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domenica 19 novembre 2023

Vivarium Novum, l'ultima università al mondo dove si parla solo latino

Segnalazioni dei lettori. Apprendiamo da Le Figaro [qui] l'esistenza di un progetto interessante definito "un prodigio di eccentricità, un progetto umanista che sfida ogni buon senso. Le Figaro è andato ad incontrare i cinquanta studenti appassionati che hanno scelto di trascorrere lì un anno". Qui l'indice degli articoli dedicati al Latino.

Vivarium Novum, l'ultima università al mondo dove si parla solo latino

Non lontano dalla città di Frascati, che la leggenda vuole fondata dal figlio di Ulisse e dalla strega Circe, sorge la sontuosa Villa Falconieri. Un gioiello del Rinascimento italiano. I suoi residenti, tra i 16 ei 25 anni, sono nepalesi, messicani, ucraini… Hanno scambiato, per un anno scolastico, smartphone e videogiochi con Sofocle, Cicerone e Platone. All'Accademia Vivarium Novum le regole sono chiare: si vive e si parla solo in latino, o in greco antico per i più avanzati. La vista è mozzafiato da queste colline di Roma est. Poco più su, in una villa simile, Cicerone scrisse le Tusculanes 2000 anni fa. Il tempo è così bello questo lunedì pomeriggio che una cinquantina di studenti pranzano nei giardini, sotto lo sguardo orgoglioso del direttore, Luigi Miraglia. “ Da mihi salem, quaeso ”, si sente tra le risate. Traduzione: " Mi puoi passare il sale?"»
fin qui Le Figaro on line. 
Il resto è leggibile solo per gli abbonati. E allora ho cercato sul web.

L’Accademia Vivarium novum a Frascati [qui] è un centro internazionale di studi umanistici che si ispira alle scuole del Rinascimento, con l’intento di influire positivamente sull’educazione dei giovani e sulla società. Attraverso rinnovati metodi d’insegnamento in ambito umanistico, artistico e scientifico, gli studenti dell'Accademia, provenienti da tutto il mondo, ottengono una solida formazione volta a corroborare i valori dell'humanitas e della dignità dell'uomo.

Grazie al sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca e al Ministero dei Beni culturali, l’Accademia ha sede nella Villa Falconieri, gioiello borrominiano dei Castelli romani, dove ogni anno accoglie circa cinquanta borsisti per un programma residenziale, e dove ospita convegni, conferenze, spettacoli musicali e teatrali, mostre d'arte e attività culturali aperte gratuitamente a ogni pubblico. Sono previsti anche corsi a distanza.

Oltre alla Scuola internazionale d’alti studi umanistici, l’Accademia promuove la ricerca scientifica in collaborazione con atenei italiani ed esteri, e gestisce il Centro per la rinascita delle arti figurative “Poikile”, il Centro studi sulla natura, l’umano e l’unità del pensiero e il Centro studi per la storia dei rapporti fra l'Europa e le altre civiltà.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

«L’abbandono del latino, che il Concilio stesso non auspicava, fu di fatto promosso da molti liturgisti, e così tutto il repertorio tradizionale di canto gregoriano e polifonia e di conseguenza le Scholae Cantorum furono additati come la causa di ogni male. Il motto era diventato quello di andare al popolo, senza capire le gravi conseguenze di questa banalizzazione dei riti e della liturgia. Io a questo mi sono sempre opposto e ho sempre sostenuto la necessità della grande arte in chiesa a nutrimento e beneficio proprio del popolo. Si è pensato che partecipare volesse dire cantare o leggere qualche cosa e così si è disattesa la sapiente pedagogia del passato. Paradossalmente anche tutto il repertorio di canti devozionali che il popolo sapeva e cantava è scomparso. Anni fa, ad esempio, quando il popolo assisteva a una Messa da morto, sapeva cantare con devozione il Dies Irae e ricordo che tutti si univano per cantare il Te Deum o le antifone alla Madonna. Oggi a stento si trova qualcuno in grado di farlo».
Card. Domenico Bartolucci (1917 - 2013), Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina dal 1956 al 1997

mic ha detto...

L’abbandono del latino, che il Concilio stesso non auspicava

Mi sembra di aver già risposto a un commento del genere. Se pensiamo alla Sacrosanctum Concilium, esiste l'affermazione; ma purtroppo è seguita da diversi "ma anche" che hanno consentito e consentono quei cambiamenti - col pretesto della 'pastorale' - diligentemente applicati tanto da portare ai sovvertimenti di cui ormai in molti siamo consapevoli...

Sull'ennesimo assassinio di una donna che interrompe la relazione ha detto...

Impegnati come eravamo a parlare di educazione sessuale, ci siamo dimenticati dell'educazione sentimentale.
Quella ideale poi sarebbe l'educazione spirituale.

Anonimo ha detto...

L'amore non è possesso ma donazione

Anonimo ha detto...

Attenzione! Un sito cattolico non può non segnalare il fatto che l'Accademia Vivarium Novum, benemerita per l'uso vivo del latino o metodo natura, è fortemente sconsigliabile per altri aspetti.

Il "mentore" di Luigi Miraglia è Giorgio Punzo ex seminarista gesuita cacciato a inizio novecento per omosessualità, teorizzatore dell'amore greco (vedi agghiacciante bibliografia su Wikipedia o altrove). All'interno dell'Accademia il recupero della cultura classica si accompagna, secondo voci praticamente ubiquitarie, a concezioni morali dell'antichità classica incompatibili con il cristianesimo (all'anno in Accademia sono ammessi solo maschi, particolare curioso).

In secondo luogo la prospettiva di Miraglia è umanistica nel senso peggiore, ovvero la cultura antica è idolatrata come mezzo di nobilitazione/redenzione dell'uomo senza Cristo.

Assolutamente sconsigliabile la frequenza da parte di un giovane cattolico, che per formarsi nella classicità ha a disposizione altre realtà più sane e aperte nei confronti della dimensione religiosa e cattolica. Ad esempio Istituto di Cultura Classica (Roma), Scholae Latinae (Montella - Avellino), Università Salesiana di Roma.

Caveatis.

mic ha detto...

Avevo letto anch'io il rilievo che fossero ammessi solo uomini, attribuito a questioni logistiche in via di superamento... ma non avevo alcun altro elemento.

Anonimo ha detto...

Mi aveva sollevato un dubbio e l'aspetto ricreativo e l'accento tecnologico. Il solito teatrino per ricchi o finti ricchi, entrambi debosciati.

Mauro ha detto...

Solo scuole veramente cattoliche

Da: Latino antico e moderno ha detto...

Agli amicI innamorati del latino : pensare di difendere il Latino per la sua utilità logica, per la sua intrinseca educazione alla razionalità e alla riflessione sulla lingua è una difesa perdente. Nell’epoca dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, questo tipo di difesa appare fragilina. Naturalmente sognare un futuro con una lingua latina viva è appunto un sognare, la chiesa cattolica erede dell’impero romano l’ha abbandonata, l’unione europea poteva metterla tra le lingue ufficiali d’Europa, in teoria, molto in teoria, non l’ha fatto. Il problema che riguarda non solo il latino ma l’intera classicità, sta ne fatto che fin quando ha resistito la premessa condivisa che il pensiero è più nobile e collocato più in alto della tecnica, il rispetto e l’ammirazione per la classicità filosofica e linguistica sono rimasti grandi. Ma da quando la tecnica, diciamo da una cinquantina di anni, non si è fermata a costruire ponti grattaceli e mandare razzi nello spazio, ma è diventata sofisticatissima e si è introdotta in territori che pensavamo fossero domini del pensiero umano, la tecnica si è scrollata di dosso la sua decretata e millenaria posizione subalterna rispetto al pensiero e quell’aura di rispetto e di mito verso la classicità ha cominciato a diradarsi.

Anonimo ha detto...

Difendere il latino nella cultura e nella liturgia significa proteggere la propria anima proprio dalla "tecnica sofisticatissima" che sarà pure tanto utile ma non può rispondere a tutte le nostre esigenze e paure.

Diego B. ha detto...

La tecnica è uno strumento ma il tecnico è un uomo. Io non ho una formazione classica in senso stretto ma alcuni miei professori (da "professare") hanno fatto di me un uomo di scienza e di pensiero. Il latino o la matematica sono lingue, strumenti, possiamo comporre una lode a Dio così come una bestemmia, possiamo apprezzare l'opera di Dio tramite la "semplicità" con cui descriviamo matematicamente i fenomeni fisici oppure costruire apparati di morte e sofferenza. Senza Dio tutto è perduto nei fatti o in potenza.