Via al Concistoro
Svolta Leone: chiede aiuto ai cardinali
Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
| O radix Iesse qui stas in signum populórum, super quem continébunt reges os suum, quem gentes deprecabúntur: veni ad liberándum nos, iam noli tardáre | O rampollo di Jesse, che sei come uno stendardo per i popoli; davanti la quale i re ammutoliranno e le genti offriranno le loro preghiere: vieni a liberarci, e non tardare. |
| O Adonái et Dux domus Israël, qui Móysi in igne flammæ rubi apparúisti, et ei in Sina legem dedísti: veni ad rediméndum nos in brácchio exténto | O Adonai, Signore, capo della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nella fiamma del roveto ardente e gli hai dato la legge sul Sinai, vieni a riscattarci nella forza del tuo braccio. |
![]() |
| Mons. Braschi |
Domenica 14 dicembre 2025 ha avuto luogo la celebrazione di una Messa in Rito Ambrosiano Antico presso l’Altar Maggiore della Basilica di Sant’Ambrogio in Milano. Un simile evento non accadeva dal 1972, rendendo quanto accaduto a tutti gli effetti un momento storico.
La Diocesi di Milano dovrebbe andare fiera del suo Proprio Rito, una caratteristica che la rende unica al mondo. Certo, c’è il Rito Ambrosiano Riformato, ma non è mistero la lunga avversione di gran parte della Curia Ambrosiana all’Antico Rito. Tra essi, un campione inossidabile dell’astio ideologico contro (la Tradizione di) Sant’Ambrogio Vescovo è Carlo Faccendini, Abate Mitrato dell’Insigne Basilica, in altre parole, satrapo plenipotenziario. Ordinato nel 1976, entusiasticamente formatosi nel clima iconoclasta dell’immediato postconcilio - praticamente un “Mario Capanna” ecclesiastico - alle soglie della pensione il Monsignore alimenta il suo mito giovanilistico rimembrando nostalgicamente quanto fossero “formidabili quegli anni” in cui, mentre nelle università si occupavano le aule e si menava la polizia, nella diocesi si bruciavano pianete e manipoli, si distruggevano altari, si inveiva contro la lingua di Cicerone e San Tommaso e si proclamava il Rito Ambrosiano essere un patetico ferrovecchio…
L’indomabile prelato ha innanzitutto imposto una celebrazione coram populo. Naturalmente ciò è dovuto a una sincera preoccupazione pastorale, perché i fedeli potrebbero essere perplessi se vedessero una celebrazione coram Deum… Peccato che le stesse preoccupazioni pastorali il Faccendini non le abbia quando ha più e più volte concesso di celebrare coram Deo a Sacerdoti della Chiesa Ortodossa (dunque non in Comunione con la Chiesa Cattolica e tantomeno con l’Arcivescovo Delpini) di celebrare presso l’Altar Maggiore della “sua” Satrapia Basilica. Probabilmente i fedeli di Sant’Ambrogio sono tutti fini conoscitori dell’Antico Slavo o Greco Ecclesiastici, per cui se incappano in una Divina Liturgia Bizantino-Slava non battono ciglio, mentre una Liturgia Ambrosiana Antica potrebbe lasciarli con danni psicologici permanenti.
Finché sarà lui abate, certo. Infatti, tra poco Carlo “formidabili-quegli-anni” Faccendini, classe 1952, andrà in pensione. La sua anagrafica lo rende parte di quella generazione di clero più ideologizzata, per gli anni di contestazione in cui si è formata. Una generazione che, grazie a Dio, sta andando in pensione, ma che ha lasciato il deserto dietro di sé, umano, artistico, liturgico. Grazie a Dio, l’Abate mitrato è il passato. La Tradizione è il futuro. E magari tra qualche anno, ormai largamente emerito, lo potremo vedere celebrare in vetus ordo, accolto dai suoi odiati tradizionalisti come i soli che ancora si ricorderanno con rispetto di lui, come già del suo predecessore Monsignor Manganini…
| Emmanuel Rex Oriens |
|
| Clavis Radix Adonai Sapientia |
| O Sapiéntia, quæ ex ore Altíssimi prodiísti, attíngens a fine usque ad finem, fórtiter suavitérque dispónens ómnia: veni ad docéndum nos viam prudéntiæ | O Sapienza, che sei uscita dalla bocca dell’Altissimo, che attingi l’uno e l’altro estremo, e disponi di tutte le cose con forza e dolcezza: vieni ad insegnarci le vie della prudenza. |