Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 29 dicembre 2011

Il fallibile infallibile. L'analisi di Jean Madiran

Il Blog Summorum Pontificum riporta una interessante notazione su un articolo di Jean Madiran in ordine all'ormai famosa tesi di Ocariz. Lo traduco e lo pubblico, per condividerne le conclusioni che ci trovano in perfetta sintonia. È anche la riprova dell'interesse che questi dibattiti, non più eludibili, suscitano in tutto l'orbe cattolico


Su Présent di domani, Jean Madiran torna sull'articolo di Mons. Ocariz apparso su L’Osservatore romano del 2 dicembre scorso a cui risponde l’abbé Gleize in un articolo che apparirà sul Courrier de Rome e del quale si possono trovare degli estratti, come già segnalato sul sito DICI.

Jean Madiran mostra pertinentemente che a forza di non rispondere esplicitamente alle critiche indirizzate al Vaticano II – in ordine alle quali il Magistero dovrà pur pronunciarsi –, i teologi finiscono per entrare in una sorta di luogo-ipotetico. Che dice, in effetti, Mons. Ocariz ? Semplicemente (!) questo :
« Il fatto, che un atto di Magistero della Chiesa non sia garantito dal carìsma dell'infallibilità non significa che esso possa essere considerato come “fallibile”, nel senso che trasmetterebbe una “dottrina provvisoria” o ancora “opinioni autorizzate”. »
Senza rendersene conto, il prelato lancia così una nuova categoria : il fallibile infallibile o l'infallibile fallibile.
Come scrive Jean Madiran :
Egli tenta così d'istituire, per rinforzare ciò che evidentemente non è infallibile, la promozione d'una non-fallibilità  che sarebbe una sorta d'infallibilità relativa, surrettizia non ufficiale ma imperativa.
E conclude molto giustamente :
I due libri di Gherardini, la sua « Supplica al Santo Padre », e  quella che l'ha seguita, di una cinquantina di personalità italiane, « al Papa Benedetto XVI per un esame approfondito del Concilio ecumenico Vaticano II », tutto ciò, in margine alle richieste proprie alla FSSPX e finalmente nello stesso senso, esprime la persistenza di  un contenzioso che si è manifestato con ininterrotta insistenza da quarantacinque anni. Esso tende ad una reinterpretazione punto per punto dell'insieme delle novità del Vaticano II. In altre parole, quando sarà il momento, una sorta di Vaticano III dottrinale per un esame teologico del Vaticano II pastorale : la presentazione delle novità davanti ai criteri tradizionali del Magistero della Chiesa, per ottenere che siano eliminate le contestazioni, le divergenze, le opposizioni. Ma esse non potranno esserlo che da parte del Papa, domani o più tardi, con un concilio o senza.

11 commenti:

don Camillo ha detto...

Un concilio? IMPOSSIBILE! L'episcopato mondiale e quasi totalmente corrotto. Comunque concilio o non concilio nella Chiesa Cattolica basta solo una persona per cambiare tutto, per riformare tutto istantaneamente, il Papa Romano. Basta solo che Pietro faccia quello che nostro Signore gli chiese di fare in questo tempo terrestre: CONFERMARE NELLA FEDE, quando si deciderà tutto cambierà..

DANTE PASTORELLI ha detto...

Un concilio dogmatico, con canoni, convocato e presieduto (ed approvato infine) dal Papa per definire delle verità in materia di fede e costumi non può, per quanto corrotti siano i vescovi, errare perché è garantito dall'assistenza dello Spirito Santo.

Giampaolo ha detto...

Con canoni e schemi prestabiliti, di cui non si possa far strame come nel precedente. A queste condizioni, per quanto le righe siano storte, l'Autore scriverà musica ben "dritta"!

DANTE PASTORELLI ha detto...

Gli schemi presentati dalle commissioni preparatorie potranno esser eventualmente mutati: ma i cambiamenti saranno apportati sotto la guida dello Spirito Santo. E se le correzioni da qualcuno proposte non saranno in linea con la Tradizione, il Sommo Pontefice non potrà approvarle in quanto agirà da Pietro.
Il Vaticano II fa storia a sé.

repetita ha detto...

Il Vaticano II fa storia a sé

APPUNTO.
E' giunta l'ora (e comincia a esser tardi) che si dia il giusto nome, appropriato, a questa "STORIA a sè" che differenzia profondamente il concilio 21.mo da tutti i precedenti.
Andiamo finalmente a RILEGGERE l'intera storia, nei suoi sommovimenti interni, di natura tutta POLITICA, di quell'assise che -per accoglienza di "ciò che unisce"- ha aperto le porte all'eresia sottilmente demolitrice della Chiesa dalle sue fondamenta.
Se il CV2è stato un concilio sui generis, è dovere improrogabile di tutta la Chiesa, clero e laici, di prendere coscienza e DIRE a chiare lettere, di che tipo di concilio si è trattato, QUALIFICARLO:
buono o cattivo.
Gli insegnamenti di un concilio, magisteriale o pastorale, non possono essere OGGETTI NEUTRI e indifferenti circa i loro effetti. Essi hanno sempre ricadute di qualche specie sulla vita cristiana, sulla qualità della Fede e della morale dei cattolici. Quindi ?
A giudicare dai frutti, come il Vangelo insegna, non ci sono dubbi, e non sono necessarie disamine e dispute che durino secoli.

don Camillo ha detto...

Senza rendersene conto, il prelato lancia così una nuova categoria : il fallibile infallibile o l'infallibile fallibile.
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Se questi sono gli "esperti" che hanno trattato con la Fraternità, ebbene c'è da preoccuparsi. Spero solo che siano state delle parole messe li, tra le tante, tra le tante che si sono dette, se così non fosse, la portata di questa "novità", avrà delle ripercussioni importanti. Con questo criterio si dovrebbe eliminare buona parte dell'approfondimento teologico cattolico, che non potrebbe essere eseguito serenamente senza toccare presunte [non comprovate] "asserzioni inerranti" del magistero ordinario papale post-conciliare. Sarebbe l'oblio definitivo della ragione per una teologia [per-comprensiva] ripiegata su se stessa.

Anonimo ha detto...

Gli insegnamenti di un concilio, magisteriale o pastorale, non possono essere OGGETTI NEUTRI e indifferenti circa i loro effetti.

Infatti, si è cercato un nuovo 'linguaggio' per annacquare, quando non per sovvertire, i significati, col pretesto dell'"aggiornamento", che oggi neppure il Papa esita più a definire "riforma" anche se la dichiara nella "continuità"...

E questo non ha riguardato elementi marginali ma il nucleo portante della nostra Fede: il Santo Sacrificio. Il resto è correlato e consequenziale.

Anonimo ha detto...

Sarebbe l'oblio definitivo della ragione per una teologia [per-comprensiva] ripiegata su se stessa.

Il Logos stesso vi si oppone... non preavalebunt!
Potranno ancora signoreggiare e silenziare la tradizione - mi ricorda tanto i tempi degli Ariani dominanti- ma questa confusione dovrà pur avere un termine. Allora, se non ricordo male, su 600 vescovi eretici, ne son bastati 4 (guarda caso! Semplice coincidenza?) insieme ad Atanasio, perché la Chiesa risorgesse gloriosa!

Icabod ha detto...

Il problema c'è, ma non riguarda specificamente le affermazioni di Ocariz.

Esso riguarda l'inedita situazione di un Magistero, dei cui testi la legittima autorità tarda o è renitente a dare l'interpretazione di quelli ambigui, che ormai senza dubbio coesistono con quelli 'sani'.

Solo il Papa può farlo, ma nell'attesa il dibattito teologico è inevitabile. Certo lo stile e il rispetto contano; ma la ricerca della Verità non può essere silenziata. Ormai non ci riusciranno più. Nè Ocariz nè altri.

Auguri a tutti per il Nuovo Anno.

Anonimo ha detto...

E', credo, evidente a tutti che le parole di Ocariz sembra tendano a impedire il libero dibattito, che se non altro è il frutto sudato di anni di tentativi di confronto e del contributo di molte vigili sentinelle oltre che delle sofferenze della FSSPX. Nelle sue affermazioni, oltretutto, si nasconde un serio problema logico, rivelato proprio dal "fallibile infallibile" .

Fa pensare il fatto che due dei protagonisti del dibattito recente, che ha suscitato anche tanto interesse in tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Chiesa: Gleize e Ocariz, siano entrambi partecipi dei colloqui dottrinali tra Roma e la FSSPX.

Strano, ma emblematico della frattura prodottasi dallo spartiacque-concilio, che tra cattolici non si riesca a discutere serenamente di fronte a problemi di interpretazione su questioni per nulla marginali senza trovare un punto d'incontro.

Sarebbe opportuno però che non venissero frapposti ulteriori ostacoli agli accordi canonici. E, tuttavia, ormai è chiaro a tutti che i problemi non riguardano solo la FSSPX, ma tutta la Tradizione autentica e, quindi, tutta la Chiesa.

Anonimo ha detto...

Certo lo stile e il rispetto contano; ma la ricerca della Verità non può essere silenziata. Ormai non ci riusciranno più. Nè Ocariz nè altri.

Non ci sarebbero riusciti comunque, anche se le difficoltà in cui ci dibattiamo sembrerebbero umanamente insormontabili...
Confidiamo, preghiamo, custodiamo e diffondiamo!

Grazie per gli auguri e anche per i contributi.
Ricambio e aggiungo i miei