Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 4 settembre 2019

Polonia: e adesso tutti i vescovi si sollevano contro il gender

Le gerarchie cattoliche tornano a tuonare contro l’ideologia gender. Sono i vescovi dell’Europa orientale ad alzare la voce per ribadire la posizione tradizionale della Chiesa: il rifiuto di “ogni marchio di ingiusta discriminazione” non va confuso con un avallo al tentativo di stravolgere la morale sociale e delle relazioni. Questo è il ‘succo’ delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi da alcuni tra i più autorevoli prelati dell’ex blocco sovietico schieratisi a supporto dell’arcivescovo di Cracovia.

Monsignor Marek Jędraszewski era finito al centro delle polemiche nelle scorse settimane, bersagliato sui social da attivisti e simpatizzanti della causa arcobaleno per aver sostenuto che la cultura Lgbt sarebbe “una minaccia per i valori e per la solidità sociale e familiare della nazione” (qui).

Una tempesta mediatica in cui però non è stato lasciato solo: il presidente della Conferenza episcopale polacca, infatti, ha lanciato un appello in suo supporto per difendere il diritto a criticare l’ideologia gender nel dibattito pubblico. Una ‘chiamata’ a cui hanno risposto i suoi omologhi di Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. I capi dei vescovi di questi Paesi non si sono tirati indietro ed hanno preso una posizione pubblica in difesa di monsignor Jedraszewki esprimendogli solidarietà per gli attacchi subiti in questi giorni.

Quest’ultimo caso dimostra ancora una volta la compattezza esistente tra i vertici delle Chiese dell’Europa orientale, dettata probabilmente dalla particolare sensibilità in merito ai pericoli che potrebbero derivare dall’affermazione di tendenze totalitarie nella società. Si tratta, infatti, per lo più di pastori temprati dagli anni comuni del comunismo. Un altro trait d’union si può individuare anche nell’atteggiamento meno entusiastico mostrato nei confronti dell’Unione Europea rispetto ad alcuni omologhi occidentali –  si pensi, ad esempio, a mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente del Comece, che prima delle ultime elezioni aveva pubblicato sul “La Civiltà Cattolica” una sorta di manifesto programmatico ‘europeista’ – con tanto di dichiarazioni che esprimevano inquietudine per quelle “decisioni sovranazionali che impongono, a volte in modo indiretto, soluzioni in contrasto alle costituzioni e culture dei singoli Paesi”.

La difesa della sovranità nazionale, dunque, per la maggior parte dei vescovi dei Paesi dell’Europa orientale non è un crimine, ma un diritto: lo ha dimostrato, ad esempio, mons. Andras Veres, vescovo di Győr e presidente della Conferenza episcopale ungherese, con una dichiarazione pubblica contro la condanna inflitta da Strasburgo al governo Orban, sanzionato – secondo quanto detto dal presule – per aver difeso gli interessi della sua nazione. Nel comunicato, il capo dei vescovi magiari aveva anche criticato la gestione dei flussi migratori voluta dalla governance di Bruxelles e invisa all’esecutivo di Budapest.

Una linea condivisa dal cardinale Dominik Duka, primate della Chiesa ceca, per il quale la causa della crisi migratoria conosciuta negli ultimi anni dal Vecchio Continente sarebbe da addebitare alla politica delle porte aperte voluta dalla Merkel e dall’Ue. Come il suo omologo ungherese, anche il porporato ceco non ha mancato di difendere la sua nazione dall’accusa di non essere abbastanza accogliente con i rifugiati, ricordando al tempo stesso che la soluzione migliore per il problema consisterebbe nell’aiutare questi popoli nella loro patria.

Nemmeno i vescovi polacchi sono mai stati sostenitori della causa delle “porte aperte” in termini di politiche migratorie: monsignor Tadeusz Pieronek, ex segretario della Conferenza episcopale nazionale, in rotta di collisione con l’indirizzo attuale dell’organismo, ha accusato la Chiesa polacca di appoggiare il governo conservatore “contrario all’accoglienza dei profughi e degli immigrati”. Un parere espresso due anni fa all’indomani di “Un Rosario al confine“, la riuscitissima iniziativa appoggiata anche dalla Conferenza episcopale polacca e organizzata per “implorare l’intercessione della Madre di Dio per salvare la Polonia e il mondo” dalla secolarizzazione, che fu presentata polemicamente dalla stampa mondiale come “manifestazione anti-migranti”.

Anche monsignor Stanislav Zvolensky, arcivescovo di Bratislava, non ha mai nascosto di nutrire perplessità sulla politica di accoglienza indiscriminata a cui Bruxelles vorrebbe condurre anche i Paesi del “Gruppo di Visegrad”. Per il capo dei vescovi slovacchi, esisterebbe il rischio che gli attuali flussi migratori verso l’Europa, considerando la consistente componente islamica, possano cambiare “radicalmente la nostra civiltà”. Per impedirlo, il presule ha detto di ritenere “legittimo chiedere informazioni sulla religione che professano queste persone e su quanto sia benefico per la nostra società” il loro arrivo.

Tutte posizioni, queste, che dimostrano l’esistenza di un ‘fronte comune’ tra i presuli di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia e che, come visto in questi giorni davanti agli attacchi piovuti addosso all’arcivescovo di Cracovia, non riguarda solo le politiche migratorie ma tocca anche altri temi importanti, tra cui quello del contrasto dell’ideologia gender è ai primi posti, insieme alla difesa delle radici cristiane del Vecchio Continente e al sostegno alla vita e alla famiglia.
Nico Spuntoni, Fonte

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo ormai i nemici hanno vinto, umanamente parlando.

La Chiesa accetta l' agenda del Sinodo Amazzonia - allora vince Bergoglio e compagnia.

La Chiesa si spacca perché una parte rifiuta i cambiamenti della lobby insediata a Santa Marta - la Chiesa si spacca e vince Bergoglio e Company.

L' obiettivo vero di queste persone che vogliono un Nuovo Mondo con un Nuovo Ordine costruendo un Nuovo Uomo vogliono DISTRUGGERE, pertanto vincono in ogni caso.

Solo la Fede che Cristo tornerà può aiutarci! Sono momenti di grande sofferenza.

Grazie

irina ha detto...

Certamente questi paesi, in forza della loro storia spirituale direi, hanno un rigore, una coerenza che per noi è lontanissima. La stessa coerenza la si trova tra quei pochi sparuti cattolici dei paesi protestanti. Ovunque la lotta per la Fede ha rafforzato la Fede. La nostra storia è diversa, qui un cattolico, anche a Messa, non lo distingui da un non cattolico di passaggio. Siamo cattolici della Domenica, forse dell'Angelus, quando Chi lo recitava con il popolo era ancora il Vicario di Cristo. Ora tutto questo è passato ed il nostro cattolicesimo, sta diventando come diventò quello di coloro che furono perseguitati: un cattolicesimo nascosto, comunale, rionale, da appartamento, da stanza da letto. Nel letto, sotto le coperte, non visto da nessuno, reciti le tue devozioni e preghi per amici e parenti risucchiati dal mondo, che dormono nella stanza accanto.

Anonimo ha detto...

Non ha vinto per nulla Bergoglio, appunto per il fatto che la Chiesa si è spaccata.
La chiesa che si è divisa dalla Dottrina immutabile HA dettato l'agenda sul Sinodo della Amazonia. Non sono cavilli questi che indico ma la forma della sostanza che solo conta.
Poi sta a noi decidere da che parte stare, consapevoli però che di una errata valutazione, anche se in buona fede, ci porterà a nefaste conseguenze da pagare.

Anonimo ha detto...

CALMA

-Giovanni 16
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me.
Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!

-Matteo 6
Io vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono,né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi,gente di poca fede?
Non affannatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

-Matteo 10
NON LI TEMETE DUNQUE, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E NON ABBIATE PAURA di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!

Oggi è la festa di Maria Madre della Consolazione. Rivolgiamoci a Lei con fiducia!

2 Cor 1,3-7
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.

Anonimo ha detto...

Bergoglio non ha vinto, "fosse pure un solo fede a professare la fede di sempre, la Chiesa sarà rappresentata solo da lui" (San Massimo il Confessore).

Anonimo ha detto...

La Polonia, come l'Ungheria verranno asfaltati senza pietà, dovranno adeguarsi alle nuove regole, aborto, eutanasia, insegnamento gender e via andando e questo non è gufare, è quello che succederà, tutti quelli che si oppongono al NWO saranno annientati, cancellati con aborti, morti dolci assistite, guerre chimiche e non finché non sarà raggiunto lo scopo finale 1 mld. di persone per far respirare Gaia, la dea della terra.......dicono mica niente degli esperimenti atomici israeliani, di reattori russi che emettono gas micidiali, esperimenti marini e sotterranei in ogni dove, ma W Greta e tutti i Gretini o cretini, a voi la scelta. Borgoglio non vincerà la battaglia finale, ma lascerà dietro di sé un mare di rovine fumanti.

fabrizio giudici ha detto...

Polonia ed Ungheria non adottano l'euro - il che rende più difficile ricattarli. Non impossibile, ma certamente molto più difficile.

mic ha detto...

Bergoglio: "La Madonna è peccatrice!" (Editoriale di MarcoCosmo)
https://www.youtube.com/watch?v=YtT1MfWs5M0&feature=share

Virgo sine macula originali concepta, ora pro nobis!
Virgo intemerata (di assoluta purezza e integrità morale), ora pro nobis!
Colei che è nata Immacolata, cioè senza peccato originale, non ha mai conosciuto il peccato

Fuori tema ha detto...

Oh santa pace !
Se da una parte mi fa piacere vedere il Papa con una nuova casula (e non con l'unica a cui e' evidentemente affezionato ), dall'altra mi fa esclamare un OH! di meraviglia una casula " tendenza Animalier e maculato ". Confesso di non seguirlo tanto ma la casula della foto sembra far parte della fantasia cool primavera estate 2019 .

https://gloria.tv/article/iHWGiyVmkcV944nHGQf3KXCRi

fabrizio giudici ha detto...

La casula leopardata sarà invidiata da molte "pretesse"...

Anonimo ha detto...

INTERVISTA CONCESSA DA GIOVANNI PAOLO II AL GIORNALISTA JAS GAWRONSKI E PUBBLICATA DAL QUOTIDIANO «LA STAMPA» Martedì, 2 novembre 1993

- Lei, Santo Padre, oggi è forse più popolare che mai da quando è asceso al Soglio Pontificio. È un risultato unico per qualcuno che è stato “al potere” da 15 anni. Però non mancano critiche nei suoi confronti, perfino nella “sua” Polonia. Come mai proprio in Polonia?

“È vero che oggi in Polonia i mass media di un certo orientamento ideologico cercano di presentare la figura del Papa in una luce piuttosto negativa. Va notato, però, che questa strategia dei media polacchi non rispecchia affatto i sentimenti più profondi del popolo cattolico nel suo insieme. Il problema consiste nel fatto di capire cosa c’è all’origine di questa tendenza critica. E secondo me all’origine c’è un concetto errato di cosa vuol dire entrare in Europa. Con questo problema mi sono confrontato durante il mio ultimo viaggio in Polonia, nel ‘91, e anche in altre occasioni. Certo, io non sono contro la cosiddetta entrata della Polonia in Europa, ma sono contrario al tentativo di fare di questo tentativo una specie di idolo, un idolo falso. Secondo i fautori del progetto, questo entrare in Europa vorrebbe dire introdurre in Polonia tutto quel sistema ultraliberale, consumistico, vuoto di valori e introdurlo con la forza della propaganda. Tutto nasce qui. “In realtà la Polonia non ha bisogno di entrare in Europa, perché è già in Europa, è nel suo centro. È importante che vi entri con i valori che sono i suoi, non adattandosi in maniera acritica e cieca ai costumi occidentali, non assimilandone il peggio”.

Oh santa pace ! ha detto...

Ma... caro Papa deve proprio sponsorizzare questo e quello ?
Manca solo la sponsorizzazione dei pinguini ..
Non e' che il suo staff glielo fa fare per avere le royalties necessarie a sovvenzionare i progetti di Mons. Konrad Krajewski ?

http://blog.messainlatino.it/2019/09/il-s-padre-e-il-no-al-fracking-ormai.html