Riguarda il testo di cui al thread precedente. Un lettore, che ringrazio, mi segnala il seguente scambio di messaggi apparso su Avvenire, che ci dà la misura del grado di inquinamento raggiunto nella Chiesa e, soprattutto, di quella che non saprei se definire connivenza o incapacità di discernimento da parte del Direttore del "quotidiano dei cattolici italiani", il quale non esita a parlare di buona dottrina cattolica, riferendosi ai controversi contenuti del "priore" di Bose. [che potete consultare qui] Uno dei corrispondenti parla di "campagna diffamatoria" nei confronti di un "uomo di Chiesa", evidentemente senza cogliere le motivazioni addotte... Percezioni diverse di una deformazione della verità ormai dolorosamente attestata. E proprio per questo non cesseremo di dare le nostre ragioni. Livi lo ha fatto in termini veramente cattolici, ma la cultura di regime non lo riconosce.
Gentile direttore,
mi scuso per il disturbo ma ho trovato in rete un articolo – tratto da un sito cattolico – che mi ha lasciata interdetta... In esso si critica con molta forza il priore della Comunità monastica di Bose, fratello Enzo Bianchi. E si cita anche Avvenire per la meditazione del religioso sulle «Tentazioni di Cristo» che ha pubblicato il 4 marzo scorso. Per questo glielo segnalo. Trovo strano che il nostro giornale venga accusato di pubblicare cose non in linea con il pensiero della Chiesa. La saluto con tanta stima e gratitudine per i vostri articoli sempre corretti ed equilibrati, oltre che obiettivi (ne facciamo largo uso durante le letture in refettorio)... Il Signore la benedica coi suoi validi collaboratori.
Una suora
PS. Non so se intende pubblicare quanto ho scritto, in ogni caso la pregherei, per la mia scelta di vita, di mantenermi nell’anonimato.
Caro direttore,
anzitutto voglio ringraziarla per la quotidiana testimonianza del giornale che lei dirige, coadiuvato da abili collaboratori e da autorevoli voci esterne alla redazione. Debbo confessarle che siete divenuti miei compagni di viaggio, quasi inseparabili; fatico a non sostare sull’abile mescolanza che propone letture sagge della cronaca quotidiana e sane riflessioni che pungolano la fede. Con rammarico constato la malevola superficialità con cui venite trattati spesso da chi dovrebbe promuovere la lettura della "prima pagina" di ogni quotidiano ed evito di ritornare sui recenti attacchi frontali che avete subito. Ma è di questi giorni una nuova campagna, mi permetto di dire diffamatoria, nei confronti di un uomo di Chiesa che spesso trova spazio sulle vostre pagine e che stimo. Parlo di Enzo Bianchi. Fatto ancora più grave le accuse – di eresia!! – provengono da un altro uomo di Chiesa e trovano risonanza in ambienti e testate online che si autodefiniscono punto di riferimento per i cattolici. Mi perdoni l’ignoranza di questa mia considerazione più logica che teologica: ma Benedetto XVI nominerebbe un "eretico" come esperto al Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio? Le diocesi inviterebbero Enzo Bianchi a tenere incontri, riflessioni, esercizi per presbiteri se fosse appunto "eretico" o anche solo non più che ortodosso al magistero cattolico? Enzo Bianchi sarebbe uno degli esperti più ascoltati in liturgia se fosse "eretico"?
Insomma, secondo certi signori, tutti – Avvenire compreso – si sarebbero fatti abbindolare, tranne loro. C’è il bisogno di ulteriore malignità nella nostra Chiesa? Le auguro un buon proseguimento del cammino quaresimale.
Giovanni Todeschini, Lecco
Il Direttore risponde:
Ammetto di non essermi reso conto per diversi giorni di che cosa era stato scritto di tragicamente ridicolo su internet contro Enzo Bianchi e – en passant – anche contro Avvenire. Lui accusato – udite udite – di eresia monofisita (cioè di considerare Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, solo un uomo) e questo giornale accusato – riudite ri-udite – di tenergli bordone. Ammetto anche, gentile e reverenda sorella e caro signor Todeschini, di essere rimasto quasi senza parole nel leggere le argomentazioni usate da un uomo di Chiesa, il professor Livi, del quale – fin qui – avevo solo sentito parlare. Ho scoperto un testo feroce, nel quale si procede con metodi degni della peggiore "disinformatsja": estrapolando frasi, selezionando concetti, amputando verità, distillando veleni. Una deformazione doppiamente insultante (per l’autore e per l’intelligenza dei lettori) della bella e intensa meditazione del priore Bianchi sulle tentazioni di Nostro Signore che abbiamo pubblicato il 4 marzo scorso. La mia è la constatazione addolorata e ferita di un giornalista non esattamente alle prime armi e che, dunque, se ne intende un po’ del bene o del male che si può fare impugnando la penna. Ma è anche, e soprattutto, la testimonianza civile di uno che ha denunciato più volte, e a diverso proposito, certe squallide procedure di denigrazione e diffamazione. Mi ha davvero colpito, cari amici lettori, il livore della filippica e mi indigna la disonestà intellettuale dell’operazione tentata nel nome della comune fede cattolica contro Enzo Bianchi e, di rimbalzo, ma non casualmente, contro questo giornale. Si può ovviamente non essere d’accordo con il priore di Bose (o con il sottoscritto o con qualsiasi altro giornalista e collaboratore di Avvenire) su ciò che è opinabile: valutazioni storiche e socioculturali, opinioni artistiche, scelte lessicali, giudizi politici...
Ma mi è stato insegnato, e a questo insegnamento resto serenamente e cristianamente fedele, che non ci si può mai permettere – con maligni artifici e disprezzo della verità delle cose e delle parole – di porre in dubbio la fede altrui e l’altrui indiscutibile adesione alla buona dottrina cattolica su ciò che opinabile non è. Chi si azzarda a farlo, e in questo caso si è azzardato, dovrebbe essere capace di vergognarsene. Questa è la speranza.
Marco Tarquinio
28 commenti:
Il sinodo dei Vescovi,
dopo aver letto queste affermazioni davvero non so cosa pensare:
http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20080511_instrlabor-xii-assembly_it.html
SINODO DEI VESCOVI
XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
LA PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA
INSTRUMENTUM LABORIS
Città del Vaticano 2008
quantunque la Sacra Scrittura sia ispirata in tutte le sue parti *la sua inerranza si riferisce solo alla «verità che Dio per la nostra salvezza volle fosse consegnata nelle sacre lettere» (DV 11)..*
Che amarezza.
Marco Marchesini
Marco è uno dei tasti più dolorosi della Chiesa di oggi. Attraverso una marcia esegesi operata attraverso nuove e bizzarre traduzioni (veri e propri tradimenti) si sono veicolate tutte le peggio abominazioni dei nostri tempi. Una volta la Bibbia Cattolica era (è) la Vulgata Sisto Clementina. Per intenderci quella che costituisce le Lezioni del Messale Romano san Pio V. Poi Pio XII si è fatto ingannare dal suo padre spirituale (il filo semita modernista Bea) e ha cambiato i salmi dl breviario con la nuova ri traduzione dei salmi del Breviario... Poi è arrivata la Neo Vulgata, che nessuno la tiene in considerazione.... Per non parlare poi delle traduzioni in Italiano (la Martini ovvero l'inizio della catastrofe, fino alla nuova traduzione CEI).
Mi fermo qui, mi viene una grande angustia quando penso a questo, che mi ci vuole tanta pazienza per ritrovare la fiducia.
Caro Marco come meravigliarsi di simili "approdi" se:
a proposito di Parola di Dio e del nostro contendere, Enzo Bianchi ha partecipato in qualità di esperto nominato da Papa Benedetto XVI al Sinodo tenutosi a Roma nell’ottobre del 2008 su «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa».
Ecco un brano della sua conferenza:
[...]
Il proemio della Dei Verbum, in effetti, fin dall’incipit mostra la sua novità rivoluzionaria: “Dei Verbum religiose audiens et fidenter proclamans, Sacrosancta Synodus verbis s. Joannis obsequitur dicentis…” (“In religioso ascolto della Parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il sacro Concilio aderisce alle parole di s. Giovanni il quale dice…”). Il proemio presenta il Concilio che parla di se stesso, che svela la sua autocoscienza e si pone come esempio per quel “popolo degli ascoltanti della Parola” (Karl Rahner) che sono chiamati a essere i cristiani. La centralità – così biblica – dell’audire, dell’ascolto, che caratterizza la postura del Concilio e dunque della Chiesa, è decisamente innovativa. In questo testo si afferma che la Chiesa esiste in quanto serva della Parola di Dio, sotto la Parola di Dio, nel doppio movimento di ascolto e di annuncio della Parola di Dio: “è come se l’intera vita della Chiesa fosse raccolta in questo ascolto da cui solamente può procedere ogni suo atto di parola” (Joseph Ratzinger). Per essere ecclesia docens, la Chiesa deve essere ecclesia audiens: per avere una Parola da insegnare, la Chiesa deve prima averla ascoltata.
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In questo più che una novità vedrei un'involuzione: lo "shemà Israel" di conio prettamente veterotestamentario, mentre invece quella Parola è diventata carne in Gesù Signore ed è di Lui che la Chiesa è portatrice e da Lui è cristificata e cristificante svolgendo la sua funzione principale, che è quella di offrire ogni giorno il Santo Sacrificio e nutrendosene. E' questa la centralità, l'ascolto è solo un aspetto, una conseguenza. C'è qualcosa di ben ALTRO e di ben OLTRE rispetto a Mosè e ai Profeti...
Qui poi, nel seguito, c'è "la salvezza per tutti":
"La citazione del prologo della Prima lettera di Giovanni (1Gv 1,2-3) annuncia il tema centrale e la parola chiave della Dei Verbum e dell’intero Concilio: comunione. Comunione che scaturisce dalla comunicazione che Dio, il Dio trinitario (DV 2), cioè il Dio che è comunione nel suo stesso essere, fa della sua vita agli uomini e che si manifesta pienamente in Cristo. Questa comunicazione non è dottrinale, ma vitale; avviene nella storia, ha come forma e centro il Cristo, come destinatario il mondo intero e come fine la salvezza dell’uomo. La dimensione storica e salvifica della rivelazione, la sua dimensione cristocentrica, la sua estensione universale sono qui ricordate in poche frasi che bastano per indicare il ribaltamento di prospettiva rispetto all’impostazione teologica apologetica e deduttivistica precedentemente in auge nella Chiesa."
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Non mi pronuncio sull'"impostazione teologica apologetica e deduttivistica"... Certo che c'è il ribaltamento di prospettiva! Ma quanto tremendamente distruttivo di ogni verità perenne!
E non posso far a meno di ricordare il Prologo di Giovanni, che dice: "a coloro che l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio, i quali... da Dio sono stati generati (nel Figlio)" e non mi pare si riferisca a tutto il genere umano
Per ritornare al prof. Livi! È uno spettacolo mettersi in finestra e vedere questo scontro tra la Bussola e Avvenire. Sono anni che le Diocesi e i Seminari le Università tra cui il Laterano bevono alla cattiva sorgente di Bianchi. Già dodici anni fa denunciavo questa ingerenza nel mio Seminario dove ero ovviamente tacciato come reazionario e a tutta risposta il vicerettore organizzava furtive "settimane" di preghiera a Bose con il molto placet, del Rettore e del Cardinale. Nelle università Pontificie si utilizzano i suoi metodi di "esegesi" e Livi lo sa molto bene! e ora che tutto è irrimediabilmente corrotto apre la bocca????
Mi fa più pena Livi che Bianchi.
Mi spiace ma non sprecherò una parola per difenderlo. Questo scontro tra un modernista conservatore e un modernista progressista mi fa solo che ridere.
Sull'inerranza, ricordo questi riferimenti di Mons. Gherardini
...Per non incorrere nel pericolo d'interpretazioni soggettive ai danni della Sacra Scrittura che, proprio perché tale e come tale affidata alla Chiesa, sfugge nettamente ai limiti del soggetto, m'affido ai criteri più volte determinati dal Magistero ecclesiastico, nonché alla sua dottrina. Ciò non comporta un'adesione indiscussa a tutto quanto si legge nella Dei Verbum del Vaticano II, sia perché ciò che di dogmatico il Vaticano II espose, appartiene per sua stessa confessione al magistero precedente, sia perché alcune novità della Dei Verbum lascian alquanto insoddisfatti. Essa, pur senza dichiararlo esplicitamente, rinunzia di fatto alla dottrina classica dell'assoluta inerranza biblica e limita l'inerranza stessa alla sola "verità salutare"18.
Se si pensa che l'inerranza assoluta della Sacra Scrittura non è soltanto una tra le varie premesse d'ogni lavoro esegetico, ma è anche una verità della fede cattolica, a più riprese almeno implicitamente confermata dal Magistero ecclesiastico e dalla tradizione scolastica19, s'intravede per quale motivo abbia poco sopra definito non soddisfacenti alcune novità della Dei Verbum; esse suscitano - a dir il vero - non poche perplessità. Per uscire dalle quali, sarà bene che l'esegeta cattolico si lasci guidare dai capisaldi del Magistero, in special modo dalla "Providentissimus Deus" di Leone XIII e dalla "Divino afflante Spiritu" di Pio XII: l'una infatti stabilisce un'esatta nozione d'ispirazione biblica, nozione che chiamerei teologica in quanto ripugna alla dissociazione della fede dall'ispirazione stessa e dall'inerranza; l'altra mette in evidenza e richiama la varietà dei generi letterari presenti nella Scrittura, le regole per la loro interpretazione ed il senso letterale che ne discende20.
La tendenza odierna è, invece, per il superamento dei due accennati capisaldi, dando, proprio per questo, la fondata impressione di staccarsi direttamente dall'ambito autenticamente cattolico. Si tratta d'un ambito determinato non da scelte soggettive, ma dalla fedeltà alla linea segnalata dal Magistero. A tale linea è certamente fedele il Vaticano II, specie con la sua formulazione d'un criterio indiscutibile: "in lumine fidei - sub Ecclesiae Magisterii ductu"21. Questo, e non la tendenza sopra accennata, sarà dunque anche il mio criterio.
(stralcio dal documento: "Sugli ebrei così serenamente")
Così per ricordare anche un'altro martire della corretta esegesi Biblica. Mons. Spadafora..
http://www.facebook.com/groups/47133068953/
http://www.unavox.it/testi02.htm
e non mi pare si riferisca a tutto il genere umano
Mi cito per precisare.
Non che tutto il genere umano non sia destinatario della salvezza; ma e cito Romani 10,14-15
Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!
Don Camillo,
non considero Livi un modernista. Anche se non lo inserirei come una delle 'vigili sentinelle' alla pari di Gherardini
Mic, Ma hai capito che ormai stiamo parlando di due chiese parallele e cioe' una convenzionale e fa capo a Roma e l'altra Cattolica e in questo momento non sappiamo Nostro Signore in mano a chi l'ha posta. E' un po' come la chiesa cinese, una che fa' capo a Roma ed una che fa capo al governo cinese che nomina i suoi vescovi ed alla stessa da' le direttive. Ormai e' tutta una Babilonia, il Concilio di trento ed il Vaticano I l'han fatti degli acattolici? oppure vedi tu.
Per la Bibbia io ho la Ricciotti e la Marietti (in 3 volumi) e sono sicuramente cattoliche. La Marietti poi vede il contributo di mons. Spadafora autore del famoso dizionario, che sono felice di possedere.
Già la vecchia CEI di mons. Garofalo era ancora accettabile.
Le altre post-conciliari sono tutte da rigettare.
Però il sinodo dei Vescovi... La suora dovrebbe prendere il testo che ho citato e confrontarlo con il Magistero sull'inerranza biblica. Poi spero vedrebbe in modo diverso questo sinodo...
Anche mons. Gherardini in un video di youtube accenna con evidente dolore all'argomento.
Marco Marchesini
Mic, è vero che il tempo della mia (de) formazione è stato ricco di scontri e sofferenze interiori molto forti, è vero anche che Livi non è stato mio professore, ma non mi ricordo, almeno al tempo, che si distinguesse per una accesa ortodossia, ma sempre disposto a ricredermi, sono gli idioti, non cambiano idea.
L'unica traduzione che io considero accettabile e quella del Marco Sales, su Maranathà feci mettere tempo fa il link. Ha il merito di prendere la versione del Martini 1700(!) e di ritradurla in modo diciamo più fedele al testo latino della Vulgata.
http://www.maranatha.it/Miscel/docum/nt.htm
Del Sales c'è anche il Pentateuco:
http://openlibrary.org/works/OL15465965W/Il_Vecchio_Testamento
Ho fatto ricchi studi biblici. Mi sono quasi dannato l'anima appresso ai testi greci. Dicevano che erano i più antichi, ma non sempre l'antichità è sinomino di autenticità! LaVulgata fu fatta, redatta da San Girolamo, il quale aveva a disposizione dei testi greci ed ebraici che sono andati perduti. E un po' lo stesso discorso trasposto alla Liturgia. Non conosciamo testi liturgici integri prima del 2 secolo ma solo il "Messale" di San Gregorio 4-5 secolo, il quale si fregia di aver raccolto i testi che oggi non ci sono più. Cosa fare? Pur appezzando alcuni autori, esegeti moderni, ho fatto una scelta già tempo fa: utilizzo la Vulgata e basta. E i passi oscuri latini, rimangono oscuri e non li interpreto a "senso" (come fa purtroppo anche il Ricciotti).
quali autori recenti?
Io ho sentito parlare molto bene del Tabet ad esempio.
Marco Marchesini
Non conosco Michelangelo Tabet, so che insegna alla Santa Croce. Ad ogni modo, credo che lui come tutti gli esegeti cattolici almeno sul Nuovo Testamento si rifanno al Nestle-Aland e alla sua 27 edizione (la prima edizione è di Erasmo (!) ). La lingua greca è diversa dalla latina, detto in modo casereccio, è più poetica, una solo lemma è suscettibile a miriadi di interpretazioni e proprio per questa ragione che alcuni detti di Gesù hanno avuto delle spiegazioni esegetiche che rasentano l'empietà.
Trento ribadisce con forza che la Bibbia CATTOLICA è la Vulgata, anche per contrastare la stessa traduzione greca (e la nuova latina) promossa da Lutero, che come sappiamo redigerà una versione tedesca.
Insomma per farla breve il modernismo ha un "padre" e una "madre" e la madre è l'esegesi biblica.
L'opera del Sales è un monumento alla giusta esegesi voluta da Pio X proprio per arginare l'esegesi greca favolistica. Unito al Dizionario di Spadafora, sei in una botte di ferro avendo tutto quello che ti serve.
Mi è stato consigliato anche il libro "La Bibbia aveva ragione" del Keller e Pagine difficili della Bibbia" del Galbiati. Sono a livello più "popolare" che scientifico.
Marco Marchesini
Possiedo il Keller ma non so che tipo di ricerche propone, non avendo avuto tempo di leggerlo con attenzione. Dico solo che il Sales (scusate se mi ripeto) è spettacolare, nelle note riporta sia la spiegazione dei passi difficili, sia le varie proposte dell'esegetica greca ora sposandole (se conformi alla Tradizione Biblica Vulgata) ora confutandole alla grande se di matrice e animo protestante.
Molto bene,
ho visto il testo di Marco Sales su maranatha.
Don Camillo ha il file PDF per la consultazione off-line? :)
Marco Marchesini
per scaricare il pdf devi cliccare sulla "i" in alto a destra...
Si scarica il file dal sito madre, ma controlla bene io l'ho scaricato senza alcun problema compreso il Pentateuco.
IL LATINO UCCIDE LA LIBERA ESEGESI. E` FOLLIA PENSARE DI RIPROPORRE LA VULGATA COME LA BIBBIA UFFICIALE. IN POCHI GIORNI SIAMO RITORNATI ALLE DISPUTE DEL 1600. QUANDO I ROGHI?
l'Anonimo dei roghi non ha capito nulla!
Si parla di recenti traduzioni che tradiscono il senso della Scrittura.
Se qualcuno è attento, non può non riconoscerlo. L'abbandono del latino, specialmente da parte dei sacerdoti, senza contare quel che è costato alla Liturgia - nella quale bastava inserire in volgare le letture - è esiziale perché allontana dalle fonti originali di molti testi preziosissimi.
ok, grazie, ho scaricato :)
Marco Marchesini
La Bibbia Cattolica è la Vulgata Sisto Clementina. Il latino è una lingua certa ed esatta, il Signore Gesù non poteva trovare altra lingua più bella e più conforme al Suo pensiero.
Molto interessante. La risposta de la Bussola
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-bianchi-livi-e-un-quotidiano-cattolico-4882.htm
Ho letto l'elogio del Martini-Sales: non è detto che avendo quella Bibbia si è a posto.
Ora, a parte che gli studi sono andati avanti (Lagrange, e Ricciotti, Vaccari ecc. tra gli italiani) quella Bibbia, che rivede e corregge la traduzione ed il commento del Martini (altamente "poetica" e classico linguistico ma non sempre esatta), è incompleta, in quanto il Sales morì nel 1936; gli ultimi volumi, 6 e 7 (1938 e 1942) - Proverbi, Ecclesiaste, Cantico, Sapienza Ecclesiastico e Isaia - sono a cura del p. Giuseppe Girotti, domenicano, morto a Dachau nel 1942. Dunque è incompleta e parecchio. L'opera fu ripresa dal p. Vittonatto con la stessa casa editrice ma seguiva un criterio diverso con traduzione ex novo dal greco lasciando da parte il Martini. Non so se poi fu continuata o meno sulla nuova linea.
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