Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 14 aprile 2012

Le Figaro: Roma e Ecône sul punto di raggiungere un accordo

Il Blog Rorate caeli riprende dal grande quotidiano francese Le Figaro un articolo firmato dal suo corrispondente in materia religiosa, Jean-Marie Guénois, sorprendentemente morbido nei confronti dei tradizionalisti rispetto alle sue posizioni precedenti. Questo rimbalzare sui media di informazioni tutte dello stesso tenore potrebbe far pensare ad una sorta di messaggio ai vescovi che li rappresentano (anche se fa eccezione il tono de La Croix, già riportato qui). Aspettiamo e preghiamo.

Roma e Ecône sul punto di raggiungere un accordo 

La firma di un documento che stabilisce le relazioni tra la Santa Sede e i discepoli di Mons. Lefebvre è una questione di giorni.

Ufficialmente, il Vaticano attende la risposta di Mons. Bernard Fellay, il superiore dei lefebvriani. Appena ricevuta a Roma - «è una questione di giorni, e non più di settimane», - si indica in Vaticano, essa sarà «immediatamente» esaminata. Se è conforme alle aspettative, la Santa Sede annuncerà molto presto un accordo storico con questo gruppo di fedeli, conosciuto sotto il nome di «integralisti». 

Ma ufficiosamente, e con la massima discrezione, i designati hanno lavorato, da entrambe le parti, a «raggiungere un accordo». Nelle ultime settimane, sono stati conclusi i punti finali tra Roma e Ecône, al fine di rispondere meglio alle richieste di «chiarimenti» sollecitati dal Vaticano lo scorso 16 marzo. 

Una trattativa molto delicata 
È così che la risposta finale di Mons. Fellay, estremamente ponderata e ben preparata, dovrebbe risolvere - questa volta, davvero - una trattativa molto delicata rilanciata da Benedetto XVI dopo la sua elezione, nel 2005. 

La commissione «Ecclesia Dei», collocata all'interno della Congregazione per la Dottrina della Fede, il ministero più importante in Vaticano, è responsabile di questo dossier. Ma esso è anche, a questo punto, seguito personalmente da Benedetto XVI. Ed egli vuole un accordo. 

Il che lascia pensare le persone ben informate che un risultato positivo sta davvero per realizzarsi. Anche a costo della permanenza di divergenze profonde riguardanti il ​​Concilio Vaticano II. 

Divergenze completamente ammesse, del resto, dal Papa. Egli ha posto il suo pontificato nell'ambito di tale linea di reinterpretazione del Concilio Vaticano II. Secondo due linee: eliminare lo spirito di «rottura» del '68 ed evitare di opporre la più alta tradizione della Chiesa alla sua modernità. 

Cinquanta anni di opposizione 
Lunedì, Benedetto XVI compirà 85 anni. Egli è stanco. I suoi collaboratori non lo non nascondono. Questa settimana si è dovuto riposare a Castel Gandolfo dal suo viaggio estenuante in Messico e Cuba, poi dalle lunghe celebrazioni della Settimana Santa. Dovrebbe tornare in Vaticano Venerdì sera. Priorità sulla sua agenda: questa decisione sulla vicenda lefebvriana. Sarà una delle più pesanti del pontificato. 

Da cinquanta anni, i Lefebvriani sono in opposizione con la Santa Sede sul Vaticano II. E in rottura giuridica formale, dal giugno 1988, quando Mons. Marcel Lefebvre ha ordinato quattro vescovi, nonostante il divieto del papa. 

Joseph Ratzinger fu incaricato a suo tempo da Giovanni Paolo II delle trattative con il vescovo ribelle. Egli non ha mai accettato questo fallimento. Né, una volta diventato Papa, la prospettiva di uno scisma duraturo nella Chiesa. 

Benedetto XVI spinge la Chiesa a riconciliarsi con se stessa 
Uno dopo l'altro, Benedetto XVI ha demolito, con tutta la sua autorità papale, gli ostacoli che hanno impedito una completa riconciliazione con i discepoli di Mons. Marcel Lefebvre. E, se un accordo definitivo è annunciato nei prossimi giorni, la parte essenziale del lavoro è stata già messo in atto da questo papa:
  • Il ripristino nel 2007 - come rito «straordinario» nella Chiesa cattolica - della Messa detta in latino, cioè, secondo il Messale di Giovanni XXIII in vigore prima del Concilio Vaticano II. 
  • La rimozione, nel 2009, delle scomuniche che colpivano i quattro vescovi ordinati da Mons. Lefebvre. 
  • L'avvio, in quello stesso anno, delle discussioni dottrinali tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X sul Concilio Vaticano II.  
L'apparente fallimento di queste ultime, un anno fa, aveva dato l'impressione di un completo fallimento della trattativa. 

Il dissenso dottrinale tra i lefebvriani e Roma per quanto riguarda il Concilio Vaticano II è effettivamente abissale. Ma si era dimenticato che l'oggetto di quelle conversazioni non è stato trovare un accordo, ma stabilire l'elenco delle divergenze e delle loro ragioni.

È quindi in piena consapevolezza e, dunque senza alcuna ambiguità, che Roma intende suggellare questa unità ritrovata con Ecône, roccaforte dei lefebvriani in Svizzera. Essa probabilmente comporterà la creazione di uno statuto speciale - una «prelatura personale» - già sperimentato dall'Opus Dei. Questa struttura garantisce una vera autonomia di azione e nello stesso tempo la condivisione della fede cattolica. Il suo superiore risponde direttamente al papa, e non ai vescovi. 

Ma la vera «rivoluzione» che Benedetto XVI cerca di lasciare agli occhi della storia della Chiesa cattolica è altrove. Essa non tocca aspetti periferici della Chiesa cattolica. Questi d'altronde fanno già sobbalzare i gruppi contrari a questa riconciliazione. I cosiddetti «progressisti» della Chiesa conciliare che vedono le «conquiste» del Concilio Vaticano II rimesse in discussione. I cosiddetti «ultras» dei ranghi lefebvriani che vedono in questo un tradimento e un compromesso con la Roma modernista.

Questa rivoluzione mira ad una visione allargata della Chiesa cattolica. Benedetto XVI, il teologo, non ha mai ammesso che nel 1962 la bimillenaria Chiesa cattolica si discosti dalla cultura e dalla forza del suo passato. Più che una riconciliazione con i lefebvriani, egli si ripropone, con questo gesto, una riconciliazione della Chiesa cattolica con se stessa. 

44 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

La parte migliorre dell'articolo è l'affermazione finale.

don Camillo ha detto...

Non succede, ma se succede!

Anonimo ha detto...

Questa rivoluzione mira ad una visione allargata della Chiesa cattolica. Benedetto XVI, il teologo, non ha mai ammesso che nel 1962 la bimillenaria Chiesa cattolica si discostasse dalla cultura e dalla forza del suo passato. Più che una riconciliazione con i lefebvriani, egli si ripropone, con questo gesto, una riconciliazione della Chiesa cattolica con se stessa.

A furia di dirlo diventerà vero?

joseph ha detto...

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco: parola del Trap.

Anonimo ha detto...

non capisco il senso della affermazione finale

Extra Ecclesiam Nulla Salus ha detto...

Diceva Boskov: " Partita finita quando arbitro fischia". Speriamo e preghiamo che tutto questo accada veramente.

Unknown ha detto...

Questa rivoluzione mira ad una visione allargata della Chiesa cattolica.

Non ne avevamo nessun dubbio di ciò, infatti Ratzinger, come i suoi predecessori pontefici modernisti pos conciliabolo, porta avanti il falso ecumenismo concilare che grida vendetta davanti a Dio. Con la San Pio X semplicemente stà portando avanti l'opera ecumenica conciare...

Anonimo ha detto...

Questa rivoluzione mira ad una visione allargata della Chiesa cattolica.

Certo che se per "chiesa allargata" intende l'"inclusivismo", non è che ci siamo molto con la Tradizione.

Comunque, bando al falso ecumenismo, a noi interessa che la Fraternità porti forze sane. Pensiamo che possa fare da antivirus e sia buon lievito in una pasta da far rinvenire.

E, comunque, se Roma dovesse non accettare la Fraternità così com'è, si indebolirebbero molto anche tutte le altre forze tradizioniste, che continuerebbero a non aver voce e i cui punti di riferimento non sono poi tanti.

E sarebbe un dramma per la salus animarum: lo iato generazionale è già troppo ampio. Bisogna far di tutto per colmarlo, altrimenti non potrà che aumentare!

Dante Pastorelli ha detto...

La conciliazione tra Roma e la S. Sede va oltre il fatto specifico: la Chiesa ritrova tanta parte della sua tradizione, se ne riappropria, la ripropone e sana dolorose fratture.

a.rita ha detto...

"E, comunque, se Roma dovesse non accettare la Fraternità così com'è, si indebolirebbero molto anche tutte le altre forze tradizioniste, che continuerebbero a non aver voce e i cui punti di riferimento non sono poi tanti."

Mic,
credi veramente che da parte di Roma ci sia una sincera intenzione di re-introdurre nella Chiesa conciliare "dell'ermeneutica", quella parte di Essa talmente fedele alla Tradizione da mettergli in dubbio tutti i principi fondamentali su cui oggi Roma si basa??

Parliamo di "libertà religiosa", "ecumenismo del non ritorno" "collegialità", "negazione della regalità di Cristo", "ILLEGITTIMITA' DEL NOVUS ORDO"...ed altro ancora (che non comprendo come possa essere solo il 5% del Concilio). Accettare la fraternità "così com'è", facendo giornalmente i conti con queste differenze di Fede sostanziali, sarebbe un suicidio per la Chiesa conciliare.

No,Mic, la vera intenzione per cui Roma ed il Papa non vedono l'ora di fare accordi con la FSSPX, può essere solo quella di neutralizzare la loro forza di andare contro corrente. Da cui si deduce che un abboccamento della FSSPX nella Chiesa conciliare sarà di fatto un suicidio della stessa Fraternità, e non un beneficio per la Chiesa. E' questione di prudenza...

La Chiesa conciliare non è una pasta azzima, senza lievito, che non cresce perchè priva di lievito: ma una pasta che non cresce perchè il lievito che contiene è marcio. Inserendo del lievito buono, non sarà quest'ultimo a rendere sano il primo lievito, ma finirà per marcirsi tutto.

L'Ermeneutica della continuità NON ESISTE. Non si può sacrificare la propria identità per portare una Tradizione a chi quella Tradizione NON LA VUOLE (pena l'annullamento dell'indentità conciliare e dell'apertura alla tanto amata modernità). Se ci sarà un accordo, la vita della FSSPX ha i giorni contati. Preghiamo affinchè non ACCADA MAI.

Amicus ha detto...

E' ovvio che la gerarchia 'conciliare' neomodernista miri ad un progressivo inglobamento della FSSPX nella torbida corrente del Vaticano II, nessuno è così ingenuo da farsi delle illusioni su questo punto. Ma è altrattanto ovvio che, come ho già detto altre volte, non si può vincere una guerra restando perennemente in trincea, e ad un certo punto bisogna ordinare l'avanzata. La Madonna non mancherà di aiutarci.

Anonimo ha detto...

Cara Anna Rita

quello che tu esprimi è un timore umanamente condivisibile ed è tra le ipotesi che certamente la Fraternità ha vagliato o sta vagliando.

Non ho sufficiente discernimento per ritenere valida la metafora del buon lievito che può marcire. So solo che, al momento, abbiamo bisogno di quel surplus di Grazia che ci manca e che può venire solo dal culto autentico reso al Padre e da Sacramenti e catechesi non spuri.
Tutto questo mi fa pensare e sperare che le forze sane forse hanno anticorpi sufficienti per non lasciarsi corrompere e l'innesto potrebbe invece funzionare. Del resto il Signore è venuto a cercare i peccatori e i malati per guarirli e per salvarli non per abbandonarli a loro stessi o per abbandonarli nelle grinfie di medici prezzolati o incompetenti.

Non so se quello che dico è giusto e non posso sapere qual è la volontà del Signore su questa difficile e dolorosa vicenda.

Quello che so è che la volontà del Signore è il bene delle anime e che ormai le pecore non solo rischiano di rimanere senza pastore ma di essere totalmente lasciate in balia dei lupi.

E, allora, quello che spero e desidero è che ci sia una ricomposizione, nella Speranza (quella cristiana, non l'ottimismo umano) che il Signore se ne serva per lasciar fluire la sua Grazia dove ora stenta e viene meno!

Il resto è Lui a farlo, non noi; ma dobbiamo fare la nostra parte per permettergli di agire.

Anonimo ha detto...

conciliazione tra Roma e la S. Sede va oltre il fatto specifico

Caro Dante è un lapsus freudiano o intendevi dire proprio così?

In effetti la conclusione dell'articolo parla della riconciliazione della Chiesa cattolica con se stessa, nel senso di riagganciarsi alla Tradizione e, in questo caso la Tradizione si identifica non solo ma anche con la Fraternità... o sbaglio?

Certo che è emblematico il discorso di Guénois: "Benedetto XVI, il teologo, non ha mai ammesso - admis nel testo originale che nel 1962 la bimillenaria Chiesa cattolica si separi o contraddica (è più preciso) dalla cultura e dalla forza del suo passato."

In effetti "non ha ammesso" nel senso che oppone all'ermeneutica della discontinuità l'
“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa...

Queste parole prestano il fianco ad una marea di interrogativi, che ho già sviluppato e approfondito. Tuttavia, in attesa che venga un Papa che ripareggi la verità - che verrà dobbiamo crederlo per fede - la Tradizione va comunque portata avanti e per farlo occorre unire le forze nell'unico soggetto-Chiesa visibile che abbiamo.

Questo è quel che penso e spero. Chissà cosa accadrà?

Anonimo ha detto...

non si può vincere una guerra restando perennemente in trincea, e ad un certo punto bisogna ordinare l'avanzata. La Madonna non mancherà di aiutarci.

Fratello caro, mi conforti, è quel che penso anch'io.

Anzi ci conforti perché, se lo dici tu che -se non sbaglio- sei nella trincea, vuol dire che le speranze aumentano!

Anonimo ha detto...

Annarita, Williamson, Cacqueray... Tutti della medesima pasta. Un miliardo e passa di Cattolici...irrimediabilmente marci??

Impossibile. Il neodonatismo si fa strada..

Anonimo ha detto...

Annarita, Williamson, Cacqueray... Tutti della medesima pasta. Un miliardo e passa di Cattolici...irrimediabilmente marci??

Non mi pare che costoro abbiano mai giudicato il foro interno delle persone, ma denunciato la crisi della Chiesa postconciliare e le sue molte storture.
Potranno distinguersi per la loro intransigenza; ma questo è un altro discorso.

Impossibile. Il neodonatismo si fa strada..

Lasciamo perdere il donatismo, che non c'entra nulla. Piuttosto, oggi le eresie sono ben altre!

Dante Pastorelli ha detto...

MIC, LAPSUS, intendevo Scrivere ECONE e S. SEDE.
Io ribadisco quel che altre volte ho scritto: se la S. Pio X non si decide a lavorare dall'interno, si isterilirà in un deserto settario.
Capisco il fondato timore di trabocchetti ed insidie varie, ma anche confido vivamente nella forza non solo umana che eviterà a vescovi e sacerdoti saggi e prudenti di lasciarsi accalappiare.
Non dimentichiamo che molti sacerdoti ora in silenzio o che parlan sotto l'ombra del nick si assoceran nella battaglia e nell'apostolato. E l'apostolato creerà nuove schiere di giovani cattolici e di giovani sacerdoti.
Naturalmente la S. Pio X non dovrà da se stessa rinchiudersi nella riserva. Ma non è questa la sua intenzione, almeno spero.

don Camillo ha detto...

Posso essere sincero?! dal 7/7/2007 in poi mi ho capito solo una cosa, la Chiesa Cattolica è finita! defunta morta, sia che entra sia che resta fuori la Fraternità. Quindi mi è del tutto indifferente e lo dico sul serio.

La storia che così saremo "di più e più forti" regge poco: siamo due gatti e con la fraternità forse saremmo 4, sempre e comunque ostracizzati come al solito! Tappeti rossi non verranno srotolati, e se qualcuno qui dentro crede che una volta regolarizzata la Fraternità tutta la Chiesa di botto ritornerà indietro di 60 anni, ebbene scordatevelo.

Uscendo un po' dal nostro piccolo mondo di incensi e pianete plicate posso solo dire, guardando i fatti nel mondo, che le prove per noi cristiani e per l'umanità non sono nemmeno incominciate e credo che incominci a crederlo anche il Papa della cioia.

Stiamo in pace fratelli quel che conta è solo la nostra personale adesione alla Verità e la nostra fedeltà di credenti, tutto il resto passerà, TUTTO passera.

La Madonna ci aiuti!

Anonimo ha detto...

Don Camillo,
ma come puoi realisticamente pensare che si possa volere che la Chiesa debba tornare indietro di 60 anni?

Quello che è stato è stato e ha lasciato il segno; ma bisogna guardare avanti e nemmeno possiamo pensare in termini puramente umani in base alle difficoltà, per quanto obiettive e serie, ragionando in termini quantitativi!

Non ci aspetteranno rose e fiori, né cambiamenti epocali da un giorno all'altro, ma noi dobbiamo metterci la Fede e la buona volontà, il resto lo fa il Signore!

Tutto passerà; ma quello che avremo offerto e sofferto e amato e vissuto nel Signore non passerà e nelle sue mani aprirà il mondo come Lui lo vuole.

Anonimo ha detto...

Tornielli stamane cita Guénois e aggiunge:

"Sembra che alla fine si sia arrivati a un testo condiviso. Del resto, lo stesso Fellay durante l’incontro del settembre 2011 aveva detto ai suoi interlocutori romani che non c’erano problemi ad accettare il primo e il secondo punto dei preambolo, mentre più problematica era l’accettazione del terzo. Ma nella risposta inviata in due riprese tra dicembre e gennaio, e quindi in più di una dichiarazione pubblica, il superiore della San Pio X aveva dichiarato inaccettabile il testo dottrinale proposto dal Vaticano."

La pennellatina puntuta non manca; del resto i punti controversi sono noti. Se si accettano queste divergenze, la conclusione positiva non potrebbe mancare.
Del resto, se gli Anglicani sono stati ammessi senza rinunciare alla loro "ricchezza" liturgica...

Dante Pastorelli ha detto...

MIC. d'accordissimo con la tua risposta a don Camilli, che, fra l'altro, continua a irridere infantilmente la persona del Papa (il papa della CIOIA).
Noi faremo quel ch'è possibile fare, c'impegneremo come ci siamo impegnati in passato. La Chiesa Cattolica non è morta, non è finita: non può morire per la sua essenza divina, quali che siano i limiti degli uomini che la guidano e rappresentano, dal vertice alla base. Sentire certe sentenze dalle labbra di uno che dice d'esser sacerdote è terribile. La Verità a cui singolarmente si aderisce ci proviene dalla Chiesa. Alla Chiesa io resto legato strettamente, anche se mi fa soffrire la sua parte umana.

jn ha detto...

Concordo in tutto con i pensieri e sentimenti di A.rita e don Camillo. Non riesco affatto a gioire di un evento che lascia intendere come la FSSPX si stia disponendo a negoziare sulla Verità eterna e sulla Dottrina perenne.
Non credo affatto che i fedeli e sacerdoti tradizionalisti potranno agire senza scendere a compromessi via via sempre più vincolanti e irreversibili col potere modernista, che impedirà loro di dispiegare un'azione pastorale libera ed efficace secondo il Magistero perenne.
Non riesco a brindare, scusate. Mi pare verosimile che i lefebvriani diventeranno una delle tante pezze della nuova chiesa-arlecchino, (v. B. Emmerick) sia pure guardati con un tantino di stima dagli odierni cattolici "conciliar-rinnovati", così come oggi si guarda la FSSP (tenendola ben zitta sui punti irrinunciabili della dottrina che il concilio ha offuscato!): la FSSPX una pezza di sapore e colore un po' "ottocentesco", la più illustre e dotta, certo, consigliata forse alle persone in cerca di moda vintage...
Cerco cioè di immaginare come sarà la percezione di tale istituzione ora "riconosciuta" (legittimata dall'alto) da parte della gran massa dei cattolici odierni, che MAI hanno sentito parlare nè di Tradizione e neppure di mons. Lefebvre nè della sua benemerita opera di custodia del sacerdozio cattolico e dell'intero Depositum fidei. Provate a chiedere in giro tra i parrocchiani delle vostre città e capirete i motivi del mio profondo scetticismo circa questa operazione di "trasfusione", su cui temo che i vescovi siano già all'erta e pronti per preparare le loro parrocchie alla CONTROFFENSIVA, cioè a detestare a priori i "nuovi approvati" come nemici dell'amore ecumenico, nemici della "nuova chiesa univerale", (dell'amore massonico sincretico, orizzontale-anticristico) scherniti come retrogradi e nemici del progresso, delle magnifiche novità conciliari che hanno promosso i laici a sacerdoti ecc. ecc....., nemici dei movimenti, di tutte le allettanti novità del cv2: gente da scansare a tutti i costi, come appestati ! a meno che non si ADEGUINO al nuovo ordine religioso, psciologico e morale dettato "dall'alto", dai potenti del mondo (che per ora, ancora per molto tempo, pare, non sono ROVESCIATI dai loro troni, ma rovesciano ancora la Verità dal suo Trono)
....scusatemi per il mio pessimismo: non so se questa specie di accordo politico potrà piacere a Nostro Signore e alla Madre sua Immacolata, che aspetta invano la Consacrazione richiesta ai papi della Russia al suo Cuore, da quasi un secolo, e che invece vedrà dal Cielo nel 1917 questa Chiesa multi-color andare festeggiare e commemorare con entusiasmo le grandi intuizioni di Lutero....che si stanno realizzando fatalmente, con abbattimento delle differenze tra religioni...e tra "vari modi di credere e celebrare Dio" dentro la stessa Chiesa...
ahimè !

don Camillo ha detto...

Tornielli fa schifo come al solito, gli rode solo che gli "informatori" le veline non le danno più a lui, per cui è costretto a riscaldare notizie di seconda mano! Bene! Per il momento questa è la prima notizia bella della giornata. Il concetto di indefettibilità dopo il VatI alla luce di tutto quel che è successo in questo ultimo secolo deve essere necessariamente rivisto. Accolgo le riflessioni di Gianluca e a.Rita con molto rispetto e mi domando: La Chiesa Cattolica nella sua istituzioni si può ancora definire tale? Entra la Fraternità e la Chiesa ritorna ad essere quella di prima? Certo la Fraternità definendosi cattolica e papista non può certo in eterno restare "fuori" ma l'apporto "positivo" sarà sempre sempre relativo. Il latore della crisi della Chiesa (e di riflesso nella societas civile) non è il Concilio ma è solo una persona, e solo Lui potrà risolverla, non certo la Fraternità.

jn ha detto...

per D. Pastorelli, circa la sua affermazione che noi riceviamo la Verità dalla Chiesa (osserviamo bene che ciò valeva fino al 1960, quando la Chiesa davvero era Magistra per la salus animarum, che ex cathedra insegnava e ribadiva la Verità eterna, ma dopo il cv2 non è più tale), ecco un frammento letto sul web, con cui concordo:
"Ma Roma non è più infallibile, da quando è diventata Chiesa dialogante e non più docente, abbandonando le definizioni dogmatiche, che non prestano il fianco né ad equivoci né ad interpretazioni distorte. Non si può riconoscere infallibilità ad un Magistero centrato sul soggetto-Chiesa anzichè sull'oggetto-Rivelazione, che oggi dice una cosa che domani, col mutare delle circostanze può risultare errata: questo significa aver perso il contatto con le "essenze", con i fondamenti... "
Una chiesa dialogante-ecumenista (anche verso l'eresia), come può assicurare ai fedeli ignari l'insegnamento CERTO della Verità ?
Se essa ha deciso da quel 1962 di non CORREGGERE PIù GLI ERRORI, ma di lasciarli vivere liberi ACCANTO ALLA VERITà, in par condicio, caro Dante ! se essa ha inaugurato ilr egno del relativismo, come può formare le coscienze alla Verità ?
La prova di ciò che sto dicendo è il dato di fatto:
che il Papa regnante non ha alcuna intenzione di CHIARIRE E SCIOGLIERE i punti critici e oscuri del concilio V2.
Non ha intenzione di liberare il gregge di Cristo da questa schiavitù della FALSA PARITA' tra errore e Verità, falsa carità di non voler consigliare i dubbiosi nè insegnare agli ignoranti ecc...e allora, come potrà una tale docenza relativista darci, assicurarci l'alimento puro (non inclusivo di errori) della Verità pura ed assoluta ?
Se essa tollera ed approva gli eretici chiamandoli "diversi formatori o itinerari di cristianesimo", (definizione chiaramente relativista, mi pare) come potrà formare le anime alla pura e semplice Verità, cioè al Vero Cristo quale Egli si è rivelato, consegnando la Sua Dottrina a Pietro e agli Apostoli, che la TRASMETTESSERO in continuità perenne nei secoli, senza alterazioni , CIOè SENZA TOGLIERE O CAMBIARE UNO IOTA, per falsa fraternità con gli erranti, ovvero eretici ?

Anonimo ha detto...

Concordo in tutto con i pensieri e sentimenti di A.rita e don Camillo. Non riesco affatto a gioire di un evento che lascia intendere come la FSSPX si stia disponendo a negoziare sulla Verità eterna e sulla Dottrina perenne.

Cara Ester, io non credo affatto che la Fraternità sia disposta a negoziare sulla Verità e sulla Dottrina perenne. Credo piuttosto che possa realisticamente mettere da parte la pretesa (assolutamente irrealistica) che Roma cambi per poter accettare gli accordi. E se davvero Roma accetta la Fraternità ferme restando le divergenze, come sembrerebbe dalle ultime notizie diffuse dalla stampa, è giusto cogliere questa occasione di lasciare la trincea e di portare una pastorale sana all'interno, dove essa è quasi completamente inquinata.

Non credo affatto che i fedeli e sacerdoti tradizionalisti potranno agire senza scendere a compromessi via via sempre più vincolanti e irreversibili col potere modernista, che impedirà loro di dispiegare un'azione pastorale libera ed efficace secondo il Magistero perenne.

Questa sarà la sfida da portare avanti con l'aiuto del Signore e della Vergine Santa che, sono sicura, non verrà mai meno per chiunque vive la Fedeltà.
Credo che sia arrivato il momento di abbandonare le visioni negative, anche se realiste per dare spazio all'impegno fiducioso e fermo e paziente e sereno, che riconosco in tanti sacerdoti della Fraternità che ho incontrato.

Anche le persone, giustamente intransigenti nel parlare dei principi e nell'affermare la retta dottrina, nel rapportarsi con i fedeli sapranno tirar fuori tutta la loro amorevolezza di pastori: un conto è tuonare contro l'errore, un conto è prendersi cura dell'errante o pazientemente educare e toccare il cuore do chi è lontano!

Amorevole autorevolezza, serena fermezza, sono molto diffuse nella Fraternità. Ed è quello di cui c'è più bisogno.

don Camillo ha detto...

Mic, non posso che condividere quel che dici. Aspettiamo e vediamo, quando conosceremo tutto il carteggio tra la Fraternità e la Santa Sede potremmo valutare più obbiettivamente. Per il momento buona domenica in Albis.

Anonimo ha detto...

Entra la Fraternità e la Chiesa ritorna ad essere quella di prima?

La Chiesa non è mai "quella di prima": è quella del tempo che viviamo, quella di ogni tempo e in ogni tempo può essere più o meno sana a seconda delle forze che vi operano.

Certo la Fraternità definendosi cattolica e papista non può certo in eterno restare "fuori" ma l'apporto "positivo" sarà sempre sempre relativo.

Questo "relativo" è l'unica cosa che non mi preoccupa, perché i risultati non sono nelle nostre mani. E non dobbiamo ragionare in termini solo umani; ma confidando nel Signore. In fondo hanno cominciato in dodici...

Il latore della crisi della Chiesa (e di riflesso nella societas civile) non è il Concilio ma è solo una persona, e solo Lui potrà risolverla, non certo la Fraternità.

La crisi viene da lontano e le sue cause non finiscono con i latori. Quel che serve è impegno e fedeltà... se non si fa il primo passo poi non si possono fare nemmeno i successivi e non possiamo sapere quali vie il Signore stia aprendo attraverso il nostro 'esserci', il nostro impegno e la nostra preghiera (ci metto dentro anche noi).

Anonimo ha detto...

"Ma Roma non è più infallibile, da quando è diventata Chiesa dialogante e non più docente, abbandonando le definizioni dogmatiche, che non prestano il fianco né ad equivoci né ad interpretazioni distorte. Non si può riconoscere infallibilità ad un Magistero centrato sul soggetto-Chiesa anzichè sull'oggetto-Rivelazione, che oggi dice una cosa che domani, col mutare delle circostanze può risultare errata: questo significa aver perso il contatto con le "essenze", con i fondamenti... "

Quell'analisi, molto, concreta, la conosco ;)

Ed è proprio in questa situazione che la Fraternità riporta il fuoco del Dogma e come potrà bruciare, se abbiamo fiducia e non ci tiriamo indietro!

Stefano Gavazzi ha detto...

E' impossibile la combinazione fra cose troppo distanti: infatti la più debole si sperde nell'altra, come una goccia d'acqua in un'anfora di vino. (ST pIII q2 a1 r)
CVCRCI

Anonimo ha detto...

infatti la più debole si sperde nell'altra

Caro Stefano, questo è vero ma è una categoria soltanto umana!

Renovatio ha detto...

All'immagine -da scienze fisiche- della goccia di sostanza colorata/colorante che si disperde e scompare di fatto per diluizione infinita in una enorme massa d'acqua/solvente incolore, penso che sia di gran lunga preferibile quella, molto meno razionalistica, dei pochi pani e pesci che, portati con fede al Signore, si moltiplicarono sino a sfamare tutti, anzi, sovrabbondando.

Anonimo ha detto...

A me era venuto in mente il granello di senape, ma questa immagine è molto più bella e soprattuto consolante e quanto mai vera, avuto riguardo al fatto che confidiamo nell'intervento del Signore ed è Lui che ce lo ha indicato, anzi insegnato, nel Vangelo!

Dante Pastorelli ha detto...

Dalla Chiesa riceviamo la Verità, anche quando essa viene in qualche modo obliata o nascosta dagli uomini di Chiesa. Anche dopo il 62 abbiamo avuto la Verità dalla Chiesa: Humanae Vitae, Mysterium Fidei, Credo del Popolo di Dio, Ecclesia de Eucharistia, Dominus Jesus, la dichiarazione sull'infallibilità della posizione della Chiesa contro il sacerdozio femminile, i documenti contro l'ordinazione degli omosessuali, le ferme posizioni contro i matrimoni gay, ,la Redemptionis Sacramentum ecc.ecc.
E dalla Chiesa riceviamo la Grazia, tramite i sacramenti.
Non sono cieco da non vedere i tanti guasti, e li vedo da molto più tempo di voi, dato che ho 73 anni, e da una cinquantina son sulla breccia, ma sono cattolico e il cattolico non può esser pessimista, perché il pessimismo non è cattolico, è la negazione della virtù teologale della speranza.
Io non so come e se la Fraternità rientrerà a pieno diritto canonicamente nella Chiesa. Ma se lo farà in purità d'intenti avrà i campi da arare e la messe verrà abbondante. Dovrà soffrire? Sì, lo immagino, come ha già sofferto e come abbiamo sofferto e forse continueremo a soffrir noi: ma cosa c'è di più grande da offrir a Dio, dopo la vita, della sofferenza per la Chiesa? Quale sofferenza è la più meritoria e proficua e fonte di santità e grazie?
Io non ho paura delle controffensive di preti e vescovi: ho resistito sinora, figuriamoci "dopo".
Se lo stato d'animo dei fedeli e simpatizzanti della Fraternità è quello che leggo qui, dinnanzi alla prospettiva - ancora incerta -della riconciliazione, devo dire che le pur giuste critiche e le sofferenze prendon il sopravvento sulla razionalità e sulla Fede: l'umano vince il divino. Io voglio invece che sia il divino a vincere le resistenze umane. Ed a questo fine continuerò, nei miei ristretti limiti, ad operare, non tanto con la parola, ma con l'azione in ambito ecclesiale: più lavoro in chiesa, più celebrazioni di SS. Messe soprattutto.
Non è questo il momento di mollare. E, comunque vadani le vicende che stiamo vivendo, la nostra desistenza pessimistica sarebbe fatale non per la Chiesa che continuerà a vivere, ma per la nostra salvezza.

Stefano Gavazzi ha detto...

Caro Stefano, questo è vero ma è una categoria soltanto umana!


L'affermazione di San Tommaso non è razionalistica (il razionalismo è stato condannato) ma è una verità che si constata in natura e la questione 2 di San Tommaso è un analogia per spiegare l'incarnazione di Cristo.
Ora sul paino di Dio è certo che pochi assistiti dallo Spirito possono prevalere sui tanti e a me sta bene e sono con voi ma allora sorgono delle riflessioni:
1) Bisogna ammettere che la Fraternità è nella Verità e tra i pochi portatori del DF, altrimenti è verò ciò che ho detto sopra.
2) Ma se la Fraternità è portattrice della Verità non è strettamente necessaria la collocazione canonica (ma non sembra che voi siate di questo parere) perchè come voi dite non siamo sul piano della categoria umana.
3) Questo presuppone però che in entrambi i casi si consideri che la FSSPX sia esterna alla Chiesa e ciò è arrato.
Infine il principio da me riportato è sempre valido perchè le cose di Dio non sono ma i slegate dall'uomo di cui Egli si serve, ciò significa che la Fede rimmarrò sempre in alcuni ma può significare che la Fraternità potrebbe sparire assorbita dalla chiesa conciliare.
Dio non voglia ma potrebbe accadere.
CVCRCI

Marco Marchesini ha detto...

Condivido tutto caro Dante,
c'è poi la promessa di Gesù nel Vangelo che riguarda proprio l'infallibilità e la indefettibilità della Chiesa.
Sono due concetti già analizzati a fondo dalla teologia più sicura don Camillo e non permettono margini di "ripensamento" neanche a fronte della crisi attuale.

La Chiesa non è morta, sarebbe come dire che è morto Cristo (cfr. "La Cattolica" di mons. Gherardini). Il che è assurdo, soprattutto detto in questo tempo di Pasqua.
I pronunciamenti non infallibili ed i comportamenti delle Gerarche sono un altro discorso. Lì è permessa la critica anche molto aspra, ma costruttiva e rispettosa.

Marco Marchesini

Anonimo ha detto...

E, comunque vadani le vicende che stiamo vivendo, la nostra desistenza pessimistica sarebbe fatale non per la Chiesa che continuerà a vivere, ma per la nostra salvezza.

E' così!

Anonimo ha detto...

2) Ma se la Fraternità è portattrice della Verità non è strettamente necessaria la collocazione canonica (ma non sembra che voi siate di questo parere) perchè come voi dite non siamo sul piano della categoria umana.

Caro Stefano,
se parliamo sul piano metafisico, sono d'accordo con te. Ma sul piano "pastorale"= capacità e possibilità di operare dall'interno per tante anime assetate ed altrettante sviate che non aspettano altro = salus animarum, non mi pare argomento di poco conto.

Dante Pastorelli ha detto...

Purtroppo troppo spesso quasi tutti noi ci soffermianmo sulle carenze umane della Chiesa e questo non rende giustizia alla vera Chiesa.
E'per me inaccettabile che un sacerdote dica che la Chiesa è morta, defunta, finita. Ma in quale Chiesa ha ricevuto la grazia del sacerdozio? E' un sacerdozio validamente amministrato il suo? I sacramenti di quale Chiesa amministra? In nome di quale Chiesa opera?
No, no,proprio non ci siamo.
Un sacerdote del genere si faccia riordinare dalla Chiesa che crede sia quella cattolica a Roma defunta.

Stefano Gavazzi ha detto...

Cara Mic l'immagine dell'utente renovatio è molto bella ma non conclude con il fatto che se due sostanze vengono a contatto ed una è molto più grande l'altra perde l'identità, questo è un principio innegabile.
Ora la Chiesa che è soprannaturale fa in modo che anche se rimanessero pochi fedeli (col papa) sarebbe viva, indefettibile ed infallibile, ma il risultato sarebbe la perdita di anime dovuta alla perdita dell'identità di una sostanza che è entrata a contatto con altra sostanza molto più grande di essa, ora mi dispiace purtroppo io sono tra quei profeti di sventura di cui parlava Giovanni XXIII mi dispiace di non essere cattolico ed ottimista, ma non vedo una soluzione umana a questa crisi della Chiesa, però non credo che il Signore faccia questione di numeri, vuole si che tutti si salvino, ma a Lui bastano pochi che credano per ottenere la sua Gloria, non prega infatti per il mondo ma per quelli che sono suoi e la storia della Chiesa ed il Vangelo ci dicono che molti sono i chiamati ma pochi gli eletti.
Cerco solo di combattere per la vera fede e rasegnarmi alla volontà di Dio, in fondo pensare che dopo questo accordo con la FSSPX si torni al passato (voi l'avete sottolineato) significa anche non credere alle parole di Nostro Signore, andiamo verso l'era dell'anticristo e della punizione profetizzata a fatima, ognuno di noi però se segue la Chiesa di sempre sa qual'è la verità indipendentemente dal riconoscimento canonico di una fraternità.
Non vi pare?
CVCRCI

Dante Pastorelli ha detto...

La Chiesa di sempre è anche l'attuale, se guardiamo all'essenza. Se guardiamo a chi la compone, guardiamo alla sua storia e troveremo momenti di crisi dottrinale e morale particolarmente gravi.

Marco Marchesini ha detto...

Dante, a parte i documenti che hai citato ci sono anche questi atti di cui ho parlato al post:

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/04/le-domande-di-un-teologo-sui-problemi.html

Marco Marchesini

Dante Pastorelli ha detto...

Certo, e sono importanti.
Ogni tanto torna a trovarci come oggi.

Marco Marchesini ha detto...

Non mancherò Dante.
Tu che ne pensi degli scritti di Don Villa, soprattutto quello contro la devozione di Sant Faustina Kowalska

www.chiesaviva.com/443%20mensile.pdf

e sui paramenti di Papa Benedetto XVI

http://www.chiesaviva.com/mitra%20satanica%20it.pdf
http://www.chiesaviva.com/altra%20mitra%20satanica%20it.pdf
http://www.chiesaviva.com/pallio%20satanico.pdf.

I suoi articoli sulla massoneria e sulla chiesa di San Giovanni Rotondo sono davvero interessanti, ma questi devo dire che mi lasciano molto perplesso.

A presto!

Marco Marchesini

Dante Pastorelli ha detto...

Caro Marco,
devo confessarti ch'io non m'interesso molto a visioni e rivelazioni private, anche perché non sono obbligato a ritenerle espressione di verità. Non le ignoro, naturalmente, ma delle perplessità me le suscitano. Inoltre in linea generale non dicono granché di diverso. E se qualcuna si diversifica si può anche ingenuamente metterla in opposizione con le altre.
L'affermazione che la misericordia sia l'attributo più grande di Dio può essere intesa in più modi, e quindi si dovrebbero leggere molto attentamente le parole di S. Faustina nella loro integralità. Del resto S. Caterina de' Ricci, ricordo d'aver letto tanti anni fa, quando gli operai di Prato si disperavano perché avevano fatto uno dei bracci della chiesa più lungo dell'altro ebbe ad esclamare: Non vi preoccupate, perché il braccio della misericordia è più lungo di quello della giustizia. E' un'eresia anche questa?
Mettere in discussione le canonizzazioni di personaggi che non ci appaiono più o meno motivatamente congeniali o in cui notiamo limiti umani, una volta che la Chiesa si è solennemente pronunciata, mi sembra quanto meno azzardato.
Quanto ai simboli massonici inudubbiamente Adessa è competente, ma non so quanto sian volontariamente "massonici" certe forme e certi segni sui paramenti papali. In simile materia mi sperdo facilmente data la puntigliosità degli esami di Chiesa Viva.
L'amico Francesco Colafemmina su S. Giovanni Rotondo ha scritto un libro ben approfondito.
Insomma su simili argomenti non mi soffermo più di tanto.
Diverso è il discorso sulla persecuzione più o meno occulta della massoneria contro la Chiesa, sui suoi fini nefasti e sui guasti che ha già provocato con le sue infiltrazioni nella casa di Dio e nel pensiero teologico. Qui si sta più sul concreto e mi posso soffermar di più.