Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 6 novembre 2024

Un papa in difficoltà: l’ultima lettera è un’enciclica?

Nella nostra traduzione da Infovaticana. Di fatto l'enciclica non l'ho ancora letta (tra l'altro è molto lunga e infarcita di citazioni) e mi riservo di dire la mia. 

Un papa in difficoltà: l’ultima lettera è un’enciclica?

Ci avviciniamo alla fine del Sinodo della sinodalità [qui], quel grande progetto che avrebbe dovuto rivoluzionare la Chiesa, ma che a questo punto ha lasciato molti con un’espressione di incredulità sul volto.

Cosa è rimasto di tutto il rumore mediatico? Beh, molto rumore per nulla. Nessuno ascolta, nessuno è interessato. E sembra che, sempre più spesso, i veri cattolici – chi frequenta la Messa ed è autenticamente impegnato nella fede – si senta distante da ciò che viene da Roma [qui]. E allora?

martedì 5 novembre 2024

P. Kwasniewki. Perché voterò Trump per la terza volta

Avrete ormai capito che Peter Kwasniewski è uno degli Autori che preferisco. Oggi riprendo, nella nostra traduzione, la sua interessante posizione sulle imminenti elezioni americane, così significative per le note ripercussioni allo scenario geopolitico globale. Condivido molte delle sue riflessioni. Anch'io preferirei non parlare di politica; ma spesso la politica ci interpella come credenti oltre che come cittadini...

Perché voterò Trump per la terza volta
Se non altro per ritardare la marcia forzata della morte verso un'utopia socialista suicida

Scrivo raramente di politica moderna. Non è la mia specialità, ci sono altri che lo fanno molto bene e, alla fine della giornata, lo trovo così deprimente che preferirei parlare di notizie della chiesa, il che è altrettanto deprimente, lo ammetto, ma almeno si ha a che fare con un mistero soprannaturale e quindi ci si imbatte sempre in motivi di speranza. Niente di tutto ciò è vero per la politica secolare: in un certo senso, è spacciata. Gli Stati Uniti d'America, a lungo l'impero, dal "vertice dei leader", sono ora nella loro fase decadente tardo romana, pronti a crollare e a essere fatti a pezzi dai barbari, qualunque forma ciò assuma nei decenni a venire. Siamo nella fase del declino della nostra nazione e del nostro impero. Almeno, così mi sembra.

Bergoglio elogia gli studiosi di latino...

Qui l'indice degli articoli sul Latino.
Bergoglio elogia gli studiosi di latino...

Lo scorso 23 ottobre, apprendiamo da Vatican News qui (qui il testo integrale), Papa Francesco elogia gli studiosi di latino per aver protetto un grande patrimonio in un messaggio inviato per celebrare il conferimento del "Pontificial Academies Award 2023".
Nella lettera indirizzata al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l'educazione, il Papa ha ricordato che la Pontificia Accademia di latino conferisce due riconoscimenti: De rerum natura, sul latino e le scienze, e De re publica, sul latino e la politica. Il Papa si è congratulato con i premiati per il loro impegno nei confronti della lingua latina e "per la sua rilevanza nel mondo contemporaneo".
Parla di "un patrimonio linguistico e culturale di inestimabile valore: il latino ... un tesoro di conoscenza e pensiero, una chiave per accedere ai testi classici che hanno plasmato il nostro mondo". Rappresenta "le radici della civiltà occidentale e, per molti versi, la nostra stessa identità". Il latino fornisce "terreno fertile" per l'esplorazione e la sintesi tra scienza, cultura e politica. Quindi ha continuato a meravigliarsi che il latino, insieme al patrimonio intellettuale dell'umanità, "possa diventare uno strumento di armonia tra i popoli, promuovendo il rispetto reciproco e la dignità umana".
 Bene! Allora perché non usiamo il latino ogni giorno per la liturgia, l'istruzione e la comunicazione, come ha solennemente ordinato Giovanni XXIII in Veterum Sapientia e come ha ribadito il Vaticano II in Sacrosanctum Concilium (a parte i "ma anche" (1) ? Perché i sacerdoti non vengono formati in modo approfondito in latino, come stabilisce il diritto canonico? Avere una lingua comune e tradizionale è in realtà estremamente pratico, oltre a tutti gli altri benefici menzionati. 
Comunque parla di scienza, cultura, politica ma non c'è traccia dell'universalità de La catholica, del culto, della Theosis, garantite dalla lingua sacra della Chiesa... 
A quanto pare, non ci si deve aspettare né autocoscienza né coerenza in questo momento.
Quante contraddizioni! Ne riparleremo...  
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. È vero che la Sacrosanctum Concilium afferma: L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini (36, n.1). Tuttavia, se effettivamente la stessa Costituzione non prevedeva l'abolizione del latino essa contiene – dopo questa affermazione di principio condivisibile (che peraltro introduce non meglio identificati diritti particolari) – i punti successivi che hanno consentito l'abbandono della lingua sacra per la Chiesa e vincolo di unità tra popoli e culture. Molte altre 'variazioni' le abbiamo individuate e documentate nel nostro indefesso lavoro di anni. Sono queste che permettono di parlare del famoso "contro-spirito del concilio", come lo chiamava mons. Gherardini; cioè dell'innovazione subdola e neppure codificata in senso solenne, ma attraverso la prassi... Ci sono diversi spunti qui.

Credo in Unum Deum

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement un articolo che affronta alcune 'variazioni' conseguenti alle nuove traduzioni in inglese del Credo. Il problema generale, conseguente all'abbandono del Latino come lingua sacra e universale della Chiesa, lo abbiamo affrontato più volte a proposito della Liturgiam authenticam (7.05.2001)[qui] e della Magnum principium (9.9.2017) [qui]. Il problema delle traduzioni italiane dei nuovi Messali lo abbiamo affrontato qui .

Credo in Unum Deum

Perso nella traduzione #109
Per la sua ricchezza di significato, è allettante fornire un commento dettagliato sul Credo. Resistiamo a questa tentazione per due motivi: primo, la serie Lost in Translation si limita a questioni di, beh, traduzione; e secondo, sarebbe difficile superare The Creed in Slow Motion di Mons. Ronald Knox.

Ma prima di passare alle questioni linguistiche, diremo tre cose sul Credo e sul suo posto nella Messa.
In primo luogo, essendo recitato dopo le letture, il Credo «costituisce la risposta e l’eco alla voce di Dio, che ci ha parlato per mezzo dei suoi profeti e apostoli, e anche per mezzo del suo stesso Figlio».[1] In altre parole, il Credo condensa la grande narrazione biblica, di cui abbiamo appena ascoltato una parte nell’Epistola e nel Vangelo, in un nucleo di credenze essenziali (l’«eco»), che affermiamo personalmente nella frase iniziale: «Credo» (la «risposta»). In secondo luogo, essendo recitato prima dell'Offertorio, che è riservato solo ai cattolici pienamente iniziati, il Credo è la nostra chiave per accedere alla Messa dei fedeli. Nei primi secoli, i non battezzati potevano partecipare solo alla cosiddetta Messa dei catecumeni, dall'inizio della Messa fino all'omelia. Quando la Messa dei fedeli iniziava con il Rito dell'Offertorio, venivano espulsi dall'assemblea. In collegamento al nostro battesimo, il Credo ci ricorda il sacramento che ci consente di partecipare al Sacrificio della Messa.

lunedì 4 novembre 2024

Arciv. Carlo Maria Viganò / Messaggio al Popolo di Valencia e a tutti gli Spagnoli

Messaggio dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò al Popolo di Valencia. Catastrofe della Geoingegneria. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Messaggio dell’Arciv. Carlo Maria Viganò
al Popolo di Valencia e a tutti gli Spagnoli


Parce, Domine:
parce populo tuo!
Joel 2, 17
In questi ultimi giorni, dopo il tremendo cataclisma che si è abbattuta sulla regione di Valencia in Spagna, abbiamo assistito con sgomento e raccapriccio al deliberato impedimento da parte del Governo spagnolo di ogni azione di soccorso, non solo da parte degli organi preposti, ma anche dei volontari e dei cittadini. L’assenza di interventi tempestivi si è accompagnata al divieto di prestare soccorso e inviare aiuti di prima emergenza, offerti anche da Stati esteri. Le popolazioni colpite sono state lasciate per tre giorni senza cibo, senz’acqua e senza luce elettrica. E mentre i sopravvissuti rimanevano isolati assieme ai cadaveri dei loro cari, con sfrontato cinismo il Primo Ministro Pedro Sanchez si rifiutava di dichiarare lo stato d’emergenza e replicava ai media: Se i Valenziani hanno bisogno di aiuto, basta che lo chiedano. I membri delle forze dell’ordine e dei pompieri hanno denunciato i loro superiori gerarchici per aver loro impartito espressamente l’ordine di non intervenire. E nella giornata di domenica i Reali di Spagna e il Primo Ministro si sono recati sul luogo del disastro, venendo duramente contestati per la loro scandalosa latitanza. Sanchez si è dileguato dinanzi alla reazione della popolazione oltraggiata, giustamente furiosa.

4 Novembre, Giorno della Vittoria e dell'Unità Nazionale

Lo ripropongo, perché siamo rimasti in pochi a ricordare e a sentirci parte della nostra storia, al di là della cancellazione o delle narrazioni strumentali.

Il 4 novembre l'Italia ricorda l'Armistizio di Villa Giusti - entrato in vigore il 4 novembre 1918 - che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Il 4 novembre terminava la Prima Guerra Mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del "Milite Ignoto", nel Sacello dell'Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale, celebrata come tale sino agli anni Settanta del secolo scorso.

Fine della I guerra mondiale sul nostro fronte. 
L'armistizio fu concesso dalla Commissione militare interalleata che risiedeva a Parigi-Versailles solo in cambio della resa incondizionata dell'esercito Austro-Ungarico, peraltro in via di dissoluzione, inizialmente per cause interne, successivamente soprattutto in seguito all'offensiva italiana, con il supporto di due divisioni britanniche, una francese, una cecoslovacca, un reggimento americano. L'offensiva, iniziatasi il 24 ottobre a un anno esatto dall'inizio della 12a battaglia dell'Isonzo (Caporetto), bloccata sul Grappa, provocò lo sfondamento irreparabile del fronte nemico sul Piave, in direzione di Vittorio Veneto. Il 29 ottobre, con lo sfondamento avvenuto il giorno prima, l'imperatore Carlo ordinò si iniziassero trattative con l'Intesa, che la Commissione militare interalleata ordinò dovessero aver luogo con l'Italia. Dopo cinque giorni di convulsi colloqui, con la dirigenza austro-ungherese sempre più in preda al caos, l'armistizio fu firmato il 3, in vigore a partire dal 4 successivo. La mentalità c.d. pacifista oggi dominante, diffusa ampiamente anche tra i cattolici, rinnega oggi questa vittoria. Si è anzi diffusa una vulgata bugiarda secondo la quale la I gm sarebbe finita per noi con la sconfitta di Caporetto. Una tesi sostenuta in perfetta malafede anche da ambienti austriaci e tedeschi, nonché italiani.

I gigli del campo. I fiori come simboli nell'arte e nella spiritualità medievale

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis una ulteriore tappa dell'avvincente riflessione sul simbolismo nella vita medievale e nelle nostre vite, che proseguirà in parti successive che non mi lascerò sfuggire.

I gigli del campo
I fiori come simboli nell'arte e nella spiritualità medievale

Robert Keim 29 ottobre
C’è un posto in riva al fiume dove fiorisce del timo selvatico
e rigogliose vi crescon le primule e le viole dal capo tentennante
sotto il lussureggiante baldacchino formato da un aulente caprifoglio,
e profumate rose borraccine.
In quel luogo Titania suol mettersi a giacere e addormentarsi
per una buona parte della notte, cullata, in mezzo a quel fiorito asilo,
da danze, musiche ed altre delizie.
—Sogno di una notte di mezza estate
Stiamo viaggiando attraverso il simbolismo medievale da oltre una settimana ormai, e la nostra destinazione non è niente di meno che una percezione della realtà fondamentalmente trasformata (qui a Via Mediaevalis ci piacciono gli obiettivi ambiziosi). Abbiamo iniziato il viaggio con riflessioni generali sulla natura e l'importanza dei simboli, nella vita medievale e nelle nostre vite [qui], e abbiamo continuato con il simbolismo medievale dei numeri e dei quattro elementi classici [qui]. Oggi continueremo con le energie simboliche del mondo naturale, e più specificamente, dei fiori.
Per preparare i fiori, torniamo a sumbolon, la parola greca da cui deriva “simbolo”. Nel post precedente [qui], abbiamo utilizzato i significati di sumbolon per riscoprire il simbolismo: “Un simbolo è un oggetto, inteso in senso lato come qualcosa che percepiamo con i nostri sensi, che 'ci dice', nel linguaggio poetico parlato in modo nativo dall'anima umana, che c'è qualcos'altro qui ... Questo 'qualcos'altro' è solitamente più significativo o consequenziale, più profondo o spirituale o trascendente, dell'oggetto stesso, che può persino essere così comune da sfuggire alla nostra attenzione.”

L’Europa dei ciechi spende milioni per illuminare le moschee del mondo islamico

Sembra insensato e assurdo; ma pare ben documentato: i contribuenti europei spendono milioni per "migliorare l'efficienza energetica delle moschee marocchine". E altri esempi di sottomissione dell'Europa all'Islam. Non ci sono più limiti alla bastardaggine se non alla follia di questo tempo oscuro che ha bandito Cristo Signore dal suo orizzonte. Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.

L’Europa dei ciechi spende milioni per 
illuminare le moschee del mondo islamico

I contribuenti europei spendono milioni per "migliorare l'efficienza energetica delle moschee marocchine". E altri esempi di sottomissione dell'Europa all'IslamSe pensavate di averle viste tutte con l’Europa che finanzia la costruzione delle grandi moschee in Europa, non avevate letto questa.

Il governo tedesco ha speso 8 milioni di euro dei contribuenti “per migliorare l’efficienza energetica delle moschee marocchine”.

Il governo di Berlino, tramite la Società per la cooperazione internazionale (GIZ), ha stanziato 8,09 milioni di euro per progetti incentrati sull’installazione di illuminazione a led, pannelli solari e fotovoltaici nei luoghi di culto islamici in tutto il Marocco.

domenica 3 novembre 2024

Domenica quarta dopo l'Epifania

Quando la Pasqua è bassa, quando cioè cade alla fine di marzo (come quest'anno) o al principio di aprile, le Domeniche di Pentecoste sono più di 24. Allora, dopo la XXIII Domenica dopo Pentecoste si inseriscono le Domeniche avanzate dopo l'Epifania, e precisamente: se sono 25, vi si inserisce la VI dopo l'Epifania; se sono 26, vi si inseriscono la V e la VI; se sono 27, vi si inseriscono la IV, la V, la VI; se sono 28, vi si inseriscono la III, la IV, la V, e la VI, così che la XXIV sia sempre l'ultima. La messa di queste quattro Domeniche è così composta: l'Introito, il Graduale, l'Offertorio e la frase Alla Comunione sono tolti dalla XXIII domenica dopo Pentecoste [qui]; l'Orazione, l'Epistola, Il Vangelo, la Secreta, e l'Orazione dopo la Comunione sono invece tolte dalle rispettive Domeniche dopo l'Epifania.

Domenica quarta
dopo l'Epifania


Messa
Léctio Epístolae B. Pauli Ap. ad Romános, 13, 8-10
Fratres: Némini quidquam debeátis, nisi ut ínvicem diligátis: qui enim díligit próximum, legem implévit. Nam: Non adulterábis: Non occídes: Non furáberis: Non falsum testimónium dices: Non concupísces: et si quod est áliud mandátum, in hoc verbo instaurátur: Díliges próximum tuum sicut teípsum. Diléctio próximi malum non operátus. Plenitúdo ergo legis est diléctio. 

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum
,
8, 23-27 In illo témpore: Ascendénte Iesu in navículam, secúti sunt eum discípuli eius: et ecce motus magnus factus est in mari, ita ut navícula operirétur flúctibus, ipse vero dormiébat. Et accessérunt ad eum discípuli eius, et suscitavérunt eum dicéntes: Dómine, salva nos, perímus. Et dicit eis Iesus: Quid timidi estis, módicae fídei? Tunc súrgens, imperávit ventis et mari, et facta est tranquíllitas magna. Porro hómines miráti sunt, dicéntes: Qualis est hic, quia venti et mare obédiunt ei?
M. - Laus tibi Christe.

Secréta
Concéde, quaésumus, omnípotens Deus: ut huius sacrifícii munus oblátum, fragilitátem nostram ab omni malo purget semper, et múniat. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. M. Amen

Postcommúnio
Múnera tua nos, Deus, a delectatiónibus terrénis expédiant: et coeléstibus semper instáurent aliméntis. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. M. Amen. 

Epistola (Rm 13,8-10).
Fratelli: Non vi resti con nessuno che il debito dello scambievole amore; perché chi ama il prossimo ha adempito la legge. Difatti, "non commettere adulterio; non ammazzare; non rubare; non dire il falso testimonio; non desiderare" e qualunque altro comandamento che ci possa essere, si riassume in questa parola: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". L'amore non fa alcun male al prossimo: è dunque l'amore il compimento della legge. 

Vangelo secondo Matteo

8, 23-27 In quel tempo: Gesú montò in barca, seguito dai suoi discepoli: ed ecco che una grande tempesta si levò sul mare, tanto che la barca era quasi sommersa dai flutti. Gesú intanto dormiva. Gli si accostarono i suoi discepoli e lo svegliarono, dicendogli: Signore, salvaci, siamo perduti. E Gesú rispose: Perché temete, o uomini di poca fede? Allora, alzatosi, comandò ai venti e al mare, e si fece gran bonaccia. Onde gli uomini ne furono ammirati e dicevano: Chi è costui al quale obbediscono i venti e il mare?
M. - Lode a Te, o Cristo.

Secreta:
O Dio onnipotente, concedici, Te ne preghiamo, che questa offerta a Te presentata, difenda e purifichi sempre da ogni male la nostra fragilità. Per nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. M. Amen.

Dopo la Communione:
I tuoi doni, o Dio, ci distolgano dai diletti terreni e ci ristorino sempre coi celesti alimenti. Per nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. M. Amen.
La santa Chiesa non cessa di esortare i fedeli, per bocca dell'Apostolo, a praticare la scambievole carità, in questo tempo in cui il Figlio di Dio da una così grave prova del suo amore per gli uomini dei quali si è degnato di assumere la natura. L'Emmanuele viene a noi come legislatore: ora, egli ha riassunto tutta la sua legge nell'amore; è venuto per unire ciò che il peccato aveva diviso. Entriamo in queste intenzioni, e adempiamo volentieri la legge che ci viene imposta.

Adoriamo la potenza dell'Emmanuele che è venuto a sedare la tempesta in mezzo alla quale stava per perire il genere umano. Nella loro angoscia, tutte le generazioni l'avevano invocato, ed esclamavano: Signore, salvaci; periamo! Quando fu giunta la pienezza dei tempi, egli è uscito dal suo riposo, ed è bastato un suo ordine per infrangere la forza dei nemici. La malizia dei demoni, le tenebre dell'idolatria, la corruzione pagana, tutto ha ceduto davanti a lui. I popoli si sono convertiti a lui l'uno dopo l'altro; dal seno della loro cecità e della loro miseria, hanno detto: Chi è costui davanti al quale nessuna forza può resistere? Ed hanno abbracciato la sua legge. Questa forza dell'Emmanuele, che abbatte gli ostacoli nel momento stesso in cui gli uomini si turbano per il suo apparente riposo, si mostra spesso negli annali della sua Chiesa. Quante volte egli ha scelto, per salvare tutto, l'istante in cui gli uomini credevano che tutto fosse perduto! Lo stesso avviene nella vita del fedele. Spesso le tentazioni ci agitano, le loro onde sembrano sommergerci, e tuttavia la nostra volontà rimane saldamente attaccata a Dio. È perché Gesù dorme in fondo alla barca, e ci protegge con quel sonno. Se poi le nostre suppliche subito lo risvegliano, è piuttosto per proclamare il trionfo suo e nostro, perché egli ha già vinto, e noi abbiamo vinto con lui.

Preghiamo
O Dio, che conosci assai bene, l'umana fragilità, in mezzo a tanti pericoli, ai quali non possiamo resistere, donaci la salute dell'anima e del corpo affinché vinciamo col tuo aiuto ciò che soffriamo per i nostri peccati.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 244-245

Dobbiamo vivere la Messa nelle nostre vite

Dobbiamo vivere la Messa nelle nostre vite

Nostro Signore ha compiuto la sua opera, ma noi non abbiamo compiuto la nostra. Egli ci ha indicato la via da seguire. Lui giaceva sulla croce alla fine, ma noi dobbiamo prenderla. Lui ha compiuto la redenzione nel suo Corpo fisico, ma noi non l’abbiamo completata nel suo Corpo Mistico. Lui ha realizzato la salvezza, ma le nostre anime ancora non vi hanno attinto. Ha edificato il Tempio, ma noi dobbiamo dimorarvi. Ha fatto il modello della croce, a cui noi dobbiamo adeguare le nostre. Ha riempito il calice, ma noi non ci siamo ancora dissetati. Ha seminato il grano, ma dobbiamo ammassarlo nei nostri granai. Ha compiuto il sacrificio del Calvario; noi dobbiamo portare a termine la Messa.

La Sua Crocifissione non era intesa come una tragedia da cui trarre ispirazione, ma come un’azione su cui modellare le nostre vite. Non si tratta di sedersi e guardare la croce come qualcosa che ormai è archiviato, come se fosse la vita di Socrate; al contrario, ciò che è avvenuto sul Calvario ci reca beneficio solo nella misura in cui lo ripetiamo nelle nostre vite. La Messa lo rende possibile, poiché rinnovando il Calvario sui nostri altari, non siamo spettatori, ma partecipiamo alla redenzione ed è lì che «compiamo» la nostra opera. Egli ci ha detto: «Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Lui ha compiuto la sua opera quando è stato innalzato sulla croce, noi compiamo la nostra quando lasciamo che ci attiri a sé nella Messa.