Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 22 aprile 2013

Mons. Luigi Negri. Finalmente una voce sull'equivoca tolleranza da parte dei cattolici in ordine alle questioni etiche

Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, ha inviato una lettera al Direttore de Il Foglio nella quale indica i vari problemi che attraversano la nostra Società. E' uno dei casi sempre più rari in cui un pastore si fa anche maestro per indicare gli atteggiamenti e i comportamenti retti, e i loro fondamenti, di fronte alle sfide del nostro tempo. Ne riprendo il testo pubblicato da Riscossa cristiana.

Dal revival di idee del primo hitlerismo alle leggi sulle unioni gay 
"Non è giusto continuare in un'equivoca tolleranza".
Né per i cattolici, né per le persone ragionevoli

Carissimo direttore, poiché mi trovo quasi sempre d’accordo con le tue posizioni dal punto di vista cultural-politico, mi permetto di farti avere delle osservazioni che sento assolutamente necessario, in coscienza, formulare e pubblicare. Mi hanno indotto a questo anche due bellissimi articoli che ho letto recentemente sulla questione dell’assetto cultural- social-politico in questo momento tragicomico della nostra storia nazionale.

Uno è un articolo del professor Francesco Alberoni sul fanatismo devastante di certe posizioni politiche, che mi ha ricordato i tempi indimenticabili dei miei studi universitari, in cui l’allora giovane professor Alberoni ci insegnava i rudimenti della sociologia. E poi l’articolo molto  acuto del professor Aldo Grasso con cui ho condiviso tanti anni di insegnamento in Cattolica.

Non voglio fare nessun intervento nell’ambito specifico dell’impegno dei laici, soprattutto dei laici che hanno deciso di partecipare attivamente alla vita delle istituzioni. Non tocca ai vescovi stabilire l’identikit del presidente della Repubblica e non tocca ai vescovi indicare le priorità di carattere politico in senso stretto, ma tocca ai vescovi intervenire sulle gravi vicende di carattere culturale che sono arrivate, nel nostro paese, a un livello di crisi che mi sembra senza ritorno.

Mi sono chiesto se è giusto che noi continuiamo a tacere di fronte a posizioni culturali, sociali e politiche che affermano letteralmente che l’uomo è Dio; e che affermano una subordinazione totale e parossistica alla rete, indicata come soluzione globale di tutti i problemi dell’umanità.

Se si possa tacere di fronte a una modalità di porsi, nella vita politica, che disprezza, nel linguaggio e negli atteggiamenti, qualsiasi interlocutore che viene sbrigativamente percepito come avversario da eliminare. Se è possibile far prevalere tutta una serie di valutazioni personalistiche di carattere moralistico come ambito in cui decidere la presentabilità o meno di candidati a questa o a quella carica. A parte l’ignoranza spaventosa per cui si possono citare frasi del primo hitlerismo e di alcuni documenti delle più terribili dittature del Ventesimo secolo cercando di dargli una patente di credibilità e di autorevolezza. In questo contesto, dove una persona ragionevole, io non vorrei scomodare la fede, una persona ragionevole si trova veramente a disagio, ritengo che sia giusto che un vescovo della chiesa cattolica dica che c’è una sostanziale inconciliabilità fra la visione della realtà che nasce dalla fede e questa vita politica ridotta alla difesa accanita dei propri interessi particolari o di formazione ideologica.

Non credo che sia giusto che si possa continuare in un’equivoca tolleranza di posizioni che obiettivamente sono distruttive, non solo e non tanto della fede cattolica, ma di una vita sociale autenticamente fondata su valori sostanziali e inderogabili, quelli che Benedetto XVI aveva così genialmente sintetizzato nell’espressione “valori non negoziabili”.

Di fronte alla proposta di una vita socio- politica ridotta a posizioni teoriche demenziali, corredate da un linguaggio e relativi atteggiamenti dello stesso tipo, io mi sento di dire con tranquillità, almeno ai fedeli cattolici della mia diocesi, che non è possibile essere cristiani e contemporaneamente appoggiare a qualsiasi livello posizioni e scelte che sono evidentemente in contrasto con la concezione della vita che la chiesa, coerentemente, da duemila anni insegna. Se poi la novità è rappresentata, anche sul piano istituzionale, da disegni di legge che riguardano il riconoscimento civile delle unioni gay, il cambiamento a spese del Servizio sanitario nazionale del sesso, ci rendiamo conto da che parte va questa presunta novità.

Ma c’è un ulteriore e ultimo disagio. Mi sono chiesto in questi giorni: ma dove è finita la presenza politica dei cattolici in Italia? Si caratterizzano per le scelte politiche che fanno, destra o sinistra, ma non più per quella vera appartenenza a valori in forza dei quali diventa possibile un vero dialogo, confronto, e al limite la collaborazione.

Mi sono reso conto con amarezza che la presenza politica dei cattolici sembra non esistere più. Esistono dei cattolici che a titolo sempre più personale, quindi nel senso restrittivo della parola, militano di qua o di là ma ricevono la loro dignità dalla scelta analitica che hanno fatto. E forse qui non è in ballo soltanto la responsabilità dei laici. Forse l’azione educativa che noi dovremmo insistentemente riprendere con i nostri laici, soprattutto quelli impegnati nei campi più difficili, sembra essere venuta meno. Non so se non è più chiesta. Resta il fatto che da noi vescovi viene offerta in modo sempre più blando e sempre meno mordente. Non è un contributo ma non credo che potessi tacere ai fedeli della mia chiesa questa direttiva che ho ritenuto necessario dare.

Siccome poi il vescovo di una diocesi particolare vive e deve vivere un affetto per la chiesa universale, pongo questo mio intervento a disposizione di quanti, nelle altre chiese, possano riconoscersi e ritrovarsi in esso. (Il Foglio del 19/04/2013)
Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara – Comacchio

20 commenti:

Anonimo ha detto...

"L'azione educativa, da noi vescovi, viene offerta in mpdo sempre piu' blando e sempre meno mordente".

E allora? Non e' forse il caso di curarla piu' e meglio? E soprattutto ancorata ai veri fondamenti e non tributaria del "mondo"?

Anonimo ha detto...

Ci vorrebbero parole chiare e incisive di un Pontefice che governa, e non si limita a predicare e/o ad esortare, indirizzate a tutti Urbi et Orbi, con richiamo soprattutto all'Adorazione.

Forse qualcuno rinsavirebbe.

da Le Forum Catholique ha detto...

In Francia, dove purtroppo la legge iniqua è stata adottata, c'è chi continua la sua resistenza nonostante non sia servita a cambiare il corso delle cose mentre erano in itinere, con una mobilitazione massiccia e appassionata. E lo fa con la stessa determinazione, volontà e sangue freddo.
Sono cattolici che si battono non per se stessi, per i propri interessi, per vantaggi acquisiti o da acquisire, ma per una civiltà che ha sempre difeso i più deboli e li ha circondati di una fortezza perché non debbano perire sotto i colpi delle follie che imperversano.

E, purtroppo, non tutti i vescovi sono impegnati con lo stesso ardore.

Antonio ha detto...

Francamente, un vescovo che dice che condivide quasi tutte le posizioni culturali e politiche di Ferrara mi dà da pensare. Detto in due parole, esco dalla Chiesa --posto che vi sia mai entrato-- perchè troppe cose non si reggono, e contraddicono in maniera evidente quanto detto da Gesù. Troppe ipocrisie, troppa burocrazia, ultimamente pure troppa demagogia e imbecillità. Saluti

Anonimo ha detto...

Anche Magdi Allam, Antonio, è "uscito" dalla Chiesa.
Ma da QUALE Chiesa di grazia, se ci si ferma alle sue componenti più problematiche e non si coglie il suo Mistero?
E' vero, sono venuti a mancare troppi pastori che siano degli autentici punti di riferimento, ma nella Tradizione la verità e il sacro ancora si possono incontrare!

Antonio ha detto...

Io rispetto molto le tue parole, Mic, ma a me non quadra nulla. Ad es.: il dogma dell'infallibilità mi pare molto "appiccicato". La nuova messa è terrificante. Il nuovo papa un demagogo. La Chiesa ha cambiato troppe cose: e non dal 1962. La liturgia, la comunione sotto le due specie, la burocratizzazione, un certo pietismo sentimentaleggiante, il clericalismo che ha distrutto la messa antica, il filioque che mi pare molto dubbio, la scolastica e la neoscolastica che razionalizzano tutto, alcune condanne assurde, poi trasformate in canonizzazioni (Giovanna d'Arco), alcune canonizzazioni assurde (Escrivà), alcune mancate canonizzazioni (Pio XII). E mi astengo dal giudicare la questione dal punto di vista morale (pedofilia, etc.). Esco per ragioni opposte a M. Allam.

viandante ha detto...

Un fedele che lascia la Chiesa perché troppi suoi pastori e fedeli contraddicono le parole di Gesù, purtroppo non ha capito il mistero della croce e si lascia scandalizzare da essa. Invece la si deve vivere, e che Gesù ci dia la forza.

Anche Gesù in croce non aveva più apparenze umane tanto era sfigurato, eppure era Dio e come tale meritava e merita ancora la nostra adorazione.
La nuova Chiesa per molti aspetti é meno presentabile di molte altre semplici associazioni umane, eppure benché sfigurata ha una componente sovrumana e soprannaturale e merita le nostre preghiere, il nostro rispetto ed aiuto.
Si ama, si aiuta, magari criticandola e alzando la voce e subendo a volte le angherie dei suoi infedeli servi, ma non si abbandona: é la sorgente cui attingere la grazia divina!

Luisa ha detto...

Per chi legge il francese, un articolo di John Allen che, fra l`altro, conferma la posizione di apertura dell`allora card. Bergoglio alle unioni civili omosex.

http://benoit-et-moi.fr/2013-II/articles/une-enquete-de-john-allen-en-argenti

Luisa ha detto...

http://benoit-et-moi.fr/2013-II/articles/une-enquete-de-john-allen-en-argentine.html

Antonio ha detto...

Un fedele che lascia la Chiesa perché troppi suoi pastori e fedeli contraddicono le parole di Gesù, purtroppo non ha capito il mistero della croce

Sicuramente Lei ha capito il mistero della croce, con cui si spiega ogni ignominia umana.

Anonimo ha detto...

Luisa!

Non ci posso credere!
Leggo adesso i commenti del thread.

Stavo lavorando proprio a quel tema e mi è "scappata" la pubblicazione del testo in preparazione...

Anonimo ha detto...

Sicuramente Lei ha capito il mistero della croce, con cui si spiega ogni ignominia umana.

Antonio,
il mistero della Croce non spiega ogni ignominia umana, STA lì a salvarcene.
E la Passione e la Croce di Cristo riguardano anche i "Suoi" e dunque anche la "Chiesa", Che facciamo: fuggiamo come gli Apostoli prima di incontrarLo Risorto?

In questa Passio Ecclesiae, dalla quale non possiamo né dobbiamo sottrarci, caro Antonio e spero che mi ascolti, siamo immersi anche noi e anche noi siamo chiamati a dire il nostro "fiat", come Cristo, ma sapendo che Lui ha già vinto, come Cristo stesso già si affidava tutto al Padre sapendo che la sua volontà era per il bene.
Questo non ci esime dal fare quel che possiamo (e spesso per alcuni si traduce in un portare la Croce nascostamente) ma non fuggendo o prendendo le distanze da una realtà che non ci piace, ma che non possiamo ignorare... mi capisce?

Anonimo ha detto...

ma non fuggendo o prendendo le distanze da una realtà che non ci piace, ma che non possiamo ignorare...

Sapendo che quella realtà, su cui focalizziamo lo sguardo, non è nemmeno la realtà tutta intera (anche militante, non solo soprannaturale) di una Chiesa che non si riduce alla sua parte visibile.

Anonimo ha detto...

Uscire dalla Chiesa è una cosa, uscire dalla chiesa conciliare - già fuori dalla Chiesa, è un'altra.

lorenza ha detto...

E' il peccato originale che spiega l'ignominia umana. La Croce è il Mistero della salvezza.
Non si esce dalla Chiesa perchè solo la Chiesa ci può dare i sacramenti, in particolare la Confessione e l' Eucarestia, solo la Chiesa è il Corpo mistico di Cristo: Signore da chi andremo? tu solo hai parole di vita eterna.
Non creda, Antonio, che io veda con occhiali rosa.Sono angosciata dalla situazione della Chiesa cattolica e prego sempre per essa: sono tentata dall'andarmene, ma poi mi aggrappo alla Madonna e vado avanti. penso anche che andandomene sceglierei la via larga, anzichè quella stretta che conduce al Paradiso.

Anonimo ha detto...

Ma la chiesa-conciliare è quel che sta vedendo questa generazione e non esaurisce tutta la "chiesa-militante". E nella stessa chiesa del post concilio non penso ci siano tutti ambiti malmessi.

viandante ha detto...

Caro Antonio,
scusami se alcuni commenti si sono sovrapposti e dal tuo primo commento non avevo capito che eri tu che volevi uscire dalla Chiesa.
Comunque, come detto da mic, il mistero della croce non ci spiega il perché del male nel mondo (il mistero d'iniquità).
I fatti e le opinioni che tu descrivi sono, almeno in parte, condivisibili.
Se mi permetti, ti sottopongo alcuni aspetti che potrebbero aiutare te e altri.

Cosa é l'uomo? La pastorale della neo Chiesa ultimamente non sottolinea più che la natura umana é stata macchiata dal peccato originale. Una falsa scienza le ha pure dato una mano. La conseguenza é che ci si scandalizza facilmente, si manca di realismo e ci si illude facilmente sulle reali capacità umane senza Dio.
L'uomo, sia esso una persona semplice come me, sia un papa o un re, sempre uomo resta. E peccatore!
Senza la Grazia che Dio ci dona saremmo tutti condannati al castigo eterno! Tutti, anche quelli che sembrano i migliori tra noi.
Questa Grazia ci é donata da Dio attraverso la Chiesa e i suoi ministri (pure peccatori). O meglio ci é stata restituita. Infatti i nostri progenitori l'avevano persa per loro e per i loro discendenti.
Cristo ha riparato per noi questa offesa fatta a Dio Padre. E l'ha riscattata offrendosi, Lui innocente, in sacrificio sulla croce!

Allora l'altro punto importante per affrontare la confusione dei tempi moderni é l'amore per Cristo e per la Chiesa, lo strumento di salvezza da Lui "creato" per la nostra salvezza appunto.
Senza questo amore é difficile, impossibile, anzi é irrazionale, prendere sulle spalle la propria croce da offrire a Dio per la misericordia che usa per noi.
Senza questo amore la nostra dottrina é semplice conoscenza, cultura, buonsenso, ma non ci apre alla vita vera.
Senza Cristo, non ha senso la storia, non ha senso la mia vita, non ha senso la Chiesa.
Ma con Cristo tutte queste cose hanno un senso: a noi di coglierlo!

murmex ha detto...

Tenga presente,caro Antonio,che la maggior parte della Chiesa è santa e gloriosa in Paradiso,o santa e in attesa di ascendere al Paradiso in Purgatorio.Non abbandoniamo la Chiesa per Quanto sfigurata,facciamo se no il gioco del diavolo che ha ordito tutto questo,secondo la visione del Papa Leone XIII,nel disperato tentativo di abbatterla.Non ci riuscirà,naturalmente,anche se ora noi dobbiamo soffrire nel buio dell'intelletto

Amicus ha detto...

Vedi, Antonio: cosa avrebbe dovuto fare un fedele al momento della Passione di Cristo nostro Signore, con uno degli Apostoli che lo tradisce per denaro, altri che fuggono vigliaccamente, ed il futuro primo Papa che lo rinnega pubblicamente con ripetuto spergiuro?
Avrebbe dovuto scandalizzarsi, dire: ma che Chiesa è mai questa, meglio andarsene sbattendo la porta?
No, la fragilità umana è sempre stata grande, e non me ne scandalizzo. Anche perché il primo ad essere fragile sono io.
La barca di San Pietro è l'unica che può salvarci, prescindendo dal Papa che la governa pro tempore, e dagli scandali che vi siano presenti.

Antonio ha detto...

Vi ringrazio molto per i vostri commenti. Il fatto è che non mi sento di continuare un teatrino. Questo è quel che vedo: non c'è dubbio che la mia visuale sia limitata, ma uno può giudicare solo con gli elementi di cui dispone. Non credo che Gesù Cristo volesse fondare una Chiesa così centralizzata-burocratizzata. E' probabile che mi sbagli, ma oggi penso questo. La mia critica è dottrinale, non morale. Non ho mai idealizzato una "Chiesa dei puri", ma qui ci sono falle enormi che è impossibile non vedere. Grazie ancora.