Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 2 agosto 2013

Caro papa, cos'abbiamo da imparare dagli Orientali?

Dall'intervista ai giornalisti sull'aereo di ritorno da Rio:

[Domanda del giornalista russo] Alexey Bukalov:
Santo Padre, tornando all’ecumenismo: oggi gli ortodossi festeggiano i 1.025 anni del cristianesimo, ci sono grandissimi festeggiamenti in molte capitali. Se vuole fare un commento su questo fatto, sarò felice a questo proposito. Grazie.
Papa Francesco:
Nelle Chiese ortodosse, hanno conservato quella pristina liturgia, tanto bella. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Loro lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio, cantano, il tempo non conta. Il centro è Dio, e questa è una ricchezza che vorrei dire in questa occasione in cui Lei mi fa questa domanda. Una volta, parlando della Chiesa occidentale, dell’Europa occidentale, soprattutto la Chiesa più cresciuta, mi hanno detto questa frase: “Lux ex oriente, ex occidente luxus”. Il consumismo, il benessere, ci hanno fatto tanto male. Invece voi conservate questa bellezza di Dio al centro, la referenza. Quando si legge Dostoevskij - io credo che per tutti noi deve essere un autore da leggere e rileggere, perché ha una saggezza - si percepisce qual è l’anima russa, l’anima orientale. È una cosa che ci farà tanto bene. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce dell’Oriente. Giovanni Paolo II lo aveva scritto nella sua Lettera. Ma tante volte il luxus dell’Occidente ci fa perdere l’orizzonte. Non so, mi viene questo di dire. Grazie..
Si preoccupa del luxus (come poi se la lux noi non l'avessimo) e non della veritas! Non è la prima volta che sentiamo dire: gli ortodossi hanno una superba Liturgia, canti magnifici, adorano... Noi non siamo ortodossi, ma una Liturgia millenaria l'abbiamo, condivisibile da tutti, alla quale tutti possono partecipare anche per la Lingua sacra comune, il Latino: si tratta del Rito Romano secondo il Messale del 1962, che Benedetto XVI ha definito "mai abrogato"!... A proposito dell'Oriente, lo stesso card. Ratzinger, prima di divenire Benedetto XVI, disse nel 2001 a Fontgombault : "Vi sono autentici segni di speranza di questa comprensione rinnovata e approfondita di Trento possa, in particolare tramite la mediazione delle Chiese di Oriente, essere resa accessibile ai cristiani protestanti." 
Strano questo richiamo alla "mediazione delle Chiese d'Oriente", come se il nostro Rito Antico fosse da meno! E, poi, questa ossessione dell'accessibilità ai protestanti che continua a divenire nostro adeguamento ad essi anziché promuovere il necessario reditus da parte loro!
E il nostro Rito Antiquior, perché ignorarlo e disprezzarlo? È un assurdo che non trova alcuna spiegazione.

Inoltre il Papa che demolisce quel poco che il suo predecessore aveva fatto per la liturgia, che ha fatto del pauperismo - anche liturgico - la sua bandiera, che non si inginocchia mai né nella Consacrazione né in Adorazione, basandosi su cosa può affermare che al centro della Liturgia c'è Dio ?

45 commenti:

Redazione Famiglia Cattolica - Sandro Pasquino ha detto...

Vorrei invitarvi a vedere questo film profetico del 1973 The Conflict ,Il Conflitto, che anticipa i fatti del dopo CV2 ed addirittura gli ultimi sui Francescani dell'Immacolata

Qui
www.famigliacattolica.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Non è strano che all'andata non abbia rilasciato interviste e, dunque, i media non abbiano avuto nulla che potesse "distrarre" l'attenzione dallo "spettacolo" promozionale e dalla demagogia dell'intero evento, mentre al ritorno sia stato prodigo di esternazioni, sulle quali ci sarebbe materiale per un volume intero?

Mauro ha detto...

Cara mic, provo a risponderti dicendoti che dietro a tutto il fare iper-umile e iper-pio di Bergoglio ci sono sicuramente abili registi che gli insegnano bene cosa deve fare, cosa deve dire e le strategie comunicative da usare. La stessa dinamica che c'è dietro le pubblicità televisive e gli spot elettorali. Tutto viene studiato ad arte per accalappiare più consenso possibile, specie in un periodo socialmente ed economicamente triste come questo. Quello è più furbo di quello che si crede e che si mostra!

Gederson Falcometa ha detto...

"Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione".

Non me sembra che la FSSPX, i FI, altri istituti tradizionale e pretti che celebrano la Messa Tridentina hanno perso il senso dell'adorazione. Ma sarà che di loro Francesco e la Chiesa post conciliare possono imparare qualcosa?

È difficile sapere perché Francesco non se inginocchiar davanti al Santissimo Sacramento. Soprattutto quando se sa che ha avuto un miracolo eucaristico in Buenos Aires...

OT ha detto...

Scusate se vado fuori tema, ma questa storia dei Frati Francescani dell'Immacolata, mi ha un po' sconvolto. Spero la Redazione pubblichi ugualmente il mio commento, anche se non è attinente al tema.

a) il modo in cui, il blitz è stato deciso perchè di questo si tratta.

b) non così, per le moltissime realtà dei movimenti ecclesiali e ordini vecchi di gloriosa memoria oramai, senza arte nè parte.

c) il modo in cui p. Lombardi si è apprestato a "chiarire" (meglio mettere a tacere i fedeli) circa la celebrazione della Liturgia Cattolica VO, mettendo in chiaro in modo non esplicito ma raggiungibile, che all'interno dll'Ordine vi sono due anime, una pro e una semi pro VO.

d) non mi è piaciuto affatto, l'intervento di un certo p. Sammarco FI, portavoce del portale FI, che chiaramento avrebbe rimbrottato il giusto appello di De Mattei o leprese di posizione diu altri rispettabilissimi articolisti.

e) ultimo ma non meno rilevante, è da un po' che seguo blog alla ricerca di notizie e trovo che vi siano persone molto malevoli, contro la FSSPX.

Pare che il loro Ordine venga condito in tutte le salse, ma sempre in negativo e non si capisce il perchè.

In particolare, trovo raccappricciante e parecchio incline alla calunnia, un blogger che gira di blog in blog, per attaccare la FSSPX e mi scuserete se devo fare il nome, perchè voglia il caso che abbia scoperto essere un sacerdote.

Si tratta di uno che si firma con Simon de Cyrene.

Ora, strumentalizzando la faccenda dei FI, stà portando avanti la teoria che loro si ( a differenza degli "scismatici e protestanti" FSSPX) sarebbero obbedienti.

Questi ultimi, secondo l'ambiguo e raccappricciante individuo, sarebbero degli scismatici e dei protestanti.....

Ora se 2+2 fa 4, come sarebbe a dire che sono dei protestanti scismatici, visto che celebrano la S. Messa Cattolica?

Per ulteriori informazioni circa il blogger Simon de Cyrene, andate a leggere questa chicca e spero che non la facciano sparire, trovata in

http://traditiocatholica.blogspot.it/2013/08/i-francescani-dellimmacolata-e-il.html

Termino questo post con le parole scritte da un Sacerdote “nordico” in un blog:


“ Certo che leggendo i commenti di …. ( omissis i nomi n.d.r.) ben vediamo il pericolo nel quale ha incorso la Congregazione: vi leggiamo gli abituali richiami luciferini alla disobbedienza sotto il solito fumo di tipo protestante dell'obbedienza soggettiva a Dio, mentre il cattolico verace e tradizionale invece sà che si va a Dio nell'obbedienza oggettiva ai legittimi superiori.

Ben ha fatto la Santa Sede di mettervi fine e di tagliare la testa a quest'orribile tentazione che spinge allo scisma e all'eresia, che è il tradi-protestantesimo ( questo prete è un po' fissato con il tradi-protestantesimo n.d.r.) …

E quanto è bellissima la posizione di P. Manelli stesso leggibile sul sito stesso dei caro Francescani dell'Immacolata e che risponde ai varî De Mattei e Siccardi con santo, serafico veracemente cattolico atteggiamento:

"Con riferimento al Decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica dell'11 luglio 2013 (Prot. n. 52741/2012), P. Stefano M. Manelli, con tutto l'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata unito a lui, obbedisce al S. Padre e confida che da questa obbedienza ne vengano grazie più grandi."

http://www.immacolata.com/index.php/it/

Questo è vero atteggiamento cattolico e santo e fornitore di grazie infinite in quanto Imitazione dell'Obbedienza di N.S.G.C. e della S.S. Vergine Maria.
In Pace


Scusate l'intrusione ma era doveroso avvisare, visto che il sacerdote in questione usa una virulenza tipica di chi vuole spargere odio e calunnia. GRAZIE.

Japhet ha detto...

La cosa che più costa oggi:
riuscire a dire "Oremus pro Pontifice NOSTRO Francisco"!

Miserere nobis.

Anonimo ha detto...

Purtroppo, OT

conosciamo il velenoso blogger che si ostina a finire i suoi messaggi intrisi di falsità e veleno con "In pace", quando non chiudeva con "ubi Petrus ibi ecclesia" per toglierti di bocca ogni minimo accenno di interrogativo o di critica, per quanto rispettosa.
Bene hai fatto a ricordarlo per chi ancora fosse nuovo a certe Agorà di confronto e si lasciasse confondere, anche perché è evidentemente preparato e dunque riesce a supportare i suoi discorsi con logica luciferina, che si riesce a smascherare se si conosce bene la realtà di cui si parla, ma non risulta scalfita da nessun argomento per quanto centrato e fondato sul magistero possa essere e purtroppo continua a trovar spazio in altri contesti meno vaccinati (o più strumentali) del nostro.

Anonimo ha detto...

Termino questo post con le parole scritte da un Sacerdote “nordico” in un blog:


Intendi dire che SdC è un sacerdote nordico?
E' svizzero per caso, e appartiene alla FSSP?

Anonimo ha detto...

Questo è vero atteggiamento cattolico e santo e fornitore di grazie infinite in quanto Imitazione dell'Obbedienza di N.S.G.C. e della S.S. Vergine Maria.

L'obbedienza e sempre una cosa buona quando non è cieca e soprattutto quando non è usata strumentalmente come dall'estensore di questo post...

Anche perché per riuscire a vedere nostro Signore e la Santa Vergine in quell'imperativo categorico della Santa Sede ce ne vuole!

Anonimo ha detto...

Tornando agli orientali, non trovate che anche questo inesorabile martellamento col "luxus" dell'Occidente praticamente in ginocchio per tanti motivi, ha un po' stufato?

La "Lux" c'è ma è oscurata da tanta ideologia, criticata negli altri senza accorgersi di esserne vittime... soprattutto quando si lanciano strali contro la Tradizione vista solo attraverso i peggiori pregiudizi.
Derive ci stanno ovunque, bisogna navigare tenendo la barra diritta, non scantonando a destra e sinistra, anatemizzando ciò che non piace e senza fare i dovuti distinguo.

Anonimo ha detto...

Per piacere, pubblicizzate l'iniziativa di corrispondenza romana di raccogliere le firme. 'Sti frati non rompano le "scatole" con questa storia dell'ubbidienza; se loro vogliono ubbidire ai diktat della congregazione per i religiosi, sono liberi di farlo; ma non è giusto che tanti fedeli rimangano privi della messa. La reazione stizzita di P. Lombardi significa che nelle sacra stanze non stanno gradendo questa continua attenzione su questo argomento della liturgia antica, quindi è su questo tasto che bisogna continuare a insistere.

don Camillo ha detto...

Discorso di Bergoglio è veramente avvilente, detto poi da un religioso gesuita, ancora di più! Eppure lo conosce bene, o dovrebbe, un suo confratello, solo per fare un esempio, Domenico Zipoli... che in terra di missione compose musiche sacre sublimi per liturgie "celesti" in piena foresta amazzonica, in cattedrali maestose e belle fatte con il legno!!

Voglio tanto bene agli Ortodossi, l'invidio sì, per la loro libertà nella loro (e nostra) tradizione bizantina, ma noi latini non abbiamo da imparare niente da nessuno, dobbiamo solo valorizzare quel che abbiamo.

Queste interviste quanto male fanno alla CHIESA?! Dio solo lo sa!

OT ha detto...

Intendi dire che SdC è un sacerdote nordico?
E' svizzero per caso, e appartiene alla FSSP?


Caro Mic credo proprio di si!!!

Come ho scritto, è da tempo che giro sui blog per avere notizie sulla mia amata Chiesa Cattolica, sfigurata, ridicolizzata dai nemici interni.

Imbattendomi nei post del blogger Simon di Cyrene, mi è parso che la sapesse lunga e ho cominciato ad avere dei sospetti.

Pensavo fra me e me, solo uno che deve essere stato cacciato, può vomitare calunnie reiterate a questa maniera e solo un sacerdote, può scrivere come scrive.

Della FSSP, ho letto che è un ramo staccatosi dalla FSSPX e non hanno buoni rapporti, anzi so che la FSSP si sente superiore alla FSSPX, perchè ha accettato di sottostare al regime staliniano imposto dal CV2.

Che tristezza certi sacerdoti che si dicono tradizionali, che tristezza.

Per informazioni, so che il blogger in questione frequenta Sacri Palazzi blog, Mil e Cantualem Antonianum e ne spara di tutti i colori. Anzi appoggia blogger chiaramente NON cattolici ma bensì protestanti.

Grazie d'aver pubblicato il mio post.

OT ha detto...

Scusi Mic, volevo aggiungere che non lo dico io che Sdc o Simon de Cyrene è un sacerdote "nordico", appare sulla'articolo da cui ho letto la chicca e del quale ho riporato uno stralcio e che ho ovviamente salvato.

http://traditiocatholica.blogspot.it/2013/08/i-francescani-dellimmacolata-e-il.html

Anonimo ha detto...

Vedo che su questo blog si parla del "sacerdote nordico", probabile ex-lefebvriano, che definisce questo blog non cattolico, è conosciuto per la sua estrema arroganza e saccenza, la sua violenza verbale, malignità e volgarità, personalmente preferirei che si evitasse di riportare qui i suoi contributi, questo è solo uno dei suoi biscottini, si riferisce alla Messa VO:
"Il cattivo uso che alcuni fanno di un santo strumento non implica per forza che lo strumento sia malvagio in sè.
In Pace"


Lasciatelo sguazzare nelle sue torpide acque.

Gederson Falcometa ha detto...

"Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce dell’Oriente".

Me sembra che abbiamo qualcosa da imparare dagli ortodossi. Al meno le Pentarchie degli Orientali se trovano in un mondo islamico e che cosa hanno fatto? Hanno convocato un Concilio per "aggiornare" la Chiesa Ortodossa a questo mondo islamico? Hanno avuto il desidero di diventare la loro dottrina più accessibile all'uomo islamico? Hanno cambiato la loro liturgia?

Per me queste domande sono interessanti, perché gli ortodossi quanto ne so, non hanno fatto inculturazione con i musulmani. E 'interessante considerare le seguenti parole dell'Enciclica Fidei Lumen, nel contesto degli Oriental:

"...beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione. La fede si mostra così universale, cattolica, perché la sua luce cresce per illuminare tutto il cosmo e tutta la storia." http://www.vatican.va/holy_father/francesco/encyclicals/documents/papa-francesco_20130629_enciclica-lumen-fidei_it.html

Hanno fatto questo gli Orientali con il mondo e la culura islamica dopo tanti secoli di dominazione?

Gederson Falcometa ha detto...

Un'altra osservazione:

Non esiste una "aria fresca dell’Oriente", perchè l'aria de loro è la stessa di tanti secoli scorsi. Nemmeno hanno cambiato la visione del primato petrino, e se sapessero a fondo della situazione in Occidente, credo che avrebbe cambiato la sua visione del primato petrino. Forse, pur essendo scismatici, se sapessero a fondo della situazione in Occidente, non ci sarebbero in colloqui con Roma, sarebbero a combattere la rottura che il Concilio ha operato con la tradizione. Qualcuno dubbio quanto a questo, se può guardare il video con l'omilia del Padre Seraphim che non garante niente, ma mostra che la liturgia conciliare al meno per alcuni ortodossi non è accettabile:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=EHYpgefCUCU

Anonimo ha detto...

...beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione. La fede si mostra così universale, cattolica, perché la sua luce cresce per illuminare tutto il cosmo e tutta la storia.

Che mazzata mi dai, Gederson, con questa citazione!

E' da verificare nel contesto e vi confesso che l'enciclica non l'ho ancora letta tutta, ma questo passo preso così a sé mi ricorda tanto Teilhard de Chardin.

E, comunque, anche preso così a sé lo trovo quanto meno rischioso nonché errato. Certe 'sottigliezze' vanno estratte col bisturi, ma il "fiuto del popolo" davvero cattolico non si lascia trarre in inganno.

Infatti, quante incertezze!

1. esiste forse una "dottrina del tempo", cioè a regime variabile?
La "dottrina", se è autentica, non è "del tempo", è Pane Vivo disceso dal Cielo (e noi sappiamo Chi è!). Essa serve per portare nel tempo il Soprannaturale e interpretare e vivere il tempo con le leggi eterne che da lì vengono e non con quelle mutevoli e ingannevoli "del tempo" stesso.

2. dove sta scritto che la dottrina deve dispiegare "il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione." ???

Lo stesso S. Paolo ai Tessalonicesi dice: "esaminate tutto e trattenete ciò che è buono". Infatti il Signore ci insegna a distinguere il bene dal male e, una volta riconosciuto il male, ci insegna a chiamarlo col suo nome e rifiutarlo e non ad assumerlo per trasfigurarlo (horribile dictu!).

Il Signore è venuto a vincere il male sulla Croce e lì lo ha già vinto una volta per tutte. Non è venuto a trasfigurarlo, ma a vincerlo! Siamo noi (e le realtà che animiamo) che il Signore trasfigura. E trasfigura di noi ciò che, liberato e purificato perché illuminato e rifiutato dalla e nella "Verità che ci fa liberi", viene assunto e quindi 'configurato' a Lui perché riceviamo dalla Sua pienezza tutto ciò che corrisponde alla volontà del Padre.

Non so se mi sono spiegata.
Ho scritto così di getto; ma ci tornerò sopra e cercherò di esprimermi meglio.

Intanto ditemi che ne pensate!

murmex ha detto...

Gent. Mic ,sicuramente il "cireneo" è svizzero(svizzera romanda),l'ha detto lui stesso sul blog di Tornielli ,dove profonde le sue calunnie e insulti a chi voglia solo tentare di impostare un discorso razionale.

Luisa ha detto...

mic, sta scritto "la continuità della dottrina nel tempo", non "la dottrina del tempo".
Non sono scioccata, ma non ho la tua formazione, da quella frase, e quel potere di assimilare.... tutto purificando e portando alla sua migliore espressione, è una delle note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo.
Spiegami in che cosa quelle parole sono problematiche, perchè non lo vedo.
Grazie!

Gederson Falcometa ha detto...

Cara Mic,

Di questo insegnamento se può pensare tantissime cose. Ma prima di tutto, il pensiero assegnato al Cardinale Newman, ricade diretamente sotto la condanna del decreto Lamentabili che dice:

59. Cristo non insegnò un determinato insieme di dottrine applicabile a tutti i tempi e a tutti gli uomini, ma piuttosto iniziò un certo qual moto religioso adattato e da adattare a diversi tempi e circostanze.

In secondo luogo, questo fa ricordare le parole dell’Apostolo San Paolo a 2 Timoteo 4, 3-4, dove se legge:

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”.

La parola dell’apostolo fa pensare tante cose, ma in relazione all’insegnamento dell’enciclica, il più evidente sono le domande:

La sana dottrina è quella degli apostoli con validità per tutti tempi e luoghi, quella che se afferma purificare tutto o sarà quella che appare doppo il processo di purificazione?

Se la dottrina continua nel tempo come uma sorta di catalizzatore, arriverà un giorno che la sana dottrina non sarà più sopportabile per gli uomini?

La sana dottrina è un cattalizatore per tutto?

Maestri secondo le proprie voglie, voi dire persona come Kiko, Don Giussani, Chiara Lubich e altre personne come loro? Sarà che hanno purificato qualcosa?

Il processo in torno al primato petrino, sarà anche di purificazione e di sua migliore espressione? Continua la dottrinal del primato petrino tal quale come prima del concilio nel tempo? E la liturgia, teologia, disciplina, ecc?

In terzo luogo, se può pensare che il fine dela dottrina è la sallus mundi, non la sallus animarum. Per esempio il CVII appare come la purificazione del liberalismo, ma in quanto purifica il liberalismo, la dottrina che riceve la sua migliore espressione é la dottrina cattolica, liberale o abbiamo una síntese dele due dottrine?

Per fine, il esempio degli ortodossi dice a noi, che la dottrina continua nel tempo per la sua accettazione parte degli uomini che doppo questo diventano fedeli. Questa continuità nel tempo non se fa per la sua relazione con gli altri elementi attraverso una purificazione...

Un saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, non credo sia questione di "formazione", per me è logica cristica.

Se per distinguere la "Continuità della dottrina nel tempo", la sua caratteristica è quella di "assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione", diventa una dottrina che porta in sé anche le cose mutevoli del tempo e dunque diventa una "dottrina del tempo".

Cioè ancora: se il criterio per identificare la "continuità della dottrina nel tempo" è la sua capacità di inglobare tutto e trasfigurarlo, una dottrina che ingloba tutto non discrimina e quindi, per ogni tempo, assume tutto (ciò che è buono e ciò che non lo è e cioè bene e male indiscriminatamente) per trasfigurarlo.

Ma perché la realtà possa essere trasfigurata, occorre prima espellerne il male, rifiutandolo e la trasfigurazione è la conseguenza della liberazione dal male che restaura la integrità primigenia e di volta in volta, scelta dopo scelta, sviluppa le nuove relazioni (con le persone e col mondo) in essa e secondo essa.

Una dottrina che ingloba tutto indiscriminatamente, diviene di conseguenza una "dottrina del tempo", mutevole proprio anche in base a ciò che di volta in volta ingloba e quindi non ha in sé un "criterio di scelta" (che implica anche responsabilità) ma solo un "potere di assimilazione".

Credo che la dottrina, che mi dà una verità perenne e non mutevole, serve per discriminare e scegliere non per inglobare.

Ho già detto che il Signore è venuto per vincere il male, non per trasfigurarlo: noi e la realtà che scriviamo con la nostra storia in Lui risultiamo trasfigurati proprio nella misura in cui siamo liberati del male (nostro, in primis) e guariti, rigenerati e plasmati in Cristo.

Anonimo ha detto...

Dire "potere di assimilazione", mi fa pensare alla necessità di assumere su di sé il peso delle cose per trasfigurarle (sempre in in Cristo Signore, ovviamente).

Ma in questo "assumere" che non è "assimilare", c'è da aver ben presente che Gesù ha preso su di sé le conseguenze del peccato, ma non il peccato ("in tutto simile a noi fuorché nel peccato"). E così noi, in Lui, ci assumiamo le conseguenze del male (nostro e di altri per quello che a ognuno è dato), ma non il male che, in Cristo, rifiutiamo e vinciamo.

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

Per Benedetto XVI la continuità della tradizione nel tempo, non è una continuità dottrinaria, ma di una esperienza. Così per me è difficile capire come la dottrina continua nel tempo se la tradizione è solo una esperienza. Sembra utile ricordare quello che lui diceva in una udienza generale di 2006:

"La Tradizione è la comunione dei fedeli intorno ai legittimi Pastori nel corso della storia, una comunione che lo Spirito Santo alimenta assicurando il collegamento fra l'esperienza della fede apostolica, vissuta nell'originaria comunità dei discepoli, e l'esperienza attuale del Cristo nella sua Chiesa. In altre parole, la Tradizione è la continuità organica della Chiesa, Tempio santo di Dio Padre, eretto sul fondamento degli Apostoli e tenuto insieme dalla pietra angolare, Cristo, mediante l’azione vivificante dello Spirito...

Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte... http://www.internetica.it/PapaTradizione-2006.htm

Io volevo ascoltare che cosa lei pensa sul questo.

Un saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte

Effettivamente iil discorso si riallaccia... Copio e incollo per rapidità quel che ne ho già scritto:

... il magistero attuale si dice invece vivente, in senso storicistico, perché portatore dell'esperienza soggettiva della Chiesa di oggi (che sarà diversa da quella di domani) essendo sottoposta all'evoluzione determinata dalle variazioni contingenti legate alle diverse epoche.

Il ruolo del magistero – ha detto l’attuale Pontefice - oltre alla continuità dell'esperienza di cui ho parlato sopra, dice anche:
"...Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte. La Tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini, il fiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti". (catechesi 26 aprile 2006)

Il problema sta nel fatto che le cose o parole definite “collezione di cose morte”, nella vulgata modernista vengono riferite al “magistero perenne” che sarebbe diventato “cosa morta” da sostituire col magistero “vivente”, identificato con quello attuale. In tal modo viene conferita al magistero una prerogativa che non gli è propria: quella di essere sempre riferito al “presente”, con tutta la mutevolezza e precarietà propria del divenire, mentre la sua peculiarità è quella di essere, nel contempo, passato e presente, trasmettendo una Verità rivelata che, pur inverata nell’oggi di ogni generazione, appartiene all’eternità. Altrimenti cosa trasmette la Chiesa a questa generazione e a quelle future: solo un’esperienza soggettiva? Mentre le è proprio esercitare una funzione sempre in vigore, il cui atto è definito attraverso l'oggetto, ovvero attraverso le verità rivelate e tramandate.

Insomma è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo-di-Dio pellegrina nel tempo e di fatto trasferito dall'ordine della conoscenza a quello dell'esperienza.
È il frutto della dislocazione della Santissima Trinità, come illustra 'sapientemente' Romano Amerio: "Alla base del presente smarrimento vi è un attacco alla potenza conoscitiva dell’uomo, e questo attacco rimanda ultimamente alla costituzione metafisica dell’ente e ultimissimamente alla costituzione metafisica dell’Ente primo, cioè alla divina Monotriade. [...] Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto dal pensato. Se si nega la precessione del pensato dal vissuto, della verità dalla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade ". Intuibile il sovvertimento della realtà che ne deriva. (e ne abbiamo riparlato anche recentemente)

Con questo non disconosco il valore dell'esperienza, ma non lo assolutizzo. La fede retta e una spiritualità sana nasce dal connubio equilibrato tra conoscenza ed esperienza, senza che prevalga la sensazione e il richiamo alla concretezza da un lato o l'intellettualismo dall'altro. Se fede-ragione-esperienza non entrano in campo in ugual misura, non vivremo una spiritualità equilibrata e la nostra vita da qualche lato sarà sbilanciata...

Anonimo ha detto...

Questo papa è una contraddizione anche quando apprezza in quei termini la liturgia ortodossa.
Come si spiega che dice una cosa e fa l'esatto contrario?

rocco ha detto...

pensate e che bbeli questi orientali eh! una fede sempre uguale , un rito sempre uguale, sanno pregare adorare. e' tutto questo e' bbelo no? loro non sentono il bissonio di cambiare, e si mettono addoso tutti quei bbelisimi vestitti antichi no?

mi sento preso in giro. tutto e' bello tranne la tradizione cattolica. ogni tradizione e' buona e bella ma guai se i nostri preti si rifanno alla tradizione. ridicolo. e chi non lo vede o e' cieco o non proprio in buonafede.

buon ramadan.

rocco ha detto...

e' facile poi per lo pseudopapa argomentare vigliaccamente che i tradizionalisti cosiddetti non amano Cristo ma la tradizione,come se ci sentissimo superiori agli altri per questo ,dimenticando pero' che la tradizione e' intrisa inscibilmente dalla Verita , cioe' dalla Carita...sara' ma le tecniche dell'oratoria ingannevole le conosce tutte...

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

Secondo me il paragone dell'insenamento dell'enciclica con il insegnamento del Papa nell'Udienza Generale di 2006, confferma quello che tu dice. In questo paragone quello che è evidente è che la continuità dottrinaria nel tempo, non è una continuità della tradizione, in quanto questa è solo la continuità di una esperienza. Così, manca la definizione che cosa sia questa dottrina che continua nel tempo. Però, sembra importante chiedere di quale fonte vienne questa dottrina che continua nel tempo, perchè sembra che anche nel senso della Dei Verbum, questa dottrina che ha continuità nel tempo, non trove origine nella S. Scrittura, in quanto secondo questo documento lei con a tradizione è tutta una, tutti fonti di rivelazione sono in verità fonti di esperienza. Forse, per questa continuità dottrinale se capisce esattamente il soggetto-Chiesa/Popolo-di-Dio pellegrina nel tempo, dove se conferma l'abbandono del oggetto-Rivelazione. Il problema è che tutto è troppo oscuro, non parlano chiaro, quello che vogliono dire capiscono loro, non noi.

Il vero e grande problema è quando questo vienne applicato al primato petrino. Secondo la rivelazione la Chiesa è stata fondata sul Pietro, ma se oggi è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo-di-Dio pellegrina nel tempo, questa ultima non è quella che diventa la pietra sul quale se fonda la Chiesa conciliare?

Non sono certo di questo, ma certamente l'abbandono dall'oggeto-Rivelazione, spiega la identità soggetiva del primato petrino nei ultimi 50 anni. Ancora con Papa Francesco sembra essere più chiaro che lui è il portatore di esperienze, non di una dottrina che continua nel tempo. È come dice l'articolo "lui non è il Papa del concilio e né del doppo Concilio", porta una altra esperienza...

Un saluto dal Brasile

Gederson Falcometa ha detto...

Guardate questo:

"È ormai tradizione che, in questa occasione, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vi mandi un messaggio augurale, accompagnato da un tema offerto per la riflessione comune. Quest’anno, il primo del mio Pontificato, ho deciso di firmare io stesso questo tradizionale messaggio e di inviarvelo, cari amici, come espressione di stima e amicizia per tutti i musulmani, specialmente coloro che sono capi religiosi." «Cristiani e musulmani, promotori di amicizia e rispetto reciproci» - http://www.avvenire.it/Papa_Francesco/Messaggi%20e%20lettere/Pagine/ramadan-fratello-musulmani.aspx

Le parole "È ormai tradizione" è molto significativa in quanto sarebbe impensabile per la tradizione l'invito di auguri alla festa di un'altra religione. In quanto non se può trovare Dio in questi religione, non se può augurare una menzogna. Ma per Papa Francesco anche l'ateo può fare il bene e facendo così possiamo tutti incontrare lì... Il Padre Reginaldo Garrigou-Lagrange dice così cerca l'azione:

"L'azione vera si definisce in rapporto al vero fine ultimo a cui essa dice ordine e non viceversa; altrimenti noi non usciremmo dal soggettivismo, dal relativismo, dal pragmatismo". L'attualità del Tomismo e i bisogni del nostro tempo - http://progettobarruel.zxq.net/novita/13/Garrigou_Lagrange_Attualita_tomismo.html

Un ateo può considerare le sue azione in rapporto con il fine ultimo?

Per quanto riguarda i musulmani ai quali Francesco chiama di "Cari amici", io voleva sapere che cosa loro capiscono e sentono con queste parole. Cristo a detto a noi per amare i nostri nemici, non per considerarvi amici, come non ha chiamato Caifà, Pilato, Erode, ecc di amici...

Latinista ha detto...

"Questo papa è una contraddizione anche quando apprezza in quei termini la liturgia ortodossa.
Come si spiega che dice una cosa e fa l'esatto contrario?"

Non conosce donne che vanno in visibilio per i vestiti ottocenteschi? Eppure provi a dir loro di vestirsi così: magari non portano nemmeno la gonna.

La liturgia ortodossa, come il vestito dell'Ottocento, è bella e innocua, perché tanto non ci riguarda.

Anonimo ha detto...

Giusto qualche giorno fa,per chiarirmi non importa che dubbio m’era venuto,sono andato a riconsultare la Pascendi.Naturalmente ho cominciato a rileggiucchiarla (forse per cercare un po’ di refrigerio salutare dalla bergoglite dilagante).Confesso che sono rimasto basito nello (ri)scoprire come il grande Santo Pio X avesse,con un secolo di anticipo,inquadrato alla perfezione,perfino nelle espressioni da essi usate (ad esempio il concetto di tradizione secondo Ratzinger citato sopra),gli stravolgimenti dottrinali dei modernisti,così come li vediamo oggi trionfanti.Il dramma è che quelli che per Papa Sarto erano i maggiori pericoli venturi per la Fede,oggi costituiscono essi stessi l’oggetto del magistero dei Papi. Non è inquietante che tra poco verranno canonizzati dei personaggi che vantano come glorioso merito quello l’aver predicato dottrine che altri Santi hanno solennemente condannato come eresie?

Ma già,che stupido!La tradizione è la trasmissione di un’esperienza.Oggi l’esperienza é Bergoglio.Quindi la tradizione vivente (l’unica che conta) sono i palloni sull’altare e i vescovi danzanti.Chiedo venia per il mio concetto di Tradizione alquanto incompleto,come direbbe Giovanpaolo.
psig

Andrea Carradori ha detto...

Buona giornata Mic prima di recarmi alla Porzincola ti chiedo se potresti cortesemente pubblicare le "iniziative marchigiane " che ti ho mandato via email. Grazie. Andrea

Anonimo ha detto...

Questa idea che la Chiesa cattolica possa accogliere tutti e tutto, ogni persona, ma anche ogni dottrina e sensibilita', e' da sempre tipica di Ratzinger. Questo pensiero e' affascinante, ma porta anche a concludere che nella Chiesa c'e' posto per il bene e il male, la verita' e l'errore, Cristo e Belial.... Non a caso l'unica realta' che non trova accoglienza in questa strana chiesa e' la sensibilita' tradizionale, che non accetta questa compromissione. Felice

Antonio ha detto...

Attenzione, non confondiamo noi e gli altri. Mic, la sua preparazione è fuor di dubbio, ma talvolta ritengo che lei incespichi nei suoi stessi ragionamenti, tanto centrati e dunque sani.

Ecco perché mi accodo con fermezza all'appunto di Luisa, la quale giustamente non ravvede alcun "pericolo" in quel pacifico e veritiero «potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione».

Mia cara mic, ma questa è Roma. Per secoli ci siamo chiesti e continuiamo a chiederci, fin dove ci è concesso, come mai questa Fonte così eccezionale si sia innestata esattamente nel cuore di quella che è stata una delle più grandi (se non la più grande) civiltà di sempre. E la risposta è in parte contenuta e riassunta in maniera oltremodo stringente, ma non meno puntuale, proprio in quella definizione.

Lei mi insegna che l'aemulatio romana, lungi dall'essere limitante, ha rappresentato una delle virtù più luminose di Roma Antica. In più il suo carattere «includente» non rappresenta una facoltà in mezzo a tante altre, bensì un aspetto connaturato alla sua stessa esistenza. Roma è grande perché conosce, più e meglio di tutti gli altri, l'esigenza - come più e più volte evidenziato da Blondet - di «fare qualcosa di grande insieme». È la definizione alla base del concetto di «destino comune», quello che invita le genti anziché semplicemente "assoggettarle". Perché questo faceva Roma: o con me o contro di me... solo che se stai con me farai parte di qualcosa che mai hai conosciuto prima e mai conoscerai al di fuori dei nostri confini. Conserva pure le tue usanze, perché da esse noi trarremo il meglio (il «buono» paolino, quello che va vagliato e, se del caso, trattenuto; in nuce c'era già secoli prima dall'altra parte del Mediterraneo); ma al tempo stesso impara come si sta al mondo, quindi nell'Impero. Sappi che sei romano e questo per te non costituisce solo un onere bensì anche un onore.

Possiamo discutere, ed infatti ne discutiamo, su quanto ha inteso «trattenere» certa teologia e gerarchia pre e post-conciliare senza o quasi discernimento, ma la cattiva applicazione di una così salubre tendenza non intacca di una virgola la maestosità della stessa.

Per sommi capi conosco il suo pensiero, cara mic - per lo meno in relazione a ciò che lei solitamente pubblica su questo ed altri spazi. Ma con tutto il rispetto e la stima che le porto, certe sue riserve lascerebbero supporre in chi le scrive la parte più deleteria di ciò che fin troppo convenzionalmente si definisce «tradizionalismo». Il concetto di Tradizione è stato ad un certo punto (quasi subito, se vogliamo) affiancato a quello soggiacente alle Sacre Scritture proprio per prevenire derive di questo tipo. Ci troviamo senz'altro in un periodo di sviluppo inorganico della Tradizione, questo è assodato; anzi, per come la vedo io siamo in piena e "rigogliosa" fase di regressione, sotto certi aspetti. Ma ancora, questo non incide in alcun modo sulla giusta e corretta necessità di «sviluppo» della Tradizione.

La Traditio è esattamente quella misura che garantisce continuità e, per l'appunto, organicità. Non è il fine, bensì il mezzo. Mi perdoni se glielo faccio notare così esplicitamente, perché sono abbastanza persuaso che lei la pensi esattamente così a sua volta. Ma non permettiamo che la nostra spia interna si accenda ad ogni piè sospinto tutte le volte che vengono evocati concetti affini a quelli di sviluppo, aggiornamento e via discorrendo. Trattasi di risorse preziosissime per la Tradizione, da cui quest'ultima non può prescindere. Poco importa, in termini puramente discorsivi e (se vogliamo) pratici, che la loro efficacia sia stata tristemente ribaltata: altrove bisogna stare cauti a disquisire in merito a certi argomenti, ma qui dobbiamo dare la loro comprensione per acquisita e, semmai, chiarire laddove sorgono equivoci.

(continua)

Antonio ha detto...

(continua)

Perciò è assurdo affermare che questo Deposito - che senz'altro viene dall'Alto ed a cui non può essere tolto, modificato o aggiunto alcunché - non sia immerso nel tempo: trattasi di una presa di posizione illogica ancor prima che irrealista. I tempi, per quanto sia banale evidenziarlo, cambiano e con essi bisogna adeguarsi alle modalità di acquisizione delle conoscenze/nozioni - perché anche di ciò è fatta la nostra Fede, quella che la Chiesa "apostolicamente" «tramanda». La cosiddetta «biblia pauperi», ad esempio, fu un eccelso strumento di comunicazione, oltremodo efficace per l'epoca... ma oggi? Certo, l'esigenza di un'arte visiva e figurativa degna di questo nome non è mai venuta meno, ma non sarebbe quantomeno azzardato sostenere che oggi la medesima misura possa sortire i medesimi effetti?

Lo so, quanto vado asserendo potrebbe pericolosamente essere frainteso, dato che non sono in pochi tra gli adepti della «nuova pentecoste» conciliare coloro che si servono maliziosamente di certe argomentazioni. Spero dunque di non venire in alcun modo frainteso, visto e considerato che la mia fermezza (per quel che vale) circa aspetti come l'enorme questione relativa al Novus Ordo liturgico resta categorica. Non si cede alla semantica; per cui, per esempio, il vero problema sarebbe da vincolare all'applicazione quando è oramai (in realtà da sempre) appurato che le cause vadano ricercate a monte.

Tuttavia, considerata la risorsa che costituisce questo spazio, gioverebbe a tutti che non si prestasse a becere strumentalizzazioni da parte di chi di mestiere fa l'avvocato delle cause perse.

Anonimo ha detto...

Justement, "questa strana chiesa" est-elle l'Église Catholique?
Non, évidemment.
Et la conclusion qu'il faut tirer de cette constatation, c'est que les craintes déjà exprimées par Grégoire XVI — celles de voir l'Église envahie peu à peu, et finalement subvertie par ses ennemis, y compris dans sa tête —, ces craintes sont aujourd'hui réalisées.
Mais alors, quelles conclusions en tirez-vous, vous?

Anonimo ha detto...

Justement, "questa strana chiesa" est-elle l'Église Catholique?
Pour moi, non, évidemment.
Et la conclusion qu'il faut tirer de cette constatation, c'est que les craintes déjà exprimées par Grégoire XVI — celles de voir l'Église envahie peu à peu, et finalement subvertie par ses ennemis, y compris dans sa tête —, ces craintes sont aujourd'hui réalisées.
Mais vous, quelles conclusions en tirez-vous?

Anonimo ha detto...

Antonio, la sua disquisizione richiede di essere esaminata con maggiore attenzione. E le risponderò adeguatamente.
Mi viene però da reagire immediatamente a questo che quoto e a questo immediatamente rispondo:

Perciò è assurdo affermare che questo Deposito - che senz'altro viene dall'Alto ed a cui non può essere tolto, modificato o aggiunto alcunché - non sia immerso nel tempo: trattasi di una presa di posizione illogica ancor prima che irrealista.

Ma quando dove e come ho mai detto che non debba essere incarnato e dunque immerso nel tempo?

I tempi, per quanto sia banale evidenziarlo, cambiano e con essi bisogna adeguarsi alle modalità di acquisizione delle conoscenze/nozioni - perché anche di ciò è fatta la nostra Fede, quella che la Chiesa "apostolicamente" «tramanda».

Il fatto che sia necessario adeguarsi alle "modalità di acquisizione" (e chi lo nega?) non significa che siano mutevoli come le modalità di acquisizione anche i contenuti fondanti!

La cosiddetta «biblia pauperi», ad esempio, fu un eccelso strumento di comunicazione, oltremodo efficace per l'epoca... ma oggi? Certo, l'esigenza di un'arte visiva e figurativa degna di questo nome non è mai venuta meno, ma non sarebbe quantomeno azzardato sostenere che oggi la medesima misura possa sortire i medesimi effetti?

Ebbene, nella biblia pauperum non c'era nessun anello mancante della storia della Salvezza... Non così oggi.
Ho preparato un articolo più completo che richiede ancora un po' di riflessione ed è con quello che risponderò non so se completamente o in parte a quello che lei ha scritto. Lo vedremo e ci confronteremo, spero con edificazione di entrambi.

Anonimo ha detto...

Aggiungo, a scanso di ogni equivoco, che non mi interessa dimostrare la mia "preparazione", che ritengo solo fedeltà di credente battezzata.
Né mi interessano le gare dialettiche.
Ho parlato di "logica cristica". Infatti quel che mi interessa è testimoniare la mia fede e condividerla e anche difenderla dai tradimenti e dalle omissioni sempre più frequenti, oggi più che mai.

Richiamo l'attenzione dei lettori sul fatto che quel 'passaggio' è molto "sottile"; ma avevo già incontrato qualcosa del genere detto da Benedetto XVI, se non ricordo male, a Fatima (il discorso infatti è tutto Benedettiano, anzi Ratzingeriano!). Lo ritroverò, se sarà necessario, ma forse potrà bastare quel che ho scritto nell'articolo in preparazione.
In ogni caso quel che ho affermato non è un discorso intellettuale, ma un mio vissuto spirituale profondo (o per lo meno mi sforzo sia tale con l'aiuto del Signore), assimilato nella e dalla Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica e, sì, anche Romana...

Gederson Falcometa ha detto...

Antonio,

Se lui in tuo commento se rifere a me, devo dire che non sono "avvocato delle cause perse", sono cattolico e seguo e commento sul blog almeno un anno. Non sono "gli altri", sono un lettore e qualque volta commento qui.

Per quanto riguarda la tua diffesa di "quel pacifico e veritiero «potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione»". La Chiesa del paganesimo non ha assimilato niente della sua cultura o gli ha purificato e portato alla sua migliore espressione, questo non era possibile: il paganesimo è morto. Quello che la Chiesa ha trovato nel mondo antico se limita alla legge naturale e secondo S. Giustino ai semi del Verbo nella filosofia grega. Non ha assimilato tutto ciò che ha trovato, perchè ad esempio il fine del cristianesimo non è quello di purificare e portare alla sua migliore espressione il paganesimo o qualcosa che contraddice i principi cristiani e il fine del cristianesimo è la salvezza dell'anime.

Lui ancora legge l'insegmaneto dell'enciclica come la continuità della tradizione, come la sua incarnazione nel tempo. Ammetto che è una bella difesa, ma non considera il punto principale del dibattito che è il cambiamento del concetto di tradizione in esperienza. Se la tradizione è così, potrà essere di lei che parla l'enciclica quando parla della continuità della dottrina (sana dottrina) nel tempo?

Questo dibbatito ha cominciato tempo fa quando abbiamo discusso qui sul blog il concetto di tradizione espresso da Benedetto XVI in una udienza generale di 2006. Penso che qui nel blog se cerca di capire cosa sta succedendo, nessuno cerca una soluzione o di avvocare qualsiasi causa in questo senso. S. Vincenzo di Lerinno insegna che in tempi di crisi "nella Chiesa deve stare attento a credere ciò che si credeva in ogni tempo e luogo" in altre parole, si tratta di mantenere la fede, perché, come si crede in ogni momento e luoghi, la soluzione ai problemi della Chiesa solo il Magistero può dare.

Un saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

@Antonio

mic ha motivato le sue affermazioni secondo un discorso articolato che hai solo criticato col linguaggio dinamico e non definitorio tipico della neo-chiesa.
Invece ci sono punti che meritano di essere presi in considerazione o, se non si è d'accordo, bisognerebbe riprendere in termini meno generici.

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

In ciò che riguarda la questione dibattuta ho trovato un buono commento di 1907 della rivista La Civiltà Cattolica al decreto Lamentabili, dove se può leggere questa interessante informazione:

"In questa nuova apologia, che troppo spesso tira inopportunamente in campo il nome e l'autorità del Newman, «l'assenso della fede si appoggia, in ultimo sopra una congerie di probabilità» (prop. 25); giacchè si nega ogni valore apodittico alle prove razionali delle verità previe alla fede; della stessa esistenza di Dio, del fatto della rivelazione, dei motivi insomma di credibilità, e stranamente si fraintende tutta la profonda dottrina dei teologi, particolarmente di S. Tommaso, intorno all'analisi dell'atto di fede". Decreto Lamentabili e suo commento - http://progettobarruel.zxq.net/novita/11/Lamentabili_commento.html

Una apologia (una scuola) che faceva uso del nome e dell'autorità dell'illustre cardinale inglese in senso evoluzzionista, per me mostra l'importanza della questione dibattuta qui. È possibile che questo punto di che parliamo sia stato dibbatito nel passato. Ma purtroppo io trovato solo questo e ho trovato l'informazione del cardinale Newmann involontariamente durante la ricerca di un commento della rivista sul decreto Lamentabili. Interessante non?

Gederson Falcometa ha detto...

Mic, mi scusa, ma un ultimo commento:

Raccomando a tutti a lettura del testo "Dogmi mutabili" del Padre Guido Matiussi (autore delle XXIV tesi del tomismo) dove se può leggere una sorta di profezia dell'autore quando dopo un po del problema della mutabilità del dogma dice:

"Verrà il giorno che un Concilio adatti la religione ai nuovi tempi, esponendola secondo le idee ora accettate, come il Concilio di Trento per l'ultima volta la espose secondo le idee scolastiche. Così molti dicono, e più spudoratamente degli altri il Loisy". Dogmi mutabili - http://pascendidominicigregis.blogspot.com.br/2012/03/dogmi-mutabili.html

Chi non vede problema nel «potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione» potrà dire che era sbagliato il pensiero espresso per Matiussi?

Un saluto dal Brasile


Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

Ascolta questo sermone sul pelagianesimo:

http://www.AudioSancto.org/auweb/20130804-Who-are-the-Pelagians.mp3

È troppo buono.