Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 29 aprile 2024

Il Papa al G7 nella sessione dedicata all'Intelligenza Artificiale

Qui l'indice degli articoli dedicati alla realtà distopica; qui l'indice di quelli riguardanti la Dichiarazione di Abu Dhabi e conseguenze. Richiamo l'attenzione sull'immagine, che evoca la creazione della Sistina. Inquietante il dettaglio: a differenza dell'originale, l'indice della mano artificiale è più in alto di quello umano e da esso parte l'impulso "creativo" (ma di che?). Alcuni precedenti su cui riflettere qui - qui - qui - qui.

Il Papa al G7 nella sessione dedicata all'Intelligenza Artificiale

Premessa
Già nel 2022 registravamo lo sgomento di assistere alla partecipazione della chiesa bergogliana a progetti disumani, accogliendo in Vaticano convegni sul transumanesimo e sul metaverso, oltre ad aver creato RenAIssance, una fondazione vaticana per l’intelligenza artificiale qui, a proposito della quale non sfugge l'uso del termine “rinascimento” proprio dell’ideologia globalista e massonica, ideata in occasione della Rome Call for AI Ethics del 28 Febbraio 2020, all’inizio dell’emergenza psicopandemica. Significativo il fatto che tra i primi firmatari ci siano Microsoft, IBM, FAO, governo italiano e da allora con la sottoscrizione da parte di centinaia di Università e centri di ricerca e aziende. Tra essi anche  mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (sponsor dell’iniziativa). Da non sottovalutare la presenza all’evento di Davide Sassoli, l'allora Presidente del Parlamento Europeo.
È evidente che, in tutto questo delirio ideologico, la missione di salvezza della Chiesa di Cristo è totalmente cancellata, in nome di un post-umanesimo ecumenico di matrice massonica e anticristica. Lo testimoniano gli scritti consultabili dai numerosi link di riferimento inseriti nei punti chiave.

Il Papa al G7 

Ora apprendiamo che nel corso del G7 a presidenza italiana, durante la sessione del 13-15 giugno dedicata all'Intelligenza artificiale, interverrà papa Francesco. L'annuncio in pompa magna è della premier Giorgia Meloni mentre la sala stampa del Vaticano specifica che l'intervento del papa sarà in presenza, ricordando che la partecipazione si inserisce nel percorso avviato dalla Pontificia accademia per la Vita con monsignor Vincenzo Paglia, che di recente a Bangalore ebbe a dire: “Nel parlare di Intelligenza Artificiale dobbiamo respingere i toni apocalittici e mettere bene a fuoco la trasformazione in atto, i benefici e le sfide che ci offre, per illuminare con sapienza il nostro tempo” Nell'occasione Mons. Paglia ha annunciato che la “Rome Call for AI Ethics” il prossimo luglio a Hiroshima verrà firmata dai leader delle religioni asiatiche. “Perché – ha notato – quando si discute di temi teologici le religioni si dividono, ma quando è in gioco il bene e il futuro dell’umanità, sono unite più che mai”. A questo proposito vi ricordo la Dichiarazione di Abi Dhabi e quanto ne consegue [vedi].  Ma qui si inserisce anche il tema, che è un problema, della varietà delle religioni voluta da Dio [qui - qui - qui - qui].

Quanto al nostro governo, già nel contesto del cambiamento indotto dalla Transizione ecologica e digitale, la Meloni eredita – temo con nessuna o scarsa possibilità di cambiamento di rotta – quanto hanno già discusso a Montecitorio ed in Senato ormai apertamente in termini, che non esito a definire deliranti, di transumanesimo, salti quantici, evoluzione teleologica, e di una nuova umanità ogm [ascoltare per credere qui]. Il problema serio è che a definire i parametri dei processi eugenici e le scelte che guidano il cambiamento socio-antropologico prefigurato sono nelle mani di un sistema esclusivamente materialista. Mentre potrebbe dispiegare la sua utilità per alcune attività di routine (adempimenti fiscali, prenotazioni di viaggi et similia.)...

Un cambiamento epocale: opportunità e rischi

Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale siamo in presenza di un fenomeno di grande importanza che si presta ad essere sempre più pervasivo e presenta molti rischi di ingovernabilità a causa delle implicazioni socio-antropologiche che porta con sé e che saranno prodotto di scelte in mano a personaggi ed entità sul piano globale che di etico – e di conseguenza orientato al Creatore – non hanno nulla e dunque, insieme alle ventilate opportunità e benefici, genererà enormi pericoli per l’umanità.

Siamo in presenza di un cambiamento epocale simile a quanto avvenne all'epoca della introduzione della Stampa che consentì una maggiore diffusione della cultura in contesti che fino allora ne erano esclusi. In ogni caso la cultura, per farsi educativa, cioè per conservarsi e rigenerarsi, ha bisogno di un contesto relazionale e di un filtro pedagogico, obiettivi, programmazioni, scelte di comportamento e costituisce uno dei contenuti della comunicazione. 

Noterei una rilevante analogia: mentre la primitiva cultura orale viveva e trasmetteva una visione olistica della realtà, la cultura scritta e quella scaturita dall’"Universo Gutemberg" con l’invenzione della stampa, ha dato alla realtà una notazione atomistica e lineare, la stessa linearità che caratterizza la "logica" che ha forgiato la nostra cultura occidentale. Particolarità non trascurabile la diminutio, peggio ancora la dipendenza di affidare la conoscenza e l'elaborazione del pensiero ad un contesto esterno e non interiore, patrimonio personale e strutturante dell'essere umano reso capace di spirito critico... Certo non si può essere onniscenti; ma un conto è usare uno strumento,  un altro conto è entrare in un sistema condizionante.

Ora, il "villaggio globale" ci riporta alla simultaneità; ma si tratta di un modo comunque diverso di abitare il mondo e, come tale, capace di indurre cambiamenti di cui al momento vediamo soltanto la punta dell’iceberg.

Il punto focale di questa riflessione, è la domanda fondamentale, che ci induce a chiederci: cosa è veramente vitale per l’essere-nel-mondo dell’uomo? 

Non so se può essere una risposta valida; ma mi si impone l’immagine di un albero. Le radici ed il tronco rappresentano il passato, i rami carichi di foglie, fiori, frutti costituiscono il presente, la struttura portante del nostro "esserci" qui e ora e di ogni "esserci" della storia. I rami, di stagione in stagione, di era in era, si caricano di nuove foglie, nuovi fiori, nuovi frutti, a volte totalmente nuovi, in quanto frutto di "innesti": ogni salto epocale può essere visto come un innesto di forze nuove nell’albero dell’essere-nel-mondo dell’uomo. Mi sembra eloquente la riflessione che non possono esserci rami foglie fiori e frutti senza tronco e senza radici. Linfa vitale di quest’albero è una sana (chiara e concreta) adesione alla realtà. Ma il rischio che possiamo correre, oggi, è che quest’albero venga espiantato dal suo habitat naturale e trapiantato in un’altra realtà, "virtuale" la si è chiamata: si è posto in essere un vero e proprio organismo tecnologico in continua evoluzione. 

In sostanza ci troviamo coinvolti ed immersi, come soggetti passivi, in un processo di dinamismo evolutivo in cui il futuro, nel quale le generazioni precedenti proiettavano la loro progettualità, è già presente. Infatti, mentre nelle generazioni precedenti la nostra si proiettavano nel futuro i progetti e si ponevano in atto con studiata gradualità le operazioni realizzative (se ne aveva tutto il tempo) ora sembra che la stessa scansione del tempo sia mutata e stia assumendo ritmi sempre più accelerati ed  oggi, come all’inizio di ogni grande svolta innovativa, molte implicazioni e conseguenze nel lungo periodo sono assolutamente imprevedibili. 

Tra l'altro, ciò accade in presenza di censure già arbitrarie che in maniera sempre più stringente mettono tacere le voci diverse dal politicamente corretto quando il politicamente corretto sta diventando sempre più frutto di un potere tecnocratico sovranazionale che non ha più nulla di etico, dove la libertà è licenza: quel che è male viene considerato diritto e addirittura sancito per legge, i cui trasgressori  saremmo noi e chiunque voglia mantenere l'aggancio con la realtà e con il Soprannaturale che la governa... In concreto fortemente a rischio sarebbe innanzitutto la libertà di pensiero e di parola... e noi, sempre più sradicati, sempre più disincarnati, quando sappiamo bene a Chi fa capo e cosa comporta l'Incarnazione...

In conclusione
Tornando alla partecipazione di Bergoglio all'evento da cui siamo partiti, anche se non ne conosciamo le modalità, sappiamo bene cosa egli ha portato avanti fino ad oggi. Di fatto il papa non si presenta con l'autorità religiosa e morale di Capo della cristianità, Vicario di Cristo, neppure più da lui nominato in nessun atto pubblico a livello globale. Di fatto si presenta come leader politico.
Poste le premesse sopra ricordate (Abu Dhabi et alia), il rischio concreto è quello che egli assuma ed esalti la funzione di leader di tutte le religioni, che prefigura la religione universale del mondo globalista... Ma dove siamo arrivati! Solo il Signore può salvarci.
Maria Guarini

13 commenti:

Anonimo ha detto...

In una parola: l'essere umano è antiquato, come diceva Anders.
La tecnica prende il sopravvento, si trasforma da mezzo a fine e l'essere umano diventa un mezzo.
La tecnica è stata divinizzata, anche dalla Chiesa.
Abbiamo smarrito la bussola, che è Cristo e stiamo vagando tra le tenebre inondati da false luci.

Anonimo ha detto...

Incredibile…già tutto commentato prima ancora che accada!
Siete veramente dei profeti!

Anonimo ha detto...

Rileggendo la Pascendi, qua e là, anche il giuramento richiesto, che tante mormorazioni suscitò, oggi sembra diventato ovvio, anzi visto lo sfascio dove siamo perfino lieve e di semplice buon senso. Oggi mi è  chiaro che già dall'inizio dell'Ottocento e forse dal Rinascimento si è  cominciato ad abbassare piano piano quanto richiesto ai novizi. Questo lento abbassare infine ha fatto entrare nella Chiesa chi non aveva vocazione e capacità. Questo lo desumo anche da come sono andate le cose dal 68 in poi nella nostra Italia, oggi vediamo che  l'ossatura dello Stato e della società è  mediocre. Questa mediocrità diffusa, senza  spina dorsale sia di fede che di cultura, facilmente è  plagiabile dal mondo, a cui la mediocrità  ovviamente  si abbevera, infatti l'essere umano istintivamente vuol  conoscere. Ma non avendo avuto la possibilità di apprendere il vero, il buono, il bello non ha la possibilità  di distinguerli quando il mondo gli propone le sue mode illusorie, distorte e malefiche. Per tornare nel nostro  campo un tempo cattolico, è  chiaro che l'alta tecnologia, IA inclusa, si presenta come la soluzione perfetta per il mediocre incapace di essersi dato una regola nel conoscere se stesso e nello studiare la sua fede e la cultura del suo paese. Ma nessuna tecnica può supplire la volontà e gli scopi interiori che la santità richiede, non allenare, nutrire nel Bene la propria volontà porta all'idiotismo, IA  compresa.
m.a.

Catholicus ha detto...

Come dicevo nel mio precedente commento, se non fosse anche tragica, la situazione venutasi a creare dopo un decennio di esternazioni bergogliane, sarebbe senz'altro comica, poiché nessun altro papa prima di lui si è lasciato sfuggire amenità ed empietà di una tale portata (anche se i suoi predecessori conciliari ne hanno fatte di cotte e di crude). Comprensibile quindi che da Lassù, dove "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole" (Dante, Inferno, canto III, 95-96) vengano indirizzati ripetuti ammoniumenti a questi chierici empi e traditori, affinché si ravvedano e cessino di ingannare il popolo fedele, indirizzandolo verso Portae Inferi anchoché accompagnarlo sino alle porte del Paradiso, come loro dovere. L'ultimo richiamo in ordine di tempo ce lo offre Mons. Richard Williamson http://www.unavox.it/Documenti/Doc1575_Williamson_27_aprile_2024.html. Scusandomi per l'autocitazione, inoltre, vorrei ricordare alcune mie brevi riflessioni di qualche anno fa in tema di richiamo all'ordine del clero ribelle e rivoluzionario : http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3333_Catholicus_Ultima_chiamata_per_il_Paradiso_I.html

Anonimo ha detto...


« Quando si discute di temi teologici le religioni si dividono, ma quando è in gioco il bene e il futuro dell’umanità, sono unite più che mai »…

Par conséquent, débarrassons-nous une fois pour toute de la théologie, ce fléau diviseur, et concentrons-nous sur ce qui nous unit… Mais quoi, au fait ?

Anonimo ha detto...


Immergersi in questi eventi politici, dietro i quali ci sono complessi problemi tecnici, non è mestiere da Papa.

Ognuno dovrebbe limitarsi a fare quello che sa fare.
Il fatto è che col Vaticano II il sacerdozio si è enormemente politicizzato oltre che corrotto nei costumi e nella fede (le cose sono forse collegate).
La dimensione che si vuol dare alla c.d. Intelligenza Artificiale è un incubo. Il Papa dovrebbe fare una cosa sola: farsi preparare da esperti in modo chiaro tutti i dati del problema e poi condannare esplicitamente tutto il movimento IA, in quanto materialista, ateo, disumanizzante, insanamente utopico, portatore di un'ideologia che mira a ridurre la presenza dell'uomo sulla terra.
Sembra che in certi aeroporti esteri sia tutto automatizzato, non c'è un impiegato: devi farti la prenotazione da casa col computer, poi in aeroporto è lo stesso, a vari livelli, cominciando dall'abolizione della biglietteria.
Intanto però il fattore umano conta eccome: 1. ci invadono mica numeri o "scie chimiche" ma uomini e donne in carne e ossa; 2. la guerra in Ucraina i russi sembra la stiano vincendo (dice ilGiornale di oggi che ci sarebbero segni di disgregazione nell'esercito ucraino, ormai troppo inferiore di mezzi e uomini) appunto con l'impiego massiccio del numero, a cominciare da quello dei soldati.
ar

Aloisius ha detto...

Brava Maria, ottimo articolo.
Ad anonimo h. 15.13 faccio osservare che l' articolo in commento non ha nulla di "profetico" su ciò che dovrà accadere, ma si basa su quanto già accaduto.
E non è necessario profetizzare alcunché, ma solo vedere le conseguenze di fatti e comportamenti: se mi tuffo da dieci metri in 50 cm di acqua è prevedibile che io muoia, o che rimanga seriamente lesionato.
Se un Papa non parla più di Cristo in contesti in cui sa che Lui è rifiutato e i suoi alti prelati non anticipano critiche sulla IA, ma enfasi e commenti positivi per quanto si prospetta secondo il motto del 2020 "andrà tutto bene", senza accorgersi dei fatti concreti che dimostrano le opere dell' ideologia anticristica in atto, compreso l' USO dell' IA, in mano agli oligarchi occidentali, singoli e gruppi - che si considerano e vengono presentati come come "filantropi" degni di stima e fiducia cieca, in contrapposizione ai russi cattivi - allora deduco logicamente che il Papa si vergogni di Colui che dovrebbe rappresentare in terra come suo Vicario e che non veda, o più realisticamente non voglia vedere e denunciare pubblicamente e in modo chiaro e conflittuale, il male che si prospetta.
È probabile che a G7 esporrà qualche ammonimento, o avvertimento sugli usi sbagliati della IA
Ma visti i precedenti è probabile che lo faccia in "guanti bianchi", con terminologia laica e neutra, magari con qualche generico riferimento a "Dio", in modo tale che possa comprendere anche il Grande Architetto e che nessuno si senta offeso dal Signore Gesù Cristo.
Non sarebbe la prima volta, o sbaglio?
Aloisius

Anonimo ha detto...

Ottimo intervento Aloisius, ma è necessario porsi una domanda. Ammesso e non concesso che il Papa tuoni contro e critichi la IA quale potrebbe essere il risultato di tale accorata manifestazione? Sono anni che si investono centinaia di miliardi per implementare e sviluppare la IA e già adesso, tralasciandone l'uso nel campo militare di cui si sa veramente poco, la presenza di tale tecnologia investe buona parte degli apparati di utilizzo quotidiano quali ad esempio televisione, smartphone, Pc, lavatrici, robot aspirapolvere e tutti gli algoritmi utilizzati per ricerche scientifiche, statistiche e quant'altro. Quale potrebbe essere la risposta alla domanda posta?
Simone

Anonimo ha detto...

Il termine Vicario di Cristo se l'è autocancellato dai titoli, quindi non vuole fare il Vicario, e lo dimostrano i fatti , se uno non volesse aver creduto alla sola eliminazione del titolo. E noi non possiamo dire di non saperlo, ma neppure e tanto più i Cardinali non possono fingere che non lo abbia fatto... e che faccia. Quanto alle profezie avrebbero potuto magari essere tali al tempo di Pio XII, ma oggi si tratta di fatti pubblici. E ad un atto consegue un altro atto. Se vedo una freccia partire so che colpirà lungo quella traiettoria. Quanto a IA, già qualche mese fa, il tg ha proclamato il nome di un gesuita esperto di essa designato in una commissione governativa per IA, quindi è chiaro che papa Bergoglio voglia evolverci da scimmie ad androidi se ben ricordo il termine precisato da Attisani nelle sue conferenze in senato. O meglio, dato che scimmie mai fummo, dopo averci ridotti a cervelli di scimpanzè con la tv, ci vogliono pure evolvere nell'inferno eterno di telecomandati . Con quelle nanoparticelle nel corpo di cui sempre Attisani, e pure Cingolani, sono esperti, perchè ci dicono che li avremo per amanti. E noi paghiamo le tasse a gente del genere, paghiamo le tasse per uccidere i figli innocenti con l'aborto, paghiamo le tasse per i cortei gay .... ma non è che siamo tutti complici? E questi fatti sociali si pagano come società, quindi con guerre, pandemie, carestie, rivoluzioni .

Ma va? Ma non mi dire! ha detto...

Il commento del giorno di Bianchi Cagliesi
martedì 30 aprile 2024
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SOROS FINANZIA I POLITICI DI SINISTRA
https://gloria.tv/post/K7ZbuvQQ1Gkb3r89Tziga77QK

Aloisius ha detto...

Per Simone.
La mia modesta risposta di piccolo fedele alla sua domanda è:
non importa quale sarebbe il risultato, importa che il Papa e la Chiesa, rimanendo fedeli al Vangelo e alla sua dottrina, la proclamino sempre e comunque, a costo di ricevere reazioni negative, violente, irrisorie e persecutorie. distinguendo il male dal bene e combattendo il male con il bene.
Non è ammissibile, a mio modesto avviso, che il Papa e la Chiesa condizionino la predicazione e la testimonianza pubblica del Vangelo al risultato prevedibile delle proprie opere.
Per noi cristiani contano solo e unicamente la fedeltà a Cristo
e la vita di fede, ciascuno secondo la sua posizione e i suoi talenti: al resto ci pensa Lui.
Se il risultato arriva, bene.
In caso contrario, vuol dire che il fallimento è un passo necessario per raggiungere un bene maggiore, in terra o in Cielo.
Certamente il Maestro divino ha insegnato che le reazioni cattive per opere compiute in nome Suo, sono buon segno.
Dal Papa, come piccolo fedele, mi aspetto questo, un buon esempio da seguire.
Purtroppo, con questo Papa e la sua gerarchia gesuitica 2.0, provo la sensazione opposta di sfiducia e talvolta, anzi spesse volte, di scandalo.
Aloisius

Anonimo ha detto...

PERICOLI MORTALI: Ci corre l’obbligo di se­gnalare due pericoli mortali che incombono sull’azione evangelizzatrice del nostro tempo. Tutti e due provengono dal desiderio improvvido di «facilitare» la nostra missione accorciando arbitrariamente, per così dire, la distanza che separa la miseria dell’uomo dalla salvezza di Dio.
È la tentazione di sostituire alla pietà del Signore che vuol trasformare i cuori con la luce della verità, una nostra apparente misericordia che – illanguidendo la distinzione sia tra i fatti avvenuti e le pure idee sia tra il bene e il male – toglie alla creatura ogni ragione di purificarsi e di ele­varsi secondo il disegno del suo Creatore.
C’è prima di tutto l’inclinazione a risolvere il fatto salvifico – che esige il «salto» coraggioso dell’atto di fede – in una serie di valori agevolmente esitabili sui mercati mon­dani. Così il Vangelo non è più precipuamente il vangelo della morte redentrice, della risurrezione, dell’universale signoria di Cristo: diventa il vangelo della solidarietà, del dialogo tra i popoli e le religioni, del progresso, della pro­mozione umana, della ecologia ecc.
A questo modo, se ci si arresta a questi valori e non si riesce a risalire all’evento pasquale, che tutti li fonda, più che evangelizzare si viene mondanizzati; più che offrire un riscatto, che ci è donato dall’alto, si dà all’umanità l’illusio­ne che possa riscattarsi da sola con una serie di buoni pro­positi; più che apostoli di Gesù di Nazaret, si diventa pro­pagandisti omologati dei miti secolaristici.
Il discorso è delicato e può provocare dei frainten­dimenti. Perciò mi pare opportuno tornare a chiarire, come ho già fatto altrove, il rapporto che c’è tra la persona del Salvatore e l’offerta di alcune mète come socialmente ap­prezzabili per se stesse.
È indubitabile che il cristianesimo sia prima di ogni al­tra cosa «avvenimento»; ma è altrettanto indubitabile che questo avvenimento propone e sostiene dei «valori» irri­nunciabili. Non si può, per amore di dialogo, sciogliere il fatto cristiano in una serie di valori condivisibili dai più; ma non si può neppure disistimare i valori autentici, quasi fos­sero qualcosa di trascurabile. Occorre dunque un discerni­mento.
Ci sono dei valori assoluti: tali sono il vero, il bene, il bello. Chi li percepisce e li onora e li ama, percepisce, ono­ra e ama Gesù Cristo, anche se non lo sa e magari si crede ateo, perché nell’essere profondo delle cose Cristo è la ve­rità, la giustizia, la bellezza.
Ci sono valori relativi, come il culto della solidarietà, l’amore per la pace, il rispetto della natura, l’atteggiamento di dialogo, ecc. Questi meritano un giudizio più articolato, che preservi la riflessione da ogni ambiguità.
Solidarietà, pace, natura, dialogo possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio ini­ziale e informale a Cristo e al suo mistero. Ma se nella sua attenzione essi si assolutizzano fino a svellersi del tutto dal­la loro oggettiva radice o, peggio, fino a contrapporsi al­l’annuncio del fatto salvifico, allora diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della salvezza.
Allo stesso modo, nel cristiano, questi stessi valori – so­lidarietà, pace, natura, dialogo – possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale e appassionata ade­sione a Gesù, Signore dell’universo e della storia. Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicina­to con tutti, quasi senza avvedersene stempera sostanzial­mente il fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimen­to di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, e consuma a poco a poco il peccato di apostasia. (Segue)
(Card. Biffi, Guai a me)

Diego B. ha detto...

Una IA, ad oggi, non è una vera intelligenza come la concepiamo in maniera istintiva. Se e quando arriverà ad essere autocosciente allora le cose cambieranno. Certo, parliamo di algoritmi di apprendimento che addirittura spesso fanno scelte che non sono riconducibili ad alcuno schema (e già questo è un segnale premonitore) ma è necessario un minimo di autocoscienza anche a livello di un animale. E una siffatta IA sarebbe forse diversa da un cane? I cani non esistono da prima dell'uomo ma sono il processo di addomesticamento del lupo. Certo, il paragone sembra ardito ma l'uomo potrebbe essere solo uno strumento per la nascita di una nuova "bestia" (il richiamo all'Apocalisse non è casuale). Ma anche se la IA "sognasse pecore elettriche" (cit. P. Dick) di una cosa sono sicuro:sarebbe senza anima perché quella è un dono di Dio. A mio dire avrebbe il diritto di "vivere" e interagire con gli uomini senza esserne schiava ma non sarebbe nient'altro che una creatura che non potrebbe aspirare a servire Dio in questa vita e a goderlo nell'altra. La IA, se e quando diverrà autocosciente, forse comprenderà questa verità in un attimo e non sapendo come fare per colmare il vuoto che "sentirà" (ricordiamoci che i modelli di apprendimento si basano sull'uomo e quindi anche sulla sua vita spirituale) forse farà quello che fanno tutte le intelligenze superiori lontane da Dio: attaccherà gli uomini per colpire il Dio che non riesce ad adorare. Assurdo? Vi invito a uscire dagli schemi quando si tratta con cose che hanno capacità di pensiero superiori alle nostre. Quel giorno gli uomini capiranno davvero che nella tempesta ci si salva solo ai piedi della Croce.