È un ecumenismo della memoria, quello che vede unite il 24 aprile di ogni anno, in tutto il mondo, le chiese armene, apostoliche, cattoliche e protestanti, per ricordare l'inizio del “Metz Yeghern”, il drammatico Genocidio Armeno, avvenuto in quella data nel 1915 a Costantinopoli e continuato poi negli anni a seguire, coinvolgendo altre etnie, sempre di fede cristiana, come greci e siriaci. È una tragedia collettiva che sui mass-media è tenuta in sordina e altri ambiti non sono da meno, tranne casi sporadici.
L'espressione “Genocidio armeno” è collegata a due eventi: il primo, riguarda la campagna contro gli Armeni del 1894-96 del sultano ottomano Abdul-Hamid II: il secondo, la deportazione ed eliminazione di Armeni negli anni 1915-16. Le potenze dell'occidente vincitrici della seconda guerra mondiale furono inerti nei confronti dei colpevoli. Non ci fu quindi una Norimberga per il genocidio armeno che rimase così impunito. Anzi ne è deguita una sorta di damnatio memoriae che stenta a diradarsi.
Le immagini di una documentazione fotografica disponibile in rete sono raccapriccianti. Purtroppo una strage a lungo negata che non trova eco se non evasivamente da qualche testimonianza pietosa
L'espressione “Genocidio armeno” è collegata a due eventi: il primo, riguarda la campagna contro gli Armeni del 1894-96 del sultano ottomano Abdul-Hamid II: il secondo, la deportazione ed eliminazione di Armeni negli anni 1915-16. Le potenze dell'occidente vincitrici della seconda guerra mondiale furono inerti nei confronti dei colpevoli. Non ci fu quindi una Norimberga per il genocidio armeno che rimase così impunito. Anzi ne è deguita una sorta di damnatio memoriae che stenta a diradarsi.
Le immagini di una documentazione fotografica disponibile in rete sono raccapriccianti. Purtroppo una strage a lungo negata che non trova eco se non evasivamente da qualche testimonianza pietosa
Del genocidio armeno, il primo del secolo dei genocidi, negato in maniera attiva dal governo turco con ogni possibile mezzo si è cominciato a parlare diffusamente negli ultimi anni, rompendo un silenzio durato decenni.
Meno noti sono gli altri atti di violenza organizzata e sistematica compiuti dal governo del “Triumvirato”, i modernizzatori della Turchia del partito Ittihad, “Unione” e proseguito poi dopo la fine della I Guerra mondiale. In questi giorni in Armenia è inaugurato un monumento dedicato al ricordo del genocidio degli assiri sotto il regime turco dell’epoca. Circa cinquemila assiri vivono attualmente in Armenia, secondo le cifre ufficiali; ma il loro numero è probabilmente più alto. Nel 2010 il parlamento svedese ha riconosciuto il genocidio sia degli armeni che degli assiri. E’ storia recente la polemica in Francia su una legge che vorrebbe punire il negazionismo sul genocidio armeno esattamente come è punito quello sulla Shoah.
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