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mercoledì 17 luglio 2019

Prima pietra per il nuovo monastero a Norcia

ANSA 11 luglio - Posata oggi a Norcia la prima pietra del nuovo monastero benedettino. Sarà realizzato in San Benedetto in Monte, dove i monaci, guidati dal priore padre Benedetto Nivakoff, si sono trasferiti dopo che la Basilica e il monastero nel centro storico della città, sono crollati per il terremoto del 2016. Quella che verrà realizzata sulla collina di Norcia sarà una nuova costruzione che affiancherà l'esistente chiesa appartenuta a un ex convento cappuccino. Il nuovo monastero, ha spiegato il priore, "si svilupperà su circa 2 mila metri quadrati e con l'aiuto di Dio contiamo di completarlo in tre anni". Il recupero della chiesa è previsto, invece, entro la metà del prossimo anno. "La posa della prima pietra nel giorno della festa di San Benedetto è molto significativa per la nostra comunità, ma anche per tutta la città di Norcia che soffre tanto dal terremoto", ha detto padre Nivakoff. "La costruzione di un nuovo monastero - ha aggiunto - significa che lì si trova Dio e questo sarà un luogo dove si potrà arrivare per trovare quella pace che solo Cristo sa offrire". La pietra sistemata in un muro di contenimento e sulla quale è stata incisa la frase "Nova facio omnia" (Faccio nuova ogni cosa), tratta dal libro dell'Apocalisse, custodirà per sempre anche una lettera del priore in cui si ricorda questo giorno "unico". Tanto che padre Benedetto ha sottolineato come "il rito celebrato lo si vede una sola volta". Tanti i fedeli che hanno preso parte alla cerimonia. Con loro il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, il direttore generale della Regione Umbria e responsabile dell'Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma, Alfiero Moretti e il cardinale Brandmuller. Ma alla celebrazione, come era avvenuto ieri sera per i vespri, ha partecipato anche la ex presidente della Regione, Catiuscia Marini. Alemanno, al termine della mattina, ha parlato di "momento storico per Norcia e per l'intera Umbria". "La costruzione del nuovo monastero - ha aggiunto - cementa ancora di più il legame tra la città e i suoi monaci e pone questo territorio al centro dell'Europa, di cui il nostro santo è patrono".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Per Mic
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Anonimo ha detto...

E che ne sarà del monastero originale nel centro storico?

Alle origini dell'Europa ha detto...

Il cammino dell'Europa ebbe inizio con l'evangelizzazione delle popolazioni europee da parte della Chiesa. Crollato il mondo romano, nel dilagare della violenza barbarica, la Chiesa fu la grande forza storica che fece incontrare, chiamandole a nuova vita, realtà umane profondamente diverse.
 
Dalle città romane la fede lentamente si era diffusa nelle campagne: chiese, cappelle, luoghi di culto erano disseminati un po' dovunque; da questi si sviluppava intorno un'intensa attività di assistenza e di istruzione nei confronti delle popolazioni. La maggiore difficoltà in questa opera di evangelizzazione consisteva nell'attaccamento ai culti pagani preesistenti, che talvolta si mescolavano con quelli cristiani. Tuttavia quei luoghi di culto e di preghiera erano un segno concreto della presenza della Chiesa e richiamavano alla verità della fede.

La creazione di centri di vita cristiana fu anche il metodo della evangelizzazione dei popoli barbarici. Fu il grande pontefice san Gregorio Magno il primo ad operare per la loro conversione, inviando dei monaci benedettini tra quelle popolazioni. Celebre è l'invio in Inghilterra di un gruppo di monaci: il loro capo, Agostino, fu il primo arcivescovo di Canterbury.

Successivamente l'arrivo dei monaci irlandesi ed inglesi sul continente segnò l'inizio della seconda fase: innumerevole fu la schiera di monaci che si sparse tra le tribù germaniche ancora pagane. Tra essi ricordiamo Colombano, Gallo, Willibord e, soprattutto, Bonifacio. Una fitta rete di monasteri ed abbazie si estese così in tutta l'Europa: Luxeuil, Bobbio, S. Gallo, Fulda, Reichenau, Corbie e migliaia di altre costruzioni grandi e piccole. Questi monasteri divennero un punto di riferimento essenziale per tutte le popolazioni vicine, centri di evangelizzazione e di civilizzazione.

Sotto la guida dei monaci, queste popolazioni impararono a prosciugare le paludi, a disboscare le selve, a coltivare la terra, a tracciare nuove strade, a leggere ed a scrivere. Nei monasteri fiorirono le scuole della nuova Europa, nata dalla fusione tra romanesimo e germanesimo, mediate dal cristianesimo.

Dopo il fallimento del tentativo di Carlo Magno di dare unità politica alla cristianità medioevale, la Chiesa ritrovò una nuova energia missionaria e fu la volta dei popoli scandinavi, slavi e degli ungari.

Un'altra schiera di santi (Cirillo, Metodio, Adalberto, re Stefano d'Ungheria ed altri) compì questa impresa.

Così, nel secolo XI, l'Europa consisteva in una comunità di popoli uniti dalla stessa fede e dalla stessa cultura: essenziale in quest'opera di edificazione era stato l'apporto dei monaci benedettini.

Anonimo ha detto...


Alle origini dell'Europa

L'Europa, dal punto di vista geografico e amministrativo, politico, nasce prima della Chiesa, già abbozzata dall'impero romano. Di fronte alle periodiche penetrazioni di potenti invasioni barbariche, soprattutto germaniche, i romani decisero ad un certo punto di portare i confini al Reno e al Danubio, protezione avanzata del bacino del Mediterraneo. Qui comincia a nascere l'Europa. Il confine al Danubio, vincendo dure guerre contro illiri e daci, salvò il mondo greco. Quello al Reno, salvò per più di 4 secoli l'Italia, la Gallia, la Hispania. Queste regioni erano province dell'impero ma già con la struttura di nazioni. Romanizzati furono anche i Belgae e i Batavi.
All'incivilimento dei barbari contribuì,oltre alla Chiesa, anche quello che era rimasto della classe civile del mondo romano, con le sue amministrazioni cittadine, l'esperienza di governo, il senso della legge, la cultura, tutte cose ignote ai barbari, tranne a quelli romanizzati.
L'opera della Chiesa fu ostacolata, più che dal paganesimo morente, dall'eresia, dall'arianesimo. Il cristianesimo portava con sé il germe di guerre civili per motivi religiosi, sconosciuto all'antichità. I germani ad un certo punto erano tutti ariani. Vedevano pertanto nella Chiesa un nemico. Vedi le feroci persecuzioni dei Vandali di Genserico in Africa, S. Agostino morì in Ippona assediata da loro.
La Chiesa, nella sua opera di conversione e civilizzazione, non avrebbe potuto fare a meno dello Stato, di un braccio secolare. Nell'Occidente romano lo trovò per grazia di Dio nel Regno dei Franchi, in parte romanizzati, che si convertirono. Non solo. Sconfissero in cruente battaglie gli altri germani e si impadronirono di quasi tutta la Gallia. Nacque così un regno potente, cattolico, fedele al Papa, militarmente forte per tanto tempo.
In Oriente, l'Europa romana, in realtà greca, riuscì invece a respingere i barbari perché l'impero trovò nelle rudi popolazioni dell'Anatolia le fanterie con le quali combattere con successo gli invasori. Nelle lotte contro i Goti cominciò a nascere un nazionalismo greco-bizantino.
Perché l'impero franco durò così poco? Morto Carlo Magno, si dissolse nelle guerre civili tra i figli nei quali era stato diviso, per costumanza ereditaria franca. Svanì la potenza dei franchi, i barbari tornarono a dilagare, la dissoluzione dell'impero produsse anche in Italia decenni di invasioni e di crisi, che investirono gravemente anche la Chiesa, caduta infine nelle mani delle fazioni dell'aristocrazia romana.
La secondo evangelizzazione fu diversa dalla prima, il papato era stato percosso da una grave crisi morale e aveva cominciato a gravarsi dei pesi di un potere temporale necessario ma inteso forse in modo troppo politico, terreno....
H.