fino  al tempo della distruzione del Tempio, il panno rimase color cremisi. Questo senza dubbio causò molta agitazione e costernazione tra gli ebrei. Questa pratica tradizionale è legata alla confessione da parte di Israele dei suoi peccati e al trasferimento cerimoniale dei peccati di questa nazione sul capro Azazel. Il peccato veniva poi rimosso dalla morte di questo capro. Il peccato era rappresentato dal colore rosso del panno (il colore del sangue). Ma il panno rimasto cremisi significava che i peccati d'Israele non erano stati perdonati e che non erano stati resi "bianchi."
Come Dio disse a Israele per mezzo del profeta Isaia:
" Venite, discutiamo, dice il Signore: se i vostri peccati fossero come lo scarlatto [cremisi], diventeranno bianchi come la neve, anche se fossero rossi come porpora, diventeranno [bianco] come lana" (Isaia 1 : 18).
L'indicazione chiara è che tutta la comunità aveva perso l'attenzione del Signore in relazione a qualcosa che si era verificato nel 30 dC. L'espiazione annuale raggiunta attraverso la tipica osservanza dello Yom Kippur non era stata realizzata come previsto. Apparentemente l’espiazione era da ottenere in qualche altro modo. Chi o che cosa avrebbe fornito l'espiazione per un altro anno?

Per quanto riguarda la striscia cremisi, anche se non menzionato nelle Scritture e molto prima del 30 dC., durante i  40 anni in cui Simone il Giusto era sommo sacerdote, un filo cremisi che era stato associato con la sua persona diventava sempre bianco quando lui entrava nella parte più interna del Tempio, il Santo dei Santi. Le persone notarono questo. Inoltre osservarono che "la sorte del Signore" (il lotto bianco) si produsse per 40 anni consecutivi nel corso del sacerdozio di Simon. Notarono pure che il "lotto" scelto dai sacerdoti dopo Simon a volte era nero, e a volte bianco, e che il filo cremisi a volte diventava bianco, altre volte no. Gli ebrei giunsero a credere che se il filo cremisi diventava bianco, Dio aveva approvato i rituali della Giornata di Espiazione e che Israele poteva essere certo che Dio aveva perdonato i loro peccati. Ma dopo il 30 dC, il filo cremisi non è più diventato bianco per 40 anni, fino alla distruzione del Tempio e la cessazione di tutti i rituali del Tempio!

Che cosa ha fatto la nazione ebraica nel 30 dC. per meritare un tale cambiamento al Yom Kippur? Secondo alcuni, il 5 aprile del 30 dC (vale a dire, il 14 di Nisan, il giorno del sacrificio pasquale) il Messia, Gesù, è stato tagliato fuori da Israele, lui stesso messo a morte come un sacrificio per il peccato. Per questo evento vi è un trasferimento dell'espiazione ora non più ottenuta attraverso i due capri come offerto a Yom Kippur. Come un innocente agnello pasquale, il Messia è stato messo a morte senza che fosse trovata colpa in Lui! Ma a differenza dei sacrifici del Tempio o gli eventi  dello Yom Kippur (come spiegato sopra) dove il peccato è espiato solo per un dato lasso di tempo, il sacrificio messianico è dato con la promessa di perdono dei peccati attraverso la grazia data da Dio a coloro che accettano un rapporto personale con il Messia. Si tratta essenzialmente di un evento irripetibile per tutta la vita di ogni persona e non di una serie continua di osservanze annuali e di sacrifici animali. Il meccanismo che procura il perdono dei peccati cambiò nel 30 dC.

Il miracolo delle porte del tempio

Il miracolo successivo, che le autorità ebraiche riconobbero, è quello delle porte del Tempio che tutte le sere si spalancavano spontaneamente. Anche questo si  verificò per quarant'anni, a partire dal 30 dC. La principale autorità ebraica di quel tempo, Yohanan ben Zakkai, dichiarò che questo era un segno di morte imminente, che lo stesso tempio sarebbe stato distrutto.
Il Talmud di Gerusalemme afferma:
"Disse Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio, 'O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che tu finirai distrutto. Per questo è stato detto,' Apri le tue porte, O Libano, che l'incendio possa divorare i tuoi cedri '"(Zaccaria 11:1)' (Sota 6:3).
Yohanan Ben Zakkai era il capo della comunità ebraica durante il periodo successivo alla distruzione del Tempio nel 70 dC., quando il governo ebraico venne trasferito a Jamnia, una trentina di km a ovest di Gerusalemme.
Forse le porte si aprirono anche a significare che ora tutti possono entrare nel Tempio, anche nelle sue parti sante più interne. Le evidenze sostenute dai miracoli di cui sopra suggeriscono che la presenza del Signore si era allontanato dal Tempio. Questo non era più un luogo solo per sommi sacerdoti, ma le porte si erano aperte a tutti per entrare nella casa di culto del Signore.

Il miracolo della Menorah del Tempio

Il quarto miracolo era che la lampada più importante delle sette candele della Menorah nel Tempio si spense, e non brillò più. Ogni notte per 40 anni (oltre 12.500 notti di fila), la lampada principale del Tempio candelabro (menorah) si spegneva spontaneamente nonostante i tentativi e le precauzioni prese dai sacerdoti  per tutelarsi contro questo evento!
Earnest Martin afferma:
"In effetti, ci viene detto nel Talmud che al tramonto le lampade che erano spente di giorno (le quattro lampade centrali rimanevano spente, mentre le due lampade orientali in genere rimanevano accese per tutto il giorno) dovevano essere reilluminate dalle fiamme della lampada occidentale (che era una lampada che si supponeva dovesse restare accesa per tutto il tempo, era come la fiamma 'eterna' che vediamo oggi in alcuni monumenti nazionali) ...
"Questo 'lampada occidentale' doveva essere tenuta accesa per tutto il tempo. Per questo motivo, i sacerdoti tenevano apposta dei serbatoi  di olio d'oliva e altri strumenti  pronti per fare in modo che la 'lampada occidentale' (in qualsiasi circostanza) fosse rimasta accesa. Ma cosa successe nei quaranta anni e l’anno stesso che il Messia disse che il Tempio fisico sarebbe stato distrutto? Ogni notte per quarant'anni la lampada occidentale si spegneva e questo nonostante i sacerdoti ogni sera la preparassero in modo speciale affinché rimanesse costantemente accesa per tutta la notte! " (Il significato dell'anno 30 dC., Ernest Martin, Ricerca Aggiornamento, aprile 1994, p.4).
Anche in questo caso, le probabilità che la lampada si spenga continuamente sono astronomiche. Qualcosa di straordinario stava succedendo. La "luce" della Menorah rappresenta il contatto con Dio. Il suo Spirito e la sua presenza era ora rimossa. Questa speciale dimostrazione si verificò a partire dalla crocifissione del Messia!
Dovrebbe essere chiaro a qualsiasi mente ragionevole che non esiste un modo naturale per spiegare tutti questi quattro segni connessi con l'anno 30 dC. L'unica spiegazione possibile, deve essere soprannaturale.
Dopo il 30 dC., e la morte del Messia, cominciarono a intervenire grandi difficoltà e prove impressionanti sulla nazione ebraica. Gesù stesso predisse ciò. Come Egli fu condotto via per essere crocifisso, Gesù mise in guardia le donne di Gerusalemme:
Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Già, perché verranno giorni nei quali si dirà, 'Beate le sterili, i grembi che non hanno portato e i seni che non hanno allattato! 'Allora cominceranno `a dire ai monti:" Cadete su di noi! "E ai colli:" Copriteci! ".'" Perché se fanno queste cose al legno verde, che cosa sarà fatto a quello secco? " ( Luca 23:28-31).
Quando diamo uno sguardo obiettivo agli eventi del 30 dC., chi può mettere in dubbio che quello fosse davvero l’anno della crocifissione e della risurrezione del vero Messia, mandato da Dio a Israele? Chi può negare che Egli è l'unico e solo vero Messia? Chi altro ha adempiuto a tutte le profezie del Vecchio Testamento - tra cui la straordinaria profezia di Daniele al capitolo 9 e le ''70 settimane''- giungendo nello stesso anno previsto per la venuta del Messia?
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by Nicholas Federoff (Dr. T. Peterson, Editor) - Traduzione a cura di Viandante

12 commenti:

Sebastian ha detto...

Verrebbe da dire che in quei 40 anni il Signore abbia cercato di farglielo capire in tutti i modi, un po' come nei 40 anni nel deserto dopo la fuga dall'Egitto. Popolo di dura cervice...

don Camillo ha detto...

Per approfondire:

http://www.messiev.altervista.org/Yom_Kippur.pdf

Louis Martin ha detto...

... quia veniet Propheta magnus et Ipse renovabit Ierusalem.

rocco ha detto...

mi ha colpito molto tutto l'articolo. in particolare un fatto : come si sceglieva tra un capro bianco e uno nero cosi' venne fatto tra Gesu' e Barabba. e le parole di pilato a garantire (ad un popolo "fissato" con le leggi) la purezza di Gesu': non trovo in lui nessuna colpa. e ora mi vado a vedere anche l'aarofondimento di donCamillo!

Anonimo ha detto...

Mi rivolgo in particolare a Sebastian, che di certo capisce bene il contesto che emerge dal documento di cui al link che indico di seguito:

si tratta di una catechesi nell'ambito del Cammino neocatecumenale (che definiscono "iniziazione cristiana", mentre è un vero e proprio messianismo giudeo-luterano-gnostico)

Giudicate voi dal testo che leggerete, che mi è venuto in mente visto che si parla anche di kippur...

http://neocatecumenali.blogspot.it/2008/12/aporto-san-giorno-settembre-2008-dal.html

Anonimo ha detto...

... e vi pregherei di leggere anche le discussione, perché chiarisce delle cose in più...

rocco ha detto...

ciao mic , ho letto bene sia il link di don C che il tuo. del primo ho visto che l'idea Gesu/Barabba capo bianco/capo nero non e' peregrina. poi dal tuo sono rimasto colpito quando si parla del perdono dei ladroni, e li si ritorna in qualche modo al "versato per voi e per molti/tutti". la differenza tra il sacificio di Cristo che volontariamente sacrifica se stesso e' diverso dal sacrificio del capro che viene sacrificato. mentre nel rituale ebraico vi poteva essere una meccanicita'( facio ut das) nel sacrificio di Cristo e nella dinamica del perdono non vi puo' essere meccanicita'. l'esatto contrario dell'esposizione del catechista neocat. ce lo ricorda il vangelo quando narra di Cristo che "non pote' operare miracoli" perche' gli uomini non volevano. il sangue di Gesu e' versato per molti, i molti che in lui crederanno, i molti che si pentiranno, i molti che si convertiranno. mentre lo yom kippur quindi copriva i peccati col sangue del capro, Cristo ha il potere di distruggerli e cancellarli per chi chiede perdono pentito e ripara. dire che Cristo salva tutti significa ricondurre il suo sacrificio e il rapporto di amore con l'uomo , al meccanicismo del rituale ebraico. infatti dei due ladroni si salva quello che si e' pentito. il sacrificio e' valido per chi si pente. il sangue e' versato per chi si pente e pentira'. il sangue di Cristo non puo' infatti essere sprecato. meccanicismo ebraico che ricorda i riti pagani. tu mic, invece a cosa alludevi?

rocco ha detto...

tra l'altro anche io trovo che ci sia un filo conduttore tra carimatici, rinnovamento, pentecostalismo, gospisti, e neocat. tale filo e' l'ebraicizzazione del culto cristiano cattolico e la distorta pneumologia. e credo che cammino e rinnovamento siano i cavalli di Troia di oggi per tentare di infiltrare queste ideologie religiose nella Chiesa e tentare di abbatterla( cosa non troppo nascosta se si pensa a quanti parlano di ricostruire, e rinnovare e rinascere, quando per ricostruire prima si deve distruggere, per rinnovare si signiofica cambiare, e per rinascere si deve essere morti)

bedwere ha detto...

Riguardo al tempio, a me fece impressione la prima volta che lessi la testimonianza dello storico pagano
Ammiano Marcellino. L'imperatore Giuliano l'apostata voleva ricostruire il tempio per smentire le profezie, ma apparvero terribili palle di fuoco dalle fondamenta che bruciarono vivi gli operai e convisero la sovrintendenza a lasciar perdere.


Vedasi:

http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Ammian/23*.html


Ammiani Marcellini, Rerum Gestarum libri qui supersunt, Liber XXIII, I, 1

viandante ha detto...

Certo che illudere gli ebrei dicendo loro che l'Antico Testamento non é mai stato abolito e lasciando intendere che loro si possono salvare per quella via, anche alla luce dei fatti descritti nell'articolo, é come se ad un naufrago gettassimo dei salvagenti bucati!
Ma conoscono gli ebrei questi passi del Talmud?

Angelo Pulvirenti su Blondet & Friends ha detto...

“Segno e grande prova della venuta del Verbo è che Gerusalemme non esiste più, che non è più sorto un profeta e non si rivela più loro una visione. Ed è molto giusto che sia così. Infatti, quando venne colui che era stato annunciato, che bisognoc’era ancora di annunciatori? Essendo ormai presente la verità, che bisogno c’era ancora dell’ombra? Per questo profetarono finché giunse a Giustizia-in-sé e colui che riscattava i peccati di tutti. Per questo Gerusalemme esisteva così a lungo , affinché lì meditassero in anticipo le figure della verità. Quindi, una volta venuto il santo dei santi, giustamente fu messo il sigillo alla visione e alla profezia ed è cessato il regno di Gerusalemme. Presso di loro furono unti i re fino al momento in cui fu unto il Santo dei Santi. E Mosè profetizzava che il regno dei giudei esisterà fio a lui dicendo: “Il capo non sarà allontanato da Giuda né il principe dai suoi lombi, finché giunga ciò che è riservato per lui; egli è l’attesa delle genti. Per questo il Salvatore stesso proclamava: “La legge e i profeti hanno profetato fino a Giovanni”. Dunque, se ora c’è tra i profeti un re o un profeta o una visione, essi hanno ragione a negare che Cristo è venuto; se invece non c’è più né re né visione, ma è stato messo il sigillo ad ogni profezia e la città e il tempio sono stati distrutti, perché sono così empi e trasgressori da non vedere ciò che è accaduto e negare che Cristo abbia fatto tutto questo?”.(S. Atanasio, L’Incarnazione del Verbo).

Ciò valga come contributo alla lettura del testo della Commissione vaticana per i rapporti con l’ebraismo (10 dicembre 2015) secondo la quale, “poiché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11,29), (…) “Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei. Fermo restando questo rifiuto -per principio- di una missione istituzionale diretta agli ebrei, i cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo anche davanti agli ebrei; devono farlo però con umiltà e sensibilità…” (6,40).

Maria Guarini ha detto...

Leggete qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/modifica-della-dottrina-della.html
M. Guarini, Modifica della “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa in “dottrina delle due salvezze parallele”