La Foederatio Internationalis Una Voce ( FIUV ) sta lanciando una serie di succinte 'prese di posizione' su alcuni aspetti del Messale del 1962, al fine di stimolare il dibattito su quegli aspetti della 'forma straordinaria', che sono stati criticati in passato, e potrebbero essere soggetti a future modifiche.
Abbiamo un duplice obiettivo. In primo luogo, contribuire al dibattito, in corso almeno dalla metà del XX secolo, sull'adeguatezza e l'efficacia teologico pastorale di quella che oggi è, secondo la frase del Santo Padre, la 'tradizione liturgica precedente'. Vogliamo dotare coloro che sono legati a questa tradizione dei migliori argomenti possibili, sostenuti dalle migliori autorità, per mantenere l'organica di questa tradizione, espressa nel modo più succinto possibile, ma, speriamo, comprensibile a un vasto pubblico. Speriamo in questo modo di elevare il livello del dibattito che si svolge non più solo nelle aule di seminari, ma dovunque i cattolici si incontrano, soprattutto su Internet.
In secondo luogo, lo facciamo alla luce della lettera del Santo Padre ai vescovi, che accompagna il Motu Proprio Summorum Pontificum:
«Del resto le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione “Ecclesia Dei” in contatto con i diversi enti dedicati all’ “usus antiquior” studierà le possibilità pratiche.»Il FIUV non è soltanto una delle tante entità devote alla Forma Extraordinaria, ma è l'unico organismo internazionale in grado di parlare a nome dei laici legati a questa forma della liturgia. Siamo stati istituiti nel 1965, all'inizio del 'Movimento Tradizionale', e rappresentiamo un grande e crescente numero di associazioni di laici in Nord e Sud America, Europa, Africa e Asia. Abbiamo rappresentato il punto di vista e le esigenze delle associazioni a noi affiliate a Roma, e nel resto del mondo, per quasi mezzo secolo.
Di conseguenza, abbiamo creato un 'Sottocomitato Liturgia e Spiritualità' per coordinare lo sviluppo e la pubblicazione di questi documenti di sintesi. Io (Joseph Shaw, in questo momento presidente della Society Messa in latino ) sono il Moderatore di questa sottocommissione, e in tale veste sto presentando questi documenti al pubblico, su Rorate Caeli, grazie alla grande ospitalità di New Catholic.
Mentre il Santo Padre fa riferimento a due aree di possibile modifica dei libri liturgici del 1962, nuovi Santi e prefazi, il dibattito sul futuro di questi libri liturgici non si limita a tali materie. Per questo motivo, e anche per il primo obiettivo indicato da questo documento, affronteremo argomenti su una vasta gamma di questioni. Oltre ad una relazione introduttiva, dando una sorta di disclaimer sulla nostra competenza, i primi sei temi previsti sono:
- Il Servizio di uomini e ragazzi presso l'Altare
- Pietà liturgica e partecipazione
- Il Modo di ricevere la Comunione
- La Vulgata e il Salterio Gallicano
- Orientamento liturgico
- Settimana Santa
Vogliamo parlarne anche noi? Già le discussioni rischiano di andare al di là delle norme indicate dal Papa nella lettera ai vescovi o nella Universae ecclesiae:
24. I libri liturgici della forma extraordinaria vanno usati come sono. Tutti quelli che desiderano celebrare secondo la forma extraordinaria del Rito Romano devono conoscere le apposite rubriche e sono tenuti ad eseguirle correttamente nelle celebrazioni.Non mancano, ad esempio, i vescovi che parlano di introdurre il nuovo lezionario al rito Tridentino.
25. Nel Messale del 1962 potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi, secondo la normativa che verrà indicata in seguito.
Dove sta andando la nostra Chiesa? Da un lato aumenta la consapevolezza, il Santo Padre non fa mancare i suoi richiami ed il suo esempio; ma, sul piano 'pastorale', i segnali sono sempre più scoraggianti.
E certe cose vanno dette e tenute ben presenti sul nascere. Non dobbiamo e non possiamo distogliere l'attenzione dalla minaccia reale, che è quella di una contaminazione progressiva del Rito usus antiquior provvidenzialmente tornato alla luce. E nemmeno dobbiamo dare per scontato che certe innovazioni debbano accadere comunque e nei termini ancora una volta distruttivi e non semplicemente di aggiornamento.
Tanto più se consideriamo che un ambito così serio e sacro come la Liturgia, che ci porta il respiro della Fede Apostolica arricchita da quella delle generazioni e dei grandi Santi che ci hanno preceduto, non può essere messo in mano né a laici cosiddetti ispirati o carismatici, - cioè con un movimento liturgico "dal basso" come preconizza il card. Cañizares - né a liturgisti improvvisati e neppure costruito a tavolino, come accaduto per il Novus Ordo. E nessun vero credente accetterà di vedersi imporre dall'alto un possibile raccapricciante "ibrido", frutto di possibili arbitrarie contaminazioni!
7 commenti:
Già le discussioni rischiano di andare al di là delle norme indicate dal Papa nella lettera ai vescovi o nella Universae ecclesiae:
24. I libri liturgici della forma extraordinaria vanno usati come sono. Tutti quelli che desiderano celebrare secondo la forma extraordinaria del Rito Romano devono conoscere le apposite rubriche e sono tenuti ad eseguirle correttamente nelle celebrazioni.
25. Nel Messale del 1962 potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi9, secondo la normativa che verrà indicata in seguito.
Non mancano, ad esempio, i vescovi che parlano di introdurre il nuovo lezionario al rito Tridentino.
Qualunque modifica non può in ogni caso nascere dal basso - come preconizza il card Canizares -, ma deve sgorgare dalla fede viva dalla preghiera e dalla 'sapienza' di chi ha dimestichezza e conoscenza anche storica - in riferimento alla Tradizione - ma soprattutto spirituale delle "cose sacre" e della Liturgia, che davvero è la fonte e il culmine della nostra Fede e, poiché lex orandi è lex credendi, ogni innovazione deve rifuggire sia dalle improvvisazioni, sia dalle sperimentazioni, sia dagli spiriti che hanno perso il contatto con la Tradizione e che purtroppo non mancano di darcene drammatiche riprove.
Si potrebbe affidare il tutto agli esperti della FSSPX?
O i problemi di comunione ostano?
Mi rendo conto che la FIUV si autoproclama portavoce...
Lo stesso mons. Gherardini si è espresso in un certo modo sull'ultimo numero di Divinitas, che può suscitare qualche perplessità, anche se lui -e giustamente- affiderebbe il tutto a qualificate commissioni e non certo partendo "dal basso"...
La Fraternità San Pio X credo abbia molto da dire e sarebbe bene cominciasse a farlo.
Perchè il Papa non nomina vescovi o cardinali che siano esplicitamente Summmorum Pontificum e si prendano a cura queste questioni?
La prima cosa sarebbe di ripristinare la Settimana Santa in uso (non opzionale) fino al 1952.
La Settimana Santa di Bugnini fu pensata come un "ponte" per arrivare al Messale vero e proprio del 1970. Comunque gli unici che potrebbero dire qualcosa di sensato sono attualmente gli ottimi don Mauro Tranquillo FSSPX e don Stefano Carusi FSSP.
Carusi è della Buon Pastore. Ma la San Pietro cosa fa durante la giornata?
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