Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 10 settembre 2024

Mons. Viganò. Genuisti Qui te fecit / Omelia nella Natività di Maria Santissima

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Genuisti Qui te fecit
Mons. Carlo Maria Viganò
Vestizione e sacra tonsura nella Natività di Maria Santissima

Permettetemi di formulare il mio saluto ai cari genitori, ai parenti e agli amici di Claudio e Fabrizio, che oggi si consacrano al servizio dell’Altissimo: non nel giorno della Presentazione al Tempio, come usualmente avviene, ma in un’altra ricorrenza mariana non meno importante. Tu es qui restitues hereditatem meam mihi. Tu sei Colui che mi rende l’eredità che mi spetta (Sal 15, 5). Sono le parole che accompagnano il rito della Sacra Tonsura, a significare che l’abbandono del mondo rappresentato dal taglio dei capelli comporta una perdita di cose transeunti e mutevoli, per appropriarsi di quelle eterne e immutabili.


Come nella festa dell’Assunzione, così anche nella Natività di Maria Santissima troviamo confermato il parallelo tra la Vergine Madre e la Santa Chiesa: Ella ne è Regina e Signora come il Suo divin Figlio ne è Re e Pontefice. La Liturgia di questo giorno benedetto è incentrata sul Mistero dell’Incarnazione, in vista del quale la Santissima Trinità ha creato ab æterno (Prov 8, 23) Colei che – assimilata alla divina Sapienza – sarebbe stata l’Arca dell’Alleanza, la Torre di Davide, il Tabernacolo vivente dell’Altissimo. Sin dal primo istante della Sua Concezione, Nostro Signore ha consacrato l’integrità della Madre di Dio preservandoLa dal peccato originale e conservandoLa sempre Vergine: quæ et Unigenitum tuum Sancti Spiritus obumbratione concepit; et Virginitatis gloria permanente, lumen æternum mundo effudit, Jesum Christum Dominum nostrum. Ella concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore (Prefazio della B.V.M.).

San Bernardo chiama Maria Santissima acquedotto della Grazia, perché per mezzo di Lei tutte le grazie e le benedizioni di Cristo, divina Sorgente, giungono a noi. Anche la Santa Chiesa è canale della Grazia mediante i Sacramenti. Nel suo seno è formato misticamente il Corpo del Signore nel Santissimo Sacramento dell’Altare; grazie al Sacerdozio, il Sacrificio della Messa perpetua la presenza dell’Emmanuele, il Dio con noi.

La Vestizione clericale e la Sacra Tonsura che mi appresto a conferire in questa solenne celebrazione a Claudio e Fabrizio segnano il momento in cui essi liberamente scelgono di dedicarsi al Signore e di rinunciare al mondo. Il rito del Pontificale mostra questa separazione con i segni esteriori: la veste talare nera, il taglio dei capelli, la cotta che simboleggia l’uomo nuovo di cui rivestirsi in justitia, et sanctitate veritatis. Il chierico smette di vivere secondo le usanze mondane, pur lecite, per seguire l’esempio del divin Maestro: nel mondo, ma non del mondo. Infatti, ciò che è del mondo è profano, e come tale deve rimanere fuori dal tempio, che è appunto sacro e santo, ossia separato e inviolabile perché riservato al culto di Dio (sacer) e da Dio ratificato come Suo (sanctus).

Il chierico, con la sua veste austera che richiama silenziosamente ma eloquentemente la Croce di Cristo, la penitenza, la rinuncia, la mortificazione, è e deve essere “fuori dal mondo”. Per questo il mondo odia tutto ciò che richiama le realtà celesti, i segni esteriori della Religione, la Croce, le reliquie dei Santi, le immagini sacre e anche la talare che oggi voi indosserete per sempre, e di cui significativamente si spogliano proprio coloro che, pur essendo insigniti dell’Ordine Sacro, continuano ad appartenere al mondo.

Questa cerimonia costituisce il primo passo dell’itinerarium verso il Sacerdozio. Nella Liturgia della Natività di Maria Santissima, e in particolare nell’Epistola tratta dal Libro della Sapienza, troviamo uno spunto di meditazione spirituale: Dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che camminano nelle mie vie. Udite l’insegnamento, siate saggi e non rigettatelo: Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno all’ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita e riceverà la salvezza dal Signore (Prov 8, 32-35).

Cari Claudio e Fabrizio, voi vi apprestate a camminare verso una meta, seguendo un ben preciso percorso. Siete chiamati a vegliare ogni giorno nella dimora del Signore, sul limitare del Santo dei Santi, per essere un giorno degni di offrire alla divina Maestà la Vittima pura, santa e immacolata, nata da Vergine pura, santa e immacolata. E per questo la vostra vita e tutto il vostro essere devono avere come modello Cristo, Vittima e Sacerdote, e la Sua Santissima Madre, che è Madre nostra e che nella Corredenzione si è unita alla Passione del Signore. Entrambi – la divina Sapienza e la Vergine Maria – parlano al cuore di ciascuno di voi: le mie delizie sono lo stare con i figli dell’uomo (Prov 8, 31). Anche la Chiesa ripete a voi queste parole, e voi stessi dovrete coniugare i vostri doveri verso Dio con la carità verso il prossimo, perché chi da oggi vi vedrà, vi ascolterà, si rivolgerà a voi, possa vedere in voi un Ministro di Cristo e ascoltare la Sua voce, la voce della Chiesa, stabilita da Dio in initio viarum suarum.

Il mondo vi è ostile, come fu ostile a Nostro Signore e come è ostile a tutto ciò che viene da Dio: se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20), ci ammonisce il divin Maestro. Se il mondo non vi deridesse, non vi emarginasse, non vi combattesse, vedrebbe in voi qualcosa di suo e saprebbe che non rappresentate minaccia. Voi siete invece come quei medici coscienziosi radiati durante la farsa pandemica perché curavano i pazienti anziché ucciderli con protocolli sciagurati; siete come quegli insegnanti sospesi perché non disposti a corrompere i bambini e i giovani con le perversioni del gender e dell’ideologia woke; siete come quei i magistrati allontanati perché amministrano la Giustizia invece di lasciar liberi i delinquenti. Siete estranei al mondo, e il mondo lo sa e vi teme per la forza del Vangelo di Cristo che predicate. Oggi la Chiesa di Cristo è oscurata ed eclissata da eretici e corrotti che l’hanno occupata: la Gerarchia si è prostituita al mondo e ha fatto proprie le sue massime. Essa non riconosce più la Signoria di Nostro Signore, e proclama con il Sinedrio: Non abbiamo altro re che Cesare (Gv 19, 15). Sul Soglio di Pietro non siede il Vicario di Cristo, ma un usurpatore votato alla demolizione della Chiesa. L’ostracismo che subiscono i fedeli e i chierici per la loro fedeltà al Signore non è dunque voce della Chiesa, ma della sua contraffazione: ecco perché i falsi pastori temono e combattono chi denuncia il loro tradimento.

Vi diranno che siete una minoranza in via di estinzione; che volete distinguervi dagli altri per orgoglio; che la vostra rigidità e il vostro indietrismo sono contro il Vangelo; che la Fede che proclamate è obsoleta e intollerante; che la Liturgia che celebrate è incomprensibile e lontana. Vi diranno che siete pochi e soli, come sono pochi i buoni medici, i buoni maestri, i buoni giudici: pusillus grex. E mentre costoro si riempiono la bocca di inclusività e accoglienza, di tolleranza e di dialogo, sarà solo nei vostri confronti che si scatenerà la loro furia, solo contro di voi che si apriranno le loro prigioni. Le scomuniche per gli eretici e gli scismatici sono scagliate contro chi combatte l’errore e lo scisma, nel rovesciamento di ogni principio e nell’abuso dell’autorità civile e religiosa. Esattamente come le porte delle carceri si aprono per i criminali, in modo da rinchiudervi le persone oneste. Satana non è bipolare: la sua azione corruttrice – mentitore e omicida sin dal principio (Gv 8, 44) – rivela la lucidità nell’inganno e la coerenza perversa, proprie di una mente angelica ancorché decaduta, cioè diabolica. Ed è per questo che oggi la Chiesa attraversa la propria passio per mano dei suoi stessi vertici, come un tempo fu il Sinedrio a sobillare il popolo e a ricattare Pilato per mandare a morte Nostro Signore.

Eppure, nonostante l’efficienza dell’organizzazione delle forze del male e la disorganizzazione dei buoni, Satana sa di aver già perso, per questo fa di tutto per trascinare con sé nella dannazione quante più anime possibile, così da vanificare la Redenzione. Per questo vuole un mondo senza fede, senza speranza, senza amore. Per questo vuole un mondo senza sacerdoti, senza frati e monache, senza anime espiatrici. E per questo – come vediamo accadere – vuole che ogni Vocazione sia corrotta, pervertita o resa inutile. Per questo Satana pretende che la sua menzogna arrogante non sia solo tollerata, ma che venga accettata in quanto tale e che sia la Verità ad essere condannata. La sua impostura esige l’adesione consapevole e ostentata all’errore, assieme al rifiuto ostinato del Bene. Solo così si spiega l’abominazione della desolazione nel luogo santo: un uomo che usurpa il Soglio di Pietro e l’autorità sacra di Nostro Signore per imporre l’apostasia e distruggere la Chiesa.

Cari Claudio e Fabrizio, non lasciatevi scoraggiare! La Chiesa è da sempre considerata estranea dal mondo, come lo è Nostra Signora, Maria Santissima. Siamo exsules filii Hevæ, figli della vecchia Eva nel peccato, figli della nuova Eva nella Grazia. Il nostro esilio costituisce il tempo della prova e del combattimento per meritare la cittadinanza della Gerusalemme celeste. La Sua Natività fa di Lei la più pura e santa di tutte le creature, associando la nostra povera umanità alle Sue perfezioni. E con l’Assunzione al Cielo in anima e corpo, Ella ci mostra la nostra patria celeste. Le Sue virtù – prime fra tutte l’umiltà e la purezza – siano il cardine della vostra vita spirituale, perché tutti i mali che oggi affliggono il corpo ecclesiale derivano dall’orgoglio e dalla fornicazione: ne abbiamo un desolante esempio negli scandali della setta bergogliana. Siate umili nell’accogliere il tesoro che la Santa Chiesa custodisce, consegnandolo ai posteri senza aggiungervi né togliergli alcunché. Siate puri nell’immolazione quotidiana del vostro corpo e della vostra anima, sapendo di trovarvi sempre alla presenza di Dio e della Vergine Maria.

Rendiamoci dunque degni, con la Grazia di Dio e con il patrocino di Maria Santissima, di raggiungere la meta additata dalla Stella matutina che annuncia il Sole della Giustizia, ripetendo con filiale fiducia l’antifona mariana: Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium, ostende. E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
8 Settembre MMXXIV a. D.ñi
In Nativitate B.M.V.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Pregiamo per Claudio e Fabbrizio. Mons.Viganò  ha già  detto loro tutto. Noi non possiamo che ripetere e sottolineare qualche pensiero. In questa grande battaglia in cui hanno scelto di combattere, in nome del Signore, contro Satana, ricordino che il Cristianesimo, oggi, non lo conosce quasi più nessuno, quindi è necessaria una evangelizzazione a tappeto essenziale autentica rigorosa chiara semplice fedelissima, ripetuta assimilata e ridetta all'impronta quando capita capita. Noi preghiamo per la vostra santità.
m.a.

Anonimo ha detto...

Tutto vero, ma come vuoi risolvere la questione, considerando che da parecchio tempo i bimbi sono battezzati a loro insaputa e in famiglia nulla si fa per richiamarne il significato e prepararli all'insegnamento catechetico con un linguaggio adatto all'età? Poi arriva il percorso catechetico vero e tutti ma proprio tutti sono convinti di essere ospiti di una festa a loro dedicata, con regali, presenza di tutti i parenti e via. Trascorso quel periodo mi piacerebbe che qualcuno rendesse pubbliche le percentuali dei ragazzini che continuano a frequentare la chiesa. Parlando con un sacerdote mi ha detto che fatta la comunione e la cresima i ragazzi si volatilizzano. Quindi sarebbe opportuno che qualcuno spiegasse cosa fare in concreto per modificare la situazione odierna.

Anonimo ha detto...

“La vera forza di volontà è calma; nella calma è perseverante affinché non si scoraggi per momentanei insuccessi o per eventuali ferite ricevute. Nessuno è vinto finché non ha rinunciato alla lotta. E chi lavora per il Signore ripone la sua fiducia in Dio e non in se stesso".
Reginald Garrigou-Lagrange, Le tre età della vita interiore: preludio della vita eterna

Sereno Graffiante ha detto...

"Di quale Chiesa è papa Bergoglio"?
Si chiude con questo interrogativo tranchant e retorico un intervento sintetico ma molto frizzante e lucido di Mons. Viganò sul suo blog Exsurge Domine (essere o non essere papa).
Come può il cattolico conservatore, si chiede Monsignore, continuare a considerare Bergoglio papa legittimo e volerlo contemporaneamente giudicare.

Anonimo ha detto...

E inizia la nuova vera Chiesa ... che l'altra si è corrotta, sperando di avere anche un Papa presto? Proprio come 2000 anni fa siam giunti al capolinea, di qua si scende e di là si sale. Ognun scelga da che parte stare, presto mi sa tale scelta drammatica sarà. Ma già qua ci si trova a disagio che le idee non collimano quasi ovunque con quelle di 2000 anni. Dio permettendo avendo castigato come mai prima come a La Salette pre-annunziato. Inizia un nucleo e poi si diffonderà, erano 12, e poi 70, e poi 3000 e più. E si sparsero per la terra, che ora ri-attende il beato annuncio. Le profezie di santi mistici affermano che il nuovo Papa designato sarà da Pietro e Paolo, dopo la guerra, se non erro.

Anonimo ha detto...

Come ha fatto il barone von Pastor in ogni pagina della sua "Storia dei Papi": li riconosceva Papi e poi li giudicava per il loro operato più o meno conforme alle necessità dei tempi, e nel caso di alcuni anche alla morale personale e alla dottrina.

Il suo è il solito falso dilemma dei sedevacantisti (anche quelli storici), mi perdoni ma non se ne può più di sentir ripetere questo argomento.

Posso riconoscere il Papa e anche giudicarlo in base alla retta dottrina e in casi di necessità disobbedirgli, non c'è nessuna contraddizione e molti teologi classici lo hanno dato assolutamente per scontato.