Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 1 ottobre 2016

Nuova Santa Messa in strada a Santa Rita. Parigi, domenica 2 ottobre

Interessante notizia dai "resistenti" d'Oltralpe. Della vicenda della chiesa parigina di Santa Rita avevamo parlato qui. Se la riprendiamo, non è solo per riportare il dato di cronaca di ciò che accade altrove nel mondo cattolico, ma per essere consapevoli, condividere  e affiancarli con la preghiera.
Nel quadro della mobilitazione per la chiesa di Sainte-Rita, ecco l'annuncio di don Tanoüarn, pubblicato su Metablog (nella nostra traduzione):

Domenica prossima, 2 ottobre alle ore 11, si celebrerà ancora una volta la Messa di fronte alla Chiesa di S. Rita, murata. Questo gesto pubblico è più che mai necessario.
Presto incontrerò il Promotore. Il proprietario dà avviso di pagamento per comprare la parte da demolire. Non si impegna su una situazione fluida. Non ci tiene a pagare per non costruire. Insomma ci sono tutti gli elementi di una farsa!
E' essenziale in questo contesto che siamo in tanti: non si distrugge una chiesa che funziona, no: almeno non in Francia. Ecco perché è necessario che a Santa Rita, insieme, dimostriamo che la chiesa funziona. Questo è il modo migliore per far abbassare il prezzo, dando un futuro a questa chiesa. Il 2 ottobre è la festa degli Angeli Custodi. Quelli di S. Rita avranno molto da fare. Dobbiamo aiutarli.
Dopo l'evento mediatico dell'estate scorsa, abbiamo scoperto molte altre chiese che corrono il rischio di essere distrutte. Santa Rita, nel quindicesimo arrondissement, nel cuore di Parigi, è diventata un simbolo. 
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a Forlì si preoccupano di poter gestire una Chiesa in abbandono.

mic ha detto...

Sto 'lavorando' un testo che viene dai protagonisti di Forlì. Una lettera aperta al vescovo. Condivideremo, esamineremo e pregheremo per loro.

mic ha detto...

Memoráre, o piíssima Virgo María,
non esse auditum a sǽculo,
quemquam ad tua curréntem præsidia,
tua implorántem auxilia,
tua peténtem suffrágia, esse derelíctum.
Ego tali animátus confidéntia, ad te,
Virgo Virginum, Mater, curro, ad te vénio,
coram te gemens peccator assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despícere;
sed áudi propitia et exáudi.
Amen.

Ave Maria ! ha detto...

Ohhh ma questa e' una notizia stupenda ! Finalmente diamo segni di risveglio ! Spero che l'altare improvvisato sia degno e bellissimo e se ci saranno i canti , che siano lievi e la celebrazione tutta mostri che l'Amore e' riamato !

Quanto alla notizia di Forlì ne ero a conoscenza e spero che vada felicemente in porto . E' quello che sostengo da sempre : se ci sono fedeli disponibili e responsabili si possono benissimamente prendere cura della casa di Dio e sotto la supervisione del Vescovo o di un Sacerdote tracciare un programma di preghiere , di lodi , di letture spirituali , di veglie di preghiera per impetrare grazie dal cielo....purche' senza "cagnara" ma con umilta' e devozione...... e soprattutto limitandosi alle proprie competenze . Magari alla Domenica ci sara' pure un Sacerdote per celebrare la Messa , e se ci sono , caspiterina , suonate 'ste campane , a ricordarci di alzare gli occhi dal fiero pasto per rivolgerli a Colui che ci ha creati ! Amen
http://www.forlitoday.it/cronaca/amici-tradizione-cattolica-gestione-chiesa-san-francesco.html

Ave Maria , Sacerdoti dell'Altissimo ! ha detto...

Dalla «Regola pastorale» di san Gregorio Magno, Papa
(Lib. 2, 4 PL 77, 30-31)

Il pastore sia accorto nel tacere, tempestivo nel parlare :
Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch'è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell'errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch'è giusto e, al dire di Cristo ch'è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all'arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio.
Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: «Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare» (Is 56, 10), e fa udire ancora il suo lamento: «Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore» (Ez 13, 5). Salire sulle brecce significa opporsi ai potenti di questo mondo con libertà di parola per la difesa del gregge. Resistere al combattimento nel giorno del Signore vuol dire far fronte, per amor di giustizia, alla guerra dei malvagi.
Cos'è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d'Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell'infedeltà fu detto: «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte» (Lam 2, 14). Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future.
La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano invano i colpevoli con le promesse di sicurezza, e non svelano l'iniquità dei peccatori, ai quali mai rivolgono una parola di riprensione.
Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l'ha commessa. Per questo Paolo dice: «Perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono» (Tt 1, 9). E anche il profeta Malachia asserisce: «Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti» (Ml 2, 7).
Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: «Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce» (Is 58, 1).
Chiunque accede al sacerdozio si assume l'incarico di araldo, e avanza gridando prima dell'arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile. Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual'è , come farà sentire la sua voce? Per questo lo Spirito Santo si posò sui primi pastori sotto forma di lingue, e rese subito capaci di annunziarlo coloro che egli aveva riempito.

Pietro C. ha detto...

Il cardinale Burke ha celebrato un vespero pontificale a Trieste. Questa domenica celebrerà pontificalmente nell'antico rito romano.
Qui una mia impressione:
http://traditioliturgica.blogspot.it/2016/10/a-proposito-di-benevole-concessioni.html

Santa Domenica ! ha detto...

Gentile Pietro , io non sono così forte nella fede come lei e non ho la sua esperienza per cui le chiedo di perdonarmi se mi esprimero' da " bambina " . Come giustamente diceva questa mattina il Sacerdote nell'omelìa , e' necessario chiedere senza sosta al Signore di " accrescere la nostra fede " per poter vedere chiaramente la via dritta che conduce a Lui . Un evento luttuoso della mia vita ha scatenato la grazia di cui il Buon Dio mi ha fatto oggetto : il risveglio della fede . Da allora sono alla continua ricerca del Volto di Dio e cerco di approfittare delle occasioni che mi si presentano . Ieri sera , 1° sabato del mese di Ottobre , dedicato alla Madonna del Rosario , ho partecipato alla veglia di preghiera indetta da un Sacerdote che nella sua Parrocchia celebra la S. Messa sia in latino ( 3 volte alla settimana ) sia in italiano , abituando così il gregge a lui affidato all'uno e all'altro modo . Orbene ieri sera c'e' stata una gran partecipazione di fedeli e i vari Misteri del Rosario sono stati recitati in latino da persone di mezza eta' , giovani e giovanissimi , senza alcuna difficolta' , perche' perche' sono stati abituati . Secondo il mio piccolo punto di vista " bambino ", i Vescovi dovranno rispondere del peccato di omissione per non avere ottemperato allo spiraglio aperto da Benedetto XVI , che forse avrebbe ravvivato la fede sonnolenta faacendoci perdere una occasione . Quanto ai Sacerdoti , seppure formati malamente , come esorta S.Gregorio Magno , se vogliono veramente servire il Signore devono continuare/reincominciare la loro formazione , e ripartire dallo studio del latino e successivamente imparare a celebrare la S.Messa di sempre , ovvero sudare lacrime e sangue se effettivamente vogliono servire umilmente e devotamente Dio, santificarsi e strappare quante piu' anime al demonio . Padre Pio quando salvava un'anima diceva : " mi sei costato lacrime e sangue ". Quanto a noi , chiediamoci se li abbiamo sostenuti abbastanza con preghiere e penitenze e magari sgravandoli di qualche compito come , che so , pagare le bollette della luce , oppure li abbiamo intralciati nel loro compito magari facendo loro gli occhi di triglia ( rivolto alle donne )o gongolandoci nel fare i ministri dell'Eucarestia ( rivolto ambosessi ) . Noi , siamo cristallini ?

Anonimo ha detto...

Vedo che in Francia lo Stato consente (o invita) di incitare all'assassinio dei sacerdoti a mezzo scritta. Chissà se invece del "pretres" fosse stata scritta qualche altra parolina classificata dai dogmi politici attuali quanto ci avrebbero messo a mettere in manette lo scrittore sparando titoli cubitali ovunque.
Miles

Rr ha detto...

Miles,
la scritta è "en France on tue les pretres...", cioè "in Francia si uccidono i preti..." (e si chiudono le chiese, credo sia il seguito). La scritta cioè non è un incitamento, ma un'amara costatazione.
Sul resto delle tue considerazioni, concordo pienamente.

Anonimo ha detto...

Grazie RR, faccio ammenda per aver sospettato il peggio avendo letto solo il "tue les pretres".
Miles