Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 7 luglio 2025

Traditionis Custodes "fallisce": la fuga di notizie potrebbe essere stata "strategica".

Nella nostra traduzione da Rorate caeli un'altra presa di posizione dopo le rivelazioni di Diane Montagna qui. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis Custodes e successive restrizioni. 

Traditionis Custodes "fallisce": la fuga di notizie potrebbe essere stata "strategica".

La fuga di notizie potrebbe essere strategica: per anni si è saputo solo il feedback molto negativo della Conferenza episcopale francese al sondaggio dell'allora Congregazione per la Dottrina della Fede sulla "Messa antica", in piena linea con Francesco. Ora che è in carica un nuovo papa, che ha ripetutamente ripreso tradizioni abbandonate dal suo predecessore – dalla processione del Corpus Domini alla consegna dei palli ai nuovi arcivescovi, fino alla tradizionale località di villeggiatura – si sta dipingendo un quadro nuovo.

Francesco aveva giustificato la sua restrizione alla "Messa antica" con i risultati del sondaggio da lui commissionato. Se il riassunto ufficiale dei risultati, ora pubblicato dalla giornalista vaticanista Diane Montagna, fosse autentico, egli avrebbe sottolineato l'aspetto negativo in modo unilaterale: la maggior parte dei vescovi non sembra aver trovato nulla di negativo nella liberalizzazione di Benedetto. Persino la Conferenza episcopale tedesca, non sospettata di tradizionalismo, si sarebbe pronunciata a favore del mantenimento della coesistenza delle forme ordinaria (postconciliare) e straordinaria (preconciliare). La fuga di notizie in un momento favorevole potrebbe quindi ora preparare o tentare di promuovere una nuova modifica dello status quo liturgico da parte di Papa Leone XIV, a seconda della sua genesi.

Sarebbe poi così sbagliato correggere la riforma di Francesco, ad esempio tornando alle regole di Benedetto XVI? Quasi esattamente quattro anni fa è stato pubblicato il motu proprio Traditionis custodes, con il quale Francesco si è rivoltato contro i sostenitori della Messa antica. Dopo questi quattro anni, gli effetti stanno diventando evidenti: la speranza espressa dal Papa all'epoca che i conflitti sarebbero stati pacificati non si è avverata. I fronti si sono serrati, anche a causa delle dettagliate e meschine disposizioni attuative del dicastero liturgico: Roma ha persino regolamentato la possibilità che le Messe antiche compaiano nei bollettini parrocchiali. E il fatto che il divieto nei confronti delle chiese parrocchiali non riduca le divisioni avrebbe dovuto essere riconosciuto fin dall'inizio.

Oggi è chiaro: ha fallito la Traditionis custodes, e non la soluzione pastoralmente intelligente del Summorum Pontificum – e, alla luce del riscontro di allora, questo poteva essere previsto in anticipo. Il timore delle varianti liturgiche è infondato. Ciò che divide non è la diversità, ma l'esclusione. Infatti, l'unico rito romano propagato da Francesco presenta già molte forme diverse: le antiche varianti dei riti milanese e mozarabico si affiancano alle nuove forme inculturate della Messa in Congo, Australia e Messico. La diversità liturgica arricchisce la Chiesa. La liturgia antica e quella nuova possono arricchirsi reciprocamente [tragica tentazione conservatorista -ndT]. La fuga di notizie potrebbe ora essere lo stimolo per Papa Leone XIV, aperto alla tradizione, a compiere un nuovo tentativo di pace liturgica. [ fonte ]
Felix Naumann, 3 luglio 2025

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Qui occorre qualcuno che sappia di Liturgia Romana. Delle forme inculturate della Messa in Congo, Australia e Messico nulla sapevo. Ancora un po' ed ognuno se la canta e se la sona come je pare. Come è accaduto tra noi. Tutte queste modifiche testimoniano la poca Fede vissuta e la superficialità con cui si considera la Liturgia. Qui occorre ricominciare dall' a b c cattolico. Qualcuno sa quale sia la vera, intima posizione di Prevost sulla Liturgia?

Anonimo ha detto...

Eppoi non è questione di pace liturgica tra noi. La questione è se viene agito il rito vero o uno non vero. Non si sta giocando a briscola.

Matteo ha detto...

"La diversità liturgica arricchisce la Chiesa. La liturgia antica e quella nuova possono arricchirsi reciprocamente". Alla base del disastro, ci sta esattamente questo concetto, perché questo legittima tanto tanto altro....

Anonimo ha detto...

Interessante, dopo la votazione, il neo eletto Papa viene portato nella camera delle lacrime. C'è poco da rallegrarsi infatti per l'eletto, tutto può succedere ad un Papa, anche essere ammazzato come sappiamo. Certamente la tentazione di non accettare deve essere grandissima. Chissà come Prevost ha preso questa nomina. La sua carriera ai vertici del vescovato la deve a Bergoglio che sicuramente lo stimava. Ancora non si capisce bene se Prevost sinceramente stimasse Bergoglio. Nei fatti tutto il pontificato di Leone XIV dipenderebbe da questa relazione, ma la Grazia di stato di cui gode potrebbe aprirlo ad un nuova conversione totalmente cattolica. Bisognerebbe fare almeno una novena per lui, che gioverebbe al mondo intero in gran parte allo sbando.

Anonimo ha detto...

Luis Badilla. Si torna al "questionario" su Summorum Pontificum. Mistero, segreto o menzogna?
https://blog.messainlatino.it/2025/07/luis-badilla-si-torna-al-questionario.html#more
Alla conferenza del 3 luglio era presente monsignor Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, uno dei massimi esecutori di Traditionis Custodes, il quale alla domanda della giornalista non ha saputo rispondere, rimanendo zitto e chiaramente disorientato. Al posto suo, il direttore della Sala stampa, Matteo Bruni, ha tagliato corto dicendo: «Non mi pare che sia una domanda pertinente».

Anonimo ha detto...

Apprendiamo da MIL che uno dei massimi (o il massimo?) ideatore e' stato monsignor Vittorio Francesco Viola. Chi e' costui? A seguire una biografia con immagine:
https://www.cultodivino.va/it/chi-siamo/organigramma/superiori/segretario.html
Chi era Pontefice nel 1999? Il Papa Giovanni Paolo II
In quale anno fu fatto il primo incontro interreligioso ad Assisi? Il 27 Ottobre 1986
In che anno nasce a Roma la Comunità di Sant'Egidio? Nasce a Roma nel 1968 per iniziativa di Andrea Riccardi.
Come e perche' i frati francescani di Assisi sono diventati il faro motore (ovvero la spia di controllo motore) della cattolicita' italiana e non solo?
Sono solo domande.....

Anonimo ha detto...

Esplosivo: la maggioranza dei Vescovi non voleva l’abolizione della Messa antica
P. Serafino Maria Lanzetta
Programmato per il giorno 7 lug 2025 alle ore 21:00
Era solo una sparuta minoranza, abbastanza agguerrita e militante, che voleva “Traditiones custodes”, cioè il Motu proprio di Papa Francesca che non solo cancellava “Summorum Pontificum” di Benedetto XVI, ma provava anche a cancellare la Messa tradizionale. Ma fu un colpo di mano. Questo è ormai noto grazie a due fonti indipendenti che hanno pubblicato i documenti vaticani segretati. È stata prima la giornalista americana Diane Montagna a pubblicare qualche giorno fa il “Giudizio Complessivo” della CDF sulla consultazione dei Vescovi circa l'applicazione di “Summorum Pontificum”, fatta nel 2020 e poi Don Nicola Bux con Saverio Gaeta, nel loro libro appena uscito: “La liturgia non è uno spettacolo”. Ebbene cosa emerge? Che la maggioranza dei vescovi che ha risposto al questionario ha dichiarato che apportare dei cambiamenti legislativi a Summorum Pontificum avrebbe causato più danni che benefici. Come infatti si è verificato, provocando, tra l’altro, anche nuovi scismi. Ecco quello che dicevano i vescovi con precisione:
«Qualsiasi intervento esplicito può causare più danni che vantaggi: se si conferma la linea del motu proprio Summorum Pontificum troveranno nuova intensità le reazioni di perplessità del clero (e non solo). Se si nega la linea del motu proprio Summorum Pontificum troveranno nuova intensità le reazioni di dissenso e di risentimento dei cultori del rito antico. Dunque è bene proseguire in questo cammino già intrapreso senza creare ulteriori scossoni».
Era meglio mantenere lo “status quo”. E invece Papa Francesco, consigliato dai suoi collaboratori militanti, non solo ha emanato “Traditiones custodes” con l’intento di porre fine alla Messa di sempre, ma ha addirittura giustificato la sua azione con una lettera di accompagnamento del Motu proprio in cui, facendo riferimento al questionario di cui sopra, dichiarava: «Le risposte pervenute hanno rivelato una situazione che mi addolora e mi preoccupa, confermandomi nella necessità di intervenire».
Come intende Papa Leone XIV porre fine a questa grave ingiustizia? Una via c’è e sembra che l’abbia già delineata.
https://www.youtube.com/watch?v=itYgjPv-YmU

Anonimo ha detto...

Ma puo' esserci ( magari non c'e') un fil rouge tra Santegidio,Sant'Anselmo,francescani di Assisi come motori trainanti? Chi soffia alle orecchie dei Papi?

Anonimo ha detto...

Grazia di stato può esserci se è stato eletto validamente, ma se la sua elezione fosse nulla perché invalidata da UDG come sembra ragionevole credere, non ci sarebbe grazia di stato alcuna, mancando di fatto lo "stato".
Rimanendo ancorati alla realtà e non alle fiction di tanti tradizionalisti che sembrano entusiasti di Leone, c'è da dire che finora il cambiamento è stato più di facciata che sostanziale... Per un cambio sostanziale bisognerebbe avere gli attributi di dare una spallata al vecchio (conciliarismo e post-conciliarismo), cosa che non sta succedendo, anzi il vecchio viene "normalizzato" così come le bergoglionate. Ma capra e cavoli non possono essere salvati entrambi, pena il perdere e l'una e gli altri.
Per quanto riguarda le fughe di notizie citate dall'articolo, si puo dire con certezza che fossero un segreto di pulcinella e se la notizia è stata diffusa solo ora si deve al fatto che nessuno osò contraddire una menzogna propalata dal boss dei boss, per non fare una brutta o bruttissima fine per il suo pollice verso.
Resta da vedere però come andra' a finire questo scandalo. Forse il Vaticano farà spallucce, come ha imparato a fare sotto il non-pontificato dell'eresiarca argentino.
E tanti saluti a mammeta e a sorota.

Anonimo ha detto...

Ritengo che prendere delle decisioni in un senso o nell'altro in base ai risultati di un sondaggio sia comunque sbagliato, perché significa attaccarsi a delle risposte che quasi mai sono uguali alla verità.

Le decisioni della Chiesa dovrebbero essere ispirate alla Tradizione, e tendere alla Verità, e all'oggettività, non alla soggettività e arbitrio. A tutti i livelli. Altrimenti si dà scandalo, all'uno o all'altro.

Anonimo ha detto...

Ma scusate, il Papa non necessita dell'approvazione degli altri vescovi per prendere decisioni. Perché improvvisamente vi siete convertiti alla sinodalità? Quando vi fa comodo invocate la democrazia nella Chiesa, ma quando non vi conviene preferite il potere petrino. Pensate che la maggior parte dei vescovi fosse d'accordo con il Summorum Pontificum di Benedetto XVI? Benedetto XVI ha forse consultato i vescovi prima di emanare il Summorum Pontificum? All'epoca c'erano vescovi contrari e li condannavate, ora invece fate il contrario. L'attuale Papa non deve tornare al Summorum Pontificum, l'attuale disciplina è la più corretta. Il Vaticano II ha richiesto la riforma della liturgia tridentina, che doveva essere sostituita dalla nuova messa, non coesistere con essa. Il Summorum Pontificum è stato un grave errore che ha ulteriormente diviso la Chiesa e non va ripetuto. Il liturgo della diocesi è il vescovo ed è suo compito decidere se concedere o meno la messa tridentina come indulto. Bisogna andare verso l'abbandono del messale tridentino, non il contrario. Basta con queste cortine fumogene.

Anonimo ha detto...

il post confonde riti e forme... esisistono il rito romano, il rito milanese e gli altri riti, ma non possono esistere due forme dello stesso rito , questa è stata una forzatura di Benedetto che infatti pensava, l'ha scritto in alcune lettere, poi ad una fusione delle due forme in una sola ibrida per quanto riguarda il rito romano. Non credo che il motu proprio TC verrà cancellato e credo che non si ritornerà al SP, se ci sarà una liberalizzazione sarà una via di mezzo, perchè nel SP si toglieva ogni potere all'ordinario e questo canonicamente non ha senso e ha portato soprattutto in Francia a situazioni incresciose in diocesi al cui capo c'erano vescovi non certo liberali e questo Prevost che era capo del dicastero non può non saperlo. Vorrei poi far presente che la maggioranza dei vescovi che ha risposto favorevolmente al sondaggio è una minoranza tra i vescovi del mondo e anche questo Prevost lo sa bene era capo del dicastero.
Mauro

Aloisius ha detto...

Bravo, condivido.
Ma non solo una novena, ma varie novene e preghiere quotidiane.

Aloisius

Anonimo ha detto...

Forse siamo proprio vicini alla fine, la Fede con tutte queste contaminazioni e la tiepidezza e la blasfemia non solo non è più quella che era, ma già non è più.

mic ha detto...

Il pspa non cercava l'approvazione dei vescovi, ma la scusa per motivare una decisione già presa.
Sull'abbandono del Messale tridentino, aspetta e spera!!!!

mic ha detto...

L'abbiamo spiegato una miriade di volte. Basta cercare gli articoli. Benedetto XVI aveva trovato un'abile formula di compromesso...

Anonimo ha detto...

Se non possono esistere due forme dello stesso rito, non possono esistere il rito zairese, congolese, amazzonico e compagnia bella, che infatti non sono riti in senso proprio ma adattamenti inculturati del rito latino "romano"; così come il rito Ambrosiano nella sua forma attuale è un rito romano con piccole o piccolissime variazioni di formule, ma non variazioni sostanziali, il che prima o poi porterà alla sua cancellazione oppure alla sua sopravvivenza nominale ma assimilazione di fatto, come già è.

L'errore di Papa Benedetto fu chiamare l'originale "straordinario" e il rinnovato "ordinario". Molto meglio le vecchie dizioni VO e NO.
Il problema fondamentale però è che il NO non corrisponde al VO, essendo il frutto di una creatività liturgica ideologica e deviata, che fa sì che esso contenga preghiere inventate di dubbia efficacia, in quanto non rivolte a Dio ma alla assemblea, insieme a preghiere dai dubbi contenuti dottrinali o finanche ereticali, e di contro, tagli e censure ai testi originali in quanto non conformi alla nuova sensibilità post-conciliare. Tutto ciò porta qualcuno a mettere in dubbio addirittura la validità di una siffatta Eucaristia.

Per quanto riguarda il potere dell'Ordinario sulla liturgia, il Summorum Pontificum aveva ragione, in quanto nessun ordinario e addirittura neanche il papa possono vietare ciò che un Papa precedente ha stabilito dover poter essere celebrata "in perpetuo"...
In generale, i poteri del vescovo cosi come quelli del papa non sono assoluti ma anch'essi hanno dei paletti.
Un esempio è quello delle donne prete. Giovanni Paolo II ha chiarito in modo estremamente efficace la questione, quando dichiaro' che come Papa non avrebbe potuto cambiare in quanto la questione era stata definita da Cristo, che scelse come apostoli solo uomini e non Maria Maddalena o le pie donne.
Allo stesso modo, per quanto riguarda i sacramenti, il papa non ha il potere di cambiare la loro sostanza come non può vietare la loro amministrazione.
Se lo facesse, sarebbe un "anticristo", proprio quello che Bergy è stato.

Catholicus ha detto...

Conclusione assennata, caro amico Anonimo 06:01 : la Fede " già non è più", in perfetta sintonia con la profezia di NSGC " ma il Figlio dell'Uomo, quando tornerà, troverà la fede sulla terra?"

Anonimo ha detto...

Sbagliate il rito Zairese non e' una forma alternativa al rito romano e' lo stesso rito con alcuni adattamenti.L'esempio non calza.Il rito di Pio V non e' l'adattamento del rito di Paolo VI ma un rito precedente all'attuale rito romano in vigore.Il rito romano di Pio V e' stato riformato non per coesistere ma per essere sostituito inutile che ci girate intorno deve essere abbandonato prima lo si fa meglio e'.Insistendo con questa messa di Pio V ne prolungate solo l'agonia.