Emblematiche le dichiarazioni del Cardinale. Tuttavia ineludibile è proseguire insieme al card. Burke e possibilmente altri, il discorso dei dubia e della 'correzione formale'. Ma non solo riguardo ad AL, perché il punto di non ritorno è già superato e non da poco.
La Chiesa deve tornare ad occuparsi di fede. Sembra ormai un "mantra" questo dei cardinali dei "dubia". Intervista sul luteranesimo al cardinale Brandmüller
"Quanto più si occupa di politica lasciando da parte la realtà di Dio, grazia e peccato tanto più si tradisce il Vangelo", a parlare è Walter Brandmüller, cardinale cattolico e firmatario dei "dubia" sulla discussa esortazione apostolica di papa Francesco, "Amoris Laetitia". Il porporato tedesco ha preferito non affrontare le tematiche di più stretta attualità. Apparentemente niente dichiarazioni - dunque - sulla mancata risposta del pontefice alle questioni sollevate o sulla divisione dottrinale che sta interessando la Chiesa di questi tempi. Ma il cardinale - in realtà - pare aver utilizzato risposte acute per chiarire e definire il suo pensiero complessivo sullo stato delle cose. Walter Brandmüller - infatti - è sì un uomo di Chiesa, ma anche uno storico e un professore. Una personalità abituata - quindi - a lasciar trapelare messaggi precisi mediante riferimenti storici. Massimo esperto di Concili e strettissimo collaboratore di Benedetto XVI, il cardinale cita Joseph Lortz e Erwin Iserloh: due storici della Chiesa che non hanno affatto tralasciato le differenze e gli scontri dottrinali. Sembra quasi voler dire - insomma - che nella storia contemporanea del cattolicesimo qualcuno stia trascurando apertamente questi aspetti. Brandmüller non cita mai papa Bergoglio: così come ribadito nelle settimane passate dal cardinale Burke - del resto - la fedeltà di questi cardinali al Santo Padre non è minimamente messa in discussione e - anzi - l'unico intento dichiarato sembra essere quello di favorire l' unità della Chiesa di Roma. Il cardinale risponde esaustivamente - però - all'oggetto dell'intervista: il dialogo con il protestantesimo. Non nomina neppure Monsignor Galantino, ma indirettamente pare suggerirgli di studiare "di più". Lutero sarebbe visto da alcuni come un fenomeno "esotico". Quello che è considerato da molti il miglior amico di Joseph Ratzinger destruttura - insomma - un certo modo di intendere il dialogo religioso con la fede luterana. [Fonte]
6 commenti:
Affermazioni condivisibili. Ma purtroppo siamo sempre ad una comunicazione indiretta...
Ipotesi.
Che i 'grandi' Cardinali possano prendere una posizione netta, dimentichiamocelo. Non lo faranno. Invece quello che potrebbero fare è individuare, con discrezione, se Dio vorrà, un Marco d'Aviano, come ho accennato altrove, con quel tipo di caratteristiche di Fede, di carattere umano. Sui laici si fa conto, anzi si fa solo conto sui laici ormai. I laici però oltre ad essere sparsi ovunque, non sanno in pratica come muoversi e, al presente, a stento riescono a raccogliere le loro sole forze morali. Molti laici hanno messo la faccia e la firma su documenti inviati personalmente al regnante pontefice, risultato zero. Chi ha scritto ed ha parlato ha una cognizione di causa elevata, rispetto ai malcontenti generici che, se anche un po' sanno, sono debilitati da questa incertezza che dura dal CVII. Occorre una persona che raccolga la stima dei 'grandi Cardinali, Brandmuller è tra questi, che daranno a questo'predicatore', umile e umile per sempre, il compito di risollevare la Fede negli animi dei laici. Una Fede che dovrà essere ignea, capace di bruciare ogni eresia che i laici incontreranno sul loro cammino, soli o in compagnia che siano. Questa figura è, a mio parere, quella ora necessaria per uscire fuori dalle sabbie mobili; non deve essere 'il predicatore' a darsi questo compito, di questo deve essere investito da chi ha l'autorità, dai Cardinali.
Irina dice:
"Ipotesi.
Che i 'grandi' Cardinali possano prendere una posizione netta, dimentichiamocelo. Non lo faranno. Invece quello che potrebbero fare è individuare, con discrezione, se Dio vorrà, un Marco d'Aviano, come ho accennato altrove, con quel tipo di caratteristiche di Fede, di carattere umano"
Con tutto il rispetto, molte volte sono d'accordo con lei e ammiro la sua forza.
Ma i cardinali che facessero così, sanno di "armiamoci e partite".
Cristo e Ratzinger da cardinale e Papa ci hanno insegnato uno stile diverso.
Rispettoso e di mansuetudine, ma chiaro e fermo.
O corrreggono e correggono in quanto figli della Chiesa (battezzati) e principi della Chiesa (cardinali), con loro iniziativa ed esposizione, oppure meglio nulla.
Più dignitoso.
Ovviamente questa lamia opinione.
grazie
"Ma purtroppo siamo sempre ad una comunicazione indiretta"
Giustissima osservazione. Ricordiamoci bene che san Paolo, quando riprese Pietro ad Antiochia, lo riprese di fronte a tutti, dicendogli le cose in faccia:
"Ma quando Cefa venne ad Antiochia, io mi opposi a lui apertamente perché egli si era reso degno di biasimo [...] Ma quando mi avvidi che non camminavano rettamente secondo la verità del Vangelo, in presenza di tutti io dissi a Cefa: Se tu che sei giudeo..."(Gal 2, 11 ss.).
Ora, il cardinale in questione, o altra Eminenza al posto suo, se avesse seguito l'esempio di san Paolo avrebbe dovuto dire "apertamente", cioè facendo nomi e cognomi, quello che ha invece solo suggerito indirettamente.
E cioè che prelati come mons. Galantino, non possono alterare il testo biblico, a proposito di Sodoma e Gomorra, e fargli dire il contrario di quello che ha detto: devono fare pubblica autocritica e smentirsi.
Che Papa Francesco sbaglia enormemente quando fa l'elogio delle eresie di Lutero [sic], elogio che deve pubblicamente rinnegare, proprio perché è il Papa e come tale non può insegnare eresie.
E così via. Ma, come diceva don Abbondio, uno il coraggio se non ce l'ha, non se lo può dare. Ma forse la mancanza di coraggio proviene qui dalla mancanza di una fede poderosa, poiché è dalla fede che viene il coraggio, ossia dall'azione di NS in noi mediante lo Spirito Santo - in noi che vogliamo difendere la sua Parola contro tutti.
In certe situazioni, vicine alla normalità, va bene l'approccio indiretto. Ma in altre, come l'attuale, no. Equivale a voler curare un tumore con l'aspirina.
PP
Penso anch'io che i cardinali non possono esprimersi per intermediario.
Che poi, al momento opportuno, lo Spirito Santo susciti un personaggio "minore", ma carismatico, non lo escudo. È che ha parecchio da lavorarci, lo Spirito Santo: perché, ad oggi, un tale personaggio non lo vedo proprio.
Mai ho pensato che il Cardinale Brandmuller debba partire con noi laici. Mai. Nè Lui, nè altri. Un Padre Marco d'Aviano, invece darebbe, a me e ad altri, quella forza e quelle indicazioni necessarie per un agire coeso. Questo è l'esempio che mi è venuto in mente e l'ho proposto.
Grazie, a Lei.
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