A Roma, la questione tradizionalista è intensa come quella della commissione che la guida, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mentre l'evoluzione strutturale di quest'ultima richiederebbe decine di pagine. Sembrando a volte un ufficio collegato a una congregazione, essa è di volta in volta guidata da un cardinale o da un semplice monsignore, questa volta da un Arcivescovo. La gerarchia che ne è al vertice può rivelarsi come coercitiva, o può sembrare, in altri casi, puramente simbolica. Qual è il ruolo svolto dalla coppia Müller - Di Noia in questa commissione il cui obiettivo, da un lato, ha a che fare con i rapporti della Santa Sede con la Fraternità San Pio X, e, dall'altro, col presiedere il destino del mondo tradizionale regolarizzato canonicamente?
Dieci anni fa, tutti hanno visto nel Cardinale Dario Castrillón Hoyos il vero protagonista di queste questioni. Tenendo entrambe le posizioni di Prefetto della Congregazione per il Clero e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, questo prelato tipicamente latino ha lasciato la prima per essere responsabile esclusivamente della seconda. Compito da non poco in quanto Benedetto XVI aveva ricevuto alcune settimane prima Mons. Fellay, superiore generale della Fraternità San Pio X, al fine di procedere "a tappe" verso una risoluzione del disaccordo con Ecône. [Dopo la partenza del cardinale Castrillón,] mons. Guido Pozzo, sebbene semplice segretario, e sotto la tutela di un prefetto, sembrava essere, a partire dal 2009, il vero contatto della Fraternità. Papa Ratzinger ha affidato questo dossier che gli stava molto a cuore a coloro che gli erano vicini, i suoi ex collaboratori del Sant'Uffizio, anche se il Cardinale Levada - ufficialmente Presidente dell'Ecclesia Dei - non era direttamente responsabile del fascicolo. Pensiamo che l'equilibrio sia rimasto lo stesso una volta che questi due prelati sono stati sostituiti?
Tutto sembra indicare questa direzione. L'arcivescovo Müller è, come il suo predecessore, sostanzialmente sopraffatto dalla enorme Congregazione per la Dottrina della Fede, di cui Ecclesia Dei non è che un satellite. D'altra parte, l'uomo responsabile a tempo pieno del fascicolo non è più un semplice sacerdote [(come l'ora Arcivescovo Pozzo quando era all'Ecclesia Dei)], ma un arcivescovo. Inoltre, egli non è solo il segretario, ma ha il titolo di Vice-Presidente. L'arcivescovo Di Noia era stato fino a quel momento il segretario di un dicastero quasi dello stesso prestigio [rispetto alla dottrina della fede], quello del Culto Divino, e tutto sembrava indicare che si sarebbe messo alla guida di un grande ufficio romano - alcuni sembravano vederlo anche sostituire il cardinale Levada. Il fatto che è stato nominato solo pochi giorni prima dell'arcivescovo Müller sembra indicare con forza che il fascicolo Ecclesia Dei è stato evidentemente stornato da quest'ultimo, al fine di essere affidato di fatto ad una persona di adeguata statura e di disinnescare la nomina del vescovo di Ratisbona, molto mal visto nell'ambiente Tradizionalista, considerando che aveva fatto diversi errori.
Da allora, molti segni sembrano riflettere la ripartizione dei compiti.
- Per tutta l'estate, l'arcivescovo Müller ha concesso diverse interviste in cui ha menzionato la questione della Fraternità. In una di esse, egli prevede fermamente che «non ci sarà nessun compromesso» sul Concilio, aggiungendo non «credo che ci saranno nuove discussioni» con la Società. Questa fermezza sembra essere contraddetta dal contenuto del comunicato della Commissione Ecclesia Dei, datato 27 ottobre, che invita al contrario «alla pazienza, serenità, perseveranza e fiducia» nelle discussioni tra la Santa Sede e l'opera fondata dall'arcivescovo Lefebvre. A quanto pare, il pensiero del presidente titolare non sembra sia stato preso in considerazione nella stesura delle dichiarazioni della commissione...
- Il 3 novembre, un gruppo di associazioni collegate al Messale tradizionale ha organizzato una Messa pontificale in San Pietro, Roma. Evidentemente, di fronte a tale evento, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei è stata particolarmente coinvolta, e i suoi membri non potevano mancare a questo incontro. L'arcivescovo Di Noia e molti suoi assistenti hanno partecipato alla lunga processione verso l'altare della Cattedra di San Pietro. Tuttavia, mancava un membro importante, perché il presidente titolare, arcivescovo Müller, non era presente a questa cerimonia.
- Il 19 novembre, la mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto nella sua biblioteca privata tutti i membri della Commissione Ecclesia Dei. Tutti loro? Non esattamente, perché il suo presidente, che è l'arcivescovo Müller, mancava, e ci si potrebbe semplicemente dimenticare ne faccia parte.
Nel cuore della Ecclesia Dei, il suo presidente sembra essere solo l'ombra. Quali conseguenze può avere questo per il lavoro della Commissione? Al momento, nulla è scritto. I segni sembrano contraddire i fatti. Quel che è certo è che l'autonomia dell'era Castrillón ha avuto almeno il merito di essere chiara.
(Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio)
(Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio)
10 commenti:
Quindi: Il modo in cui Muller ha giocato al poliziotto cattivo rende impossibile all'arcivescovo Di Noia giocare al poliziotto buono, se non l'essere disponibile ad accettare con grazia la resa della FSSPX al Concilio Vaticano II. Il che lascia all'arcivescovo Di Noia molto poco da fare oltre a partecipare alle attività liturgiche e altro dei tradizionalisti in "piena comunione". Il suo silenzio di mesi sembra coerente con ciò. Senza dubbio, prima o poi convocherà una riunione con la Fraternità San Pio X, ma è probabile che non ci sia alcuna fretta, dato che non servirà a nulla, ma a riaffermare l'impegno del Vaticano al dialogo, nonostante Muller abbia tracciato nella sabbia una linea molto chiara, e il rifiuto molto chiaro della FSSPX di oltrepassare quella linea verso il Papa con a fianco l'arcivescovo Muller..
Ottimo articolo. Grazie Mic, speriamo che lo leggano anche coloro che sono certi della dissoluzione della FSSPX sulla base di contrapposizioni interne. Se qualche problema è sorto nella Fraternità, da ciò che hai postato si deve dedurre che anche l'ED non è messa tanto meglio.
Se qualche problema è sorto nella Fraternità, da ciò che hai postato si deve dedurre che anche l'ED non è messa tanto meglio.
A me sembra che, purtroppo, la Chiesa sia lacerata in ogni sua componente.
Andiamo avanti con fiducia. Il Signore è il Signore e ci aiuta.
Vorrei testimoniare ciò che mi è accaduto oggi. Scusate il fuori tema, ma la rabbia è grande. Credo che quanto dirò, cercando di mantenere la calma, possa essere di aiuto.
Vado a Santa Maria Maggiore per confessarmi. Ero di fretta. Avevo avuto una brutta esperienza qualche tempo fa. Mi confesso evitando accuratamente il sacerdote che mi aveva "ferito", ma ne trovo un altro ben peggiore, mio malgrado. A parte la grande maleducazione (lo vedo pieno di libri, con la finestrella aperta, e temendo che non fosse l'orario giusto, gli chiedo se mi posso confessare, e lui mi risponde in modo molto sgarbato), il prete mi dice, dopo che ho accusato i miei peccati e ho chiesto a Dio determinate virtù che mi mancano: "Quello che ha chiesto non c'entra niente con la confessione, e chi può perdonare questi peccati banali?" (sottolineo: banali) con tono ancor più risentito. Al che gli rispondo: "Allora me ne vado", e me ne vado. Ora dico: se questa è la situazione a SMM, c'è di che riflettere. Mai, e dico, mai, ho avuto alcun problema con sacerdoti della SP o della SPX o sedevacantisti.
Caro Antonio, capisco il tuo rammarico e la tua delusione, ma se puoi la prossima volta che ti confessi e ti dovesse capitare una situazione del genere, vivila come una prova della fiducia nella misericordia di Dio che ti raggiunge lo stesso anche attraverso quel sacerdote, anzi i suoi modi poco caritatevoli ti serviranno da penitenza più autentica perché difficile da praticare.
Antonio, sono anni che conosco la situazione in SMM e so chi é il padre in questione, se ti raccontassi i pezzi che mi fanno... Comunque ti sembrerà strana questa mia risposta, ma quando ho bisogno di una grande Grazia vado senza indugio a Confessarmi proprio a Santa Maria Maggiore. Coraggio!!
Anch'io mi son trovata bene a S. Maria Maggiore; ma ho sempre cercato uno dei penitenzieri, padre Melo. Non so se c'è ancora.
Il problema è che in ogni momento e in ogni Chiesa si dovrebbe poter trovare un sacerdote secondo il cuore del Signore...
A proposito di Ecclesia Dei, ho trovato interessanti le informazioni contenute nell'articolo di cui copio l'indirizzo sotto,e relative anche a possibili modifiche che si vogliono apportare al Messale del 1962.
http://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/reflexions/adflicta#.UL31DWcmzTo
I cinquant’anni del Vaticano II:
mezzo secolo catastrofico
di Jérôme Bourbon
qui: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV350_Cinquant-anni_di_catastrofe.html
...pertanto ogni tentativo di ricostruzione sembra molto, molto inadeguato se Roma non ritorna ai mezzi buoni e alla confessione chiara ed esplicita della FEDE
Padre Melo? L'OTTIMO padre Melo!!!!
Si c'è ancora.
Posta un commento