Ancora una volta l'Agorà internazionale ci rende consapevoli in diretta degli schieramenti determinatisi nelle gerarchie intorno ai temi scottanti sollevati dall'Assise Sinodale e tuttora sul tappeto.
Ieri abbiamo riportato la stupenda omelia del card. Burke a Ramsgate, il 9 marzo [qui]. Ma negli stessi giorni il Cardinale Burke ha tenuto in Inghilterra altri incontri. Apprendiamo di una conferenza organizzata dalla Società per la protezione dei bambini non nati ed in difesa della famiglia, nella quale egli manifesta prese di posizione come sempre limpide e chiare.
Per contrasto, sono da rilevare le dichiarazioni contemporaneamente rilasciate sempre nel Regno Unito dal cardinale filippino Tagle, che condanna l'uso di un linguaggio “duro e severo” nei confronti dell'adulterio e dell'omosessualità. La sua conclusione penso ci dia già un'anticipazione delle sofisticherie che vanno già consolidandosi in vista di ottobre.
Come se nel confessionale o nelle richieste di aiuto la Chiesa non abbia sempre preso in considerazione il “caso singolo”; ma non astraendolo dal principio generale che è consegnato alla Chiesa e non inventato dalla stessa.
Siamo di fronte non più alle avvisaglie, ma alle manifestazioni precise di una frattura che al momento appare insanabile e che non sappiamo a cosa porterà nell'ottobre prossimo.
La sintesi, in inglese, [qui]; di seguito la nostra traduzione.
Due cardinali tra i protagonisti del Sinodo straordinario di ottobre hanno proposto messaggi sorprendentemente contrastanti sulle questioni scottanti del Sinodo nel corso di incontri pubblici in Inghilterra durante lo scorso fine settimana.
Mentre il Cardinale americano Raymond Burke ha esortato i cristiani a essere pronti ad affrontare il martirio, se necessario, in difesa del matrimonio, le osservazioni sulla questione del Cardinale filippino Luis Tagle si sono focalizzate sulla necessità di evitare un linguaggio “duro” e “severo” sugli omosessuali e sui cattolici 'risposati' senza un annullamento.
BURKE
In un discorso nell'Inghilterra del nord durante una conferenza organizzata dalla Society for the Protection of Unborn Children (Società per la protezione dei bambini non nati) e da Voice of the Family, il Cardinale Burke ha detto che le nostre società non possono “più essere chiamate cristiane” e sono chiamate ad un movimento di rievangelizzazione, a partire da zero.
“Ai nostri giorni, la nostra testimonianza dello splendore della verità sul matrimonio deve essere limpida ed eroica”, ha detto. “Dobbiamo essere pronti a soffrire, come i cristiani hanno sofferto nel corso dei secoli, per onorare e promuovere il Santo matrimonio”.
Ha raccomandato di prendere come modelli i martiri St. John Fisher, St. Thomas More e San Giovanni Battista, tre uomini che “sono stati martiri in difesa dell'integrità della fedeltà e indissolubilità del matrimonio."
“La fede cristiana e la sua prassi devono essere nuovamente insegnate, come avvenuto durante i primi secoli cristiani e al tempo dell'evangelizzazione delle nostre terre natie", ha detto Burke.
“Il carattere cristiano della cultura non è più un dato acquisito, anche se può esserlo stato per secoli”. I cristiani che svolgono questa missione cruciale, ha detto, “devono prestare particolare attenzione alla santità del matrimonio, alla fedeltà, all'indissolubilità e alla procreatività dell'unione coniugale”.
Nella situazione attuale in tutto il mondo, ha detto, è aumentata la separazione sistematica della procreazione dall'unione sessuale. “Basti pensare alla devastazione che viene quotidianamente portata nel nostro mondo da un'industria multi-miliardaria sulla pornografia, o dall'incredibilmente aggressiva promozione omosessuale che può provocare solo profonda infelicità e anche la disperazione di coloro che ne sono colpiti e la distruzione della società, com'è sempre avvenuto nella storia”.
“Fondamentale per la trasformazione della cultura occidentale è la proclamazione della verità circa l'unione coniugale nella sua pienezza e la correzione del pensiero contraccettivo che teme la vita, che teme la procreazione".
Questa evangelizzazione, ha aggiunto, deve iniziare all'interno della Chiesa stessa. “Se non ha luogo una nuova evangelizzazione nel matrimonio, nella famiglia, essa non avrà luogo nella Chiesa o nella società in generale”.
Cardinale Burke ha avvertito che le culture occidentali sono “profondamente confuse e nell'errore circa la verità fondamentale del matrimonio e della famiglia”, e che questa confusione è entrata nella Chiesa.
La Chiesa, ha detto, “sotto la pressione di una cultura totalmente secolarizzata", ha visto “una crescente confusione e anche l'errore penetrare in essa; il che indebolisce seriamente, se non compromette del tutto, la testimonianza della Chiesa a scapito di tutta la società”. Questa “confusione ed errore è diventata evidente per il mondo" al Sinodo. Burke ha commentato che la famigerata Relatio di medio-termine, che ha suggerito che la Chiesa deve “accettare e valorizzare" l' “orientamento omosessuale”, era “un manifesto, una sorta di incitamento” ai vescovi e un far pressione su di loro perché abbandonino il “costante insegnamento della Chiesa”.
Burke ha identificato la prima apparizione di questa “confusione ed errore” a livello ufficiale con il discorso di un anno fa nel febbraio 2014 del Card. Walter Kasper, il teologo tedesco ben noto da decenni nella Chiesa come voce importante della fazione “progressista", durante il Concistoro dei Cardinali. Anche se il Concistoro è entrato in subbuglio per il discorso in cui Kasper ha proposto di abbandonare la disciplina eucaristica della Chiesa e di mettere da parte il suo insegnamento morale sulla indissolubilità del matrimonio, Papa Francesco il giorno successivo ha elogiato il cardinale per la sua teologia “serena”.
TAGLE
Lo stesso fine settimana, in un diverso luogo del Regno Unito, il cardinale di Manila Tagle ha deprecato l'uso del linguaggio “duro” e “grave” per descrivere i peccati di adulterio e di comportamento omosessuale. Questo fine settimana, dopo il 2° Flame Youth Congress nello stadio Wembley di Londra, ha detto al Daily Telegraph che la Chiesa ha bisogno di imparare di nuovo il suo insegnamento sulla "misericordia".
Il cardinale, appena nominato dal papa a capo della Federazione Biblica Cattolica, sta cominciando ad essere etichettato da alcuni osservatori come un potenziale candidato per il prossimo conclave. Ha detto al Telegraph che la Chiesa, nella sua discussione sulla sessualità, deve tener conto delle recenti tendenze sociali e della psicologia.
Ha dichiarato: “Dobbiamo ammettere che tutta questa spiritualità, questa crescita in misericordia e l'attuazione della virtù della misericordia è qualcosa che dobbiamo imparare sempre di più. In parte sono anche i cambiamenti di sensibilità culturale e sociale che fanno sì che ciò che costituiva nel passato un modo accettabile di mostrare misericordia... ora, data la nostra mentalità contemporanea, non possa essere più visto allo stesso modo”.
“Penso che anche il linguaggio è già cambiato, le dure parole usate in passato in riferimento a persone gay e quelle divorziate e separate, alle ragazze madri, ecc, in passato erano molto gravi”, ha continuato il cardinale.
“Molte persone che appartenevano a questi gruppi sono state marchiate e ciò ha portato alla loro emarginazione dalla società in generale. Non so se questo è vero, ma ho sentito che in alcuni ambienti, ambienti cristiani, la sofferenza che queste persone hanno subito è stata anche considerata una conseguenza legittima dei loro errori, e così spiritualizzata in questo senso”.
"Ma siamo lieti di vedere e sentire cambiamenti in questo”.
Ha ribadito l'insistenza spesso ripetuta da ecclesiastici che cercano di cambiare la “prassi pastorale” della Chiesa per permettere alle persone che vivono unioni sessuali “irregolari” di ricevere la Santa Comunione, dicendo che ciò non cambia la dottrina della Chiesa. Ha ribadito la proposta del Cardinale Kasper e dei suoi seguaci, dicendo che dovrebbe essere materia di discussione per i “casi individuali”.
“Qui, almeno per la Chiesa cattolica, vi è un approccio pastorale che avviene nelle consulenze, nel sacramento della riconciliazione dove le singole persone e i singoli casi vengono presi singolarmente o individualmente in modo che l'aiuto, la risposta pastorale, possa essere data in maniera adeguata alla persona”.
Prosegue il cardinale, “Ogni situazione di coloro che sono divorziati risposati è abbastanza unica. Alla fine avere una regola generale potrebbe essere controproducente. La mia posizione in questo momento è chiedere, 'Possiamo prendere sul serio tutti i casi ed è lì, nella tradizione della Chiesa, che i percorsi vanno affrontati individualmente caso per caso?' Questa è una questione che spero che la gente apprezzerà non è facile dire 'no' o dire 'sì'. Non possiamo dare una formula per tutti”.
47 commenti:
dicendo che ciò non cambia la dottrina della Chiesa
Naturalmente. La chiesa bergogliana non ha dottrina e il non essere non può cambiare.
Ci sono le parole dei cardinali, ormai impegnati in una battaglia fratricida, chi per la difesa della Dottrina = della Parola del Signore, chi per raggirarla.
e ci sono le parole di papa Bergoglio.
Quelle in libertà dette ai media, quelle che gli vengono attribuite da Scalfari, vere eresie che apparentemente nè la Sala Stampa ufficiale né quella ufficiosa, sembrano voler smentire, e ciò è molto grave,
e ci sono quelle che ogni mattina dice a Santa Marta e che ben esprimono non solo la sua visione in bianco e nero dei cattolici, quelli che carezza e quelli che bastona, sempre gli stessi, ma anche la sua personale lettura del Vangelo che poi arriva, pure lei, sempre allo stesso punto.
E ogni tanto, fra queste parole ( e non sarei corretta se non dicessi che molte sono condivisibili), spunta una frase che come minimo dovrebbe far reagire, perchè chi la legge potrebbe in modo errato banalizzare o anche tirare conclusioni errate da parole che il Signore ha veramente detto ma che domandano un`interpretazione retta e fedele e non banalizzante riduttiva e deresponsabilizzante per il cattolico, dicendo quasto penso alla frase:
" E questa si chiama misericordia. E quando Dio rimprovera il suo popolo – “Misericordia voglio, non sacrificio!” - parla di questo»."
Che cosa dobbiamo capire?
Che dobbiamo mandare in soffitta, perchè ormai diventato inutile, ogni sacrificio e che basta amare perché tutto sia ok?
Forse che bisogna ad esempio rigettare l`ascesi? E se non lo faccio sono solo un masochista che non ama?
E il sacrificio che è imposto dall`osservanza dei comandamenti?
Anche quello da dimenticare?
Non è Paolo ad averci domandato di
fare della nostra vita "un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio"?
Insomma, e spero di sbagliarmi, mi sembra che la "misericordia" stia diventando un immenso calderone in cui gettare tutto quel che non fa comodo, ogni ostacolo alla libertà, alla novità, alle aperture che si stanno prospettando come frutto di una pastorale sedicente misericordiosa.
C`è fra di voi chi può ricordare la giusta lettura e ricezione di quelle parole del Signore?
Grazie.
Risposta a Luisa.
Il Sacrificio, che è anche il culto dovuto a Dio, non riguarda solo il rito, ma tutta la vita. Infatti, se ciò che si vive nel rito non diventa vita, significa che viviamo il rito come un momento 'magico', o semplicemente devozionale, in cui non è coinvolto tutto il nostro essere fin nelle più intime fibre e tutta la nostra vita col suo profondo intreccio di relazioni e potenzialità da esprimere secondo la volontà di Dio, insieme ai peccati di cui essere perdonati, le ferite da cui essere guariti e alle 'mancanze' da trasformare sotto l'azione della grazia. E' dalla Liturgia, che è anche Sacrificio, che tutto scaturisce, come frutto del Sacrificio di Cristo. Mentre ad essa tutto portiamo per unire all'offerta di Cristo anche la nostra Offerta e il nostro sacrificio. E tutto ne esce, ogni volta, rinnovato, mentre gli effetti si riverberano al di là della nostra persona a partire dai prossimi e, in maniera misteriosa, raggiungendo lidi sconosciuti secondo la volontà di Dio, nella Comunione dei Santi, che è nel tempo e fuori del tempo contemporaneamente...
E, mentre questa grande Opera divino-umana del Signore, che ci coinvolge, proviene direttamente dalle viscere di Misericordia di Dio, il suo frutto non può che essere misericordia e generare opere di misericordia.
E' questo che vuole il Signore: un sacrificio vivo e santo e non un rito formale che come tale risulta sterile.
Il problema è che questo papa e tutti i novatori individuano solo 'formalità' nel nostro tesoro più prezioso, che ci è stato consegnato dal Signore fino alla fine dei tempi e che, nel suo nucleo essenziale e ineludibile, proviene direttamente dall'età Apostolica... E continua a portarne avanti l'iniqua riforma che lo ha imbastardito...
E' vero, ovviamente, quel che dice la Scrittura e va ricordato perché vale sempre, comunque e dovunque ci sia un uomo e una comunità che celebra il Signore col rito e con la vita. Ma non è detto debba esser applicato col significato che le viene arbitrariamente attribuito nel caso del nostro Rito Romano Antico e in chi lo ama, lo custodisce e lo difende.
Risposta a Luisa.
Il Sacrificio, che è anche il culto dovuto a Dio, non riguarda solo il rito, ma tutta la vita. Infatti, se ciò che si vive nel rito non diventa vita, significa che viviamo il rito come un momento 'magico', o semplicemente devozionale, in cui non è coinvolto tutto il nostro essere fin nelle più intime fibre e tutta la nostra vita col suo profondo intreccio di relazioni e potenzialità da esprimere secondo la volontà di Dio, insieme ai peccati di cui essere perdonati, le ferite da cui essere guariti e alle 'mancanze' da trasformare sotto l'azione della grazia. E' dalla Liturgia, che è anche Sacrificio, che tutto scaturisce, come frutto del Sacrificio di Cristo. Mentre ad essa tutto portiamo per unire all'offerta di Cristo anche la nostra Offerta e nel suo anche il nostro sacrificio. E tutto ne esce, ogni volta, rinnovato, mentre gli effetti si riverberano al di là della nostra persona a partire dai prossimi e, in maniera misteriosa, raggiungendo lidi sconosciuti secondo la volontà di Dio, nella Comunione dei Santi, che è nel tempo e fuori del tempo contemporaneamente...
E, mentre questa grande Opera divino-umana del Signore, che ci coinvolge, proviene direttamente dalle viscere di Misericordia di Dio, il suo frutto non può che essere misericordia e generare opere di misericordia.
E' questo che vuole il Signore: un sacrificio vivo e santo e non un rito formale che come tale risulta sterile.
Il problema è che questo papa e tutti i novatori individuano solo 'formalità' nel nostro tesoro più prezioso, che ci è stato consegnato dal Signore fino alla fine dei tempi e che, nel suo nucleo essenziale e ineludibile, proviene direttamente dall'età Apostolica... E continua a portarne avanti l'iniqua riforma che lo ha imbastardito...
E' vero, ovviamente, quel che dice la Scrittura e va ricordato perché vale sempre, comunque e dovunque ci sia un uomo e una comunità che celebra i Signore col rito e con la vita. Ma non è detto debba esser applicato col significato che le viene arbitrariamente attribuito nel caso del nostro Rito Romano Antico e in chi lo ama, lo custodisce e lo difende.
@Luisa: su che "tipo" di misericordia...ci provo
"Misericordia io voglio e non sacrificio" è d'importanza capitale tra le parole enunciate da Gesù.
il verso compare alcune volte, che esamino il fretta.
In Matteo 9, 10-13
"Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. 11 Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Quindi vediamo Gesù che si accosta a tutti, anche a pubblici peccatori.
Però se andiamo avanti a leggere, Gesù si accosta sì a pubblicani e prostitute, MA non li lascia nella loro condizione.
Oltre a criticare indirettamente un certo tipo di giudizio "sociale", un vizio di bollare gli altri dall'alto della propria supposta giustizia da parte dei farisei, il messaggio non finisce qui. Questo anche c'è, ma non solo questo.
Intanto Gesù apprezza il peccatore che si ritiene tale e che non si ritiene giusto. E' la Verità, Lui stesso. "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati" e coloro che si riconoscono tali.
Quindi questo passo insegna anche l'umiltà agli uomini, che sono tutti peccatori. E' importante dunque riconoscersi peccatori.
Poi iniziano a conoscerlo, ad amarlo e Gesù però li trasforma in sante persone, che ABBANDONANO la vita di peccato di prima.
E' questa parte 2 che manca nelle enunciazioni spurie della misericordia contemporanea.
Il fatto che Dio in Cristo conceda misericordia a chi si riconosce peccatore, non significa che Dio ha annullato la sua Legge. E' sbagliato inventare una misericordia che annulla le sante richieste di Dio su di noi.
In Gesù è arrivata la Grazia, che ci consente di esser perdonati, di esser reintegrati in Lui.
Ma da quel momento da nostra vita deve cambiare, e va vissuta in Comunione con Lui.
E' tutto molto chiaro anche in centinaia di passi di S. Paolo infatti, di cui prelevo per brevità solo uno schema molto frequente nella predicazione:
Efesini 4,28
"chi rubava, non rubi più..."
1 Corinzi 6, 9-11
"O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
11 E tali eravate alcuni di voi;
ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!"
(continua)
Tema: la "morale della situazione", che Pio XII ritenne di dover condannare esplicitamente, affermando che la Legge Naturale è tale perchè obbliga sempre e comunque, senza eccezioni di sorta. Di contro c'era e c'è l'idea secondo cui essa rappresenta un modello ideale, a cui è doveroso attenersi il più possibile, ma la cui puntuale applicazione in certi casi particolarmente aggrovigliati richiederebbe uno sforzo a cui il singolo, debole e fragile com'è, non potrebbe reggere, nè Dio lo potrebbe punire perchè "Nemo ad impossibilia tenetur". Controbatteva Pio XII citando san Paolo, secondo cui Dio non chiede mai l'impossibile e dà la forza se uno la chiede pregando.
Si aggiunge che la forza viene anche dal timore: timore del peccato mortale che porta all'Inferno ( e qui va citato il brano in cui Gesù, il misericordioso, dice che è meglio strapparsi un occhio o tagliarsi un piede piuttosto che
finire alla Genna, nel fuoco eterno, con tutto il corpo ). In subordine, il timore della condanna sociale, con scandalo ed esclusione in varia misura.
Da qui, effetto di retroazione sull'educazione dei figli, che deve essere necessariamente più costrittiva, anche nel senso buono del termine.
Mi sembra abbastanza evidente che papa Bergoglio propende per la seconda delle due visioni della Legge. Non può smentire in modo esplicito la prima, che è quella tradizionale, per cui va avanti, diciamo prepara il terreno con accenni a piccoli colpi quotidiani o quasi.
Evidentemente il discorso sull'Inferno si salda a questa problematica.
Incredibile come sembri verificarsi la profezia della Emmerich: cardinali contro cardinali.
@ Luisa bis,
ancora cfr. Matteo 12, 1-7
"In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. 2 Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato». 3 Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? 4 Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? 5 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6 Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. 7 Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. 8 Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Se è pur vero che qui Gesù risponde ai farisei e questo passo viene preso di solito per condannare il legalismo, attenzione che qui Gesù sta riformando certo legalismo spurio farisaico motivandolo con la Scrittura stessa, e con la Sua stessa Autorità di Figlio: ma non sta annullando affatto TUTTA la Legge di Dio.
Sta dicendo che Lui E', come quell' "Io sono". Sta parlando di distinzione di giorni ma non sta annullando certo tutti i Comandamenti. Rimprovera quindi l'interpretazione antiscritturale dei farisei, e li rimprovera di aver condannato ingiustamente in base a formalità.
Chi prende questo passo per scagliarlo contro la Santa Tradizione Cattolica o contro i dogmi di sempre, commette più errori. Gesù non ha annullato quelle, ma alcuni usi ebraico-farisaici interpretati senza carità.
In più la situazione odierna non è affatto quella di "condannare gente senza colpa", in base a dottrine farisaiche inventate,
ma piuttosto di persone con colpe professe che vengono tenute per innocenti o virtuose, in odio ai decreti divini, senza nemmeno domandar loro pentimento.
Gesù non afferma comunque per la prima volta "Misericordia Io voglio, e non sacrificio" in questi passi del Vangelo, ma compariva già prima, e Gesù lo cita probabilmente dando per scontato che l'uditorio del tempo conoscesse a mente questo famoso passo, che ripropone:
Ezechiele 33,11
"Di' loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa!"
Direi che la misura tra misericordia e giustizia qui è molto chiaro.
Dio non vuole che il peccatore, che l'empio muoia, ma che si converta e viva.
Quindi la concezione fantatsica che uno possa dirsi cristiano continuando a fare tutti i peccati di prima, compreso adulterio e sodomia, non pare permessa.
Dio accoglie i pentiti. Ma chi persevera nel male o nelle cose da Lui vietate sarà rigettato.
Cardinali in 'campagna elettorale'?
Tagle, futur pape ?
http://www.traditioninaction.org/RevolutionPhotos/A551-Tagle.htm
@Luisa, ter
Il fatto che la frase "Misericordia io voglio e non sacrificio" abbia un'origine veterotestamentaria sottolinea il comando che Dio diede a coloro che vivevano allora, pre Rivelazione completa:
Dio cioè si compiaceva più della misericordia nei cuori degli uomini, di un cuore osservante, sincero e amorevole che non di sacrifici esteriori con cuore non in comunione, intendendo quelli di capri in uso all'epoca.
“Voglio l’amore, non il sacrificio, desidero la conoscenza di Dio più degli olocausti”
E rimproverava l'osservanza formale ed esteriore, e la mancanza di verità e sostanza nell'osservare le cose importanti, per di più se non vivificate dall'amore e dalla sincerità.
(richiami simili sono in Isaia, Osea oltre che Ezechiele, ma in tutti i profeti; cfr, l'inquietante
Isaia 29,13
Dice il Signore: «Poiché questo popolo
si avvicina a me solo a parole
e mi onora con le labbra,
mentre il suo cuore è lontano da me
e il culto che mi rendono
è un imparaticcio di usi umani...")
In Gesù la frase 'misericordia e non sacrifico' non nega i vecchi significati, ma ne assume anche di nuovi. Il consiglio di misericordia è imparentato con i 2 comandi di Gesù "Ama Dio con tutto il tuo cuore..." e "ama il prossimo come te stesso"....una nuova dose di amore e rigore sono presenti, che può essere compresa solo se illuminati dall'alto.
Sicuro, la ricetta non è essere misericordiosi con se stessi, autoscusarsi tutto, e "rigorosi" con gli altri fino a mortificarli di continuo. Questo affinchè si cammini nell'amore. Ma questo comando non implica certo una deroga all'obbedienza divina, a non mettere in pratica i Comandamenti o a non rendere compiuta la propria conversione.
"Rimarremo nel peccato finchè abbondi la grazia? Non sia mai" Diceva S. Paolo.
E ci esorta a fare dell'intera nostra vita "un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio".
Ancora nel "dosaggio" di misericordia e sacrificio, un esempio plateale può essere la peccatrice penitente che lava con i capelli e unge i piedi di Gesù con l'unguento profumato. "A chi molto è perdonato, molto ama".
A chi molto è perdonato: si tratta di qualcuno che ammette di aver molto peccato. Quindi il peccato esiste ancora come divieto e come mle di cui emendarsi e pentirsi. E il peccato viene abbandonato.
Per amore e riconoscenza intraprenderà una vita nuova santificata.
Chi invece si sente già giusto di suo....(Luca 7, 36-50)
Questo non implica certo che ciò che è peccato, non lo sia più.
Come Gesù “mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”, così vuole che rispondiamo a lui con una stima e una fiducia piena a questo Suo amore e Sacrificio.
Chi da questi capp. deriva invece un'idea di misericordia-calderone, in cui tutti possiamo far impunemente come ci pare, esce dalla Rivelazione stessa....
Tagle, che condanna l'uso di un linguaggio “duro e severo” nei confronti dell'adulterio e dell'omosessualità, condanna quindi anche l'uso del linguaggio "duro e severo" del vecchio e del nuovo testamento.
Bellissimo quanto scrive Josh :)
La profezia della Madonna a Akita si mostra verace, quindi guai a noi che sono sotto la minaccia di distruzione atomica per i peccati degli uomini di questa epoca...
Romano
Ho letto di recente un brillante sermone di Massillon sulla mancanza di misericordia degli uomini verso Dio. Quello dell'inferno e dell'esistenza del male nel mondo è assolutamente imperdonabile.
Bergoglio, perdona Lui perchè non sa quello che fa.
Tagle, che condanna l'uso di un linguaggio “duro e severo”
Ma questa è l'era della "tenerezza", che appartiene maggiormente al ruolo materno. Non si fa altro che parlare di 'tenerezza' nella quale stiamo affondando... Ma non possiamo e non dobbiamo ignorare che, senza la solida fermezza del ruolo paterno che è anche l'esercizio 'virile' di un'autorità (che non è autoritarismo) da attuare con giusta severità e rigore (che non è rigorismo), manca ciò che "fonda" e dà stabilità ad ogni struttura psicologica o spirituale che sia.
Così come non si fa altro che parlare di misericordia senza giustizia, di perdono senza pentimento, di prassi senza principi...
Di quello che scrive Josh cercherò di fare una sintesi da estrarre e pubblicare, insieme al riferimento più diretto al culto, che è stato così integrato in maniera magistrale.
@Luisa, e chiudo
un altro esempio diretto del "Misericordia io voglio e non sacrificio" agito da Gesù in persona è questo della donna adultera:
Giovanni 8,3-11
"Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
L'episodio è importante (oggi forse più verso certo medio oriente che non per i nostri usi) perchè indica una vera riforma che Gesù nel Nuovo Testamento opera rispetto al Vecchio.
Gesù toglie la pena di morte per lapidazione a chi si macchia d'adulterio.
Non indica però che l'adulterio non è più peccato, non "sdogana" l'adulterio: Gesù infatti dice "non peccare più", e la perdona (misericordia).
Impedisce il sacrificio (la morte per lapidazione) di lei, e indica nel frattempo i peccati di tutti. Ecco perchè con Gesù è apparsa la Grazia...che ci ammaestra però a vivere in Lui e a non continuare nel peccato.
Fino all'ultima pagina di Apocalisse il peccato è detestato: entra nel Regno chi dopo aver conosciuto Gesù "ha lavato le proprie vesti nel Sangue dell'Agnello" (Apoc 7, 14; 12,11) abbandonando la vita "errabonda", ma resta fuori che persevera nel male senza pentimento. (Apoc 22, 14-15)
Maria, naturalmente il tuo pezzo (che non avevo letto mentre postavo i primi miei), era molto chiaro,
ma già che c'ero ho fatto qualche esempio dedicato specie alla seconda parte delle domande poste da Luisa.
`
Laudetur Iesus Christus ! Semper laudetur !
Carissimi Ascoltatori, carissimi Amici,
Chiediamoci solo quale è stato il discorso e il linguaggio usato da Gesù Cristo nei casi di adulterio e ci bastera ampiamente.
Oggi c'è sempre una parte del discorso di Cristo che manca. Il cosidetto " ... va e non peccare più".
Questo "non peccare più" viene stranamente ommessa.
« A mani giunte ! Preghiamo l’Immacolata »
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Ringrazio infinitamente mic e Josh, quelle sono le parole con cui sono stata formata, non mi è stato presentato un Gesù dolciastro, mielloso, che non giudica mai, che non domanda nulla, sono grata a Josh di ricordare che Gesù:
Non indica però che l'adulterio non è più peccato, non "sdogana" l'adulterio: Gesù infatti dice "non peccare più", e la perdona (misericordia).
Impedisce il sacrificio (la morte per lapidazione) di lei, e indica nel frattempo i peccati di tutti. Ecco perchè con Gesù è apparsa la Grazia...che ci ammaestra però a vivere in Lui e a non continuare nel peccato."
Il pentimento ben pochi ne parlano e il "va e non peccare più" è silenziato, chi ricorda il fermo proposito di non più peccare?
Fra poco censureranno anche Gesù, togliendo dal Vangelo, o annacquando all`estremo, le frasi scomode, quelle che disturbano i piani dei demolitori, che non sono nell`aria del tempo, quelle che, per riprendere Bergoglio, non sono in sintonia con la cultura contemporanea che detta la sua legge anche a Cristo.
Ancora grazie a Josh e a mic!
A picture is worth a thousand words:
Burke, a man, a father, a Cardinal, A Prince of Saint Roman Church, "vir, aner"
Tagle, a baffoon, a child who will never be a father, a caricature of a Cardinal, a joker of the Church, who can be a "Madchen", but surely not a "vir".
Oh, God, have mercy !
RR
Lo scenario mondiale si fa sempre più cupo per l'attacco degli estremisti islamici, che si portano dietro i moderati, volenti o nolenti . La situazone sta diventando da Apocalisse, vale a dire da "rivelazione" delle grandi forze che dominano la storia; forze politico-militari ma anche preternaturali.
Occorrerebbe un ricompattamento del tessuto sociale attraverso il rafforzamento dell'impulso etico e anche la ripresa di una forte identità cristiana e cattolica.
La legge del divorzio breve e l'allargamento della porta stretta nella morale familiare potranno ottenere quest'effetto? Evidentemente papa Francesco e il suo entourage pensano che, "disincagliando" La Chiesa dal rigorismo etico, la gente potrà cogliere il nocciolo del messaggio cristiano e provare il "gaudio dell'Evangelo"; da qui si aspettano un ritorno alla pratica religiosa.
C'è da considerare se il progetto non sia illusorio: da parte dell'"uomo della strada"tanta simpatia per papa Francesco, ma alla larga dalla Chiesa.
E' ovvio che il papa debba muoversi con prudenza, soppesando le parole, come del resto sa fare con gli Islamici: ogni frase di troppo potrebbe rinfocolare ulteriormente la caccia ai Cristiani. Del resto nel Vangelo Gesù fa l'esempio del sovrano che prima di gettarsi in una guerra fa il calcolo delle forze di cui dispone. La guerra non si fa, o se la si fa, la si fa sul serio, nello stile di Churchill.
Questo non mi toglie l'impressione che l'agenda di papa Francesco sia calibrata in vista di una situazione da anni '90, dopo la caduta del Muro, quando si parlava di "fine della storia" . Anche la Belle Epoque con i suoi sogni di pace universale ormai raggiunta fu smentita dalla deflagrazione del 1914.
"E' ovvio che il papa debba muoversi con prudenza, soppesando le parole, come del resto sa fare con gli Islamici: ogni frase di troppo potrebbe rinfocolare ulteriormente la caccia ai Cristiani. Del resto nel Vangelo Gesù fa l'esempio del sovrano che prima di gettarsi in una guerra fa il calcolo delle forze di cui dispone. La guerra non si fa, o se la si fa, la si fa sul serio, nello stile di Churchill."
Consta, se ci si crede, che dalla parte della Chiesa ci sia l'Onnipotente, la sua Santissima Madre, vincitrice di tutte le eresie e temuta come nessun altro dal demonio e dai suoi schiavi, le celesti schiere angeliche, tutti i santi ed i beati. Mi pare allora che in quanto a forze da soppesare siamo messi bene, no?. Del resto Gesù ce lo ha detto chiaro: il vostro parlare sia si, si, no, no il di più viene dal maligno; e ancora: "non sono venuta a portare la pace, ma una spada".
"Evidentemente papa Francesco e il suo entourage pensano che, "disincagliando" La Chiesa dal rigorismo etico, la gente potrà cogliere il nocciolo del messaggio cristiano e provare il "gaudio dell'Evangelo"; da qui si aspettano un ritorno alla pratica religiosa."
E quale sarebbe, di grazia, questo "nocciolo" ? La Chiesa non è incagliata nel rigorismo, ma è custode gelosa del Dogma; travisare coscientemente la realtà significa mentire se in malafede, e se in buona fede fare comunque danni ed essere inadeguati. Il cuore del Vangelo è nel comando che Gesù ci ha dato: ama Dio e poi ama il prossimo. Amare Dio vuol dire amare la Chiesa come Lui l'ha voluta, non come la vorremmo noi. Amare il prossimo significa portargli la Verità rivelata perché si salvi, non cambiarla perché così è più comodo e meno faticoso.
Perché non dimenticare, oggi, "le polemiche" assolutamente giuste, doverose e necessarie, e invocare invece sulla Chiesa e l'Eminentissimo Pricipe, il cardinale Burke e tutti i coraggiosi prelati come lui, la potente intercessione del Patriarca San Giuseppe. Terror daemonum et Protector Sanctae Ecclesiae, ora pro nobis. Viva San Giuseppe!
@ Marco P. Non sto affatto approvando la teoria del "nocciolo evangelico" + parti accessorie destinate a una certa elasticità; ho solo cercato di indicare, in via ipotetica, quale sia la "mens" di Kasper, Marx e simili. Personalmente sento un grande trasporto per Padre Pio; e il padre nel campo della morale sessuale e matrimoniale era di un rigore estremo. Appena scoppiò la bomba della "Humanae Vitae" si affrettò a mandare a Paolo VI una lettera di adesione e sostegno.
Per questa "mens" ho indicato le speranze illusorie degli anni '90; aggiungo che probabilmente bisogna risalire al clima conciliare e postconciliare degli anni '60 con il "disgelo" successivo alla crisi di Cuba del 1962.. ma ora il quadro internazionale sta cambiando nettamente.
L'insegnamento e l'azione della Chuesa non possono né devono dipendere da nessuno scenario internazionale di nessuna epoca., anche se ci devono fare i conti...
Che poi molti uomini di Chiesa abbiano sbagliato in termini di potere temporale non ha mai cambiato uno iota del Depositum fidei che è lì per la salvezza delle anime e per la gloria di Dio anche in questo mondo. Oggi, invece; mi pare che stiano scricchiolando proprio le fondamenta.
@ Mic. Di fatto le "speranze illusorie" hanno indotto molti a spostare l'accento sul "progresso", a scapito dell'istanza della "salvezza dell'anima" e della prospettiva dei Novissimi.
Gli sviluppi della dottrina per essere legittimi devono essere coerenti con la tradizione, oltre che con il dettato scritturistico, come teorizzato dal card. John Henry Newman, anglicano convertito al Cattolicesimo grazie alla frequentazione della Patristica e grande
esperto della questione ariana. Tuttavia
l'esplicitazione del Depositum Fidei può essere sollecitata di fatto da circostanze politiche
come stimolo esterno. Il Concilio di Nicea fu assecondato, promosso, addirittura "spesato" da Costantino, che mirava composizione della diatriba come elemento di pacificazione interna dell'Impero; le encicliche dell'800 ( "Mirari vos", "Quanta cura" col Sillabo ) e il dogma dell'Immacolata Concezione vanno visti nel contesto della reazione ai sommovimenti ideologici e politici dell'800; il dogma dell'"Assunzione" va considerato in quello delle preoccupazioni epocali e perfino apocalittiche di Pio XII, profondamento colpito dal
messaggio di Fatima. 1949 scomunica dei Comunisti; 1950 dogma mariano, come a chiedere soccorso alla Madre Celeste. Ciò non toglie un ette dalla validità di quei pronunciamenti dottrinali; il che non si
potrebbe dire quando per manternersi
"aggiornati" si volessero introdurre novità
dottrinali incompatibili col Depositum.
. Appena scoppiò la bomba della "Humanae Vitae" si affrettò a mandare a Paolo VI una lettera di adesione e sostegno.
Ne siete certi?
nON è che, da pochi giorni, ma Padre Pio era gia' morto?
Comunque Padre Pio, credo che l'HV, la avrebbe criticata da "destra". Questo documento,(HV, appunto) in materia degli scopi del matrimonio, è un fattore di confusione bell'e buono. Persino la Familiars Consortio è più "tradizionale". Cerca, la FC, di "appannare" un po' le porte della stalla, ma ormai i buoi erano scappati. L'idea che la pianificazione familiare, sia pure attuata tramite la continenza periodica, sia cosa "buona"(o, almeno, non cattiva) era gia' entrata tra la gente. La pianificazione familiare, come CONCETTO, in se stesso, FOSSE PURE ATTUATA TRAMITE LA CONTINENZA *ASSOLUTA*, se non ci sono motivi oggettivamente gravi (gravità che i coniugi debbono valutare sotto la guida del direttore spirituale E NON DA SOLI)è illecita.
Una figlia spirituale d Padre Pio, aveva il marito affetto da tubercolosi. Pertanto aveva paura di avere rapporti intimi.
Padre Pio la rimproverava. Le diceva che non poteva defraudare il marito dei suoi diritti.
Superata la paura, hanno avuto figli SANI e lei non si è ammalata.
l'esplicitazione del Depositum Fidei può essere sollecitata di fatto da circostanze politiche
Ovvio che l'insegnamento e l'azione della Chiesa sono sempre orientati anche alla riforma di costumi degenerati, a combattere con i dogmi eresie, a chiarificare ulteriormente i dogmi a scrutare e spezzare il pane delle Scritture...
Non mi sono espressa bene, ma questo per me era scontato lo si è ripetuto più volte.
Avrei dovuto dir meglio: cioè che la Chiesa deve insegnare e non "dialogare" con le mode del tempo lasciandosene condizionare, assumere ciò ch'è buono continuando tuttavia a chiamare l'errore con il suo nome, annunciando il Regno e riaffermando ciò che va riaffermato ad ogni generazione. E' questo che non fa più...
@ Rafminimi. Con subitanea ricerca su Wikipedia ho appunto che Padre Pio morì il 23 settembre 1968, mentre la "Humanae Vitae" porta la data del 25 luglio 1968. Sono sicuro che fosse piena estate perchè la notizia giunse, appunto come una bomba, mentre ero in vacanza montana con CL. Mi venne detto che pochi giorni prima una coppia molto impegnata aveva sostenuto la tesi che era opportuno fare un paio di figli propri, poi usare
la pillola e prenderne altri in adozione.
@ Mic. A dimostrazione del fatto che lei dava
per assodato, è opportuno ricordare che gli
imperatori della casa di Costantino
successivamente appoggiarono l'Arianesimo,
in quanto "via media" più facilmente digeribile dalla classe dirigente; Giuliano l'Apostata addirittura il ritorno a un paganesimo neoplatonizzante.
Quanto all'insegnare piuttosto che "dialogare"
ribadisco ( sopportatemi ) un'idea che ho caparbiamente fissa: la Buona Novella va proposta nella "lingua" del destinatario, ove per "lingua" si intende anche sistema di schemi mentali. Quelle dell'uomo contemporaneo
tecnoscientifico SEMBRANO poco compatibili con gli schemi su cui è basata la teologia classica. Solito esempio:l'idea che la colpa richieda inderogabilmente un sacrificio di ESPIAZIONE.; il difficile "ingranemento" fra storia sacra e storia naturale. Toccava e tocca agli intellettuali delle facoltà teologiche e delle università cattoliche gettare ponti fra i due ambiti, senza deflettere dall'ortodossia; il che si è fatto poco e spesso in modo affrettato e compromissiorio, cioè male o molto male. Si legga su "Messa in latino" quanto di scandaloso riportato su padre Balducci e padre Turoldo dal prof. Dante Pastorelli in un articolo di questi giorni su don Divo Barsotti e don Giulio Facibeni. A ciò si aggiunge il fatto che i mass media sono dominati dai laicisti, che selezionano i messaggi papali o li contraddicono con un autentico fuoco di sbarramento se non corrispondono al politicamente corretto. La fede per essere trasmessa deve anche tradursi in cultura, come un dono che va adeguatamente confezionato. Domanda: quanti sono oggi gli scrittori, filosofi, registi, poeti, musicisti, commediografi, saggisti, scienziati, maitres-a-penser dichiaratamente, nitidamente cattolici
tradizionali?
Scusate l'invadenza, ma i servizi TV da Tunisi mi fanno fremere: coi tempi che corrono, con le pallottole che volano, con le bombe che esplodono per mano si chi definisce "crociati" turisti inoffensivi e si propone di innalzare la bandiera verde su San Pietro è opportuno sbaraccare l'identità cattolica, sfaldare il testo sociale basato sulla solidità della famiglia cattolica? Ci pensino al prossimo sinodo!
Franco,
sarà pure una questione di opportunità, ma è innanzitutto questione di fedeltà a Cristo!
Poi è chiaro che tutto quanto viene attuato secondo la volontà di Dio edifica l'uomo, quello VERO, anzichè distruggerlo come sta accadendo.
La priorità è comunque la fedeltà...
E chi se ne importa se filosofi - quali, Severino, ino, ino .- scrittorii - chi, Moravia ed il suo ucc..lo, o Muccino? O Roth ed il suo "lamento"? -e stendiamo un velo pietoso su commediografi, registi, maîtresse ( questo è un errore del correttore automatico, ma lo lascio perché ci sta bene) a penser- chi? Bernard Henri Levi, uno dei fautori del casino in Libia? Fukuyama e la sua Fine della Storia del c...avolo? non sono cattolici, tradizionali o no?
Siamo in una situazione sempre più tragica, e ci preoccupiamo che il Mondo, il Saeculum, non sia
cattolico?
MaNON lo è mai stato ! Seneca era cattolico? Marco Aurelio? Plotino?
ERANO IN DUE AAI PIEDI DELLA CROCE!!!
Questi Sono ragionamenti da Giuda, che voleva un Messia trionfante su Roma e Re d' Israele, ed andò a
venderlo e a vendersi al Saeculum di allora
Rr
PS: per altro un uomo che era in grado di parlare alla " cultura" del Saeculum la Chiesa lo,aveva.. Han fatto,di tutto per silenziarlo, han lasciato che si scatenassero contro di lui tutte le iene ( non i lupi, sono più nobili) dei media politically correct e lobby owned, ed adesso ci lamentiamo?
BASTA COMPLESSI D' INFERIORITA' nei confronti di ideologie e culture aliene che han rovinato il Novecento e , purtroppo, stan rovinando pure il 2000!!
@ Mic. I novatori vogliono essere al passo coi tempi; ma forse i tempi che si stanno avvicinando sono diversi da quelli che pensano loro. Ovviamente, il discorso a cui ho accennato è solo di "extrema ratio", visto che le parole di Gesù vengono neutralizzare tramite esegesi storicizzarnte e contestualizzante. Come dire: se proprio non ci arrivate per fede, arrivateci per senso di opportunità. Come nel caso della famosa "scommessa" di Pascal: non credo che quel grande pensatore volesse veramente la decisione pro o contro Dio in base a un freddo calcolo delle probabilità da roulette; per me intendeva dire: se proprio non ci arrivate per intuizione del cuore, provateci a farlo per calcolo ( nella speranza che il cuore a poco a poco vi si scaldi ).
E Tagle dovrebbe essere un papabile al prossimo conclave?
E avete ancora dubbi che dopo il prossimo sinodo non sia possibile uno scisma tra chi crede solo nel materialismo e chi crede davvero solo in Dio Uno e Trino, nelle Sue Leggi Divine immutabili e ultrabimillenarie, i Comandamenti.
Questi nuovissimi davvero credono in Dio? NO! NO! NO!
Ma non capisco il perchè, esistendo varie chiese protestanti, non vanno la dentro, anzichè danneggiare la Dottrina Cattolica Apostolica Romana. Solo perchè prima la vogliono distruggere. Ci stanno riuscendo ed il popolo bue non se ne rende conto.
W Rosa Rr
BASTA COMPLESSI D' INFERIORITA' nei confronti di ideologie e culture aliene che han rovinato il Novecento e , purtroppo, stan rovinando pure il 2000!!
CONFERMO, CONDIVIDO & SOTTOSCRIVO AL 112%!
Ovvero, come si dice nel gergo informatico:" QUOTO".
@Franco,
Lei si è soffermato sul mero dato cronologico. Padre Pio, per come stava nel 1968, non credo che fosse in grado di scrivere molto. Non solo, a meno che non glielo hanno detto gli Angeli, (non è impossibile, le comunicazioni angeliche sono un dato sempre presente nell'esperienza dei figli spirituali di Padre Pio) dubito che fosse a conoscenza, se non dell'esistenza di HV,quanto meno del contenuto effettivo di tale documento. Ripeto: se ne fosse stato a conoscenza, non avrebbe potuto che criticarlo. Ovviamente per i motivi opposti a quelli per il quali era criticato al tempo. Non perché documento anti-pillola, ma perché fonte di confusione circa gli scopi del matrimonio.
Vorrei sapere perchè Bergoglio non smentisce Scalfari dell'intervista di cui parla Socci?
Ma è vero che Bergoglio e Scalfari si sono incontrati e parlati di quelle cose?
Se così fosse, Bergoglio non stravolge due dogmi? Lui che dice di parlare solo di pastorale e di misericordia?
@ Rafminimi. Non posso darle subito il riferimento, ma ricordo di aver letto quella lettera di Padre Pio da diverse parti. Certo non si tratta di un commento teologico, come lei sembra chiedere; semplicemente una dichiarazione di obbedienza e solidarietà, tale da offrire un supporto al papa nella tempesta da parte di un uomo già considerato Santo e con un seguito immenso per la sua fama di taumaturgo con un filo diretto col Cielo. Non escludo che la lettera, molto breve, sia stata
sollecitata.
Capisco e condivido il suo discorso sui fini del matrimonio, ma lo stile con cui lo propone mi fa pensare al titolo di un film di Fred Buscaglione:"Noi duri".
Kasper, Marx, Tagle, Maradiaga... un tempo vigevano i Novissimi, oggi sono sulla cresta dell'onda i nuovissimi.
Quanto alla mancata risonanza mediatica sulla presunta o vera negazione dell'Inferno, è un segno di più del fatto che l'aldilà ormai fa problema solo per pochissimi. Proviamo a pensare a che cosa sarebbe successo ai tempi di Dante. Nel '300 papa Giovanni XXIII scatenò una fierissima opposizione di eminenti
teologi per aver negato la visione beatifica dei
salvati prima del Giudizio Universale e in punto di morte ritrattò.
el '300 papa Giovanni XXII (VENTIDUESIMO) scatenò una fierissima opposizione di eminenti
teologi per aver *negato* la visione beatifica dei
salvati prima del Giudizio Universale e in punto di morte ritrattò.
In effetti, piu' che negarla, esternò quella che era una sua difficoltà/dubbio di fede. E chiese preghiere ed ISTRUZIONI per esserne aiutato a liberarsene
Capisco e condivido il suo discorso sui fini del matrimonio, ma lo stile con cui lo propone mi fa pensare al titolo di un film di Fred Buscaglione:"Noi duri".
La ringrazio per il sorriso che mi regala con questo suo commento.
Lei, mi perdoni, e mi perdoni pure la nostra gentile "padrona di casa", ma gli stessi temi, ovvero scopi del matrimonio e illeicità
della panificazione familiare, in assenza di motivi gravi, valutati sotto la guida del direttore spirituale, (a monte del metodo usato, fosse pure l'astinenza assoluta), mi/ci può rendere edotti circa con quale stile li affronterebbe? Forse il suo è migliore, chissà.
fIRMO CON LA MaIL COMPLETA, ONDE, SE VUOLE, possiamo continuare il discorso senza abusare della pazienza di chi non è interessato.
A volte non vogliamo credere ai segni dei tempi, eppure il giorno che B.XVI annunciò le (dimissioni? Cristo può dimettersi da Cristo?), Roma centro della Cristianità stava affogando sotto un diluvio, o come volete un, temporale impressionante da molte ore, tanto che un enorme fulmine (o saetta) ha centrato il Cupolone di S.Pietro. - conclave, e chi ti viene fuori? Bergoglio con il suo buonasera anzichè Sia lodato Gesù Cristo - più segno dei tempi di quello?
Ora, dopo due anni, vedendo i Kasper, i Marx, i Tagle, i Maradiaga, cioè il blocco che fa capo alla TdL (che solo a nominarla inorridisco, e dopo i contatti di Bergoglio con Scalfari, Traettino e compagni vari e tuto ciò che va dicendo giorno dopo giorno sia Lui che i suoi compagni di merende, sarebbe ora chiedere a furor di popolo (certo nel medioevo sarebbero successe cose molto diverse a Roma, la città della civiltà Cristiana che ricordava ancora i leoni del colosseo che sbranavano i Cristiani per la loro fede) la cacciata da Roma di tutta questa marmaglia eretico/protestante che stà distruggendo la civiltà Cristiana.
Ora la speranza è che qualcosa si stà muovendo tra molti vescovi e cardinali fedeli alla tradizione Apostolica, nel nervosismo sempre più forte di queste forze...... (non voglio dire il termine perchè sarebbe una parola schifosa).
Tanto dopo il sinodo, dopo l'anniversario del vat.II e dopo il nuovo giubileo della misericordia bergogliana, se tutto non fila secondo questi gruppi distruttori della fede, quasi di sicuro, verrà indetto il vat.III da Bergoglio e C. - insomma o in un modo o nell'altro i modernisti cercheranno di distruggere la Dottrina Cattolica come hanno fatto con le Chiese ( i presbitèri delle antiche chiese)
stravolgendo il senso degli altari, abolendo i Crocefissi e tutto l'altro.
Se in Inghilterra un Cardinale (che crede in Dio) si pone come difensore delle Leggi Divine fino al martirio, mentre un'altro usa solo la durezza di un linguaggio, perchè metodi diversi non conosce, purtroppo viene dalle periferie esistenziali (scusate ma vogliamo mettere i cattolici romani e .........?)
Quindi è ora che i fedeli millenari europei che nel medioevo sono stati preparati al cristianesimo da S.benedetto incomincino a tirar fuori le unghie e convertire i non cristiani della tdl.
I nostri missionari europei l'hanno fatto per centinaia di anni rimettendici la vita, non possiamo farlo di nuovo noi oggi?
Chi crede, deve trasmettere la fede senza paura ne di bergoglio, ne dei suoi accoliti.
Rr, à la guerre comme à la guerre, ok, let's grow up a pair......how many of them will do it? Tornando in questo scellerato paese, a parte che si dovrebbero dimettere tutti e non solo Lupi, visto che il piazzista padre è indagato per bancarotta fraudolenta per l'azienda da lui diretta in cui lavorava anche il figlio, per il vdr vale la frase lapidaria di Hummes, quello famoso cui cadde l'ostia dalle mani, altro segno nefasto dopo il terribile fulmine che squarciò il cielo romano andandosi a schiantare sul cupolone, disse "4 anni di bergoglio sono più che sufficienti" vero, già 2 hanno causato danni irreversibili.....come pensiamo di fronteggiare gli islamisti, con sdegno, 'dura' condanna e ca88ate varie, col 'prudente' silenzio del vdr', ma ca88arola, quando c'era chi diceva le cose come erano l'hanno azzittito e poi fatto accomodare fuori, questi ci odiano e non vedono l'ora di tagliarci la testa e noi stiamo a cazzeggiare????Allora inginocchiamoci tutti quanti verso la Mecca e aspettiamo che ci ammmazzino, tanto sono già tra di noi. Anonymous.
Franco , io sono una persona non ancora anziana , anche se veleggio verso i 60 . Ho avuto la grazia del vero catechismo ,della vera Messa da bambina , di parenti cattolici (normali , anche se in parte della famiglia ci sono stati sempre preti e suore , non particolarmente "impegnati " ) .Poi c'è stato il grande disastro conciliare , se ne parlava al liceo delle nuove prospettive , e già avevano cominciato ad attecchire fra i giovani nuovi comportamenti . All'università (seria , non erano approdati a Giurisprudenza il 18 politico , gli esami di gruppo , lo sprezzo dei professori con loro pavida acquiescenza...attraversando la strada, v Balbi per chi conosce Genova , era tutt'altra situazione )ho studiato dir canonico con professore serio e mi sono laureata in diritto ecclesiastico . Tutto ciò per dire che non sono stata estranea al clima culturale di quel periodo di transizione , in cui permanevano luci miste a moltissime ombre (eufemismo ). Io stessa ne sono stata contaminata , purtroppo , pur sempre rigettando gli eccessi che pur parevano normali .Eppure , non ho mai sentito la necessità di un linguaggio nuovo , anzi , ho sempre istintivamente ricercato la verità sia pur espressa in linguaggio addirittura arcaico (ho un Combattimento spirituale del 600 , l'ho trovato in soffitta , lo leggo comprendendolo perfettamente e come me credo qualsiasi persona di media cultura , aderisco con gioia a tutte i preziosi ammonimenti ... eppure non sono affatto una bibliofila , non apprezzo l'oggetto libro in se stesso , ma solo ciò che mi comunica ). Credo di non essere un'eccezione , ma di rientrare nella regola : la Verità pura e semplice , espressa in parole semplici , prese nel loro comune significato , è accessibile all'uomo moderno , purchè ci sia un substrato di buona volontà . L'ho riscontrato anche nel caso di giovani , immersi più di me nel mondo ancor più corrotto : il concetto di "sacrificio " , per es. , lo possono benissimo comprendere , e tanto altro . Purchè , ripeto , siano aperti alla Verità , questo non è di tutti , ma entriamo in un campo avvolto dal mistero
Parole sante , mic , sull'importanza dell'autorità paterna ... quanti guai , quanti dolori , e Dio non voglia ancor peggio , per la femminilizzazione del padre ...che fra l'altro provoca un forte squilibrio anche nel ruolo materno
Recitiamo una Ave Maria per questo povero credente che si e' smarrito . Amen
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-chi-ha-paura-del-cardinale-burke-12146.htm
Non hanno la stessa fede, ma hanno la stessa libertà.
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