Nella nostra traduzione da LifeSiteNews. Notizie su una visita ad limina con alcuni spunti ma sostanzialmente con un nulla di fatto. Tuttavia l'intervista è densa di ulteriori basilari chiarimenti e riaffermazioni.
ESCLUSIVO: il vescovo Schneider ottiene da papa Francesco chiarimenti sulla "diversità delle religioni",. Il summit in ordine agli abusi sui minori un "fallimento"
ROMA, 7 marzo 2019 - Nella loro recente visita ad limina a Roma, i vescovi del Kazakistan e dell'Asia centrale hanno sollevato una serie di preoccupazioni ampiamente condivise nella Chiesa negli ultimi anni, riguardo alle ambiguità percepite nel Magistero di Papa Francesco.
Nell'incontro del 1° marzo, il vescovo Athanasius Schneider, ausiliare di Astana, in Kazakistan, ha anche ottenuto da papa Francesco un chiarimento sul fatto che Dio permette soltanto, ma non vuole positivamente, la "diversità di religioni".
In un'intervista esclusiva con LifeSite, il vescovo Schneider ha affermato che le preoccupazioni sollevate durante l'incontro di due ore con il Santo Padre hanno incluso "La comunione per i divorziati risposati civilmente", la questione della Comunione per i coniugi protestanti nei matrimoni misti, e la questione della diffusione pratica dell'omosessualità nella Chiesa ".
In uno scambio diretto tra papa Francesco e il vescovo Schneider, è stata anche discussa l'affermazione che la "diversità delle religioni" è "voluta da Dio". L'espressione, contenuta in una dichiarazione congiunta che Papa Francesco ha firmato il mese scorso con un Grande Imam ad Abu Dhabi [qui], ha suscitato notevoli controversie [qui - qui - qui - qui].
Il Papa ha esplicitamente dichiarato che il vescovo Schneider potrebbe condividere i contenuti del loro scambio su questo punto. "Si può dire che la frase in questione sulla diversità delle religioni significa la volontà permissiva di Dio", ha detto ai vescovi riuniti, che provengono da regioni prevalentemente musulmane.
L'ausiliare di Astana, a sua volta, ha chiesto al Papa di chiarire ufficialmente la dichiarazione contenuta nel documento di Abu Dhabi.
LifeSite ha incontrato il vescovo Schneider a Roma dopo la visita ad limina. In un'intervista di ampio respiro, si è discusso del suo incontro con Papa Francesco, delle sue opinioni sul recente Vertice Vaticano sugli abusi sessuali e dei previsti attacchi al celibato del clero nel prossimo Sinodo amazzonico.
Schneider ha etichettato il summit sugli abusi sessuali come uno "spettacolo clericale" e un "fallimento" per non aver affrontato le "radici profonde" della crisi e non aver emesso "norme molto precise, convincenti e incisive". Evidenzia quelle che crede siano le quattro cause della crisi riguardante gli abusi e propone due norme concrete che ritiene dovrebbero essere emanate dal vertice.
Alla domanda sulla negazione di una relazione causale tra omosessualità e abusi sessuali da parte del cardinale Blase Cupich, Schneider accoratamente si chiede: "Com'è possibile parlare con un uomo che nega la realtà?"
Nell'intervista, il vescovo Schneider elogia anche la lettera aperta rilasciata dal cardinale Raymond Burke e dal cardinale Walter Brandmüller [qui] in vista del summit Vaticano sugli abusi e suggerisce ulteriori azioni che cardinali e vescovi potrebbero intraprendere per affrontare l'attuale crisi nella Chiesa.
Di seguito la nostra intervista esclusiva con il vescovo Athanasius Schneider.
Eccellenza, cosa può dirci della sua recente visita ad limina e dell'incontro con Papa Francesco?
È stata per me un'esperienza molto spirituale - un pellegrinaggio alle tombe dei Santi Pietro e Paolo, dove abbiamo celebrato la Santa Messa. Alla tomba di San Pietro abbiamo cantato per Papa Francesco l'antifona "Oremus pro pontifice nostro" seguita dal Credo. Abbiamo anche pregato secondo le intenzioni del Papa per ottenere l'indulgenza plenaria. Lo stesso abbiamo fatto nella Basilica di San Paolo fuori le mura e nella basilica mariana di Santa Maria Maggiore.
Per quanto riguarda il nostro incontro con il Papa, egli è il Vicario di Cristo sulla terra in questo tempo, ed è stato molto fraterno e gentile con noi. C'era un'atmosfera molto cordiale.
Si è trattato di un incontro di due ore. Considero un atto di grande generosità da parte del Papa, dedicare tanto tempo al nostro gruppo di 10 vescovi e ordinari del Kazakistan e dell'Asia centrale.
Durante l'incontro, il Papa ci ha invitati a esprimere liberamente le nostre preoccupazioni e anche le nostre critiche. Ha sottolineato che gradisce una conversazione molto libera.
Alcuni vescovi hanno potuto sollevare preoccupazioni sulla vita della Chiesa oggi. Ad esempio, la questione della Comunione per i cattolici divorziati e "risposati" civilmente; la questione della comunione per i coniugi protestanti nei matrimoni misti; e la questione della diffusione della pratica dell'omosessualità nella Chiesa. Questi i punti discussi.
Poi ho anche chiesto al Santo Padre di chiarire la dichiarazione contenuta nel documento di Abu Dhabi sulla diversità delle religioni "volute" da Dio.
Il Papa ha risposto con benevolenza alle nostre domande e ha cercato di esprimere suo punto di vista su questi problemi. Ha rispose in modo più generale sui principi della Fede cattolica, ma nello specifico non siamo stati in grado di entrare nei dettagli. Anche così, sono molto grato al Santo Padre che ci ha dato la possibilità, in un'atmosfera molto serena, di esprimere diverse preoccupazioni e di parlare con lui.
Può dire di più su come Papa Francesco ha risposto alla sua preoccupazione per la dichiarazione di Abu Dhabi sulla diversità delle religioni? Il brano controverso recita: "Il pluralismo e la diversità delle religioni, il colore, il sesso, la razza e il linguaggio sono una sapiente volontà divina, attraverso la quale ha creato gli esseri umani".
Sul tema della mia preoccupazione per la frase usata nel documento di Abu Dhabi - che Dio "vuole" la diversità delle religioni - la risposta del Papa è stata molto chiara: ha detto che la diversità delle religioni è solo volontà permissiva di Dio. Lo ha sottolineato e ci ha detto: si può dire anche che la diversità delle religioni è la volontà permissiva di Dio. [Affermare si può dire anche non elimina l'affermazione errata, la affianca. Dunque non c'è nessuna rettifica, resta quanto meno l'ambiguità e si crea confusione... ndT]
Ho cercato di approfondire la questione, almeno citando la frase come si legge nel documento. La frase dice che Dio vuole la diversità di sessi, colore, razza e lingua, così Dio vuole la diversità delle religioni. C'è un evidente confronto tra la diversità delle religioni e la diversità dei sessi.
Ho menzionato questo punto al Santo Padre, ed egli ha riconosciuto che, con questo confronto diretto, la frase può essere intesa erroneamente. Gli ho sottolineato nella mia risposta che la diversità dei sessi non è volontà permissiva di Dio, ma è voluta positivamente da Dio. E il Santo Padre lo ha riconosciuto e ha convenuto con me che la diversità dei sessi non è una questione di volontà permissiva di Dio.
Ma quando menzioniamo entrambe queste espressioni nella stessa frase, la diversità delle religioni viene interpretata come voluta positivamente da Dio, al pari della diversità dei sessi. La frase induce quindi a dubbi e interpretazioni errate, e così desideravo e ho chiesto che il Santo Padre la correggesse. Ma egli ha detto a noi vescovi: si può dire che la frase in questione sulla diversità delle religioni significa la volontà permissiva di Dio.
Per i lettori che potrebbero non avere familiarità con la distinzione tra la volontà permissiva e positiva di Dio, può dare qualche esempio di altre cose che Dio permette attraverso la sua volontà permissiva?
Sì, permissivo significa che Dio permette certe cose. Dio ha consentito o permesso il peccato di Adamo e tutte le sue conseguenze; e anche quando pecchiamo personalmente, in un certo senso Dio lo permette o lo tollera. Ma Dio non contribuisce in modo positivo al nostro peccato. Lo permette in vista del sacrificio infinitamente meritorio di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce, e perché non vuole distruggere la nostra libertà. Questo è il significato della volontà permissiva di Dio.
Vertice Vaticano sigli abusi sessuali
Molte persone, incluse le vittime di abusi sessuali confluiti a Roma per il vertice del Vaticano del 25-27 febbraio sulla protezione dei minori nella Chiesa, sono rimaste deluse dall'incontro per averne constatato la mancanza di azioni concrete. Eccellenza, quale crede sarebbe il modo più efficace per risolvere il problema degli abusi sessuali e della loro copertura nella Chiesa?
Quando c'è un grosso problema - qual è certamente l'abuso da parte del clero su bambini, minori e subordinati adulti - dobbiamo sempre andare alla radice più profonda, come fa ogni buon medico.
Non possiamo risolvere una malattia solo con una diagnosi superficiale. È necessaria una diagnosi profonda e integrale. E a mio parere, ciò non è stato fatto al vertice, perché una delle radici evidenti, riscontrabili e più profonde dell'abuso sessuale sui minori è l'omosessualità presente tra il clero. Naturalmente, non intendo dire che tutti gli omosessuali compiano necessariamente abusi sui bambini. Ciò sarebbe ingiusto e falso. Ma stiamo parlando di abusi clericali nella Chiesa, e quindi dobbiamo concentrarci su questa malattia. È stato dimostrato che oltre l'80% delle vittime erano maschi post-puberi. È quindi evidente che nella maggior parte dei casi si trattava di atti omosessuali. Dobbiamo sottolineare che questa è una delle radici principali.
L'altra radice principale della crisi degli abusi è il relativismo sull'insegnamento morale iniziato dopo il Concilio Vaticano II. Da allora, viviamo in una profonda crisi di relativismo dottrinale, non solo della dogmatica ma anche della morale: la legge morale di Dio. Negli ultimi 50 anni la morale non è stata insegnata chiaramente nei seminari; spesso, nei Seminari e nelle facoltà teologiche non si insegna chiaramente che un peccato contro il sesto comandamento è un peccato grave. Soggettivamente ci possono essere circostanze attenuanti, ma oggettivamente è un peccato grave. Ogni atto sessuale al di fuori di un matrimonio valido è contro la volontà di Dio. Offende Dio ed è un peccato grave, un peccato mortale. E dunque questo insegnamento è relativizzato. Questa è una delle altre radici profonde. Dobbiamo sottolinearlo. E, a mio parere, al vertice non è stato sottolineato proprio il relativismo dell'insegnamento morale, in particolare sul sesto comandamento.
Un'altra causa profonda è la mancanza di una vera, seria e autentica formazione dei seminaristi. C'è un deficit di vita ascetica oltre che nella formazione dei seminaristi. È dimostrato da duemila anni, e dalla natura umana, che senza l'ascesi fisica del digiuno, della preghiera e persino di altre forme di mortificazioni corporali, è impossibile vivere una vita costante in virtù senza peccato mortale. A causa della profonda ferita del peccato originale e della concupiscenza ancora in atto in ogni essere umano, abbiamo bisogno di mortificazione corporale.
San Paolo dice: "Non fare provviste per la carne, per soddisfare i suoi desideri". (Romani 13:14) Possiamo parafrasare queste parole, dicendo: non nutrire troppo la tua carne o la concupiscenza ti dominerà. E questo è esattamente quanto è successo spesso nei seminari. Seminaristi e sacerdoti hanno nutrito la carne attraverso una vita confortevole senza ascetismo, senza digiuni e altre mortificazioni fisiche e spirituali.
Ma, per me, la causa più profonda della crisi riguardante gli abusi sessuali da parte del clero è la mancanza di una relazione profonda e personale con Gesù Cristo. Quando un seminarista o un sacerdote non ha una profonda relazione personale con Gesù Cristo, in costante fedeltà a una vita di preghiera e godendo realmente di un amore personale per Gesù, egli è facile preda delle tentazioni della carne e degli altri vizi.
Inoltre, quando si ha un amore profondo e personale per Cristo, non si può commettere deliberatamente un peccato orrendo. Occasionalmente, a causa della debolezza della natura umana, un prete o un seminarista può commettere un peccato mortale contro la purezza. Ma nello stesso momento, è profondamente pentito e decide di evitare il prossimo peccato ad ogni costo. Questa è una manifestazione di un vero amore per Cristo. Ma per me è completamente escluso che una persona che ama profondamente Cristo possa abusare sessualmente di minori. È impossibile per me. Secondo me, un profondo amore per Cristo lo esclude.
Le radici principali della crisi sono in definitiva: l'omosessualità tra il clero, il relativismo della dottrina, la mancanza di ascesi e soprattutto l'assenza di un amore profondo e vero per Cristo. E ciò non è stato sottolineato nel summit. Pertanto, considero il vertice un fallimento, poiché un medico non riesce a curare una malattia quando non riesce ad affrontarne le cause. Il problema perdurerà.
Ha menzionato la statistica secondo cui nell'80% delle vittime si trattava di maschi post-puberi. Come risponde al Cardinale Blase Cupich e ad altri che indicano il rapporto di John Jay e altri studi come prova che non esiste una relazione causale tra omosessualità e abusi sessuali del clero?
È una negazione della realtà. Come posso parlare con chi nega la realtà? Ciò è spiegabile solo come una posizione ideologica.
Quali misure concrete ritiene che il Vertice avrebbe dovuto adottare per offrire soluzioni reali al problema dell'abuso sessuale clericale?
Il vertice avrebbe dovuto emanare norme canoniche concrete, ma non lo ha fatto, e quindi penso che il vertice sia un fallimento. Si è trattato di un bellissimo spettacolo clericale, una manifestazione di clericalismo: tutti i chierici con i loro titoli provenivano dal mondo intero. E molte belle parole - parole molto emozionanti - sono state pronunciate. Ma queste radici profonde non sono state affrontate e non sono state fornite norme concrete e incisive.
A mio avviso, dovrebbero essere emanate norme molto precise, convincenti e incisive.
La prima norma canonica che proporrei è questa: categoricamente le persone con inclinazioni omosessuali non dovrebbero essere ammesse nei seminari. E, se scoperte, naturalmente con rispetto e amore, devono essere allontanate dal seminario e aiutate per essere guarite e vivere da buoni laici cristiani.
Attualmente le norme dicono solo che non dovrebbero essere ammesse in seminario persone con "radicate tendenze omosessuali", ma per me ciò non è sufficiente. Cosa significa "radicate"? Se un uomo adulto arriva in seminario e prova attrazione omosessuale, anche se non ancora profondamente radicata, rimane comunque un'attrazione omosessuale. E di per sé è già una condizione che, in alcune circostanze - come nell'atmosfera esclusivamente maschile di un seminario - potrebbe svilupparsi in una tendenza più profonda o più aggressiva.
Una volta sacerdote, frequenterà i seminaristi, i giovani chierichetti e via dicendo. E così mentre forse in seminario queste tendenze non erano profondamente radicate, possono diventarlo in determinate circostanze.
In un cero senso questa è malafede. Diciamo che un giovane non è un omosessuale attivo. Non prova piacere nell'avere tendenze omosessuali e queste non sono profondamente radicate. Ma quando riconosce di avere queste tendenze, o quando è comprovato da atti esteriori o segni che ha tendenze omosessuali, anche se non profondamente radicate, egli dovrebbe essere caritatevolmente mandato via dal seminario. E questa dovrebbe essere una norma canonica: se si riconosce che qualcuno ha tendenze omosessuali, anche se non profondamente radicate, costui non può essere accolto in un altro seminario e non può essere ordinato.
Le tendenze omosessuali fanno parte dei disturbi della personalità e di una percezione distorta della realtà, poiché significa desiderare un oggetto di piacere contro l'ordine sessuale naturale. I documenti magistrali lo chiamano disordine "oggettivo". Come si può ordinare chi presenta un disturbo nella personalità o nella struttura psicosomatica? Certo, ci sono anche altri disturbi psicologici. Non si ordinano uomini con disturbi psicologici, anche quando non sono così profondi. Si danneggerebbe il sacerdozio.
Ha citato i segni esteriori. Nella norma canonica che propone, che tipo di segni esteriori ha in mente?
Un'amicizia esclusiva e ostentata con un uomo, sarebbe già un segno esteriore. O guardare la pornografia maschile su internet, sarebbe un altro segno. Questi sono segni esteriori e verificabili. Una volta scoperti in un seminarista, questi dovrebbe essere escluso per sempre dall'ordinazione. Sì, può essere guarito, ma il seminario non è un sanatorio per guarire persone con disturbi psicologici o tendenze omosessuali. Pensarlo è ingenuo e dannoso sia per il sacerdozio che per la persona. Sarebbe meglio per una tale persona essere un buon cristiano nel mondo e salvare la sua anima, piuttosto che essere un prete. Naturalmente si può e si deve aiutarlo. Ma dobbiamo essere disposti a dirgli: non sarai ordinato, è per la salvezza della tua anima. Sii un buon cristiano nel mondo.
Meglio avere meno sacerdoti, ma uomini sani, psicologicamente sani. E amanti profondi di Cristo, uomini profondamente spirituali. Sarebbe meglio per tutta la Chiesa. Meglio lasciare alcune parrocchie senza un prete e alcune diocesi senza un vescovo per diversi anni piuttosto che ordinare un uomo che abbia un disturbo della personalità sia omosessuale sia di altro genere.
Quali altre norme concrete ritiene che il Vertice vaticano sugli abusi sessuali avrebbe dovuto rendere pubbliche?
Nel caso in cui un prete o un vescovo commetta abusi sessuali, anche in un solo caso, deve essere allontanato dallo stato clericale. Ci dovrebbe essere "tolleranza zero" in questo caso, e dovrebbe essere stabilito dal Diritto Canonico. Non ci dovrebbero essere eccezioni. Certo, il fatto dell'abuso sessuale deve essere provato e verificato da un vero processo canonico, ma quando lo fosse, il responsabile deve essere allontanato dallo stato clericale.
Queste due norme (la categorica non ammissione al seminario e all'ordinazione di uomini con tendenze omosessuali e la dismissione dallo stato clericale), a mio avviso, avrebbero dovuto essere esplicitamente menzionate nel Vertice, per un concreto impatto col problema. Altrimenti è stato un incontro bellissimo, ma più o meno uno spettacolo clericale con parole e dichiarazioni sentimentali.
Un prete che ha abusato di minorenni dovrebbe essere aiutato economicamente dalla Chiesa?
Penso di si. Dobbiamo essere misericordiosi e non crudeli. Dobbiamo sempre essere ancora umani e cristiani, e penso che la Chiesa dovrebbe almeno dare temporaneamente, forse per i primi due anni, aiuti finanziari ai chierici allontanati.
Lettera aperta dei Cardinali Burke e Brandmüller
Prima del summit, il cardinale Raymond Burke e il cardinale Walter Brandmüller hanno pubblicato una lettera aperta invitando i vescovi presenti al summit a porre fine al loro silenzio sulla corruzione morale nella Chiesa e a sostenere la legge divina e naturale. Quanto pensa che la loro lettera aperta sia stata accolta e ascoltata durante la riunione?
Penso che la lettera dei due cardinali sia meritoria e di grande attualità e la storia la considererà un contributo veramente positivo in questa delicatissima crisi di abusi a livello universale della Chiesa. È stata una bellissima testimonianza, e credo che questa lettera abbia onorato il Collegio cardinalizio.
Ma penso che sia stato ascoltato più dalle persone semplici che dai chierici: ancora, il clericalismo.
Alcuni hanno suggerito che il summit sugli abusi sessuali del Vaticano fosse il più grande esempio di clericalismo.
Non hanno ascoltato le voci dei laici. La voce dei laici non è stata ascoltata sufficientemente dai chierici. Non è questo clericalismo?
Cosa crede che spieghi l'ovvio e ripetuto rifiuto di affrontare la questione dell'omosessualità al vertice? Alcuni hanno sostenuto che potrebbe essere dovuto al desiderio di proteggere le reti omosessuali all'interno della gerarchia. Altri hanno suggerito che venga dai vescovi che hanno paura di dire qualcosa di negativo sull'omosessualità per paura di ripercussioni da parte dello Stato.
Penso che il primo argomento non abbia un peso considerevole nel contesto del vertice. Ci sono gruppi omosessuali, ma in questo vertice non è stato decisivo, secondo me.
Il secondo argomento menzionato ha un certo peso ma non è stato decisivo. Il timore dei vescovi di confrontarsi con il mondo è un fattore; la paura del mondo. Anche se possono essere personalmente contrari all'omosessualità, temono un confronto con il mondo. Codardia clericale: ancora, clericalismo.
Ma la ragione più profonda, secondo me, è che ci sono potenti clan clericali tra vescovi e cardinali che vogliono promuovere e cambiare nella Chiesa la legge morale divina sul male intrinseco degli atti omosessuali e dello stile di vita omosessuale. Vogliono rendere l'omosessualità accettabile come una variante legittima della vita sessuale. Dal mio punto di vista, questa è la ragione più profonda e forse decisiva per cui sono rimasti in silenzio e hanno omesso di affrontarlo.
Sinodo amazzonico
A ottobre si terrà in Vaticano un Sinodo sull'Amazzonia. Eccellenza, ha vissuto in Brasile per un periodo e ha familiarità con la regione. È stato detto che c'è una carenza di preti in Amazzonia e che alcuni giustificano l'introduzione di viri probati. È vero che esiste una tale crisi sacramentale e carenza di sacerdoti?
Beh, c'è carenza di sacerdoti in Amazzonia, ma c'è la stessa carenza altrove. C'è una crescente penuria di sacerdoti in Europa. Ma la penuria di preti è solo un ovvio pretesto per abolire il celibato praticamente (non teoricamente) nella Chiesa latina. Questo è stato l'obiettivo fin da Lutero. Tra i nemici della Chiesa e le sette, il primo passo è sempre quello di abolire il celibato. Il celibato sacerdotale è l'ultima roccaforte da demolire nella Chiesa. La vita sacramentale è solo il pretesto per farlo.
Nella mia esperienza in Unione Sovietica, abbiamo trascorso diversi anni senza la Santa Messa. E siamo sopravvissuti forti nella fede. La fede è stata vissuta nella Chiesa domestica che è la famiglia. La fede è stata tramandata attraverso il Catechismo. Abbiamo pregato Abbiamo fatto comunioni spirituali, attraverso le quali abbiamo ricevuto molte grazie. Quando arrivava improvvisamente un prete dopo uno o due anni, era davvero una festa, e noi eravamo così felici, e ci confessavamo sacramentalmente, e Dio ci ha guidati. Quindi, nella mia vita, l'ho sperimentato personalmente in Unione Sovietica.
Per quanto riguarda il Brasile: ho anche vissuto e lavorato in Brasile per 7 anni. E conosco i brasiliani. Sono persone molto pie, gente semplice. Non avrebbero mai pensato al clero sposato. No, questa è un'idea che viene messa nelle loro teste non dalle popolazioni indigene, ma dai bianchi, dai sacerdoti che non vivono una vita apostolica e sacrificale profonda. Senza la vera vita sacrificale di un apostolo non puoi edificare la Chiesa. Gesù Cristo ci ha dato l'esempio dell'offerta sacrificale di se stesso, come hanno fatto gli Apostoli, i Padri della Chiesa, i Santi, i Missionari. Questo ha edificato la Chiesa con frutti spirituali duraturi per intere generazioni.
La mancanza di sacerdoti in Amazzonia è per me un esempio del contrario: forse i sacerdoti mancano di una vita profondamente impegnata e sacrificale nello spirito di Gesù, degli Apostoli e dei Santi. Cercano quindi sostituti umani. Il clero sposato indigeno non porterà all'approfondimento e alla crescita della Chiesa amazzonica. Altri problemi sorgeranno sicuramente con l'avvento del clero sposato nella cultura indigena dell'Amazzonia e in altre parti del mondo di rito latino.
Ciò che è più necessario è approfondire le radici della fede e rafforzare la chiesa domestica in Amazzonia. Dobbiamo iniziare una crociata in Amazzonia tra queste famiglie indigene, tra cattolici cristiani, per le vocazioni, implorando Dio per le vocazioni al sacerdozio celibe ed esse arriveranno.
Nostro Signore ha detto di "pregare", quindi questa mancanza è un segno che non stiamo pregando abbastanza. E la gente sarà tentata di pregare ancora meno perché gli uomini si stanno riempiendo la testa con la promessa che in ottobre riceveranno la possibilità di avere dei preti sposati. Quindi non pregano più perché i loro figli siano sacerdoti come Gesù, che era celibe. E Gesù è il modello per tutte le culture.
Persino un buon sacerdote celibe indigeno, un uomo spirituale, poteva trasformare le tribù, come facevano i santi. San Giovanni Maria Vianney ha trasformato quasi tutta la Francia. Padre Pio è un altro esempio. Non sto dicendo che dobbiamo aspettarci questo standard di santità, ma lo sto offrendo come esempio della fecondità soprannaturale che può venire attraverso un santo sacerdote. Anche un semplice, profondo uomo spirituale dedicato a Gesù e alle anime nel celibato, un sacerdote indigeno dell'Amazzonia, sicuramente edificherà lì la Chiesa, e risveglierà nuove vocazioni con il suo esempio.
Questo è il metodo della Chiesa sin dai tempi degli Apostoli. E questo metodo è stato provato e dimostrato attraverso 2000 anni di esperienza missionaria della Chiesa. E questo sarà vero finché Cristo non verrà. Non c'è altro modo. L'adattamento ad approcci puramente umanistici e naturalistici non arricchirà la Chiesa amazzonica. Abbiamo 2000 anni di storia per dimostrarlo.
Ripeto: i brasiliani sono profondamente consapevoli della sacralità del sacerdozio. Questo è ciò che il Sinodo dell'Amazzonia dovrebbe fare: approfondire la consapevolezza della sacralità del sacerdozio celibe. La Chiesa ha esempi così belli di missionari. Dovrebbe approfondire e rafforzare la Chiesa domestica, cioè la vita familiare. E il sinodo dovrebbe iniziare l'adorazione eucaristica e le campagne di preghiera per i sacerdoti e le nuove vocazioni sacerdotali. Senza il sacrificio dell'amore, senza la preghiera, non costruiremo una Chiesa locale. E certo non con il clero sposato.
Non sto parlando contro il clero sposato nelle Chiese ortodosse o nelle Chiese orientali cattoliche. Sto parlando della tradizione latina in America e in Europa. Dobbiamo conservare questo tesoro senza indebolirlo, nonostante l'introduzione di un clero sposato, perché è stato dimostrato da tanta fecondità quando lo guardiamo da un punto di vista completo.
Cardinali e crisi attuale
Crede sia importante che i Cardinali parlino della crisi nella Chiesa e, in tal caso, in quale forma?
Sì, è molto attuale e molto necessario perché la confusione sta solo aumentando.
Penso che i cardinali dovrebbero affrontare la questione del documento di Abu Dhabi e la frase sulla diversità delle religioni, perché questa affermazione porta in definitiva a una negazione della verità del carattere unico e obbligatorio della Fede in Cristo, comandata dalla Divina Rivelazione. A mio parere, la dichiarazione di Abu Dhabi è la più pericolosa dal punto di vista dottrinale. I cardinali dovrebbero rispettosamente chiedere al Santo Padre di correggere ufficialmente questa frase.
Credo che sarebbe anche molto attuale e necessario per cardinali o vescovi emettere un tipo di professione di fede, di affermazione di verità, respingendo anche gli errori più diffusi del nostro tempo. A mio avviso, dovrebbero fare una professione di verità molto specifica, elencata ad esempio: "Tengo fermamente che ..." seguito dalla confutazione di un errorèTrduzione a cura di Chiesa e post-concilio]e. Credo che una tale professione dovrebbe includere tutti i principali errori pericolosi che si stanno diffondendo nella vita della Chiesa ai nostri giorni.
Una professione che riafferma la fede ma che confuta anche l'errore?
Sì, nella stessa frase. Tale testo dovrebbe essere pubblicato e ampiamente divulgato a sacerdoti e vescovi, forse chiedendo loro di fare una professione pubblica con questo testo nelle parrocchie e nelle cattedrali. Non ci sarebbero novità. Direbbe solo ciò che la Chiesa ha sempre professato.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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Per chi vuol supportarci nel nostro quotidiano impegno
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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23 commenti:
la dichiarazione firmata dal papa è scritta e resta quindi intatta. la "correzione" è verbale e se la porta via il vento. e così sono contenti tutti. e la telenovela di demolizione cattolica può proseguire indisturbata. vediamo quale sarà la prossima puntata. Romanus.
https://gloria.tv/article/ANpstn9XUtCz3ryAb82Njdi34
Francesco spiega dichiarazione di Abu Dhabi e si trova in contraddizione
Dobbiamo urlare, urlare dai tetti che pedofilia, efebofilia e sodomia sono perversioni contigue e spesso sovrapposte. Le lobby sodomitiche di varia natura (o meglio di contro-natura) difendono consapevolmente o no (ma credo assai consapevolmente) la pedofilia. Se non vuole tradire se stessa, la Chiese deve tornare alla severissima condanna di sempre dell'omosessualità, peccato orribile, contro natura che grida vendetta a Dio. Come dice giustamente Monsignor Schneider, qualsiasi tipo di tendenza omosessuale, lieve o profonda, occasionale o radicata, deve essere motivo escludente dai seminari. E gli ambienti cattolici (ma non solo) devono ritornare ad avere il coraggio di esigere una condanna sociale e morale della perversione sodomitica, di combattere fermamente qualsiasi deriva miserabile del tipo "gay è bello" e di recuperare una sana, condivisa, diffusa, forte disapprovazione di questa orribile pratica.
Silente
Tante parole in sottomissione totale alla pseudo bontà di un eretico, quando di eretici abbondano parrocchie e curie vescovili, non solo vaticana. Mah….questa gente non pensa alla frase della Bibbia contro i cani muti. Certo che abbiamo capito ormai bene come si è giunti al diluvio ed oltre, con il metodo attuale.
La volontà permissiva di Dio riguardo al pluralismo e diversità delle religioni non sta assolutamente in piedi: non solo perché si affianca sullo stesso piano del sesso, delle lingue e delle razze, ma soprattutto perché l'affermazione riguarda il contesto della creazione, dovuta unicamente alla sapienza di Dio. "Omnia in sapientia fecisti". Il peccato di Adamo e di tutti gli uomini avvengono dopo la creazione con la permissione di Dio. Dunque nessuna giustificazione per questo gravissimo errore dottrinale e per il maldestro tentativo orale di correzione. Verba volant, scripta manent.
TEOFILATTO
"Volontà positiva, volontà permissiva .... a chi ha vergato quella dichiarazione non frega nulla di queste distinzioni, ma il conservatore deve pur dormire tranquillo la notte e così pur di non riconoscere l'enormità e il modernismo che l'ha prodotta e preparata, si balocca con le ermeneutiche"
Francesco Patruno
Ormai non penso più che siano in buona fede questi vescovi che cercano di ottenere qualcosa con gli pseudo compromessi che gli placano le coscienze per circa un quarto d'ora. Bergoglio ha firmato un documento, a nome di tutta quelli che ancora gli vanno dietro in cui è scritto che Dio vuole la pluralità di religione. Quindi se sei cristiano o buddista ti salvi lo stesso, Dio è contento perché lo vuole e il Suo Unico Figlio Gesù Cristo è morto sulla croce perché.......non non si sa, è successo.... capita..... Aspettano che cambi le parole del documento?
https://catholicherald.co.uk/news/2019/03/08/bishop-schneider-pope-clarified-statement-on-diversity-of-religions/
Bishop Schneider: Pope clarified statement on ‘diversity of religions’
In realtà Bergoglio non ha chiarificato nulla. Ha semplicemente concluso. Fate voi....
2014 - 9 marzo - 2019
Cinque anni fa ci lasciava Mario Palmaro.
Eterna sia la sua memoria.
Da OnePeterFive che la tratto da "Il Papa dittatore"
La storia racconta che Perón, nei suoi giorni di gloria, una volta propose di indurre un nipote nei misteri della politica. Per prima cosa portò il giovane con sé quando ricevette una delegazione di comunisti; dopo aver ascoltato le loro opinioni, ha detto loro: "Hai ragione". Il giorno dopo ha ricevuto una delegazione di fascisti e ha risposto di nuovo ai loro argomenti, "Hai ragione." Poi ha chiesto a suo nipote cosa pensava e il giovane ha detto: "Hai parlato con due gruppi con opinioni diametralmente opposte e hai detto a entrambi che sei d'accordo con loro. Questo è assolutamente inaccettabile. "Perón rispose," Hai ragione anche tu. "Un aneddoto come questo è un esempio del perché nessuno può pretendere di valutare papa Francesco a meno che non comprenda la tradizione della politica argentina, un fenomeno al di fuori il resto dell'esperienza mondiale; la Chiesa è stata presa di sorpresa da Francesco perché non ha avuto la chiave per lui: è Juan Perón nella traduzione ecclesiastica. Coloro che cercano di interpretarlo altrimenti mancano l'unico criterio pertinente.
In questo modo sono contenti tutti. Tranne si sa i rigidi, gli sgranarosari, i dottrinari, gli anticonciliari, quelli che non sono una cum, ecc........
https://denvercatholic.org/cardinal-pell-our-dreyfus-case/
Scusate - l'ha tratto -
La “volontà permissiva” di nuovo conio bergogliano è un esercizio di acrobazia semantica prossimo all’ossimoro e pienamente reminiscente della “neolingua” orwelliana. Come commentato sopra, poi, le dichiarazioni scritte rimangono e le parole se le porta via il vento.
La cosiddetta "volontà permissiva" di Dio è semplicemente: 1) contraddittoria: una cosa è infatti che io voglia rispettare la libertà di un peccatore che compie un male che non voglio e gli ho proibito, altro è che io voglia che il peccatore possa compiere il male e non gli ho proibisca ma di cui me ne lavi le mani 2) contraria alla Scrittura: il risultato della Torre di Babele è stata una gran confusione (non solo linguistica ma etica e religiosa) che non è stata né voluta da Dio, né permessa da Dio, ma provocata dall'uomo contro Dio.
Credo che (per fortuna!) la Dichiarazione di Abu Dhabi non debba essere ritenuta espressione di "dialogo interreligioso", (perciò non un documento magisteriale, neppure ordinario), ma solo un'espressione di "dialogo interculturale" (documento di natura diplomatico-politica), un calibrato (efficace?) compromesso per favorire una pace mondiale già fragile. Una considerazione che, se da un lato salva Papa Bergoglio, dall'altro lo rende ancora più problematico.
un calibrato (efficace?) compromesso per favorire una pace mondiale già fragile. Una considerazione che, se da un lato salva Papa Bergoglio, dall'altro lo rende ancora più problematico.
Il compromesso vale per un politico. Un papa non può, neppure al di fuori del Magistero, fare affermazioni che contraddicono il progetto di Dio per l'uomo che si invera unicamente nell'opera divino-umana di Cristo.
La risposta del Papa è insoddisfacente per molti motivi, già evidenziati, ma attenzione a non "buttare il bambino con l'acqua sporca", ovvero la volontà permissiva di Dio è un concetto già presente nella dottrina cristiana e così spiegato dal catechismo di San Pio X:
«11. Dio può fare anche il male?
Dio non può fare il male, perchè non può volerlo, essendo bontà infinita; ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi ricavare il bene anche dal male.»
Foglia di fico.
Il contesto del Catechismo di san Pio X non è quello della recente dichiarazione bergogliana e questo già dice tutto. La volontà permissiva nel Catechismo di san Pio X è affermata in un contesto in cui si esplicita chiaramente cos'è la vera religione e cosa non lo è. Nel contesto della recente dichiarazione bergogliana, al contrario, non esiste affatto questa dimensione. E siccome i termini prendono significato dal contesto in cui sono inseriti, prendere coraggio dalla precisazione bergogliana sulla "volontà permissiva" è assai illusorio.
"Credo che sarebbe anche molto attuale e necessario per cardinali o vescovi emettere un tipo di professione di fede, di affermazione di verità, respingendo anche gli errori più diffusi del nostro tempo. A mio avviso, dovrebbero fare una professione di verità molto specifica, elencata ad esempio: "Tengo fermamente che ..." seguito dalla confutazione di un errore".
"Non ci sarebbero novità. Direbbe solo ciò che la Chiesa ha sempre professato".
Mi sembra una saggia soluzione.
Bergoglio come di consueto "gradisce una conversazione molto libera" per far esprimere e uscire allo scoperto le voci contrarie al suo operato al fine di purgarle in un secondo momento.
Prima finge uno spirito di "parresia" e collegialità, poi invece come sempre, individuati i "dissidenti", si avventa su di loro per annientarli.
Una vittoria platonica, quella di mons. Schneider
L'interpretazione conforme al dogma della frase incriminata non è ufficiale, né è da ritenere lo diventi. È un'interpretazione che il papa ha concesso a mons. Schneider di diffondere, quasi si trattasse di un'intepretazione privata, personale dello stesso mons. Schneider.
Come se avesse detto: - certo, il testo si può intendere così, come suggerisce il monsignore (Dio permette questa pluralità, non è che l'abbia voluta), ma questo nulla cambia, il testo rimane com'era prima. È L'interpretazione del monsignore.
Vescovo Schneider avvia sito internet – risponde a domande private
Il vescovo Athanasius Schneider, su cui il Segretario di Stato del Vaticano ha imposto un divieto a viaggiare, ha avviato un suo sito Internet. L'indirizzo è: www.GloriaDei.io.
Il sito contiene informazioni su Monsignor Schneider, una sezione con video e una con articoli.
Il sito permette di inviare preghiere o domande a Schneider, che "farà del suo meglio per rispondere". C'è anche la possibilità di iscriversi per ricevere messaggi e-mail dal vescovo Schneider.
https://www.gloriadei.io/
Come amare Dio ?
Spendere la vita per Colui che l'ha data .
Spendere la vita per coprire di Verita' le nudita' dei fratelli ignoranti (che ignorano).
https://www.aldomariavalli.it/2019/03/12/come-trasformare-dio-in-un-relativista-e-fingere-che-nulla-sia-successo/amp/
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