Metodo: ho preso la due cartine dall’Institute of Study of War, think tank americano finanziato dai principali poli produttivi del complesso militare-industriale americano. Non sono dissimili da quelle di altri enti (tutti anglosassoni) e vanno trattate all’ingrosso. La prima è quella al 14 marzo, la seconda è quella del 25 aprile. Su quella più recente ho incollato il profilo dei territori del sud-est scontornato da quella del 14 marzo. Con il tratteggiato nero ho evidenziato i territori che gli ucraini avrebbero, più o meno, perso in circa l’ultimo mese e mezzo. Ne hanno anche guadagnati, a nord dove i russi si sono ritirati dal dopo dell’incontro-trattativa in Turchia che pure aveva acceso qualche speranza di pace. Molto all’incirca, si potrebbe dire che gli ucraini hanno riavuto territori dai russi per una estensione più o meno pari a quelli che hanno perso a sud-est. In particolare:
A. Una penetrazione verso Mykolayiv e che include Kherson che proprio ieri i russi hanno affermato di aver consolidato definitivamente (secondo loro).
B. Una penetrazione avanzata da sud a nord sull’asse di Mariupol. A scala usata dal ISW, sarebbero ad occhio circa 100-120 km che allontanano definitivamente gli ucraini da ogni velleità di arrivare a Mariupol.
C. L’avanzata più importante che porta ad una conquista di circa l’80-85% del Lugansk. Sempre verso nord un inspessimento dei territori in direzione di Kharkiv, la seconda città per popolazione dell’Ucraina.
Si noti che il confine di conflitto a nord di Donetsk è rimasto praticamente invariato. Lì, nella sacca ancora in mano ucraina, dicono si concentrino i migliori 40.000 uomini delle armate di Kiev.
Commento: ora, tutto si può dire tranne che l’Ucraina stia vincendo la guerra, almeno misurando in territorio. Usando cartine dell’archivio di ISW, a parte i territori da cui si sono ritirati i russi per raggruppare truppe al sud-est e qualche puntino sulla cartina, non risulterebbero significativi territori riconquistati dagli ucraini per via militare nei due mesi di guerra.
Si consideri infine che la guerra, sul campo, si fa con le armi e con gli uomini. Il limite della forza ucraina è nel numero degli uomini che non può esser esteso a piacimento, per quanti “alleati” si contorni. Purtroppo, non sappiamo nulla della reale consistenza, della collocazione, dello stato di servizio dopo due mesi, del tono dell’umore dei soldati ucraini stante che parrebbe esser una squadra che ha perso molto più di quanto abbia realmente vinto. Ricordo che una parte dell’esercito è stata aumentata con la coscrizione obbligatoria e molti di quegli uomini sono mariti e padri di altre ucraine ed ucraini tra i 6 milioni di espatriati. Ce li raccontano molto convinti di quello che fanno, ma si potrebbero anche nutrire dubbi.
Per carità, la guerra si fa anche se non soprattutto, a volte, con la propaganda e quindi ci sta assolutamente tenere l’umore alto, dire che gli ucraini sono d’acciaio e che la Russia non potrà che perdere perché è dalla parte sbagliata della storia e che l’Ucraina vincerà. Non è per questo che abbiamo fatto la verifica.
Volevamo invece capire la logica della guerra propriamente detta. È ovvio che l’enorme mobilitazione nei rifornimenti dei sistemi d’armi all’Ucraina da parte dell’Occidente a guida americana, porterà vantaggi. Ma sembrerebbero più vantaggi di resistenza che non vantaggi per una possibile controffensiva. Ma una resistenza in vista di cosa? Dicono "avere più potere di trattativa". Ma se hanno già perso più del doppio dei territori reclamati dai russi, che trattativa s'immaginano di fare? Qual è dunque il fine ultimo?
Kiev sostiene che il suo obiettivo è riconquistare i confini al 2014, quindi tutto ciò che ha perso in questi due mesi, più l’intero Donbass con evidente sterminio dei filorussi della regione in conflitto da otto anni, nonché la Crimea con sterminio locale dei russi e russofili.
Per carità, ripeto, la propaganda ci sta tutta in guerra. Ma visto che siamo spettatori interessati in quanto partecipiamo come alleati di Kiev, avremmo anche l’obbligo di capire meglio di cosa siamo alleati davvero. E su questo punto le cose non sono affatto chiare, mi sembra. Mi sembra solo chiaro che gli obiettivi vantati da Kiev siano semplicemente impossibili da conseguire. Di cosa, quindi, siamo alleati?
Un filosofo tedesco, Peter Sloterdijk, pubblicò a suo tempo una “Critica della Ragione Cinica” in cui sosteneva che “Cinico è colui che ammanta la propria azione (improntata al più duro, privo di scrupoli, calcolatore, realismo) con una giustificazione moralistica relativa al suo fine.” (all. 2). Ecco ci sembra ciò valga al nostro caso.
La giustificazione moralistica della guerra dal punto di vista occidentale ed ucraino è declinata sui principi della difesa della democrazia, dei valori di libertà ed autodeterminazione, dei diritti di resistenza di ogni aggredito che chiama alla solidarietà contro l’aggressore. Ma il sottostante realistico è portare vari colpi alla credibilità e consistenza di potenza russa da parte americana ed europea orientale e con ciò colpire l’intero fronte multipolare che è il nemico ultimo reale degli Stati Uniti. Quello ucraino è farsi pagare il servizio che prevede molti morti e molta distruzione materiale in patria, a fini reali quali abbiamo ipotizzato in un post precedente (Dal punto di vista di Zelensky), forse. Quello europeo occidentale non c’è, il comportamento europeo occidentale è solo figlio dell’impotenza geopolitica, con una implicita gara a chi perde più dignità in cui dispiace distinguere il governo italiano.
L’Ucraina non vincerà nulla, perderà anche più della Crimea e del Donbass ed avesse realisticamente accettato questo fatto sin dai primi giorni (il che non impediva all’Occidente di fare tutte le ritorsioni messe in campo contro i russi ed altre che ancora non ha messo in campo, per l’eternità ed oltre) avrebbe salvato molte vite e molta sua ricchezza e residua possibilità di avere un futuro. Così noi europei occidentali ci saremmo risparmiati l’ennesimo suicidio socio-economico-(geo)politico ed il mondo stesso avrebbe evitato la sua più pesante perturbazione dal dopoguerra dagli imprevedibili ed incalcolabili effetti finali (vedi allegato 1).
E dire che i cinici filosofici, in origine, ai tempi di Diogene, erano quelli che “avevano il coraggio di dire la verità” (parresia). Diogene fu quello che quando ricevette la visita di Alessandro Magno curioso di conoscerlo e pronto ad esaudire ogni suo desiderio per compiacerlo, si sentì rispondere dall’incurante filosofo adagiato a terra “scansati che mi fai ombra”.
Ecco a cosa serve la moderna ragione cinica, ad evitare i prezzi di dire la verità e conseguirne comportamenti conseguenti. In questo, la nostra ennesima bancarotta della ragione, il cui prezzo pagheremo molto caro, in molti modi, per molto tempo a venire. (Pierluigi Fagan)
20 commenti:
Grazie, molto interessante!
Alcune domande sorgono spontanee: i nostri leader sono così idioti da non comprendere che ci stanno conducendo verso la catastrofe economica? Oppure sanno benissimo quello che stanno facendo ragion per cui ci troviamo di fronte ad una demolizione controllata dell'Europa? E se così fosse, si pone una terza domanda: cui prodest il tracollo dell'Europa?
Mi pare che tutto il ragionamento apparentemente razionale su quanto l'Ucraina avrebbe comunque perso si basa su 2 assunti ugualmente indimostrati: a) la Russia di Putin ha il "diritto" di prendersi quello che vuole, b) la Russia si "accontenterà" proprio di quello che sta (faticosamente) conquistando con una guerra di sterminio e niente più.
Il fatto che si era già presa la Crimea e mezzo Donbass otto anni fa e adesso vuole "arrotondare" (visto che che non è riuscita a ingoiarsi l'intero paese), magari in attesa del prossimo boccone, evidentemente non sfiora certe anime candite.
L'Italia appenninica diventerà, come fu, la riserva di caccia del nord Europa frugale, le Alpi un comprensorio sciistico, le coste 'i barbari tutti al mare' eppoi porti militari, passeggeri, barche e barchette, ma non più trivelle in quantità. Le coste delle isole saranno vendute allo straniero, a noi saranno assegnati solo gli interni senza acqua e con sole cocente, non più migrazioni dall'Africa, dall'est Europa, dall'estremo Oriente, l'Alta Finanza non permetterà una mischiata di tal genere per l'italica perla del Mediterraneo che si è comprata a prezzi stracciati. Gli Italiani saranno incentivati con vari bonus ad emigrare in Congo con un gonnellino di paglia come vestiario ed una lancia senza punta per la salvaguardia della fauna locale. I fragili italiani rimasti, dopo gli anta, moriranno di crepacuore, recitando uno dei Salmi imprecatori di loro gradimento e di loro grande ultima ed indimenticabile soddisfazione, ben felici della loro stessa dipartita, che si concluderà con un tiè precipitando!
Pio XII: «Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo».
Alcide Degasperi: l'Europa deve diventare “un terzo elemento tra i due grandi (Usa e URSS, ndr), una forza la quale al momento decisivo sappia far cadere la bilancia dalla parte della pace”
Gli italiani e i popoli di tutte le altre nazioni - tutti devoti liberisti e sinistri - sono entusiasti della guerra e del massiccio invio di armi in Ucraina e vogliono la terza guerra mondiale.
Osservo che storicamente.ente la Crimea è russa, e insieme al Donbass ha votato per l'annessione alla federazione russa.
"..una forza l'Europa la quale al momento decisivo sappia far cadere la bilancia dalla parte della pace".
Belle parole ma avulse dalla realtà. L'idea che "la pace" debba essere il valore dominante nei rapporti tra gli uomini appartiene al dover-essere solamente. La storia dimostra il contrario. Sì, gli uomini vogliono la pace ma possibilmente dopo aver vinto. I periodi di pace in genere sono venuti solo dopo guerre lunghe e rovinose, per esaurimento dei contendenti o per il prevalere di uno più forte che ha messo tutti d'accordo.
La guerra torna in Europa dopo 77 anni, la lunga pace vi era stata mantenuta dal prevalere armato e contrapposto dei due veri vincitori della II gm. L'equilibrio tra i due si era rotto con l'implosione dell'URSS. Ne è seguito il tentativo americano di accerchiare la Russia con l'espansione incontrollata a Est della Nato, un errore esiziale, i cui nodi stanno ora venendo drammaticamente al pettine. Si è voluto ignorare l'avvertimento di George F. Kennan: gravissimo errrore sarebbe stato per la Nato espandersi a Est, avrebbe risvegliato il nazionalismo russo (un predatore notoriamente violento e sanguinario).
Circa l'Ucraina, i russi avevano sempre detto che c'era una linea rossa da non varcare, varcata invece dal duo Obama-H. Clinton nel 2014, col colpo di Stato di Piazza Maidan. La Crimea non apparteneva all'Ucraina, ve la appiccicò Krusciov, ucraino. Fu annessa all'impero russo nella seconda metà del Settecento dalla zarina Caterina, che soppresse l'ultimo khanato tataro rimasto. La Russia non può rinunciare alla Crimea con la sua grande base Sebastopoli. Un'Ucraina nella Nato con la Crimea e le relative basi nato, missili inclusi, ricaccerebbe indietro la Russia di due secoli e mezzo, le chiuderebbe l'accesso non solo al Mar d'Azov ma anche al Mar Nero.
Giustamente, la Russia non può accettare di essere rimpicciolita in questo modo e messa in pericolo dagli inevitabili missili Nato schierati in Ucraina-Crimea. E per di più da un Occidente corrotto come l'attuale, dominato dalla rivoluzione sessuale e dai maghi dell'alta finanza, dagli stregoni mediatici, dalla pornografia.
Certo, sarebbe stato meglio, dal nostro punto di vista di vittime della storia, che Putin avesse negoziato ancora, usando la forza solo come minaccia. Ma siamo onesti: cosa avrebbe ottenuto? A Kiev sembra esserci al timone un di fatto dittatore che si crede Napoleone o comunque sta recitando quella parte, imbeccato in modo irresponsabile da americani e inglesi, sulla pelle non solo dell'Ucraina ma anche nostra.
Pol.
# 18:04
Non credo che gli italiani e gli altri popoli siano entusiasti di questa guerra e vogliano addirittura la III guerra mondiale.
Più semplicemente, si adeguano al copione imposto e vogliono credere sinceramente alla retorica della piccola nazione (l'Ucraina) aggredita dall'orso russo. Il che è vero però bisogna precisare che la piccola nazione ha provocato l'orso in tutti i modi, si è dimostrata armatissima e ben addestrata (dalla Nato), sin dall'inizio forte dell'appoggio armato del duo anglo-americano. In questo caso, la retorica della piccola nazione aggredita andrebbe forse rivista.
LA ROULETTE RUSSA.
(di Fabio Falchi)
“Non accettiamo i ricatti dei russi” ha affermato von der Leyen, che evidentemente, come la stragrande dei politici europei (Draghi incluso), non si è ancora resa conto che la Russia è in guerra non solo contro l’Ucraina ma contro la Nato che oltre a consegnare armi di ogni genere all’esercito ucraino che sta combattendo contro l’esercito russo, collabora con lo stato maggiore ucraino, dato che l’apparato militare di Kiev è ormai “integrato” nel sistema di comando, controllo e comunicazioni della Nato.
In gioco quindi per Mosca non c’è soltanto la sicurezza del Donbass ma quella della Russia stessa, tanto più che il ministro della Difesa americano ha dichiarato che lo scopo della Nato è mettere la Russia nelle condizioni di non potere più rappresentare una minaccia per qualsiasi Stato. In altri termini è quello di infliggere una sconfitta alla Russia tale che non possa più muovere guerra a nessun Paese. E questo sarebbe possibile, ovviamente, solo se la Russia non esistesse più o non fosse più uno Stato in grado difendere la propria indipendenza e sovranità.
La guerra, anche mediatica ed economica, che l’Occidente a guida angloamericana di fatto sta combattendo contro la Russia quindi ha scopi ben diversi dalla necessità di garantire l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina, e conferma invece la “percezione della realtà” che hanno i russi (si badi, non solo quella di Putin), vale a dire che la Russia adesso è impegnata in una lotta per la vita o per la morte. Perciò Putin, sapendo di contare sul sostegno del popolo russo, che non ha certo dimenticato la Seconda guerra mondiale, al riguardo è stato chiarassimo: la Russia è disposta ad andare fino in fondo, costi quel che costi.
Non è dunque Putin ad essere prigioniero della propria propaganda come sostengono i media occidentali, ma sono i politici e i media occidentali che rischiano di essere prigionieri della propria propaganda. Manca cioè in Occidente la percezione del pericolo reale che si sta correndo e non si può ritenere che limitarsi ad affermare che si devono muovere mari e monti per aiutare la resistenza ucraina sia una strategia politica razionale, sempre che non si pensi che l’Ucraina possa resistere “da qui all’eternità”.
L’Ucraina e gli angloamericani vogliono cioè “vincere” la guerra contro la Russia. Ma che significa “sconfiggere la Russia”? I successi tattici degli ucraini possono anche essere notevoli ma non possono cambiare i reali rapporti di forza sotto il profilo strategico. O si può forse davvero credere che l’esercito ucraino riconquisti l’intero Donbass e pure la Crimea, e che quindi i russi si arrendano agli ucraini e accettino di subire una sconfitta disastrosa?
...segue
La Nato può prolungare questa guerra, ma non all’infinito, e più passa il tempo e peggio diventa la situazione non solo per l’Ucraina ma per l’intera Europa. Trattare del resto, non significa affatto arrendersi. E le condizioni per trattare ci sono, senza che vi sia bisogno di sacrificare “sull’altare” del realismo geopolitico l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina. Casomai, indipendentemente da quelle che possono essere le colpe della Russia, si tratta di non difendere il “narcisismo identitario” degli ucraini e di non condividere l’immagine fasulla della realtà diffusa dai media occidentali e dalla Nato ovvero dagli angloamericani che sembrano disposti a combattere contro la Russia fino all’ultimo ucraino e anche fino all’ultimo europeo.
Washington e Londra stanno cioè giocando alla roulette russa anche con le nostre vite, perché ciò che preme davvero agli angloamericani - che di fatto hanno il controllo del regime ucraino, dato che ormai quest’ultimo dipende militarmente ed economicamente dagli aiuti occidentali - è non certo cercare una soluzione diplomatica di questo conflitto, bensì cercare di “dissanguare” la Russia, anche a costo di rischiare una guerra nucleare, perché, se non lo si fosse ancora capito, è questo il rischio che si sta correndo. D’altronde, anche la geopolitica ha le sue leggi e solo il realismo geopolitico può evitare che la sua meccanica sia irreversibile.
Sento al GR1 una psicologa dalla voce stridula, imbottita al 100% di psicostereotipi radical sinistri, intervistata per giustificare l'invio in Ucraina di pillole del giorno dopo e di contraccettivi. Lo scopo sarebbe quello di evitare le gravidanze indesiderate in seguito agli stupri. È evidente nelle sue parole un tono rigido e severo, una specie di rivisitazione delle proprie esperienze passate in cui spesso, e mi riferisco all'ideologia sessantottina del sesso totalmente libero da vincoli etici, il confine tra violenza e consenso è molto sottile. Capita spesso di intravvedere in certe testimonianze di stampo femminista i disastri di una sballata gestione del proprio corpo in gioventù. Per quanto riguarda i preservativi la notizia in sé fa abbastanza ridere, sempre che si possa ridere. Se arriva il russo cattivo che aggredisce la povera ucraina, lei che fa? Scusa Boris, devo cercare il preservativo... Questo gli dice? Per quanto riguarda la pillola del giorno dopo è evidente il messaggio mediatico a pochi giorni dalla decisione italiana di estenderne l'uso alle minorenni senza nemmeno la prescrizione medica. Questa guerra folle continua su più fronti, non ci sono buoni e cattivi, c'è solo un mondo allo sbando che sta pagando il prezzo delle azioni scellerate degli ultimi decenni. E non è un caso se in un servizio giornalistico sulla guerra salta fuori il tema aborto, seppur spacciato per contraccezione, le due cose sono strettamente connesse, come diceva madre Teresa, finché sulla terra ci sarà l'aborto ci saranno anche le guerre. Ricordo che Joe Biden e la sua allegra banda, ovvero i burattinai di Zelensky, gli autori del colpo di stato ucraino del 2014, sono favorevoli all'aborto a gravidanza parziale, ovvero all'omicidio di un bambino nato ma non ancora staccato dal cordone ombelicale della madre. Chi sostiene Biden e depreca l'invasione di Putin non ha ben chiara la situazione. La propaganda dei media mistificatori riguarda entrambi tutti gli ambiti, questa è una battaglia antropologica su mille fronti ma con una sola firma, quella del principe di questo mondo che si sta scatenando, conscio di avere i giorni contati.
Attilio Negrini
È tutto falso: dal 2 marzo a oggi, ho rinunciato a circa 70mila euro di compensi in ospitate in televisione. Ogni giorno dico no a qualche invito e rinuncio a migliaia di euro. Ho accettato di partecipare come ospite abituale nell’unica trasmissione, Carta Bianca, in cui non posso ricevere un compenso per via dell’intervento anticostituzionale dei miei censori. Non parlerò in teatro per soldi, ma per svolgere una lezione universitaria in piena regola con un linguaggio accessibile a tutti. Il mio prossimo libro sull’Ucraina non è un instant book per fare soldi, bensì un libro sulle cause profonde della guerra, a cui lavoro da cinque anni. Affermare che io agisca per denaro è come affermare che io agisca per entrare in parlamento: due bufale per screditarmi sul piano personale ed evitare di fare i conti con le mie tesi sulla guerra, che, al momento, nessuno ha confutato.
Uno studioso deve accettare i soldi quando questi possono accrescere la sua libertà di espressione e deve rifiutarli quando frenano il suo impulso alla verità. I soldi non vanno demonizzati. In alcuni casi, la ricchezza rende uno studioso più libero; in altri casi, meno. La libertà di un uomo molto povero è a rischio come la libertà di un ricco molto avido.
Il denaro non è un male se è utilizzato a fin di bene, ma il Dio denaro non è il mio Dio. Altri sono i miei valori. Ecco perché ho rifiutato 70mila euro in ospitate in televisione.
Ai miei giovani lettori dico: non abbiate paura dei calunniatori.
La libertà prosciuga tutte le calunnie.
La baronessina Von der Layen, il cui nonno era un famoso sostenitore e finanziatore di AH, bene bene, la nipotina nulla ha imparato dunque, ho un amico russo che mi scrive su FB, pardon Meta, bontà sua in inglese, perché altrimenti sarei fritto, e mi dice che VP ha davvero il sostegno massiccio della popolazione, non solo nelle megalopoli, ma anche nelle lande sperdute e senza bisogno di fare propagande stile URSS, mi dice che Gorbacev riaggiustò gli accordi presi da un Eltsin completamente ubriaco, che aveva sottoscritto cogli USA, che quando se ne andò la Russia era ben oltre alla canna del gas, VP ha ricostruito un paese, non solo economicamente, ma come stato, ha ricompattato i Russi ridando loro l'orgoglio di esserlo e pare sia molto più attrezzato militarmente di quanto sembri, finora Biden ha inviato solo vecchi arnesi e pezzi di ricambio per tank russi vinti colla I guerra del Donbass, UK è quello che manda armi pesanti e razzi, ma solamente per combattimento tipo boots on the ground, finora, ed è il paese più interessato, causa odii secolari, alla cancellazione della Russia dalla faccia della terra, last but not least forse avrete letto del Boeing attrezzato da Lapo Elkann per andare a prendere 150 civili ucraini senza dimenticare cani e gatti randagi causa guerra, gesto nobile, per un certo verso riparatore per le armi che il fratello sta vendendo, con tutte le fabbriche IVECO a pieno regime per fabbricarne tante altre........da continuare.
Il termine "storicamente" in geopolitica non ha alcun senso. Chi ci sta prima secondo questo criterio può rivendicarne il possesso allora. I greci ne dovrebbero rivendicare il possesso? Poi i goti barbari?
La Crimea passò in effetti dopo la seconda guerra mondiale alla RSS russa, per poi essere stata donata alla RSS ucraina.
Queste terre non avranno mai pace se si continua a volere la pace fra stati. Si dovrebbe sempre partire dalla pace fra i popoli. Allora non ci sarebbe stato conflitto né in Ucraina, né in Georgia, né in altre zone.
Ahimè i Russi hanno sempre preteso una superiorità morale nei confronti degli altri popoli della zona. Ma è sempre stato così.... Fa parte della cultura barbara in cui il popolo più forte occupava i territori di quello più debole.
Adesso vi è una guerra fra popoli, non fra stati, e quindi la soluzione si potrà trovare dolo culturalmente, anzi religiosamente parlando.
Male ha fatto l'ucraina a pretendere con la forza che il Donbas rispettasse l'integrità territoriale, e malissimo ha fatto la Russia a invadere con la forza per strappare territori con se questo fosse l'unico modo per ottenere la pace.
Adesso la pace si otterrà solo con la Fede, con i religiosi che dovranno prendere in mano la situazione
Distinguere tra guerra fra Stati e guerra fra popoli, sul prepsupposto che i popoli non si farebbero mai la guerra, questa è una tesi fondata sulla retorica di una supposta "bontà" dei popoli, smentita mille volte ogni giorno.
Le ostilità tra gli Stati, oltre che dalle questioni di sviluppo economico e territoriale e dal problema di avere confini sicuri, sono mantenute dagli odi tra i popoli, reciproci o non che siano.
Che la Fede inoltre sia la sola capace di produrre la pace, questo è vero solo in teoria. Ci siamo dimenticati delle guerre di religione?
E comunque anche la fede non si mantiene solo con le prediche e i buoni costumi del clero, ha sempre bisogno del potere secolare per punire i nemici della fede, che puntualmente emergono dalla società civile.
Bisogna cercare di evitare il più possibile la guerra guerreggiata, soprattutto oggi, ma è un'illusione credere che sia possibile realizzare una pace definitiva in questo mondo, grazie alla fede. Una credenza del genere sembra anche contraria alla Scrittura, visto che, come ci ha detto lo stesso Cristo, la storia si interromperà bruscamente con la sua venuta finale e tutta l'umanità verrà da Lui divisa per sempre in Eletti e Reprobi, questi ultimi condannati ad una condizione peggiore di quella di tutte le guerre fatte dagli uomini : la dannazione eterna fra i tormenti.
O.
Hanno fatto semplicemente questo: nascosto i dati reali, terrorizzato le persone, definito sicuri ed efficaci farmaci tutt’ora sperimentali, ricattato tutti quelli che chiedevano un confronto: o obbedisci o perdi il lavoro.
Ora i nodi vengono al pettine: le stesse case produttrici dei farmaci mettono le mani avanti: avevamo avvisato di non avere la minima idea degli effetti a medio e a lungo termine.
Chi sono allora i cattivi maestri?
Quelli che fin dall’inizio raccomandano perizia prudenza e diligenza e un consenso realmente informato su i pro e i contro della vaccinazione o i telebani del vaccino che hanno tolto ogni libertà di scelta, violando costituzione e ogni convenzione internazionale a difesa dell’inviolabilità del nostro corpo?
Daniele Giovanardi
La lobby farmaceutica è solo al 3 posto dopo quelle delle armi e del petrolio
E' bene iniziare da qualche parte, essendo poi tutti lorsignori azionisti di tutto come colpisci colpisci bene. Ovvero in sanscrito: 'Chi cojo, cojo!'
La vergogna dell'apartheid contro gli insegnanti non vaccinati
https://lanuovabq.it/it/la-vergogna-dellapartheid-contro-gli-insegnanti-non-vaccinati
La vergogna e' tutta in in ogni azione della melma planetaria che ottunde le coscienze così da concretizzare il piano di alcuni illuminati del controllo digitale su tutta la terra.A seguire l'interessantissima intervista all' Avv.Renate Holzeisen che e' una professionista seria e concreta ed invita tutta la popolazione italica, specie gli ultra cinquantenni, "a darsi una mossa".L'intervista si potrebbe definire senz'altro "un crescendo Rossiniano".
La CONFEDERAZIONE dei DIRITTI dell’UOMO. Con Renate Holzeisen
https://gloria.tv/post/1Bqq9YEKs8UaCyXVpBBB94UsL#60
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