Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 30 dicembre 2011

RealCatholicTV non può più qualificarsi "cattolica"?

Anche oggi, riprendo da un portale francese, Riposte Catholique, una notizia emblematica dell'aria che tira nelle cure vescovili non solo di casa nostra ma in tutto il mondo. Oltre alle segnalazioni di vescovi belgi, austriaci e francesi - è di ieri la segnalazione di Rorate Caeli sulle recenti dichiarazioni sul celibato ecclesiastico del Vescovo di Anversa -, che rilasciano dichiarazioni in evidente dissenso con gli insegnamenti cattolici e con le dichiarazioni dei Papi anche post-conciliari, dobbiamo registrare l'ennesimo episodio di discriminazione nei confronti di realtà che si fregiano di definirsi cattoliche. Nel caso di specie mi fido dell'attendibilità della fonte. E viene da chiedersi: cos'è, oggi, davvero “cattolico”?

Un caso sgradevolissimo e preoccupante è appena scoppiato nell'arcidiocesi di Détroit (Michigan) il cui ordinario, Mons. Allen Vigneron, non passa per essere un vescovo particolarmente “liberale” ma, al contrario, ha la reputazione di essere “conservatore” (nonostante il fatto che è di origine... francese). Riguarda Real Catholic TV, una televisione cattolica su Internet. Il 15 dicembre scorso, con la firma di Joe Kohn, direttore della comunicazione, l’arcidiocesi pubblicava il seguente comunicato sul suo sito ufficiale :
« La Chiesa incoraggia i fedeli cristiani a promuovere e a sostenere ogni sorta di iniziativa apostolica ma, tuttavia, vieta a qualunque di queste iniziative di rivendicare il nome “cattolico” senza il permesso dell'autorità ecclesiastica competente (vedi il canone 216 del Codice di Diritto canonico del 1983). Successivamente, l’arcidiocesi di Détroit è in contatto con M. Michael Voris ed il sostenitore mediatico di Real Catholic TV in ordine al loro uso esplicito del termine “cattolico” per identificare e promuovere le loro attività pubbliche diffuse dallo studio di Ferndale, Michigan. L’arcidiocesi ha informato M. Voris e Real Catholic TV, RealCatholicTV.com, che non li considera autorizzati ad utilizzare il termine “catholique” per identificare o promuovere le proprie attività pubbliche. Ogni domanda relativa al caso deve essere indirizzata. »
Il canone al quale egli fa riferimento, in effetti precisa :
« Tutti i fedeli, in quanto partecipano alla missione della Chiesa, hanno il diritto, secondo lo stato e la condizione di ciascuno, di promuovere o di sostenere l'attività apostolica anche con proprie iniziative; tuttavia nessuna iniziativa rivendichi per se stessa il nome di cattolica, senza il consenso dell'autorità ecclesiastica competente. »
In poche parole, questa dichiarazione del dipartimento della comunicazione dell’arcidiocesi di Détroit, vieta a Real Catholic TV di utilizzare il termine “cattolico”.

Questa dichiarazione è molto mal posta. L'interdizione deriva dal fatto che Real Catholic TV diffonde una dottrina non conforme all'ortodossia cattolica, oppure è stata emanata perché Real Catholic TV ha omesso di chiedere l'autorizzazione a qualificarsi come “cattolica” ? Inoltre, per una questione di così grande importanza – dichiarazione di “non cattolicità” d’un média che afferma di esserlo –, ci si aspetterebbe, quanto meno, una dichiarazione formale o informale dell’ordinario stesso, o del vicario generale, o della cancelleria della diocesi, ma non un comunicato quasi surrettizio di un « servizio di comunicazione » !

Prima osservazione : Si può, certamente, trovare Michael Voris un po' eccessivo nelle sue denunce appassionate, ma le sue denunce non si applicano precisamente a cattolici o comportamenti cattolici che si prendono delle libertà con la dottrina cattolica integrale. Si potrà, eventualmente, rimproverargli lo stile, ma di certo non la sua ortodossia. Decine di organizzazioni, associazioni, ospedali, politici e média si fregiano senza vergogna del qualificativo di“cattolico” anche quando sono eretici. Non ho constatato posizioni eretiche nei contenuti diffusi da Real Catholic TV da me conosciuti.

Seconda osservazione : la questione del « permesso dell'autorità ecclesiastica competente » è delicata, e il canone 216 è soggetto ad interpretazione : « l'autorità ecclesiastica competente » in ultima istanza può essere Roma in caso di procedura canonica. Certo, appartiene al vescovo territoriale, è suo diritto e suo dovere, giudicare la “cattolicità” di coloro che si riconoscono cattolici per il solo fatto di essere battezzati, i quali possono nei loro atti e dichiarazioni posti esplicitamente come cattolici, allontanarsi sensibilmente o assolutamente dalla dottrina cattolica.

Inoltre, e tecnicamente, se gli studi di Real Catholic TV si trovano nel territorio dell'arcidiocesi di Détroit, la sua sede sociale è situata in quello della diocesi di Fort Wayne-South Bend (Indiana). Il proprietario di Real Catholic TV non è Michael Voris – il quale non è che un salariato –, ma Marc Brammer, un cattolico residente in questa diocesi e il cui ordinario, Mons Kevin Rhoades, non ha, fino ad oggi, preteso da Real Catholic TV di abbandonare il qualificativo di “cattolica”.

Questo incidente avrà degli sviluppi. Noi lo seguiremo e si comprenderà che nel portale Riposte Catholique, vi prestiamo molta attenzione. Dopo la recente denuncia di giovani cattolici manifestanti in Francia contro gli spettacoli blasfemi e profanatori, per il fatto che non avevano ricevuto « mandato » dall'autorità ecclesiastica – una denuncia molto "oltre" a ciò che la Chiesa osserva dopo il concilio Vaticano II... –, c'è ragione di essere attenti!

1 commento:

Anonimo ha detto...

c'è ragione di essere attenti!

E' vero, ma avverrà finché ci saranno autentici testimoni...