Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 8 maggio 2019

“Il più terribile scisma che il mondo abbia mai visto” - Roberto De Mattei

Efficace analisi del Prof. Roberto De Mattei sul documento di Abu Dhabi, in quanto gravissima contraddizione della fede cattolica, stigmatizzata senza mezzi termini nel titolo. Precedenti, nel blog:

Il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, papa Francesco e il Grande Imam di Al Azhar Ahmad Al-Tayyeb hanno firmato un documento sulla Fraternità umana per la pace mondiale e la convivenza comune. La dichiarazione si apre nel nome di un Dio che, se deve essere comune, non può essere altro che l’Allah dei musulmani.
Il Dio dei cristiani, infatti, è uno nella sua natura, ma trino nelle sue persone, uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. Dai tempi di Ario in poi, la Chiesa ha combattuto gli antitrinitari e i deisti che negavano, o mettevano da parte questo mistero, il più alto del Cristianesimo. L’Islam lo respinge invece con orrore, come proclama la sura detta “del culto sincero”: «Egli, Dio, è uno! Dio, l’Eterno! Non generò né fu generato, e nessuno gli è pari!» (Corano 112, 2, 4).


In realtà, nella dichiarazione di Abu Dhabi il culto non viene prestato né al Dio dei cristiani né a quello dell’Islam, ma a una divinità laica, la “fratellanza umana”, «che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali». Non siamo di fronte allo “spirito di Assisi”, che nel suo sincretismo riconosce tuttavia il primato della dimensione religiosa su quella secolarista, ma ad una affermazione di indifferentismo.

In nessun punto infatti, si accenna ad un fondamento metafisico dei valori di pace e di fratellanza a cui continuamente ci si richiama. Il documento, quando afferma che «il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani», non professa l’ecumenismo condannato da Pio XI nella Mortalium animos (1928), ma l’indifferentismo religioso condannato da Leone XIII nell’enciclica Libertas (20 giugno 1888), che lo definisce «il sistema dottrinale che insegna essere libero ciascuno di professare la religione che gli piace ed anche di non professarne alcuna».

Nella dichiarazione di Abu Dhabi cristiani e musulmani si sottomettono al principio cardine della massoneria, secondo cui i valori di libertà e uguaglianza della Rivoluzione francese dovrebbero trovare la loro sintesi e il loro compimento nella fratellanza universale. Ahmad Al-Tayyeb, che ha redatto il testo a quattro mani con papa Francesco, è uno sceicco ereditario della confraternita dei Sufi dell’Alto Egitto e, all’interno del mondo islamico, Al Azhar, l’università di cui egli è rettore, si caratterizza per la sua proposta dell’esoterismo Sufi, come “ponte iniziatico” tra la massoneria di Oriente e di Occidente (cfr. Gabriel Mandel, Federico II, il sufismo e la massoneria, Tipheret, Acireale 2013).

Il documento chiede in maniera insistente e ripetitiva «ai Leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale», «agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura», di impegnarsi per diffondere «la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace», esprimendo «la forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune».

Tali valori, si ribadisce sono l’«àncora di salvezza per tutti». Perciò, «la Chiesa Cattolica e al-Azhar», domandano che «questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi».

L’11 aprile, a Santa Marta, in Vaticano, il documento di Abu Dhabi è stato suggellato da un gesto simbolico. Francesco si è prostrato a terra davanti a tre leader politici del Sudan, e ha baciato loro i piedi, implorando la pace. Questo gesto esprime la sottomissione al potere politico e il rifiuto della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. Chi rappresenta Cristo, nel cui nome ogni ginocchio si piega nei cieli e sulla terra (Filippesi 2, 10), deve ricevere l’omaggio degli uomini e delle nazioni e non prestare omaggio a nessuno.

Risuonano le parole di Pio XI nell’enciclica Quas primas (1925): «Oh, di quale felicità potremmo godere se gli individui, le famiglie e la società si lasciassero governare da Cristo! Allora veramente, per usare le parole che il Nostro Predecessore Leone XIII venticinque anni fa rivolgeva a tutti i Vescovi dell’orbe cattolico, si potrebbero risanare tante ferite, allora ogni diritto riacquisterebbe l’antica forza, tornerebbero i beni della pace, cadrebbero dalle mani le spade, quando tutti volentieri accettassero l’impero di Cristo, gli obbedissero, ed ogni lingua proclamasse che nostro Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre».

Anche il gesto compiuto da papa Francesco a Santa Marta nega un sublime mistero cristiano: l’Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, unico Salvatore e Redentore dell’umanità. Negando questo mistero, si nega la missione salvifica della Chiesa, chiamata a evangelizzare e a civilizzare il mondo. Il Sinodo sull’Amazzonia che si aprirà nel prossimo mese di ottobre, sarà una nuova tappa di questo rifiuto della missione della Chiesa, che è anche il rifiuto della missione del Vicario di Cristo? Si inginocchierà papa Francesco di fronte ai rappresentanti dei popoli indigeni? Chiederà loro di trasmettere alla Chiesa la sapienza tribale di cui sono portatori?

Ciò che è certo è che, tre giorni dopo, il 15 aprile, la cattedrale di Notre Dame, immagine plastica della Chiesa, è andata a fuoco e le fiamme hanno divorato la sua guglia, lasciandone intatta la base. Non significa questo che, nonostante il crollo dei vertici della Chiesa, la sua divina struttura resiste, e nulla la potrà demolire? Una settimana dopo, un altro avvenimento ha scosso l’opinione pubblica cattolica. Una serie di attentati, provocati dai seguaci della stessa religione a cui papa Bergoglio si sottomette, hanno trasformato la Pasqua di Resurrezione in un giorno di Passione per la Chiesa universale, con 310 morti e oltre 500 feriti.

Il fuoco ha consumato, prima ancora dei corpi, le illusioni di quei cattolici che con applausi e chitarre intonano l’alleluja, mentre la Chiesa vive il suo Venerdì e il suo Sabato Santo. Qualcuno potrebbe obiettare che gli attentatori dello Sri Lanka, pur essendo musulmani, non rappresentano l’Islam. Ma neanche l’Imam di Al Ahzar, che ha firmato il documento di pace e fratellanza, rappresenta tutto l’Islam. Papa Francesco invece certamente rappresenta la Chiesa cattolica. Fino a quando?

Non c’è vera fratellanza al di fuori di quella soprannaturale, che non nasce dal legame con gli uomini, ma con Dio (1 Tessalonicesi, 1,4). Allo stesso modo, non c’è pace possibile al di fuori della pace cristiana, perché la sorgente della vera pace è Cristo, Sapienza incarnata, che «è venuto ad annunziare la pace a voi, che eravate lontani, e a quelli che erano vicini» (Efesini 2, 17). La pace è un dono di Dio, recato all’umanità da Gesù Cristo, Figlio di Dio e sovrano del cielo e della terra.

La Chiesa cattolica da lui fondata, è la suprema depositaria della pace, perché essa è custode della verità e la pace si fonda sulla verità e sulla giustizia. Il neo-modernismo, impiantato ai vertici della Chiesa, predica una falsa pace e una falsa fratellanza. Ma la falsa pace porta la guerra nel mondo, così come la falsa fratellanza porta allo scisma, che è la guerra all’interno della Chiesa.

San Luigi Orione l’aveva drammaticamente previsto il 26 giugno 1913: «Col modernismo e col semi-modernismo non si finisce – si andrà presto o tardi, al protestantesimo o ad uno scisma nella Chiesa che sarà il più terribile che il mondo abbia mai visto» (Scritti, vol. 43, p. 53). 
(Roberto de Mattei - Fonte)

14 commenti:

Servus Mariae ha detto...

8 maggio. Supplica alla Madonna di Pompei (versione originale del Beato Bartolo Longo)

I. – O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.

II. – È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.

III. – Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Servus Mariae ha detto...

Segue

Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.

Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.
Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario.

Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina.
Ave Maria

Anonimo ha detto...

Il vescovo emerito di Ferrara contro i cambiamenti nella Chiesa

...Monsignor Negri è parte di quella frangia cattolica non proprio vicina a Papa Jorge Mario Bergoglio. Nei suoi interventi degli ultimi anni ripetute sono state le prese di distanza dall'attuale pontificato di Francesco su diversi temi, dai migranti a questioni dottrinarie, dal dialogo con l'Islam alla famiglia.

https://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2019/05/06/news/il-vescovo-negri-si-scaglia-contro-i-cambiamenti-nella-chiesa-1.30698125

Anonimo ha detto...

"Falsi teologi sono quelli che, senza preoccuparsi del vero, scrivono per piacere al mondo. Sempre pronti a mettere guanciali sotto il capo dei peccatori, li addormentano nel vizio. (...) Questi teologi cagionano un danno immenso alla Chiesa, perché chi ama la via facile si affretta a seguire le loro massime».

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

fabrizio giudici ha detto...

OT Girano di nuovo notizie che Asia Bibi sarebbe fuori dal Pakistan. BBC conferma. Visti i precedenti, attenderei un attimino prima di esultare...

Anonimo ha detto...

L'8 maggio è un giorno particolare perché è la festa della Regina del Santo Rosario di Pompei e la ricorrenza della prima apparizione di San Michele Arcangelo al Monte Gargano.

Monte Sant'Angelo, Pompei: due luoghi ma anche due potenti sorgenti di fede e devozione del nostro Paese.

Anonimo ha detto...

… e magari anche il terzo sesso è incluso, anzi il chi sono io x giudicare è stato chiarificatore in merito…. scisma avvenuto, il peggiore veramente come profetò don Orione perché scismatico dalla vera Religione è il vertice...

Anonimo ha detto...

Storicamente RISORTO - parte 1 - Catechesi di don Alfredo Maria Morselli
https://www.youtube.com/watch?v=7E6CKeEujKE

Urgentissimo! ha detto...

Negli anni '70 certi giovani si dichiaravano fascisti non perché credessero in Mussolini e nel Fascismo, ma perché non ne potevano più dell'andazzo e degli sperticati elogi all'unisono del comunismo e del sol dell'avvenir.

Vent'anni dopo, cioè la generazione successiva (la mia), alcuni si dichiaravano berlusconiani non perché credessero in Berlusconi e in Forza Italia, ma perché non ne potevano più dell'andazzo e degli sperticati elogi all'unisono dei progressisti e della sinistra.

Altri vent'anni dopo, cioè la generazione successiva, alcuni si dichiarano leghisti o addirittura fascisti, non perché credessero in tali valori, ma perché non ne possono più dell'andazzo e degli sperticati elogi all'unisono del sinistrume radical-chic "dialogante" e "accogliente" (che nella cronaca di questi giorni consistono nella campagna d'odio contro Salvini).

Sono tre generazioni (almeno tre) che una minoranza chiassosa e permalosa (sottolineo "permalosa") usa sempre lo stesso metodo inventato da Lenin ("bolscevichi", che significava corrente di maggioranza, aveva in realtà molti meno voti dei "menscevichi", che significava corrente di minoranza).

Vi prego di non fermarvi all'aspetto folcloristico (e comico) della questione, perché se intere generazioni puntualmente si ribellano (e con ostinazione sorprendente) al buon senso, significa che il pur non limpidissimo Plinio Correa de Oliveira ci aveva visto giusto nell'identificare la "Quarta Rivoluzione" iniziata negli anni '60 e tuttora in corso. Ogni errore sociale o politico è sempre figlio di un errore teologico (Juán Donóso Cortés, il "padre del Sillabo"): ed è gravissimo che tali errori (specialmente teologici, e liturgici, aggiungo io) godano di una sorta di patto di desistenza da parte delle autorità ecclesiastiche.

Temo che De Mattei abbia pienamente ragione a definire "scisma" quell'insensata (da considerare insensata perfino da parte islamica) dichiarazione indifferentista (e peggio ancora il ridicolo gettarsi prono ai piedi di politici sudanesi, sorpresi loro stessi di tale idiozia). Diventa sempre più chiaro che lo scisma non è solo di fatto, ma anche di diritto. Non usciremo dalla crisi usando una maggior dose di ratzingerismo. Un cancro non si cura raddoppiando le aspirine.

Anonimo ha detto...

http://www.ilpiacenza.it/blog/anticaglie/difficie-capire-la-politica-della-chiesa-peggio-ancora-una-chiesa-politica.html

fabrizio giudici ha detto...

Altre osservazioni di Kwasniewski:

https://onepeterfive.com/normalcy-bias-chaotic-pope/

Anonimo ha detto...


Mons. Schneider ci mette il carico da undici

LifeSite ha appena riportato un'intervista di mons. Schneider a GloriaTV nella quale
con la consueta calma ma con grande lucidità e fermezza egli chiede a Bergoglio di correggere ufficialmente
la Dichiarazione di Abu Dhabi. Ha detto che la "correzione" fatta a lui in privato non basta, nel modo più assoluto, è rimasta un ininfluente fatto privato. La dichiarazione di Abu Dhabi va "rescissa" per la parte che contraddice la dottrina cattolica. Cito sempre a memoria: ha detto che con quella dichiarazione si professa un'altra religione e citato s. Paolo ove dice che una dottrina difforme da quella da lui insegnata va rifiutata anche se a proporla fosse un angelo.
La situazione sta diventando interessante, direi.
Mons. Schneider ha imboccato una strada, quella della verità cattolica, che, di fronte ad un recidivo rifiuto del Papa ad emendarsi, porterebbe mons. Schnedier a doverlo accusare pubblicamente di eresia. Nella ormai famosa Lettera Aperta, della quale sono stato con Mic uno dei primi sottoscrittori, il punto VII delle 7 eresie imputate a Bergoglio concerne proprio l'infame dichiarazione da lui sottoscritta ad Abu Dhabi.
PP

Anonimo ha detto...

Ecco i prolegomeni di quella che a breve sarà l'immagine di ogni vescovo, di ogni parroco, di ogni ordine religioso, monastico o claustrale :
http://www.arcidiocesisassari.it/2019/05/05/messaggio-per-il-mese-di-ramadan-e-id-al-fitr/
sincretismo allo stato puro, al 100%, con arrogante intolleranza di qualsivolgia distinguo, di qualsiasi dissociazione o, peggio ancora, contestazione. Dittatura satanica allo stato puro, totalitarismo diabolico mascherato da buonismo. Rottamazione integrale della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo. "Una banda di malfattori mi circonda..." la vera Chiesa, i veri seguaci di Cristo, oggi possono far proprie le parole del Maestro. Attendiamo fiduciosi il giorno della rivincita, della loro sconfitta per l'eternità, giorno in cui saremo veramente liberati da questa tirannia... Christus Vincit ! Christus Regnat ! Christus Imperat ! Abbasso il modernismo !!!

Anonimo ha detto...

https://cronicasdepapafrancisco.com/2019/05/08/card-muller-denuncia-una-secolarizzazione-del-concetto-di-chiesa/