Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 22 aprile 2024

Anticristi ed eresie pratiche. Ci mette in guardia Sant’Agostino

Nella nostra traduzione da The Remnant un articolo che orienta la nostra consapevolezza sui problemi del nostro tempo che dobbiamo affrontare ogni giorno.
Anticristi ed eresie pratiche. Ci mette in guardia Sant’Agostino

I segni della fine, così come quelli utili per riconoscere l’Anticristo, ci sono stati indicati nei testi ispirati con lo scopo di avvertirci dell’imminenza di eventi storici cruciali. Non per soddisfare la nostra curiosità umana, ma per esortarci al pentimento, alla penitenza, alla preghiera, a una vita di santità più intensa e profonda.

Tra i numerosi passi difficili ed enigmatici contenuti nei testi sacri della Bibbia, i più consultati sono quelli riguardanti le profezie sulla fine del mondo. Nessun altro argomento è stato più discusso nell’intera storia della tradizione giudaico-[greco-romana-ndT]-cristiana.

Soprattutto in tempi di crisi, oscuri e turbolenti come i nostri, le profezie apocalittiche sono esaminate da ogni angolazione, e in questo contesto i versetti che illustrano i segni della fine del mondo sono anche i più inquietanti.

Gli stessi Apostoli al riguardo interrogarono Cristo Salvatore. E noi, a nostra volta, nel mezzo di una crisi senza precedenti nell’intera storia della Chiesa, ci interroghiamo sui segni e su come interpretarli.

Il più terrificante dei segni si riferisce certamente alla misteriosa figura biblica appellata a “Anticristo” (in greco ἀντίχριστος). Oltre al libro del profeta Daniele e all’Apocalisse di San Giovanni, sono altri i testi che parlano, direttamente o indirettamente, esplicitamente o solo allusivamente, in modo criptico o simbolico, delle caratteristiche del più grande avversario umano di Gesù nell’intera storia del mondo, ma gli scritti biblici in cui sono esposti tutti gli insegnamenti chiave sull’Anticristo sono quelli dell’apostolo San Giovanni.

Il solo fatto che tali misteri della storia sacra siano esposti negli scritti del mistico Giovanni, soprannominato l’Aquila di Patmos per le straordinarie doti contemplative ricevute in dono da Dio, è eloquente di per sé. La loro interpretazione richiede un’arte veramente ispirata, guidata dallo stesso Spirito Santo che ispirò e guidò anche l’Apostolo.

Nel corso della storia della Chiesa, Dio si è degnato di darci altri interpreti eccezionali di questi testi e uno è certamente il santo vescovo Agostino d’Ippona (354-430). Egli ci ha infatti fornito l’interpretazione probabilmente più corretta di uno dei punti cruciali delle epistole di Giovanni. Vediamo in che termini.

«Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’Anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri» (1 Giovanni 2:18-19).

Dopo aver detto che “l’Anticristo viene”, Giovanni aggiunge subito che “gli anticristi sono diventati molti”. Come è possibile? C’è un solo Anticristo o ce ne sono molti? Da qui sono nate le interpretazioni “spirituali” dell’Anticristo, di cui parlerò in un’altra occasione. In ogni caso la domanda è la seguente: c’è un solo Anticristo o ce ne sono molti? Sant’Agostino, a mio parere, risponde correttamente.

La prima considerazione di Agostino riguarda il fatto che per Giovanni gli anticristi “sono usciti da noi”. Perché il santo Apostolo ci dice questo? Certamente vuole indicarci la presenza di anticristi all’interno della Chiesa. Inoltre, sant’Agostino sottolinea qualcosa di veramente terribile, e cioè che “ciascuno, finché è dentro di sé”, può essere un anticristo. Proprio così: ogni membro della Chiesa può essere un anticristo. Ecco perché, “ciascuno deve interrogare la propria coscienza” per verificare se è un anticristo”. Una tale affermazione va presa molto sul serio e Sant’Agostino la sviluppa ulteriormente:

«Molti che non sono di noi ricevono con noi i sacramenti, ricevono con noi il battesimo, ricevono con noi ciò che i fedeli sanno di ricevere, la benedizione, l’Eucaristia e tutto ciò che c’è nei santi sacramenti: la comunione dell’altare stesso la ricevono con noi, ma non sono di noi» [1].

Poi, sottolineando la nostra libertà di scegliere tra il bene e il male, afferma che «ognuno, di sua volontà, è anticristo o in Cristo». Ci chiede quindi di fare un serio esame di coscienza, di esaminare la nostra intera vita per verificare chi siamo veramente.

In linea di massima, chiunque può essere uno dei numerosi anticristi menzionati da San Giovanni. E qual è la caratteristica specifica degli anticristi? È l’eresia.

Come per San Bernardo di Chiaravalle e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, per Sant’Agostino le eresie possono essere di due tipi: eresie dottrinali, espresse sotto forma di insegnamenti che contraddicono direttamente ed esplicitamente i dogmi della Chiesa, ed eresie pratiche [2] che, pur non negando esplicitamente gli insegnamenti dogmatici o morali della fede, li negano nella prassi.
E per Sant’Agostino la negazione pratica della morale cristiana è proprio il segno distintivo degli anticristi.

La metafora utilizzata da Sant’Agostino quando dice che qualsiasi cristiano battezzato può essere un anticristo è quella del corpo umano. Egli mostra che nel corpo umano (che simboleggia, ovviamente, il Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa) ci sono sia membra sane che “umori cattivi”, e questi ultimi, che prima o poi saranno eliminati, sono gli anticristi, cioè gli eretici.

Occorre dire che l’interpretazione di Sant’Agostino non è originale. Infatti, già diversi autori cristiani classici evidenziano l’aspetto più inquietante di quanto afferma Giovanni: gli anticristi sono esclusivamente di origine cristiana. In altre parole, sono falsi cristiani. Ad esempio, uno dei brillanti maestri della scuola di Alessandria: Didimo il Cieco, afferma quanto segue:

«Queste cose non si dicono di tutti coloro che insegnano la falsa dottrina, ma solo di coloro che, dopo aver asvoltato la verità, si uniscono a una falsa setta. È perché un tempo erano cristiani che ora sono chiamati anticristi» [3].

Lo stesso insegnamento si trova anche in San Cipriano di Cartagine (210-258 circa), il quale mostra che gli anticristi sono ex cristiani che hanno rifiutato l’insegnamento autentico. San Beda il Venerabile, Ecumenio, Andrea di Cesarea e altri seguono la stessa interpretazione: gli anticristi sono non solo falsi cristiani ma ex cristiani. Perché è importante notare questo dato? Perché tutte queste interpretazioni ci dicono una cosa chiara: l’Anticristo, chiunque sia, sarà un cristiano e, probabilmente, un gerarca della Chiesa [4].

Ora, se gli anticristi sono falsi cristiani, il problema del discernimento diventa molto serio, come del resto accadde ai tempi di Sant’Agostino, in pieno contrasto tra eretici donatisti e cristiani cattolici ortodossi.

I donatisti dicevano dei veri cristiani che erano eretici e scismatici (cioè anticristi), e lo stesso facevano i cattolici come Sant’Agostino. Ma chi aveva ragione?

Il testo biblico su cui Sant’Agostino basa la sua brillante risposta è anch’esso di San Giovanni:

«Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell’anticristo. Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo» (1 Giovanni 4, 2-3).

Se avessimo a che fare con eretici come gli Ariani, le cose sarebbero relativamente semplici, perché essi negano esplicitamente le dottrine definite dalla Chiesa. Lo stesso vale, ad esempio, per gli Unitariani, che negano il dogma della Santissima Trinità e il fatto che il Cristo Salvatore sia pienamente e veramente Dio, consustanziale al Padre e allo Spirito Santo. Ma come orientarsi quando si ha a che fare con cattolici eretici che apparentemente affermano tutti gli insegnamenti della fede? Come si fa a discernere?

Per quanto semplice, il criterio proposto da Sant’Agostino è assolutamente rivelatore:

«Lasciate che la lingua si fermi per un po’, chiedete alla vita. Se troveremo questo, se la Scrittura stessa ci dirà che il rinnegamento è una cosa che si fa non solo a parole, ma anche con le opere, allora sicuramente troveremo molti anticristi, che con la bocca professano Cristo e con le loro maniere dissentono da Cristo. Dove troviamo questo nella Scrittura? Ascoltate l’Apostolo Paolo che, parlando di questi, dice: “Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona” (Tito 1:16). Anche questi sono anticristi: chiunque nelle sue opere neghi Cristo, è un Anticristo».

Sarebbe molto bello se imparassimo a memoria questa breve frase di Sant’Agostino, imprimendola nelle profondità nel nostro cuore e nella nostra mente: “Chiunque nelle sue opere neghi Cristo, è un anticristo”.

Questo vero e proprio assioma ci fornisce un criterio infallibile per svelare l’identità degli anticristi. Occorre guardare alle opere, al risultato concreto del loro agire.

Come fa notare Sant’Agostino, si tratta di un criterio terribilmente esigente che dobbiamo sempre applicare prima a noi stessi, chiedendoci: veramente viviamo e incarniamo, attraverso le nostre azioni, tutto ciò che Dio insegna e richiede da noi? È una domanda cruciale a cui dobbiamo sforzarci di rispondere al meglio.

Tale domanda non va posta solo in generale, ma deve essere applicata alle varie situazioni. Per esempio, i cattolici sposati devono chiedersi se abbracciano la vita familiare accogliendo senza esitazione tutti i figli che Dio dona alla loro famiglia.

Se verifichiamo di essere sulla buona strada, se possiamo dire che le nostre azioni dimostrano che siamo veramente cristiani, allora possiamo applicare lo stesso criterio a coloro che, sebbene con la bocca sembrino confessare la fede cattolica, la negano con le loro azioni. Si tratta, indubbiamente, di tutti gli aderenti alle “eresie pratiche”. Secondo l’insegnamento di Sant’Agostino, proprio questi sono gli anticristi.

Gli eretici, gli anticristi, quando vengono affrontati dai Santi che richiamano l’attenzione sul loro tradimento, vanno addirittura contro Cristo, cominciano a trovare difetti in Cristo. Dicono: perché ci ha fatti così come siamo? Pervertiti da una volontà depravata, accusano il loro Creatore.

Mentre il segno dei veri cristiani è sempre l’umiltà, il marchio degli anticristi è l’orgoglio.
Pur essendo stati creati da Dio, vogliono comportarsi e vivere come se Dio non fosse il loro Creatore e Re. Possono addirittura arrivare a cambiare la legge di Dio adattandola ai loro desideri, alle loro passioni, ai loro vizi illeciti.
L’Anticristo finale sarà la loro giida perché li confermerà, li incoraggerà e li sosterrà attraverso un anti-Vangelo privo di pentimento, di penitenza e di Croce.

A differenza degli anticristi, i veri cristiani si riconoscono per l’accettazione totale della legge divina, sia nella dottrina sia nelle opere. Ripeto: la loro caratteristica distintiva è l’umiltà.

Accompagnata da un profondo rimorso per i peccati con cui offendiamo il Creatore, l’umiltà è ciò che ci spinge a stare come l’esattore delle tasse davanti a Dio, pregando per il suo perdono:

«Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: o Dio, abbi pietà di me peccatore»  (Luca 18:13).

Un vero cristiano, tuttavia, non si accontenta solo di questo. Naturalmente, prima di tutto e soprattutto, prega. Ma allo stesso tempo compie azioni concrete per correggere il suo comportamento, per non ripetere più i peccati commessi in passato e confessati nel sacramento della penitenza. In una parola, produce “frutti degni di conversione” (Matteo 3, 8). Solo questo gli permette di essere chiamato cristiano e non anticristo. Non dimentichiamo mai ciò che ci insegna Sant’Agostino: «Ciascuno per sua volontà è o anticristo o in Cristo».
Robert Lazu Kmita
________________________
[1] Tutte le citazioni sono tratte dal commento di sant’Agostino a 1 Giovanni, disponibile qui.
[2] Vedi qui
[3] Cfr. Giacomo, 1-2 Pietro, 1-3 Giovanni, Giuda, a cura di Gerald Bray, IVP Academic, 2000, pp. 186-187.
[4] Ho presentato gli insegnamenti di Santa Ildegarda qui

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

* * *
A I U T A T E, anche con poco,
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10 commenti:

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Catechisti e sacerdoti mi hanno sempre fatto capire (forse perchè non sapevano o volevano spiegare?) che per un laico è un argomento pressochè intoccabile, ma pongo lo stesso la domanda: per la Chiesa Cattolica, chi sarebbe l'Anticristo? Sarebbe identificabile? Sarebbe uno solo? Non mi stupirei più di tanto se, in contrapposizione con l'unicità di Cristo, chi dovrebbe contrapporvisi non sarebbe una figura o addirittura una persona sola.

Un mio cliente greco-ortodosso mi ha confermato tempo fa un'informazione che avevo trovato in alcuni testi, che per gli Ortodossi l'Anticristo sarebbe Satana incarnato, proprio l'inverso di Gesù.
Candidamente il mio cliente protestante (forse ne avrei altri che non dicono di esserlo, però) mi ha ammesso che loro non ne parlano semplicemente mai o non lo riconducono a una figura in particolare: mi sono fatto l'idea che per loro potrebbe essere appunto non essere neppure solo uno. O nemmeno un'entità materiale.

Anonimo ha detto...

Noi cattolici dovremmo ben saper distinguere tra pastori, pecore e lupi.
Oggi bisogna assolutamente prender coscienza che esiste "un'emergenza lupo" non solo nella società, dove l'ambientalismo e animalismo becero e farneticante impongono i loro dogmi ad una politica ansimante, ma anche nella Chiesa, prigioniera di astruse teorie ambientaliste, degne del peggior estremismo sessantottino.
Circondati da inqualificabili mentecatti a libro paga di lupi famelici sotto sembianze filantropiche, siamo prigionieri del verbo "democratico" anarcosocialisteggiante, da cui una triste umanità succube dei dogmi giacobini tarda a liberarsi.
E allora, ricordiamoci che bisogna ubbidire a Dio e non agli uomini, e se i lupi scorrazzano impuniti anche tra le sacre stanze dovremo essere noi, fedeli laici, a dare il buon esempio.

Margotti

Anonimo ha detto...


I protestanti delle antiche denominazioni sono quasi tutti deisti o atei. Non credono in niente, figuriamoci cosa gli importa dell'Anticristo. una volta credevano nella scienza, ma oggi nemmeno in quella.

Anonimo ha detto...

-“Come può un uomo in tempi come questi decidere quel che deve fare?”
-“Come ha sempre fatto” disse Aragorn.
-“Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora.”

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Ieri sera ho cercato un po', ovviamente solo online, e ho osservato che pressochè nessuno nel Cattolicesimo (e pare nemmeno la stessa Chiesa!) sa dare una risposta univoca alla domanda "chi sarà l'anticristo?"
Un orientamento post-conciliare addirittura non sostiene, come sospettavo, che sarà una persona fisica ma un insieme di idee. Se l'anticristo fosse un insieme di idee, il plurale, come nel titolo di questo post, sarebbe corretto.
L'insegnamento tradizionale indica invece una persona fisica ma, salvo certe rivelazioni private, non dà segni identificativi su chi potrebbe essere.
Spero qualcuno chiarisca.

Anonimo ha detto...

Quale sia la logica dell'anticristo dovrebbe essere chiaro: la scelta del male e il rifiuto del bene.
Perché si sceglie il male? Perché non si crede in Dio.
E se non si crede in Dio, non si crede alla beatitudine eterna e, per contro, alla punizione eterna.
Se viene meno il timore della punizione eterna (inferno), tutto diventa lecito e il male soffoca il bene.
Quando Bergoglio dice che gli piace pensare che l'inferno sia vuoto (seguendo un pensiero che ha fatto strada negli ultimi decenni nella teologia e nella Chiesa), fa una affermazione gravissima, perché toglie ogni giustificazione (e motivazione) al timore di Dio e si pone in perfetta continuità con l'esaltazione del culto dell'uomo già posta in atto da Montini e successori.

Anonimo ha detto...

Non bisogna confondere gli "anticristi" di cui parla Giovanni, cioè tutti coloro chi si oppongono a Cristo che, essendo nella Chiesa, sono quanti travisano la sana dottrina, ovvero gli eretici, con colui che viene chiamato l'anticristo, cioè l' uomo iniquo di cui parla San Paolo che verrà alla fine dei tempi.

Anonimo ha detto...

A 22 aprile 13,04. Anticristo è chiunque cattolico abbia deviato dalla verità, come dice la Bibbia. E ci furono fin dall'inizio, Caifa e Anna ed il Sinedrio furono anticristi. Giuda fu un anticristo pratico, nella vita anticristica. E fu anche un pastore. L'anticristo finale ultimo è sia la società anticristica ( la nostra lo è) e sia uno in particolare, Satana incarnato come lo fu in Giuda. Sarà quindi un pastore idolo ( Valtorta) precipitato , il pastore idolo descritto dal profeta Zaccaria , e sederà nel Tempio additandosi come Dio ( Vangelo). Quanto ad anticristi nella vita o nell'insegnamento oggi pullulano a frotte nella Chiesa : basta udire certe omelie eretiche per farsene un'idea. E certi documenti vaticani recenti sono anticristici per cui...

Abbi di lor pieta' . ha detto...

DA SPAZIO SACRO A CONTENITORE
Nel nome dell'arte in chiesa entrano anche le mutande
https://lanuovabq.it/it/nel-nome-dellarte-in-chiesa-entrano-anche-le-mutande

Anonimo ha detto...

Non dimentichiamo che gli anticristi sono quelli usciti tra  noi
m.a.