Su Maria Corredentrice, nella sua attiva cooperazione nella salvezza dell'umanità [qui - qui - qui - qui]. La Madonna è la nuova Eva. Con la sua obbedienza e le sue lacrime materne, ha acquistato per noi, in Cristo e per Lui, la vita eterna.
Il santo sacrificio della Messa è il rinnovamento incruento del sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce. Ora, Dio voleva che Maria partecipasse al sacrificio del Calvario. Come corredentrice, offre quindi al Padre celeste lo stesso sacrificio di suo Figlio, rinunciando ai suoi diritti materni su di lui e unendo la sua volontà e le sue sofferenze con la volontà e le sofferenze di Cristo.
Il santo sacrificio della Messa ci consente di applicare alle nostre anime i meriti del sacrificio della Croce. Maria ha un ruolo molto speciale nella Santa Messa: essendo la mediatrice di tutte le grazie meritate al Calvario, applica questi meriti in modo speciale alle nostre anime.
Al Calvario, quindi, Maria ci genera alla vita divina. Questa maternità continua ad ogni Messa: ogni rinnovamento del sacrificio della Croce corrisponde a un rinnovamento e alla realizzazione della sua mediazione di grazie.
È quindi giusto e appropriato celebrare la Santa Messa stando sotto la croce con Maria, Madre dei Dolori, entrando spiritualmente nel suo Cuore addolorato, per introdurci con lei e in lei ai sentimenti del divino Crocifisso.
È per questa ragione che Maria viene citata costantemente durante la santa liturgia: nel Confiteor ci aiuta a pentirci più profondamente e ad ottenere la purezza del cuore. Nel Credo, confessiamo il suo ruolo decisivo nei misteri dell'Incarnazione e della Redenzione. Nella preghiera Suscipe sancta Trinitas, alla fine dell'Offertorio, percepiamo il santo sacrificio della Messa come atto supremo della sua glorificazione. Nel Communicantes prima della consacrazione, ci uniamo con essa per offrirci totalmente con il sacrificio di Cristo. Dopo il Pater, chiediamo l'intercessione affinché la Regina della Pace possa ottenere la pace di Cristo per noi.
Súscipe, sancta Trínitas, hanc oblatiónem, quam tibi offérimus ob memóriam passiónis, resurrectiónis, et ascensiónis Iesu Christi, Dómini nostri: et in honórem beátæ Maríæ semper Vírginis, et beáti Ioannis Baptistæ, et sanctórum Apostolórum Petri et Pauli, et istórum et ómnium Sanctórum: ut illis profíciat ad honórem, nobis autem ad salútem: et illi pro nobis intercédere dignéntur in cælis, quorum memóriam ágimus in terris. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen Communicántes, et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beáti Ioseph, eiúsdem Vírginis Sponsi, et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum... |
Accetta, o Santissima Trinità, questa offerta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria, di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, di questi [martiri le cui reliquie sono nell'Altare], e di tutti i Santi, affinché ad essi sia d'onore e a noi di salvezza, e si degnino d'intercedere per noi in Cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen. Uniti in comunione e venerando anche la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Genitrice del nostro Dio e Signore Gesú Cristo e poi del beato Giuseppe Sposo della stessa Vergine, e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri |
Ma anche gli strumenti liturgici sono un'immagine di Maria, come è espresso chiaramente nella liturgia etiopica, quando si elogia la Beata Vergine: "Rallegrati, tavola d'oro su cui matura lo squisito mistero. Sei il vaso d'oro in cui è conservata la manna, questo pane che ci è venuto dal Cielo. Sei quella patena d'oro che trasporta il pane sacrificale. Sei quel calice d'oro che contiene questo vino misterioso, aromatizzato con il profumo dello Spirito Santo ... Sei il turibolo d'oro che contiene il carbone ardente della divinità".
Padre Frédéric Faber esprime la stessa cosa con queste parole: "Il cuore di Maria è l'altare vivente su cui viene offerto il sacrificio. Questo cuore trafitto è anche come il ministrante della messa le cui risposte liturgiche rappresentano le palpitazioni dell'amore di Maria. È l'incensiere in cui fede, speranza, amore e adorazione da tutto il mondo sorgono come incenso davanti all'Agnello immolato. È questo meraviglioso coro le cui armonie superano il coro di tutti gli angeli. Le sofferenze silenziose di Maria non sono forse un mormorio segreto che accompagna e conforta con il suo canto, la santa vittima immolata?"
Maria è quindi lo spazio spirituale, l'atmosfera santa, il santuario in cui siamo trasformati per poter comprendere e penetrare sempre più profondamente, il grande dramma divino della santa Messa e ricevere tutti i frutti di questo albero della vita. - Fonte
5 commenti:
Il mercoledì santo Gesù pronuncia il cosiddetto discorso escatologico.
Mette in guardia su che cosa accadrà a Lui, di lì a poco.
Anticipa che cosa accadrà alla città e al tempio in meno di 40 anni.
Presenta il futuro della chiesa e dell'umanità al compiersi del tempo.
Quella sera stessa il potere religioso, incapace di riconoscere il tempo della visita di Dio, trova tra i dodici chi è pronto a tradire.
La Redenzione è un mistero di tradimento, rifiuto e violenza.
Penso a mia madre alla quale non sfugge se ho un velo negli occhi...
La Madonna riconosce l'ora che incombe e il suo stendersi nei secoli.
Non so quanto conosca i dettagli, ma so che ha colto l'estote parati.
Vale per il Calvario del figlio, dove sosterà ai piedi della croce.
Vale per il Calvario della Chiesa, accompagnato fino ai nostri giorni.
Lei corredime perchè abita la Santa Messa. La abita anche se tradita.
Gli strumenti liturgici sono un'immagine di Maria, il vaso d'oro in cui è conservata la manna. La patena d'oro che trasporta il pane sacrificale. Il calice d'oro che contiene il vino misterioso. Il turibolo d'oro che contiene il carbone ardente della divinità. Il cuore di Maria è l'altare vivente su cui viene offerto il sacrificio. Questo cuore trafitto è anche come il ministrante della messa le cui risposte liturgiche rappresentano le palpitazioni dell'amore di Maria. È l'incensiere in cui fede, speranza, amore e adorazione da tutto il mondo sorgono come incenso davanti all'Agnello immolato.
C'è un silenzio che parla, come solo un cuore di madre sa fare.
Il mercoledì santo aveva già capito. Sapeva il perchè. Fino ad oggi.
MERCOLEDÌ SANTO - IL TRADIMENTO DI GIUDA
E sempre (quasi?) noi tradiamo il Bene.
Per debolezza, certo. Ma più, io penso, per l'antico sospetto sussurrato dal serpente: ti vogliono fregare!
Il tradimento avviene per sottrazione di fiducia. O negli altri - ché la strada che ti indicano verso la bellezza è troppo impervia e dietro ci dev'essere un inganno- o in sé stessi: cosa può venire di buono da me, che sono come sono? Mi accontento dei trenta denari. Perché io possa davvero sperare il Bene e ad esso collaborare, c'è bisogno di avere un Padre. Come Gesù nell'orto, come Cristo in croce.
... il rito antico in se stesso non ha problemi. I problemi sono sempre stati in un uso distorto del rito. E siccome, in generale, c'è sempre stata ignoranza liturgica, l'uso distorto del rito ha finito per far credere a molti che ad esser storto era proprio il rito! E così i modernisti hanno preso il piccone demolitore per scagliarlo con furore giacobino contro ciò che credevano storto, per raddrizzarlo. Gli esperti che fecero parte del Consilium ovviamente non avevano certo ignoranza del rito, ma qualcosa di peggio: uno spirito di totale avversione e disistima verso il rito. E, come osservava sconsolato il buon padre Ferdinando Antonelli: "con questo spirito sono portati a distruggere, non a restaurare". Quindi il rito antico si è venuto a trovare sotto due fuochi incrociati: l'ignoranza e la disistima. Un'ignoranza che oggi perdura e che riguarda, ahinoi, pure i tradizionalisti. Come perdura pure la disistima e la viscerale avversione verso il rito antico, che alligna in molti modernisti. E questa contrapposizione si alimenta a vicenda: i tradizionalisti per reazione all'odio liturgico dei modernisti si chiudono in un conservatorismo totale conservando pure le peggiori decadenze liturgiche. I modernisti, vedendo tali decadenze perpetuate tuttora dai tradizionalisti..... accrescono il loro odio liturgico verso la tradizione.
Come se ne può uscire? Studiando. Studiando e ancora studiando. Imparando a guardare la tradizione liturgica dal verso giusto, imparando a gustare il sapore vero della tradizione vera, imparando a guardare la liturgia partendo dall'ortoprassi e non dalla prassi. E' un lavoro lungo. Ma necessario. Il rito antico è un tesoro inestimabile di misticismo, di spiritualità, di bellezza artistica, di sublimità musicale. Ed abbiamo il sacro dovere di conservarlo per consegnarlo alle future generazioni. E per conservarlo al meglio bisogna conoscerlo al meglio.
"...Studiando. Studiando e ancora studiando...."
Di questo ho sicura certezza. Gran parte del patrimonio della Chiesa è andato perduto per trascuratezza, perché non conoscendolo bene non se ne capiva il senso il significato, così lo si è abbandonato senza neanche badarci. Per la liturgia è stato così, così è stato per la scienza, per l'arte, per tutto, per la cultura intera. Rimane la Speranza.
Su Maria Corredentrice, nella sua attiva cooperazione nella salvezza dell'umanità ...
Maria Corredentrice deve sempre essere associatA a Madre della Chiesa. Solamente così si comprende perchè è necessario questo titolo di Corredentrice.
La Chiesa con a capo Maria santissima ha il compito di predicare il Vangelo e convertire tutti gli uomini con amore e sopportazione delle avversità che si possono incontrare.
La Chiesa con a capo Maria santissima è Opera di NS Gesù Cristo.
Sicuramente Maria è creatura perfetta mentre la Chiesa anche se fatta di santi a volte non è perfetta. Ma a Dio Uno e Trino questo non importa perchè Egli ci ama tutti come figli e ci perdona sempre, e di fronte a Lui nessuno è perfetto .
Il Paradiso ci attende.
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