Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 6 settembre 2024

La vita presente è un combattimento

Si è persa, nella nuova generazione, la consapevolezza della Chiesa Trionfante (i Santi), Purgante (i defunti in Purgatorio) e Militante (dei Milites Christi che siamo noi). 
Ricordo che all'inizio della Messa il sacerdote offre in sacrificio a Dio "la vittima immacolata", ossia Gesù Cristo, "per i miei innumerevoli peccati, offese e negligenze, nonché a vantaggio dei presenti e di tutti i fedeli cristiani, vivi e defunti, affinché possa giovare a me e a loro a conseguire l'eterna salvezza". / Suscipe, sancte Pater, omnipotens aeterne Deus, hanc immaculatam hostiam, quam ego indignus famulus tuus offero tibi, Deo meo vivo et vero, pro innumerabilibus peccatis, et offensionibus, et negligentiis meis, et pro omnibus circumstantibus, sed et pro omnibus fidelibus Christianis vivis atque defunctis: ut mihi, et illis proficiat ad salutem in vitam aeternam. Amen. 
Prega poi affinché siamo fatti partecipi, attraverso il mistero del pane e del vino, della divinità di Gesù Cristo, che degnò assumere in Sé anche la natura umana, a tal punto nobilitata. 

La vita presente è un combattimento

"Il culmine della fede è l'oscurità completa, il culmine della speranza si ha quando si sente tutto il peso delle cose umane, il culmine dell'amore è l'apprezzamento di Dio nelle tempeste dell'anima, il culmine della carità è l'amore del prossimo quanto più esso ci ripugna."

Nel campo della vita soprannaturale, finché viviamo in terra, noi ci troviamo quasi nel campo dei paradossi. La vita presente è una prova, è una giostra, è un combattimento. Dio ci si rivela nella fede, e nel tempo stesso ci si nasconde. Egli è felicità infinita e quasi ci si mostra afflizione; sfida la nostra fede mostrandosi sulla Croce nudo e sfigurato. Quando veramente noi comunichiamo con Lui, ci si cela e ci agghiaccia con le aridità; quando veramente Lo amiamo, ci mette più alla prova per rendere più puro il nostro amore. Siamo come aviatori che non si sollevano senza vedersi sull'abisso, e che non volano senza vincere il peso dell'apparecchio. L'anima che è trasportata dalle consolazioni non vola, è semplicemente come una piuma presa dal vento e portata in tutte le direzioni. Vola chi sente il proprio peso ed è valoroso chi s'innalza nella tempesta.
Il culmine della fede è l'oscurità completa, il culmine della speranza si ha quando si sente tutto il peso delle cose umane, il culmine dell'amore è l'apprezzamento di Dio nelle tempeste dell'anima, il culmine della carità è l'amore del prossimo quanto più esso ci ripugna. Non c'è un'elemosina più smagliante di luce soprannaturale quanto quella che si fa col cuore impietrito, con la tentazione dell'avarizia, col risentimento che lotta in noi contro la voce di Dio, di Dio solo che, essendo dolcissimo, ha pure un'eco cavernosa, paurosa, sfigurata, ripugnante nel prossimo nostro.

Alla fede, alla speranza, all'amore, alla carità, non si giunge per vie fiorite, ma per aspri sentieri, perché sono ascese dell'anima; non si passa che per tunnel fuligginosi; non si giunge che attraverso la tempesta. Dopo sì, dopo c'è la gioia, anche su questa terra; dopo la fede è certezza, la speranza è riposo, l'amore è vita, la carità è dolcezza, la preghiera è puro e semplice sguardo di contemplazione in Dio, il mondo è come atomo al di sotto di noi, le passioni sono nubi procellose dalle quali siamo usciti col nostro volo trionfante, e stanno sotto di noi, né c'impauriscono più i guizzi sanguigni delle folgori, perché siamo al di sopra della tempesta.
(Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro del Deuteronomio)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

LA TESTIMONIANZA DEL PROFESSORE ATEO DI HARVARD CHE SI E' CONVERTITO PER INTERCESSIONE DI MARIA

L’ex professore di economia ad Harvard ha anche spiegato di essere diventato ateo all’università, dopo aver abbandonato la fede ebraica. Ma il vuoto dell’ateismo ha portato il suo cuore a desiderare di più. Roy Schoeman ha rilasciato un’intervista alla televisione americana raccontando la sua storia!

“Stavo dormendo e ho pensato di essere stato svegliato dolcemente da una mano sulla spalla. Sono stato condotto in una stanza, dove ero solo con la donna più bella che potessi mai immaginare. Sapevo, senza che nessuno me lo dicesse, che era la Vergine Maria. Quando mi sono trovato alla sua presenza, tutto ciò che volevo fare era onorarla apertamente. Quindi il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato ‘Oh mio Dio. Se solo sapessi dire l’Ave Maria. Ma non la sapevo’.

“Il mio primo pensiero è stato di chiedergli di insegnarmela… ma ero troppo orgoglioso per ammettere che non la sapevo. Quindi, per scoprirlo indirettamente, le ho chiesto quale fosse la sua preghiera preferita. Era un po’ timida, ma la sua risposta è stata: amo tutte le preghiere. Poi sono diventato un po’ insistente e ho detto: ‘dev’esserci qualche preghiera che ami più di altre'”.

Maria quindi gli ha detto che la sua preghiera preferita è O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi! “Quando sono andato a dormire quella notte”, ha continuato Schoeman, “non sapevo praticamente nulla della Beata Vergine Maria… non sapevo nulla di ciò che mi era stato poi rivelato”.

“Sebbene fosse perfettamente bella da guardare, indescrivibilmente bella, ancora più perfetta era la sua voce. Quando la bellezza della sua voce fluiva verso di me, portando con sé il suo amore, mi elevava al più grande stato di estasi che non avrei mai immaginato potesse esistere”. Il professore ha detto che è rimasto completamente incantato dalla Vergine e che “voleva essere il cristiano più completo possibile”.

Dopo questa esperienza Schoeman si sveglia profondamente innamorato della Vergine. Eppure il suo pellegrinaggio non era ancora giunto al temine: «Non sapevo ancora nulla del cristianesimo», afferma infatti, «né della differenza tra la Chiesa cattolica e nessuna delle centinaia di denominazioni protestanti. Mi ci sono voluti altri due anni per trovare la mia strada per la Chiesa cattolica, guidata dal mio amore e rispetto per la Beata Vergine Maria». Sono infatti la sua devozione mariana, unita a un forte desiderio di ricevere la Santa comunione, a portarlo a celebrare i sacramenti del Battesimo, della Penitenza, dell’Eucarestia e della Confermazione, nel 1992.

Una tappa fondamentale, questa, che lo ha poi portato a interrogarsi sulla sua vocazione e a mettersi in tutto a servizio di Dio e del prossimo, con una costante opera di evangelizzazione e di preghiera. Preghiera che è forte anche nei confronti dei suoi fratelli ebrei, nei confronti dei quali nutre una profonda speranza, ossia «[…] che le persone con cui Gesù si è manifestato per la prima volta possano venire nella verità e nella pienezza della loro relazione con Lui nella Chiesa cattolica».
Church Pop (Fonte)

Sereno Graffiante ha detto...

"Il culmine della fede è l'oscurità completa", passaggio iperbolico che richiede fiumi di inchiostro per svelarne l'apparente contraddizione.

Anonimo ha detto...

Il discorso è complesso e ha molte sfaccettature. Soprattutto rispetto all'acquisizione di un equilibrato sviluppo dell' Io.
Tale equilibrio è il faticoso risultato di un lavoro fatto con l'aiuto di uno psicoanalista preparato e dipende per metà dall'ambiente in cui si nasce e si cresce e per metà dalla parte biologica di cui l'individuo è dotato.

mic ha detto...

Eh sì. Innegabile il connubio ereditarietà/contingenze. La complessità è la cifra. Ma bisogna cominciare a muoversi con coordinate basilari.
E c'è un fondamento ineludibile oggi purtroppo accantonato : l'azione trasformante della Grazia, frutto della fede come rapporto vivo col Soprannaturale, che è una Persona, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo e nostro...
Invece siamo all'idolatria della natura assolutizzata al posto drl Creatore.

Anonimo ha detto...

In un articolo del 4 sett c.a. su Corrispondenza Romana, il prof. De Mattei formula un'interpretazione per respingere le accuse alla veggente di Fatima, di non aver capito quanto le diceva la Madonna, ossia che un'altra guerra (mondiale) sarebbe scoppiata sotto il regno di Pio XI. Invece scoppiò l'1 sett 1939 sotto Pio XII. Tesi del prof.: la grande aurora boreale del 25 gennaio 1938 regnante Pio XI sarebbe stato un segno del castigo imminente preannunciato dalla S.ma Vergine, pertanto si deve ritenere che la II gm sia scoppiata con gli accordi di Monaco del sett del 1938, che sanzionarono l'annessione dell'Austria da parte di Hitler e aprirono la via al successivo smembramento della Cecoslovacchia.
Tesi a mia avviso non soddisfacente. La S.ma Vergine parlò di "scoppio" della guerra. Ora, una minoranza di storici sostiene a ragione che la II gm sia iniziata in Asia, il 7 luglio del 1937, regnante Pio XI, quando il Giappone iniziò un attacco su vasta scala della Cina, che l'avrebbe portato ad occupare quasi tutta la fascia costiera cinese e la capitale Pechino, dal 28 luglio 37.
Lo scacchiere asiatico non deve esser trascurato. C'era il progetto di una alleanza tra nazisti e giapponesi contro l'URSS, che non si fece perché nel '34-35 i giapponesi furono duramente sconfitti dalle forze corazzate russe in Mongolia, cosa che li indusse alla cautela verso i russi.
Bisogna quindi dire che la II gm il primo sett '39 scoppiò in Europa, ma era già in corso al tempo di Pio XI. Come profetizzato.
pp

Anonimo ha detto...

"È valoroso chi s’innalza nella tempesta
L’anima che è trasportata dalle consolazioni non vola, è semplicemente come una piuma presa dal vento e portata in tutte le direzioni. Vola chi sente il proprio peso ed è valoroso chi s’innalza nella tempesta. Il culmine della fede è l’oscurità completa, il culmine della speranza si ha quando si sente tutto il peso delle cose umane, il culmine dell’amore è l’apprezzamento di Dio nelle tempeste dell’anima, il culmine della carità è l’amore del prossimo quanto più esso ci ripugna. Non c’è un’elemosina più smagliante di luce soprannaturale quanto quella che si fa con il cuore impietrito, con la tentazione dell’avarizia, con il risentimento che lotta in noi contro la voce di Dio, di Dio solo che, essendo dolcissimo, ha pure un’eco cavernosa, paurosa, sfigurata, ripugnante nel nostro prossimo"

Anonimo ha detto...

Ma la vita cristiana che cos'è se non il vivere in noi stessi la vita del Cristo?

"Dio vuole da noi che compiamo quello che non potremo mai fare senza di lui. Eppure è questo che ha voluto il Signore: che noi, rovinati dal peccato, nell'abisso del male, collaborassimo alla nostra salvezza. Non solo Dio ci salva: se dobbiamo espiare è perché lui ci fa capaci di essere uniti al Cristo nell'atto supremo con cui egli ha salvato il mondo e ha reso a Dio una gloria immensamente più grande di quella che gli uomini gli avevano usurpato. Noi dunque siamo presuntuosi se vogliamo espiare senza prima espiare per noi, e pazzi se vogliamo espiare con le sole nostre forze. Ma la vita cristiana che cos'è se non il vivere in noi stessi la vita del Cristo? Il Padre ci ha uniti al Figlio perché vivessimo il suo stesso mistero e il suo mistero ha il proprio compimento nella Morte sulla Croce...
Possiamo espiare soltanto nell'unione col Cristo, soltanto essendo uniti a lui. L'uomo da solo non può espiare. Tutto quello che l'uomo può fare non ha alcun merito davanti a Dio. Innanzi tutto l'espiazione comporta l'essere uniti a Cristo, l'essere in grazia. Se saremo uniti a lui vivremo il suo mistero, saremo una sola cosa con lui, non soltanto nella sua vita nascosta, nella sua predicazione, nella sua preghiera, ma nel mistero di quella morte con cui egli ha espiato per tutti i peccatori del mondo ed ha ottenuto per loro il perdono. La nostra espiazione in tanto sarà efficace in quanto saremo uniti a Gesù e vivremo la sua morte redentrice; nell'unione a questa Morte offriremo a Dio l'omaggio più alto di lode che mai sia salito al suo trono."

(Don Divo Barsotti - La Mistica della Riparazione)

Anonimo ha detto...

"Il culmine della fede è l'oscurità completa..."
Ma che significa, esattamente? Una nozione che forse va bene per i mistici ma appare difficile per le persone normali, per i semplici fedeli che combattono ogni giorno contro le tentazioni di sempre: la lussuria, l'avarizia, la superbia, etc. Contentiamoci di chiedere al Signore la Grazia per riuscire a fare il nostro dovere di cristiani fedeli al suo insegnamento, senza tanti svolazzi nel Mistico, riservato a pochi. Già osservare i suoi comandamenti ogni giorno è difficile. E sempre più difficile in quest'epoca di oscuramento diabolico della fede.
T.

Anonimo ha detto...

È nella notte che si può guardare più lontano. È nella notte che si può capire la grandezza incommensurabile dell’universo. Di giorno, pur essendoci la luce, questo non è possibile. Insomma, è proprio quando Dio permette che le luci delle consolazioni vengano meno, che la nostra fede diviene vera facendoci stringere a Dio e non ai suoi doni.

Anonimo ha detto...

Elogio della notte e dello spazio stellato dell'universo? Ci permette di guardare più lontano? Mi viene in mente una frase di Pascal di fronte al notturno spazio stellato, che cito a memoria: "Mi atterrisce il silenzio di questo spazio infinito". E Pascal era sicuramente uno spirito religioso.
T.

Anonimo ha detto...

IL SIGNORE FLAGELLA E CASTIGA QUELLI CHE AMA

"Chi è prosperato e non soffre può dirsi abbandonato da Dio"

Dio non ci flagella che quando ci tocca con l'amore, poiché allora lo ricaccia e brucia tutto quello che non è amore in noi; è impossibile che il suo contatto non ci bruci. Egli fa questo con estrema delicatezza; è come fuoco che s'avanza silenzioso, che brucia quanto è necessario che si elimini, e lascia intatto tutto quello che può lasciare. Egli dissolve tutto quello che è d'impedimento al suo amore; il suo contatto è angoscioso perchè siamo miserabili, ma è salutare perché Egli ci medica, ci risana, ci rinnova.

Perciò è tanto vera la sua parola: "Quelli che io amo flagello e castigo". Ma in quale maniera delicata ci flagella! Egli tempera ogni dolore con la sua grazia interiore, ci consola senza che nessuno se ne accorga, rende meno penoso ogni colpo, lo fa fruttiticare a volte anche in questa vita, e sempre per la vita eterna. Chi è prosperato e non soffre può dirsi abbandonato da Dio, poiché è impossibile che l'infinito Amore lo tocchi e non trovi nulla da bruciare. (...)

O infinita bontà di Dio, come sei ammirabile nelle misteriose tue vie! Tu ci hai creati, o Signore, e ci vuoi per te! Tutto quello che ci appare lotta della vita, oppressione, miseria, angoscia, è in realtà il combattimento del tuo Amore. Se ci dessimo a te interamente, se alzassimo finalmente la bandiera bianca su questa povera fortezza crivellata di colpi, la lotta cesserebbe per incanto e tu verresti da trionfatore per rinnovare dalle fondamenta le nostre fumanti miserie. O infinito Amore, noi brancoliamo nelle tenebre perché non ti conosciamo ancora; ma se analizzassimo tutte le angustie della nostra vita con uno sguardo profondo, noi troveremmo in ogni spina un fiore, in ogni pena un sorriso, in ogni dolore un bacio del tuo Amore!

(Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro dei Re)

Anonimo ha detto...

Ripensando alla frase di Pascal citata nel commento qui sopra: di fronte alla maestà dello spazio notturno stellato si prova istintivamente il timor di Dio. Non il terrore, il timore, un tempo considerato una salutare virtù cristiana. Ad un livello meno elevato di pensieri: il silenzio nel senso di raccoglimento interiore prima dell'azione, si intende l'azione in difesa della dottrina cattolica autentica, oggi così calpestata.