Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 3 luglio 2017

Card. Sgreccia: i 10 punti critici sul caso del piccolo Charlie Gard

Elio Sgreccia, creato cardinale nel 2010 da benedetto XVI, è uno dei maggiori studiosi di bioetica a livello internazionale- Già presidente della Pontificia Accademia per la Vita è stato per lunghi anni il portavoce delle posizioni della Chiesa su questioni etiche controverse come l'aborto, la contraccezione, l'eutanasia e la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Anche oggi fa sentire la sua voce che tempestivamente condividiamo.

In queste ore drammatiche, assistiamo, dolenti ed impotenti, agli sviluppi ultimi e agli esiziali contorni che sta assumendo la vicenda del piccolo Charlie Gard, il neonato inglese di 10 mesi affetto da Sindrome dell’encefalomiopatia mitocondriale ad esordio infantile, il quale, sulla base di distinte statuizioni giudiziarie emesse da tre differenti Corti inglesi, di diverso grado, e da ultimo dalla stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dovrebbe essere accompagnato alla morte per mezzo del distacco dalla macchina che ne assicura la ventilazione meccanica e della contestuale interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiali, non prima di avergli procurato uno stato di sedazione profonda.
Nei differenti gradi di giudizio, le Corti inglesi hanno ribadito che il processo di decadimento generale delle condizioni cliniche di Charlie e, con esso, il deterioramento progressivo ed inarrestabile della funzionalità degli organi che presiedono alle funzioni vitali, primi tra tutti quelli respiratori, inducono a credere che qualsiasi decisione relativa ad ulteriori azioni che prolungassero simili condizioni di vita, sarebbe da giudicare illegittima, dacché non assunta nell’effettivo, migliore interesse del piccolo, ma piuttosto volta ad aumentare, nel tempo e nell’intensità, il dolore e le sofferenze dello stesso. Quello che più sorprende è che la stessa idea di sottoporre Charlie ad un protocollo sperimentale di terapie nucleosidiche che si sta mettendo a punto negli Stati Uniti, proposta a più riprese avanzata dai genitori, è stata considerata inattuabile, meglio ancora “futile”, dai consulenti medici interpellati dai giudici, a fronte dell’esigenza, questa sì impellente, di voler dare un’esecuzione immediata e definitiva ai dispositivi unanimi delle sentenze fin qui pronunciate.

Sembra che tutto abbia concorso, negli ultimi sei mesi, a realizzare una sorta di “accanimento tanatologico” nei confronti del piccolo Charlie, una gara, da parte di giudici e medici, volta ad assicurare la soluzione più rapida possibile al suo caso, mettendo a tacere ogni rigurgito di speranza dei genitori, così come ogni spiraglio di luce sulla possibilità di successo di una terapia che, benché sperimentata solamente sui topi e per un ceppo di malattie diverse da quella sofferta dal neonato inglese, a detta dello stesso Professore responsabile della sperimentazione in corso negli USA, interpellato ad hoc dai genitori di Charlie, avrebbe potuto, almeno teoricamente, apportare benefici alle sue condizioni generali di salute. Vero è che dopo che veniva richiesta l’autorizzazione per procedere alla sperimentazione della terapia su Charlie, nel gennaio scorso, l’encefalopatia epilettica di cui soffre creava, attraverso reiterate crisi, ulteriori e gravi danni celebrali; tuttavia quello che qui si vuole discutere attiene piuttosto, e sempre, alla possibilità di decidere quando e come mettere fine alla vita di un essere umano indifeso. All’uopo, pare opportuno considerare alcuni punti critici che emergono dalla considerazione complessiva di questa vicenda, per molti aspetti paradigmatica.
  1. L’inguaribilità non può mai essere confusa con l’incurabilità: una persona affetta da una male ritenuto, allo stato attuale della medicina, inguaribile, è paradossalmente il soggetto che più di ogni altro ha diritto di chiedere ed ottenere assistenza e cura, attenzione e dedizione continue: si tratta di un fondamento cardine dell’etica della cura, che ha come principali destinatari proprio coloro che versano in uno stato di vulnerabilità, di minorità, di debolezza maggiore. E Charles rappresenta paradigmaticamente l’esempio di chi ha diritto di essere assistito in ogni fase della sua malattia, in ragione dello stato di necessità, legato all’età e alla malattia, che vive. Il volto umano della medicina si manifesta proprio nella pratica clinica del “prendersi cura” della vita del sofferente e del malato.
  2. Il diritto ad essere continuativamente oggetto, o meglio ancora, soggetto delle attenzioni e delle cure da parte di familiari e non, risiede nella dignità di cui una persona umana, anche se neonata, malata e sofferente, mai cessa di essere titolare. È l’essere sostanziale dell’uomo e le sue potenze che fondano questa dignità, non solo le sue concrete ed accidentali attualizzazioni. Questo è quello che si intende per “dignità puramente ontologica della persona”, uno status che prescinde completamente dalla facoltà di utilizzare attivamente le facoltà squisitamente proprie di un essere razionale, bastando che le stesse esistano come potenzialità attuali ed eventualmente attuabili dell’essere razionale medesimo.
  3. L’alimentazione-idratazione artificiali mediante sondino naso-gastrico, in nessun caso potrà considerarsi come terapia. Non è tale per l’artificialità del mezzo usato per somministrarla, dato che non si considera terapia dare il latte al neonato con l’ausilio di un biberon. Non è tale per i processi per mezzo dei quali vengono prodotti questi alimenti, dacché non si considera terapia il latte in polvere, per esempio, la cui produzione ugualmente risente di un procedimento industriale lungo e completamente meccanizzato. Non lo è per il fatto che la sacca parenterale viene prescritta da uno specialista medico, visto che lo stesso acquisto del latte artificiale è subordinato a prescrizione medica del pediatra. Acqua e cibo non diventano presidi medici per il solo fatto che vengono somministrati artificialmente, quindi interromperli non è come sospendere una terapia, ma è un lasciar morire di fame e di sete chi semplicemente non è in grado di alimentarsi autonomamente
  4. L’idea cardine che fonda il consenso informato ha a che fare con il principio per cui il paziente non è mai un individuo anonimo cui vengono applicate determinate conoscenze tecniche, ma un soggetto cosciente e responsabile che deve essere chiamato a condividere la messa a punto di quanto necessario ad occasionare un miglioramento della propria salute ed eventualmente il raggiungimento di un obiettivo di guarigione e di cura. Questo implica la necessità che sia coinvolto nei processi decisionali che lo riguardano, in una relazione dialogica che eviti che si venga a trovare nella condizione di dover subire passivamente decisione e scelte altrui. La vicenda del piccolo Charlie, prova al contrario come si sia determinata nel corso del tempo una dinamica di sostanziale scollamento tra le decisioni dell’equipe medica e la volontà dei suoi genitori, come si evince emblematicamente dall’ultimo divieto loro imposto, quello cioè di poter trasportare, per veder morire, in casa loro, il proprio figlio.
  5. Il divieto di sottoporre Charlie al trattamento sperimentale in nessun caso può essere giustificato facendo appello allo stato di sofferenza che lo stesso si trova attualmente a vivere. È ben possibile che la terapia sperimentale non avrebbe dato i risultati medici attesi, ma è altrettanto vero che le sofferenze di Charlie domandano un approccio palliativo integrale e sistematico che ipoteticamente avrebbe potuto accompagnarsi alla sperimentazione stessa. La preclusione dell’accesso a tali terapie, è stata motivata sia nel nome dell’inutilità prognostica delle stesse -aspetto la cui alea rientra nei parametri di incertezza assolutamente e ordinariamente propri di ogni terapia sperimentale-, sia in quello della necessità di risparmiargli quelle sofferenze ulteriori che il prolungare la vita in tali condizione avrebbe potuto generare: dunque la prospettiva anche solo remota di lasciare in vita Charlie, o addirittura di prolungare il tempo della sua vita per mezzo della terapia sperimentale, è stata aprioristicamente ritenuta una prospettiva non praticabile, nel nome della necessità di evitargli sofferenze ulteriori, e questo non per mezzo di adeguate soluzione palliative, ma per mezzo della morte indotta.
  6. Il principio del migliore interesse del minore, che le Carte internazionali pongono al centro dei meccanismi di tutela degli stessi e che le stesse Corti inglesi hanno assunto a giustificazione cardine delle loro decisioni, crediamo difficilmente implichi, o meglio, legittimi una forma di eutanasia passiva come quella che si è deciso di praticare sul piccolo Charlie. Crediamo che il suo migliore interesse vada nella direzione di assicurargli un’esistenza il più possibile degna, mediante una opportuna strategia antalgica che permetta di tenere sotto controllo il dolore, se davvero dovesse risultare non possibile percorrere la strada di accedere al protocollo sperimentale già in corso negli USA. Che è poi esattamente quanto hanno ininterrottamente richiesto i genitori di Charlie fino ad oggi.
  7. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha incredibilmente glissato su tutti gli aspetti contenutistici elencati fin qui ed anzi sembrerebbe essere andata oltre, assumendo una postura puramente proceduralista, nel nome del principio del margine di apprezzamento. Se da un lato ha fatto osservare, nella sentenza che reca la data del 28 giugno scorso, che le decisioni delle Corti nazionali inglesi in nessun modo integravano una violazione degli articoli 2, 6, e 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, confermando dunque la correttezza formale del loro operato, dall’altro ha ritenuto di non dover entrare nel merito della vicenda della sospensione dell’alimentazione-idratazione-respirazione artificiale nel nome di quell’autonomia sovrana degli Stati membri che li autorizzerebbe a disciplinare a piacimento i temi dai risvolti eticamente più complicati, come è il caso della praticabilità o meno dell’eutanasia passiva su un neonato. E questo ad onta del fatto che il combinato disposto degli articoli 2 e 8 della Convenzione statuisca chiarissimamente il divieto di privare deliberatamente chicchessia del bene fondamentale della vita.
  8. Non è chi non veda come dietro ogni aspetto di questa vicenda, si celi, quantunque mai menzionata, un’idea di efficienza nella gestione delle risorse sanitarie che induce a disporre delle stesse in un modo che non può non generare una strisciante cultura dello scarto. In una società che annovera un fenomeno crescente di medicalizzazione delle malattie e insieme ad numero sempre in aumento di persone anziane, con il seguito di malattie degenerative che essi portano con sé, la risorse sempre più scarse destinate al sistema sanitario dai governi nazionali, alimenta una cultura aziendalistica che fa dell’efficientismo ad ogni costo il suo primario, vitale, esclusivo obiettivo, ingigantendo di conseguenza il numero di quelli che, marginalizzati a ragione delle loro aspettative di vita, sono identificati come scarti da eliminare, se possibile.
  9. Di più ancora inquieta la leggerezza con cui si accetta il paradigma della qualità della vita, ovvero quel modello culturale che inclina a riconoscere la non dignità di alcune esistenze umane, completamente identificate e confuse con la patologia di cui sono portatrici o con le sofferenze che ad essa si accompagnano. Giammai un malato può essere ridotto alla sua patologia, giacché ogni essere umano non cessa, un solo istante e ad onta della sua condizione di malattia e/o di sofferenza, di essere un universo incommensurabile di senso che merita in ogni istante l’attenzione china di chi vuole incondizionatamente il suo bene e non si rassegna a considerare la sua come un’esistenza di serie B per il solo fatto di versare nel bisogno, nella necessità, nella sofferenza. Un’esistenza alla quale si farebbe un favore cancellandola definitivamente. E questo vale tanto più nel caso di quanti non possono, o non possono più, esprimere quelle che sono e quello che sentono, come nel caso del piccolo Charlie.
  10. Nella trasparenza delle posture schizofreniche implicate da questi nuovi paradigmi culturali, si può cogliere l’ambivalenza di chi, nel rivendicare la libertà di accesso totale ed indiscriminata all’eutanasia, basandola sull’esclusivo predominio dell’autonomia individuale, nega allo stesso tempo quell’autonomia decisionale in altri casi, come quello in esame, dove si ritiene che siano legittimati a decidere i soli medici, senza coinvolgimento alcuno dei genitori. L’ambivalenza di chi pensa sia giusto che i medici versino nella condizione di poter elargire ancora un margine di tempo ai genitori per consentire loro di elaborare il distacco dal figlio, permettendogli così di permanere in sua compagnia, e non pensa invece a quanto lo necessiterebbero le madri surrogate che vengono deprivate dei loro feti, subito dopo la nascita, per assecondare i desideri dei relativi “locatori di ventre”. L’ambivalenza di chi pensa a tutelare la dignità della vita di un soggetto, negandogli la vita stessa, che è il fondamento principe non solo della dignità dell’uomo, ma di ogni altro riconoscimento che possa essere fatto a suo favore. L’ambivalenza di chi si batte per la difesa giudiziaria, istituzionale, internazionale dei diritti dei più deboli, nella cornice di ordinamenti democratici, e poi accetta di buon grado di veder legalizzata o giuridicizzata l’eutanasia, praticata finanche sui più piccoli, sui più deboli, sui più bisognosi.
+ Elio Sgreccia

39 commenti:

tralcio ha detto...

Ecco un ragionamento "non negoziabile".
Sgorga da uomo di fede formato dalla dimestichezza con Gesù-Verità, ma indiscutibilmente ragionevole e competente, a disdoro di chi ridurrebbe tutto a contabilità e sentimenti.
Soprattutto non schizofrenico (o ipocrita), senza limitarsi a bucolici cinguettii, ma offrendo argomenti cogenti.

Luisa ha detto...

Il cardinal Sgreccia o quando la Pontificia Accademia per la Vita meritava quel nome, ho sperato che Sgreccia intervenisse, sapevo che le sue parole sarebbero state chiare e nel contempo umane, che non avrebbero lasciato nessun spazio a ambiguità o manipolazioni.
Lo ringrazio.
Che differenza con il comunicato di Paglia, freddo, quasi inumano, che osa parlare di rischi di manipolazioni politiche e ideologiche!
L`imbarazzo, la tiepidezza e il ritardo degli interventi vaticani sono un`ulteriore prova di quanto e come chi governa la chiesa non vuole dispiacere al mondo, anche qaundo si tratta della vita di un bimbo.

Anonimo ha detto...

Ahh che delizia , che equilibrio , questa riflessione !
E' equilibrata , cristallina , rispecchia la Legge del Creatore e la dignita' di ogni persona fatta a immagine di Dio .
Nulla di piu' nulla di meno .

Siamo in prestito .
Siamo stati prestati dall'Amore di Dio gli uni agli altri , siamo custodi gli uni degli altri e ognuno di noi dovra' rispondere
della mancata cura , del disprezzo , della noncuranza verso le anime (il prossimo) con cui veniamo a contatto .

Rifugio dei peccatori prega per noi .

Anonimo ha detto...

Ot ma sempre di bambini si parla

In Canada ad un neonato è stato assegnata come voce relativa al sesso "U" , cioè non conosciuto, su desiderio della madre che ha così ha commentato: "Deciderà (lui/lei) in futuro"

E qua sotto il commento in un tweet di Matteo Salvini:

"Siamo alla follia!"


https://twitter.com/matteosalvinimi/status/881799105978281984

Nestore ha detto...

Il comunicato di Paglia è veramente di paglia. Quello del Cardinal Sgreccia è d'oro. Il confronto ci dà la misura dell'avvitamento involutivo in cui è cascata la Chiesa cattolica. Per fortuna esistono ancora uomini come il Cardinal Caffarra o il Cardinal Sgreccia, ad attestare che il cornuto e i suoi servi terreni (M + J) non prevarranno.

irina ha detto...

"L’inguaribilità non può mai essere confusa con l’incurabilità:"

Il cardinale infine del paragrafo conclude che la curabilià è il volto umano della medicina. Questo volto si è già molto allontanato dall'orizzonte. Ricordiamo Madre Teresa che solo della 'curabilità', del 'prendersi cura' si è occupata. Prima di lei tanti altri. Il primo quello di cui parla il Vangelo, il Buon Samaritano. La curabilità è la strada che può aiutare la guarigione, che può aiutare a ben morire. Ben morire che è diverso sia dall'accanimento terapeutico, sia dall'eutanasia. E' un seguire la mano di Dio docilmente, curando fino allo stremo delle proprie forze affinchè il grande corpo o il piccolo possano affrontare il travaglio della nuova vita che li attende, sia essa quella sulla terra, sia quella nei Cieli. E' una dignità diversa quella che è tutelata dalla curabilità, dalla dignità 'tutelata' della eutanasia. Questa è la dignità dell'orgoglio, del fai da te, del ribelle che non dice sì, neanche alla ultima ora. L'altra è un assenso della persona, delle pochissime che se ne prendono cura fisicamente, e di tutte le altre che accompagnano, con le preghiere, con i loro ricordi, con i rimpianti, con i rancori non ancora superati. E' una comunità che lotta insieme a chi, nella a sua stanza, sta abbandonandosi, piano piano, a Gesù Cristo, che nel cuore di tutti ha letto, raccogliendo ogni parola, ogni lacrima, ogni grido ed ogni sospiro. La curabilità d'amore è altra dalla curabilità da protocollo. E' altra per qualità, nella prima dietro c'è Cristo, la Vita; nella seconda la riuscita, la guarigione fisica. Naturalmente queste distinzioni sono semplificazione. Nei nostri cuori tutto è più complesso e più fine. Credo urgente tornare a parlare della curabilità, del prendersi cura, perché è la via maestra della guarigione del corpo e dell'anima, perchè il sacrificio di chi cura ritengo essere il lievito della Vita e l'umiltà di chi impara a farsi curare il sale della guarigione.

Anonimo ha detto...

Il commento del card. Sgreccia è molto bello, forse troppo cattolico per i tempi correnti, alcune chiose, ho letto da qualche parte la testimonianza di una madre italiana con un bambino nelle stesse condizioni di Charlie, che non solo è sopravvissuto, ma è migliorato tantissimo e continua a migliorare, poi ci sarebbe da discutere su Strasburgo e sulle effettuali capacità intellettive dei papaveri, visto lo squallore del 'funerale di stato' di Köhler che la dice lunga, la sentenza nulla ha da invidiare ai programmi razziali nazi, esecrabili quelli, progressisti gli odierni, forse perché le vittime non appartengono ad una determinata etnia, alla fine la nostra già agonica civiltà perde tutto e abdica alla futura discendenza, annegando dover dice il commentatore francese......Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

A queste riflessioni di Mons. Sgreggia andrebbe fatto un quadro con la cornice d'oro. Sono delle preziosissime riflessioni che l' Europa oramai senza valori non ha potuto fare perchè per farle occorre avere i valori universali in sè.

Alfonso ha detto...

Bene ha fatto il card. Sgreggia ad intervenire con la sua profonda scienza e sempre retta coscienza cattolica. Il caso del piccolo Charlie è uno di quelli che scuote ogni fibrilla del nostro cuore, ragion per cui una fondata base medico-scientifica ed etica, sulla quale riflettere per dedurne appropriati e corretti giudizi ci voleva e finalmente ci è stata data.
La verità raramente è una e sempre la stessa per tutti, in ogni luogo ed in ogni tempo!
La giustizia raramente è giusta ed uguale per tutti!
L'interesse ideologico e materialistico è quasi sempre egoistico, "pro domo sua"!
Quello che viene comunemente definito "accanimento terapeutico" inizialmente era un'aggressiva ed esaltante condotta medica conseguente alla "ubris" tecnologica, che aveva inorgoglito i tecnoiatri, cioè quei medici illusi di dominare prometeicamente sulla vita e sulla morte dei loro pazienti. Svanita "l'ubris" ed insorta in loro, come contrappasso, il terrore di essere perseguiti giudiziaramente per colpa medica, questi tecnoiatri si sono ritirati limitandosi molto prudentemente nella loro pratica assistenziale a quella condotta che è stata poi definita "medicina difensiva" con il proposito di ridurre a zero le loro responsabilità di fronte alla legge, essendo nel frattempo diventate frequenti le denunce alla magistratura per errori medici.
Dall'accanimento terapeutico sono derivati buona parte di quei casi clinici, che sono serviti mediaticamente per la loro tragicità a promuovere la campagna per l'eutanasia legale. Dalla "medicina difensiva" è venuta al contrario una promozione inaspettata del cosiddetto, e del tutto nuovo, "accanimento tanatologico" che prevede una chiamata di responsabilità della magistratura in sostituzione di quella medica. In conclusione, oggigiorno si assiste alla velocizzazione della deriva eutanasica di natura giudiziaria, per cui a decidere della vita e della morte è chiamata la magistratura! Al medico sarebbe riservata solo la certificazione della prognosi infausta e della quantificazione del dolore e/o della sofferenza nel decorso terminale dello sventurato malato! Ho il sospetto che si stia facendo molto di più e molto peggio di quanto riuscirono a fare le leggi hitleriane, che per inciso prima di eutanatizzare chicchessia esigevano un pecorso medico più responsabile!

Rr ha detto...

Lupus,
se i giudici di Strasburgo sono come i nostri, qualcuno dei quali ho avuto "l' onore" di conoscere...laurea trovata nelle patatine Pai, come diciamo a casa.
Il cardinale Sgreccia appartiene ad un'altra epoca, quella nella quale, per far carriera, anche ecclesiastica, dovevi studiare e sapere. Non come ora, o meglio da circa 50 anni in qua, dove una raccomandazione, un cognome, una tessera, e diventi primario, cattedratico, presidente, cardinale...

Anonimo ha detto...

Ogni tanto una voce cattolica si alza, allora non tutto è perduto.

Luisa ha detto...



"ho letto da qualche parte la testimonianza di una madre italiana con un bambino nelle stesse condizioni di Charlie, che non solo è sopravvissuto, ma è migliorato tantissimo e continua a migliorare, "

Forse l`hai letto qui, notizia data nei commenti a due post, riporto solo l`articolo di Avvenire:

https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/emanuele-mio-charlie-vivo-e-felice

mic ha detto...

E anche Donald Trump su Twitter:
If we can help little #CharlieGard, as per our friends in the U.K. and the Pope, we would be delighted to do so.

irina ha detto...

Temo tutte le offerte che stanno arrivando per curare il bambino "per quel gli resta da vivere". Riusciranno i genitori a non farsi dilaniare insieme al loro bambino? Purtroppo tra la folla degli aiutanti c'è sempre quello che non lo è. Signore proteggili tutti e tre!

Anonimo ha detto...

A chi dice che la vita di quel bambino non è degna di essere vissuta e non ha più senso, rispondo che la vita di quel bambino sta smuovendo il mondo intero in un senso o in un altro, sta facendo parlare di sè, più di qualsiasi altro bambino al mondo. Questo sarebbe un non senso? Chi non vede più vita in quel bambino è solo perchè ha una visione limitata della vita. Charlie vive per il mondo intero in questo momento ed è già entrato nella storia. In un modo o nell'altro, come non vedere l'opera immensa di Dio in quel piccolo bambino? Bisogna essere proprio cechi per non considerare tutto questo.

Anonimo ha detto...

Deo gratias !
Speriamo che sia l'inizio del risveglio delle coscienze .
Ogni atto contro la creatura di Dio e' un oltraggio a Dio .
Si calpesta il Suo Preziosissimo Sangue .
Aiutiamo la Vergine Madre a suscitare occasioni di conversione per tutti quelli che sono impegnati a spandere il male
come fosse pioggia , come fosse una benedizione .
Alcuni esempi :

"va segnalata un'altra iniziativa pro-aborto promossa da alcune agenzie dell’Onu, con l’Organizzazione mondiale della sanità in testa. L’Oms (assieme a Undp, Unfpa, Unicef e Banca Mondiale) ha infatti lanciato un database interattivo, in una versione rinnovata, che raccoglie le informazioni sulle leggi in tema di aborto e mira in pratica a fare pressioni sugli Stati membri affinché conformino le loro norme alle raccomandazioni fatte dai burocrati delle Nazioni Unite."
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-solo-il-vaticano-si-oppone-al-kit-abortivo-dell-onu-20350.htm

Anonimo ha detto...

Spero di poter citare un blog che ha tradotto un brano di Newman http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2017/06/lombra-dellanticristo-sul-mondo-da.html “Il nemico di Cristo e della Sua Chiesa sorgerà da uno speciale allontanamento da DIO?

Anonimo ha detto...

Non c'entra col tema, ma vorrei segnalare l'ultimo messaggio di Medgiugorje del 2 luglio, dove a mio avviso c'è una palese eresia, e nessuno ne parla. La ."Madonna" dice: "mio figlio che ERA uomo, era ed è Dio, uno e trino ", quindi Gesù adesso non sarebbe più uomo? Questa è eresia! L'umanità nel Figlio rimane in eterno... strano che, a quanto ne sappia nessuno abbia notato questo. P. Livio nel suo commento al messaggio fa finta di niente, ma non può non averlo notato.
Inoltre circolano due versioni del messaggio. La frase che ho riportato sopra è quella del sito di Radio Maria , altri blog riportano: " mio Figlio che ERA UOMO ED È DIO" che sarebbe ancora più grave. Potreste esprimere un vostro giudizio?

Anonimo ha detto...

OT :

http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/07/il-sostituto-del-cardinal-muller-ha-gia-risposto-ai-dubia/#more-142738

Anonimo ha detto...


OT. L’archevêque de Strasbourg évoque le « grand remplacement » de la population européenne par les migrants musulmans.

http://breizatao.com/2017/07/03/larcheveque-de-strasbourg/

irina ha detto...

Starei molto attenta alle offerte cattoliche. Molto.

Anonimo ha detto...

Preghiere di molti e un popolo in rivolta possono smuovere anche le montagne. Ora è accaduto ciò che doveva avvenire fin dal primissimo giorno: il Bambin Gesù ha detto di essere disponibile ad accogliere Charlie. Che è come dire che 1 + 1 fa 2. Meglio tardi che mai.
come vedete, sono molto sensibili all'opinione pubblica, molto più di quello che pensiamo. Perfino il Presidente degli USA ha voluto dire la sua.. E poi... c'è sempre Chi tutto può..
Ora la palla è nel campo avversario. Bisognerà vedere cosa farà il Leviatano. Nulla è vano agli occhi di Dio.
Massimo Viglione

Anonimo ha detto...

Speriamo almeno che il piccolo Charlie sia stato battezzato.

irina ha detto...

LBQ, Bambin Gesù in azione. Ma non si parla di terapie
di Andrea Zambrano
04-07-2017

"...La richiesta del Bambini Gesù non va intesa dunque come un tentativo di offrire una cura innovativa e sperimentale, ma di accompagnare il piccolo come se si dovesse recare ad un hospice, in vista di un trapasso dato da tutti per imminente..."

Anonimo ha detto...

"mio figlio che ERA uomo, era ed è Dio, uno e trino "

Ho pensato la stessa identica cosa e mi ero preparato un messaggio "in canna" per chiedere lumi a qualcuno. Magari è un errore di traduzione... ma ce ne vuole per arrivare a due predicati così diversi.

mic ha detto...

Per Anonimo 00:07
Il piccolo Charlie è stato battezzato.

Anonimo ha detto...

Diciamocelo chiaro: da un lato la richiesta del Bambin Gesù è di per sé positiva, in quanto rafforza l'appello perché l'ospedale inglese molli le grinfie che stringe sul piccolo e lasci decidere ai genitori cosa fare. I genitori poi possono scegliere, e ora che è anche intervenuto Trump, la via americana è aperta. Quindi ben vengano quelle dichiarazioni. Quindi non mi faccio tanti problemi sull'offerta limitata che il Bambin Gesù può fare (se poi non hanno una terapia sperimentale da applicare, non gliene faccio una colpa).

Ma penso che l'offerta è stata valutata anche mettendo in conto che il direttore dell'ospedale ieri ha potuto beneficiare di un'intervista con gigantografia di Papa Francesco alle spalle. Una specie di "assicurazione", casomai la vicenda finisca male e la gente s'incazzi ancora di più, così si potrà dire che Papa Francesco ha fatto quello che poteva. Che i consulenti d'immagine in Vaticano siano molto preoccupati si capisce dal proliferare di pezzi su Avvenire, solo negli ultimi giorni, con questo incredibile Paglia di oggi:

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/per-charlie-un-s-alla-vita-non-venga-abbandonato

irina ha detto...

LBQ, Bambin Gesù in azione. Ma non si parla di terapie
di Andrea Zambrano
04-07-2017

Cosa dimostra dunque questa offerta? Dimostra che hanno una sensibilità di granito:
Ogni spostamento per il bambino ora è pieno di incognite;il mutamento di ambiente può essere esiziale;il Bambin Gesù non si propone come terapeuta ma, come accompagnatore alla morte;visto che il Bambin Gesù ha esperti tanatofori, senza far arrivare, scenograficamente, Charlie a Roma, chi ha proposto questa luminosa idea avrebbe potuto, discretamente, andare a Londra e mettersi a disposizione come colui che è in grado di portare la morte, secondo quanto i tempi richiedono. CARITA' PELOSA. Con questa azione, ne siano consapevoli o no, si stanno proponendo al mondo come caricature della Buona Morte. La scimmia di Dio. Si infila in ogni fessura.

Andrea P. ha detto...

Non è fuori tema. È il caso di dire, invece, che tutto si tiene.
È questo ciò che stanno edificando i progressisti, questo per loro è progresso: l'eliminazione dei Charlie, sesso indifferenziato e molto BV altro ancora.

irina ha detto...

Tutti occupati con la messa in scena planetaria, non vorrei che Charlie Gard passato da bambino a bambolotto globale, nei fatti non ricevesse le cure necessarie alla sua "GUARIGIONE". Quello che ho scritto ieri per i tanatofori vaticani, lo riscrivo qui per gli esperti americani: possibile che uno o due non possano recarsi a Londra e dare il loro contributo in loco? Da gennaio Charlie ha già avuto una o più crisi gravi, se si continua a discquisire sul suo corpicino senza nulla fare, perchè gli adulti non trovano l'accordo,cioè nessuno si assume la RESPONSABILITA' della terapia volta alla sua POSSIBILITA' di GUARIGIONE, Charlie morirà. Così tutti contenti della parte avuta in commedia, verseranno lacrime visceral-globali e il rito "piezze 'e core" sarà concluso. Rito che porta avanti il treno dell'eutanasia infantile e neonatale come il sistema ha decretato. Tra tutto quanto Charlie Gard ha smascherato, aggiungiamo la mancanza di senno, cioè deficienza, del 99% di chi si aggira negli ospedali di ogni continente con il camice bianco indegnamente portato e di tutte le altre comparse intorno, che alzano alti lai e/o disquisiscono similsapientemente. Lo spettacolo è rivoltante.

RR ha detto...

!00% d'accordo con irina, tanto più dopo aver letto l'intervista della Presidente/Direttore sanitario(Amministratore delegato del "Bambin Gesù" pubblicata stamane sul "Giornale".

Anonimo ha detto...

http://www.marcotosatti.com/2017/07/05/charlie-gard-twitter-blocca-laccount-fight4charlie-unondata-di-proteste-sui-social/

Anonimo ha detto...

https://agensir.it/quotidiano/2017/7/5/charlie-gard-strasburgo-appello-da-40-eurodeputati-per-la-vita-del-piccolo-inglese-chi-difende-il-valore-della-vita/

Luisa ha detto...


"Le vuote acrobazie linguistiche di Paglia"

di Riccardo Cascioli

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-le-vuote-acrobazie-linguistiche-di-paglia-20375.htm

mic ha detto...

PATRIARCATO RUSSO, DECISIONE MOSTRUOSA DAI TRIBUNALI EUROPEI.

La denuncia di Hilarion, sadismo rivestito di colori umanisti

La Chiesa ortodossa russa interviene sul caso del piccolo CHARLIE Gard, protestando contro la decisione di staccare la spina ai macchinari che tengono in vita il bambino inglese di dieci mesi nato con una rara e grave malattia genetica. "Oggi, il diritto alla vita cede il posto al diritto alla morte", denuncia il metropolita Hilarion, responsabile del Dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, come riferisce l'Interfax. Hilarion definisce "mostruosa" la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di sospendere l'idratazione e l'alimentazione a CHARLIE. Una decisione che, denuncia Hilarion, "dimostra una crisi estremamente profonda della nozione dei diritti dell'uomo. Perché, nel XXI secolo, in uno Stato democratico libero, una famiglia è bloccata in una clinica a causa della decisione di un tribunale e non può rivolgersi ad un'altra clinica? Si tratta della violazione della coscienza dei genitori, di una presa in giro, di sadismo rivestito di colori umanisti". (Sin-Dav/AdnKronos)

Anonimo ha detto...

https://www.corrispondenzaromana.it/nel-pugnetto-di-charlie-sta-san-giuda-taddeo/

Rr ha detto...

Il governo inglese per bocca di Johnson, ministro degli Esteri, ha detto no al nostro ministro omologo, no al trasferimento di Charlie, "per motivi legali". Idem ha detto l'ospedale inglese al "Bambin Gesù'".
Legali, capito, non medici .
Hanno assolutamente bisogno del precedente- e in UK il precedente fa giurisprudenza - per introdurre l'eutanasia di Stato, bocciata un anno fa dal Parlamento..
Capite ora perché non era l'ideologia nazista quello per cui dichiararono guerra ad Hitler ?

Anonimo ha detto...

Legali, capito, non medici .

Notate questo: i motivi legali sarebbero che i giudici riconoscono che l'ultima parola spetta ai medici. Già inaccettabile: comunque non sono i giudici a dire "Charlie deve morire". Dicono che si deve fare quello che dicono i medici. Basterebbe che i medici cambiassero idea (con una scusa qualsiasi). Invece dicono che hanno le mani legate dai giudici. Il classico scaricabarile.

Anonimo ha detto...

Le ultime notizie da Londra sono buone, ma aspettiamo la conclusione definitiva...

Invece vi segnalo questo ulteriore episodio, molto diverso, ma ci trovo un particolare inquietante. Trafiletto: "Nel ponente ligure un migrante di sedici anni è morto annegato in mare. Gli organi sono stati donati". Domanda: come è possibile che un migrante minorenne abbia espresso la sua disponibilità? Risposta ovvia: non è possibile. Infatti la decisione è stata presa da un "tutore" (nominato dalle autorità). Qui non si parla di vita o di morte, ma trovo l'episodio orribile. Un conto che il tutore si occupi dello strettamente necessario, ovvero la sepoltura. Ma come può permettersi di decidere della donazione d'organi?