Questo è molto triste.
Oggi, martedì 4 novembre, il Dicastero Vaticano per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Nota dottrinale "Mater Populi Fidelis" qui presentata come frutto di un lungo lavoro collegiale: i frutti marci della collegialità [vedi]. Il documento è approvato da Leone XIV e firmato dal cardinale Víctor Manuel "Tucho" Fernández (vedi nota in calce e relativi link), dichiarando erroneamente che il titolo Co-Redemptrix è "inappropriato" e dichiarando anche che "La Nota sottolinea che l’espressione biblica riferita alla mediazione esclusiva di Cristo «è perentoria»". Inoltre "Si richiede speciale attenzione anche per “Mediatrice di tutte le grazie”".
"Vista la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell'opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo Co-Redemptrix... Questo titolo rischia di oscurare la mediazione salvifica unica di Cristo... Quando un'espressione richiede numerose e continue spiegazioni per evitare che si discosta dal suo significato corretto, non serve alla fede del Popolo di Dio e diventa inappropriata”.Non è poi così difficile, davvero.
Nostro Signore è il Redentore degli uomini. La Madonna ha unito le sue preghiere e le sue sofferenze a Lui, diventando co-redentrice con Cristo e subordinatamente a Lui (cum et sub). Una tale intima cooperazione nella redenzione è esattamente ciò che ci aspetteremmo per la donna il cui privilegio unico era essere la portatrice di Dio, la Theotokos; la sua Divina Maternità spiega il privilegio della sua Immacolata Concezione, la sua Assunzione in gloria e il suo essere la Mediatrice di tutte le Grazie.
Credevamo che Bergoglio rappresentasse il culmine delle conseguenze nefaste dell'applicazione, travestita da aggiornamento, di tutte le variazioni subdolamente inserite nei documenti del Vaticano II. Di seguito riprendo i precedenti e contesto l'ultimo oltraggio alla Vergine
Una diminutio non nuova
Ultimo di una lunga serie, dato che possiamo attingere ad un nutrito florilegio già stigmatizzato in diretta ai tempi di Bergoglio (vedi link di seguito). Purtroppo abbiamo dovuto registrare diverse mancanze di rispetto o, peggio, veri e propri oltraggi a partire da quel terribile 8 dicembre 2015 [qui - qui]. Che dire poi del fatto che dal 2015 è stata cancellata L'Assunta come solennità? Ovviamente non dichiaratamente ma attraverso la prassi eliminandola dalle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice sul sito della Santa Sede. Per non parlare del culmine di ogni nefandezza: la Pachamama al posto della Guadalupana per di più a pochi metri dalla tomba di Pietro [qui - qui - qui]...
Inserisco qui sotto, per approfondire, i link con i precedenti ulteriori articoli sulle prerogative mariane negate da Bergoglio (compreso il dogma dell'Immacolata concezione) aggiungendovi quelli a sostegno della Corredenzione. Di seguito, a partire dall'oltraggio di oggi, presento gli elementi sul fatto della Corredenzione, tratti da un mio precedente articolo basato su un importante documento pubblicato su questo tema da si si no no il 15 ottobre 2017.
Significato e modo della Corredenzione
La Corredenzione di Maria non è una questione periferica alla nostra Fede, ma centrale perché essa tocca l'essenza del dogma della Redenzione del genere umano.
Redenzione significa riscattare o pagare un riscatto per riottenere una cosa prima posseduta e poi persa. Nel caso della Redenzione del genere umano Cristo ha pagato, con tutto il suo Sangue sparso sulla Croce, la grazia che Adamo aveva perduto e che noi abbiamo riacquistato per la Redenzione di Cristo. E Maria ha cooperato alla Redenzione in maniera subordinata e secondaria, acconsentendo all'Incarnazione del Verbo nel suo seno e offrendo Cristo in Croce al Padre per riscattare o redimere l'umanità, soffrendo indicibilmente e “commorendo” misticamente con Lui ai piedi della Croce. Quindi Maria è Corredentrice secondaria e subordinata a Cristo.
Dopo il peccato originale Dio era libero di redimerci oppure no e di scegliere qualsiasi modo per redimerci. Poiché ha deciso liberamente di redimerci mediante l'Incarnazione del Verbo nel seno della Madonna ha associato intimamente Maria alla Redenzione, rendendola Mediatrice (Corredentrice e Dispensatrice di tutte le grazie). La cooperazione ad un'opera divina così come la mediazione di tutte le grazie attribuita a Maria non presuppone la sua divinità.
Padre Gabriele Roschini scrive che “Cristo prima (per priorità logica e non cronologica) si offrì al Padre in sacrificio per la Redenzione preservativa di Maria e poi, insieme alla “co-oblazione” di Maria, Egli si offrì per la Redenzione liberativa di tutti gli altri” (Dizionario di Mariologia, Roma, Studium, 1960, p. 327). Perciò il Sacrificio che Cristo fece di Sé sulla Croce ha un duplice aspetto:
- si offrì per la Redenzione preservativa di Maria;
- si offrì, assieme alla “co-oblazione” di Maria, per la Redenzione liberatrice dal peccato originale per tutto il genere umano (si noti che si tratta di una priorità solo logica, ossia quanto al nostro modo di pensare e distinguere per meglio capire ed esprimerci e non di una priorità ontologica e cronologica).
La ragione teologica della Corredenzione
Nella Corredenzione di Maria risplende 1) la Sapienza divina, che si è servita del medesimo mezzo (la donna) di cui si era servito il diavolo per la rovina dell'‟umanità, umiliandolo enormemente col farlo sconfiggere da una giovane donna; 2) la Potenza divina, poiché Dio con un mezzo debole (una giovane donna) ha compiuto un'‟opera così eccelsa (la Redenzione); 3) la Giustizia divina, la quale ha decretato che la superbia di Adamo ed Eva venisse riparata dalla umiliazione di Gesù e Maria; 4) la Bontà divina, la quale anziché abbandonare la donna che aveva peccato l'ha nobilitata rendendola Corredentrice.
San Tommaso d'Aquino (S. Th., III, q. 48) insegna che la Passione di Cristo ha operato la nostra Redenzione in 3 modi: 1) a modo di merito, col meritarci la grazia santificante perduta col peccato originale; 2) a modo di soddisfazione, pagando a Dio il debito per il peccato, riparandolo e intercedendo per noi; 3) a modo di sacrificio, offrendo Se stesso al Padre come vittima sulla Croce.
Anche Maria ha cooperato subordinatamente a Cristo in questi 3 modi alla nostra Redenzione. I teologi dicono che ciò che Cristo ci ha meritato de condigno o per stretta giustizia, Maria ce lo ha meritato de congruo o per pura liberalità di Dio.
Quanto alla natura della cooperazione mariana alla nostra Redenzione i teologi sostengono comunemente che l'offerta che Maria fece di Gesù e di se stessa sul Calvario non è un atto sacrificale e sacerdotale in senso stretto: Maria non ha un sacerdozio analogo a quello di Cristo e non ha neppure l'Ordine sacramentale del Sacerdozio cristiano, ma la cooperazione di Maria al Sacrificio di Cristo è equiparabile a quella che hanno tutti i battezzati, i quali possono unirsi al sacerdote (ordinato validamente) ed offrire mediante lui il Sacrificio della Messa a Dio, ma Maria coopera in grado eminentemente superiore a quello di tutti i battezzati, perché è la Madre di Dio. Tuttavia non è sacerdote in senso stretto, pur avendo lo spirito del Sacerdozio. Si noti che il S. Uffizio ha proibito di rappresentare Maria rivestita con gli ornamenti sacerdotali e di chiamarla “Vergine-Sacerdote” (cfr. R. Laurentin, Le problème du sacerdoce marial devant le Magistère, in “Marianum”, n. 10, 1948, pp. 160-178).
La Sacra Scrittura e la Corredenzione
Anche Maria ha cooperato subordinatamente a Cristo in questi 3 modi alla nostra Redenzione. I teologi dicono che ciò che Cristo ci ha meritato de condigno o per stretta giustizia, Maria ce lo ha meritato de congruo o per pura liberalità di Dio.
Quanto alla natura della cooperazione mariana alla nostra Redenzione i teologi sostengono comunemente che l'offerta che Maria fece di Gesù e di se stessa sul Calvario non è un atto sacrificale e sacerdotale in senso stretto: Maria non ha un sacerdozio analogo a quello di Cristo e non ha neppure l'Ordine sacramentale del Sacerdozio cristiano, ma la cooperazione di Maria al Sacrificio di Cristo è equiparabile a quella che hanno tutti i battezzati, i quali possono unirsi al sacerdote (ordinato validamente) ed offrire mediante lui il Sacrificio della Messa a Dio, ma Maria coopera in grado eminentemente superiore a quello di tutti i battezzati, perché è la Madre di Dio. Tuttavia non è sacerdote in senso stretto, pur avendo lo spirito del Sacerdozio. Si noti che il S. Uffizio ha proibito di rappresentare Maria rivestita con gli ornamenti sacerdotali e di chiamarla “Vergine-Sacerdote” (cfr. R. Laurentin, Le problème du sacerdoce marial devant le Magistère, in “Marianum”, n. 10, 1948, pp. 160-178).
Inoltre Maria in quanto Madre di Cristo aveva il diritto di proteggere la vita del Figlio da tutti gli ingiusti aggressori. Invece Maria abdicò a questo suo diritto naturale e, in obbedienza alla volontà divina, offrì il Figlio in sacrificio per la Redenzione del genere umano.
La Sacra Scrittura e la Corredenzione
In Genesi (III, 14-15) troviamo il riferimento all'associazione alla Redenzione Maria, che porta in sé Cristo schiaccia il capo del serpente: “Perché hai fatto ciò, sii maledetto… Io metterò delle inimicizie tra te e la Donna, la tua discendenza e la sua discendenza. Ella ti schiaccerà il capo e tu insidierai il suo tallone” ; il diavolo, però, riesce ad insidiare e mordere il calcagno di Maria, ossia i fedeli che non saranno abbastanza forti per resistere alle sue lusinghe come non lo fu la prima Eva, mentre Maria e Gesù si serviranno della cooperazione dei buoni fedeli che sono la parte non morsicata del calcagno (la parte più umile del corpo di Maria) che schiaccerà (“Ipsa cònteret”, Gen., III, 5) il capo del serpente.
Questa è l'interpretazione autentica del versetti della Genesi data da Pio IX nella Bolla dogmatica Ineffabilis Deus in cui il Papa scrive: “I Padri videro designati [nei versetti della Genesi] Cristo Redentore e Maria congiunta con Cristo da un vincolo strettissimo e indissolubile, esercitando insieme con Cristo e per mezzo di Lui sempiterne inimicizie contro il velenoso serpente, e riportando sopra di lui una pienissima vittoria”. Per cui si può dire, con certezza teologica, che come Cristo vinse il demonio con la sua Passione, così Maria lo vinse con la sua Compassione. Quindi Maria assieme e subordinatamente a Cristo vinse satana e ci “corredense”.
La Tradizione e la Corredenzione mariana
Il Magistero e la Corredenzione mariana
Il Vangelo secondo Luca
(Lc I, 38) ci narra che l'Angelo Gabriele fu mandato a Maria da Dio per ottenere il suo libero consenso all'Incarnazione e alla Corredenzione. In questa scena evangelica abbiamo, per contrapposizione a quella della Genesi, la presenza di un Angelo buono (Gabriele), di una nuova Eva (Maria) e di un nuovo Adamo (Cristo).
(Lc I, 38) ci narra che l'Angelo Gabriele fu mandato a Maria da Dio per ottenere il suo libero consenso all'Incarnazione e alla Corredenzione. In questa scena evangelica abbiamo, per contrapposizione a quella della Genesi, la presenza di un Angelo buono (Gabriele), di una nuova Eva (Maria) e di un nuovo Adamo (Cristo).
(Lc II, 34-35) quando il vegliardo Simeone in occasione della presentazione del Bambino Gesù al Tempio predice a Maria la sua intima associazione alla Passione e Morte di Cristo: “Questo bambino è destinato ad essere causa della rovina e della resurrezione di molti in Israele e a diventare un segno di contraddizione; la stessa tua anima sarà trapassata da una spada”.
Nel Vangelo secondo Giovanni Maria ci viene presentata sul Calvario assieme all'Apostolo Giovanni ai piedi della Croce su cui pende Gesù, che dice a Maria: “Donna, ecco tuo figlio; figlio [S. Giovanni], ecco tua madre” (Giov., XII, 31). Maria è la nuova Eva, Madre spirituale di tutti i fedeli, in contrapposizione con la vecchia Eva che ci rovinò dando ad Adamo la mela da mangiare.
Nell’Apocalisse di Giovanni (cap. XII) troviamo lo stesso parallelismo: ci vengono presentati ancora tre personaggi: la donna (Maria), suo figlio (Gesù) e il Dragone rosso (satana) che cerca di nuocere alla donna: come nella Genesi voleva morderle il calcagno così ora vuole aggredirla, ma il Dragone è sconfitto e la donna con suo figlio son messi in salvo.
La Tradizione e la Corredenzione mariana
Dal II al XII secolo la dottrina della Corredentrice la troviamo espressa implicitamente dai Santi Padri. Per esempio S. Giustino (Dialog. Cum Thriph.,PG 6, 709-712), S. Ireneo (De carne Christi, c. 17, PL 2, 782) e Giovanni Geometra che, nel secolo X, per primo parla esplicitamente della Maternità spirituale di Maria e della Corredenzione.
Dal XII al XVII secolo si ha una seconda tappa, in cui si va più nettamente dall'implicito all'esplicito, ossia dal ruolo di Maria come nuova Eva alla Corredenzione. Gli autori più famosi sono: S. Bernardo di Chiaravalle, Arnoldo di Chartres, S. Alberto Magno, S. Bonaventura; nel XIV secolo abbiamo il Taulero, S. Antonino da Firenze, Dionisio Cartusiano, Alfonso Salmeròn.
Infine dal XVII secolo ai giorni nostri si calcolano 124 teologi che si esprimono a favore della Corredenzione immediata di Maria, tra cui S. Lorenzo da Brindisi, S. Giovanni Eudes, l'Olier.
Nel XVIII secolo solo 53 scrittori ecclesiastici si schierano a favore della Corredenzione. Nel XIX secolo pro Corredemptione si pronunciano 130 teologi, tra cui spicca il card. Alessio Lépicier (L’Immacolata Madre di Dio, Corredentrice del genere umano, Roma, 1905).
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Corredenzione, per motivi pseudo-ecumenici, è stata portata avanti da pochi teologi, tra cui i Francescani dell'Immacolata con la Rivista teologica Immaculata Mediatrix e Mons. Brunero Gherardini.
Nel XVIII secolo solo 53 scrittori ecclesiastici si schierano a favore della Corredenzione. Nel XIX secolo pro Corredemptione si pronunciano 130 teologi, tra cui spicca il card. Alessio Lépicier (L’Immacolata Madre di Dio, Corredentrice del genere umano, Roma, 1905).
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Corredenzione, per motivi pseudo-ecumenici, è stata portata avanti da pochi teologi, tra cui i Francescani dell'Immacolata con la Rivista teologica Immaculata Mediatrix e Mons. Brunero Gherardini.
Il Magistero e la Corredenzione mariana
Leone XIII nell'Enciclica Jucunda semper (1894) insegna che “Quando Maria offrì completamente se stessa, insieme al suo Figlio nel Tempio, Ella era di già partecipe della dolorosa espiazione di Cristo a vantaggio del genere umano, ossia della Redenzione […]. Sul Calvario con Lui morì in cuor suo”.
Sempre Leone XIII nell'Enciclica Adiutricem populi (1895) insegna che “Colei che era stata cooperatrice nel mistero dell'‟umana Redenzione, sarebbe stata anche la cooperatrice nella distribuzione delle grazie derivate da una tale Redenzione”. Si noti come il Papa distingue la Corredenzione dalla Dispensazione delle grazie e insegna che Maria ha cooperato ad entrambe.
S. Pio X nell'Enciclica Ad diem illud (1904), vero capolavoro mariologico, asserisce: “Maria fu associata da Cristo all'‟opera della nostra salvezza, ci merita de congruo, come dicono i teologi, ciò che Cristo ci merita de condigno”. Si noti come il Papa afferma due verità: 1) Maria fu associata alla Redenzione da Cristo e non si associò da se stessa; 2) in virtù di tale associazione Maria meritò per pura convenienza o degnazione divina (de congruo) le stesse grazie meritate da Cristo per stretta giustizia (de condigno).
Benedetto XV è il primo Papa a formulare in maniera inequivocabile la dottrina sulla Corredenzione nella Lettera Apostolica Inter Sodalicia (1918), insegnando che “Maria ai piedi della Croce talmente patì e quasi morì col Figlio per placare la giustizia divina, che a ragione si può dire che Ella ha redento il genere umano assieme a Cristo”. Benedetto XV qui insegna tre cose: 1) gli atti di Maria di “conmorte”, compassione e di immolazione sono la causa della Corredenzione mariana; 2) gli effetti di tali atti della Corredentrice sono stati il placare la giustizia di Dio offesa dal peccato di Adamo e la salvezza oggettiva del genere umano; 3) il motivo della Corredenzione di Maria è la libera scelta di Dio e non la necessità di natura di Maria, che, essendo una creatura, non poteva di per se stessa corredimere l’umanità.
Benedetto XV pubblicò complessivamente 64 documenti mariani, quasi tutti di natura disciplinare nei quali, tuttavia, non mancò di intervenire su alcune importanti verità riguardanti la Vergine. Il papa intervenne: sulla Cooperazione di Maria alla salvezza, che si realizzò soprattutto sul Calvario, dove ella quasi morì col Figlio e abdicò ai suoi diritti materni per la salvezza degli uomini, anzi, lei stessa immolò il Figlio per placare la giustizia divina, meritandosi il titolo di Corredentrice; sulla Maternità spirituale di Maria affermando che Gesù morente le affidò il compito di proteggere con materna benignità la vita spirituale di tutti gli uomini; sulla mediazione di Maria riconosciuta come conseguenza della maternità spirituale per cui le grazie che gli uomini ricevono dal tesoro della Redenzione, passano tutte per le sue mani. La devozione del popolo cristiano verso Maria attesta eloquentemente la potenza e la protezione esercitata dalla Madre di Dio, quale mediatrice materna presso Dio.
Benedetto XV pubblicò complessivamente 64 documenti mariani, quasi tutti di natura disciplinare nei quali, tuttavia, non mancò di intervenire su alcune importanti verità riguardanti la Vergine. Il papa intervenne: sulla Cooperazione di Maria alla salvezza, che si realizzò soprattutto sul Calvario, dove ella quasi morì col Figlio e abdicò ai suoi diritti materni per la salvezza degli uomini, anzi, lei stessa immolò il Figlio per placare la giustizia divina, meritandosi il titolo di Corredentrice; sulla Maternità spirituale di Maria affermando che Gesù morente le affidò il compito di proteggere con materna benignità la vita spirituale di tutti gli uomini; sulla mediazione di Maria riconosciuta come conseguenza della maternità spirituale per cui le grazie che gli uomini ricevono dal tesoro della Redenzione, passano tutte per le sue mani. La devozione del popolo cristiano verso Maria attesta eloquentemente la potenza e la protezione esercitata dalla Madre di Dio, quale mediatrice materna presso Dio.
Pio XI è il primo Papa ad applicare il titolo di Corredentrice a Maria nel Messaggio radiofonico del 28 aprile 1935: “Madre di pietà e di misericordia… compaziente e Corredentrice…” (anche se il suo significato era già presente nella S. Scrittura, nella Tradizione e nel Magistero). Egli disse: “O Madre di pietà e di misericordia, che come compaziente e Corredentrice …” (L’Osservatore Romano, 29-30 aprile 1935, p. 1). Egli chiama Maria “Corredentrice” non solo per aver generato il Redentore, ma per la sua partecipazione alla Passione (“compaziente”) del Redentore principale. Quindi i frutti della Redenzione di Cristo son derivati da una duplice causa: dalla Passione redentrice prima e principale di Cristo e dalla Compassione corredentrice seconda e subordinata di Maria.
Pio XII in tre Encicliche tratta della Corredenzione mariana. La prima è la Mystici Corporis (1943) in cui insegna che Maria “offrì Gesù al Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni suo diritto materno e del suo materno amore, per tutti i figli di Adamo. Per tal modo Colei che, quanto al corpo era Madre del nostro Capo, poté divenire, quanto allo spirito, madre di tutte le membra”. Si noti come Pio XII abbia insegnato formalmente che Maria è madre spirituale di tutti i giusti e quindi Madre della Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo.
Nella seconda Enciclica, sommamente mariana, Ad Coeli Reginam (1954) il Papa insegna che la Madonna è Regina non solo perché Madre di Cristo, che è Re, ma anche “per la parte singolare che ebbe nell' ‟opera della nostra salvezza, per volontà di Dio… Maria fu associata a Cristo. […]. Ella è Regina non solo perché Madre di Gesù, ma anche perché, quale nuova Eva, è stata associata al nuovo Adamo. […]. Da questa unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del Regno del divin Redentore”. Si noti come il Papa insegna che il primo fondamento della Regalità di Maria è la divina Maternità e il secondo fondamento è la Corredenzione insieme alla Mediazione.
Infine nell'Enciclica sul S. Cuore Haurietis aquas (1956) papa Pacelli insegna: “Era giusto, infatti, che Colei, la quale era stata associata nell'opera della rigenerazione dei figli di Eva alla vita della grazia, fosse da Gesù stesso proclamata Madre spirituale dell'intera umanità”. Inoltre verso la fine dell'Enciclica scrive: “Affinché il culto verso il divin Cuore di Gesù porti frutti più copiosi, i fedeli si facciano un dovere di associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Infatti, è sommamente conveniente che, come Dio ha voluto associare indissolubilmente la Beata Vergine Maria a Cristo nel compimento della Redenzione [...], così il popolo cristiano, che ha ricevuto la vita divina da Cristo e da Maria, dopo aver tributato i dovuti omaggi al S. Cuore di Gesù, presti anche al Cuore Immacolato di Maria consimili ossequi di pietà […]. In armonia con questo sapientissimo disegno della Provvidenza divina, Noi stessi volemmo solennemente consacrare la Santa Chiesa e il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria ”.
Conclusione
La devozione a Maria non si fonda su motivi sentimentalistici, ma strettamente dogmatici. Ella è vera Madre di Dio e Corredentrice subordinata del genere umano; inoltre tutte le grazie passano attraverso di lei per giungere da Dio sino a noi. Quindi se vogliamo essere redenti e salvati, secondo il piano scelto da Dio, dobbiamo rivolgerci a Maria per andare a Gesù e all'Umanità di quest'ultimo per accedere alla SS. Trinità. Ad Jesum per Mariam!
Finisco con una bella preghiera di San Francesco di Sales:
«Ricordati e richiamati alla mente, o dolcissima Vergine Maria, che tu sei mia Madre e che io sono tuo figlio; che tu sei potentissima e che io sono un piccolo essere vile e debole. Ti supplico, mia dolcissima Madre, di guidarmi e difendermi in tutte le mie vie in tutte le mie azioni.
Non dirmi, o Vergine graziosa, che non puoi, poiché il tuo Figlio prediletto Ti ha dato ogni potere... Non dirmi che non devi perché tu sei la Madre comune di tutti i poveri umani e specialmente mia. Se non potessi ti scuserei dicendo: È vero che è mia Madre e che mi ama come un figlio, ma la sua povertà manca di averi e di poteri”. Se non fossi mia madre, avrei giustamente pazienza dicendo: “Ella è ricca per assistermi, ma ahimè, non essendo mia Madre non mi ama”. Ma poiché, o dolcissima Vergine, Tu sei mia madre e sei potente, come ti potrai scusare se non mi consolassi e non mi prestasti il tuo aiuto e la tua assistenza?”.
Tu vedi, Madre mia, che sei costretta ad acconsentire a tutte le mie domande. Accettami come Tuo figlio senza badare alle mie miserie e ai miei peccati. Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male e dammi tutte le Tue virtù, soprattutto l’umiltà. Fammi regalo di tutti i doni, di tutti i beni e di tutte le grazie che piacciono alla SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo».
Maria Guarini
__________________________
1. Victor Manuel Fernández [qui - qui - qui] (o semplicemente Tucho, come è meglio conosciuto) è stato per lungo tempo molto amico di Bergoglio; ghost writer della Evangelii Gaudium e già redattore della Relatio finalis con l'intento di passare dalla morale della legge a quella della persona. Ha anche scritto un libro sull'arte di baciare: Saname con tu boca. El arte de besar...
Così si esprimeva al Corriere della Sera in un'intervista del 10 maggio 2015: "La curia vaticana non è una struttura essenziale. Il papa potrebbe pure andare ad abitare fuori Roma, avere un dicastero a Roma e un altro a Bogotá, e magari collegarsi per teleconferenza con gli esperti di liturgia che risiedono in Germania. Attorno al papa quello che c’è, in un senso teologico, è il collegio dei vescovi per servire il popolo. […] Gli stessi cardinali possono sparire, nel senso che non sono essenziali". Per non parlare della Fiducia Supplicans [vedi]


12 commenti:
O Maria, la luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione ponga freno alle mie distrazioni; la tua visione ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio di carità del tuo cuore dilati e infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano il mio ornamento presso il Signore. Infine, carissima e diletta Madre, fa’ che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio con puro e ardente amore, come te. Amen
(San Luigi Maria Grignion de Montfort).
Non in mio nome, santità, non in mio nome ! La proclamazione del 5° dogma mariano (5 dogmi, come i misteri del Santo Rosario) fu richiesta dalla Madonna stessa alla veggente Ida Peerdman, ad Amsterdam, a cavallo degli anni '40-'50, ma non fu mai accolta dal Vaticano, un po' come successe per il 3° segreto di Fatima : i ribelli modernisti sono da sempre ostili alla Madonna, è un loro segno distintivo ( i demoni tremano e fuggono a gambe levate al solo udire il nome di Maria SS.ma). Da ultimo 5 cardinali riproposero la richiesta a papa B XVI, ma lui rifiutò adducendo come motivo che avrebbe ostacolato il dialogo con i Protestanti (sic!). Viva Maria, dunque, Corredentrice, Mediatrice ed Avvocata! Il Trionfo del Suo Cuore Immacolato segnerà la fine del modernismo al potere nella Chiesa di Cristo. Alleluia! LJC Catholicus
Un giorno nero per la chiesa, ormai vanno avanti impenitenti.
https://youtu.be/40L8lJzV8_Y?si=v18R_O1FJ9qoWVqU
Intorno al min. 27 il card Tucho contestato pubblicamente alla presentazione della nota
Tucho Besame Mucho, che schifo !
Claudio Gazzoli
Ad integrazione della nota della dott.ssa Maria Guarini, se può essere utile per comprendere meglio (qualora ce ne fosse bisogno) da chi proviene tutto ciò:
Da "Teología espiritual encarnada"
Capitolo 7. Orgasmo maschile e femminile.
"Per questo, vediamo innanzitutto come gli uomini e le donne vivono l’orgasmo e qual è la differenza tra un orgasmo maschile e uno femminile.
A lei piacciono di più le carezze e i baci, e ha bisogno che l’uomo giochi un po’ prima di penetrarla. Ma lui, insomma, è più interessato alla vagina che al clitoride. Al momento dell’orgasmo, lui di solito emette dei grugniti aggressivi; lei, invece, fa dei balbettii o dei sospiri infantili. Non dimentichiamo che le donne hanno un ricco plesso venoso intorno alla vagina, che mantiene un buon flusso sanguigno dopo l’orgasmo. Ecco perché di solito è insaziabile."
Claudio Gazzoli
Chapeau, caro Grazioli, chapeau ! Catholicus
Corredentrice
Ora la questione della "Corredentrice" diverrà campo di battaglia tra iper-cattolici per partito preso e ipo-cattolici per necessità ecumenica e moderna. Poi inizieranno a parlare d'altro. Ci risentiamo tra uno o due secoli o forse tre, se Dio vuole. Newman osservava che i criteri leriniani sono male applicati in un approccio meramente positivistico: se per tre secoli non si parla di unione ipostatica e non se ne trova una definizione nella Scrittura, ciò non significa che essa non è stata sempre creduta dalla Chiesa.
(Andrea Sandri)
Non è possibile!
Se la citazione è autentica, come si può parlare di teologia incarnata e come può costui essere il prefetto della Dottrina della Fede...
Siamo su scherzi a parte o in pieno misterium iniquitatis?
Ho letto con attenzione la nota Mater Populi Fidelis pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede, sotto la guida del cardinale Víctor Manuel Fernández, e confesso di essere rimasta profondamente perplessa. Il documento, reso pubblico il 4 novembre 2025, dichiara che i titoli mariani come Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie non dovrebbero essere utilizzati nella liturgia o nei documenti ufficiali della Chiesa, perché potrebbero “creare confusione dottrinale” e necessitano di “spiegazioni ripetute”.
Ma mi chiedo: davvero questi titoli hanno bisogno di essere corretti, o siamo noi ad aver smesso di comprendere il loro significato? Non sono forse la prova che, quando la fede si indebolisce, la prima cosa che cambia è il linguaggio?
Per secoli, la Chiesa non ha mai avuto timore di proclamare la grandezza di Maria come Corredentrice e Mediatrice, perché sapeva che la forza di questi titoli non nasceva da un sentimentalismo, ma da una verità teologica profonda, radicata nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione.
Quando diciamo che Maria è Corredentrice, non la mettiamo sullo stesso piano di Cristo.
Diciamo, piuttosto, che Ella ha cooperato alla Redenzione in modo unico, libero e pieno di grazia, partecipando intimamente all’opera del Figlio.
Non è un’invenzione devozionale, ma un insegnamento che attraversa la Tradizione sin dai primi secoli: Sant’Ireneo di Lione scriveva già nel II secolo: “Come Eva, disobbedendo, divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria, obbedendo, divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano.” In questa frase c’è già tutta la mariologia: la cooperazione di Maria all’opera redentrice non è concorrenza, ma partecipazione. Sant’Efrem il Siro la chiamava “Mediatrice del mondo intero”, e San Bernardo di Chiaravalle affermava che “Dio ha voluto che nulla ci venisse concesso se non per mezzo di Maria.” San Bonaventura, grande dottore francescano, diceva: “Ogni grazia che riceviamo discende da Dio attraverso Maria.” E se i santi e i dottori della Chiesa non hanno avuto timore di usare questi titoli, perché dovremmo averne noi?
La mediazione di Maria non toglie nulla a Cristo. Lo diceva San Paolo VI, lo ribadiva San Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater: “Maria continua a intercedere come Mediatrice, partecipando alla mediazione unica e universale di Cristo.” Dire che Maria è Mediatrice di tutte le grazie significa riconoscere che tutte le grazie che riceviamo ci giungono da Cristo, ma attraverso di Lei, che con il suo Fiat ha aperto le porte della salvezza.
Il problema, dunque, non è la dottrina. È la mancanza di catechesi.
Se i fedeli avessero ricevuto una formazione chiara, nessuno avrebbe equivocato quei titoli.
Abbiamo preferito semplificare invece che spiegare, rendere tutto “accessibile” invece di elevare i cuori e le menti alla grandezza del mistero. Ma la fede non cresce con la semplificazione. Cresce con la contemplazione.
Con rispetto ma con franchezza vorrei chiedere alla Sua Eminenza Cardinale Fernandez, davvero il nostro compito è adattare la Chiesa al mondo, o custodire la fede che ci è stata consegnata dagli Apostoli? Perché sembra che, nel desiderio di essere più “dialoganti”, abbiamo smesso di essere formatori.
Abbiamo paura di sembrare rigidi, ma non abbiamo paura di sembrare tiepidi. Eppure, Cristo non ha mai abbassato la croce per renderla più leggera. Non ha cambiato il linguaggio per piacere ai pagani. Ha parlato con verità, e chi voleva capire, capiva.
La Chiesa dei primi secoli non aveva linguaggi moderni, ma aveva la forza dello Spirito. Non si preoccupava di essere accettata: si preoccupava di essere fedele. E i cristiani non chiedevano di “aggiornare” la fede, ma di vivere la fede, anche a costo della vita.
Oggi, invece, si ha l’impressione che vogliamo tutto facile, tutto leggero, tutto comprensibile.
Ma la via del Vangelo non è la porta larga.. è quella stretta. E chi ama la Madre non teme di chiamarla come la Chiesa l’ha sempre chiamata: Corredentrice, Mediatrice, Avvocata nostra.
Segue
Non sono le parole a creare confusione, ma la mancanza di verità nei cuori. Quando il popolo di Dio prega con fede, non si smarrisce nei concetti: capisce con il cuore ciò che la ragione non può contenere. Sottrarre questi titoli a Maria non elimina un rischio teologico: elimina una dimensione spirituale. È come togliere dal volto della Chiesa la tenerezza e la profondità che solo una Madre può donare.
La fede non ha bisogno di aggiornamenti linguistici. Ha bisogno di fedeli che credano, conoscano, e amino. Se il linguaggio della Chiesa diventa “troppo alto” per noi, allora forse non è la lingua da cambiare, ma la nostra fede da risvegliare.
La Chiesa non deve imparare a piacere al mondo, ma a salvare il mondo. E questo può farlo solo restando fedele a ciò che ha ricevuto. Maria non chiede nuovi titoli: chiede figli che comprendano la verità dei titoli che già possiede. Corredentrice e Mediatrice non sono formule da museo: sono parole vive, che raccontano la cooperazione perfetta tra una Madre e il suo Figlio per la salvezza dell’umanità.
E allora, mi permetto di dire:
forse il mondo non crede più perché la Chiesa ha smesso di parlare come credeva. Il linguaggio della fede non si adatta: si testimonia. E chi lo custodisce, custodisce anche la sua anima.
Zarish Imelda Neno
*perché potrebbero “creare confusione dottrinale” *
Nelle capocce...... gia' molto confuse dall'ipetrofico ego.
Mi chiedo quale cristiano possa pregare l'Ave Maria meditando i misteri dolorosi senza riconoscere, nella "con-passione" di una Madre - capace di immenso amore senza ombra di peccato e dunque anche di immensa sofferenza - proprio l'effetto corredentivo. E senza alcuna confusione dottrinale, in quanto la corredenzione della Vergine è limitata al periodo della sua presenza terrena (come precisa mons. Gherardini), essendo Cristo Signore il Redentore in assoluto!
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