Nell'articolo di oggi Sandro Magister interviene sulla questione lefebvriana. Lo fa con molta completezza e pubblica una nota scritta dall'insigne teologo John R.T. Lamont espressamente per www.chiesa. La trovo estremamente significativa e porta elementi nuovi, anche se probabilmente la questione troverà soluzione o inciampo - Dio non voglia - in frangenti che forse al momento non ci sono noti.
Le domande di un teologo
di John R.T. Lamont
In un comunicato del 16 marzo 2012, la Santa Sede ha annunciato che il vescovo Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, FSSPX, è stato informato che la risposta della Fraternità al preambolo dottrinale presentatole dalla congregazione per la dottrina della fede è stata giudicata "non sufficiente a superare i problemi dottrinali che sono alla base della frattura tra la Santa Sede e detta Fraternità". Il comunicato non chiarisce se questo giudizio è emesso dalla CDF e approvato dal papa, o se è il giudizio dello stesso papa. Questo giudizio è l'ultimo, finora, di un processo di discussione sulle questioni di dottrina tra la CDF e la FSSPX. La natura e la serietà di questo giudizio solleva importanti interrogativi per un teologo cattolico. Il compito di questo articolo è di rispondere a tali interrogativi.
La segretezza dei colloqui dottrinali in corso rende difficile esprimere un commento sul giudizio. La ragione di questa segretezza è difficile da afferrare, poiché gli argomenti della discussione non riguardano dettagli pratici di una sistemazione canonica – che avrebbe chiaramente beneficiato della riservatezza – ma materie di fede di di dottrina, che riguardano non solo le parti implicate ma tutti i fedeli cattolici. Tuttavia, è stato detto abbastanza in pubblico sulla posizione della FSSPX per consentire una valutazione della situazione. Ci sono due cose che necessitano di essere considerate qui: la frattura tra la Santa Sede e la FSSPX che è stata prodotta dai problemi dottrinali in discussione, e la natura di questi stessi problemi dottrinali.
In una replica a uno studio di Fernando Ocáriz sull'autorità dottrinale del Concilio Vaticano II, padre Jean-Michel Gleize della FSSPX ha elencato gli elementi di questo Concilio che la FSSPX trova inaccettabili: "Su almeno quattro punti gli insegnamenti del Concilio Vaticano II sono talmente in contraddizione logica con i pronunciamenti del precedente magistero tradizionale, che è impossibile interpretarli nella linea degli altri insegnamenti già contenuti nei precedenti documenti del magistero della Chiesa. Il Vaticano II quindi ha rotto l'unità del magistero, nella misura in cui ha rotto con l'unità del suo oggetto. I quattro punti sono i seguenti.
- "La dottrina della libertà religiosa, così come è espressa nel n. 2 della dichiarazione 'Dignitatis humanae', contraddice gli insegnamenti di Gregorio XVI nella 'Mirari vos' e di Pio IX nella 'Quanta cura', così come quelli di Leone XIII nella 'Immortale Dei' e quelli di Pio XI nella 'Quas primas'.
- "La dottrina della Chiesa, così come è espressa nel n. 8 della costituzione 'Lumen gentium', contraddice gli insegnamenti di Pio XII nella 'Mystici corporis' e nella 'Humani generis'.
- "La dottrina sull'ecumenismo, così come espressa nel n. 8 della 'Lumen gentium' e nel n. 3 del decreto 'Unitatis redintegratio', contraddice gli insegnamenti di Pio IX nelle proposizioni 16 e 17 del 'Syllabus', quelli di Leone XIII nella 'Satis cognitum' e quelli di Pio XI nella 'Mortalium animos'.
- "La dottrina della collegialità, così come espressa nel n. 22 della costituzione 'Lumen gentium', incluso il n. 3 della 'Nota praevia', contraddice gli insergnamenti del Concilio Vaticano I sull'unicità del soggetto del supremo potere nella Chiesa, e la costituzione 'Pater aeternus'".
Padre Gleize ha preso parte alla discussione dottrinale tra la FSSPX e le autorità romane, così come ha fatto anche Ocáriz. Possiamo ragionevolmente assumere le affermazioni citate come una descrizione dei punti dottrinali sui quali la FSSPX non intende transigere e che sono stati presi dalla Santa Sede come inevitabile origine della frattura.
Il Vaticano II come la ragione della frattura?
Il Vaticano II come la ragione della frattura?
Il primo interrogativo in cui si imbatte un teologo riguardo alla posizione della FSSPX concerne la questione dell'autorità del Concilio Vaticano II. L'articolo di Ocáriz al quale ha replicato padre Gleize, pubblicato sul numero del 2 dicembre 2011 de "L'Osservatore Romano", sembra sostenere che un rigetto dell'autorità del Vaticano II sia la base della frattura riscontrata dalla Santa Sede. Ma per chiunque sia al corrente sia della posizione teologica della FSSPX sia del clima dell'opinione teologica nella Chiesa cattolica, questa tesi è difficile da capire. I punti menzionati da padre Gleize sono solo quattro del voluminoso insegnamento del Vaticano II. La FSSPX non rigetta il Vaticano II nella sua interezza: al contrario, il vescovo Fellay ha affermato che la Fraternità accetta il 95 per cento dei suoi insegnamenti. Ciò significa che la FSSPX è più fedele agli insegnamenti del Vaticano II di buona parte del clero e della gerarchia della Chiesa cattolica.
Si considerino le seguenti asserzioni di questo Concilio:
"Dei Verbum" 11:
Ebbene, tali insegnamenti fanno parte proprio di quel 95 per cento del Vaticano II che la FSSPX accetta. E a differenza del 5 per cento di quel Concilio rigettato dalla FSSPX, gli insegnamenti riportati sopra sono centrali per la fede e la morale cattoliche, e includono alcuni degli insegnamenti fondamentali di Cristo stesso.
Il primo interrogativo che il comunicato della Santa Sede solleva per un teologo è quindi: perché il rigetto da parte della FSSPX di una piccola parte degli insegnamenti del Vaticano II dà origine a una frattura tra la Fraternità e la Santa Sede, mentre il rigetto di molto più numerosi e importanti insegnamenti del Vaticano II da parte di altri gruppi nella Chiesa lascia questi gruppi tranquilli al loro posto e nel possesso di una piena condizione canonica?
Il rigetto dell'autorità del Vaticano II da parte della FSSPX non può essere la risposta a questo interrogativo. In realtà la FSSPX mostra maggiore rispetto per l'autorità del Vaticano II della maggior parte degli ordini religiosi nella Chiesa. È interessante notare che i testi del Vaticano II rigettati dalla FSSPX sono accettati da quei gruppi dentro la Chiesa che rigettano altri insegnamenti di questo Concilio. Uno potrebbe quindi supporre che sono proprio questi specifici testi – sulla libertà religiosa, la Chiesa, l'ecumenismo, la collegialità – che fanno problema.
La frattura tra la Santa Sede e la FSSPX nasce poiché la Fraternità rigetta questi particolari elementi del Vaticano II, non per una intenzione della Santa Sede di difendere il Vaticano II in blocco. Mentre la frattura non sorge con i gruppi al di fuori della Fraternità che rigettano molto di più del Vaticano II poiché questi gruppi accettano questi particolari elementi. Ma se questo è il caso, il primo interrogativo semplicemente si ripropone con maggior forza.
Problemi con la dottrina cattolica?
Se la frattura tra la Santa Sede e la FSSPX non nasce dal rigetto dell'autorità del Concilio Vaticano II da parte della Fraternità, potrebbe essere il caso che la frattura sorga dalla posizione dottrinale della FSSPX stessa. Dopo tutto ci sono due facce della posizione della FSSPX sul Vaticano II. La prima faccia è la tesi secondo cui alcune affermazioni del Vaticano II sono false e non debbono essere accettate; questa è la faccia che rifiuta l'autorità del Concilio. L'altra faccia è la positiva descrizione della dottrina che dovrebbe essere accettata al posto delle presunte false affermazioni. Questa seconda faccia è l'aspetto più importante della discussione tra la FSSPX e le autorità romane. Dopo tutto, la finalità dell'esistenza di insegnamenti magisteriali è di comunicare la vera dottrina ai cattolici, e la loro autorità sui cattolici deriva da questa finalità. Questa faccia della posizione della FSSPX consiste in affermazioni sulle dottrine che i cattolici dovrebbero credere, affermazioni che in se stesse non dicono nulla sui contenuti o l'autorità del Vaticano II. Dobbiamo quindi considerare se queste affermazioni possono dare origine a una frattura tra la Santa Sede e la FSSPX.
Nel giudicare la posizione dottrinale della FSSPX deve essere tenuto presente che c'è una differenza essenziale tra la posizione della FSSPX sul Vaticano II e la posizione di quei settori dentro la Chiesa che rigettano gli insegnamenti sopra citati della "Dei Verbum", della "Lumen gentium" e della "Gaudium et spes". Questi settori semplicemente sostengono che certe dottrine della Chiesa cattolica non sono vere. Essi rigettano l'insegnamento cattolico, punto. Invece la FSSPX non sostiene che l'insegnamento della Chiesa cattolica è falso. Essa sostiene che alcune delle affermazioni del Vaticano II contraddicono altri insegnamenti magisteriali che hanno più grande autorità, e quindi accettare le dottrine della Chiesa cattolica richiede di accettare questi insegnamenti più autorevoli e di respingere la piccola porzione di errori presenti nel Vaticano II. Essa sostiene che il reale insegnamento della Chiesa cattolica deve essere trovato in precedenti e più autorevoli affermazioni. In positivo, quindi, la posizione dottrinale della FSSPX consiste nel sostenere gli insegnamenti di una parte dei pronunciamenti magisteriali. I più importanti dei pronunciamenti in questione sono elencati da padre Glaize: l'enciclica di Gregorio XVI "Mirari vos", l'enciclica di Pio IX "Quanta cura" con il relativo "Syllabus", le encicliche di Leone XIII "Immortale Dei" e "Satis cognitum", le encicliche di Pio XI "Quas primas" e "Mortalium animos", le encicliche di Pio XII "Mystici corporis" e "Humani generis", e la costituzione del Concilio Vaticano I "Pastor aeternus". Questi sono tutti pronunciamenti magisteriali di grande autorità, e in qualche caso includono definizioni dogmatiche infallibili, cosa che non accade con il Concilio Vaticano II.
Ciò fa nascere il secondo interrogativo riguardo alla posizione della Santa Sede sulla FSSPX, che induce un teologo a chiedersi: come ci possono essere obiezioni alla FSSPX quando essa sostiene la verità di pronunciamenti magisteriali di grande autorità? È un interrogativo che ha già in sé una risposta: non ci possono essere simili obiezioni. Se la posizione della FSSPX sulla dottrina può essere giudicata obiettabile, deve essere sostenuto che questa sua posizione non coincide con ciò che quei pronunciamenti magisteriali realmente insegnano, e quindi che la FSSPX falsifica il significato di tali pronunciamenti. Questa tesi non è facile da sostenere, poiché quando quei precedenti pronunciamenti furono promulgati, essi diedero origine a un considerevole corpo di studi teologici finalizzati alla loro interpretazione. Il significato che la FSSPX assegna ad essi è derivato da questo insieme di studi, e corrisponde a come quei pronunciamenti erano compresi nel tempo in cui furono prodotti.
Ciò rende ancor più puntuale e urgente il terzo interrogativo che sorge in un teologo: che cosa quei pronunciamenti insegnano davvero, se non è ciò che la FSSPX dice che essi insegnano? La risposta che molti daranno è che i significati effettivi di quei pronunciamenti sono dati da, o almeno sono in armonia con, i testi del Concilio Vaticano II che la FSSPX rigetta. Possiamo ammettere questa risposta come vera, ma ciò non ci aiuterà nel rispondere alla domanda. I testi del Vaticano II non offrono molte spiegazioni del significato di quei precedenti pronunciamenti. Ad esempio, la "Dignitatis humanae" dice semplicemente che il suo insegnamento "lascia intatta la dottrina tradizionale cattolica sul dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l'unica Chiesa di Cristo". Con ciò non offre alcuna spiegazione del contenuto di questa dottrina.
L'inadeguatezza di questa risposta conduce al quarto interrogativo, che è il seguente: qual è l'insegnamento autorevole della Chiesa cattolica sui punti che sono disputati tra la FSSPX e la Santa Sede? Nessun dubbio che le discussioni dottrinali tra le due parti abbiano implicato un esame della questione, ma la segretezza di tali discussioni lascia il resto della Chiesa al buio su questa materia. Senza una risposta al quarto interrogativo, non c'è possibilità di risposta a questa quinta domanda: perché le posizioni dottrinali della FSSPX danno origine a una frattura tra la Fraternità e la Santa Sede? Ma questa quinta domanda, pur significativa, non ha l'importanza della quarta. La natura dell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla libertà religiosa, l'ecumenismo, la Chiesa e la collegialità è di grande importanza per tutti i cattolici. Le domande sollevate dalle discussioni tra la Santa Sede e la FSSPX riguardano la Chiesa tutta, non soltanto le parti impegnate a discutere.
"Dei Verbum" 11:
"La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte"."Dei Verbum" 19:
"I quattro Vangeli, di cui la Chiesa afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo (cfr At 1,1-2)"."Lumen gentium" 3:
"Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione"."Lumen gentium" 8:
"La Fraternità costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l'assemblea visibile e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino"."Lumen gentium" 10:
"Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa"."Lumen gentium" 14:
"Il Concilio, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta"."Gaudium et spes" 48:
"Per la sua stessa natura l'istituto del matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento"."Gaudium et spes" 51:
"La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l'aborto e l'infanticidio sono delitti abominevoli".La grande maggioranza dei teologi nelle istituzioni cattoliche in Europa, Nordamerica, Asia e Australia tende a rigettare tutti o la maggior parte di questi insegnamenti. Questi teologi sono seguiti dalla maggioranza degli ordini religiosi e da una parte consistente dei vescovi in queste aree. Sarebbe difficile, ad esempio, trovare un gesuita che insegna teologia in qualsiasi istituzione gesuita che accetti anche uno solo di essi. I testi citati sono solo una selezione degli insegnamenti del Vaticano II che sono rigettati da questi gruppi; e potrebbero essere molto aumentati di numero.
Ebbene, tali insegnamenti fanno parte proprio di quel 95 per cento del Vaticano II che la FSSPX accetta. E a differenza del 5 per cento di quel Concilio rigettato dalla FSSPX, gli insegnamenti riportati sopra sono centrali per la fede e la morale cattoliche, e includono alcuni degli insegnamenti fondamentali di Cristo stesso.
Il primo interrogativo che il comunicato della Santa Sede solleva per un teologo è quindi: perché il rigetto da parte della FSSPX di una piccola parte degli insegnamenti del Vaticano II dà origine a una frattura tra la Fraternità e la Santa Sede, mentre il rigetto di molto più numerosi e importanti insegnamenti del Vaticano II da parte di altri gruppi nella Chiesa lascia questi gruppi tranquilli al loro posto e nel possesso di una piena condizione canonica?
Il rigetto dell'autorità del Vaticano II da parte della FSSPX non può essere la risposta a questo interrogativo. In realtà la FSSPX mostra maggiore rispetto per l'autorità del Vaticano II della maggior parte degli ordini religiosi nella Chiesa. È interessante notare che i testi del Vaticano II rigettati dalla FSSPX sono accettati da quei gruppi dentro la Chiesa che rigettano altri insegnamenti di questo Concilio. Uno potrebbe quindi supporre che sono proprio questi specifici testi – sulla libertà religiosa, la Chiesa, l'ecumenismo, la collegialità – che fanno problema.
La frattura tra la Santa Sede e la FSSPX nasce poiché la Fraternità rigetta questi particolari elementi del Vaticano II, non per una intenzione della Santa Sede di difendere il Vaticano II in blocco. Mentre la frattura non sorge con i gruppi al di fuori della Fraternità che rigettano molto di più del Vaticano II poiché questi gruppi accettano questi particolari elementi. Ma se questo è il caso, il primo interrogativo semplicemente si ripropone con maggior forza.
Problemi con la dottrina cattolica?
Se la frattura tra la Santa Sede e la FSSPX non nasce dal rigetto dell'autorità del Concilio Vaticano II da parte della Fraternità, potrebbe essere il caso che la frattura sorga dalla posizione dottrinale della FSSPX stessa. Dopo tutto ci sono due facce della posizione della FSSPX sul Vaticano II. La prima faccia è la tesi secondo cui alcune affermazioni del Vaticano II sono false e non debbono essere accettate; questa è la faccia che rifiuta l'autorità del Concilio. L'altra faccia è la positiva descrizione della dottrina che dovrebbe essere accettata al posto delle presunte false affermazioni. Questa seconda faccia è l'aspetto più importante della discussione tra la FSSPX e le autorità romane. Dopo tutto, la finalità dell'esistenza di insegnamenti magisteriali è di comunicare la vera dottrina ai cattolici, e la loro autorità sui cattolici deriva da questa finalità. Questa faccia della posizione della FSSPX consiste in affermazioni sulle dottrine che i cattolici dovrebbero credere, affermazioni che in se stesse non dicono nulla sui contenuti o l'autorità del Vaticano II. Dobbiamo quindi considerare se queste affermazioni possono dare origine a una frattura tra la Santa Sede e la FSSPX.
Nel giudicare la posizione dottrinale della FSSPX deve essere tenuto presente che c'è una differenza essenziale tra la posizione della FSSPX sul Vaticano II e la posizione di quei settori dentro la Chiesa che rigettano gli insegnamenti sopra citati della "Dei Verbum", della "Lumen gentium" e della "Gaudium et spes". Questi settori semplicemente sostengono che certe dottrine della Chiesa cattolica non sono vere. Essi rigettano l'insegnamento cattolico, punto. Invece la FSSPX non sostiene che l'insegnamento della Chiesa cattolica è falso. Essa sostiene che alcune delle affermazioni del Vaticano II contraddicono altri insegnamenti magisteriali che hanno più grande autorità, e quindi accettare le dottrine della Chiesa cattolica richiede di accettare questi insegnamenti più autorevoli e di respingere la piccola porzione di errori presenti nel Vaticano II. Essa sostiene che il reale insegnamento della Chiesa cattolica deve essere trovato in precedenti e più autorevoli affermazioni. In positivo, quindi, la posizione dottrinale della FSSPX consiste nel sostenere gli insegnamenti di una parte dei pronunciamenti magisteriali. I più importanti dei pronunciamenti in questione sono elencati da padre Glaize: l'enciclica di Gregorio XVI "Mirari vos", l'enciclica di Pio IX "Quanta cura" con il relativo "Syllabus", le encicliche di Leone XIII "Immortale Dei" e "Satis cognitum", le encicliche di Pio XI "Quas primas" e "Mortalium animos", le encicliche di Pio XII "Mystici corporis" e "Humani generis", e la costituzione del Concilio Vaticano I "Pastor aeternus". Questi sono tutti pronunciamenti magisteriali di grande autorità, e in qualche caso includono definizioni dogmatiche infallibili, cosa che non accade con il Concilio Vaticano II.
Ciò fa nascere il secondo interrogativo riguardo alla posizione della Santa Sede sulla FSSPX, che induce un teologo a chiedersi: come ci possono essere obiezioni alla FSSPX quando essa sostiene la verità di pronunciamenti magisteriali di grande autorità? È un interrogativo che ha già in sé una risposta: non ci possono essere simili obiezioni. Se la posizione della FSSPX sulla dottrina può essere giudicata obiettabile, deve essere sostenuto che questa sua posizione non coincide con ciò che quei pronunciamenti magisteriali realmente insegnano, e quindi che la FSSPX falsifica il significato di tali pronunciamenti. Questa tesi non è facile da sostenere, poiché quando quei precedenti pronunciamenti furono promulgati, essi diedero origine a un considerevole corpo di studi teologici finalizzati alla loro interpretazione. Il significato che la FSSPX assegna ad essi è derivato da questo insieme di studi, e corrisponde a come quei pronunciamenti erano compresi nel tempo in cui furono prodotti.
Ciò rende ancor più puntuale e urgente il terzo interrogativo che sorge in un teologo: che cosa quei pronunciamenti insegnano davvero, se non è ciò che la FSSPX dice che essi insegnano? La risposta che molti daranno è che i significati effettivi di quei pronunciamenti sono dati da, o almeno sono in armonia con, i testi del Concilio Vaticano II che la FSSPX rigetta. Possiamo ammettere questa risposta come vera, ma ciò non ci aiuterà nel rispondere alla domanda. I testi del Vaticano II non offrono molte spiegazioni del significato di quei precedenti pronunciamenti. Ad esempio, la "Dignitatis humanae" dice semplicemente che il suo insegnamento "lascia intatta la dottrina tradizionale cattolica sul dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l'unica Chiesa di Cristo". Con ciò non offre alcuna spiegazione del contenuto di questa dottrina.
L'inadeguatezza di questa risposta conduce al quarto interrogativo, che è il seguente: qual è l'insegnamento autorevole della Chiesa cattolica sui punti che sono disputati tra la FSSPX e la Santa Sede? Nessun dubbio che le discussioni dottrinali tra le due parti abbiano implicato un esame della questione, ma la segretezza di tali discussioni lascia il resto della Chiesa al buio su questa materia. Senza una risposta al quarto interrogativo, non c'è possibilità di risposta a questa quinta domanda: perché le posizioni dottrinali della FSSPX danno origine a una frattura tra la Fraternità e la Santa Sede? Ma questa quinta domanda, pur significativa, non ha l'importanza della quarta. La natura dell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla libertà religiosa, l'ecumenismo, la Chiesa e la collegialità è di grande importanza per tutti i cattolici. Le domande sollevate dalle discussioni tra la Santa Sede e la FSSPX riguardano la Chiesa tutta, non soltanto le parti impegnate a discutere.
33 commenti:
Problemi con la dottrina cattolica?
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Da come parla il teologo sembrerebbe che i problemi della dottrina cattolica sono più della Santa Sede che della FSSPX...
IL saggio di questo teologo è veramente limpido ed esauriente. Risponde alle tante domande che ci siamo spesso poste ed alla risposte che ci siamo date.
E' uscito, intanto, il terzo volume dedicato al Vaticano II di mons. Gherardini, che non ho letto, ma ho scorso una bella recensione dell'ottimo Piero Vassallo su Riscossa Cristiana. Se il contenuto del libro è quello offerto da Vassallo,
sarebbe opportuno che la Fraternità si attenesse a quanto esplicitato in quest'ultimo e conclusivo esame di don Brunero dell'assise ecumenica: tra equivoci, ambiguità, farraginosità ed anche contraddizioni ed errori poi in qualche modo corretti da altre ortodosse affermazioni, nei documenti del Vaticano II non è assente la Verità che lo Spirito Santo ha garantito.
La difficoltà sta nel ritrovare la luce tra tante nuvole.
Oramai il processo di auto demolizione conciliare è iniziato. Se al concilio togli i punti controversi togli i suoi pilastri dove reggono TUTTE le abominazioni liturgiche e teologiche ecclesiologiche. Se non lo farà questo Papa (che credo non lo farà mai) lo farà un altro.
Circa la Fraternità se la soluzione canonica sarà la nota Prelatura personale, sarà impossibile per loro continuare serenamente la propria attività pastorale.
Se hanno dato Ordinariati agli Anglicano, perchè non anche a loro?
Che ne dite di questo?
http://www.remnantnewspaper.com/Archives/2012-0415-dupuy-ides-of-april-sspx-rome.htm
Succo della questione: Papa e Card. Koch, Riforma della Riforma, nuovo rito ibrido, gradualità per farlo accettare.
Se la Fraternità è 'dentro', deve partecipare alla "riforma della riforma" e abbandonare la fedeltà al Rito di sempre?
E' impensabile che una liturgia non possa subire modifiche (non sostanziali) nel corso del tempo.
Resta da vedere chi è che partecipa e con che spirito.
Di certo l'"ibrido" di Koch non mi lascia per niente tranquilla :(
In ogni caso il rito "non abrogato" può continuare ad essere difeso ad oltranza meglio da dentro che da fuori, vigilando proprio sulle eventuali modifiche e sulla loro reale portata.
Bonum Ex Integra Cause, Malum Ex Quocumque Defectu
95% mi sembra una % molto molto elevata, ma anche se Mgr Fellay avesse detto che la SPX accetta il CV2 in queste proporzioni ha poi più volte precisato che il 5% restante é un veleno per le anime e che allo stesso modo in cui nessuno mangerebbe mai un tiramisu con la scusa che contiene "solo" 80 grammi di stricnina, cosi' le parti infette del CV2 (per quanto siano minoritare) rendono tutta la torta conciliare non solo indigesta ma anche decisamente mortale.
Si tratta di un ottimo articolo, mette in evidenza ciò che il Vescovo Fellay, aveva posto nella sua omelia:
"Il problema chiave nelle nostre discussioni con Roma è stato davvero il Magistero, l'insegnamento della Chiesa". omelia di Mons. Fellay nel seminario di Winona per la festa della Candelora - http://fidesetforma.blogspot.com.br/2012/02/mons-fellay-accettateci-cosi-come-siamo.html
Ci sono due considerazioni su questioni che sono oggetto di controversia tra la FSSPX e Roma le decisioni del Magistero pre-conciliare: la prima che tali decisioni sono infallibili e la seconda, che tali decisioni sono
pastorali. Purtroppo non abbiamo accesso a ciò che è stato discusso nei colloqui, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà.
Caro Hpoirot,
Sono d'accordo con quello che hai detto. La dottrina tradizionale della Chiesa dice che un concilio ecumenico non può contenere errori. Così, non ci può essere l'ispirazione dello Spirito Santo in nessuno grado, come Dio, lo Spirito Santo non può contraddirsi, insegnando che un concilio non può contenere errori e che se ha manifestato in un Concilio dove se trova errori. Questo è un grave problema.
Un Saluto dal Brasile
e domande sollevate dalle discussioni tra la Santa Sede e la FSSPX riguardano la Chiesa tutta, non soltanto le parti impegnate a discutere.
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già ! finalmente lo possiamo dirre chiaro e forte; il degrado della Chiesa riguarda la Chiesa intera, che siamo tutti noi, Corpo Mistico, Chiesa Militante (espr. fuori uso, of course);
per questo mi stupisco profondamente che qui qualcuno (es. Eruanten) mi abbia accusato di crimine "lefebvriano" (cioè che le mie parole fossero le stesse di chi è "vicino" alla FSSPX: ma quando mai? certo però che ammiro la lunga e forte FEDELTA' della FSSPX alla Tradizione e alla Verità eteerna, cioè Nostro Signore), visto che non ho alcun rapporto, (e mi dispiace esserne lontano) con la FSSPX; mi si accusa di essere estremista (? o che altro?) solo perchè ho esposto gravi motivi di rammarico e trepidazione sul disastro della Chiesa, come se il crollo della Fede-Dottrina-Liturgia non fosse un dramma che coinvolge tutti i cattolici, ma solo i "lefebvriani" così sprezzantemente chiamati da molti "moderati", anche da Mons. Gherardini, guardati dunque da tutti come appestati, o aborriti come erano una volta in Italia i monarchici o i nostalgici del fascismo. Additati al pubblico ludibrio.
A quanto pare chi ha scritto le cose di cui sopra non meriterà l'accusa di pronunciare "filippiche"...meglio così.
La REALTA' durissima e amarissima dei fatti comincia a imporsi da sè !
hai voglia ad accusare il povero parrocchiano comune, angosciato di "estremismo" o "eccessiva vicinanza" alle tesi della FSSPX ....cari amici qui si tratta di volersi svegliare davvero, o continuare a cullarsi nelle illusioni, come certi bloggers (v. MIL) che insistono a dire:
"Tutto è come prima....tutto è in continuità ! viva la continuità della Tradizione...il concilio continua la linea della Tradizione ! dite che non si vede ? beh...ma sì, è come il trucco, c'è ma non si vede ...e a voi che importa ? fate un atto di fede, dite che la Chiesa di oggi è la perfetta continuazione di quella di 19 secoli e mezzo, ditelo....e come per incanto, a furia di ripeterlo, CON FEDE, eh mi raccomando) diventerà vero: proprio come i vestiti dell'imperatore, naturalmente.
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(gent. Mic: potrei sapere se c'è un mio commento nella casella spam, in qualcuno dei 3d prec. ?)
Non dimentichiamo la pastoralità del concilio, per cui gli errori nascono dalla mancata assistenza dello Spirito nei documenti dalla pastoralità caratterizzati, praticamente tutti. Anche quelli definiti dogmatici, perché trattan del dogma. Ciò che si nega in un documento o lo si esprime in modo contorto affiora poi altrove in modo più netto. Queste contraddizioni sono deleterie, son d'accordo, ma eliminiamo queste e accettiamo quelle che non sono in contrasto con la Tradizione.
Sulla riforma concordo con MIC. Ricordioamo che il card. Castrillon, che parlava a nome del Papa, sosteneva che nel VO Ordo potevan esser inseriti nuovi prefazi e qualche lettura in più.
Se tutta la riforma fosse qui non ci sarebbero problemi gravi. A me sembra che di riforma della riforma da un pezzo non si parla più. Forse l'idea è tramontata: meglio così, resta il vecchio rito com'è o con qualche piccolo ritocco, e il nuovo chissà che fine farà.
eliminiamo queste e accettiamo quelle che non sono in contrasto con la Tradizione.
scusi, non capisco: eliminamo, sogg. del verbo chi è ?
CHI deve procedere all'eliminazione con AUTORITA' competente, NOI piccoli fedeli ?
(caro Pastorelli, capisco che quell'"eliminiamo" è un cong. esortativo, ma non dobbiamo mica esortare noi stessi a fare una tale eliminazione di punti ambigui e fuorvianti....
allora mi spieghi secondo lei, perchè il Papa non ha alcuna intenzione di intraprendere tale revisione, chiarimento e definizione di punti chiari e fermi a cui attenersi scartando una buona volta le parti marce ?
Se il Papa regnante non intende affatto procedere a tale ardua impresa, vuol dire che NON VUOLE affatto mettere in discussione il concilio, che però egli ritiene, come ha detto in un recente discorso, un testo fondamentale per ritenersi CATTOLICI, insieme col Catechismo.
Ci rendiamo conto di questa assurdità ?
Il concilio non va spiegato nè chiarito al popolo(gregge docile-ignaro):
va solo attuato; la PRASSI conta innanzitutto.
Si afferma con toni di certezza che c'è la CONTINUITA', anche se nessuno la vede. E il supremo Pastore non intende per nulla dimostrare la continuità asserita del concilio 21.mo con la Tradizione.
Solo affermare e indurre a credere, senza alcun chiarimento.
Dobbiamo applaudire a questo rifiuto, pensando alle domande di mons. Gherardini, che resteranno senza risposta, così come quelle dei piccoli fedeli, tra clero e laici, mentre la deriva continua e gli abusi e i cattivi insegnamenti peggiorano di giorno in giorno ?
Dica lei dunque se non è da ravvisare in questo persistente defilarsi una grave omissione di docenza, oltre che fermezza di governo.
Anonimo ha detto...
Se hanno dato Ordinariati agli Anglicani, perchè non anche a loro?
Bonum Ex Integra Cause, Malum Ex Quocumque Defectu.
Amico,
ti farebbe piacere vedere San Pio V, messo sullo stesso piano di Crammer e tutti e due sotto Bugnini?
Come un genitore ha il compito di esigere un comportamento consono ai principi morali e quindi non solo può consigliare: "Dovresti studiare", ma lo deve richiedere tassativamente al proprio figlio, così la Chiesa non può limitarsi a dare indicazioni pastorali o a indicare principi e verità. Deve usare il metodo dogmatico del Sì si, no no, cioè confermare la verità con il sigillo del dogma e impugnare la menzogna con quello dell'anatema. Proprio perché Pietro ha ricevuto dal Signore il compito di confermare la fede di tutti i cristiani. Oggi sono ancora troppe le "zone grigie" che lasciano i credenti in balia di "qualsiasi vento di dottrina".
IT, sulla desistenza al vertice non è la prima volta che mi son espresso. E su altri punti che tocchi mai ho taciuto.
Eliminiamo: certo sarebbe l'optimum se gli equivoci, le ambiguità, le contorsioni fossero eliminate dal Papa: è quello che sempre abbiamo chiesto e continueremo a chiedere. Ma "eliminiamo" è anche l'esortativo a noi stessi che hai colto. Ciò che in coscienza, una coscienza guidata dalla retta ragione, c'impone di non accettare, non l'accettiamo se non è espressione di magistero infallibile. Facciamo leva, allora, sulle affermazioni contrarie e veritiere che pure nei documenti del concilio esistono, per bypassare le altre.
Quanto ai "lefebvriani" spesso si usa questo termine per comodità e brevità. Come si a dir sempre sacerdoti della FSSPX? possiamo chiiamarli piani, econiani ecc.? In ogni caso mai don Brunero, che conosco da una vita, ha usato o lo userebbe in senso dispregiativo quel termine indicativo. Quindi qui hai toppato malamente.
Peccato che non c'era anche mons. Gherardini quando sono stati fatti i colloqui con la FSSPX. Data la grande autorità del teologo erede della scuola romana, molto probabilmente l'accordo già sarebbe stato fatto.
Condivido in pieno l'articolo. alcuni dicono che la FSSPX fa bene ad accettare tutto il Magistero prima del 1965 nel senso inteso dai coevi e che dovrebbe accettare anche quello seguente.
Il problema è che nessuno, neanche il Papa ha mai dimostrato in maniera logica e rigorosa la continuità. Nessuno ha mai davvero confutato gli studi che mostrano la non continuità di alcuni asserti conciliari.
Per cui alla fine la FSSPX fa bene a rifiutare quei punti del Concilio Vaticano Secondo non armonizzabili con la dottrina cattolica.
Marco Marchesini
Per me l'osso più duro della commissione romana è stato mons.Pozzo. Ricordo certe sue dichiarazioni di parecchio tempo fa che non lasciavano presagire niente di buono.
Spero di avere capito male.
Il Papa non solo non l'ha mai dimostrato in modo rigoroso, caro Marco, ma non ha tentato neppur di dimostrarlo. L'afferma: iopse dixit, ma senza impegnare l'infallibilità.
Cari amici, questo articolo del teologo P. Lamont è molto saggio ed equilibrato e praticamente mette la Santa Sede con le spalle al muro.
La Santa Sede non potrà mai e poi mai condannare la Fraternità San Pio X perchè una condanna sarebbe una sconfessione del Concilio Vat. II. La Fraternità infatti a questo punto appare molto più obbediente al Vat. II di tanti altri teologi, vescovi e ordini religiosi....
Se anche per assurdo vi fosse una condanna sarebbe invalida e inutile e inefficace se non fossse accompagnata da una condanna di tutti coloro che stravolgono in chiave progressista il Concilio, Card. Martini e Scoborn in testa, gesuiti e vari teologastri.
Insomma questo articolo di P. Lamond mi mette l'animo in pace e mi da anche tanta gioia....
I modernisti si sono construita una trappola da cui non possono più uscire.....
Prego perchè la Fraternità prosegua nel suo atteggiamento di prudenza e di preghiera e penso che alla fine la soluzione sarà offerta su un piatto d'argento e tutti i veri cattolici non potranno che essere soddisfatti.
don Bernardo
Dopo quello che ci spiega il teologo Lamont, la S.Sede (mons.Levada) deve capire perche' il tradizionalismo sta' combattendo in questo modo. L'accordo,non e' lontano, se la Gerarchia ha capito, deve applicare quel 95% che per 50 anni ha stravolto a suo modo ed e' per questo che la FSSPX chiede tutta questa revisione del Concilio. Ma non e' solo la Fraternita' a chiedere al Papa l'applicazione vera del 95% come dice Lamont, ma e' l'intero popolo cattolico della Chiesa di sempre. Se non si vuole proprio affondare, visto il punto in cui e' la Chiesa, il Papa e il Mondo tradizionale devono accordarsi visto quanti chiarimenti mandano teologi come Mons. Gherardini, Lamont ed altri. Non ci si puo' chiudere in una botte di ferro perche' Vescovi, cardinali preti vari ordini vari Neocat. ed altri fanno capire che potrebbero fare cio' che stanno facendo da anni le chiese locali tedesca austriaca belga olandese ed altre minacciando scismi a destra ed a manca. Dio non ha paura di questo anzi da' piu' forza alla Sua Chiesa. Non dimentichiamo mai nella storia quante traversie e scismi, e la Chiesa e' sempre venuta fuori piu' grande e piu' forte. Perche' la Chiesa e' di Gesu' ed e' sostenuta dallo Spirito Santo.
Areki ha detto...
"Cari amici, questo articolo del teologo P. Lamont è molto saggio ed equilibrato e praticamente mette la Santa Sede con le spalle al muro."
La storia che da sempre,mi piace ed apprezzo di più è quella del re nudo.Quando penso ai dialoghi tra la Santa Sede e la FSSP non posso fare a meno di identificare i membri della Fraternità con il bambino della storia che dice in semplicità ma, in piena convinzione, ciò che vede, senza condizionamenti, mentre il Vaticano e tanti modernisti, li accomuno agli altri personaggi della storia che, spinti dalle più svariate motivazioni, non riescono o NON VOGLIONO, vedere la realtà dei fatti, per quello che è.
Senza fare nomi, in mil c'è chi spiega e giustifica ogni cosa con l'ubi Petrus.... ma Petrus, per essere credibile, deve essere in continuità con i Petrus precedenti. Questa è l'unica possibile via da percorrere, altrimenti, dovremmo dire: Questa è un 'altra Chiesa.....
Il problema è anche che tutta questa crisi e tutti questi problemi dottrinali minano la fiducia che un semplice fedele dovrebbe avere verso i suoi Pastori.
Se si notano egli errori nel Magistero dei Papi e dei Vescovi dopo il 1965, come si può prestare loro fiducia quando fanno affermazioni dottrinali che non sono la semplice ripetizione di quanto già affermato dal Magistero prima del 1965?
Mi viene in mente ad esempio l'intervento di Papa Giovanni Paolo II sul concetto di morte cerebrale, già discusso nell'altro posto.
Mi vien anche in mente la devozione a Gesù Misericordioso proposta da Santa Faustina Kowalska vista con sospetto dal Card. Ottaviani e approvata da Papa Giovanni Paolo II.
In questo articolo Don Villa mette in dubbio addirittura che sia lecita e cattolica:
http://www.chiesaviva.com/443%20mensile.pdf
Marco Marchesini
Vorrei mettere in chiaro che non condivido tutto quanto scritto da Don Villa. Spesso considero i suoi articoli esagerati e fuori le righe come quelli sui presunti simboli satanici nei paramenti del Papa!
Marco Machesini
Caro Marco,
io ho sempre stimato don Villa, ma sospendo il giudizio su molte affermazioni sulle quali non ho presa diretta. E forse mi spaventa il fatto che, se dovessimo dar retta a Don Villa - e a chi lo affianca, non dimentichiamolo - la situazione sarebbe compromessa oltre ogni dire...
Cara mic,
forse mi sbaglio, ma non penso che le comunità tradizionali, da quelle "regolarizzate" alla FSSPX, seguono le devozioni nate durante il pontificato di Giovanni Paolo II come:
-- Culto della Divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska.
-- Misteri luminosi del Rosario che non può essere più visto come un salterio di 150 Ave Maria.
-- Stazione della Resurrezione nella Via Crucis.
Quest'ultima davvero mi è sempre sembrata "stonata".
Le devozioni seguite sono quelle nate in anni non sospetti come il culto al Cuore Immacolato di Gesù e Maria.
Sui giudizi di Don Villa sui paramenti di Papa Benedetto XVI, a mio avviso seguendo quella logica e quelle forzature si arriverebbe ben presto a trovare simboli satanici persino in paramenti di Papi pre-conciliari.
Marco Marchesini
Bravissimo Lamont, molto chiaro ed equilibrato!
Caro it,
ti invito a leggere tutto ciò che ho scritto nei commenti di quel post. Lì ho cercato di spiegare il mio punto di vista.
Poco tempo fa in un importante occasione (discussione di laurea) mi hanno accusato di essere un lefebvriano, non me la sono presa.
Cordialmente penso tu ti stia sbagliando nei miei confronti.
Mic ti ho scritto una mail, per caso l'hai letta? :)
No caro adesso vado ad aprire la casella!
Culto della Divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska.
Il culto della Divina Misericordia è diffuso in ambito tradizionalista, anche tra i preti. Non quello della Suora;
Misteri luminosi del Rosario:
CONSIDERATI PER CIò che sono, ovvero una DEVOZIONE PRIVATA del Nord Europa, extra la Corona della Chiesa.- Stazione della Resurrezione nella Via Crucis.
Forse, di tutti gli abusi del Post-Concilio, è il più stonato, ma il meno grave.
Non sapevo che i Misteri luminosi provenissero dal nord-Europa.
Con il "Culto alla Divina Misericordia" intendevo infatti dire la coroncina alla Divina Misericordia, l'ora della Divina Misericordia, l'immagine di Gesù Misericordioso e la festa della Divina Misericordia.
Marco Marchesini
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