Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 8 luglio 2019

Cosa c’è dietro le critiche del cardinale Brandmüller al sinodo per l’Amazzonia

Formiche, come prevedibile, sposa la versione modernista del discusso Sinodo per l'Amazzonia: il solito discorso liquido ed affabulatorio che elude gli argomenti fondanti e che contrasta con la chiarezza del cardinal Raymond Leo Burke che ha sottolineato [qui] e del cardinal Walter Brandmüller che ha vigorosamente condannato [qui] i  rischi celati dietro un appuntamento sinodale che appare in grado di trasformare il volto della Chiesa cattolica. Vedi indice articoli sul discusso argomento.

Il cardinal Walter Brandmüller ieri si è scagliato contro il sinodo tacciandolo di eresia e accusando i suoi estensori di cadere addirittura nell’apostasia, cioè nella rinuncia alla vera fede cristiana
Non avevo sinora avuto l’interesse di leggere il documento ecclesiale che in America Latina è stato recentemente pubblicato in preparazione al sinodo per l’Amazzonia convocato da papa Francesco per il prossimo ottobre. Una lettura interessante, che ho recuperato in queste ultime ore. Devo ringraziare il cardinal Walter Brandmüller, che ieri gli s’è scagliato contro tacciandolo di eresia e accusando i suoi estensori di cadere addirittura nell’apostasia, cioè nella rinuncia alla vera fede cristiana.

LE PAROLE DI BRANDMULLER
Si scandalizza perché nel documento si fa riferimento al nostro pianeta con l’espressione “Madre Terra” e si evoca insistentemente il “grido dei poveri e della terra”. Passi che i poveri si permettano di lamentarsi, dato che anch’essi pare abbiano un’anima e perciò non si limitano a sentire dolore ma anche provano interiore sofferenza, né più né meno come la delicata signora, braccialetto 24k avvolto al polso tre o quattro volte, che mentre porta a spasso il chihuahua (o è un coniglietto?) se lo vede arrotare sotto gli occhi. Ma la terra – sembra chiedersi il cardinale – come farebbe a lamentarsi senza dover ammettere ch’essa abbia qualcosa di simile all’anima? Ecco che, dunque, chissà quale panteismo naturalistico si nasconde nelle pagine incriminate! Del resto cos’altro sarebbe l’idea che tutto è connesso, dalla più piccola particella dell’aria che respiriamo ai massimi sistemi (meglio sarebbe dire traffici) finanziari, se non cripto-panteismo?

I CRISTIANI “ANIMA DEL MONDO”
No, al cardinale non sfugge di mente che quest’ultima idea non dovrebbe essere considerata un abbaglio panteistico, dato che – debitamente messa fuoco e argomentata – è innestata nell’attuale magistero pontificio: si chiama “ecologia integrale” ed è pensata da Francesco come una visione del mondo in cui la trascendenza di Dio sta in correlazione con la capacità trascendentale che, creaturalmente, appartiene a ogni elemento del reale e in particolare all’essere umano, icona del suo Creatore: è l’attitudine a “uscire da se stessi verso l’altro”, l’”atteggiamento fondamentale di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e auto-referenziale”. Tale atteggiamento “è la radice che rende possibile ogni cura per gli altri”, come si legge al n. 208 dell’enciclica Laudato si’. Se lo ricorda bene tutto ciò, il cardinale, anche se denuncia la presunta deriva eterodossa di un documento che evidentemente s’ispira all’insegnamento del papa. Ma, proprio lui che ha fatto il mestiere dello storico, si scorda che sin dal secondo secolo i cristiani si sono dichiarati “anima del mondo”, assumendo un concetto stoico senza per questo scivolare nello stoicismo: leggasi la Lettera a Diogneto. Era una consapevolezza analoga – posti gli obbligatori distinguo – a quella professata dagli indigeni che il documento amazzonico osa citare: “Noi siamo-facciamo parte della natura perché siamo acqua, aria, terra e vita nell’ambiente creato da Dio”. Affermazione questa che, pure, riecheggia il poverello d’Assisi, un altro che secoli fa ormai si prese la briga di dar voce al creato: “Uno sguardo contemplativo, attento e rispettoso sui fratelli e sulle sorelle, ma anche sulla natura – sul fratello albero, sul fratello fiore, sui fratelli uccelli, sui fratelli pesci, fino alle piccole sorelline, come le formiche, le larve, i funghi o gli insetti – permette alle comunità amazzoniche di scoprire come tutto è connesso, di valorizzare ogni creatura, di vedere il mistero della bellezza di Dio che si rivela in tutte loro e di vivere insieme amichevolmente”. Toni naïf, timbro poetico, piena avvertenza (anche socio-politica): sono questi gli estremi di un peccato che valeva in altre epoche la scomunica e che oggi è stigmatizzato piuttosto per la sua valenza sovversiva nei confronti dei potentati neo-coloniali?

LA PREGHIERA PER L’AMAZZONIA
Da gente dotata di una tale lucidità mentale si leva il grido che, dall’Amazzonia, reclama il diritto universale a vivere nella giustizia e nella pace. Pochi milioncini di persone, minimizza il cardinale, neppure la metà degli abitanti di una megalopoli contemporanea. Al massimo gli si possono assommare i bambini che vanno oggi appresso a Greta Thunberg in cortei sempre più radi, che ricordano la medievale crociata dei fanciulli e dei poveri, destinata prima o poi a naufragare miseramente. Eppure da un piccolo resto, ci racconta la Bibbia, è venuta nel mondo la speranza della salvezza. È il motivo per cui il famigerato documento si auspica che “il territorio amazzonico offra un insegnamento vitale per una comprensione integrale dei nostri rapporti con gli altri, con la natura e con Dio”.
Al cardinale pare una bestemmia. Per me suona come una preghiera, di quelle vere, strettamente imparentata col “sì sì, no no” di cui parla Gesù nei vangeli e con l’orazione da lui suggerita ai suoi discepoli: “Sia fatta, o Padre, la tua volontà come in cielo così in terra”. Ahi, ci risiamo con l’eresia, sempre dietro l’angolo, celata persino nell’insegnamento del Maestro di Nazaret: che c’entra, insomma, questa maledetta terra col cielo benedetto? ( Don Massimo Naro)

27 commenti:

Anonimo ha detto...

In linea di principio una confutazione dovrebbe mantenere un minimo di rigore formale, ma aspettarsi un argomentare razionale da un neomodernista in effetti è chiedere troppo...

gsimy ha detto...

comunque il concetto dell'ambiente come sistema di relazioni tra vari elementi, sia 'naturali' (flora, fauna, elementi abiotici, ecosistemi etc) che 'umani' (popolazioni, patrimonio culturale, sistema economico etc) è un'assunzione condivisa dalle moderne scienze ecologiche, quindi era ovvio che un Magistero che si interessi di tematiche ambientali riprenda largamente questo tema
soprattutto se si parla di un posto come l'Amazzonia, i cui habitat subiscono distruzione e banalizzazione, parlare di mantenere il sistema di relazioni tra i suoi elementi e la preservazione di questi
ovviamente ribadendo che l'uomo è parte ineliminabile e necessaria di questo sistema

mic ha detto...

Ok. Gsimy
Ma in tutto questo Cristo dov'è?

irina ha detto...

La fu Chiesa Cattolica sottolineò l'importanza dei pensieri. E Karl Marx che andava scandagliando le colpe degli altri, si ritiene che sia stato l'assemblatore dell'aforisma,la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
L'intenzione è un pensiero carico di volontà in potenza. Volontà in potenza che poi può o non può tradursi in buone azioni.

Noi tutti in questi sei anni abbiamo sperimentato quanto belle parole(che sono l'unico modo che i più hanno di conoscere i pensieri altrui) si siano poi rivelate nei fatti volute omissioni se non proprio azioni distruttive dei comandi stessi del Signore.

Il Cardinale Walter Brandmuller, conosce bene e l'uomo e la storia, non ha bisogno che alcuno gli ricordi il monachesimo e i grandi Santi che al Creato, comprendente non solo i quattro elementi ma, anche i quattro regni, hanno dedicato, in silenzio orante, la loro vocazione. Proprio perché grande conoscitore, il Cardinale sa che sbagliare strada all'inizio è cosa di pochi istanti di disattenzione.

Or sono anni che si dicono parole e si compiono fatti discordanti con le parole dette, un numero crescente di Cattolici vede che le eresie stanno dilagando, non tanto per le novità di esse ma, per il loro tornare in superficie, per il loro spargersi ad intreccio nei campi già arati e seminati con la Parola di Dio.

Allora l'allarme è partito e i più desti sono allertati. Bisognerebbe riguardare il monachesimo, con tutti i santi che da esso uscirono a maggior gloria di Dio. Studiando in modo approfondito si vedrà che la 'scoperta moderna dell'eco-sistema, era dal monaco curato in religiosa dedizione come Creato, e se qualcuno si prendesse la briga di andare a consultare tante biblioteche monastiche, lasciate andare in malora, scoprirebbe che il sapere medievale non ha nulla da invidiare agli ecologisti al passo dei tempi.

La differenza non sta nella materia di cui uno si occupa, nè nel metodo come uno se ne occupa, la differenza sta che là, nell'oscuro medioevo, il lavoro era concepito come servizio a tutto ciò che è stato creato da Dio, Uno e Trino e come gloria da dare a Dio attraverso un Creato ben custodito dall'uomo a cui Dio l'ha affidato.

Anche nell'oscuro medioevo, intorno, esistevano i buoni selvaggi a cui i monaci insegnarono a trattar bene la terra, che respirava, aveva sete, veniva fecondata con il letame, si assopiva d'inverno, si risvegliava in primavera e d'estate era prodiga di frutti fino all'autunno inoltrato.

E questi grandi cicli naturali, ritrovavano la loro scansione nella Liturgia e nelle sue feste; Liturgia e feste liturgiche che insieme seminavano, nei cuori dei buoni selvaggi, la Parola di Dio. Sono, caro Don Massimo Naro, la Liturgia e la Scrittura che tengono in loro stesse e santificano la terra, i quattro elementi, i quattro regni, i buoni selvaggi, ed è solo nella Liturgia, nella Scrittura, nella Tradizione che il Creato diventa luogo teologico per eccellenza,cioè il luogo dove tutto è stato creato da e sottomesso a nostro Signore Gesù Cristo e nulla più ha da temere l'essere umano, il buon selvaggio o missionario che sia, se non la Sua ira, di creatore provvedente, misconosciuto e rinnegato, in particolare da chi ha chiamato per portare la Sua buona Novella, ai vicini ed ai lontani, che non più viene portata o se viene portata, viene portata intezionalmente, ribaltata e/o annacquata e/o alterata tanto da poter essere presto modificata.

gsimy ha detto...

secondo me bisogna distinguere tra due piani: sociale e religioso, seppur legati tra loro:
- in quello religioso bisogna portare la fede cristiana alle popolazioni indigene dell'amazzonia, che spesso, per fortuna, non sono propriamente pagane/politeiste, ma hanno una fede in un Creatore che è al di sopra di tutto, e le altre divinità minori o eroi sono più espressioni dei diversi attributi e operazioni del Creatore. ovviamente spesso lodano il Creatore per ciò che ha creato e per la sua presenza in tutto. la fede cattolica invece di fare tabula rasa deve innestarsi, facendo capire che Gesù Cristo è il Figlio di Dio / del Creatore, e pian piano depurare la loro fede dagli elementi contrari alla rivelazione, lasciando quelli buoni (anche perchè spesso questi popoli possiedono concetti religiosi analoghi a quelli di sacramento, redenzione, sacrificio vicario, etc) , e innestare i contenuti evangelici
- in quello sociale bisogna proteggere l'ambiente dell'Amazzonia, perchè: a) questi popoli lodano la Divinità per la sua Creazione; se la distruggiamo, cosa gli lasciamo da lodare? che esempio gli diamo? b) spesso la distruzione dell'Amazzonia ha portato questi popoli a dovere fuggire dalle loro terre o vivere in condizioni dove la loro sicurezza è minacciata: vogliamo evangelizzarli lasciandoli nel contempo perdere la loro dignità?

mic ha detto...

Il rispetto per l'ambiente e di chi ci vive dovrebbe essere assodato, così come è scontato per la Chiesa parlare di inculturazione, nel senso di fecondare col messaggio cristiano (salvezza in Cristo con Cristo e per Cristo). Ma ciò che si contesta all'instrumentum laboris è che in questo caso avviene il contrario...

gsimy ha detto...

*Il rispetto per l'ambiente e di chi ci vive dovrebbe essere assodato*

non è di certo assodato in Brasile, dove il disboscamento avanza e fino agli anni '90 certa gente non si faceva scrupolo a eliminare intere tribù per di impadronirsi delle loro terre
è come dare per scontato il rispetto del sacro nell'italia di oggi solo perchè siamo un paese di lunga tradizione cristiana...

*così come è scontato per la Chiesa parlare di inculturazione*

la storia dei riti cinesi e malabarici e delle dispute che ne seguirono fa mostrare che ciò non è così scontato
teniamo conto che nel '600 si riteneva normale addirittura, dopo che una chiesa di rito orientale tornava in comunione con Roma, latinizzarne a forza la liturgia, come fu il caso con i malankaresi, i maroniti e gli etiopi

Finche' il cuore sara' di pietra.. ha detto...

Poiche' tutto ci viene da Dio e ogni cosa che Dio ci ha donato e' cosa buona ed e' stata messa al servizio dell' uomo , SE il cuore
dell'uomo fosse finalmente un cuore di carne ( un cuore convertito) avremmo anche il rispetto dell'ambiente che ci e' stato donato , MA poiche' il maligno che non dorme mai e ci prova (tenta) facendoci intravvedere che potremmo vivere per sempre solo avendo piu' potere , piu' denaro...ecco che non teniamo piu' in nessun conto Dio .
A volte mi domando se gli apostoli (la Chiesa) e i discepoli (noi tutti battezzati) non abbiamo disatteso (non applicato (v.), tralasciato (v.), trascurato (v.), dimenticato (v.), trasgredito (v.), omesso (v.), eluso (v.), non seguito (v.), non ascoltato (v.), tradito (v.) ) il comando del Signore :"Andate e. ammaestrate tutte le genti .." mettendoci del nostro IO .

Anonimo ha detto...

Deus qui humanae substantiae dignitatem mirabiliter condidisti et mirabilius reformasti...
San Francisco de Asis miraba las criaturas y la creación como creadas y redimidas por Cristo. Por eso saltaba de gozo ante el mísero gusanillo: Ego sum vermis et non homo, y ante el canto de la alondra que alaba al Creador. Chesterton en su "San Francisco de Asís" tiene páginas admirables sobre la espiritualidad franciscana. Léase también a Hilarino Felder "Los ideales de San Francisco" o al Padre Gemelli "El Franciscanismo". Lo mismo San Ignacio de Loyola cuando contemplaba las noches estrelladas.
Las maravillas de la Creación y las mismas criaturas son fruto del Amor Divino Creador y Redentor. No son buenas por sí mismas sino que hablan del Amor de su Hacedor:"Callad, callad, que me habláis del Amor de Dios!".

Anonimo ha detto...


Una critica superficiale, cui sfuggono i punti essenziali

Formiche resta in superficie, la sua critica mira soprattutto a prendere in giro gli argomenti del cardinale Brandmueller. Sfugge il punto essenziale: l'accusa di apostasia (nientedimeno), perfettamente giustificata a mio avviso. Cosa dice Brandmueller? che il documento propugna "una religione naturale con una maschera cristiana", facendo apparire "una nuova forma del Modernismo classico dell'inizio del XX secolo".
Il cattolicesimo in via di sostituzione con una religione naturale cioè con il culto della Madre Terra o Dea Madre (Gea, Maia - Pachamama) tipico delle defunte/risorte religioni amerindie: il documento è tutto un peana alla sensibilità religiosa originaria, alle religioni originarie degli amerindi colonizzati ma convertitisi al cristianesimo (grazie all'opera dei missionari che, appoggiati dai papi, li hanno sempre difesi contro le schiavitù e le violenze imposte dai nuovi loro padroni - ma questo il documento non lo dice).
Al n. 121 si scrive: "è necessario cogliere ciò che lo Spirito del Signore ha insegnato a questi popoli nel corso dei secoli [prima della Conquista]: la fede in Dio Padre-Madre Creatore [sic], il senso di comunione e di armonia con la terra ... il rapporto con la natura e la Madre Terra... i riti e le espressioni religiose. etc". Dunque: lo Spirito Santo avrebbe insegnato agli amerindi primitivi il concetto che Dio Padre è anche la Grande Madre, la Madre Terra, la Pachamama? E non ha ragine il cardinale B., di fronte a queste autentiche bestemmie teologiche? C'è anzi da addolorarsi che solo lui abbia alzato la voce!

Questa è la c.d. "teologia india", variante sincretistica della Teologia della liberazione, evidentemente apprezzata da Papa Francesco, variante che vuole rifondare il cattolicesimo sulle religioni ancestrali degli indios, acriticamente esaltate, in modo da costituire un modello per l'intera umanità! (Per forza, acriticamente, quelle religioni sono notoriamente tra le più sanguinarie e feroci mai esistite. Anche senza arrivare al culto solare degli Aztechi, imbevuto del sangue dei prigionieri continuamente sacrificati, lo testimoniano i sacrifici di donne dei culti agrari, diffusi in tutto il continente, le abitudini dei primitivi delle foreste e delle montagne: infaticidio, cannibalismo sui prigionieri, riti sciamanici, abitudine alla coca e all'alcolismo...).
Citazione : "..la teología india fundante o t. originaria, es decir, la manera en que nuestros antepasados se hicieron de un rostro y corazón propios [si formarono sembiante e cuore propri], al encuentro y colaboración con Quien es nuestro Creador y Formador, El que nos la Vida, la Pachamama, Quien nos lleva en su regazo [grembo] de Madre-Padre"[sic] (E. López Hernández, La teología india en la matriz latinoamericana, México, 2009).
Bergoglio ci sta riportando alle tenebre del paganesimo, dalle quali ci ha tratto Nostro Signore.
PP

Anonimo ha detto...

Mic, se hai tempo e se il professore è d'accordo, potresti riunire i vari commenti su questo tema del Prof. Pasqualucci per farne un post unico?
Mi sembra che le sue analisi siano le migliori per capire l'instrumentum laboris.

Ti segnalo anche questo lettera sul sito di Aldo Maria Valli che a me pare molto significativa. Un anonimo giovane prete in sostanza mette in discussione il NO.

"In effetti la riforma liturgica ha cambiato l’aspetto, la forma, della celebrazione, in particolare del momento centrale, quello della consacrazione. In che senso? Cos’è che noi vediamo con gli occhi? L’Ultima Cena. Ecco il cambiamento della forma indicato dal professore: non più il Golgota, ma l’Ultima Cena. Noi cioè non «“vediamo»” più il dogma, ma dobbiamo fare uno sforzo d’astrazione per vedere che in quel momento, per mezzo del sacerdote, partecipiamo a quello stesso sacrificio che Gesù compì una volta per tutte sul Golgota. Nell’aspetto formale, ossia nell’aver fatto del convito la struttura-figura dell’Eucaristia, non credo si favorisca il fedele a vivere il contenuto della fede, ossia il sacrificio sacramentale, che pur resta intatto nella sostanza.

Ecco qui: cambiata la forma, immutata la sostanza.

Concludo queste osservazioni, condividendo una domanda che mi sono fatto moltissime volte: se io non «“sapessi»” il dogma eucaristico, ma partecipassi ad una Messa in parrocchia, potrei mai avere la percezione di trovarmi davanti a qualcosa che va oltre un semplice ricordo dell’Ultima Cena e di un pasto comunitario? A quante Messe ho partecipato notando il grande squilibrio tra la prima parte (liturgia della Parola), preparata, curata, e una seconda parte (liturgia eucaristica) sciatta e pronunciata quasi con indolenza, con il sacerdote che accelera le parole o le ripete senza la minima solennità? Eppure durante la consacrazione le mani del sacerdote dovrebbero tremare di fronte a ciò che sta avvenendo. Credo sia esperienza comune a tutti voi che leggete questa testimonianza. Se noi intervistassimo fuori dalle nostre chiese i fedeli e porgessimo loro la domanda: «Che cos’è la Santa Messa?», il risultato sarebbe veramente imbarazzante e, dato che liturgia è «fonte e culmine» della vita della Chiesa, potremmo forse avere un’idea dello stato disastroso in cui versa il cattolicesimo contemporaneo."
https://www.aldomariavalli.it/2019/07/08/ecco-linsidia-eucaristica-che-serpeggia-nei-seminari/

Anonimo ha detto...

Se passa questo messaggio del sinodo amazzonico il cattolicesimo è finito, possiamo andare a nasconderci nelle grotte perché ci uccideranno a tappeto, perché non rispettiamo le loro magie. La Chiesa da sempre è Maestra di Vangelo, che nulla insegna di errato, se qualcuno ne ha abusato (come peraltro avviene oggi da parte di Bergoglio, cardinal Ravasi che già ha danzato a madre terra negli anni passati e compagnia varia, pagana) non è stato un cattolico, ma un infiltrato. Il cattolicesimo o è interno o non è, mai abuserà di alcuno, e mai lo fece. neppure i cattolici mediocri arrivano a tanta vigliaccheria, se cadono cercano di riparare. Dire che la Chiesa ha massacrato è bestemmiare, gli infiltrati nella Chiesa hanno massacrato. I finti cattolici hanno massacrato, mai un cattolico per sua essenza ontologica.

Silente ha detto...

Totale condivisione di ciò che afferma PP qui sopra. In particolare: la "teologia india" è una variante della pluricondannata teologia della liberazione. La "teologia india", poi, non ha nulla di teologico: è un'ideologia ibrida e regressiva che mette insieme una forma rozza di ecologismo (che già di suo è una ideologia menzognera) con un assurdo tribalismo e nativismo unito a un paganesimo selvaggio e incivile. Nulla a che vedere con il colto paganesimo classico greco-romano, luminoso e numinoso, preparatore di Cristo, riguardo al quale Nicolas Gomez Davila scrisse: "Le cattedrali cattoliche sono costruite su cripte pagane". Idolatrare Pachamama, la madre terra, significa idolatrare una "dea" crudele e sanguinaria. Qui siamo ben oltre l'eresia o lo scisma: siamo all'esaltazione di un culto infero, oscuro, demonico, tellurico.
Come non condividere la chiosa finale di PP: "Bergoglio ci sta riportando alle tenebre del paganesimo, dalle quali ci ha tratto Nostro Signore"?. Grazie, professore.
Silente

irina ha detto...

*Il rispetto per l'ambiente e di chi ci vive dovrebbe essere assodato*
*così come è scontato per la Chiesa parlare di inculturazione*

non è di certo assodato in Brasile, dove il disboscamento avanza e fino agli anni '90 certa gente non si faceva scrupolo a eliminare intere tribù per di impadronirsi delle loro terre
è come dare per scontato il rispetto del sacro nell'italia di oggi solo perchè siamo un paese di lunga tradizione cristiana...

la storia dei riti cinesi e malabarici e delle dispute che ne seguirono fa mostrare che ciò non è così scontato
teniamo conto che nel '600 si riteneva normale addirittura, dopo che una chiesa di rito orientale tornava in comunione con Roma, latinizzarne a forza la liturgia, come fu il caso con i malankaresi, i maroniti e gli etiopi


Da questi botta e risposta, a mio parere,escono fuori problemi interni della Chiesa e dei Governi e dei rapporti Chiesa governi.

Come ho cercato di spiegare nel commento precedente è da secoli che la Chiesa ha un patrimonio missionario da cui imparare e/o in cui correggere errori commessi. Ma sono propensa a credere che gli errori siano da addebitare più ad uomini di Chiesa, del tale e tale periodo, che non alla Chiesa.

All'inizio e sempre poi il Cristianesimo si è diffuso a macchia d'olio per la Parola insegnata e per l'esempio dato. Esempio che si è materializzato in ogni campo del Creato e quindi in ogni campo che riguarda l'uomo ed il suo rapporto con l'Eterno.

Quindi se in una zona o in un'altra non si è avuta una evangelizzazione profondamente radicata, sono più portata a credere che è dipeso da un'evangelizzazione lassa, sia sul piano morale, sia sul piano politico. Quando uno arriva in un paese deve presentare le credenziali all'autorità legittima del paese, parimente quando sul campo vede accadere soprusi ed ingiustizie deve informare la stessa autorità affinché vi ponga rimedio. Ed insistere, insistere, insistere...

Quindi cercando di essere sintetica, l'errore sta nel corpo missionario mal preparato per il compito che l'attende. In modo particolare per il passaggio dagli usi religiosi xy degli abitanti a quelli di cui il missionario è portatore. Al limite aspetterei che avessero tempo e modo di ammirare ed apprezzare tutto quello di buono che si può loro insegnare e in campo morale, nelle arti e mestieri, insegnando loro inoltre canti liturgici come completamento dell'insegnamento catechistico mooolto graduale. Ma solo se richiesti infine è da celebrare la Santa Liturgia con la grandiosità della Messa Cantata del Rito Romano Antico; grandiosità che ad essa spetta in onore e gloria di NSGC e spetta in onore di ogni popolo redento dal Corpo e Sangue di Gesù Cristo. In particolare credo che per quei popoli che hanno negli occhi quella luce, quegli orizzonti, sarebbe come uno sputo negli occhi presentarsi loro con la mensa e la pagnottella riformata.

Valeria Fusetti ha detto...

Gsimy, dica la verità, non mi scandalizzo : lei è un gesuita con l' incarico "speciale" di rivoltare le frittate, vero ?

Anonimo ha detto...


"Cambiata la forma, immutata la sostanza"

Così sembra, me ne siamo sicuri? La "sostanza" non viene indirettamente cambiata?
Cambiamento di forma nella consacrazione del vino: il "mistero della fede" non
è più rappresentato dal sangue di Cristo versato per noi al fine di consentirci
la salvezza, se obbediamo a Cristo morto in Croce per noi. Il "mistero della
fede" viene adesso annunciato appena fatta la consacrazione del vino. E viene ancorato
alla venuta del Signore, reso annunzio dell'attesa escatologica ("annunciamo la tua morte, S., proclamiamo la tua risurrezione nell'attesa della tua venuta" - aggiunta del tutto nuova).
Un cambiamento che non sembra incidere sulla validità della Consacrazione.
Però incide o no sul s i g n i f i c a t o della Messa? ha inciso, evidentemente,
tant'è vero che oggi viene la Messa intesa dai più (preti inclusi) in senso escatologico,
cioè come banchetto, Cena nella quale si celebra la Gioia della Resurrezione di
GCNS, banchetto al quale, dato il suo oggetto, possono partecipare tutti, anche
i non cattolici e gli acattolici!
In questo modo il senso di sacrificio propiziatorio della Messa (per ottenerci
misericordia per i nostri peccati) viene messo di fatto in ombra e alla fine viene
perduto, come è fatalmente accaduto.
Non mi stupirei se in futuro un Papa per grazia di Dio ritornato alla vera fede condannasse
come temerario o addirittura prossimo all'eresia lo spostamento del "mistero della fede" a subito dopo la consacrazione del vino. E l'errore qui quale sarebbe? Questo: avvicinare di fatto il significato della Messa al banchetto di Lode dei protestanti, celebrazione ridotta a memoria del Cristo glorioso, concetto espressamente condannato dal Tridentino.
Che questa Messa NO non piaccia al Signore, non lo possiamo dedurre dal fatto che le cose nella Chiesa continuano ad andare di male in peggio?
Secondo me, cambiare il significato della Messa da sacrificio propiziatorio per la nostra salvezza a celebrazione di lode per la Risurrezione, coinvolgente perfino tutto il genere umano (Messe interconfessionali e interreligiose!, spirito di Assisi) alla fine fa perdere la vera fede cattolica sia ai fedeli partecipanti che ai preti celebranti anzi "presidenti".
(Il "mistero della fede" dotato di potere salvifico è la Croce, il SAngue di Cristo non la Parousia del Signore, annunciata per la fine dei tempi, mentre la Croce è lo strumento di salvezza che dobbiamo portare ogni giorno, per la nostra santificazione. Nella Parousia è la fine della salvezza, comincia il Giudizio universale, tutto è finito, comincia la vita eterna, divisa per sempre in Eletti e Reprobi! Spostare il "mistero della fede" sulla Resurrezione-Venuta di NS mi sembra errato anche dal punto di vista logico, se il mistero della fede è strettamente connesso alla salvezza).
Il NO, scritto a 4 mani dal duo Montini-Bugnini, uno finto cieco e l'altro finto zoppo, come il Gatto e la Volpe del Pinocchio di Collodi...
PP

Anonimo ha detto...


ANCORA SULLO INSTRUMENTUM LABORIS PER L'AMAZZONIA

Bisogna tener bene a mente anche un altro punto fondamentale di questo mostruoso documento, che si intitola: "Nuovi Cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale". Il documento non si limita ad individuare "nuovi cammini"per la Chiesa nella regione panamazzonica (pan, perché oltre il bacino fluviale amazz., spiegano), al fine di meglio affrontare determinati problemi.
(Che ci siano dei problemi con gli indigeni e l'ambiente nell'attuale fase di sviluppo industrial-agricolo locale, non saremo noi a negarlo: non riteniamo però spetti alla Chiesa risolverli e nel modo indicato dal documento, cioè imbastardendo il cristianesimo con le religioni pagane degli indigeni e preparando i nativi alla ribellione contro i loro legittimi governi. Non è così che si sono comportati i missionari del passato, quelli che hanno convertito e incivilito il continente).
Ma quali sarebbero questi "nuovi cammini" che dovrebbero valere, ci vien detto , anche per la Chiesa Universale? Conclude infatti lo Instrumentum, al n. 147 "In questo lungo percorso dell'Instr. Lab., la voce dell'Amazzonia è stata ascoltata alla luce della fede [...]. Queste voci amazzoniche ci interpellano a dare una nuova risposta alle diverse situazioni e a cercare nuovi cammini che rendano possibile un kairós per la Chiesa e per il mondo..."
Kairós è greco antico venuto di moda con il Concilio: indica "il luogo o tempo giusto, la giusta misura", e quindi, per traslato un (nuovo) tempo di avvento, per la Chiesa.
E come possono questi "cammini" valere quale nuovo tempo di avvento per l'intera Chiesa? Semplice: proponendo quelle novità rivoluzionarie attese da anni da tutto lo schieramento dei novatori: -ordinazione di uomini sposati (inizialmente nelle tribù amazzoniche) - diaconato femminile (ibidem)- teologia india e domani germanica etc (cioè trasformazione del cattolicesimo in una religione apertamente sincretistica, a sfondo panteistico-culto della natura, Gea e divinità della fertilità) - giurisdizione ecclesiastica non più affidata ai soli sacerdoti, ossia distruzione della natura sacramentale della struttura di governo della Chiesa, non più monopolio delle sole persone consacrate,dei sacerdoti (per forza, se v'entrano le donne e lo sciamano del villaggio, senza escludere laici di vario tipo). Sarebbe il suicidio ufficiale della Chiesa [Vedi Instr. Lab., nn. 120-129].
Per questo un novatore tedesco ha detto di recente che, dopo questo Sinodo, "nulla sarà nella Chiesa come prima". Lo credo bene. L'evento vuol essere radicalmente rivoluzionario.
La condanna senza appello del card. Brandmueller ci conferma nell'impressione che questo Instr. Laboris sia in realtà un Istrumentum Diaboli. Bisogna battersi in tutti i modi perché a Satana, a Dio piacendo, non riesca di metterci il coperchio, a questa maleodorante pignatta.
Tacere equivarrebbe a tradire.
PP

irina ha detto...

"Bergoglio ci sta riportando alle tenebre del paganesimo, dalle quali ci ha tratto Nostro Signore."


Anche per me questa è la sintesi veritiera, chiara, perfetta, che rende facilmente comprensibile il problema a tutti.
PP, grazie!

Anonimo ha detto...

Grazie PP, questo è il passaggio perseguito con i 2 papi concordi (??),( coi 3 del grande scisma ognuno dei 3 diceva di essere il vero), non a caso altra novità rivoluzionaria, d'altra parte, se ben ricordo, Ratzinger affermò che in effetti il concilio si poteva paragonare alla rivoluzione francese.Logico tutto, quindi: se il cattolicesimo errò nel non accettare Lutero come figlio (ho letto un manifesto di una sfilata colorata degli ultimi giorni, ci ho messo un attimo a capirlo, lo riporto anche se è sgradevole ma purtroppo che queste scritte vengano pubblicamente sbandierate con orgoglio fa riflettere, e non dico come era s-vestito: io sono luterano, un po' mi piace lutero e un poco l'ano. Questi sono i diritti civili pagani.)come ci dicono dal concilio, e molto più dalle parrocchie e curie, allora sbagliò pure a voler superare le magie pagane coi suoi riti tribali e sacrifici umani, cannibalismo ecc.

Anonimo ha detto...

http://panamazonsynodwatch.info/it/2019/06/25/sinodo-panamazzonico-verso-una-nuova-chiesa-dal-volto-amazzonico/

L’aspetto più preoccupante del Documento Preparatorio, però, è il ruolo centrale che esso attribuisce agli stregoni amazzonici: “I vecchi saggi, chiamati indistintamente – fra l’altro – payés, mestres, wayanga o chamanes, hanno a cuore l’armonia delle persone tra loro e con il cosmo. Tutti costoro sono memoria viva della missione che Dio ha affidato a tutti noi: avere cura della Casa Comune”. È da essi, secondo il documento vaticano, che dobbiamo imparare il “buon vivere” della comunità umana per convertirci all’“ecologia integrale”, identificata col Regno di Dio.

Julio Loredo De Izcue

Ora, se è vero quanto insegna la Scrittura che “omnes dii gentium daemonia” (Sal. 95,5), c’è da chiedersi chi sia il vero ispiratore di questa “Chiesa dal volto amazzonico”.

Anonimo ha detto...

Preti in contro-tendenza

http://www.leparisien.fr/societe/la-soutane-est-de-retour-chez-les-pretres-07-07-2019-8111319.php

Anonimo ha detto...

"Io sono africano. Mi permetto di dire chiaramente: la liturgia non è il luogo per promuovere la mia cultura. Piuttosto, è il luogo in cui la mia cultura viene battezzata, dove la mia cultura viene assimilata dal divino."

Cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Anonimo ha detto...

All'anonimo 13,29, la lettera del sacerdote su quanto insegnano in seminario è molto più grave, dice che i cristiani hanno sbagliato nel modificare il rito ebraico che era quello giusto! Cioè Ratzinger è conseguente a tali insegnamenti nel momento in cui afferma,nello scorso anno, che gli ebrei non si devono convertire a Cristo, quel giovane sacerdote peraltro avrà studiato sotto le direttive dell'emerito attuale.

Anonimo ha detto...


Lo Instrumentum laboris e Papa Francesco.

Ringrazio per i generosi apprezzamenti. Per concludere, in via provvisoria, su questo allucinante Instrumentum, resta da chiedersi: in che rapporto sta il documento con il regnante pontefice?
La domanda è certamente retorica: il documento si sviluppa avendo come punti di riferimento costanti e principali i più noti documenti papali, in particolare la Laudato si'.
Il cardinale Baldisseri ha fatto una presentazione del Documento Preparatorio dello Instr., la si trova, in 7 pp, sul sito della Segreteria gen. del Sin. dei vescovi. Un estratto:

"L'annuncio evangelico ha un "contenuto inevitabilmente sociale"(Ev Gaud. 177) ed implica l'impegno in favore dell'altro per migliorare la sua vita e così "far presente nel mondo il Regno di Dio"(Ev. Gaud. 176). Questa dimensione sociale e comunitaria trova un'espressione rilevante proprio nel territorio Amazzonico in cui l'ecosistema si coniuga inseparabilmente con la vita delle persone e garantisce la stabilità e la salvaguardia della Casa Comune. Ne segue, quindi, come ci ricorda Papa Francesco, che l'opera di evangelizzazione non può "mutilare l'integralità del messaggio del Vangelo"(Ev. Gaud. 39), e allo stesso tempo non può non tener conto dell'esigenza di disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l'annuncio: la vicinanza, l'apertura al dialogo, la pazienza, l'accoglienza"(cf. EG 165).
[...] Gli auspicati nuovi cammini di evangelizzazione della Chiesa in Amaz. non possono reggersi se non con uno sguardo ecclesiale contemplativo della creazione e della pratica sacramentale. Infatti, "i sacramenti sono un modo privilegiato in cui la natura viene assunta da Dio e trasformata in mediazione della vita soprannaturale. Attraverso il culto siamo invitati ad abbracciare il mondo su un piano diverso" (Laudato si' 235).
Come afferma il Documento Prepar. la celebrazione del Battesimo mette in luce l'importanza dell'acqua come fonte di vita e di purificazione, facilitando l'inculturazione di riti e tradizioni del territorio [...] Nell'Eucaristia la comunità celebra un amore cosmico [Teilhard de Chardin, GPII], in cui gli esseri umani, accanto al Figlio di Dio incarnato e a tutta la creazione, rendono grazie a Dio per la vita nuova in Cristo resuscitato (cf. Luad. si'236) [dove si conferma che il senso (ormai "cosmico") della Messa è visto nella Resurrezione e non più nella Croce - PP]. ETC. ".
Il testo è tutto così: un'impostazione panteistica radicale che si sorregge sui testi di Bergoglio, che ne sono come la filigrana, citati di continuo, in modo ossessivo.

Ma il card. Brandmueller fa mostra di esonerare il Papa da ogni responsabilità, come se con il documento non avesse a che fare. Scrive: "l'instrum. carica il sinodo e in definitiva il papa di una grave violazione del depositum fidei, etc.". Formalmente, il documento è ancora una bozza e il Papa non c'entra. Nel merito, il discorso è ben diverso. Crediamo che il cardinale abbia voluto dimostrare il suo rispetto per il papato, dando ancora a Bergoglio la possibilità di far macchina indietro. Se, infatti, alla fine di questo sciagurato Sinodo, Bergoglio approvasse un documento del genere, l'accusa di eresia e apostasia nei suoi confronti da parte del cardinale sarebbe inevitabile. Innanzitutto, per coerenza.
PP

Anonimo ha detto...


Afferma Ratzinger che gli ebrei non si devono convertire a Cristo?

Piccolo Promemoria :

Matteo 10, 5 ss.
"Essi sono i Dodici che Gesù inviò dopo aver dato loro queste istruzioni, dicendo: 'Non andate fra i Gentili e non entrate nelle città dei Samaritani, ma ANDATE ALLE PECORE PERDUTE DELLA CASA DI ISRAELE. E durante il viaggio predicate, dicendo: - Il regno dei cieli è vicino etc [...]. E se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico: nel giorno del Giudizio il paese di Sodoma e Gomorra sarà trattato meno severamente di quella città".

Anonimo ha detto...

Guardate come la rivoluzione si affermi attraverso l'inganno, la seduzione, la falsificazione; si incomincia mettendo da parte i cristiani tradizionali e vitali che avrebbero fatto fiorire il rinnovamento nella fedeltà alla Tradizione della Chiesa, si dà un posto ai rivoluzionari che vogliono il rinnovamento contro la Tradizione e il Vangelo contro la Chiesa, a poco a poco si insegna al popolo cristiano, terribilmente ingannato, a leggere la Scrittura contro la teologia tradizionale, a celebrare la liturgia contro l'adorazione e la contemplazione.
Padre Roger Calmel O.P.

mic ha detto...

https://panamazonsynodwatch.info/it/2019/07/12/fondamentale-intervista-del-cardinale-muller-al-direttore-della-bussola/