Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 17 marzo 2016

Chi vedeva chiaro fin dal primo post-concilio

In vasti ambienti cattolici l’applicazione del progetto descritto dal concilio Vaticano II e lo sforzo di adattamento, sia a causa della difficoltà dell’obbiettivo sia per una concessione allo spirito del tempo, è di fatto andato al di là della semplice espressione d’adeguamento alla mentalità odierna. Ha toccato la sostanza stessa della Rivelazione. 

Non ci si preoccupa di esporre la verità rivelata in termini tali che le persone la possano comprendere più facilmente; ci si propone, piuttosto, attraverso un linguaggio ambiguo e fiorito, una nuova Chiesa che segue il gusto umano, formata secondo le massime del mondo moderno. Con ciò, si propaga un po’ ovunque l’idea che la Chiesa deve subire un cambiamento radicale nella sua morale, nella sua liturgia e, pure, nella sua dottrina. 

Negli scritti come nella condotta, apparsi nell’ambito cattolico dopo il Concilio, si diffonde la tesi che la Chiesa tradizionale quale esisteva fino al Concilio Vaticano II, non è all’altezza dei tempi moderni. In tal modo dev’essere completamente trasformata. Così, un’osservazione radicale di ciò che sta accadendo negli ambienti cattolici, ha portato alla convinzione che, in realtà, dopo il Concilio esiste una nuova Chiesa, essenzialmente diversa da quella conosciuta prima del Concilio stesso come l’unica Chiesa di Cristo.

In effetti, si esalta, come principio assoluto e inviolabile, la dignità umana, ai diritti della quale devono sottostare la Verità e il Bene. Una simile religione inaugura la religione dell’uomo. Essa fa dimenticare l’austerità cristiana e la beatitudine del Cielo. 

Nei costumi, lo stesso principio fa dimenticare l’ascesi cristiana ed è totalmente indulgente verso lo stesso piacere sensuale, dal momento che è sulla terra che l’uomo deve cercare il suo compimento. Nella vita coniugale e familiare, la religione dell’uomo esalta l’amore e pone il piacere al di sopra del dovere, giustificando, con ciò, i metodi contraccettivi, smorzando l’opposizione al divorzio e favorendo l’omosessualità e la coeducazione senza timore dei susseguenti disordini morali loro inerenti, come conseguenze del peccato originale. Nella vita pubblica, la religione dell’uomo non capisce l’ordine gerarchico e difende l’egualitarismo proprio all’ideologia marxista in contrasto con l’insegnamento naturale e rivelato il quale assicura l’esistenza di un ordine sociale richiesto dalla natura stessa. 

Nel dominio religioso, lo stesso principio preconizza un ecumenismo che, a beneficio dell’uomo, riconcili tutte le religioni e desidera la trasformazione della Chiesa in una società d’assistenza sociale. Tale principio rende incomprensibile il sacro, poiché non lo si può comprendere se non in un società gerarchica. Da qui deriva l’eccessiva preoccupazione della promozione del clero, il cui celibato è visto come assurdo, come il contenuto di una vita sacerdotale singolare, strettamente legata al carattere di una persona consacrata interamente al servizio dell’altare. Nella liturgia si abbassa il sacerdote ad un semplice rappresentante del popolo e i cambiamenti sono tali e numerosi che essa cessa di rappresentare convenientemente, agli occhi dei fedeli, l’immagine della Sposa dell’Agnello, una santa, immacolata. 

È evidente che il lassismo morale e la dissoluzione liturgica non possono coesistere con l’immutabilità del dogma. In realtà, tali cambiamenti indicano già dei cambiamenti nei concetti delle verità rivelate. Una lettura dei nuovi teologi, considerati quali portavoce del Concilio, dimostra come, in effetti, in alcuni ambienti cattolici, le parole con cui si stabiliscono i misteri della fede, implicano dei concetti totalmente differenti da quelli della teologia tradizionale.
(Vescovo Antônio de Castro Mayer - Bollettino Diocesano, aprile 1972).

4 commenti:

Josh ha detto...

Mic, quando hai un momento puoi mettere un titolo a questo post, per rendere la consultazione, la ricerca, e i link, più agevoli? :-)
Grassie

Anonimo ha detto...

.... In definitiva, quale è stato uno dei risultati più gravi del Concilio? A mio avviso è stato l'aver cambiato la definizione della Chiesa: è stata modificata la definizione della Chiesa. .. non .. più una società divina, visibile, gerarchica, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza delle anime. .. ma … una comunione. ..Cosa vuol dire Chiesa comunione? Comunione quindi con tutte le religioni? …si arriverà non solo ad accettare le religioni cristiane non cattoliche, ma anche le religioni non cristiane e persino i non credenti….Ma dove è la salvezza, dove è la grazia, dove è Nostro Signore Gesù Cristo? Dove è la Croce? Niente di tutto questo. E aggiungono: “Queste religioni.. possono contribuire alla costruzione dell'uomo, all'unità tra gli uomini, in definitiva ad un incontro totale col Cristo”. Un incontro col Cristo nella religione “per i non cristiani”! E questo è un documento autentico del Vaticano.…

La riforma è fatta nel senso della comunione, tutta la riforma liturgica è in questo senso. Nella Santa Messa si è sostituito il sacrificio con la cena. Così invece che sul sacrificio della Croce si insisterà sulla cena, sulla comunione e partecipazione dei fedeli. Anche questo orientamento è completamente contrario alla Tradizione della Chiesa e alla sua Fede. Ciò che è importante nella nostra Messa è il Sacrificio. […] Ora invece sembra che la Messa sia soprattutto un'assemblea e il sacerdote sia il presidente dell'assemblea. Presidente, e non più sacrificatore; è una nozione nuova della Messa, come vedete, e questo è un cambiamento radicale molto grave. Non dico che la nuova Messa è eretica.., che questa Messa non è valida in se stessa, ma ritengo che sempre più ci sono Messe non valide, perché si cambiano proprio le basi stesse della Messa. Io penso ..che ..è una Messa equivoca, perché può essere detta dai protestanti come dai cattolici. I protestanti accettano di dire questa Messa...Dunque loro non hanno più difficoltà ad accettare la nuova Messa perché assomiglia sempre più ad una cena eucaristica protestante… è con questo spirito che sono state fatte tutte le riforme, come la Comunione nella mano. Se la Messa è un sacrificio, la presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo è necessaria, perché in un sacrificio ci deve essere la vittima. Quale è la vittima? Nostro Signore Gesù Cristo stesso e perciò Egli deve essere realmente presente. Se è una cena non è necessaria la presenza reale, basta un segno di una presenza spirituale: il pane spezzato…col racconto dell'istituzione della cena….. Similmente l'attitudine del sacerdote di fronte ai fedeli è normale, se si tratta di un pasto. Il presidente di un pranzo non volta le spalle ai suoi convitati. Se invece si tratta di un sacrificio, allora il sacrificio è offerto a Dio, e il sacerdote si volta verso Dio, verso la Croce, che è il segno del sacrificio che si realizza sull'altare e non verso i fedeli.

Così è tutto il significato del sacrificio della Messa che cambia.. è anche tutto il significato della spiritualità cattolica che sparisce: la spiritualità cattolica è il segno della Croce, è il Sacrificio. Noi viviamo sotto il segno della Croce, noi viviamo nel Sacrificio, nel sangue di Nostro Signore, noi siamo stati battezzati nel sangue di Nostro Signore. ….Se non siamo uniti a Nostro Signore Gesù Cristo per il suo sangue che è la grazia… le nostre azioni non sono meritorie, …Naturalmente ci possono essere buone azioni nelle altre religioni, ma non ..non salvifiche, se non hanno l'impronta del sangue di Nostro Signore ...È stato il Signore stesso a dirlo: “Io sono la vite e voi siete i tralci”. .. la porta dell'ovile… “Sine me nihil potestis facere – Voi non potete fare niente senza di me”, ha detto Nostro Signore. Nihil, niente. Ne consegue che noi abbiamo bisogno di essere uniti a Nostro Signore Gesù dal Sacrificio della Messa, dalla Croce, dal suo Sangue.

Mons. Marcel Lefebvre (dal libro ⇒“Il colpo da maestro di Satana”)

Anna

http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1391

Anonimo ha detto...

…C'è … qualche cosa che è cambiato nella Chiesa, ..che è stato cambiato dagli uomini della Chiesa. … Di questi cambiamenti ci siamo accorti dal 1958, dopo il conclave che ha eletto Giovanni XXIII. Il cardinale Roncalli… quando partì per il conclave…scriveva già al vescovo di Bergamo: “Il Papa che sarà eletto, bergamasco o no, dovrà cambiare molto nella Chiesa. Dovrà esserci una nuova Pentecoste”. …Poi ho avuto l'occasione di avere tra le mani una conferenza del cardinale Frings… fatta nel 1961 a Genova. Nella conferenza …si sente lo stesso desiderio di un cambiamento profondo... Egli dice che ormai bisognerà fare della Chiesa Cattolica una Chiesa più universale. […] Voi direte che “universale” è la traduzione del termine “cattolica” ..Ma la Tradizione ha dato .. al termine “Cattolica” un senso ben preciso per significare che la Chiesa deve … ricondurre all'unità le persone che non sono in unità… all'unità della verità e all'unità della fede. Ma il termine di “Chiesa universale” è inteso, ormai, come definizione di una Chiesa aperta… a tutti i movimenti, a tutte le teologie…

Devo raccontarvi un piccolo incidente accaduto nel 1962, quando ero membro della Commissione centrale preparatoria del Concilio. … chiaramente potemmo avvertire…prospettarsi davanti a noi, tutta la lotta che si sarebbe svolta durante il Concilio. Ciò vuol dire che queste cose erano preparate già prima del Concilio. …

.. il Concilio dell'aggiornamento era stato preparato. ……capimmo che quelli.., che restavano fedeli..alla tradizione di sempre, non erano più ascoltati, non erano più sostenuti dalle autorità, soprattutto quando, dopo l'elezione di Paolo VI, furono nominati i quattro moderatori del Concilio: i cardinali Dopfner, Suenens, Lercaro e Agagianian. Queste nomine dicevano chiaramente che il vento soffiava in favore dei cardinali liberali.
Un gruppo, il “Coetus Internationalis Patrum”, di cui facevo parte, decise di resistere e d'accordo con un certo numero di cardinali romani, i cardinali fedeli alla dottrina romana della Chiesa Cattolica, volle difendersi; ma.. non fummo ascoltati. E già dal tempo del Papa Giovanni XXIII questi cardinali, ed erano cardinali della Curia romana, furono pregati di non intervenire più al Concilio, e questo è molto, molto grave. Cosa rappresentano i cardinali della Curia Romana? Sono la Chiesa di Roma..Sono loro che aiutano il Papa nella gestione della Chiesa Universale e nella gestione degli affari, sia della sua diocesi, sia della Chiesa Universale. Ora Roma è “magistra et mater omnium ecclesiarum, magistra veritatis”. Si è sempre detto che tutto il clero di Roma non può cadere nell'eresia, ..perché Roma rappresenta.. il cuore stesso della Chiesa.. Far tacere ufficialmente i cardinali romani nel Concilio, dicendo loro: “Non parlate più… lasciate parlare le persone che vengono di fuori.. da lontano”, rappresentava un disastro considerevole per il Concilio.

idem

Anna

Anonimo ha detto...

Per vedere chiaro come dice il titolo del post, serve la vista della Fede, considerare tutto sub specie eternitatis.
Lo sguardo schiacciato a terra invece impedisce di vedere chiaro. Questa la differenza e Mons de Castro Maier guardava con gli occhi della Fede.
Marco P