Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 18 maggio 2017

Un 'assist' del Papa emerito al Prefetto del Culto Divino: «Con il Card. Sarah la Liturgia è in buone mani»

Riprendiamo, nella nostra traduzione da First Things del 17 maggio, la recente postfazione di Benedetto XVI alla nuova edizione del libro Il potere del silenzio del card. Robert Sarah. Il prefetto della Congregazione per il Culto divino ha (o forse dovremmo dire aveva) tra i suoi compiti quello di portare avanti la "riforma della riforma" liturgica promossa da Benedetto XVI per una celebrazione più sobria e sacrale, "ad orientem", con sacerdote e fedeli rivolti al Signore, che è il vero protagonista dell'Actio liturgica. Cosa che purtroppo ha trovato e trova tanti oppositori, anche di altissimo livello [qui] con concreti recenti processi rivoluzionari nei quali la situazione della Congregazione del culto divino e del suo prefetto appare del tutto ribaltata [qui], in aperto contrasto con la postfazione del papa emerito che potete leggere di seguito.
In ogni caso è un assist che in concreto a poco serve. Inutile parlarne - come qualcuno ha fatto - come di un gesto clamoroso. Se la cosiddetta riforma della riforma della riforma è stata di fatto vanificata quando Benedetto era regnante figuriamoci ora. In ogni caso si tratta di "comunicazione indiretta" e, come tale, inefficace. Ha senso e valore per noi che seguiamo con trepidazione le vicende ecclesiali e gli sviluppi nefasti dei 'processi' rivoluzionari inesorabilmente portati avanti dal suo successore. Ma non ha nessuna capacità di incidere nella concretezza. Conclusione, continuiamo a parlarci addosso e chi dovrebbe agire non lo fa. O per lo meno non ancora? Mi spiace non essere riuscita, oggi, ad andare al Forum internazionale che precede la marcia per la vita. Speravo di poter avere sentore, nell'occasione, di qualche sviluppo di ciò che bolle in pentola. Chissà? Ce lo sapremo dire prossimamente. (M.G.)
[Sul card. Sarah e il silenzio, anche quello liturgico, vedi nel blog: qui - qui - qui]. Per completezza, richiamiamo una sua importante intervista sul precedente libro Dio o nulla [qui - qui].

Con il Card. Sarah, la Liturgia è in buone mani
Benedetto XVI, papa emerito

Da quando ho letto le Lettere di sant'Ignazio di Antiochia nel 1950, mi ha particolarmente colpito un brano della sua Lettera agli Efesini: “Ѐ meglio tacere e essere [cristiani] che parlare e non esserlo. Insegnare è cosa ottima purché chi lo fa pratichi ciò che insegna. Uno solo è il Maestro che ha parlato e messo in pratica i suoi insegnamenti e anche ciò che ha fatto nel silenzio è degno del Padre. Solo chi ha fatto veramente sue le parole di Gesù è in grado di ascoltare anche il suo silenzio e quindi diventare perfetto, tanto da compiere le cose di cui parla e essere conosciuto per quelle che tace” (15, 1f.). Che cosa significa: ascoltare il silenzio di Gesù e conoscerlo attraverso il suo silenzio? Sappiamo dai Vangeli che Gesù spesso trascorreva notti intere da solo “sul monte” in preghiera, in conversazione con il Padre. Sappiamo che i suoi discorsi, le sue parole, provenivano dal silenzio e potevano maturare solo lì. Quindi è ragionevole pensare che la sua parola possa essere compresa correttamente solo se anche noi entriamo nel suo silenzio, se impariamo ad ascoltarlo a partire dal suo silenzio.

Certamente, per poter interpretare le parole di Gesù, è necessaria la conoscenza storica, che ci insegna a comprendere il tempo e il linguaggio del tempo. Ma questo da solo non è sufficiente, se vogliamo davvero comprendere il messaggio del Signore in profondità. Chiunque oggi voglia leggere i commenti sempre più profondi sui Vangeli, alla fine rimane deluso. Impara molte cose utili sulla storia di quell'epoca e una quantità di ipotesi che non contribuiscono per nulla alla comprensione del testo. In definitiva si sente che in tutto quell'eccesso di parole manca qualcosa di essenziale: l'ingresso nel silenzio di Gesù, da cui nasce la sua parola. Se non sappiamo entrare in questo silenzio, ascolteremo sempre la superficie della parola e quindi non possiamo  realmente capire.

Mentre stavo leggendo il nuovo libro del Cardinale Robert Sarah, tutti questi pensieri mi sono di nuovo tornati in mente. Sarah ci insegna ad essere silenziosi con Gesù, vera quiete interiore, e proprio questo ci aiuta a comprendere la parola del Signore in modo nuovo. Naturalmente egli non parla quasi mai di se stesso, ma di quando in quando ci  fa cogliere uno scorcio della sua vita interiore. In risposta alla domanda di Nicolas Diat, “Nella sua vita ha mai pensato che le parole stessero diventando troppo ingombranti, troppo pesanti, troppo rumorose?,” risponde: “Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sentito il bisogno di un silenzio più profondo, più completo.... I giorni di solitudine, di silenzio e di digiuno assoluto sono stati di grande aiuto. Sono stati una grazia senza precedenti, una purificazione lenta, e un incontro personale con Dio.... I giorni di solitudine, di silenzio e di digiuno, nutriti unicamente dalla Parola di Dio, permettono all'uomo di fondare la sua vita su ciò che è essenziale”. Queste linee rendono visibile la fonte da cui il cardinale vive e che dà alle sue parole profonda interiorità. Da questo punto di vista, si possono quindi vedere i pericoli che continuamente minacciano la vita spirituale, anche di sacerdoti e vescovi e che quindi mettono in pericolo la Chiesa stessa, nella quale non è infrequente che la Parola venga sostituita da una prolissità che ne diluisce la grandezza. Vorrei citare una sola frase che può diventare un esame di coscienza per ogni Vescovo: “Può capitare che un sacerdote buono e pio, una volta elevato alla dignità episcopale, cada rapidamente nella mediocrità e nella preoccupazione per il successo mondano. Sopraffatto dal peso dei doveri che incombono su di lui, preoccupato per il suo potere, la sua autorità, e le necessità materiali del suo ufficio, poco a poco finisce il carburante”.

Il cardinale Sarah è un maestro spirituale, che si esprime dalle profondità del silenzio con il Signore, dalla sua unione interiore con Lui, e così ha davvero qualcosa da dire a ciascuno di noi.

Dovremmo essere grati a Papa Francesco per aver nominato un maestro così spirituale come capo della congregazione che è responsabile della celebrazione della liturgia nella Chiesa. Ѐ vero che nella liturgia, come pure nell'interpretazione della Sacra Scrittura, è necessaria la conoscenza specializzata. Ma è anche vero, per quanto riguarda la liturgia, che la specializzazione, in ultima analisi, corre il rischio di tralasciare le cose essenziali se non è fondata su una profonda unione interiore con la Chiesa orante, che impara ogni giorno di nuovo dal Signore stesso ciò che è l'adorazione. Con il cardinale Sarah, come maestro di silenzio e di preghiera interiore, la liturgia è in buone mani.

Benedetto XVI, papa emerito
Città del Vaticano nella settimana di Pasqua 2017
______________________
Questo saggio apparirà come post fazione nel prossimo libro del card. Robert Sarah The Power of Silence: Against the Dictatorship of Noise, pubblicato da Ignatius Press. (Edizione italiana: La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore, Cantagalli, maggio 2017, pag.400)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

44 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia! Alla faccia dell'ingravescente aetate, questo con un filo di gas da' lezioni di altissima classe a tutti, un tocco di rara e raffinata eleganza nell'ultima frase in cui ringrazia il vdr.......chi vuol intendere......grazie per il post, leggere simili bellezze fa bene, dopo tante scemenze sparate in prima dappertutto.....Anonymous.

Anonimo ha detto...

da cui si vedrà che il papa emerito conta una cippa perchè nulla cambierà, scomettiamo?
nonna

mic ha detto...

Un assist che in concreto a poco serve. Se la cosiddetta riforma della riforma della riforma è stata di fatto vanificata quando Benedetto era regnante figuriamoci ora.
In ogni caso si tratta di "comunicazione indiretta" e, come tale, inefficace. Ha senso e valore per noi che seguiamo con trepidazione le vicende ecclesiali e gli sviluppi nefasti dei 'processi' rivoluzionari inesorabilmente portati avanti dal suo successore. Ma non ha nessuna capacità di incidere nella concretezza.
Conclusione, continuiamo a parlarci addosso ma chi dovrebbe agire non lo fa. O per lo meno non ancora?
Mi spiace non essere riuscita ad andare al Forum internazionale che precede la marcia per la vita. Speravo di poter avere sentore di qualche sviluppo di ciò che bolle in pentola. Chissà?

Anonimo ha detto...

@nonna

contava niente quando era Papa, si figuri adesso, poi non è certo lui che deve intervenire, casomai i consacrati dal basso fino all'alto, se tutti tacciono c'è poco da fare o dire. Noi laici nulla possiamo se non assistere allo sfascio pressoché inermi. Loro hanno deciso questo e hanno il coltello dalla parte del manico, niente li può fermare, basta andare in una parrocchia qualsiasi e vedere che sono tutti allineati peggio che nei komintern, siamo in dittatura, speriamo che qualcuno si svegli in Vaticano, se c'è ancora qualcosa di simile al cattolico da quelle parti......Lupus et Agnus

Anonimo ha detto...

Non si può fare più niente a livello umano, possiamo solo chiedere e sperare che un aiuto arrivi presto dall'Alto.

Anonimo ha detto...

Scusate l'OT, ma vi chiedo una preghiera...sono un seminarista di terza teologia e mi è stato chiesto di uscire...non ne capisco i motivi. Sono devastato, scusate e grazie

Felice ha detto...

Il fatto che Benedetto abbia (tra le righe) contestato l'impostazione di Bergoglio sulla gestione di un tema caldo quale la liturgia è invece cosa notevole, a mio avviso. Al di là degli effetti pratici (probabilmente nulli) che questa dichiarazione potrà avere, il fatto stesso che ci sia stata mina ulteriormente la credibilità dell'autorità di Bergoglio.

gianlub ha detto...

Sulla Bussola Quotidiana si parla di "grande avvenimento" e qui si minimizza. Come mai?

Sacerdos quidam ha detto...

La 'riforma della riforma' sarebbe stata un male, non un bene.
Offrire al Padre non la Vittima Immacolata come nell'offertorio del Rito Romano antico, bensì "questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo" nell'ambito di una semplice berakah (= benedizione) giudaica, magari con "grande dignità", in una splendida cornice liturgica e magari pure in latino, sarebbe solo stato l'ennesimo inganno per i poveri fedeli (ma ancor prima per la grande maggioranza dei sacerdoti, che non han capito l'"operazione Bugnini" compiuta sulle loro teste).
Piuttosto che 'imbellettare' un rito equivoco (cioè a doppio senso, catto-protestante,) come il Novus Ordo montiniano, molto meglio la sua naturale evoluzione sfociata nello stile bergogliano; così almeno molti potrebbero accorgersi dell'inganno e risalire al fatidico e tristissimo 1969 come inizio del caos. E decidersi una buona volta a tornare al Rito Romano non adulterato.

irina ha detto...

Come vediamo qui, come sentiamo da altre parti, un numero crescente di sacerdoti celebra il VO ed altri giovani sacerdoti stanno imparando. Non credo sia importante un riscontro da parte della generazione dei vecchi 68tini o da parte di quelli che si son lasciati trascinare dall'onda lunga CVIIista. Questa fascia è immodificabile . Spesso penso che sia parte di quegli errori propagatisi dalla vecchia Russia in tutto il mondo, di cui Maria Santissima ha parlato a Fatima.Importante è che questa capacità di riconoscere il Vero dal falso di propaghi e metta radici. Le foglie secche prima o poi cadranno. In me stessa vedo la differenza. Non sono esperta in niente ma, se c'è da dire, dico, dove sono, sono, perché naturalmente mi esce fuori la Verità. Se anche quello che dico lascia intorno il silenzio, capisco che è di assenso. E sono contenta di aver fatto il dovere mio.

Anonimo ha detto...

La riforma in senso tradizionale della liturgia è quantomai auspicabile per porre fine agli abusi e ai protestantismi del nuovo rito.
In ogni caso, l'amore per la Verità deve portarci a non accettare compromessi, ma a insistere sino al ripristino della vera Messa cattolica.
Per chi fosse interessato a qualche notizia storico-teologica sui riti della Messa Tridentina, stanno pubblicando un saggio interessante qui: http://traditiomarciana.blogspot.it/

Matteo ha detto...

Molto giusto quanto ha scritto Joseph Ratzinger (per me non ci sono papi emeriti e per le sue dimissioni non posso perdonarlo, non mi importa un tubo che sia stato indotto a farlo per la questione Usa o x gli scandali, lui aveva il DOVERE di resistere e non lo ha fatto).
Belle parole ma controproducenti. Se solo Bergoglio capisce che intorno al vecchio papa si coalizzano in molti, la prima cosa che farà sarà quella di spostare il Cardinale. E tutto sommato farebbe pure bene a quel punto, non c'è peggior cosa che avere 2papi. Papa Francesco va corretto formalmente su AL e non capisco i 4 cardinali cosa aspettino, ma guai a dare il pretesto al Papa per allontanare chi come il Card. Sarah sta provando a reggere il colpo.
Quindi vi prego di non alimentare la contrapposizione o sarebbe ancora peggio

mic ha detto...

Sulla Bussola Quotidiana si parla di "grande avvenimento" e qui si minimizza. Come mai?

Un vero grande avvenimento è stato il Summorum e sarebbe stato ancor più grande se fosse stato promosso e applicato come si doveva.
Qui non si vuole minimizzare ma, pur apprezzando e cogliendo la difformità del testo di Ratzinger con l'andazzo attuale, realisticamente si vedono le cose nella loro giusta luce dal punto di vista dell'efficacia nella prassi. I temi sono complessi, molto si è detto e approfondito anche sulla cosiddetta "riforma della riforma". Del resto nel mio saggio sulla questione liturgica questo tema costituisce un capitolo. Chi ha pazienza può cercarsi alcuni testi col motore di ricerca interno qui sul blog.

Anonimo ha detto...

@Anonimo20:24. Leggo con stupore il suo appello OT. Per quello che può valere la mia povera preghiera, la offro volentieri, immaginando la sua sofferenza. Però non si lasci vincere dalla disperazione. Conservi la calma. Lei ha diritto di pretendere con gentilezza, ma con risolutezza, una parola di chiarimento dai suoi superiori. Può darsi che il buon Dio, in questa situazione di devastazione della vita ecclesiale, sappia ricavare del bene per il futuro di tutti dal suo sacrificio.
TEOFILATTO

Felice ha detto...

La riforma della riforma significa prendere del Tavernello e servirlo, a temperatura giusta, in un bicchiere di cristallo, illudendosi che sia un Barolo. Il cosiddetto reciproco arricchimento tra le due forme del rito romano, concetto tanto caro a Benedetto, è un'operazione malsana: significa mutilare il rito millenario integrandolo con elementi di una riforma illegittima e filo protestante. Il rito romano (e ambrosiano, e tutti i riti latini) devono rimanere così come la Tradizione ce li ha consegnati, prima che si cominciasse a manometterli con operazioni fatte a tavolino da pseudo esperti (e, duole dirlo, questo è cominciato con Pio XII). Unica concessione (ritenuta possibile anche da mons. Lefebvre) potrebbe essere la proclamazione delle letture in lingua volgare.

Michele Durighello ha detto...

@anonimo, ieri 20.24:
una preghiera non si nega mai a nessuno ma sai che conoscere il nome la renderebbe più efficace.
Se sai d'aver la coscienza pulita consigliati con un sacerdote di sana dottrina su cosa fare.
Un fraterno abbraccio!

Anonimo ha detto...

Lui aveva il Dovere di resistere e non lo ha fatto.....

Sarebbe morto entro pochissimo tempo e avremmo avuto ugualmente l'attuale occupante la sede apostolica, se così non è stato, evidentemente Dio aveva altri progetti su di lui, poi mi avevano insegnato che i cristiani devono perdonare, a quanto pare non ce ne sono disposti a tanto, almeno a leggere certi siti sedicenti cattolici,......

Anonimo ha detto...

Caro seminarista, che ti senti devastato perché ti è stato chiesto di uscire, ti assicuro la mia preghiera e vorrei incoraggiarti a non lasciarti corrompere, da sacerdoti scivolati ormai "verso il basso". È doveroso appurare che i superiori, siano cristiani autentici (credendo a tutto il deposito della fede), basta porgli qualche domandina e cambiare seminario, se le risposte fossero deludenti, come queste: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-riparare-i-peccati-none-presunzione-19892.htm

Anonimo ha detto...

Riparare i peccati non è presunzione

[...] impudica strumentalizzazione ideologica del linguaggio con cui si tratta delle cose più belle e più sacre della fede cattolica.
Ecco perché si può arrivare a sentir dire da un prete, incredibile ma vero, che la preghiera e la penitenza offerte a Dio in riparazione dei peccati che si commettono nel mondo è un atto indegno di un cristiano perché suppone un atteggiamento presuntuoso.
Chi dice questo mostra anzitutto di non conoscere l’essenziale differenza tra l’espiazione operata dal Signore Gesù e l’azione riparatrice attuabile dai suoi discepoli.
Il termine espiazione si riferisce, a pieno titolo, a Colui che è stato mandato nel mondo da Dio Padre, affinché fosse ‘vittima di espiazione per i nostri peccati’ (1 Gv 4, 10); e parliamo di Uno che ‘non ha bisogno di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo’ (Eb 7, 27) perché Egli non ha peccato, ‘è il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia’ (Eb 7, 26). Il Signore Gesù è l’unico giusto che offre la sua vita per i peccati degli ingiusti (cf 1 Pt 3, 18).
Chiamiamo quindi riparazione la partecipazione all’atto espiatore di Cristo da parte dei cristiani, i quali, mentre si uniscono al suo sacrificio redentore, chiedono anzitutto il perdono per le proprie colpe e poi per quelle degli altri, specialmente di coloro che la redenzione la rifiutano o la combattono. Dunque niente presunzione nel concetto, pienamente cattolico, di preghiera riparatoria; piuttosto la chiara consapevolezza che siamo tutti nella stessa barca, perché a differenza del Signore Gesù, noi abbiamo bisogno di offrire preghiere e penitenze anzitutto per i peccati nostri, prima che per quelli degli altri; consapevolezza del fatto che se siamo nel numero dei fedeli di Cristo e non dei suoi nemici, non è per merito nostro ma per somma degnazione del Signore; più ancora, consapevolezza del fatto che ‘a chi più è stato dato, molto di più sarà chiesto’ (Lc 12, 48), quindi la tentazione di sentirsi migliori degli altri sarebbe sciocca e pericolosa.
Di tutto questo abbiamo meravigliosa sintesi, espressa in preghiera dal santo Papa Pio XI nell’Atto di Riparazione al Sacro Cuore di Gesù:
«O Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza e di disprezzo, ecco che noi, prostrati innanzi a te intendiamo riparare … Memori, però, che noi pure, molte volte ci siamo macchiati di tanta indegnità, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia …».
Precisato questo e tolto di mezzo il presunto pericolo di qualunque atteggiamento altezzoso, resta il fatto, ampiamente documentato dalla Scrittura e dalla Tradizione, del valore centrale della spiritualità della riparazione. [...]

Michele Durighello ha detto...

@anonimo 11.15: anche secondo me aveva il DOVERE di resistere, soprattutto dopo aver avuto davanti agli occhi Wojtyla per 20 anni. Siccome gli intellettuali hanno un approccio tutto particolare alla realtà non ce l'ha fatta a tener botta ma non tiriamo in ballo la necessità di perdonare. Dio fortunatamente scrive dritto su righe storte ma evitiamo di nasconderci che la figura del Papa emerito è una buffonata che ha aperto una brutta porta per il futuro e non dimentichiamo che padre Pio ha mostrato ad una donna che il figlio che non aveva fatto nascere sarebbe diventato Papa. Ogni azione ha delle conseguenze. Se il successore di Wojtyla fosse morto da Pontefice quando Bergoglio non poteva più esser elettore lo scenario non sarebbe l'attuale..

Felice ha detto...

Caro seminarista. Dio scrive dritto sulle righe storte. Forse ti vuole prete ma non ti vuole lì dove sei. Interroga il tuo cuore, affidati a persone fidate e vai altrove.

Anonimo ha detto...

Se non ricordo male Ratzinger, già da cardinale, auspicava una rito del futuro (riforma della riforma) che su un impianto tridentino inserisse qualche prefazio in più, una invocazione "dei fedeli" che poco avesse a che vedere con quella attuale, e che si potesse celebrare in latino o in vernacolo, ma aggiungerei il vernacolo che intende Ratzinger.
M

mic ha detto...

Sandro Magister

Il cardinale Sarah ha dalla sua parte il papa. Ma si chiama Benedetto

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/05/19/il-cardinale-sarah-ha-dalla-sua-parte-il-papa-ma-si-chiama-benedetto/

Anonimo ha detto...

http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/12389134/ratzinger-cardinale-sarah-bergoglio.html

Vaticano, Ratzinger si schiera a favore del cardinale Sarah, isolato da Papa Francesco

gianlub ha detto...

@mic

quando io mi riferivo che questo sito "minimizza" la portata dell'appoggio al Card Sarah da parte del Papa Benedetto XVI io non mi riferivo tanto all'aspetto liturgico, che è comunque importante, ma la sostanziale "discesa in campo" dalla parte opposta a Bergoglio.

Anonimo ha detto...

Sono A.11.15, piuttosto che vedere lo scempio che è stato fatto con Woytjla malato ed incapace di governare, meglio andarsene, così il bubbone è scoppiato, si spera che sia servito a qualcosa, comunque la lettera è recente, quindi denota il chiaro intento di farsi sentire, all'estero, USA in primis avrà più eco e cmq, ribadisco, si facciano avanti i signori cardinali, come lui li chiamava, e dimostrino di che pasta sono fatti o che sono fatti e basta.

Matteo ha detto...

E io proprio ai post di Magister e ad altri che mi riferivo. Vedrete che adesso Benedetto si appresterà ai ripari, e il Card. Sarah sarà destituito. Quindi tutti a lamentarsi di questo fatto. Controproducente come non mai. C'è un solo Papa regnante, che deve essere corretto nella Verità.

Precisando sul mio non riuscire a perdonare Benedetto, io a lui lho stimato come non mai, era una guida sicura in un mondo impazzito, è un teologo irripetibile e ogni sua parola è balsamo, ma adesso è tardi. Il suo gesto è stato il peggior gesto modernista mai compiuto. Ed è un gesto imperdonabile nonostante lo stimi tantissimo

Silvano ha detto...

Sarà un caso che proprio nel giorno di s. Celestino V si è saputa la notizia? Qui si intreccia il naturale col soprannaturale

mic ha detto...

Lo iato tra la visione e di Ratzinger/Sarah e quella di Bergoglio è incolmabile.
Bisognerà scrivere un articolo confutazione i seguenti deliri modernisti sulla liturgia.

http://confini.blog.rainews.it/2017/05/19/ratzinger-rinuncia-alla-rinuncia-la-fine-di-un-mito-intervista-ad-andrea-grillo/

Anonimo ha detto...

Volevo proprio aggiungere che, visto l'articolo del link postato da mic (http://confini.blog.rainews.it/2017/05/19/ratzinger-rinuncia-alla-rinuncia-la-fine-di-un-mito-intervista-ad-andrea-grillo/), evidentemente oltre alla Bussola, anche qualche altro non ha minimizzato l'uscita del Papa emerito! A me è sembrato nervosetto, il Grillo!
Cate

Jawohl mein herr !! ha detto...

Cavoletti , questo e' il padrone di casa e ditutto il vapore .
http://www.campariedemaistre.com/2017/05/grilloshock-esiliare-ratzinger-per.html

Aveva ragione Maria Simma : tutto parte dalla CEI
( leggi leggi ).
http://andreagrillo.altervista.org/curriculum.html

Matteo ha detto...

Quello che scrive Andrea Grillo è secondo me condivisibile quando parla del rapporto fra Papa regnante e l'ex. Parla di silenzio, giunge a chiamarla "morte istituzionale".
Ci vorrebbe un po' più di lungimiranza quando si esalta Ratzinger in questa postfazione.
Vi faccio un semplicissimo esempio.
Bergoglio campione di modernismo si dimetterà sicuramente quando sarà più vecchiotto citando il mirabile esempio del suo predecessore (probabilmente capiterà dopo la morte di Benedetto, ci manca altro che la fila dei vestitini bianchi...). Viene eletto un papa che ripristini l'ortodossia, liturgica, dottrinale, pastorale, morale (oramai è tutto da ripristinare) e il vecchietto Bergoglio si mette a fare postfazioni e prefazioni ostacolando questo ripristino.

Voi che fareste? Non ditemi che vi mettereste a sbraitare parlando di papa regnante e papa vecchio che deve star zitto zitto perché dopo questo passaggio ne risultereste totalmente delegittimati.
Attenzione quindi a legittimare una pratica sbagliata nel metodo perché poi si ritorcerà contro. Siate lungimiranti, bergloglio avrebbe addirittura i media dalla sua parte. I precedenti sbagliati non devono essere creati proprio da chi come voi ha a cuore il bene della Chiesa e della Verità

gianlub ha detto...

se i "bergogliani" sono nervosi significa che il Papa BXVI ha colpito nel segno

Luisa ha detto...

Oramai molto vicina a staccare la presa e sulla via del disinteressamento alle vicende di questa chiesa che mi provoca più disgusto che amore e sentimento di appartenenza, ogni tanto apro ancora qualche sito o blog, oggi vi segnalo questo articolo :

"Il Grillo "sparlante" ammette il complotto anti-Sarah"

di Riccardo Cascioli

La postfazione di Benedetto XVI non servirà a nulla ma ha avuto il pregio di far saltare i nervi a Grillo e compagni che, sicuri della loro vittoria e di avere il placet di Bergoglio, non solo non temono di insultare il card. Sarah, et en passant Benedetto XVI, ma anche di candidamente dire i prossimi passi della rivoluzione bergogliana.
Da notare anche il disprezzo di Maradiaga per il card. Burke.
È proprio bella e misericordiosa la "chiesa di Francesco".

Luisa ha detto...


http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-grillo-sparlanteammette-il-complotto-anti-sarah-19908.htm

mic ha detto...

Grazie, cara Luisa, bentornata!
Ho appena pubblicato il testo di Cascioli condividendolo, con un'osservazione e una proposta.

Luisa ha detto...

Cara Maria, questo blog è e resterà il solo luogo o il solo filo che mi terrà legata all`attualità di una chiesa alla quale mi sento e sono estranea.
E non lo dico a cuor leggero.

miri ha detto...


Beghe, COMUNQUE INTERNE alla chiesa conciliare, (sia mai che si metta in discussione il concilio), mi richiamano il detto : "cencio dice mal di straccio".

Aloisius ha detto...

Quello che dice Matteo alle h. 10,24 è condivisibile: legittimare una pratica sbagliata è controproducente e può ritorcersi contro quando cambia la situazione, cioè nel caso di Matteo di un eventuale futuro papa emerito modernista e un vdr come Dio comanda.

Tuttavia, nel caso di Ratzingher, bisogna vedere se le sue dimissioni sono state veramente volontarie o imposte dalla necessita' di evitale alla Chiesa un male molto piu' grave, cosa di cui abbiamo qui parlato alcuni giorni fa.

Una cosa è certa: Ratzingher ha creato un precedente deleterio che lede l'unicita' di Pietro. Ma se storia dimostrerà, in futuro, che e' stato costretto a farlo per evitare alla Chiesa un male maggiore, allora non ci sarebbe alcuna contraddizione a situazione inversa.

In altri termini, in questo caso il papato 'emerito', bicefalo, sarebbe stato un espediente irripetibile dettato da uno stato di necessità, evitare un male più grave.

Inoltre l'auspicabile papa restauratore - ammesso che lo vedremo mai - eletto per effetto delle ipotetiche dimissioni di Bergoglio, potrebbe anche restaurare il papato unico e abolire la figura del papa emerito.

Soprattutto se il 'precedente Ratzingher' fosse stato causato da una grave e verosimile cospirazione internazionale, come più volte ipotizzato.

Ma una cosa è certa: Bergoglio, scaltro e mondano com'è, se si dimettesse, farebbe di tutto per pilotare la nomina del suo successore, uno cHe saree pappa & ciccia, ...che naturalmente figurerebbe come una 'sorpresa dello Spirito Santo'.

Ma il vero capo della Chiesa è Cristo, vivo e potente, solo Lui può sorprendere, frastorniamolo di preghiere per una vera e santa sorpresa!

Fabio ha detto...

Grazie per le preghiere...sono stato cacciato dal seminario davvero così su due piedi ed è qualcosa che mette a dura prova la mia fede nella Chiesa. Sembra che stiano giocando a dadi sulla vita delle persone, eliminando senza nessun problema chi non accondiscende a far parte della "cricca". Non so se sono degno di essere sacerdote di Cristo, ma sento che potrei dare la vita per Lui, nonostante la mia grande debolezza. Mi sento davvero sulla croce, ed è questa la consolazione più grande, perchè sento in modo analogo cosa può aver provato Gesù. Grazie per le preghiere...

Anonimo ha detto...

Caro Fabio,

ascolta bene questa omelia.

E offri tutto a Gesù stando più che puoi ad adorare il Santissimo Sacramento nel tabernacolo.

http://www.veritatemincaritate.com/2017/05/come-comportarsi-di-fronte-alle-domande-che-incontriamo-nella-nostra-vita/

Anonimo ha detto...

Leggete la versione di formiche.net

http://formiche.net/2017/05/20/ecco-come-in-un-colpo-solo-si-rischia-di-strumentalizzare-francesco-e-benedetto-xvi/

mic ha detto...

Vedo che ora si intrecciano le visuali normalizzatrici. Quest'ultima sotto segnalata qualche tratto condivisibile lo mostra. Ma mostra anche serie lacune sul problema cocente dei rischi reali di ulteriori derive della Liturgia e corrispondenti giustificati allarmi da parte di chi ama la tradizione. Perché la salvaguardia della Liturgia, fons et culmen, non è ininfluente sulla salute spirituale della Chiesa.

https://giovannimarcotullio.com/2017/05/20/cascioli-socci-grillo-maradiaga-rileggete-sarah/

mic ha detto...

Quest'altro articolo: sofista e tendenzioso...

http://www.cittadellaeditrice.com/munera/le-ragioni-del-silenzio-e-il-silenzio-della-ragione-ratzinger-sarah-e-lantimodernismo-liturgico/