Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 25 aprile 2024

Tra uno Scurati e un finanziamento a Fratoianni & C. E diritti, tanti diritti

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Tra uno Scurati e un finanziamento a Fratoianni & C. 
E diritti, tanti diritti

Tra uno Scurati che appena due anni fa celebrava Draghi «come colui che aveva retto le sorti di una nazione e di un continente» e che ora grida al fascismo perché censurato in Rai e un Saviano che lamenta d’essere anche lui stato censurato ritorna il tormentone dell’antifascismo degli euro-atlantici. Per i quali la Liberazione è esportazione di diritti umani in quella parte di mondo che il buon alto rappresentante Ue Borrell definisce giungla. Che poi questa esportazione debba avvenire anche tramite bombardamenti questo dipende solo dalla testardaggine di chi si ostina a non accettare l’agenda umanitaria di turno.

Diritti umani in nome dei quali agiscono i professionisti del bene che, naturalmente, abbisognano di fondi, ai quali, niente paura, ci pensano quelle brave persone che nel nostro caro occidente sono chiamate filantropi.

In questi giorni veniamo a sapere che un po’ di politici italiani sono stati finanziati da “Social Changes”, una società afferente a Obama (ma la Schlein non aveva prestato servizio negli Usa per questo benefattore?). In prevalenza sono del Pd (Fina, Scotto, Stumpo, Ceccanti, Rossi ecc.) ma non mancano quelli di Avs come Fratoianni e Grimaldi.

Il capitalismo filantropico ha una sua storia, non nasce oggi, la sua è una fitta rete di organismi internazionali ognuno specializzatosi in un campo preciso di diritti. Diritti dei bambini, diritti delle donne, diritti degli immigrati, diritti di genere, diritti climatici… Diritti da esportare. Per armonizzare il mercato.

Organismi internazionali che si avvalgono di esperti a loro volta “supportati” da centri di ricerca annessi a un’università. Centri di ricerca generosamente finanziati da fondazioni private. Un esempio. Il Centro per i diritti umani dell’Università dell’Essex (Usa) si descrive così: «Influenziamo e implementiamo le agende dei diritti umani. Facciamo differenze concrete in tutto il mondo e siamo una voce dominante per il cambiamento».

Si faccia attenzione alla parola “Agenda”. Da un po’ di anni i programmi neoliberisti passano sotto il nome di “Agenda”. Agenda Draghi, Agenda 2030, Agenda 2050. A proposito di 2050, si noti come questa data compaia nel nuovo simbolo dei cinque stelle: si tratta degli obiettivi dell’Agenda 2050 Ue in politica, strategia e legislazione in materia di ambiente, energia e clima (per capire da che parte si collocano queste anime belle).

Bisogna fare il disegnino per far capire che se noti filantropi internazionali alla stregua di Soros o Bill Gates, solo per fare due nomi tra i più conosciuti, generosamente finanziano centri di ricerca ed “esperti” lo fanno allo scopo di influenzare l’agenda politica di turno?

Un esperto ci fa un esempio. Se una fondazione o un governo desidera promuovere questioni sul tema del “genere”, propone al Gruppo di lavoro sulle sparizioni forzate di finanziare il lavoro sul tema del “genere e delle sparizioni forzate”. Una forzatura che tende a introdurre la tematica di “genere”, cara a certe élite globaliste. Rimanendo al tema gender, nel 2016 un rapporto del Consiglio dei diritti umani si intitolava “Prospettive di genere sulla tortura e altre pene…”, nel 2018 un altro rapporto si intitolava “La dimensione di genere delle forme contemporanee di schiavitù”. [La campagna psicopandemica scatenata dai famosi esperti, sostenuti dagli amici degli esperti, era quindi neutrale rispetto ai giganteschi interessi della Big Pharma?]

L’ Open Society Foundation (di Soros) si fa vanto di “influenzare” esperti e politici. I quali a loro volta si fanno vanto di essere finanziati (ci ricordiamo della Bonino orgogliosa di essere sostenuta da Soros?). Gli “esperti”, a loro volta, sono tenuti a riferire delle loro attività ai filantropi finanziatori, condizione questa per il rinnovo della dotazione di sovvenzione negli anni successivi.

I vari Fratoianni, Bonino, Rossi… devono dar quindi conto del loro operato, altrimenti non ci sarà il rinnovo della dotazione di sovvenzioni negli anni successivi. Motivo per cui questi benefattori, appena c’è odore di 25 aprile, avvertono impellente il bisogno di gridare contro il fascismo rientrante.

Ma quello nazista – reale – ucraino (o israeliano), finanziato e armato dall’antifascista occidente?
Antonio Catalano, 23 aprile 2024 ore 10.04

4 commenti:

Anonimo ha detto...

O.T.
Mic, sto alla ricerca di una foto nella quale era presente mia madre, che qualche anno fa ho perso, potresti dirmi che anno è stato il pellegrinaggio del Summorum Pontificum il quale fini a Norcia? E a celebrare qui credo fu il cardinale Brandmuller?

Anonimo ha detto...

Evento vergognoso e scandaloso si è verificato ieri nella ricorrenza del 25 aprile a Loro Ciuffenna, provincia di Arezzo, con la benedizione del vescovo e del clero locale: è stata profanata la superba Chiesa Romanica di Gropina, dove si è tenuto un incontro musicale in onore di Francesco Guccini, intervistato dal giornalista Andrea Scanzi e supportato dal comico Paolo Hendel alla presenza di un folto pubblico.
La Pieve romanica, come scrive il giornalista su NBQ, non è sconsacrata, tutt'altro, vi si tengono anche matrimoni e altre cerimonie religiose, ma di fronte alla "sacralità" di questa nuova religione civile comunista il clero si inchina senza vergogna.
Si vergogni il vescovo in primis, che forse non sa bene quale sia la sua responsabilità e il suo dovere.
Vergogna, vergogna e vergogna!

Quale costituzione antifascista? ha detto...

Daniele Trabucco

"W la Costituzione antifascista!!!" Quante volte in seno alle forze politiche di sinistra, nelle piazze ideologicamente orientate, nei sindacati, nei quotidiani (in picco di vendite) come "la Repubblica" abbiamo sentito questa affermazione. Troppe. E anziché replicare a questa bugia con la forza dell'argomentazione scientifica, il c.d. centro-destra con i suoi "ignavi" rappresentanti corre dietro alla narrazione dominante per non essere tacciato di "fascismo". Bisogna, invece, mettere la parola fine a questa retorica vuota cui la maggior parte dell'opinione pubblica é estranea. Ora, al di là del fatto che la parola "antifascismo" nel Testo fondamentale vigente del 1948 non compare, si ritiene, comunque, che il divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista di cui alla XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione, l'accoglimento dei diritti civili e politici, il principio di eguaglianza, quello personalistico (dossettiano) etc. costituiscano il nocciolo "antifascista" del nostro "documento costituzionale". Tuttavia, ad uno sguardo piú attento si puó vedere che non é affatto cosí. In primo luogo, ben potrebbe esserci in Italia un partito di ispirazione fascista che accetta il modello democratico (con le sue aporie), il testo della Costituzione, i diritti ed i doveri in essa previsti. Il divieto costituzionale, con il termine "disciolto", fa espresso riferimento al fascismo quale forza politica affermatasi in un determinato periodo storico. É per questo che non é possibile, nonostante i continui strali della sinistra, sciogliere i partiti di ispirazione "neofascista" secondo le procedure della legge ordinaria dello Stato 20 giugno 1952, n. 645 (c.d. "legge Scelba"). In secondo luogo, la previsione dei diritti civili e politici non é una connotazione propria dell'antifascismo, essendo giá contemplati nelle Carte costituzionali ottriate ottocentesche. In terzo luogo, la parte innovativa del Testo costituzionale (sebbene anch'essa risenta della natura "anfibia" delle Costituzioni del secondo dopoguerra), ossia quella inerente al modello sociale, recepisce in pieno gli apporti della giuspubicistica e giuslavoristica fascista. Il grande storico Silvio Lanaro (1942-2013), considerato tra i maggiori studiosi di storia contemporanea, ha osservato (con buona pace di Scurati, Schlein e compagni) come il compromesso fra cattolici e marxisti, rinvenibile proprio nella normativa sociale, non sia improntato solo ad un generico solidarismo, ma si riallacci in modo netto alla gius-lavoristica del regime: ad esempio, la validitá erga omnes dei contratti collettivi di lavoro ex art. 39 Cost., la previdenza obbligatoria di cui all'art. 38 Cost. etc. Per non parlare, precisa ancora Lanaro, delle consonanze tra il progetto di Costituzione della Repubblica Sociale italiana predisposto dal Ministro dell'Educazione nazionale nel 1943, prof. Carlo Alberto Biggini, ed il testo della Costituzione italiana vigente: dal diritto al lavoro alla funzione sociale della proprietá, dai Patti del Laterano all'esproprio per pubblica utilitá.

Quale Costituzione antifascista? ha detto...

Segue
Da ultimo, per citare gli studi di Aurelio Lepre (1930-2014), c'é una perfetta continuitá tra lo Stato etico gentiliano ed il partito etico che si colloca nel solco dell'ereditá del fascismo e che si perpetua nonostante la vigenza della nuova Costituzione. Infatti, la fine dello Stato etico lasciava un vuoto che, in buona parte, fu colmato attribuendo ad alcuni partiti, il PCI in primis, ma anche la DC, "il significato etico che lo Stato aveva avuto per il fascismo" (cfr. A. LEPORE, Storia della prima Repubblica, Bologna, il Mulino, 1993, pp. 52-53). L'antifascismo, allora, di cui si riempono la bocca sindaci, parlamentari, consiglieri etc., altro non é, come ben scriveva Curzio Malaparte (1898-1957) sia pure con riferimento all'inmediato dopoguerra, "una controfigura" del fascismo. Non siamo, forse, anche oggi un Paese con capetti che non sono poi molto diversi dai gerarchi per lo piú insopportabili al popolo (Renzi, Calenda, Bonino etc.), con partiti che fanno della loro presunta superioritá morale e del loro conformismo all'ideologia dominante il fondamento del nuovo Stato etico etc. Diversamente da quanto sostiene il Presidente della Repubblica pro tempore, Sergio Mattarella, l'antifascismo non puó certo essere fattore di unitá, dal monento che, per riprendere sempre Malaparte, fu dettato dalla vendetta e non dalla giustizia.