Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 31 maggio 2015

Domande, ancora domande. Cosa chiede alla Chiesa il fedele col Battesimo?

Abbiamo pubblicato qui un'affermazione del card. Sarah nel rispondere a braccio ad alcune domande postegli dall'uditorio in occasione di un suo recente intervento presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia nel corso della presentazione della collana “Famiglia, lavori in corso”, una raccolta di saggi editi dalla casa editrice Cantagalli, in vista del prossimo Sinodo ordinario di ottobre.
«L’Occidente si sta adeguando sulle proprie illusioni». Il problema di tutto è nella fede. «Se si pensa che anche nel rito del Battesimo non si menziona più la parola "fede", quando ai genitori viene domandato cosa si chiede per il bambino alla Chiesa di Dio, si comprende l’entità del problema»
La questione non è per nulla banale. Mi sono resa conto della portata dell'affermazione del cardinale ricordando un intervento di Benedetto XVI in occasione di un incontro con i sacerdoti della diocesi di Albano nell'agosto 2006, dal quale estraggo la stessa osservazione e per di più approfondita. La riporto di seguito, mentre un serio interrogativo si impone. A differenza del card. Sarah, lui era il papa. È normale che un papa rilevi una lacuna così seria senza promuoverne la rettifica? È normale questa desistenza, iniziata con Paolo VI e ora trasformatasi in arbitrio?
Penso che nella preparazione di questo Sacramento o a colloquio con genitori che diffidano del Battesimo, abbiamo una situazione missionaria. È un messaggio cristiano. Dobbiamo farci interpreti della realtà che ha inizio con il Battesimo. Non conosco sufficientemente bene il Rituale italiano. Nel Rituale classico, ereditato dalla Chiesa antica, il Battesimo inizia con la domanda: «Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?». Oggi, almeno nel Rituale tedesco, si risponde semplicemente: «Il Battesimo». Questo non esplicita sufficientemente che cosa è da desiderare. Nell'antico Rituale si diceva: «La fede». Cioè, una relazione con Dio. Conoscere Dio. «E perché - si continua - chiedete la fede?». «Perché vogliamo la vita eterna». Vogliamo, cioè, una vita sicura anche nelle crisi future, una vita che ha senso, che giustifica l'essere uomo. Questo dialogo, in ogni caso, mi sembra che sia da realizzare già prima del Battesimo con i genitori. Solo per dire che il dono del Sacramento non è semplicemente una «cosa», non è semplicemente «cosificazione», come dicono i francesi, ma è lavoro missionario. 
Vediamo dal Rito del Battesimo (in Italia) che papa Benedetto afferma testualmente di non conoscere bene (!?): tal quale il Rituale tedesco...
86. Il celebrante interroga per primo i genitori:
Celebrante: Che nome date al vostro bambino?
Genitori: N. . . .
Celebrante: Per N. che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?
Genitori: Il Battesimo.
In ogni caso, oltre al dono della fede, in quanto incorporati nel corpo mistico di Cristo e quanto ne consegue, il Battesimo opera innanzitutto la liberazione dal peccato originale. E La risposta agli interrogativi posti sopra credo sia contenuta nelle prescrizioni in parte sotto riportate, di conio esclusivamente conciliare, che riguardano adattamenti che sembrano porre in atto il massimo della collegialità (competenza Conferenze Episcopali) e del maanchismo (adattamento dell'adattamento, come in molti documenti conciliari: un'affermazione condivisibile seguita da uno o più 'però' e/o 'ma anche' che la rendono meno efficace, quando non la snaturano).
Di questo Benedetto è certo consapevole. Ma non gli fa problema, nonostante 'veda' e indichi una diminutio. Distrofia spirituale o fiducia estrema che la verità possa affermarsi attraverso le ermeneutiche (in quel caso, attraverso i dialoghi con i genitori...) oppure cos'altro? Ma è giusto che un elemento così centrale e fondante sia lasciato alle mercè delle ermeneutiche, peraltro a ruota libera, a tutto scapito di una piena, corretta e immediata consapevolezza dei fedeli? E se in casi del genere non interviene il Papa, chi altri ha titolo ad intervenire? È più importante il primato petrino (se esiste ancora) o la collegialità, che in tal modo sembra avulsa dal primato? Ed è più importante la retta fede o le innovazioni ad oltranza, travestite da aggiornamento?
[...] -- Oltre gli adattamenti, previsti dallo stesso Rituale Romano nel dialogo e nelle benedizioni, è di competenza del ministro fare alcuni adattamenti secondo le circostanze.
-- In forza della Costituzione sulla sacra Liturgia (art. 63b), è di competenza delle Conferenze Episcopali preparare nei Rituali particolari un titolo, corrispondente a questo titolo del Rituale Romano, che tenga conto delle esigenze delle singole regioni e che, dopo l’approvazione della Sede Apostolica, sarà usato nelle regioni a cui si riferisce. A questo riguardo spetterà alle Conferenze Episcopali:
1. definire gli adattamenti di cui all’art. 39 della Costituzione sulla sacra Liturgia;
2. valutare con attenzione e prudenza gli elementi che possono essere opportunamente accolti dalle tradizioni e dall’indole dei singoli popoli; perciò proporre alla Sede Apostolica altri adattamenti ritenuti utili o necessari, da introdursi con il suo consenso;
3. conservare gli elementi propri dei Rituali particolari che già esistono, purché possano armonizzarsi con la Costituzione sulla sacra Liturgia e con le esigenze attuali, oppure adattarli;
4. preparare le versioni dei testi secondo il carattere delle varie lingue e culture, aggiungendo, ogni qualvolta ve ne sia l’opportunità, le melodie adatte al canto;
5. adattare e completare l’introduzione che si ha nel Rituale Romano in modo che i ministri comprendano pienamente e traducano in realtà il significato dei riti;
6. nelle edizioni dei libri liturgici che saranno curate dalle Conferenze Episcopali, ordinare la materia nel modo che sembra più adatto all’uso pastorale.
-- Secondo le norme contenute nei nn. 37-40 e 65 della Costituzione sulla sacra Liturgia, nelle terre di missione è di competenza delle Conferenze Episcopali giudicare se gli elementi dell’iniziazione in uso presso alcuni popoli possono essere adattati al rito del Battesimo cristiano e decidere se si debbono accogliere in esso.
-- Quando il Rituale Romano del Battesimo presenta diverse formule, i Rituali particolari possono aggiungere altre formule simili. [...]

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Se siamo nel tempo profetizzato da Maria Santissima il 13 ottobre 1973 ad Akita:" ...l'opera del Diavolo si insinuerà anche nella Chiesa, in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati ed ostacolati dai loro confratelli....chiese ed altari saccheggiati, la CHIESA SARÀ PIENA DI COLORO CHE ACCETTANO COMPROMESSI.." dobbiamo combattere la buona battaglia della fede. Molti teologi hanno rifiutato questo messaggio celeste, ma nel giugno 1988 il cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, presso la Santa Sede, espresse un giudiizio definitivo su questa apparizione di Maria, definendo gli eventi attendibili e degni di fede. Se i poteri forti (massoneria) in Vaticano avessero minacciato il Papa Benedetto di creare uno scisma, contando tra le loro fila molti cardinali, si spiegherebbe la sua limitata libertà' di scelta e di pronunciamenti, tra cui anche essere arrivato alle dimissioni?

mic ha detto...

Purtroppo la desistenza dei papi in troppi casi ha fatto sì che lo scisma, pur non dichiarato, si stia compiendo sotto i nostri occhi... In quante delle nostre parrocchie già non applicano le aperture sinodali che i vescovi tedeschi non mancano di sbandierare come acquisite? Il papa per ora tace. Ma temo che qualunque cosa dica, che probabilmente sarà fumosa (e tuttavia vedremo ad ottobre), i buoi è da un pezzo che sono scappati da una stalla che ha tuttora porte spalancate per i nemici e serrate per i fedeli di sempre.

Cattolico ha detto...

Nel nuovo rito battesimale in Slovenia alla domanda si risponde "Il santo battesimo, la fede, la grazia di Cristo, l'inclusione nella Chiesa, la vita eterna." La maggior parte pero dice solo "Il santo battesimo". Saluti.

Franco ha detto...

PS. Ma quanti fra i "normalisti" e gli aderenti a movimenti ecclesiali ( ad esempio CL, supportatissima da Giovanni Paolo II ) hanno una sia pur minima idea di che cosa sia stato e sia il Modernismo? A me, in uscita dall'Università Cattolica di Milano, fecero firmare il "giuramento antimodernista" come una pura e semplice formalità burocratica ( una firmetta e via ). Tutto affannato chiesi di che cosa si trattasse al prof. Don Sandro Maggiolini, assistente della FUCI e futuro vescovo prima di Carpi, poi di Como, nonchè membro della commissione per il nuovo Catechismo, e lui mi disse di starmene tranquillo; al contempo diede a me ventitreenne non ricordo se una o due caramelle. Mi sembrava strano e avventato giurare di essere a favore delle anticaglie contro la modernità; e dire che ero un fiero avversario dei contestatori sessantottini. In seguito non trovai nessun sacerdote Virgilio nell'Inferno della Contestazione Generale, sfociata nel periodo angoscioso delle Brigate Rosse; dovetti pelarmi da solo le mie gatte. Unici punti luminosi: un colloquio di mezz'ora-quaranta minuti con il Grande gesuita tradizionale padre Guido Sommavilla, traduttore di Von Balthasar e saggista di grande rilievo, e la periodica frequentazione di mons. Luigi Villa, già intimo di padre Gemelli e segretario generale della CEI, allora parroco stimatissimo della Chiesa di Santa Maria Segreta a Milano, posta nei Quartieri Alti umbertini della grande borghesia.

RIC ha detto...

OT: chiedo aiuto ai lettori perche' non conosco l'autore dello scritto. Casualmente trovo in rete il blog di un certo Gianluca Barile, vaticanista, il quale butta li', come se niente fosse, l'indiscrezione secondo la quale alla vigilia delle dimissioni di Benedetto XVI il patriarca di Costantinopoli sarebbe stato ad un passo dal rientrare nella Chiesa di Roma. Ma e' possibile??? Di seguito il link all'articolo


http://www.gianlucabarile.it/?p=377


Alessandro Mirabelli ha detto...

Da Atenagora I in poi gli ortodossi russi considerano i patriarchi ecumenici di Costantinopoli dei burattini in mano agli americani, compreso l'attuale. Dove per americani si deve leggere massoneria

Alessandro Mirabelli ha detto...

Ho chiesto ora ad un amico ortodosso. Fra loro non c'è alcuna differenza nel rito del battesimo. Siano essi romeni, russi, serbi, bulgari, greci, ciprioti, georgiani. E loro non hanno il Papa.

tralcio ha detto...

Per gli ortodossi lo Spirito santo è Dio, non un fantasioso creativo che rimette in discussione la rivelazione a ogni stormir di mondo...
La funzione dello Spirito santo non è quella di rivelare se stesso, ma di rivelare il Figlio per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte, che poi ha preso carne nell'umanità di Gesù Cristo. Lo Spirito santo permette di dire che Gesù è Dio e Gesù, il Figlio, per Sua stessa ammissione, è una cosa sola con il Padre!
La persona dello Spirito Santo è avvolta nel mistero, non è nemmeno riducibile all'amore, in quanto lo Spirito si svuota di sè per rivelarsi pienamente manifestando la regalità del Verbo incarnato, nostro Redentore! E' evidente che questo Spirito ha poco a che vedere con quegli spiritelli che tendono a "fare a meno di Gesù" nel proporre la salvezza. Certamente lo Spirito partecipa alla salvezza, ma MAI adombrando la centralità di Cristo, Verbo incarnato.
Il battesimo è un sacramento in cui mediante l'azione dello Spirito Santo, l'anima vive un lavacro che la purifica, santifica e giustifica, diventando il fondamento di tutta la vita cristiana, l'ingresso alla vita nello Spirito, e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato originale e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione. Lo Spirito santo è l'attore di questa immersione nella fede in Cristo morto e risorto.
Non è lo stesso da essere inseriti in una comunità... Dipende infatti da che fede ha quella comunità... Se, con la "scusa" di uno spiritello creativo, la fede smarrisce i dogmi (quasi vergognandosene) e diventa "simpatica al mondo", la comunità rivelerebbe solo se stessa. Mondo nel mondo...

Josh ha detto...

interessante sintesi, Tralcio.
Mi soffermo solo su un punto....
"...lo Spirito santo è Dio, non un fantasioso creativo che rimette in discussione la rivelazione a ogni stormir di mondo..."

ben detto e proprio all'uopo.
Sicuramente non è un ...fantasioso creativo (definizione azzeccatissima per designare la deriva odierna) e meno che mai può mettere in discussione la Rivelazione.

dalle parole stesse di Gesù (e sono tra le più inascoltate oggi):

Giovanni 16,8 "E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato."

Gv 16,13
"Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà."

Quindi non si tratta di un vago amore o libero amore, come si sente dire oggi; del resto i doni e carismi che ispira sono ben delineati e descritti.
Si tratta -tra le altre cose- di Spirito di verità, che chiarisce e definisce peccato, salvezza, ravvedimento, giudizio, vittoria sul male, ritorno glorioso.

mai, sotto lo SS. si potranno affermare non-verità di fede.
Se lo si fa, beh è la riprova che non si è sotto lo SS.

Certo che è in un certo modo anche amore, tra credenti rinati, ma quello è un effetto, una conseguenza: userei allora la parola carità perchè oggi amore non significa più nulla e si presta a chine pericolose sempre in senso solo carnale. Non è certo per il male. E' una goccia di quella pienezza caritativa che spira tra le Persone stesse della Trinità. Ma nella direzione dal Dio trinitario già ben indicata, e mai in altre direzioni o verso altre presunte "primavere" di diverso segno.

sicuro, si dice che "fa nuove tutte le cose"; "nuove" in Cristo, e portandoci verso l'uomo "nuovo" così ben spiegato da S. Paolo, rispetto al "vecchio" del peccato e del mondo. Non "nuovo" nel senso di inedito, nè in direzioni anticristiche.

Sembra pleonastico dire tutto ciò, ma visto quel che si sente in giro, è doveroso.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Très bien vu, Josh (et Tralcio), et très bien dit.

Anonimo ha detto...

Per RIC su Barile:
mi sembra un gran minestrone, quel suo sito.
Costui ha anche scritto che il VO per qualcuno è un super-dogma...(?!?!?!?) Mai sentita questa... Cosa fa, rimesta le paorle a caso?
Bah. A pelle, mi viene da ignorarlo.
Questa foto di lui che bacia sulla guancia il vdR, poi, mi urta, non si fa, misericordia... A me da molto fastidio, quando i pretini moderni dopo averti stretto la mano ti danno il doppio bacio sulla guancia come si fa tra amici che non si vedono da tempo (quindi cero di adottare la strategia di stare lontana due metri, se riesco, con un bel "sia lodato Gesù Cristo reverendo che gioia rivederla", anche se ci diamo del tu, così, tra il serio e il faceto, tanto per ricordargli che è un prete...).
Ma 'sto Barile, con un vescovo vestito di bianco, poi... Che cattivo gusto. Almeno che si tenga la foto nel portafoglio senza pubblicarla urbi et orbi!
http://www.gianlucabarile.it/?page_id=296
Boh. Untuoso.
Non gli darei molto credito.
Però è interessante scoprire che circolino certe voci, in metà del gossip in giro c'è un fondo o di verità o di menzogna, comunque rivela sempre qualcosa (a volte il contrario di quello che sembra).
humilitas

Ambrosius ha detto...

"In quante delle nostre parrocchie già non applicano le aperture sinodali che i vescovi tedeschi non mancano di sbandierare come acquisite?"

Cara Mic,

Credo che prima dei vescovi tedeschi parlare sul questo come diritti acquisite la cosa già era così. Nella Chiesa del Concilio prima le cose diventano de facto, contro il diritto, per doppo diventare de iure attraverso l'ermeneutica della rottura. E sono vescovi come i tesdechi che lasciano l'errore in libertá per doppo diffendere questo errore come diritto acquisito.

Purtroppo, tutta la diffesa della dottrina cattolica e tutta la guerra che se muove contra Kasper e il branco dei luppi sarà innutile senza una soluzione per il problema delle due ermeneutiche (quella dei pastori e quella dei luppi). Nel front dei progressisti non se aspetta una vittoria della loro tese, ma solo il passaggio de alcuni dei suoi punti. La cosa più certa è che doppo il sinodo, la Chiesa avvrà due sinodi: uno della continuità e altro della rottura. Questo è il principale problema.

Non esiste mezzo termini: o se fa il combatte contro Kasper e la sua tese, perchè se vienne solo combattuta la tese de Kasper, abbiamo di vedere una volta in più ciò che vediamo a 50 anni.

RIC ha detto...

Concordo con te humilitas