Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 15 ottobre 2024

Diebus Saltem Dominicis – 21a domenica dopo Pentecoste: il risarcimento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di padre John Zuhlsdorf ci consente di approfondire,  durante l'ottava, gli spunti della domenica precedente [qui].

Diebus Saltem Dominicis –
21a domenica dopo Pentecoste: il risarcimento


Questa domenica, la 21a dopo Pentecoste nel calendario romano tradizionale, la Santa Chiesa ci propone la parabola del Signore sul servo malvagio o ingrato, da Matteo 18, 21-35. Cristo usa questa parabola per istruire il Suo futuro vicario, Pietro, e quindi tutti i futuri vicari, sulla necessità di perdonare.

In quanti modi il Signore sottolinea quella parte critica della preghiera che Lui stesso ci ha insegnato, sulla necessità di perdonare per essere perdonati?

La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America (e non solo)

La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America e non solo, perchè, purtroppo, tutto si riversa sull'Occidente Europeo e dunque anche sull'Italia, dagli orizzonti già depauperati e compromessi dgli esiti ultimi di una drammatica secolarizzazione. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America (e non solo)

Viviamo in tempi terribili in cui i piccoli orizzonti dominano l'attenzione di molti. Non si pensa più in termini grandi. Le persone non sono motivate da grandi desideri o passioni. Pochi apprezzano lo splendore e la bellezza.

Invece, molti cercano il piccolo stimolo, un’inezia insignificante che serva per superare la giornata. Queste piccole cose non soddisfano, ma ci coinvolgono in una contraddizione di emozioni intense e frustrazioni estenuanti. Quest’ossessione per il minimo necessario è il risultato logico della mediocrità. In effetti, uno spirito così ha dominato a lungo la nostra società che ora è minata di mediocrità.

lunedì 14 ottobre 2024

Alcuni pensieri condivisi da un cattolico convertito dall'anglicanesimo.

Riprendo e traduco da una testimonianza di Peter Kwasniewski. Alcuni precedenti sulla Anglicanorum caetibus e sull'anglicanesimo qui - qui.
Alcuni pensieri condivisi con me 
da un cattolico convertito dall'anglicanesimo.

"La gente potrebbe benissimo chiedersi: "Chi sei tu per criticare la Chiesa Cattolica moderna? Da ex anglicano cattolico da poco più di dieci anni, non dovresti ancora assorbire le basi, piuttosto che preoccuparti della direzione della Chiesa? ”

Beh, la prima risposta è che molte delle questioni affrontate dalla Chiesa Cattolica sono affrontate anche dalla Chiesa Anglicana, e i neo-convertiti potrebbero avere decenni di esperienza in comune intellettualmente con loro.

La seconda risposta è che da ex anglicano mi sento un po' un cattolico addormentatosi nel 1530 e svegliatosi nel 1970, o forse nel 2013. Certo che c'è molto da recuperare. Ma allo stesso tempo, dove, nella Chiesa cattolica, si sono fatte strada idee non cattoliche, il cattolico ancora dormiente potrebbe non notarle perché per tutta la vita gli è stato detto che tutto ciò che la Chiesa cattolica crede e fa è autenticamente cattolico. A qualcuno del 1530, però, che si è appena svegliato e guarda le cose con un occhio nuovo, balzano immediatamente in evidenza gli elementi non cattolici". 

Nessun inizio, nessuna fine Il cerchio del tempo nel mondo pre-medievale

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, la prosecuzione degli articoli che mostrano la visione, nelle varie epoche, del tempo nelle sue varie dimensioni: abbiamo visto il tempo lineare teleologico dei monasteri nella sua dimensione più pragmatica [qui] e poi nell'oltre della sua dimensione metafisica [qui]. Nell'articolo che segue ne analizziamo il concetto di ciclo infinito di ripetizione e rinnovamento. Gli articoli continueranno e per me sarà una gioia condividerli per chi, sulla stessa lunghezza d'onda, li trovi interessanti.

Nessun inizio, nessuna fine
Il cerchio del tempo nel mondo pre-medievale

Robert Keim, 8 ottobre
Così fluisce e rifluisce la corrente del suo dolore,
E il tempo stanca il tempo con le sue lamentele.
Lei cerca la notte, e poi brama il domani,
E ad entrambi pensa anche troppo a lungo con ciò che le resta.
Il breve tempo sembra lungo nel duro sostegno del dolore;
Sebbene il dolore sia pesante, tuttavia dorme di rado.
E coloro che osservano vedono quanto il tempo è lento a insinuarsi.
—Shakespeare, “Lucrezia
Domenica abbiamo iniziato il nostro viaggio nella temporalità medievale esaminando la concezione lineare e teleologica del tempo che ha accompagnato e influenzato potentemente la cultura post-medievale. Oggi prenderemo in considerazione l'estremità opposta dello spettro teorico: il tempo come un ciclo infinito di ripetizione e rinnovamento. Per quanto estraneo o non scientifico possa sembrare questo modello ciclico del tempo a coloro che sono stati istruiti nell'Occidente moderno, è davvero così che il tempo e la storia umana erano concepiti nelle antiche civiltà dell'India, della Grecia e, forse in misura minore, di Roma.

domenica 13 ottobre 2024

Il 13 ottobre 1917, a Fatima, il miracolo del sole

Precedenti qui . Pio XII e Fatima qui
Il 13 ottobre 1917, a Fatima, accadde un evento straordinario che ha toccato il cuore di milioni di persone: il Miracolo del Sole. Questo evento, vissuto da circa 70.000 persone, non è solo un segno straordinario di Dio, ma anche un richiamo potente alla preghiera e alla conversione. Per me, ricordare questo miracolo è importante perché rappresenta una testimonianza tangibile che Dio ci parla attraverso Maria e ci invita a ritornare a Lui con tutto il cuore.
Il miracolo del sole, che sembrava danzare nel cielo cambiando colori e movimenti, fu un segno della verità delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima. Per me, questo miracolo è un promemoria vivo di quanto la preghiera, in particolare il Rosario, sia potente. Ci viene ricordato di non scoraggiarci, di perseverare nella fede, e di affidarci completamente alla volontà di Dio, come la Madonna ci chiede.
In un mondo che spesso dimentica la presenza del divino, Fatima continua a essere un faro di speranza. È una chiamata per tutti noi a vivere con più fiducia e speranza, sapendo che Dio non ci abbandona, specialmente nei momenti di difficoltà. Il miracolo del 13 ottobre è una testimonianza che Dio continua a manifestarsi per risvegliare i nostri cuori.

Oggi, più che mai, è fondamentale ricordare questo miracolo, non solo per il suo straordinario valore storico, ma per rinnovare il nostro impegno di fede e di preghiera, confidando che Maria, Regina del Rosario, è sempre al nostro fianco per intercedere per noi.

Ci interessa una coscienza cristiana?

Il discernimento di una coscienza illuminata dal Vangelo non è roba d’altri tempi. È quello che ci manca oggi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Ci interessa una coscienza cristiana?

«La vera storia della Chiesa è la storia dei santi e dei martiri» ha detto papa Francesco [ogni tanto una frase giusta gli esce. Peccato che poi confonda l'evangelizzazione con un malinteso senso del proselitismo -ndr], ricordandoci implicitamente che la testimonianza è essenziale per i cristiani: in quanto battezzati, tutti vi siamo tenuti. 

Ricordarlo e capirne il valore non è solo un gesto di pietà: l’esperienza dei confessori della fede e dei testimoni getta una nuova luce sulla nostra vita e sui fatti della storia in cui siamo immersi, offrendoci un orientamento in un periodo che per la sua drammaticità ci vede sempre più sgomenti, quasi incapaci di vedere una via di uscita tra la disperazione che ci annichila e il desiderio di voltare la faccia dall’altra parte, non solo per non vedere, ma anche per dimenticare, o per convincerci che non sia successo nulla.

Domenica XXI dopo la Pentecoste (In voluntáte tua, Dómine)

Domenica XXI dopo la Pentecoste 

Intróitus
Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est qui possit resístere voluntáti tuae: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram, et univérsa quae coeli ámbitu continéntur: Dóminus universórum tu es.
Ps. 118, 1 - Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini.
Glória Patri…

Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine,
Introito
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose.
Sal. 118, 1 - Beati gli uomini di condotta íntegra: che procedono secondo la legge del Signore. Gloria al Padre…
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore,…

Ufficio. 
Le domeniche che seguono sono le ultime del Ciclo annuale, ma la distanza dalla fine di esso varia ogni anno, in relazione allo spostamento della Pasqua. Tale spostamento impedisce la ricerca di un preciso accordo tra la composizione delle loro Messe e le lezioni dell'Ufficio della notte che, come abbiamo detto, dopo il mese di Agosto sono fisse (VII Domen. dopo la Pentecoste). I fedeli devono ricordare che in ottobre si legge il libro dei Maccabei, che ci anima agli ultimi combattimenti, e in novembre quello dei profeti, che annunziano il giudizio di Dio, per poter trarre dalla santa Liturgia un'istruzione completa e capire bene, come è necessario, la preoccupazione della Chiesa in queste ultime settimane.

sabato 12 ottobre 2024

Non siate mai i follower di nessuno!

Quel che penso da sempre. Oggi più che mai!
Non siate mai i follower di nessuno!
 

Vi siete mai chiesti cosa significa davvero questa parola?

Qualche giorno fa una mia lettrice mi ha detto con un gran sorriso sulle labbra: sono una tua follower! Questa parola anche se era stata detta con affetto mi ha messo a disagio. Sembra una parola innocua, tutti noi la sentiamo e la usiamo spessissimo, ma sapete cosa significa davvero «follower» in italiano? Seguace. Sì, proprio come i seguaci di una setta. Gli scrittori e i giornalisti hanno dei lettori, i cantanti hanno degli ascoltatori, i capi setta e i promotori di un culto hanno dei seguaci.

Retorica sacra e problema con la Liturgia volgare: Suscipe sancte Pater

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement Robert Keim sul Suscipe, Sancte Pater: un magnifico commento ad una preghiera sublime. Apprezzo particolarmente il modo in cui nota la perfezione linguistica sia nel contenuto che nel suono, e chiede se lo stesso possa essere "meramente tradotto" in qualsiasi altra lingua (la risposta è no, ovviamente). 

Retorica sacra e problema con la Liturgia volgare:
Suscipe sancte Pater


Diverse settimane fa, in un articolo intitolato 'Un'arte che guida l'anima con le parole': la retorica sacra nella liturgia romana' qui, ho discusso la natura e il significato della retorica nella cultura occidentale e nella spiritualità cristiana. Vi incoraggio a leggere quell'articolo se non l'avete già fatto, ma per garantire che tutti i lettori abbiano almeno un minimo di fondamento teorico prima di continuare, fornirò alcuni estratti chiave a titolo di riepilogo:
  • "La retorica è, semplicemente, l'arte del linguaggio. Se i miei studenti ricordano solo una definizione, o anche solo una vaga idea definitoria, di retorica, voglio che sia questa. Sebbene richieda un po' di elaborazione e qualificazione, è accurata e piacevole all'orecchio, e contrasta la rovinosa tendenza a equiparare la retorica all'uso improprio o persino all'abuso deliberato del linguaggio". 
  • “Le antiche liturgie della Chiesa [così come la Sacra Scrittura] impiegavano testi altamente retorici. In effetti, la retorica è così centrale nella storia della salvezza e nell'esperienza cristiana che è necessaria una nuova definizione, una che riguardi specificamente l'educazione cristiana e ponga in primo piano il ruolo della retorica nella vita spirituale e liturgica della Chiesa. Ne proporrò una: la retorica è la sublimazione del linguaggio”.
  • "Quando parliamo di persuasione in senso cristiano e retorico, dobbiamo guardare ben oltre il senso moderno impoverito... La persuasione retorica è linguaggio al servizio e alla ricerca della verità".

venerdì 11 ottobre 2024

Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Riprendo e traduco da uno scritto di Peter Kwasniewski, ricevuto via mail.
Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Immagine a lato: San Cirillo d'Alessandria al Concilio di Efeso (mosaico nella chiesa di Nostra Signora di Fourvières a Lione) 

L'11 ottobre è un esempio perfetto del problema fondamentale della Chiesa cattolica nel XX secolo.

Nel 1931, Papa Pio XI istituì la festa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria l'11 ottobre, per commemorare il 1500° anniversario del Concilio di Efeso, che le aveva conferito il glorioso titolo di Theotokos o Madre di Dio. Questa festa fu posta all'11 ottobre. Non è quindi una festa antica (come non lo era nemmeno quella di Cristo Re, istituito dallo stesso Pio XI), ma si inserisce in quel lento e amorevole processo di amplificazione attraverso il quale la liturgia tradizionale si è arricchita nel corso di venti secoli di sfaccettature di devozione sempre nuove.