Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 settembre 2012

Brian M. McCall (Remnant) : Un punto di vista sulla Dichiarazione del Capitolo generale della FSSPX

Riprendo da La Porte Latine un articolo pubblicato dalla rivista americana The Remnant del 27 agosto 2012. Si tratta di un commento di Brian M. McCall, professore di Diritto, sulla Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità San Pio X.  [Ne abbiamo parlato qui]

La Dichiarazione finale del Capitolo generale indica chiaramente che la Fraternità San Pio X riconosce l'autorità del Papa, ciò che la colloca all'opposto di quasi tutti gli attuali membri della Chiesa che hanno la tendenza a negare questo principio ed a favorire, al contrario, la collegialità democratica.
Nella mia lettera aperta ai vescovi della Fraternità San Pio X, del 15 maggio 2012, (pubblicata da The Remnant nell'edizione del 15 giugno 2012), avevo sottolineato di essermi fino ad allora astenuto da ogni commento sulle discussioni in corso tra il Vaticano e la Fraternità San Pio X. Per la ragione che, nei nove mesi trascorsi, i dettagli delle discussioni erano mantenuti nella riservatezza. Al fine di tentar di minimizzare le pressioni esterne, le due parti avevano preferito mantenere riservati di vari elementi dei documenti scambiati. Gli ultimi mesi, che hanno visto una serie di fughe di informazioni riservate, hanno evidenziato la prudenza di una tale iniziativa.

Tuttavia, in seguito al Capitolo generale della Fraternità San Pio X, disponiamo ormai di informazioni precise sulla posizione della Fraternità San Pio X (ma non su quella del Vaticano) sulle principali questioni. La Dichiarazione finale è un modello di linguaggio chiaro e preciso. Una lettura attenta ci permette di avere una buona comprensione della posizione della Fraternità San Pio X, che si rivela essere la stessa del suo fondatore, Mons. Lefebvre. Penso che un giorno questa disposizione finale sarà considerata della stessa importanza della Dichiarazione del 1974. Essa in ogni caso dissipa molte illazioni e miti che si sono sparsi su internet come la peste, nel corso di settimane.

Dalla Dichiarazione del Capitolo generale si ricavano i seguenti punti :

La Fraternità San Pio X è unificata sulla sua missione

Negli ultimi tempi il diavolo sembra aver concentrato i suoi sforzi per bersagliare la Fraternità San Pio X dall'interno e dall'esterno. I suoi nemici hanno così tentato di seminare la divisione e la discordia. Alcuni, forse inconsciamente mossi da una buona volontà apparente, Pensando perfino di tentar di aiutare la Fraternità San Pio X, hanno creato un clima di paura e d'instabilità. È in risposta a questa scalata emozionale che ho scritto ai quattro vescovi dopo Roma nel maggio scorso. La mia richiesta era la seguente : che avesse luogo pubblicamente una riunione dei Dirigenti della Fraternità San Pio X per assicurare i preti e i fedeli dimostrando anche che, pur mantenendo la necessità di un dibattito franco e aperto, essi convergevano tutti sul fondamento dei principi cattolici che hanno dato vita alla Fraternità San Pio X.

Il Capitolo generale ha risposto a questo bisogno e ormai dovrebbe rassicurare preti e fedeli sul profondo sentimento di unità tra i suoi dirigenti. Il Superiore generale si è anche intrattenuto con i vescovi, i Superiori di Distretto ed i membri più anziani della Fraternità San Pio X ed ha concluso che dopo « una franca discussione », i dubbi e le incomprensioni sono stati « sciolti » (vedi l'intervista con Mons. Bernard Fellay). Così, come informa la Dichiarazione del Capitolo generale, « noi abbiamo trovato la nostra unione profonda nella sua missione essenziale : custodire e difendere la fede cattolica, formare dei buoni preti e operare per la restaurazione della cristianità » (DICI n°259 del 10/08/12).

In mezzo a tutti i comunicati diplomatici e manovre del Vaticano, il Capitolo ha umilmente riconosciuto che è facile perdersi (come molti di noi han compreso nel corso dei nove mesi trascorsi). Questo riconoscimento permette di dissipare la coltre di confusione che ha fatto sorgere tutte le recenti difficoltà.

Il sistema migliore per superare la confusione è quello cattolico : tornare ai principi di base ed agli obiettivi. La  Fraternità San Pio X  ha così ristabilito il legame profondo della sua unità fondata sulla triplice missione del suo fondatore, Mons. Lefebvre : la difesa della fede, la formazione dei sacerdoti e il combattimento per Cristo-Re. Malgrado l'importanza della regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X che le permetterebbe di ritrovare, in tutta giustizia, la sua legalità, la Dichiarazione precisa che questo obiettivo non è la sua ragion d'essere. Che questo torto un giorno sia riparato non è altro che legittimo, ma è solamente accidentale rispetto alla missione prioritaria della Fraternità San Pio X, che non è altro che offrire questi tre doni alla Chiesa, per il bene della Chiesa. Una adesione così chiara ai suoi fondamenti dovrebbe indurre tutti gli osservatori, all'interno ed all'esterno, a constatare che le nuvole degli ultimi nove mesi sono disciolte.

La Fraternità San Pio X professa la sua intera adesione alla Chiesa Cattolica
e alla Roma eterna, madre e maestra di verità

Mentre gli attuali responsabili delle diocesi, delle università e degli istituti religiosi promanano errori ed eresie quasi ogni giorno e in tutto il mondo, è solo dalla Fraternità San Pio X che si esige una professione pubblica delle fede cattolica. Ora, la semplice asserzione « Credo tutte le verità che ci avete rivelato e che ci insegnate attraverso la vostra Santa Chiesa » sembra esser divenuta l'oggetto di un importante guazzabuglio di manovre diplomatiche da parte del Vaticano, che ha inviato segnali contraddittori sull'interpretazione di ciò che occorre farne. Sembra che la Santa Sede abbia cercato di piacere a tutti, tanto a chi critica il Vaticano II che ai progressisti profondamente attaccati ad esso.... La  Fraternità San Pio X ha purificato questa atmosfera diplomatica pubblicando una professione di fede semplice, usando un vocabolario ed uno stile del tutto tradizionali :

(Noi riaffermiamo) la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi. (DICI n°259 del 10/08/2012).

Questo passaggio esprime veramente tutto con estrema chiarezza ed ha la funzione di una professione di fede particolarmente adatta al nostro tempo. Riafferma in particolare i tre dogmi più attaccati in questa nostra epoca : « Extra Ecclesiam nulla salus, fuori della Chiesa, niente salvezza » ; la natura monarchica – e non collegiale – della Chiesa ; la Regalità sociale di Cristo alla quale tutti gli uomini e le nazioni devono sottomettersi e senza la quale nemmeno la virtù naturale e la pace sono possibili. Questi tre dogmi sono effettivamente rifiutati dalla libertà (possibilità di salvezza o di elementi di salvezza fuori dalla Chiesa), l'uguaglianza (diniego della regola gerarchica data da Cristo) e la fraternità (governo collegiale della Chiesa) promosse dai partigiani del Vaticano II o la « Rivoluzione francese nella Chiesa », per parafrasare il cardinale Suenens.

Invece di premere su Mons. Fellay perché firmi un preambolo dottrinale, il Vaticano dovrebbe esigere da ogni superiore, presidente di università e vescovo che firmi la Dichiarazione citata qui sopra se desidera conservare la sua funzione. Penso che in conseguenza ci sarebbero diversi posti vacanti!  

Questa potente riaffermazione della fede, come si rapporta alla questione che ci preoccupa, e al problema che è alla radici della crisi attuale – « in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e un mondo che si alontanan di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge » ? La Dichiarazione finale indica chiaramente che la causa di questa situazione è da cercare sia nelle novità del Concilio Vaticano II che nei cambiamenti pratici che ne sono seguiti.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo. (DICI n°259 du 10/08/2012).

Questo passaggio è stato redatto con molta cura e deve essere compreso tal quale. Innanzitutto, non è detto che la Chiesa ha ufficialmente promulgato degli errori, dire questo verrebbe a negare l'infallibilità della Chiesa. Non si rigetta l'insieme del Concilio come erroneo, o come foriero di eresie. Si afferma che la sola maniera di valutare le novità del concillio Vaticano deve farsi alla luce delle « affermazioni e insegnamenti del Magistero costante della Chiesa ». Sottolineiamo che è chiaramente stabilito in questa dichiarazione, che gli errori non si trovano nel Magistero della Chiesa, ma che solo le novità ne sono « intaccate ». La soluzione proposta non è altro che quella di San Vincenzo da Lerino che resiste alla prova del tempo da 1500 anni :

Nella Chiesa cattolica stessa, bisogna vigilare con attenzione, ad attenersi a ciò che è stato creduto ovunque, e sempre, e da tutti; perché è questo che è propriamente cattolico, come mostrano la forza e l'etimologia della parola stessa che contiene l'universalità delle cose. E infine così accadrà se seguiamo l'universalità, l'antichità, il consenso generale. Noi seguiremo l'universalità, se confessiamo come unica vera la fede che confessa la chiesa intera diffusa in tutto l'universo; l'antichità, se non ci allontaniamo in nessun punto dai sentimenti palesemente condivisi dai nostri santi antenati e dai nostri padri; il consenso, infine, se in quest'attività stessa, noi adottiamo le definizioni e le dottrine di tutti, o almeno di quasi tutti i vescovi e dottori. (Capitolo 4 del Commonitorium A.D. 434)

Più tardi, nella stessa opera, San Vincenzo spiega ciò che questa regola significa per la Chiesa :

La Chiesa di Cristo, lei, custode attenta e prudente dei dogmi che le sono stati dati in deposito non vi cambia mai nulla, non aggiunge nulla, non toglie nulla; essa non sottrae ciò che è necessario né aggiunge del superfluo; non lascia perdere ciò che le appartiene né usurpa ciò che appartiene ad altri. (capitolo 25 del Commonitorium).

Per ammissione stessa del Papa, il  Vaticano II contiene elementi nuovi. E mentre il Santo Padre vorrebbe che il cerchio fosse quadrato, tentando di trovare delle novità in continuità con il loro contrario, la Fraternità di San Pio X non fa che ripetere ciò che diceva San Vincenzo rispondendo alla domanda di sapere come considerare le novità: attenersi a ciò che è stato creduto sempre e ovunque. In altre parole : « affermazioni e insegnamenti del Magistero costante della Chiesa ». È tutto ciò che possiamo fare di fronte alla novità che sono state diffuse.

La Fraternità San Pio X non è scismatica

Già 42 anni fa, praticamente all'inizio della sua storia, i nemici della Fraternità San Pio X le hanno appiccicato l'etichetta di « scismatica » al fine di screditarla. Normalmente, coloro che utilizzano questo termine fanno fatica a definirlo. Lo scisma è un atto della volontà. Essere scismatico significa negare l'autorità del Papa e dei vescovi uniti a lui, e dunque scegliere di separarsi dalla Chiesa. Contrariamente allo stato d'eresia che può prodursi senza averne l'intenzione, non si può divenire scismatici involontariamente.

Bisogna staccarsi dalla Chiesa, consapevolmente e volontariamente. La Dichiarazione indica chiaramente che la Fraternità riconosce l'autorità del Papa (contrariamente, di fatto, a quasi tutto il resto della Chiesa che la nega in favore della collegialità democratica).  La professione di fede citata sopra dichiara espressamente che  « il potere supremo del governo di tutta la Chiesa appartiene solo al Papa vicario di Cristo sulla Terra ». Sfido chiunque a trovare un esempio storico di uno scismatico riconosciuto che ha pubblicamente espresso tali propositi. Non ci sarà mai nessuno, questa affermazione essendo tutto il contrario dell'intenzione dello scisma. Si ritrova questa ferma volontà di evitare lo scisma nella preghiera alla nostra Signora (alla fine della Dichiarazione) :

« Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia. »

Ecco parole difficilmente scismatiche !

Speriamo dunque che la calunnia contro la Fraternità San Pio X infine cessi.

Cosa succederà ora ?

Come riceverà il Vaticano questa Dichiarazione, dopo aver correttamente preso atto della sua pubblicazione ? È oggi ancora difficile speculare su questa domanda. La Dichiarazione non rifiuta altre riunioni o discussioni con il Vaticano. Non rifiuta ogni regolarizzazione canonica, ma dichiara semplicemente che ogni proposta necessiterà di un voto deliberativo del Capitolo generale. Esigenza che mostra che l'unità della Fraternità San Pio X deve essere conservata nel processo il che è semplicemente una partecipazione al carattere di unità della Chiesa.

Se il Vaticano dovesse reagire con un ritorno della persecuzione, lanciando ad esempio nuove scomuniche, la chiarezza di questa Dichiarazione renderebbe assurdo l'atteggiamento del Vaticano. Per quale delitto la Fraternità San Pio X sarebbe scmunicata? Per restare fedele alle « affermazioni e insegnamento del Magistero costante della Chiesa » ? Per riaffermare il dogma definito Extra Ecclesiam nulla salus ? Per la sua difesa della Regalità sociale di Nostro Signore e il suo desiderio di veder la ricostruzione dlella cristianità ? I suoi preti saranno dichiarati scismatici per aver pregato al fine di essere preservati dallo scisma ? Una tale farsa sarebbe simile all'assurdità che è stata riferita da  The Remnant più di dieci anni fa, quando un sacerdote ha tentato di far arrestare don Michael McMahon (FSSPX) e i suoi studenti per aver recitato il Rosario in una Chiesa cattolica del Michigan. Come i lettori senza dubbio ricorderanno, la polizia non poteva capire come un prete cattolico dovesse essere arrestato per aver recitato una preghiera cattolica in una chiesa cattolica. Alla fine è stato il prete progressista ad essere ridicolizzato.

La Dichiarazione prevede comunque questa possibilità di nuove persecuzioni. Il Capitolo generale ha espresso il desiderio di unirsi « agli altri cristiani perseguitati in altri paesi del mondo che soffrono per la fede cattolica, molto spesso fino al martirio ». Questa frase esprime il presentimento di nuove persecuzioni a venire e l'accettazione di subirle, se tale è la volontà di Dio, al fine di raccoglierne i più grandi frutti per la fede.

Tuttavia speriamo che Dio proibisca una tale reazione disastrosa da parte del Vaticano, che porta già la responsabilità di tante ferite a causa di decenni di gestione imprudente. Quale sarà la reazione del clero e dei fedeli se il Vaticano, che permette il disprezzo puro e semplice della fede in ogni luogo, minacciasse nuovamente di scomunicare un piccolo gruppo di preti per le loro intenzioni di vivere e di credere seguendo ciò che i cattolici hanno fatto da sempre?

Se Benedetto XVI vuole veramente favorire la restaurazione della Chiesa dopo la crisi post-conciliare dovrebbe semplicemente riconoscere la bellezza di questa posizione di fede cella Fraternità San Pio X e dichiararla unilateralmente in comunione con la Chiesa. Ciò può sembrare impossibile ma ricordiamo che la Fraternità Sam Pio X ha appena offerto una crociata di 12 milioni di rosari per la Chiesa. Niente è impossibile a Dio ed Egli non può rifiutare nessuna richiesta fatta dalla sua Santa Madre.
_____________________________
[Traduzione in tandem di Maria e di Luisa]

Aggiornamento 20 settembre:
Note aggiunte dalla Redazione di DICI
  1. Il fatto che nel Concilio vi siano errori è determinante per affermare che non si tratti di magistero in senso stretto. Secondo gli autori stessi del Concilio ci troviamo di fronte a questa nuova categoria di insegnamento detto “pastorale”, che si priva per il fatto stesso dell’assistenza divina dovuta al magistero autentico della Chiesa. Le verità che vi sono affermate traggono forza soltanto dal magistero perenne della Chiesa che lo ha preceduto. (Ndr)
  2. Come è stato chiaramente affermato nella Dichiarazione, lo scopo principale della Fraternità non è ottenere un riconoscimento canonico ma continuare la battaglia per la fede, mantenendo la propria identità e vocazione che è quella di opporsi non soltanto agli errori moderni, ma anche a tutti coloro che li professano, anche se fanno parte della gerarchia ecclesiastica, perché vi possa essere nella Chiesa un ritorno alla Tradizione. (Ndr)
Noto che sia DICI che MiL, che pubblica questo testo oggi, hanno ripreso l'immagine ritagliata da me personalmente col mio programma di grafica dal banner del sito The Remnant. Mi fa piacere, ma trovo che sarebbe stato carino citarci, visto che noi abbiamo pubblicato questo testo con un buon anticipo. Ma non importa, l'importante è che le riflessioni positive si diffondano. (MG)

46 commenti:

un lettore amico ha detto...

C'é un piccolo problema del quale il Prof. McCall sembra non tener conto: il Papa e la CDF aspettano una risposta al "Preambolo dottrinale" nel testo da loro stessi formulato, e non trovano questa risposta, o meglio adesione, nelle deliberazioni del Capitolo generale, che giustamente considerano interne alla Fratenità.

Il che significa che nel preambolo c'é qualcosa di più o di più specifico, che manca nelle deliberazioni. Forse è inutile girarci intorno, il problema sono esattamente le "novità" del Concilio che, secondo la Fede Cattolica, non possono essere viziate da errori, come afferma il professore. Del resto, nello stesso articolo, si arriva all'inevitabile, quando si accusa il Papa di voler "quadrare il cerchio" e quindi di fatto lo si vorrebbe correggere o farlo tornare alla "vera fede". Di nuovo, è inutile nasconderselo: se questa posizione non viene cambiata, sarà inevitabile dichiarare l'eresia che ne sta alla base.

Sembra un fenomeno analogo a quanto accadde coi vetero-cattolici. Approfondendo e sviluppando la dottrina tradizionale sul primato petrino, il Concilio Vaticano I definì l'infallibilità del Papa, da solo, quando insegna Ex cathedra, in materia di Fede e di morale; quelli rigettarono la "novità", giudicandola incompatibile con la dottrina precedente, con la sinodalità e collegialità della Chiesa, è lì si fermarono.

Analogamente, approfondendo e sviluppando la dottrina sulla tolleranza religiosa e sul rapporto col potere secolare, il Concilio Vaticano II è pervenuto ad affermare il diritto alla libertà religiosa di ogni uomo sul piano giuridico e politico, pur senza definirla solennemente (trattandosi di un aspetto della dottrina sociale); la SPX ci vede un'altra "novità" in contrasto con la dottrina precedente e qui rischia di cadere.

Per farlo deve necessariamente affermare che il Concilio ha sbagliato e che il Papa continua a sbagliare, per esempio nella recentissima Esortazione apostolica post-sinodale firmata in Libano, ove torna a ribadire con forza che "si deve passare dalla tolleranza alla libertà", spiegandone le ragioni.
Ecco allora che si comincia a intravedere l'eresia nella quale la Fraternità SPX rischia di cadere: in definitiva, la negazione della potestà magisteriale dei Concilii e del Papa, ridotta a categorie e formulazioni secolari e umane "fisse", immutabili.

Posso sbagliarmi, sia chiaro, anzi è probabile e me lo auguro, ma l'impressione non è tanto buona.

Anonimo ha detto...

Il che significa che nel preambolo c'é qualcosa di più o di più specifico, che manca nelle deliberazioni. Forse è inutile girarci intorno, il problema sono esattamente le "novità" del Concilio che, secondo la Fede Cattolica, non possono essere viziate da errori, come afferma il professore

Che le "novità" del concilio non possono essere viziate da errori, lei su cosa lo fonda? QUALE fede cattolica lo affermerebbe?

Se nel preambolo c'è qualcosa di più e di più specifico rispetto ad una Dichiarazione di fede ritenuta, a ragion veduta più che valida dal Professore, evidentemente si pretende qualcosa che non sappiamo e che ameremmo conoscere...

Del resto, nello stesso articolo, si arriva all'inevitabile, quando si accusa il Papa di voler "quadrare il cerchio" e quindi di fatto lo si vorrebbe correggere o farlo tornare alla "vera fede". Di nuovo, è inutile nasconderselo: se questa posizione non viene cambiata, sarà inevitabile dichiarare l'eresia che ne sta alla base.

Quale eresia di grazia? Forse lei è fautore del Magistero fine a se stesso?

Forse ritiene che non si ponga il problema di coordinare continuità e discontinuità rendendo esplicito il vero problema: in che modo il magistero del Vaticano II si colloca in continuità con quello precedente? Dove si coglie la continuità? Grazie a Mons. Gherardini e alle sue puntualizzazioni sapienti e "di scuola", si deve arrivare ad escludere la soluzione imposta finora di garantire la continuità attraverso le asserzioni conciliari identificate tout court come magistero solenne. Si tratta della posizione di P. Giovanni Cavalcoli e, di recente, di don Pietro Cantoni e di molti esponenti della cultura egemone (cfr. anche i più recenti dibattiti – Ocáriz-Gleize-Pinheiro , ad esempio – sul tema che coinvolgono anche, ma non solo , la FSSPX). Il magistero diventa così ragione di se stesso; il che non rende ragione delle effettive “riforme” del Vaticano II. E allora, basta esporre una nuova dottrina o invece è necessario radicarla nella Tradizione della Chiesa?

La "quadratura del cerchio" da parte del Papa non sta proprio nel parlare di "continuità nella riforma" e nell'ammettere che le novità ci sono ma affermando che sono su punti secondari, che invece si rivelano fondamentali, proprio come nella libertà religiosa che equipara l'unica vera fede, quella in Cristo Signore, a tutte le altre?
E quando parla di pace e umanesimo, senza nominare il Signore, come se senza di Lui potesse sussistere la Pace ottenuta con le buone volontà umane, che senza Cristo prima o poi degenerano? O no?

Anonimo ha detto...

...nella recentissima Esortazione apostolica post-sinodale firmata in Libano, ove torna a ribadire con forza che "si deve passare dalla tolleranza alla libertà"....
[ed altro ancora che converrebbe leggere attentamente, per misurare la effettiva concordanza o discordanza con il Magistero precedente bimillenario circa l'argomento]
ma questa nuova forte affermazione del Papa, circa la libertà religiosa, da perseguire e promuovere, ben oltre la tolleranza, sempre procedendo più avanti sulla nuova strada tracciata dal concilio, è o non è conforme alla Dottrina di sempre (ciò che la Chiesa ha sempre creduto e professato dappertutto ecc. come diceva S. Vincenzo di Lerino)?

come si può accusare la FSSPX di eresia qualora essa con chiarezza osservi e sottolinei la inesistente continuità (o evidente discontinuità) di tali dichiarazioni del pontefice a confronto con la Dottrina tradizionale cattolica ?
ha torto la FSSPX a non vedere la continuità, che di fatto non c'è ?
e se essa c'è, esiste qualcuno che sa dimostrarla ?
i timori del lettore mi sembrano fondati, se la FSSPX si espone inevitabilmente, per professare la Fede di sempre, ad essere accusata di una "eresia" di siffatta specie: quella di osservare e dichiarare (cioè non tacere) la Verità sulla discontinuità evidente del Magistero odierno (vivente) rispetto a quello perenne (vivo).

La rottura è evidente! ha detto...

Guarda che le cose sono due: dal momento che è evidente che ci sono ontraddizioni tra quanto affermato prima de concilio e quanto affermato dopo (basta leggere un qualsiasi dizionario per capire che libertà non può essere semplice approfondimento e sviluppo di tolleranza, in quanto in realtà ha un significato completamente diverso), o i Papi si sbagliavano prima, ma sarebbe assurdo, dal momento che tanti grandi Papi certe verità le hanno definite dogmaticamente, così come hannocondannato certi errori ora affermati come verità(vedi il Sillabo di Pio IX), o gli "sbagli" (o, quantomeno se non vogliamo dire sbagli, le ambiguità, ma si tratta di un eufemismo perchè è vero che talvolta i teologi modernisti usano un linguaggio ambiguo, ma altre volte invece si capisce benissimo che vogliono dire una cosa opposta a quello che la Chiesa ha sempre affermato) stanno invece nelle affermazioni postconciliari, quantomeno nelle parti in cui esse affermano novitàcontrastanti con l'insegnamento di sempre, e quest'ultima possibilità a me sembra assai più probabile. Non prendetevela con la Fraternità, quindi, perchè i problemi e le contraddizioni stanno in realtà da tutt'altra parte: sono tante affermazioni del Concilio e del Postconcilio che contraddicono il Magistero costante della Chiesa (a differenza delle posizioni della San Pio X, che sono in perfetta coerena con esso e duque perfettamente cattoliche)

un lettore amico ha detto...

@ mic che scrive
"La "quadratura del cerchio" da parte del Papa non sta proprio nel parlare di "continuità nella riforma"...
§§

Veramente il Papa parla di "riforma nella continuità", che è un concetto molto preciso, radicatissimo nella Tradizione, e dallo stesso Papa largamente spiegato in diverse occasioni.

Le risposte a quella serie di domande, stimata mic, vanno cercate nel Magistero dei Pontefici. Certo occorre fidarsene, e allora chi cerca trova..., in questo caso è molto più di una battuta.

Speriamo che tutto si chiarisca per il meglio.

Luisa ha detto...



Ancora il ritornello della FSSPX eretica!
Dal momento che si parla di novità allora introduciamo anche una nuova definizione di eresia, creata apposta per la FSSPX, cucita su misura dai suoi irriducibili nemici, così indifferenti alle VERE eresie che stanno devastando la Chiesa, così tolleranti per gli uni e così malevolmente ostili e intolleranti verso la FSSPX.

Secondo ciò che ci è stato insegnato la FSSPX NON è mai stata e non è eretica, come potrebbe esserlo dal momento che professa la Fede che è stata quella della Chiesa in modo ininterrotto fino al Vaticano II!
Se la FSSPX è eretica lo era la Chiesa cattolica prima del Vaticano II, lo erano dunque tutti i cattolici che hanno vissuto prima di quel Concilio.
Malgrado le innumerevoli volte in cui si è domandato a chi pretende che la FSSPX sia eretica di portarne la prova, MAI è stata data una risposta capace di farlo, perchè, a meno di inventare una nuova definizione di eresia, è impossibile farlo.

Eccellente articolo quello di Brian M. McCall, certo dice cose scomode a certe orecchie, non ha forse ragione quando scrive:

"Mentre gli attuali responsabili delle diocesi, delle università e degli istituti religiosi promanano errori ed eresie quasi ogni giorno e in tutto il mondo, è solo dalla Fraternità San Pio X che si esige una professione pubblica delle fede cattolica." ?

È certo una frase molto dura ma non riflette forse l`amara realtà quando afferma:
"Tuttavia speriamo che Dio proibisca una tale reazione disastrosa da parte del Vaticano, che porta già la responsabilità di tante ferite a causa di decenni di gestione imprudente."?

Quel che è certo è che la FSSPX si attiene "a ciò che è stato creduto ovunque, e sempre, e da tutti; perché è questo che è propriamente cattolico", i problemi sorgono sulle novità introdotte dal Vaticano II e dalle applicazioni che ne sono seguite, sono in continuità con la Tradizione, con il Magistero ininterrotto della Chiesa?
Certe applicazioni=derive ci dicono il contrario, sono errate?
Se sì che quegli errori vengano nominati e definiti e in seguito sanzionati.
Se sì che ci venga detto con chiarezza come quelle novità devono essere interpretate e applicate perchè nei fatti, da quel che ci è dato da vedere e vivere, la rottura è evidente, purtroppo.

Anonimo ha detto...

Veramente il Papa parla di "riforma nella continuità", che è un concetto molto preciso, radicatissimo nella Tradizione, e dallo stesso Papa largamente spiegato in diverse occasioni.

Grazie per la precisazione lettore amico.
Ho ben presente il concetto e anche le spiegazioni del Papa.
I conti non tornano, però, quando cominciano a esser chiare ed evidenti le 'fratture' aperte dalla supposta e proclamata ma non dimostrata 'continuità'.

assurdità permanente ha detto...

purtroppo....
come tanti "ossequiosi filo-conciliari" (che magari si ritengono fautori "equilibrati" della Tradizione), è evidente che il "lettore amico" non riesce affatto a vedere ciò che è oggettivamente lontano dal cattolicesimo perenne, nel discorso del Papa, e ritiene che sia da ossequiare in modo assoluto e totale solo ciò che dice il Papa attuale, anche se contrasta col Magistero perenne, come di fatto purtroppo è, in quel discorso post-sinodale.
Lui (il lettore amico) chiama "eresia" il non inchinarsi al Magistero vivente, QUALUNQUE COSA esso affermi, ma non vede l'eresia OGGETTIVA del contraddire il Magistero VIVO, cioè perenne e immutabile: contraddizioni stridenti e crescenti, che tutti siamo costretti a vedere e subire, da 47 anni, senza sapere come poter "radicare nella Tradizione" le nuove dottrine scaturite dal concilio che sono ahimè anti-tradizionali, (v. questa affermata con forza dal Papa nel discorso citato)
Malattia incurabile della Chiesa conciliare, con "febbre" in aumento (se Dio non ci mette la Sua mano....)
come rileva l'anonimo sopra (circa la rottura innegabile),
oggi per essere dichiarati cattolici, bisogna seguire le derive conciliari, che portano a dottrine anti-Tradizione e ad eresie.
Invece chi RIMANE FERMO nel Cattolicesimo di sempre viene dichiarato ERETICO !
assurdità permanente, scaturita dalla contraddizione, nata nel seno del concilio stesso: voler trovare ciò che unisce, dunque rifiutare il retto DISCERNIMENTO Vero/falso, Vero Dio da falsi dèi..
Dunque tutti seguano le religioni che "credono vere", come dice il Papa nel suo discorso.

(Noto con sgomento, tra le varie affermazioni del Papa, quando auspica il dialogo, come fonte di pace tra le culture E anche religioni, la seguente:
"Questo dialogo, che non è principalmente dettato da considerazioni pragmatiche di ordine politico o sociale, poggia anzitutto su basi teologiche che interpellano la fede. Esse derivano dalle Sacre
Scritture e sono chiaramente definite nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, e nella Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, Nostra aetate.
Ebrei, cristiani e musulmani credono in un Dio Uno, creatore di tutti gli uomini. ..." [?!]
ma....io avevo imparato nella lontana infanzia che noi cattolici crediamo in un Dio Trinitario, di cui Gesù Cristo è 2a Persona, Unigenito Figlio e Verbo di Dio Incarnato....o no ? )

Marco Marchesini ha detto...

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Contrariamente allo stato d'eresia che può prodursi senza averne l'intenzione, non si può divenire scismatici involontariamente.

**********

Non mi torna questo passaggio. Anche l'eresia presuppone la volontarietà fino al grado dell'ostinatezza. Involontariamente si può essere eretici materiali, ma per l'eresia “vera e propria” è assolutamente necessaria la volontarietà.

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Sottolineiamo che è chiaramente stabilito in questa dichiarazione, che gli errori non si trovano nel Magistero della Chiesa, ma che solo le novità ne sono « intaccate

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Se il Concilio Vaticano Secondo è Magistero supremo della Chiesa (come affermato da mons. Gherardini) allora le sue novità errate sono errori del Magistero: ovviamente del Magistero non infallibile.

A parte questi punti concordo con l'articolo.

Azzurra ha detto...

Ma si dai.....facciamo che la SPX è eretica, così dichiariamo ERETICI TUTTI I SANTI E SANTE pre CVII, eretici Dogmi, eretici TUTTI i Concili Dogmatici della Chiesa tanto che male c'è no?

Facciamo che bisognerà, chiedere ai filologhi tipo gli eredi del Valla se i documenti della Chiesa ante CVII, sono veri o falsi, così facciamo contenti certi "studiosi"....moderni(sti).

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

In questi giorni è stata pubblicata l'"ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE ECCLESIA IN MEDIO ORIENTE", dove se può leggere:

"La libertà religiosa è il culmine di tutte le libertà. È un diritto sacro e inalienabile. Comporta sia la libertà individuale e collettiva di seguire la propria coscienza in materia religiosa, sia la libertà
di culto. Include la libertà di scegliere la religione che si crede essere vera e di manifestare pubblicamente la propria credenza. Deve essere possibile professare e manifestare liberamente la propria religione e i suoi simboli, senza mettere in pericolo la propria vita e la propria libertà personale. La libertà religiosa è radicata nella dignità della persona; garantisce la libertà morale e favorisce il rispetto reciproco. Gli ebrei che hanno sofferto a lungo ostilità spesso letali, non possono dimenticare i benefi ci della libertà religiosa. Da parte loro, i musulmani condividono con i cristiani la convinzione che in
materia religiosa nessuna costrizione è consentita,
tanto meno con la forza. Tale costrizione, che può assumere forme molteplici e insidiose sul piano personale e sociale, culturale, amministrativo e politico, è contraria alla volontà di Dio. Essa è una fonte di strumentalizzazione politico-religiosa, di discriminazione e di violenza che può condurre alla morte. Dio vuole la vita, non la morte. Egli proibisce l’omicidio, anche quello dell’omicida (cfr Gen 4, 15-16; 9, 5-6; Es 20, 13). http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20120914_ecclesia-in-medio-oriente_it.pdf

Beh, il Cammino Neocatecumenale e molti altri movimenti simili, hanno il diritto alla libertà religiosa. Ma per quanto riguarda la tradizione e la Fraternità, si può dire di avere questo diritto?

Per rispondere alla domanda, vediamo cosa ha detto Benedetto XVI nel suo primo discorso pubblico sul Motu Proprio Summorum Pontificum:

"C’est une peur infondée parce que ce Motu proprio est simplement un acte de tolérance, dans un but pastoral pour des personnes qui ont été formées dans cette liturgie, l’aiment, la connaissent, et veulent vivre avec cette liturgie." Avant d’arriver en France, Benoît XVI a évoqué son ‘amour’ pour le pays, mais aussi les questions de laïcité (Verbatim)- http://archives.leforumcatholique.org/consulte/message.php?arch=2&num=430208

Ovviamente tale dichiarazione non può essere assolutizzata, ma esistono altre evidenze che non possiamo negare. Dopo il Vaticano chiedere alla FSSPX un preambolo dottrinale, in diversi casi ci chiediamo: perché non un preambolo dottrinale per loro? Guardando la questione da questo punto di vista, lei potrebbe essere riformulato come segue: perchè hanno il diritto alla libertà religiosa, e la FSSPX no? Non sarà perché a lei e alla tradizione, il Vaticano concesse solo tolleranza? Non è nella tolleranza con i tradizionalisti che la Comissione Ecclesia Dei trova sua raggione di esistere?

Gederson Falcometa ha detto...

Nell stessa "ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE ECCLESIA IN MEDIO ORIENTE", Benedetto XVI parla così di tolleranza:

27. La tolleranza religiosa esiste in diversi paesi, ma essa non impegna molto perché rimane imitata nel suo raggio di azione. È necessario passare dalla tolleranza alla libertà religiosa. Questo passaggio non è una porta aperta al relativismo, come alcuni affermano. Questo passo da compiere non è una crepa aperta nella fede religiosa, ma una riconsiderazione del apporto antropologico con la religione e con Dio. Non è una violazione delle
verità fondanti della fede, perché, nonostante le divergenze umane e religiose, un raggio di verità
illumina tutti gli uomini [Oss.: semi del Verbo...].
Sappiamo bene che la verità non esiste al di fuori di Dio come una cosa in sé. Sarebbe un idolo. La verità si può sviluppare soltanto nella relazione con l’altro che apre a Dio, il quale vuole esprimere la propria alterità
attraverso e nei miei fratelli umani. Quindi non è opportuno affermare in maniera esclusiva: « io possiedo la verità ». La verità non è possesso di alcuno, ma è sempre un dono che ci chiama a un
cammino di assimilazione sempre più profonda alla verità. La verità può essere conosciuta e vissuta solo nella libertà, perciò all’altro non possiamo imporre la verità; solo nell’incontro di amore la verità si dischiude."
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20120914_ecclesia-in-medio-oriente_it.pdf

Beh, sarebbe bello e giusto se la tradizione in generale potrebbe anche godere della libertà religiosa. Correttamente inteso, la situazione della tradizione oggi è simile alla Chiesa dei tempi della Rivoluzione francesa e del "risorgimento" italiano. Da quello che vedo, la tradizione nella Chiesa post-conciliare ha solo la concessione di una tolleranza religiosa (precaria e spesso irrispettoso). Mentre il Vaticano dà tutto e di tutti i benefici della libertà di religione: la tradizione, è l'eccezione alla regola.

un lettore amico ha detto...

@ mic che ha scritto:
"I conti non tornano, però, quando cominciano a esser chiare ed evidenti le 'fratture' aperte dalla supposta e proclamata ma non dimostrata 'continuità'."
§§

Stimata mic, caso mai le "fratture" possono essere aperte dalla riforma, non dalla continuità che sarebbe una contraddizione in termini.

Per ragionarci sul serio, e prima di formulare sillogismi astratti e oggettivamente aberranti, cercate di dare una risposta alle seguenti domande, per esempio sulla libertà religiosa nella dichiarazione DH e nel Magistero di Benedetto XVI:

1) qual'è la dottrina immutabile, costitutiva del depositum fidei, riaffermata dal Concilio?

2) in che consiste la riforma operata dal Concilio, quale ne è precisamente l'oggetto?

3) questa riforma da che cosa è motivata; perché si dice necessaria alla missione della Chiesa?

Penso che queste linee di ricerca possano essere utili, se realmente approfondite, allo scopo di aggiungere qualcosa alla vostra riflessione, che altrimenti rischia di avvitarsi continuamente su sé stessa.

Anonimo ha detto...

La verità si può sviluppare soltanto nella relazione con l’altro che apre a Dio, il quale vuole esprimere la propria alterità
attraverso e nei miei fratelli umani. Quindi non è opportuno affermare in maniera esclusiva: « io possiedo la verità ». La verità non è possesso di alcuno, ma è sempre un dono che ci chiama a un
cammino di assimilazione sempre più profonda alla verità. La verità può essere conosciuta e vissuta solo nella libertà, perciò all’altro non possiamo imporre la verità; solo nell’incontro di amore la verità si dischiude."


Al di là di qualunque accenno alla FSSPX ed alla Tradizione, per le quali è stata tirata fuori la tolleranza, questo discorso è semplicemente e drammaticamente "monco" perché, se nella relazione non entra Cristo (che non si manifesta solo come Amore, ma anche come Verità e Giustizia), non si incontra e non si vive la Verità, ma verità umane parziali e quindi pseudo-verità che non portano lontano e alla fine, come la storia insegna, arrivano a scontrarsi.

E' vero che non possiamo imporre la verità, perché accoglierla è lasciato dal Signore alla libertà di ognuno, ma dobbiamo annunciarla, altrimenti "...come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?" (Rm 10,14)

E, poi, c'è da chiarire anche questo concetto: "... La libertà religiosa è radicata nella dignità della persona; garantisce la libertà morale e favorisce il rispetto reciproco."

La dignità a sua volta non è un assoluto, ma è data dal fatto che la persona è ontologicamente orientata a Dio, al Vero Dio, solo su questo è fondata... Puoi (e devi) lasciare ad ognuno la libera scelta della religione da seguire, solo dopo aver annunciato e fatto conoscere il vero Dio, cioè la Santissima Trinità, che si è rivelata al mondo al culmine della Storia nella Persona del Verbo Incarnato, il Figlio diletto nel quale il Padre si compiace e al quale i credenti vengono 'configurati, il Signore Gesù!

Non esiste Salvezza per nessun uomo, se non attraverso di Lui e la Salvezza non viene data in automatico, ma richiede la risposta personale di chi l'accoglie accogliendo Cristo Signore, che E' LUI la Verità oltre ad essere la Via e la Vita... e qui torniamo a Romani 10,14!

Anonimo ha detto...

Anche quest'altro passaggio mi pare problematico: Quindi non è opportuno affermare in maniera esclusiva: « io possiedo la verità ». La verità non è possesso di alcuno, ma è sempre un dono che ci chiama a un
cammino di assimilazione sempre più profonda alla verità.


E' vero che individualmente nessuno può dire "possiedo la verità", perché la Verità, cioè il Signore, si fa conoscere sempre più man mano che la Fede aumenta; il che implica molto di più della conoscenza intellettuale: conoscere biblicamente è un verbo sponsale che implica relazione vive intima profonda fedele e Lo si conosce sempre di più attraverso il cammino di fede (questo punto è più che giusto).

Ma la Chiesa, fondata da Cristo, è Portatrice della Verità, non può dire che non possiede la verità, perché ne è intessuta e l'ha incorporata, è il Corpo mistico di Cristo. Se non afferma e non vive questo, la Chiesa rinuncia alla sua funzione. Come può affermare di essere il "nuovo Israele", se non annuncia e testimonia il Signore davanti a tutte le Nazioni, venendo meno ala mandato "andate e battezzate"? Battezzare non signifca soltanto l'atto materiale del Sacramento, ma "immergere" tutto ciò che si incontra nella Realtà salvifica che il Signore SOLO E' e, se ce la dona è perché ci ha donato una volta per tutte sulla Croce e continua a donarci Sé stesso, che è nato, morto, risorto e tornato al padre, per ricondurGli la nostra natura ferita. E solo dov'è Lui, siamo anche noi!

Anonimo ha detto...

Stimata mic, caso mai le "fratture" possono essere aperte dalla riforma, non dalla continuità che sarebbe una contraddizione in termini.

Prima di rispondere alle sue domande, per le quali ho bisogno di tempo che ora non ho, chiarisco questo punto, che è un sofisma.

Se io affermo che le fratture sono aperte della cosiddetta continuità nella riforma (dove il termine "riforma" intende novità che si rivelano nova e non nove), è ovvio che per me la 'continuità' è già in discussione e ho parlato di molti punti di vera e propria 'rottura', dimostrandone il come ed il perché.

Quindi, ripeto, il suo non è altro che un pretestuoso sofisma...

viandante ha detto...

Cara mic, so di essere fuori tema (al limite non mi posti questo mail), ma leggendo nei commenti certe affermazioni papali che mi lasciano di stucco, mi tornano alla mente alcune questioni riguardo al papato, che non sono ancora riuscito a capire.
So che il papa è posto a capo della Chiesa militante e che come tale gode di carismi particolari che lo aiutano e sostengono, a certe condizioni, nel suo delicato compito a difesa della fede della Chiesa e quindi dei fedeli.
Il papato però non è eterno: ha avuto un inizio e penso non sia azzardato dire che avrà pure una fine. Del resto al ritorno di Cristo glorioso, non mi sembra che Egli abbia ancora bisogno di un vicario in terra.
Allora si possono sviluppare alcune riflessioni e alcune domande. Evidentemente l’aspetto escatologico e la consapevolezza che la fine dei tempi, presto o tardi arriverà, anche se non sappiamo quando, non sono aspetti da relegare in un domani che mai si farà oggi.
Se il papato avrà un termine può essere saggio riflettere su come potrebbe avvenire ciò. Per una incapacità dei cardinali nel trovare un accordo sul nome del successore di Pietro? Per imposizione esterna da parte di poteri politici o d’altro tipo? A causa di un dissolvimento della funzione dall’interno della Chiesa stessa? Da un venir meno generale della fede e quindi dei fedeli, ciò che riecheggerebbe le parole di Gesù stesso (Il Figlio dell’uomo troverà ancora la fede al suo ritorno?) riportate nei Vangeli? O quale altro “meccanismo” potrebbe far sì che il Papato segua lo stesso destino che toccò al re di Francia (per riprendere le stesse parole che Gesù avrebbe confidato a suor Lucia)? E come si possono accordare le riflessioni sottostanti a queste domande con la famosa frase rivolta a Pietro: non prevalebunt, riferita alle forze degli inferi che non prevarranno sulla Chiesa fondata su di lui?
Queste riflessioni non si basano quindi solo su rivelazioni private, ma anche su riferimenti evangelici e su riflessioni teologiche. Lo scopo di simili esercizi intellettuali non è certo un asettico discutere di tipo filosofico, ma un cercare di capire, soffrendo e pregando come Cristo nel Getsemani. E per chiedere a Dio la forza di sopportare questa atroce Passione che ora non riguarda più Cristo, ma la sua gloriosa sposa, la Chiesa. E per cercare di capire quale sarà l’esito di questa Passione. Una morte con susseguente risurrezione? Ma cosa vuol dire?
Tutte queste domande chiaramente per conservare la fede in una simile dolorosa prospettiva. Che Dio mi (ci) aiuti.

Gederson Falcometa ha detto...

"1) qual'è la dottrina immutabile, costitutiva del depositum fidei, riaffermata dal Concilio?"

Prima cosa: l'affermazione cerca la libertà religiosa del Concilio, è pastorale, non ripette la dottrina immutabile della Chiesa cerca la libertà religiosa.

In secondo: Può avere nel "depositum fidei" una dottrina immutabile che afferma e nega un diritto? Può il magistero infalibile dire si e no in questo caso?

In terzo: La libertà religiosa, non si trova nel "depositum fidei", nei Padre della Chiesa e nel suo magistero costante e universale.

In quarto: Contro la liberta religiosa abbiamo queste fonte: S. Gregorio Nazianzeno (+ 390), Hom. XVII; S. Giovanni Crisostomo (+ 407), Hom. XV super IIam Cor.; S. Ambrogio (+ 397), Sermo conta Auxentium; S. Agostino (+ 430), De civitate Dei (V, IX, t. XLI, col. 151 ss.); S. Gelasio I (+ 496), Epist. ad Imperat. Anastasium I; S. Leone Magno (+ 461), Epist. CLVI, 3; S. Gregorio Magno (+ 604), Regesta, n. 1819; S. Isidoro Da Siviglia (+ 636), Sent., III, 51; S. Nicola I, Epistul. Proposueramus quidam (865); S. Gregorio VII (+ 1085), Dictatus Papae (1075), I epistola a Ermanno Vescovo di Metz (25 agosto 1076), II epistola a Ermanno (15 marzo 1081); Urbano II (+ 1099), Epist. ad Alphonsum VI regem; S. Bernardo Di Chiaravalle (+ 1173), Epistola a papa Eugenio III sulle due spade; Innocenzo III (+ 1216), Sicut universitatis conditor (1198), Venerabilem fratrem (1202), Novit ille (1204); Innocenzo IV (+ 1254), Aeger cui levia (1245); S. Tommaso D’Aquino (+ 12074), In IVum Sent., dist. XXXVII, ad 4; Quaest. quodlib., XII, a. 19; S. Th., II-II, q. 40, a. 6, ad 3; Quodlib. XII, q. XII, a. 19, ad 2; Bonifacio VIII (+ 1303), Bolla Unam sanctam (1302); Cajetanus (+ 1534), De comparata auctoritate Papae et Concilii, tratt. II, pars II, cap. XIII; S. Roberto Bellarmino (+ 1621), De controversiis; F. Suarez (+ 1617), Defensio Fidei catholicae;.Gregorio XVI, Mirari vos (1832); Pio IX, Quanta cura e Syllabus (1864); Leone XIII, Immortale Dei (1885), Libertas (1888); S. Pio X, Vehementer (1906); Pio XI, Ubi arcano (1921), Quas primas (1925), Pio XII, Discorso ai Giuristi Cattolici Italiani, 6 dicembre 1953.

Quale sono le fonti del Concilio per la liberta religiosa?

Anonimo ha detto...

Viaggio del Santo Padre in Libano...un successo agli occhi del mondo, ma per il dialogo con la Tradizione si va di male in peggio.
Il pastore prepara il viaggio apostolico, è fuori Roma e...i topi ballano.

un lettore amico ha detto...

Gentile mic, ripeto: non esiste, ed è in sé stessa un'assurdità concettuale, più che un sofisma, la "continuità nella riforma". Invece esiste negli insegnamenti del Papa e nella Tradizione della Chiesa la "riforma nella continuità". La prego di non confondersi, altrimenti si resta fermi.

Aspetto se vuole qualche prima risposta alle domande che ho proposto. Ovviamente non c'é nessuna fretta.

Cordialità.

??? ha detto...

Sottolineiamo che è chiaramente stabilito in questa dichiarazione, che gli errori non si trovano nel Magistero della Chiesa, ma che solo le novità ne sono «intaccate».

Scusate, ma le novità intaccate dagli errori dove sono allora???

Anonimo ha detto...

Il lettore amico, credo che sia origianrio di CIRENE.

Thibaud ha detto...

La Dichiarazione indica chiaramente che la Fraternità riconosce l'autorità del Papa (contrariamente, di fatto, a quasi tutto il resto della Chiesa che la nega in favore della collegialità democratica). La professione di fede citata sopra dichiara espressamente che « il potere supremo del governo di tutta la Chiesa appartiene solo al Papa vicario di Cristo sulla Terra ». Sfido chiunque a trovare un esempio storico di uno scismatico riconosciuto che ha pubblicamente espresso tali propositi. Non ci sarà mai nessuno, questa affermazione essendo tutto il contrario dell'intenzione dello scisma. Si ritrova questa ferma volontà di evitare lo scisma nella preghiera alla nostra Signora (alla fine della Dichiarazione)

**************

Ho voluto sottolineare quest'interessante passaggio dell'articolo, perchè in effetti calza a pennello con quanto avevo espresso in un altro commento, dove avevo riportato la dichiarazione di G.Paolo II su UT UNUM SINT al n.94-95, che di fatto storpia o meglio tenta di eliminare il Primato di Pietro.

A ben vedere quindi, la Fraternità vorrebbe e chiede che questo Primato non si tocchi, come del resto OBBLIGA tutti i cattolici, in virtù del Dogma PASTOR AETERNUS.

Possibile che la Chiesa post conciliare pretenda di non tenerne conto?

Chi allora i veri scismatici?

Domanda difficile per la mentalità corrente, ma facile facile per chi conosce TUTTO o almeno una parte, essenziale del Deposito della Fede, come ad esempio i Dogmi, che sono INTOCCABILI, pena la scomunica latae sententiae.

Credo che anche ai meno esperti, baleni l'ipotesi che a partire dal concilio vaticano II, in effetti sia nata una nuova "chiesa".

Anonimo ha detto...

Gentile mic, ripeto: non esiste, ed è in sé stessa un'assurdità concettuale, più che un sofisma, la "continuità nella riforma". Invece esiste negli insegnamenti del Papa e nella Tradizione della Chiesa la "riforma nella continuità". La prego di non confondersi, altrimenti si resta fermi.

Caro lettore amico,
lei continua a giocare su continuità della riforma e riforma della continuità; il che lascia il tempo che trova, perché io ho chiarito esaurientemente il mio pensiero a questo riguardo, che lei volutamente ignora per tornare alla pretestuosità...
Lasci perdere gli slogan, e risponda a quel che ho scritto ripetutamente, fermo restando che volentieri più tardi risponderò alle sue specifiche domande. Credo che sarà una puntualizzazione utile per tutti.

Anonimo ha detto...

Per il cosiddetto "lettore amico".
Parto dalla coda e poi rispondo alle domande.

Penso che queste linee di ricerca possano essere utili, se realmente approfondite, allo scopo di aggiungere qualcosa alla vostra riflessione, che altrimenti rischia di avvitarsi continuamente su sé stessa.

1. se questa è la nostra riflessione, che non la vede coinvolta in un "noi", lei si autoesclude già in partenza e lo fa con un atteggiamento di superiorità che non è molto simpatico in un contesto che non pretende insegnare niente a nessuno, ma semplicemente mostra e difende ciò che conosce della verità accolta e vissuta nella e dalla Chiesa, così come l'ha ricevuta senza arzigogoli personali ma con i frutti dell'assimilazione...

2. Le nostra riflessione non può rischiare di avvitarsi continuamente su se stessa, perché mira ad individuare e ad approfondire quel che quotidianamente ci viene incontro negli eventi e nei documenti, smancherando le ambiguità e colmando le lacune alla luce del Magistero (anche conciliare e post in quanto recepibile perché in armonia con la Rivelazione Apostolica). Forse per lei sarà un 'avvitamento' quel che ho tirato fuori sulle affermazioni del Santo Padre in Libano. Per me è un frutto della fede viva che professo, che mi permette di riconoscere se un discorso ha dei deficit. Ed è ammissibile cogliere dei deficit, con tutto il rispetto e l'amore filiale per il Papa nostro, laddove non è impegnata l'infallibilità...

1) qual'è la dottrina immutabile, costitutiva del depositum fidei, riaffermata dal Concilio?

E' immutabile la dottrina espressa nei punti - e sono molti - nei quali il Concilio o richiama il Magistero precedente o si esprime in continuità ed armonia (vera e non proclamata) con esso. Mons. Schneider ne ha dato una lettura davvero dificante qui
In sostanza il Depositum Fidei rivelato lo trovo soprattutto nei dogmi, che molta predicazione post-conciliare oltrepassa con troppa disinvoltura.
La Tradizione autentica ha la caratteristica di essere un "contenuto oggettivo, dato perché rivelato, che si chiude con la morte dell'ultimo Apostolo" ed è reso VIVO della Vita eterna del suo teandrico Fondatore: Cristo vero Dio e vero uomo, che la Chiesa dei credenti di ogni generazione accoglie incarna e deve trasmettere come lo ha ricevuto, e non si pone come soggetto che diventa da "organo di trasmissione" in ciò che è trasmesso, espresso con una espressione tanto fumosa quanto evanescente e foriera di sconfinamenti arbitrari: "collegamento fra l'esperienza della fede apostolica, vissuta nell'originaria comunità dei discepoli, e l'esperienza attuale del Cristo nella sua Chiesa".
Ovvio che questo "collegamento" ci deve essere ad ogni generazione; ma io non mi posso collegare con un'esperienza soggettiva (che può anche non esser in sintonia con la Tradizione) ma con quel quid di oggettivo che essa mi mostra.
Mi viene in mente il Prologo di Giovanni riferito al precursore. "non erat ille Lux". Non è né la Chiesa né la Gerarchia questa Lux (mentre oggi, col soggettivismo dell'esperienza che pretende trasmettere, di fatto vi si sostituisce); ma è Cristo Signore, Colui che l'ha costituita, la anima e la sostiene e la rinnova e rinvigorisce continuamente...

Anonimo ha detto...

2) in che consiste la riforma operata dal Concilio, quale ne è precisamente l'oggetto?

La riforma conciliare ci pone di fronte a due concezioni diverse del magistero, frutto di una vera e propria rivoluzione copernicana, collegata con una nuova concezione di Chiesa nata dal concilio, che ha spostato il fulcro di ogni cosa dall’oggetto al soggetto.
1. Il Magistero bimillenario della Chiesa poteva dirsi ‘vivente’ nel senso che trasmetteva secondo i bisogni di ogni generazione - ma curandone l'integrità nella sostanza: eodem sensu eademque sententia - il Depositum fidei della Tradizione Apostolica, fondamento oggettivo, dato per sempre, pur se sempre ulteriormente approfondito e chiarito nelle sue innumerevoli ricchezze;
2. il magistero attuale si dice invece vivente, in senso storicistico, perché portatore dell'esperienza soggettiva della Chiesa di oggi (che sarà diversa da quella di domani) essendo sottoposta all'evoluzione determinata dalle variazioni contingenti legate alle diverse epoche.

Il ruolo del magistero – ha detto l’attuale Pontefice - oltre alla continuità dell'esperienza di cui ho parlato sopra, dice anche:
"...Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte. La Tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini, il fiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti". (catechesi 26 aprile 2006)

Il problema sta nel fatto che le cose o parole definite “collezione di cose morte”, nella vulgata modernista vengono riferite al “magistero perenne” che sarebbe diventato “cosa morta” da sostituire col magistero “vivente”, identificato con quello attuale. In tal modo viene conferita al magistero una prerogativa che non gli è propria: quella di essere sempre riferito al “presente”, con tutta la mutevolezza e precarietà propria del divenire, mentre la sua peculiarità è quella di essere, nel contempo, passato e presente, trasmettendo una Verità rivelata che, pur inverata nell’oggi di ogni generazione, appartiene all’eternità. Altrimenti cosa trasmette la Chiesa a questa generazione e a quelle future: solo un’esperienza soggettiva? Mentre le è proprio esercitare una funzione sempre in vigore, il cui atto è definito attraverso l'oggetto, ovvero attraverso le verità rivelate e tramandate.

Insomma è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo-di-Dio pellegrina nel tempo e di fatto trasferito dall'ordine della conoscenza a quello dell'esperienza.
È il frutto della dislocazione della Santissima Trinità, come illustra 'sapientemente' Romano Amerio: "Alla base del presente smarrimento vi è un attacco alla potenza conoscitiva dell’uomo, e questo attacco rimanda ultimamente alla costituzione metafisica dell’ente e ultimissimamente alla costituzione metafisica dell’Ente primo, cioè alla divina Monotriade. [...] Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto dal pensato. Se si nega la precessione del pensato dal vissuto, della verità dalla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade ". Intuibile il sovvertimento della realtà che ne deriva.

Con questo non disconosco il valore dell'esperienza, ma non lo assolutizzo. La fede retta e una spiritualità sana nasce dal connubio equilibrato tra conoscenza ed esperienza, sensa che prevalga la sensazione e il richiamo alla concretezza da un lato o l'intellettualismo dall'altro. Se fede-ragione-esperienza non entrano in campo in ugual misura, non vivremo una spiritualità equilibrata e la nostra vita da qualche lato sarà sbilanciata...

Anonimo ha detto...

Gentile mic, c'é un equivoco accidentale: le domande erano riferite allo specifico tema della tolleranza - libertà religiosa, non al complesso arcano filosofico - teologico della situazione della Chiesa.

Comunque, grazie lo stesso della sintesi estesa che ne è venuta fuori, chiarificatrice del vostro pensiero ma che non condivido; mi sembra piuttosto che così si costruisce un (corto)circuito chiuso autoreferenziale e zeppo di equivoci. Sono sorpreso, lo ammetto.

Attenzione a certe deduzioni:

-la Chiesa, proprio questa Chiesa, è Lumen (non è precorritrice), non si può separare dal Cristo vivo: è IDENTICA; è soggetto e oggetto insieme;

-il Magistero vivo, da ascoltare e da obbedire per un cattolico, è esattamente quello contemporaneo del Pontefice e dei Successori degli Apostoli in comunione con lui: è garantito;

-se Amerio (come sembra da quello che leggo) cade nell'errore idealista - immanentista, e rende immanente al pensiero (umano) la Monotriade, non va seguito; ogni conoscenza umana, insegna San Tommaso, deriva dall'esperienza, che non è solo quella sensibile: per questo è LIMITATA; il Pensiero di Dio non è quello degli uomini. A Lui apparteniamo, non lo possediamo (come insegna il Papa Benedetto XVI).

Mi permetta di concludere con questi scarsi conributi alla vostra ricerca.
(se dicessi "nostra" non sarei leale, intenda così e spero che apprezzerà)

Speriamo per il meglio e non confidiamo - ora sì mi ci ritrovo - sulle nostre forze, che sono debolezze.
Cordialmente.

Marco Marchesini ha detto...

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20120914_ecclesia-in-medio-oriente_it.pdf

Scusate ma la continuità con la dottrina tradizionale dove è?
Se una persona avesse pronunciato le stesse parole di fronte a Leone XIII, San Pio X, Pio XII e Gregorio XVI che cosa sarebbe successo?
Qui saltano tutti i tentativi artificiosi di armonizzare DH con il Magistero precedente, nonostante il suo preambolo.
Il Papa fa propria l'interpretazione liberale e di rottura di DH, altroché continuità.
Spero di essere smentito.

Anonimo ha detto...

-la Chiesa, proprio questa Chiesa, è Lumen (non è precorritrice), non si può separare dal Cristo vivo: è IDENTICA; è soggetto e oggetto insieme;

Che la Chiesa sia precorritrice io non l'ho mai detto: ho citato il Precursore solo per sottolineare che chiunque annuncia il Signore non si identifica con Cristo, ma ne è portatore e testimone. La Chiesa non E' Cristo, è suo Corpo mistico, Sua Sposa, ma non si può identificare col Signore che, ripeto, è Colui che l'ha costituita, la anima, la rinnova, la salva continuamente! Certo gli appartiene, non è separabile da Lui; ma affermare così apoditticamente che è soggetto e oggetto insieme, mi pare azzardato. E, comunque, quando si fanno certe affermazioni, vanno argomentate...

-il Magistero vivo, da ascoltare e da obbedire per un cattolico, è esattamente quello contemporaneo del Pontefice e dei Successori degli Apostoli in comunione con lui: è garantito;

OK. Chi è che lo garantisce. Lei?
Il Magistero contemporaneo è da obbedire solo se reca in sé anche il passato e non se ne discosta, se insegna quod semper ubique ab omnibus... Ci siamo persi per la strada anche questo? Altrimenti, cosa trasmette?

-se Amerio (come sembra da quello che leggo) cade nell'errore idealista - immanentista, e rende immanente al pensiero (umano) la Monotriade, non va seguito;

Prima di affermare una cosa del genere con tanta leggerezza e parlare di idealismo-immanentismo, occorrerebbe conoscere bene Amerio. Questo discorso di Amerio appartiene all'ordine logico, non a quello del Reale, in cui può esserci solo simultaneità.

ogni conoscenza umana, insegna San Tommaso, deriva dall'esperienza, che non è solo quella sensibile: per questo è LIMITATA; il Pensiero di Dio non è quello degli uomini. A Lui apparteniamo, non lo possediamo (come insegna il Papa Benedetto XVI).

Ha fatto un fritto misto con affermazioni diverse completamente slegate fra loro che sono flash buttati lì che non argomentano e non esauriscono il problema. Io ho parlato di giusto equilibrio, non ho assolutizzato nulla...

Sul fatto che gli apparteniamo e non lo possediamo sono perfettamente d'accordo, l'ho anche scritto più di una volta... A questo proposito ho fatto dei distinguo a proposito della Chiesa, che è costituita dalla Verità, ne è intessuta e non può affermare di non possederla (non può non possederla, se ne è costituita e ne è la Portatrice fino alle fine dei tempi!). La Chiesa - e noi in essa - non è alla ricerca della Verità insieme a tutte le altre religioni: la Verità è Cristo e dunque cos'è che dobbiamo cercare ancora? Solo di conoscerLo sempre più, approfondendo il nostro intimo fedele rapporto con Lui nella Sua Chiesa, che ci rende a Lui 'configurati'!

La Chiesa non può e non DEVE perdere la sua identità solo per paura del trionfalismo... E' questo di cui hanno paura i novatori, ma San Paolo parla di Parresìa, che nulla ha a che vedere col trionfalismo! Trionfalismo da "possessori" della verità è quando la sbattiamo in faccia agli altri per prevaricarli, non quando la 'mostriamo' e ne siamo testimoni, nella speranza che gli altri divengano partecipi della nostra gioia!

un cattolico attento....molto attento... ha detto...

Senza tanti sofismi filosofici che "l'amico lettore" ha proposto tra i vari ed insistenti contorsionismi verbali(attenzione poi al mal di schiena),proporrei ai meno "acculturati" del signor "amico lettore", di fare un piccolo sforzo e vocabolario alla mano, comiciare a tradurre.

Vista la difficoltà del linguaggio proposto, la persona semplice (il fedele), si vede costretto, invece di imparare il catechismo e le Verità di Fede, a dover tradurre le parole del Papa.

Allora partiamo:

RIFORMA NELLA CONTINUITA'

Continuità di che cosa? Forse di questi 50 anni post conciliari, oppure di TUTTO IL BAGAGLIO della Tradizione COMPRESI DOGMI, ANATEMI e BOLLE?

RIFORMA = significa RINNOVAMENTO,, TRASFORMAZIONE, METAMORFOSI, MODIFICA

NELLA = indica una collocazione, una residenza o il luogo in cui si svolge un’azione

CONTINUITA'= significa CONGRUENZA, LEGAME, UNIONE

Con ciò ne DEDUCO che:

"RIFORMA NELLA CONTINUITA'"

significa:

che dobbiamo fare la METAMORFOSI, all'INTERNO, del LEGAME che è la Tradizione!!!!

Dopo aver tradotto la frase, con un semplice vocabolario di lingua italiana il TUTTO all'improvviso e' DIVENUTO CHIARO.....

SPAVENTOSAMENTE CHIARO!!!!!!

Il linguaggio adottato dal modernismo è qualcosa che va al di la del decoroso rispetto che si deve al semplice fedele è tempo di dire BASTA!!!

Anonimo ha detto...

-la Chiesa, proprio questa Chiesa, è Lumen (non è precorritrice), non si può separare dal Cristo vivo: è IDENTICA; è soggetto e oggetto insieme;

Che la Chiesa sia precorritrice io non l'ho mai detto: ho citato il Precursore solo per sottolineare che chiunque annuncia il Signore non si identifica con Cristo, ma ne è portatore e testimone. La Chiesa non E' Cristo, è suo Corpo mistico, Sua Sposa, ma non si può identificare col Signore che, ripeto, è Colui che l'ha costituita, la anima, la rinnova, la salva continuamente! Certo gli appartiene, non è separabile da Lui; ma affermare così apoditticamente che è soggetto e oggetto insieme, bisogna vedere come lo si intende. E, poi, perché proprio questa chiesa: quella di prima era forse diversa, era un'altra?

-il Magistero vivo, da ascoltare e da obbedire per un cattolico, è esattamente quello contemporaneo del Pontefice e dei Successori degli Apostoli in comunione con lui: è garantito;

OK. Chi è che lo garantisce. Lei?
Il Magistero contemporaneo è da obbedire solo se reca in sé anche il passato e non se ne discosta, se insegna quod semper ubique ab omnibus... Ci siamo persi per la strada anche questo? Altrimenti, cosa trasmette?

-se Amerio (come sembra da quello che leggo) cade nell'errore idealista - immanentista, e rende immanente al pensiero (umano) la Monotriade, non va seguito;

Prima di affermare una cosa del genere con tanta leggerezza e parlare di idealismo-immanentismo, occorrerebbe conoscere bene Amerio. Questo discorso di Amerio appartiene all'ordine logico, non a quello del Reale, in cui può esserci solo simultaneità.

ogni conoscenza umana, insegna San Tommaso, deriva dall'esperienza, che non è solo quella sensibile: per questo è LIMITATA; il Pensiero di Dio non è quello degli uomini. A Lui apparteniamo, non lo possediamo (come insegna il Papa Benedetto XVI).

Ha fatto un fritto misto con affermazioni diverse completamente slegate fra loro che sono flash buttati lì che non argomentano e non esauriscono il problema. Io ho parlato di giusto equilibrio, non ho assolutizzato nulla...

Sul fatto che gli apparteniamo e non lo possediamo sono perfettamente d'accordo, l'ho anche scritto più di una volta... A questo proposito ho fatto dei distinguo a proposito della Chiesa, che è costituita dalla Verità, ne è intessuta e non può affermare di non possederla (non può non possederla, se ne è costituita e ne è la Portatrice fino alle fine dei tempi!). La Chiesa - e noi in essa - non è alla ricerca della Verità insieme a tutte le altre religioni: la Verità è Cristo e dunque cos'è che dobbiamo cercare ancora? Solo di conoscerLo sempre più, approfondendo il nostro intimo fedele rapporto con Lui nella Sua Chiesa, che ci rende a Lui 'configurati'!

La Chiesa non può e non DEVE perdere la sua identità solo per paura del trionfalismo... E' questo di cui hanno paura i novatori, ma San Paolo parla di Parresìa, che nulla ha a che vedere col trionfalismo! Trionfalismo da "possessori" della verità è quando la sbattiamo in faccia agli altri per prevaricarli, non quando la 'mostriamo' e ne siamo testimoni, nella speranza che gli altri divengano partecipi della nostra gioia!

un cattolico attento....molto attento ha detto...

scrive "l'amico lettore" che poi è lo stesso anonimo del 17 settembre 2012 21:00 e al quale mi son già rivolto poco fa:

-il Magistero vivo, da ascoltare e da obbedire per un cattolico, è esattamente quello contemporaneo del Pontefice e dei Successori degli Apostoli in comunione con lui: è garantito;

____________________

Ah! si? quindi secondo lei tutti gli altri Pontefici che la Chiesa ha avuto in 2millenni di Magistero e quindi di MAGISTERO VIVO, sono da tralasciare e dimenticare?

Mi dica chi è il suo "catechista" che muoio dalla curiosità......

Sa, perchè glielo chiedo? perchè ho la netta sensazione che il suo "catechista" NON conosca le elementari nozioni della Dottrina Cattolica.

Spero si renda conto che l'ha fatta fuori dal vaso.

hpoirot ha detto...

a proposito ,della' Tradizione come Esperienza ecco cosa diceva S.PioX :

"Ma, oltre al detto, questa dottrina dell'esperienza è per un altro verso contrarissima alla cattolica verità. Perché viene essa estesa ed applicata alla tradizione quale finora fu intesa dalla Chiesa, e la distrugge. Ed infatti dai modernisti è la tradizione così concepita che sia una comunicazione dell'esperienza originale fatta agli altri, mercè la predicazione, per mezzo della formola intellettuale. A questa formola perciò, oltre al valore rappresentativo, attribuiscono una tal quale efficacia di suggestione, che si esplica tanto in colui che crede, per risvegliare il sentimento religioso a caso intorpidito e rinnovar l'esperienza già avuta una volta, quanto in coloro che ancor non credono, per suscitare in essi la prima volta il sentimento religioso e produrvi l'esperienza. Di questa guisa l'esperienza religiosa si viene a propagare fra i popoli; né solo nei presenti per via della predicazione, ma anche fra i venturi sì per mezzo dei libri e sì per la trasmissione orale dagli uni agli altri. Avviene poi che una simile comunicazione dell'esperienza si abbarbichi talora e viva, talora isterilisca subito e muoia. Il vivere è pei modernisti prova di verità; giacché verità e vita sono per essi una medesima cosa. Dal che è dato inferir di nuovo, che tutte le religioni, quante mai ne esistono, sono egualmente vere, poiché se nol fossero non vivrebbero. E tutto questo si spaccia per dare un concetto più elevato e più ampio della religione!

Anonimo ha detto...

Per il cosiddetto "lettore affezionato", che probabilmente ha già esaurito la sua missione qui, a proposito del ventilato idealismo di Amerio:

E' la Chiesa, semmai, oggi, ad essere inclinata all'idealismo, proprio contro il realismo a cui è stretto Amerio:

"Tutto ciò non ha nulla a che fare con la primalità che Amerio, nel più tomistico realismo, dà al Logos nella denuncia dell’usurpazione idealistica che la volontà fa del trono della verità, perché lo scambio sistemico perpetrato dai novatori e denunciato dal Luganese non tocca il principio assoluto dell’essere detenuto saldamente, sopra tutto ciò, dalla Mente del Padre, cioè dalla Realtà, ma unicamente il posto che ha la
verità nei confronti dell’amore, ben chiaro a sant’Agostino:
« Non si ama [o vuole] ciò che non si conosce » e d’altronde fissato
nell’ordine con cui tutti i De trinitate presentano le tre Persone, o col ‘segno della croce’ che facciamo tutti i giorni.

(Enrico Maria Radaelli, Il domani - terribile o radioso? - del dogma, pro manuscripto, Edizioni Aurea Domus, Milano 2012), p. 84.

Luisa ha detto...

Hai ben detto mic, il "lettore amico" è verosimilmente "l`affezionato lettore" di un altro blog.
Ho l`impressione che questo blog conta un certo numero di sentinelle o guardoni che non hanno nessuna intenzione di implicarsi nella discussione, la "nostra" discussione non li riguarda, il lettore "amico" ci tiene anche a precisarlo con arrogante supponenza e, come detto da cattolico attento, con contorsionismi verbali e in uno stile falsamente irenico.
Senza volerlo ti avrà fornito l`occasione di fare puntualizzazioni utili per tutti, non solo per "noi" e di questo ti ringrazio.

un lettore amico ad esaurimento della missione ha detto...

Ma quale tomistico realismo! Ma mi faccia il piacere!....... povero San Tommaso!

Il brano di Amerio da Lei riportato ieri alle 14:42, gentile mic, non mi sembra equivoco: dichiara che la potente conoscenza umana della Monotriade, EQUIPARATA alla Sua essenza metafisica, precede l'amore. Se questo non è immanentismo... (donde il "fissismo").

La difesa d'ufficio tentata dal Radaelli è scentrata, costruita su slittamenti semantici, inoltre logicamente autocontraddittoria, perplessa, quindi inefficace. Leggetela bene.

Auguro a tutti Voi buon proseguimento e buono studio.

Thibaud ha detto...

scrive "lettore amico" (il "filosofo modernista"

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Per farlo deve necessariamente affermare che il Concilio ha sbagliato e che il Papa continua a sbagliare, per esempio nella recentissima Esortazione apostolica post-sinodale firmata in Libano, ove torna a ribadire con forza che "si deve passare dalla tolleranza alla libertà", spiegandone le ragioni.
Ecco allora che si comincia a intravedere l'eresia nella quale la Fraternità SPX rischia di cadere: in definitiva, la negazione della potestà magisteriale dei Concilii e del Papa, ridotta a categorie e formulazioni secolari e umane "fisse", immutabili.

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Mi permetto di sottolineare che si ,LEI “lettore amico” SI STA SBAGLIANDO e S-parlare senza capire che cosa stia dicendo . Provo a fare un’analisi del turpiloquio di cui ci ha reso partecipi .

Lei scrive: Se la FSSPX, ribadisce che il Concilio ha sbagliato cadrebbe in eresia. Beh! Non oso chiederle chi le abbia suggerito questa fesseria.

A) Il C.Vat.II NON è Dogmatico e QUINDI può essere ridiscusso tranquillamente, non inficia nulla che riguardi verità di fede, per cui si incorrerebbe in ERESIA , che le piaccia oppure no!!
Le ricordo che ad essere annoverate come Verità di fede sono i Dogmi e TUTTO e quando dico TUTTO si intende dal primo Concilio dei primi secoli fino all’ultimo Concilio Dogmatico che la Chiesa ci ha donato ed ammaestrato. Questo se lo deve tenere bene a mente mio caro amico …. Si ripassi, anzi no, si impari a memoria la Costituzione Dogmatica PASTOR AETERNUM, tanto per cominciare e così capire che cosa sia l’INFALLIBILITA’ PAPALE o MINISTERO PETRINO…..

B) L’Esortazione apostolica post-sinodale firmata in Libano, ove torna a ribadire con forza che "si deve passare dalla tolleranza alla libertà" se lei AVESSE LETTO BENE LE RAGIONI , non le sarebbe riuscito a far un minestrone, come invece ha fatto, per il semplice motivo, mio caro amico…..che la religione cattolica in quei luoghi, anche se più tollerata che in altri paesi a maggioranza islamica non significa libertà di culto, come lo è in Occidente per tutte le religioni presenti e persino le sette . il Santo Padre ha ritenuto opportuno ammaestrare il suo gregge libanese con questa Esortazione Apostolica, cosa c’entra la Nostra Aetate in questo caso? Lei crede che se fossimo al tempo del C. Vaticano I che non esisteva la N.A. Il Santo Padre non avrebbe fatto l’Esortazione Apostolica? Se risponde si, significa solo una cosa lei non conosce nulla del Deposito e Magistero Vivente ante C. Vat. II, oppure semplicemente lei non appartiene alla Religione Cattolica.

C) ed ecco che sono io che comincio ad INTRAVVEDERE l’ ERESIA nella quale sta cadendo , ossia lei molto “ candidamente” sta DICENDO CHE LE FORMULAZIONI SECOLARI FISSE ed IMMUTABILI, quali DOGMI debbono essere cambiati O perché il Magistero nuovo conciliare lo esige?

DIO NON VOGLIA!!!!!!

ERESIA IN CUI E’ INCORSO “ lettore amico ”, a meno che non ritratti e si penta.

Dal MAGISTERO VIVO e IMMUTABILE DI PAPA PIO IX:

Da Costituzione Dogmatica PASTOR AETERNUM e trattasi di DOGMA quindi MAGISTERO VIVO INTOCCABILE, in primis da TUTTI i PONTEFICI a divenire poi, FINO alla FINE del mondo, COMPRESO quindi anche Benedetto XVI, figuriamoci lei che è un emerito nessuno, anche se dovesse per disgrazia essere un clerico :


....segue.....

Thibaud ha detto...

Capitolo IV del Dogma sul Ministero ed Infallibilità Papale.


“ Lo Spirito Santo infatti, NON è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una NUOVA DOTTRINA, ma per CUSTODIRE con SCRUPOLO e per far CONOSCERE con FEDELTA’, con la sua ASSISTENZA, la RIVELAZIONE TRASMESSA dagli Apostoli , cioè IL DEPOSITO DELLA FEDE”


“ SE QUALCUNO QUINDI AVRA’ LA PRESUNZIONE DI OPPORSI A QUESTA NOSTRA DEFINIZIONE, DIO NON VOGLIA!
SIA ANATEMA”


L’ Assistenza certa dello Spirito Santo al Successore di Pietro, avviene in conformità a questo, altrimenti ne verrebbe PRIVATA. Dio NON voglia che se ne dovesse macchiare anche Benedetto XVI, come lo è stato per G.Paolo II, che con l’Enciclica Ut UNUM SINT del 1995 è incorso in ANATEMA in quanto ha scardinato il Ministero Petrino e l’Assistenza dello Spirito Santo è VENUATA A MANCARE.

Lo Spirito Santo Assiste un Papa qual'ora fosse anche in peccato mortale, ma NON assiste un Papa caduto in eresia.


La dimostrazione, gli incontri di Assisi , il bacio al Corano e tante altre gesta non consuete per il Vicario di Cristo e successore di S. Pietro …..guardare date degli eventi e poi ci si faccia due conti.


Mi permetta di dirle caro e simpatico “lettore amico” con molta semplicità ed onestà di intenti, prima di dire chi è incorso in eresia oppure no, spenga il pc e si prenda in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica, cominci a studiare un po’ .Lasci perdere le erudizioni filosofiche di cui è “capace” non sono il suo forte, anzi la rendono sempre più ridicolo!

N.B. mi dispiace per il gentile HPoirot che è stato ancora una volta offeso su Mil dal solito commentatore modernista.

Le posso dire che i suoi commenti sul catechismo di S. Pio X MERITANO un Plauso, altro che crassa ignoranza come avrebbe scritto una delle tante zecche moderniste che ci sono in giro per il web.

pescato nello spam ha detto...

il lettore "amico", abile mistificatore e giocoliere di parole (di fronte a tanti lettori che lui ritiene poveri idioti pronti a bere tuttte le panzane ricoperte di veste "aulica" o filosofica da 4 soldi) crede che siamo tutti nati ieri, e agita lo spauracchio della falsa obbedienza all'autorità.
Il falso amico finge di non sapere che il Papa deve essenzialmente essere GARANTE E CUSTODE del Depositum Fidei, trasmesso fino a lui a partire da S. Pietro I papa (e Martire della Fede in Cristo Signore, non lo dimentichi).
Fin quando il Papa VIVENTE (= vivente oggi, momento transeunte, Mentre il Magistero perenne si dice VIVO, SEMPRE VIVO) ADEMPIE al suo Sacro Mandato di CUSTODIRE la vera Fede secondo Tradizione, cioè trasmissione ininterrotta e INALTERATA, custodendo la DOTTRINA DI CRISTO, da Lui consegnata agli Apostoli SENZA CAMBIARE UNO IOTA, allora noi pecore (non tutte sceme e a-critiche o narcotizzate, come il lettore crede) lo seguiremo, sul retto sentiero di sempre, la strada Maestra, quella della Chiesa Madre e Maestra che NON DEVIA per seguire le ideologie modernizzanti, perchè non si deve AGGIORNARE ai gusti del mondo, ma rimanere fema nella VERITAS AETERNA, che è Cristo Verbo di Diio.
Quando e OGNI VOLTA CHE il Papa vivente in qualsiasi momento storico SI SCOSTA O SI ALLONTANA o CONTRADDICE in modo manifesto al Depositum Fidei tramandato dai suoi predecessori, allora, caro sign falso amico, noi, pecore OBBEDIENTI A CRISTO E AL PIETRO ETERNO, cioè alla Roccia imperitura voluta da Cristo Signore, non lo seguiremo affatto !
ma rimarremo fedeli alla Chiesa eterna, quella voluta da Cristo come Sua Sposa, e contro la quale le porte degli inferi non prevarranno !
Rimanendo fedeli al Pietro di sempre, cioè al papa SE E NELLA MISURA IN CUI egli RIMANE FERMO IN CRISTO e nella sua Divina Dottrina, SAREMO SICURI DI non sbagliare, perchè il riferimento ASSOLUTO E INVALICABILE E' CRISTO SIGNORE FONDATORE E SPOSO della Santa Chiesa.
L'obbligo del vero cattolico è obbedire SEMPRE A CRISTO, attraverso i papi vescovi e clero OBBEDIENTI A CRISTO, senza deviazioni o commistioni con eresie e menzogne compiacenti col mondo, caro sig. "amico"!
Se scompare l'obbedienza a Cristo, obbedire a un uomo anche papa, che non fa riferimento a Cristo, NON SERVE A NULLA, ma solo a perdere la vera Fede e anche l'anima.
Nell'obbedienza ai papi va mantenuto il punto fermissimo che si obbedisce PRIMA A DIO, poi agli uomini.

Anonimo ha detto...

Per "lettore amico ad esaurimento della sua missione", che scrive:

Ma quale tomistico realismo! Ma mi faccia il piacere!....... povero San Tommaso!
Il brano di Amerio da Lei riportato ieri alle 14:42, gentile mic, non mi sembra equivoco: dichiara che la potente conoscenza umana della Monotriade, EQUIPARATA alla Sua essenza metafisica, precede l'amore. Se questo non è immanentismo... (donde il "fissismo").
La difesa d'ufficio tentata dal Radaelli è scentrata, costruita su slittamenti semantici, inoltre logicamente autocontraddittoria, perplessa, quindi inefficace. Leggetela bene.
Auguro a tutti Voi buon proseguimento e buono studio.


Mi pare che lei sia abituato, non so da quale "scuola", a lanciare apodittiche affermazioni senza darne alcuna dimostrazione.

Se non fosse alla fine della sua missione, potrebbe leggere la migliore smentita a quanto ha qui arrogantemente sbandierato, nel prossimo articolo che riproduce -in anteprima per noi- alcuni brani riguardanti proprio questa tematica, tratti dal nuovo libro di Enrico Maria Radaelli: Il domani - terribile o radioso? - del dogma, pro manuscripto, Edizioni Aurea Domus, Milano 2012

Gederson Falcometa ha detto...

"-il Magistero vivo, da ascoltare e da obbedire per un cattolico, è esattamente quello contemporaneo del Pontefice e dei Successori degli Apostoli in comunione con lui: è garantito;

Si tratta di un concetto modernista del Magistero, come dice San Pio X nella Pascendi; "il vivere per il modernismo è la prova della verità". Così, partendo dal presupposto che non tutti gli insegnamenti magisteriali hanno di raggiungere alla vita (soprattutto condanne) o un po non hanno di sopravvivere nel mondo, dobbiamo ascoltare e obbedire solo il Magistero attuale. Così è per la libertà religiosa, dove la sua vita per loro è la prova della sua verità. Anche per l'ecumenismo lì solo come un esperienza, che manca ancora di una formulazione. Questo è quanto si legge nel testo in Vatican Insider "Nessuno possiede la formula del ecumenismo" (http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/17853/). Difficile è spiegare come fanno ecumenismo, se nessuno possiede la loro formula. Soprattutto se si considera che Benedetto XVI farà un'enciclica che punteggiano che dobbiamo prima credere, poi agire, ma per questo abbiamo bisogno della verità, non della esperienza.

All'interno di questa concezione del magistero e di tradizione attuale, sembra che il "depositum fidei" non è più inteso come un insieme di verità rivelate, ma come l'esperienza stessa. Nella concezione tradizionale, siamo in grado di verificare la continuità e l'unità del magistero, per la verità di cui è curatore, ma nel caso di esperienza non siamo in grado di verificare assolutamente nulla in un magistero che la prende come fonte di rivelazione...

Luisa ha detto...


"Auguro a tutti Voi buon proseguimento e buono studio."

E noi...auguriamio a lei un buon ritorno ai suoi studi e ai suoi maestri che, una cosa è certa, non le hanno insegnato l`umiltà.
Certo che per prendere tempo a venire su questo blog così, giusto per giocare al maestrino con la bacchetta in mano, alla base deve esserci un interesse, strano però che una sommità come il lettore falsamente amico, che ha un`immensa stima di sè e una pari disistima per chi non la pensa come lui, senta il bisogno di venire in questo luogo, al quale si sente estraneo, per far sapere che siccome ha dedicato una vita a certi studi (ipse dixit) chi non arriva alle sue stesse conclusioni ha necessariamente torto.
Comportamento in fondo sopratutto molto ridicolo, al quale, se mi è permesso dirlo, è già stato dedicato fin troppo spazio.

Anonimo ha detto...

Ringrazio mille e ancora mille volte, i cari Mic (innanzitutto), Cattolico Attento, Luisa, Thibaud, Hppoirot e Pescato nello Spam, PERCHE' IN PAROLE SEMPLICI, hanno SCRITTO quello che si chiama DEPOSITO FIDEUM e quello che si deve o non deve credere, secondo gli insegnamenti di Cristo tramite la sua Chiesa!!

I modernisti come ben detto da Thibaud, sono delle ZECCHE avvinghiate al Corpo di Cristo che è la Santa Romana Chiesa.

Di linfa vitale ne hanno già succhiato abbastanza,NON RIUSCIRANNO a toccare il MINISTERO PETRINO, ossia il Dogma dell'Infallibilità Papale, altrimenti la Chiesa sarebbe abbandonata a se stessa e NON avrebbe l' assistenza CERTA dello Spirito Santo.

Se questo dovesse succedere, si aprirebbe una voraggine dove la Chiesa di Cristo sarà inghiottita.

Non so se vi siete accorti, ma la maschera è oramai caduta ecco svelato il piano delle zecche moderniste:

1) modificare e quindi smontare il Dogma del Ministero Petrino, per i motivi appena descritti meglio ripeterli: TOGLIERE l'Assistenza CERTA dello Spirito Santo alla Chiesa, così non ci saranno ostacoli, nell'imporre eresie e false dottrine.

2) marcare e marcare e ancora marcare l'"ubbidienza all'uomo Papa" in quanto non avendo più l'assistenza certa, non è più in comunione con Cristo, IN VISTA DI UNA ELEZIONE DI UNO DEI SUOI E IL GIOCO E' FATTO!!!

Ma hanno dimenticato che il Deposito della Fede, guiderà fosse anche senza il papa eletto da loro, il piccolo gregge che rimarrà e sempre riuscirà a buttar fuori tutti gli eretici modernisti fuori dal suo seno, ripeto anche senza il Papa da loro eletto ed imposto a dittatore, come lo possiamo immaginare già da adesso che sono anni e anni che fanno fare e dire al Papa debole di turno, quel che vogliono loro, ed IMPONGONO al gregge quindi alle pecorelle di Cristo, ad essere ubbidienti a quell' uomo da loro voluto e gestito.

Se lo SCORDINO fin da adesso!!! PRIMA CRISTO e poi l'uomo Pietro, divenuto NEL FRATTEMPO tale, se tocca solo uno IOTA del Dogma del Ministero Petrino e quindi NON più in comunione con Cristo.

Questa è la verità.


A.R.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

"Analogamente, approfondendo e sviluppando la dottrina sulla tolleranza religiosa e sul rapporto col potere secolare..."

La dottrina sulla tolleranza religiosa e sul rapporto col potere secolare ha una definizione infallibile nella Chiesa pre conciliare, come allora, questa dottrina può essere approfondita in una direzione opposta a quanto è stato definito infallibilmente per Pio IX? Sarà un Concilio pastorale superiore al magistero ex cathedra di un Papa?

Così non se può parlare di eresia della FSSPX in quanto lei sostiene la definizione infallibile del magistero pre conciliare. Aggiungo che la definizione del Concílio non è stata una definizione dogmatica.

Anonimo ha detto...

Bravissimo Gederson, sono al 1000 per 1000 d'accordo con lei!!

Mi Saluti il Brasile!!

A.R.

Marco Marchesini ha detto...

Al limite la dichiarazione del Papa può essere letta come una forte richiesta del Papa alle loro autorità affinché i cattolici possano avere la libertà di onorare Dio rettamente nel pubblico.