Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 25 aprile 2024

Il 25 aprile e La Canzone del Piave

Poco fa ho assistito all'omaggio al Milite ignoto del Presidente della Repubblica e degli esponenti del governo mentre erano schierate le rappresentanze d'Arma. Per la prima volta dopo tanti anni, mentre il Capo dello Stato saliva dietro alla Corona da deporre in omaggio ai caduti di tutte le guerre, ho sentito risuonare le note della Canzone del Piave, che le nuove generazioni (quelle del "Bella ciao") non conoscono più... Decenni di egemonia di sinistra hanno lasciato un segno molto pesante che ancor oggi occupa tutti gli ambiti della cultura e della comunicazione. Nessun cenno è stato fatto dai commentatori; eppure è risuonata a lungo, a più riprese, durante la salita di tutta la scalinata. Possiamo sperare che questo sia il segnale di un nuovo inizio, pur se ancora timido e pieno di incognite; ma chissà, forse ce la faremo a tornare una Patria.
Non si può non partire dal Risorgimento che ha costituito l'Italia unita, prima di festeggiare la liberazione del 45! La Canzone del Piave la ripropongo di seguito per intero, per non dimenticare! 

La Canzone del Piave

Il Piave mormorava
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera

Muti passaron quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti

S'udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"

Ma in una notte trista
Si parlò di un fosco evento
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto
Poiché il nemico irruppe a Caporetto

Profughi ovunque, dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti

S'udiva allor, dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l'onde
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero
Il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero"

E ritornò il nemico
Per l'orgoglio, per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico
Di lassù, voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora

"No" disse il Piave, "No" dissero i fanti
Mai più il nemico faccia un passo avanti

E si vide il Piave rigonfiar le sponde
E come i fanti combattevan le onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: "Indietro va', straniero"

Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento
E la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti

Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche e l'armi dell'impiccatore

Sicure l'Alpi, libere le sponde
E tacque il Piave: "Si placaron le onde"
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La Pace non trovò né oppressi, né stranier

26 commenti:

Anonimo ha detto...

La vera festa della liberazione si celebra in confessionale.

Anonimo ha detto...

Libertà vo cercando:
dai modernisti e adepti
dall'antifascismo perpetuo
dai falsi pastori
dalle ingerenze della casta finanziaria (come si permette Banca d'Italia di suggerire al governo misure come quella di limitare l'affitto alle sole abitazioni con determinate classi energetiche? Cosa neanche più prevista dalla direttiva UE sulle case green)
dai deliri ideologici rosso/verdi
dalla camorra intellettuale e scolastica
dai filantropi arcobaleno
dalle liturgie sodomitiche
dalle nefandezze chiamate opere d'arte
dalla Repubblica dei tecnici, dei mafiosi e dei burocrati
dai capitalisti a carico dello Stato
dal culto dei diritti senza quello dei doveri
dalla macelleria abortista

...La canzone del Piave ha detto...

La insegnai a mio nipote che aveva forse nove anni e la cantava poi anche da solo. Oggi però non vorrei che fosse una furbata malefica per preparare i cuori al fronte...L'ipocrisia regna sovrana. Non lasciamoci prendere per il naso.  Benedetta sia la canzone del Piave, attenzione però ai possibili scopi nascosti.
m.a.

mic ha detto...

#attenzione però ai possibili scopi nascosti.

Non ci avevo pensato. I miei nemici non sono i russi né i palestinesi inermi.
E aborro l'atlantismo spinto di Meloni & C. e i suoi ostentati e anti-istituzionali abbracci e baci con un burattino come Zelenski.
Purtroppo, solo per questo si rischia di passare arbitrariamente per putiniani o antisemiti...
Nessuno ricorda (né lo si può dire sui media di regime) che la guerra in Ucraina è cominciata nel 2014 ed è stata provocata dall'aggressività della NATO ed altre manovre USA sulla pelle degli ucraini e dell'Europa.
Dall'altro lato, molti sono gli ebrei che non approvano il comportamento dell'attuale governo... ma purtroppo anche nelle piazze, rischia di aumentare l'antisemitismo

Anonimo ha detto...

Festeggerò il 25 Aprile quando mi consentiranno di non festeggiarlo.
Prima di quel momento, è una festa autoritaria, divisiva, moralistica, funzionale all'idolatria di un feticcio sepolto dalla storia.

mic ha detto...

Sì beh; ma c'è anche la storia che scriviamo col nostro essere nel mondo (anche se non DEL mondo). Lo esige l'Incarnazione, che rende possibile lasciare traccia, secondo la volontà di Dio, della nostra vocazione: la ragione per cui siamo qui ed ora... E, per essere liberi materialmente e non solo spiritualmente di farlo, spesso occorre lottare!

Se puo' essere utile ai fini della riflessione: ha detto...

In Italia esiste la storia di un massacro dimenticato, ed esiste un giornalista coraggioso di nome Roberto Beretta. Sono stati 130 i sacerdoti assassinati dai partigiani in questo paese tra il 1944 ed il 1951. Molti degli assassini sono ancora vivi, molti dei preti sono ancora insepolti. Ripeto per meglio chiarire: vi sono ancora dei corpi massacrati e lasciati marcire nelle campagne. Neanche si sono meritati una sepoltura cristiana. Solo perché erano preti.
Questo giornalista ha scavato negli archivi diocesani di quasi mezza Italia scontrandosi molte volte contro l'omertà che ancora regna quando si chiedono informazioni su queste stragi.
Molti, dicevo, sono ancora vivi... ma quasi tutti gli assassini morti hanno lasciato dei parenti che conoscono bene le storie e che non vogliono parlare. Coperti dal partito e dalla paura dei vivi. Il giornalista ben sa che in Italia, forse giustamente, la legge tutela l'onorabilità loro e dei discendenti, meglio dunque tacerli anche se nei paesi dove questi fatti sono accaduti corrono di bocca in bocca.
Andando a spulciare nei dati storici si evince che "né i partigiani democristiani (80.000 in Italia). né i repubblicani, né i socialisti, né i liberali hanno continuato a sparare dopo la guerra. Solo i comunisti, non tutti per fortuna, hanno abbondantemente e impunemente ucciso anche nel dopoguerra e fino al 1951". (Don Mini Martelli in "Diario di un prete romagnolo assassinato").
la domanda che il giornalista, e molti storici si pongono, è questa: esisteva un piano dei comunisti in Italia, nell'immediato dopoguerra, per giungere al potere con le armi? Una specie di rivoluzione popolare come in Russia? Sembrerebbe di sì! Vi sono anche molti storici di sinistra che propendono per questa idea. Infatti prendevano di mira i preti perché erano dalla parte del popolo... e qualche volta erano essi stessi partigiani! Era tale il livore contro di essi che i partigiani uccidevano i loro stessi compagni! E come li uccidevano? Dovreste leggere questo libro per comprenderlo.... massacrati, evirati, denudati, violentati, stuprati, tagliati a pezzi... a qualcuno gli misero del vetro in bocca perché non voleva bestemmiare Dio prima di morire. Poveri uomini... ma non i preti. Poveri assassini che avranno già ricevuto la giusta ricompensa dal Padre! Telegram Web ; I martiri cristiani in Italia: elenco dei preti uccisi dai partigiani (mariadinazareth.it)
https://gloria.tv/post/7RCw4m68uXyn2zQyBi2FXZ83Q

Anonimo ha detto...

Permettetemi una considerazione personale: non sopporto l'affermazione " se puoi parlare devi ringraziare gli antifascisti eccetera".
Io non voglio ringraziare nessuno. Non sono gli antifascisti a dovermi dare il permesso di parlare. Che libertà sarebbe?
Se ho delle opinioni e le esprimo, non devo ringraziare gli antifascisti...semmai gli antenati, che mi hanno dato la vita e l'intelligenza.

Anonimo ha detto...


Eventuali scopi nascosti nel riproporre la Canzone del Piave?

Il governo italiano attuale, CD, non sembra divorato dall'ansia di mandare soldati italiani in Ucraina.
L'Ucraina oltretutto porta male. Ci andammo nel 1941-1942 e finì come sappiamo, con la grande ritirata di Russia, in pieno inverno, quando l'intero fronte tedesco sul Don fu sfondato in vari punti dai sovietici, dotati di forze preponderanti.

Anonimo ha detto...

La falsa libertà di cui godiamo in Occidente è foriera di mostri, come il diritto di uccidere il concepito nel ventre della madre (un diritto che il comunismo ha sempre ritenuto sacro e che trova ampio spazio nel totalitarismo comunista anche dei nostri tempi).
Il comunismo non è morto, a differenza del fascismo, e la migliore dimostrazione è il modello cinese che molti cittadini ed esponenti politici e intellettuali del socialismo "liberal" e del radicalismo chic non disdegnano affatto (come provato dai satrapi del green pass e da alcuni sindaci "illuminati").
Non parlino di libertà i sostenitori livorosi del 25 aprile, affetti dalla malattia senile di una presunta superiorità morale che continuano imperterriti a vantare, nonostante la realtà dimostri il contrario.

Anonimo ha detto...

Allora perché non ripartire da “Si scopron le tombe si levano i morti” del mio vicino di casa Luigi Mercantini, uno degli inni che ci hanno comminato nella mia infanzia nell’indottrinamento ipocrita post-risorgimentale. Mi dispiace signora Maria, non parto dal Risorgimento, voluto e perseguito dai massoni precursori di quelli di oggi, che mandavano a morire, dopo averli plagiati, migliaia di giovani, come quelli mandati a morire per una guerra inutile sulle montagne o, per una guerra altrettanto inutile, sulle pianure sconfinate dell’Ucraina. Non è questo il motivo per cui mi trovo qui, oggi, e per fortuna, visto che ho avuto mio padre alla seconda e mio nonno alla prima guerra.
Claudio Gazzoli

Anonimo ha detto...

𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗖𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟'𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, Tu hai sempre guardato all'Italia con quello stesso occhio di predilezione con cui l'ha guardata il tuo Figlio Gesù.

Egli volle che qui avesse perpetua dimora il suo Vicario in terra, il Papa. Tu hai voluto questa terra disseminata dei tuoi santuari.

Te la consegniamo, questa nostra patria: sia sempre tua e del tuo Figlio; custodiscila. Sia pura la fede, siano buoni i costumi, siano ordinate le famiglie, sia cristiana la scuola; e regni la giusta pace tra tutti.

Che questa Italia continui a svolgere e compia sempre meglio la sua missione: di essere centro vivo ed operante di civiltà cristiana.
Amen.

Anonimo ha detto...


"il Risorgimento voluto dai massoni...che mandarono a morire etc"

Immarcescibile propaganda antirisorgimentale o meglio antiitaliana, che ripete la formuletta falsa del Risorgimento "voluto dalla massoneria", la quale fu solo una componente secondaria dell'intera vicenda.
Questi antiitaliani se non denunciano le supposte mene massoniche, di che parlano?
Rispondete a questa domanda: l'unità d'Italia è stata fatta male, certamente, troppo in fretta, per certi aspetti.
Ma come esigenza, era giusta o no?
Dovevamo continuare ad essere "la terra dei morti", disuniti, colonia e feudo degli stranieri, disprezzati e senza dignità di popolo, popolata da analfabeti e rosa dalla malaria?
ar

Anonimo ha detto...

20 agosto 1944, i partigiani uccisero mio padre; 22 agosto 1944, i partigiani uccisero mia madre. Rimasi orfana a 4 anni, mia sorella, 2. / chiedo venia se il 25 aprile festeggio: San Marco.
Jacqueline Masi Lanteri

Anonimo ha detto...

Anonimo 22,31. Inutile difendere la massoneria , quale piovra dai mille nomi , mai morta dai suoi inizi millenari. La massoneria particolare degli ultimi secoli non è che un tentacolo di tale piovra satanica, termine usato come generico, essendo indicativo dei propri superiori, essendo essa ramo periferico ed inferiore, onde pescare dal basso gli adepti, i cui privilegiati nel male saliranno agli onori del mondo. Quindi affermare che la massoneria in tal senso generico è alla base di ogni male è una semplice verità, documentata dagli studi storici. Non per nulla il risorgimento indica la rinascita del paganesimo, oggi ormai ampiamente superato nell'ateismo mai esistito prima, nelle sue ideologie nichilistiche di morte reale e simbolica nel rifiuto del naturale, e nella contradditoria ricerca parossistica di riportarci a livello di primitivi succubi di una terra deificata, ove ,dietro tale idolatria, si occultano demoni incarnati che temono il numero troppo elevato degli uomini, per cui le studiano a tavolino onde annientarne la forza, e non a caso la moralità, in quanto l'uomo amorale diviene uno sciocco che crede ad ogni fola (vedasi san Paolo sui nostri tempi). E si piega alla loro deità, quali rinnovati Giove e soci.

Un dono della Divina Provvidenza ha detto...

Sul sito YouTube

Instaurare omnia in Christo

vi sono ben ventisei preziosissime conferenze dello scrittore Bernard Faÿ sulla Massoneria, della quale egli fu uno specialista; vi sono anche conferenze di Étienne Couvert, del quale conosco tutti i libri editi da Chiré, sulla Gnosi. Ho scoperto stamattina, poche ore orsono, il sito Instaurare omnia in Christo: un dono della Divina Provvidenza!

Anonimo ha detto...


Repliche agli immarcescibili

--All'anonimo dall'italiano avventuroso: ho fatto una domanda precisa sulla liceità o meno dell'unità d'Italia (e della sua indipendenza dallo straniero). Vedo che si continua a non rispondere a tono, lanciandosi invece nei consueti pistolotti contro la piovra massonica. Quando andavate a scuola i vostri maestri non vi hanno insegnato a rispondere a tono? Riformulo al domanda:

Pur ammettendo che l'unità d'Italia è venuta alla fine fuori in fretta, grazie al succedersi di situazioni impreviste sfuggite di mano alle grandi Potenze dell'epoca, l'esigenza di un'unità nazionale e statale (a prescindere dalla forma, se accentrata o federale), era o non un'esigenza legittima sul piano morale e politico?
Quando l'Italia fu massacrata dalle monarchie francese e spagnola con i loro eserciti, dal 1494 al 1531 (Guerre d'Italia), essa si trovava in pace dal circa 40 anni, grazie alla politica inaugurata da Lorenzo il Magnifico, che aveva creato un equilibrio tra i principali Stati italiani. Ogni possibile evoluzione futura verso una federazione in qualche modo unitaria dell'Italia fu brutalmente impedita dagli eserciti del Re cattolico e del Re cristianissimo.
L'Italia fu ridotta in parecchie zone ad un deserto, per non parlare del trauma morale dai numerosi saccheggi e massacri subiti dalla popolazione. E divenne un protettorato ed anzi in Lombardia e nel Sud un possesso straniero, ben sfruttato. Solo la Repubblica di Venezia rimase indipendente, a caro prezzo.
Dovevamo continuare così all'infinito? Oltre che disprezzati, gli Italiani, erano anche derisi, destinati in eterno ad esser sfruttati dagli stranieri dominanti, in primo luogo gli Asburgo, prima di Spagna poi d'Austria.
Le avete studiate a scuola le Guerre d'Italia?

-- Non si tratta di difendere la Massoneria. Semplicemente, di rispettare la verità storica: nel nostro Risorgimento la massoneria ebbe un ruolo secondario, fu utilizzata dai Savoia per la loro politica espansionistica in Italia.
-- Bernard Fay era un ex-massone. Ha scritto ottime cose sulla Setta. Non direi lo stesso di Couvert, saggista che appare piuttosto unilaterale.
-- Nella Grande Guerra, se volevamo finalmente giungere a sistemare il confine naturale sull'arco alpino, dalla Valle dell'Adige all'Istria, dovevamo far la guerra all'Austria-Ungheria, nostro nemico ereditario. Si poteva anche non farla, sempre che le Grandi Potenze ce lo avessero consentito, correndo però il rischio di essere attaccati da Austria e Germania (e anche Svizzera, interessata alla Valtellina), se vittoriose nella guerra mondiale, al fine di ridividerci e ristabilire anche gli Stati della Chiesa.

La7 vergogna! ha detto...

Nel mandare in onda il filmato dell'evento, La7 sostituisce all'originale accompagnamento della cerimonia all'altare della Patria: La Canzone del Piave, con Bella ciao...

Anonimo ha detto...

Fare l'unità d'Italia per giungere ad un super stato europeo, che senso ha?
E' come essere cattolici e affogare nel sincretismo o ecumenismo imperante.
Impariamo dagli ebrei, che sono prima di tutto e sempre ebrei, ovunque essi siano.
Così noi cattolici cerchiamo di essere cattolici, che vuol dire universali, prima ancora che italiani, o austriaci, o francesi (i quali furono sempre piuttosto tiepidi verso la romanità della Chiesa e del Papato).

Anonimo ha detto...


Fare l'unità d'Italia per giungere ad un super Stato europeo, che senso ha?

Nessuno. Però il nesso non è del tutto chiaro. Mi ricorda la tesi di quelli che sostengono che l'Italia avrebbe dovuto perdere la Grande Guerra per non veder poi nascere, in conseguenza della Vittoria, il fascismo, supposto Male radicale.
L'unità non solo dello Stato ma della nazione e della società sono gravemente minacciate da un c.d. superStato europeo.
Questo significa che dobbiamo difendere quest'unità. Non dimostra che l'unità sia stata una cosa sbagliata. Il c.d. Superstato europeo non è un portato dell'unità visto che al contrario la contraddice in pieno.
Certamente, prima viene Dio e poi la Patria, ma non si vede perché in Italia l'esser cattolici debba esser inteso da molti come incompatibile con l'esistenza di un'Italia unita. Questo è un modo di vedere che resta ancorato ad un momento storico passato, dimostratosi poi negativo per molti aspetti, anche per la Chiesa.
La quale Chiesa ha potuto convivere benissimo con lo Stato italiano, continuando a svolgere la sua missione anche nei momenti difficili, quando la sinistra liberal-massonica era al governo. I Patti lateranensi hanno comunque risolto la situazione in maniera definitiva.
Il miglior modo di opporsi al Superstato europeo è quello di mantenere l'unità degli italiani, riportandoli ai valori cattolici autentici. Impresa difficile, visto che questi valori sono calpestati oggi dalla stessa Gerarchia ecclesiastica.

Anonimo ha detto...

Il Risorgimento fu profondamente anticattolico, si riprometteva, neanche troppo nascostamente, di estirpare col tempo la religione cattolica dalle masse, inoculando il veleno protestante, che difatti penetrò gradualmente tramite l'eresia modernista, confluendo infine nella rivoluzione conciliare degli anni sessanta.
Oggi l'opera, ancorché in itinere, pare aver raggiunto molti suoi obiettivi grazie ad un clero ben cloroformizzato, che in tante sue parti (pur non scordando i valorosi testimoni della fede presenti in esso) ha fatto suo il verbo gnostico, così caro ai luciferini.
Quindi, come cattolico sarò sempre dalla parte di tutti quei prelati che, come don Giacomo Margotti, sacerdote, teologo e giornalista audace e, per questo, vilipeso ai suoi tempi (quelli della mattanza massonica risorgimentale) dai boiardi "illuminati", difendono la verità contro il sopruso e la menzogna.

&&&

Anonimo ha detto...


Il Risorgimento fu profondamente anticattolicto etc

Nacque cattolico, con il Primato del Gioberti, voleva liberare l'Italia dallo straniero creando una federazione o confederazioni di Stati sotto la presidenza onoraria del Papa.
Poi, con la rinuncia del papa e dei Borbone all'azione unitaria, le cose si complicarono e prevalse il disegno egemonico dei SAvoia, che si servirono dei volontari di Garibaldi e della massoneria (al tempo fuori legge e non particolarmente potente). Del resto, se guardiamo p.e. alla storia della Francia e della Spagna, l'unità l'hanno realizzata anche loro con l'azione egemonica di una dinastia nazionale.
Nell'Italia unita ad un certo punto tentarono di imporsi correnti non solo anticlericali ma anche anticristiane, questo dal 1876 in poi.
Sinistra al governo.
Ma il Risorgimento in senso proprio fu ad un certo punto contro il potere temporale, che appariva decrepito, non contro la religione cattolica.
Bisognerebbe saper distinguere. La tesi che vede nel Risorgimento un movimento egemonizzato dai protestanti stranieri con la complicità dei Savoia è semplicemente ridicola.
Non si riesce a far entrare nel cranio dei tradizionalisti questa elementare verità storica: un'Italia unita in un solo Stato in Europa non la voleva nessuno, massonerie comprese (e in particolare quella francese).
Però successe che i Savoia riuscirono a sfruttare una serie di circostanze inaspettatamente favorevoli nella politia europea, provocate dall'irrequito dinamismo della Francia, che voleva tornare ad essere potenza egemone in Europa e non solo.
Fu un male realizzarla così, l'unità, ma l'unità fu anche un bene, per molti aspetti.

Anonimo ha detto...

La soppressione degli ordini religiosi, la confisca pubblica e l’appropriazione privata dei beni della Chiesa, il ruolo delle società segrete, la pagliacciata dei plebisciti, la guerra civile nel Sud, il peso della marina britannica e del fiume di denaro necessario a corrompere uno dei più importanti eserciti d’Europa, la sete di denaro del Regno Sabaudo sull'orlo del fallimento... Sostenere che tutto questo e molto altro ancora non sia stato determinante nel conseguimento dell’Unità d’Italia sarebbe come sostenere che il CVII, la rivoluzione del Novus Ordo, l'adorazione della pachamama, il documento di Abu Dabi, Fiducia Supplicans, discendano dalla perfetta volontà dello Spirito Santo o che Nostro Signore è morto perché non si è fatto il vaccino.
Claudio Gazzoli

mic ha detto...

Non ho il tempo di argomentare ma dico che una visione così estremista non può non rischiare di essere antistorica assolutizzando alcuni elementi.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con il suo commento. Una curiosità: la stupenda Reggia di Colorno - la Versailles dei Duchi di Parma -, oltre che di tutti gli arredi, fu depredata, da parte dei Savoia, persino delle maniglie delle porte. A parte l'aneddoto, consiglio vivamente una visita alla Reggia di Colorno. Vi sono nella nostra penisola tanti tesori artistici sconosciuti ai più, magari perché considerati minori.

Anonimo ha detto...


Le malefatte dei Savoia

-- La Reggia di Colorno merita certamente una visita. Ma non avevano rubato i Savoia anche le maniglie? Qualcuno deve averle rimesse a posto o deve averne installate di nuove, più belle forse.
-- Entrando a Roma, i Savoia sequestrarono alcuni conventi per metterci gli uffici del nuovo Stato, non sapevano altrimenti dove metterli. Nel convento di Piazza S. Silvestro misero l'ufficio principale delle poste, sta ancora lì, se non erro.
-- La lotta contro la proprietà religiosa durava in Italia da secoli nel senso che i poteri civili si lamentavano dell'eccessivo numero di edifici religiosi nelle città, i quali oltretutto erano esenti da imposte. A Napoli, in centro, c'era un corposo complesso di proprietà ecclesiastica, chiamato dal popolo "l'Isola", per il suo carattere compatto. IN base all'ideologia liberale, la Chiesa veniva considerata come una società privata, con controlli minimi, libera quindi di ricevere lasciti e donazioni. Potè infatti ricostruire abbastanza rapidamente il suo patrimonio edilizio, che comunque non era stato devastato come si vuol far credere.
-- I plebisciti non furono una pagliacciata. Furono un riconoscimento dello stato di fatto nuovo che si era venuto a creare. Si votava sì o no, pubblicamente. Ma in tutta Europa non esisteva il voto segreto, come l'attuiamo noi oggi. Era un fatto notorio che le elezioni erano manipolate dai notabili, dalla Gran Bretagna alla Francia all'Austria-Ungheria. Anche in quest'ultimo paese era impensabile che nelle campagne si votasse contro l'opinione del signore feudale, il quale aveva mille modi per influire sull'esito delle elezioni.
-- il ruolo delle società segrete fu minore, contò soprattutto l'azione egemonica dei Savoia.
-- Definire l'esercito borbonico "uno dei più importanti in Europa" è del tutto irreale. Cavour fece corrompere i quadri della Marina borbonica, che non si opposero di fatto al passaggio dello Stretto da parte di Garibaldi. Nonostante il crollo militare iniziale, i Borboni potevano ancora vincere la partita. Si erano correttamente arroccati a Gaeta e sul Volturno: se avessero battuto Garibaldi, avrebbero ripreso Napoli rapidamente. La Battaglia del Volturno durò due giorni e fu accanita. Dopo un inizio promettente, i Borboni la persero, non ci fu il necessario coordinamento tra i generali italiani e svizzeri del loro esercito. Inoltre, Garibaldi, tra la sopresa generale, manovrò abilmente, dimostrandosi nell'occasione valido comandante di un grosso esercito. Non lo dico io, lo scrisse il generale prussiano Moltke senior, un ultraconservatore, che di lì a poco avrebbe distrutto l'esercito francese.
Garibaldi, per quanto poco simpatico con il suo odio per preti e papi, qualche qualità militare deve averla avuta.
Al dunque, fu determinante il carattere modesto dei quadri militari borbonici.
-- La guerra civile al Sud durava ad intervalli dal tempo della Repubblica Napoletana : esplose in grande stile con l'invasione da parte di Garibaldi e dei Savoia. Fu vinta dal nuovo Stato anche per le capacità militari dimostrate sul campo dalla borghesia meridionale liberale, che organizzò forze mobili (a cavallo) assai efficienti in diverse zone.
-- Oggi ci sono nella Galassia neo-legittimista e collegati, molto attiva sul Social, elementi estremisti che stanno cercando di instaurare un clima da guerra civile in Italia, riscrivendo la storia in modo unilaterale e fazioso, in certi casi anche fantasioso.