Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 2 agosto 2013

Mattia Rossi. Bergoglio è il frutto maturo del concilio

Nella sua relazione alla presentazione de “Il Concilio segreto” di Ignazio Ingrao, e pubblicata sul Foglio di giovedì scorso, il direttore Giuliano Ferrara (ri)lancia una tesi, già esposta su questo giornale il 25 maggio scorso con il titolo piuttosto efficace di “Francesco e la fine del Concilio”, secondo la quale “il nuovo Papa non è un Papa del Concilio né del dopo Concilio. È stato preso alla fine del mondo, in una terra, in una circostanza, in una situazione, in una koinè spirituale, lo si vede benissimo dal modo rivoluzionario anche formalmente con cui ha fatto i suoi primi passi, che non risponde più alla vecchia logica Concilio post Concilio, le divisioni che il Concilio introduce nella chiesa”.

Bergoglio, in effetti, ordinato nel 1969, non ha vissuto i convulsi dibattiti tra le vecchie categorie progressisti-conservatori; Francesco, si dice dunque, non è né uomo del Concilio né del postconcilio. Jorge Mario Bergoglio, occorre però notare, è cresciuto (sacerdotalmente) in quegli anni nei quali la chiesa si è impregnata fino al midollo del cosiddetto “spirito del Concilio”, in quegli anni avulsi da qualsiasi concetto di tradizione e proiettati all’“andare avanti”. In una delle rarissime volte in cui Bergoglio ha citato il Vaticano II, l’omelia del 16 aprile scorso (giorno del compleanno di Joseph Ratzinger), ha detto: “Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore”.

Per questo, in realtà, sembra che il Papa preso dalla fine del mondo rappresenti in pieno il frutto più maturo del postconcilio. Papa Bergoglio non è interessato ad affermare ortodossie o a promuovere, come fece il predecessore Papa tedesco, un’interpretazione del Vaticano II, è vero, ma questo perché con una precisa ermeneutica, quella dello “spirito” appunto, si è formato, è cresciuto ed è in lui connaturale. È, in un certo senso, vero che supera le dispute delle due ‘fazioni’, ma non perché ne è estraneo, quanto piuttosto perché ne incarna una. 

E questo è dimostrato in quanto, in questi primi mesi di pontificato, il “Vescovo di Roma” cavalchi quasi unicamente – fatta, va da sé, eccezione per il binomio poveri&periferie (anche se, per inquadrarlo in ottica conciliare basta rileggersi, sempre sul Foglio citato, il card. Lercaro) – alcuni di quelli che sono stati (e sono tuttora) i temi forti del conciliarismo vaticansecondista. 

Collegialità, ad esempio. Quella della collegialità è, senza dubbio alcuno, una delle cifre distintive del pontificato di Papa Bergoglio la cui visione ecclesiologica sembra andare, poco a poco, delineandosi. Che il Papa gesuita fosse particolarmente propenso ad una nuova ecclesiologia fu chiaro già dalla sera di quel 13 marzo scorso quando, il neoeletto al Soglio di Pietro col nome di Francesco, deposti, i simboli regali, si presentò al mondo come “Vescovo di Roma”. Serpeggia, da allora, una sottile quanto perniciosa teoria: che il bagaglio, cioè, di simboli e paramenti che Papa Francesco ha da subito rifiutato (e tutt’ora rifugge) facciano parte null’altro che di una “rivoluzione di stile” e non di sostanza. E no: nella tradizione spesso, e soprattutto nell’abbigliamento, la forma è sostanza. I paramenti che Papa Bergoglio evita, sono quelli del potere regale proprio del primato petrino. Se Simone non si spoglia di sé stesso per indossare simbolicamente i panni di Pietro, vuol dire che una qualche conseguenza anche sul piano dottrinale potrebbe esserci.
[Della collegialità abbiamo già parlato qui] - [Trovandone la radice qui] - [Qui una riflessione più generale]

Tant’è che, da circa quattro mesetti, molti commentatori (forse freudianamente) tendono – semplifico – a precisare: va bene la collegialità, ma il primato di Pietro non si tocca. Il problema, però, non è l’annullamento, de iure, del primato, ma de facto. Il primato che il Papa argentino sembra affermare (maggiore “sinodalità in armonia con il primato”) non è più verticale, ma diventa orizzontale, onorifico. Le preoccupazioni del mondo cattolico, dunque, non sono (solamente) se il Papa conservi il primato, ma come possa effettivamente esercitarlo in seguito ad una sua evidente ridefinizione: un “primus”, sì, non più “super”, ma “inter pares”.
Mattia Rossi
@1mattiarossi
_____________________________
[Fonte: Il Foglio 30 luglio 2013]

34 commenti:

hpoirot ha detto...

di più ! é la quintessenta dell'ermeneutica conciliare (ed' é la più alta autorità al mondo in grado di parlare di questa ermeneutica)

Luisa ha detto...

Papa Bergoglio non ha bisogno di parlare del Vaticano II e del suo spirito, lo incarna perfettamente, lo vive.
Intanto, immersi nella loro prosa melliflua, i media e i vaticanisti non stanno più nella loro pelle, trepignano e con impazienza aspettano le decisioni di governo di Jorge Bergoglio.
Ho letto l`altro giorno un articolo della redazione del giornale La Croix, supposto essere quello dei vescovi francesi, progressista come si deve, ebbene è chiaro a costoro quel che Papa Bergoglio vuole, sanno la Chiesa che vuole papa Francesco, ed è una Chiesa dove il papa non sarà più che un primus inter pares , un papa che prende posto per primo in un collegio espiscopale al quale spetta collegialmente il governo della Chiesa, un papa che non decide solo in modo arbitrario o monarchico.
EH sì, per i media la rivoluzione bergogliana è in atto che poi la chiamino la rivoluzione della tenerezza non contribuisce di certo a calmare le apprensioni.
E intanto nei media è passato il messaggio che:

il papa apre ai gay, è del resto sottolineato che è la prima volta che un papa parla di "gay" e non di omosessuali,
il papa apre ai sacerdoti omosessuali, sono le lobby che pongono problemi e non la "tendenza" che lui non si sente di giudicare,
il papa evita di parlare di temi etici, come aborto e unioni fra...gay.

Con Benedetto XVI avevamo un Papa che metteva sempre Cristo al centro del suo Magistero, si cancellava per portare il nostro sguardo sempre e solo a Cristo, con Papa Bergoglio abbiamo un Papa che attira l`attenzione sulla sua persona, un Papa superstar al quale si gettano magliette e caschette.
Basta leggere titoli come:
La Chiesa di Francesco,
o
La Chiesa che vuole Francesco.

Anonimo ha detto...

Secondo me non è neanche "primus", se non per quello che deve ancora distruggere.
Per il resto è solo "inter pares".

Anonimo ha detto...

Credo sia piuttosto scontato convenire con il commento di Mic delle 8.21... ;-)
MR

hpoirot ha detto...

Con Bergoglio tutto é chiaro: il post-Concilio é sempre più l'applicazione pratica, legale e perfettamente autoritaria (perché fatta dai papi stessi) dei concetti errati del Concilio.

Laddove anche fosse stato possibile "interpretare bene" le più alte autorità hanno interpretato male ripetendosi e ribadendo fino a stancarci.

La sola definizione possibile di post-Concilio diventa dunque il contesto in cui si é consumato (per 50 anni!) l'errore conciliare.

Mazzarino ha detto...

Bergoglio è frutto vintage della subdola violenza conciliare esercitata sul linguaggio e sul significato delle parole e cioè sul Logos. Guardandolo, non traspare la sofferenza tipica del vicario di Cristo ma l'immagine di un attore che impersona un Papa. Ringraziamo l'Immacolata che ha confuso la mente sua e dei suoi mandanti inducendoli alla puerile "furbata mediatica" di rifiutare di essere Pontefice Massimo di Santa Romana Chiesa e vicario di Cristo. L'incauto, in ossequio al mondo ed in particolare a quello protestante ed ortodosso, ha dichiarato alla Chiesa di aver accettato di essere solo Vescovo di Roma. SIC EST. NUNC ET SEMPER. E, anche se ora, preuccupata, la banda dei quattro mandanti cerca di correggere il tiro, la frittata è fatta. Giorno dopo giorno l'inconsistenza teologica e dottrinale di questo vescovo vestito di bianco viene fuori unitamente ad un linguaggio che ad ogni proposizione genera equivoci e fa danni alle anime. Poi magari si ravvederà, ma quando avrà distrutto la Chiesa Cattolica fino allo spiccato delle fondazioni. Ma i roghi di libri e oggetti sacri del dopo concilio stavolta con internet non basteranno E su quelle fondazioni noi ricostruiremo. Non è sedevacatismo. il Vicario di Cristo sulla terra tuttora c'è.

Anonimo ha detto...

Carissimi,
invito il blog a dare il massimo sostegno all'iniziativa del prof. De Mattei riguardante i FFI.

http://www.corrispondenzaromana.it/in-sostegno-dei-francescani-dellimmacolata-e-della-messa-tradizionale/

@AnticoRegime

Anonimo ha detto...

FFI si dissocia da tale iniziativa:

http://www.immacolata.com/index.php/it/35-apostolato/fi-news/227-presa-di-posizione-recenti-fatti

Anonimo ha detto...

L'iniziativa qui segnalata è stata già criticata nella discussione sull'articolo di De Mattei, evidentemente da un conservatorista "allineato" o da un modernista. Ma ho risposto in questi termini.

Una raccolta di firme, peraltro su una rispettosissima petizione, non ha nulla di non caritatevole, anzi rientra tra le iniziative doverose.

Sarebbe di certo più efficace (e dovuto) l'intervento di un canonista appoggiato da vescovi e cardinali. Ma, almeno finora, tutte bocche cucite...

Per il resto è doveroso, prima che nostro diritto, far sentire la voce, dandone le ragioni in termini più che coretti, di chi ama la Chiesa e la sua Tradizione che è la sua vita e giovinezza perenne.

Nessuno di noi considera il papa da meno di quello che è da quando ha accettato l'alto mandato che gli è stato conferito. E esprimere interrogativi e garbate osservazioni, motivate da considerazioni basate sul Magistero perenne, non equivale a dar schiaffi a nessuno, ma ad esprimere la verità conosciuta amata e vissuta, per quanto riesce di corrispondere alla Grazia.

E quanto a schiaffi, mi pare che questo papa abbia il record inverso, non tanto rispetto a Benedetto, che ritiene purtroppo il record opposto, quanto rispetto a qualunque altro papa...

Come dice Luisa, la prudenza non è viltà.
E, per quanto potremo, non ci silenzieranno.

Anonimo ha detto...

attenzione però: i simboli del potere papale, nella loro complessità, sono stati abbandonati da Paolo VI, non da Francesco. COnsiglio di ascoltare questa conferenza di don Mauro, pronunciata ben prima dell'abdicazione
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=940:convegno-di-studi-cattolici-2012-audio&catid=103&Itemid=149

giovanna ha detto...

Una congregazione religiosa che gode di fiducia unanime è stata commissariata e severamente punita. E’ una brutta ferita per tutti. Non si tratta qui per noi laici o comunque esterni alla vicenda, di obbedire o di accettare e basta. Né di contestare una decisione presa. Ma prima ancora di capirne le ragioni, dal momento che tutto appare contraddittorio, opaco, non riferito a qualche delitto commesso come in altri casi è avvenuto. Non si può predicare contro la mondanità spirituale e poi punire proprio chi quella mondanità condanna. Non si può omaggiare Benedetto e poi contraddire il suo magistero. Non si può chiedere di uscire, promuovere i laici a maggiore responsabilità ecclesiale, e poi negare loro chiarezza su una vicenda così eclatante. E’ insomma questo uno scandalo che però non si sa su quale coscienza grava: se su chi è punito forse giustamente o su chi punisce forse ingiustamente. Questo dunque vorrei soltanto: chiarezza, per non dover navigare sempre in un mare di sospetti e dubbi che minano la già traballante credibilità non di questo o quello, ma della chiesa stessa e di chi la governa.

Pulex ha detto...

Una ottima analisi sulla cosa di FFI (in tedesco):
http://summorum-pontificum.de/themen/usus-antiquior/297-franziskaner-der-immakulata-ii.html

giuseppe ha detto...

Sorprende la conclusione di Rossi.
Nella parlata coi gionalisti in aereo Bergoglio ha esplicitamente contestato e negato, perché errata, l'idea che dei suoi atti possa farsi una lettura tale da legittimare un indebolimento del primato. Ha ribadito a chiare lettere che il Papa NON E' un primus inter pares, e che la sottolineatura del titolo di Vescovo di Roma, senza escludere gli altri (esplicitamente ha richiamato quello di Vicario di Cristo), in questo momento favorisce "un po'" l'ecumenismo, il che è incontestabile.

Nei fatti, gli atti di governo compiuti da Bergoglio (dalla creazione del "consiglio" degli otto, agli olografi di insediamento di commissioni referenti, alla stessa sospensione di tutte le cariche di curia rimaste ad interim, cioè sostanzialmente esautorate) costituiscono una applicazione forte, palese, quasi "violenta" (in senso buono) del primato giurisdizionale del Romano Pontefice, che è assoluto ed universale, cioé non soffre limiti di nessuna natura per diritto divino, entro il diritto divino.
Per questo quegli atti sono possibili e vincolanti per tutta la Chiesa, altrimenti non lo sarebbero.
Potestà di giurisdizione assoluta e universale su tutta la Chiesa e su ciascuna Chiesa (particolare) significa esattamente questo, e si vede nel modo di governare di Bergoglio, a meno di non essere ciechi. Lo stesso accadrà per le riforme prossime, per le quali il Papa chiede il consiglio dei cardinali da lui scelti, con assoluta autonomia e libertà.

Riguardo alla "collegialità", è sempre più evidente che nell'idea di Bergoglio, in confomità al vero significato dei disposti conciliari del novecento, essa è sinonimo di "sinodalità", ed è la forma in assoluto più tradizionale perché comunionale, sempre perfettibile umanamente, corrispondente alla costituzione divina della Chiesa.
Il Primato si esercita concretamente nella comunione, e le deliberazioni sinodali, anche quando decisorie, sussistono solo nella comunione col successore di Pietro.
Se il Papa non "decide" tutto (cosa in sé stessa impossibile), tutto però ratifica, su tutto il necessario offre un consenso,altrimenti non si fa nulla nel governo della Chiesa. E' l'esatto opposto delle forme spurie di governo "democratico" o costituzionale in senso secolare care tanto alle ali progressiste (sul modello, per esempio, di certi "sinodi" anglicani) come a quelle tradizionaliste (come nel caso delle decisioni prese dall'ultimo Capitolo della SPX).

Per questa via il primato del Papa non solo non è messo in discussione, ma è ripristinato, rafforzato, reso più efficace, perché non passa più dagli uffici che lo "sostituiscono" o "gestiscono", ma si realizza direttamente nella comunione dei sinodi.

Insomma, ce ne vorrà - a quanto pare - prima che ci si liberi dei paraocchi ideologici moderni e novecenteschi, che davvero accecano, anche attraverso gli accidenti. Ma prima o poi ci si renderà conto di che cosa stia realmente accadendo col nuovo pontificato.

RIC ha detto...

Buona fine di Ramadan!!!!

http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/08/02/news/31512.html

Luisa ha detto...



Ritorna ad esprimersi il frate che gestisce il portale web dei FI, ho letto quel comunicato che si dissocia in modo perentorio dall`iniziativa del prof. De Mattei.
Leggo:

" "Avendo appreso dell'iniziativa del sito dell'Associazione "Corrispondenza Romana" di una raccolta di firme online da presentare al Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica contro il Decreto dell'11 luglio 2013 (Prot. n. 52741/2012), per l'ennesima volta dopo averlo fatto in altre sedi e dopo il Comunicato del P. Fondatore, l'Istituto Religioso dei Frati Francescani dell'Immacolata RIBADISCE la propria obbedienza a quanto disposto dal S. Padre, DICHIARA LA PROPRIA ESTRANEITÀ da questa iniziativa e da tutte eventuali altre simili passate e future, RIFIUTA qualunque tentativo di usare una vicenda strettamente interna all'Istituto per attaccare il Romano Pontefice e la Gerarchia Cattolica, cui porta e per cui chiede il massimo rispetto, CHIEDE A TUTTI su questa vicenda SILENZIO, RISPETTO E PREGHIERA onde consentire a chi di dovere di svolgere con serenità il suo compito per il bene della Chiesa e dell'Istituto stesso."

In Corde Matris
P. Rosario M. Sammarco, fi
Responsabile del Portale Istituzionale dei Frati Francescani dell'Immacolata.


Ebbene NON LEGGO UNA SOLA PAROLA RIVOLTA AI FEDELI che vengono privati della Messa Antica, non una.
Se posso capire la prudenza dei FI, alfine di evitare provvedimenti disciplinari, sono molto meno comprensibili il tono usato e l`oblio di chi li ha sostenuti e sono nell`obbligo di rinunciare alla Santa Messa, a causa di una decisione che per il momento sembra come minimo criticabile e su diversi punti.
Ancor più incomprensibile il tono usato dal frate perchè in realtà nel testo di De Mattei non c`è nessun attacco al Romano Pontefice e alla Gerarchia Cattolica!
Son certa che non tutti i FI si dissociano e criticano chi si esprime, allora che i FI siano attenti alla gerarchia, chi perchè ne teme gli strali( che tanto sono già piombati), chi è al contrario felice di sentirsi sostenuto nelle sue rivendicazioni, posso capirlo, ma mi sembra che i grandi dimenticati e trascurati in questa triste vicenda, come se fossero una porzione insignificante, sono i fedeli legati alla Santa Messa Antica, ignorati dall` autorità vaticana e dai FI, quelli che si esprimono.

Anonimo ha detto...

Anonimo 10:46

Dei simboli del potere papale a partire da Paolo VI abbiamo già parlato qui

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/che-ne-del-primato-di-pietro.html

Quello che sta succedendo ora, però, sta superando ogni livello di guardia.

Mauro ha detto...

Di preti stampo Bergoglio ne ho avuti sul groppone tre. Non dimenticherò mai quello che ho passato. Facevano gli stessi identici discorsi del loro guru vestito di bianco, parola per parola dato che lo stampo che li ha prodotti sembra essere lo stesso per tutti. Stesse interpretazioni del Concilio e della nuova ecclesiologia da quest'ultimo scaturita. Stesso relativismo allo stato puro dove c'è tutto e il contrario di tutto: siamo tutti fratelli ma comando io, collegialità ma decido io, niente visione gerarchica ma se osi solo mettere in dubbio la mia autorità sei finito, si discute sulle idee ma le mie sono solo quelle giuste, misericordia ma ti punisco se osi solo mettere in dubbio la mia verità, povertà ma sempre degli altri e con fini anti-tradizionali,... Per questo non credo ad una sola parola di quello che dice Bergoglio e cambio canale quando lo vedo in tv. Quello non lascerà decidere niente agli altri, possiamo starne certi. Parla per far credere agli altri di essere una persona di un certo stampo ma poi decide solo lui.
Ha ragione chi scriveva qui sopra che è un bravo attore vestito di bianco e chi diceva che sta legando la gente alla sua presunta "bravura" e non a Gesù. Manca solo che ci dica con San Paolo "Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo" e poi siamo apposto.

Anonimo ha detto...

Ma cosa c'entrano qui i Francescani dell'Immacolata? Questo argomento ha altri post dove intervenire, non cominciamo col ripetere sempre le stesse cose, d'altronde gli stessi frati hanno chiesto rispetto e silenzio.
livia

rosa ha detto...

scusate, e' gia' successo che la S.Sede emetta un bollettino ufficiale per il Ramadan ?
Rosa

Marco P. ha detto...

"in confomità al vero significato dei disposti conciliari ....."

Ma un concilio pastorale, ancorché ecumenico, dispone ? e se dispone, essendo pastorale, qual è la qualifica teologica di queste disposizioni ?


"....essa è sinonimo di "sinodalità", ed è la forma in assoluto più tradizionale perché comunionale, sempre perfettibile umanamente, corrispondente alla costituzione divina della Chiesa."

Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam.
Dov'è la "sinodalità" ?

"Il Primato si esercita concretamente nella comunione..."

Questa benedetta comunione andrebbe finalmente chiarito che è tale solo se è riferita a Cristo, ossia se ciascuno è, per la parte che gli compete, membra vivo del Suo corpo mistico, ma, come insegna S. Paolo, ogni membra ha la sua precipua funzione, che se viene confusa con altro, o frammista alle altre, non permette lo svolgersi organico ed ordinato della - appunto - comunione.


"...il primato del Papa non solo non è messo in discussione, ma è ripristinato..."

Quindi se è ripristinato (tesi tuttavia da dimostrare) significa che si riconosce che è stato picconato, o no?

"Insomma, ce ne vorrà - a quanto pare - prima che ci si liberi dei paraocchi ideologici moderni e novecenteschi, che davvero accecano, anche attraverso gli accidenti. Ma prima o poi ci si renderà conto di che cosa stia realmente accadendo col nuovo pontificato."

Su questo non posso che essere d'accordo.

Unknown ha detto...

Non sono un'ammiratrice di Bergoglio, meno lo vedo meglio sto, ma per onestà intellettuale riporto una risposta che i mass-media hanno ignorato:

D: Fin dall’inizio si è presentato come «vescovo di Roma», perché?Riguarda l’ecumenismo, per arrivare a vedere il Papa come un Primus inter pares?

R: Non andiamo più avanti di quello che si dice. Il Papa è vescovo, vescovo di Roma e da lì viene tutto, derivano gli altri titoli: successore di Pietro, Vicario di Cristo… Ma dire, pensare che questo vuol dire essere primo inter pares no, è andare oltre, non è conseguente a questo, è semplicemente il titolo primo del Papa. Sottolineare il primo titolo, certo, può favorire l’ecumenismo.

Anonimo ha detto...

Per Livia 14:27

Il rispetto e il silenzio riguardano le questioni interne dell'istituto, che se la vede con la Santa Sede.

Il problema sollevato dal decreto riguarda anche noi credenti. Piccolo esempio: mi chiedo se, quando sono dalle parti San Pietro (ogni tanto mi capita) la mattina alle 7 e voglio partecipare alla Santa Messa VO nella Chiesa dell'Annunziatina sul Lungotevere, potrò ancora trovarla!

Ma questo è solo un piccolo esempio. Pensa a quanti "centri messa" spazzati via con un provvedimento del genere...

Invece che vietare la Messa VO e metterla sub iudice, bastava esplicitare la libertà per ogni FI di celebrarla o meno.

E' evidente che se qualcuno posta interventi qui è perché è tuttora di scottante attualità.

Mazzarino ha detto...

Bergoglio ha dichiarato solennemente alla Chiesa di aver accettato di essere Vescovo di Roma. Non solo, ma ha rifiutato le insegne papali e ha modificato in tal senso annuali e cerimonie. Altro che sottolineature! Ora dopo quattro mesi, messo alle strette, dice che essere vescovo di Roma è una sottolineatura e che gli altri titoli gli vengono in automatico. Comunque delle due l'una: o è menzognero, e dunque non può che recitare a servizio del padre della menzogna, o è veritiero ed è quello che ha detto di accettare di essere, cioè vescovo di Roma. Per noi, e ormai per molti, è "ovviamente" vescovo di Roma. Non possiamo neppure pensare che volesse far fessi noi, i protestanti e gli ortodossi.

Marco P. ha detto...

Mi riferisco a quanto riportata dalla blogger marina deledda, in particolare alla risposta :"... Il Papa è vescovo, vescovo di Roma e da lì viene tutto, derivano gli altri titoli: successore di Pietro, Vicario di Cristo… Ma dire, pensare che questo vuol dire essere primo inter pares no, è andare oltre, non è conseguente a questo, è semplicemente il titolo primo del Papa".

Un articolo del prof. Pasqualucci disonibile sul sito conciliovaticanosecondo.it spiega che tradizionalmente per essere eletti al soglio pontificio non è necessario essere vescovi ed in particolare spiega che la potestà giurisdizionale su tutta la Chiesa universale (ciò che è solo del Papa) è di diritto divino e contestuale all'accettazione dell'elezione, stando al c. 219 del CIC 1917, coerentemente al fatto che fu Cristo a conferire a Pietro il potere di pascere le pecore e gli agnelli dopo che l'apostolo dichiarò triplicemente il suo amore per Lui. Tale riferimento al conferimento divino del potere giurisdizionale universale è scomparso nel CIC 1983 (...).
L'esercizio di tale potestà è immediato e, poiché in passato è successo che pontefici al momento dell'accettazione non fossero vescovi, ciò comporta che l'essere Papa non è subordinato all'essere vescovo (l'ordinazione vescovile fu successiva all'elezione al Soglio).
Inoltre, l'ufficio di vescovo di Roma è del solo Papa che non può quindi reclamare il primo ruolo se non passando dal secondo, tant'è - spiega Pasqualucci - che prima di essere vescovi di Roma ed un istante prima del diventare Papa, i recenti pontefici erano vescovi di altre sedi.
Comunque ho riassunto - anche malamente, devo riconoscere... - quanto espresso chiaramente nell'articolo citato alla cui integralità rimando per una disamina di certo più approfondita ed argomentata.

Ambrosius ha detto...

Bergoglio è il "Papa Amleto"...

F.C. ha detto...

A proposito del comunicato Sammarco:

I FI non comprendono come funzionino le cose oggi e soprattutto non comprnedono che coloro che li sanzionano non sono autorità, nel senso vero e nobile del termine, ma modernisti che hanno acquisito ruoli di autorità.

I FI non comprendono che questi modernisti si stanno servendo del loro potere per ottenere la loro morte la loro sparizione e che non comprendono che l'uso della forza.

D'altronde è attraverso "l'agit prop" ed altro che normalmente agiscono, quando non sono essi stessi al potere, per destabilizzare una (vera) autorità e mettersi finalmente al suo posto !

Credo che gli FI, o coloro che all'occorrenza parlano in nome loro, (suciramente a meno che non siano essi stessi in combutta con i modernisti) farebbero bene a meditare la parabola di Nostro Signore che rimprovera la loro vigliaccheria ai figli della luce, esortandoli ad agire (prendendo esempio nel modo se non nel contenuto dai figli delle tenebre), con coraggio e con l'audacia del metterci la faccia.

Avremmo molto da imparare dai metodi trotskisti nel mondo laico e dai metodi modernisti nella vita morale e religiosa!

TB ha detto...

Conferenza meravigliosa.

rocco ha detto...

la differenza tra re e tiranno e' che il re obbedisce alla legge che a lui e' superiore. bergoglio se nei suoi atti non rispetta la tradizione non si comporta da papa ma da tiranno. sta qui la differenza. non basta agire autonomamente e comandare. si deve obbedire per essere re. rex deriva da rectus, cioe' dritto , cioe' diritto. lex injusta non est lex.

giuseppe ha detto...

Rocco, la potestà giurisdizionale del Papa è assoluta, universale, illimitata, generale e particolare, per diritto divino. Non ci sono leggi umane che possano limitarlo, né ecclesiastiche né civili. Può fare letteralmente quello che vuole, perché è Vicario di Cristo in terra, ha la speciale assistenza divina e a lui sono affidate le chiavi.
Rassegnati.

rocco ha detto...

giuseppe, non discutevo sulla giustezza dei poteri del papa, ma dell'uso che il papa ne fa.

la rassegnazione te la lascio volentieri.

rosa ha detto...

Il Papa è absolutus. OK. MA come ci si regola, a norma di dirtto canonico, se un papa non ottempera, anzi disattende, o addirittura modifica ciò che un altro Papa ha stabilito, magari usando l'infallibilitò nel definire ? Mi riferisco non al Summorum Pontificum, ma al Quo primum di S. Pio v, e ciò che stabilisce per la S. Messa. Se Apolo VI NOn voelva più la Messa di Pio V avrebbe dovuto usare del suo potere da re assoluto ed abrogarka con uan decisione in cui avrebeb dovuto impeganre la sua infallibilità. Ma NOn lo ha fato. Se Farncesco Non vuole che i FFI o altri celebrino il VO, avrebeb dovuto emettre un mout poroprio che abrogasse il SP, am non l'ha fatto. Ergo, il VO è celebrabilissimo, e un FFI, se lo desidera, può celebrarlo privatamente !
Rosa
PS: se poi il NO sia ancora veramente cattolico e conforme al depositum Fidei...

Silente ha detto...

Vista l'insistenza (spesso capziosa) di alcuni "conservatori conciliatoristi" (o semplicemente provocatori?) a difendere la miserabile decisione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata di vietare la S. Messa di sempre ai Francescani dell'Immacolata (e soprattutto ai fedeli), credo che si debba fare chiarezza, almeno nel nostro ambito. Ho letto qui alcune inquietanti, ambigue e ipocrite affermazioni e insinuazioni "giustificazioniste", riguardo a questo diktat totalitario, che non possono essere ignorate. Quindi:
1) la superiorità ontologica, teologica, dottrinale e liturgica del Rito di Sempre sulla messa postconciliare deve essere un punto fermo per chiunque si definisca "tradizionalista", pur con tutte le ambiguità e imprecisioni di questo aggettivo, che sento semplicemente come sinonimo di cattolico;
2) la decisione della Congregazione è antigiuridica, perché un atto amministrativo (avallato o no dal Papa) non può prevaricare su un Motu Proprio; la legge della Chiesa è un derivato dello jus romano e i suoi atti, da sempre, devono essere informati a principi di razionalità e legalità giuridica;
3) l'aggressione ai Francescani dell'Immacolata, provocato ad arte da una minoranza sediziosa probabilmente sobillata dai progressisti vittoriosi, è prodromica ad un attacco alle timidissime concessioni della "Summorum Pontificum";
4) le improvvide dichiarazioni del responsabile del portale web dei Francescani dell'Immacolata (attenzione: del portale web, non dell'Ordine)di "presa di distanza" dalla lodevolissima iniziativa di solidarietà di de Mattei, dimostra solo il grado di terrore giacobino che la chiesa postconciliare sa esercitare su chi dissente in nome della Verità. Come acutamente osservato da de Mattei, i bravi Francescani dovranno "mantenere" i loro "commissari-persecutori", così come, nei regimi comunisti, le pallottole usate per "giustiziare" i controrivoluzionari dovevano essere pagate dai parenti delle vittime. Analogamente, le vittime del diktat progressista devono smentire chi solidarizza con loro, pena sanzioni maggiori;
5) capisco e apprezzo la liberalità di Mic nel far passare certi messaggi "giustificazionisti" (alcuni sono anche esemplari ed educativi nella loro mala fede), ma non esageriamo. Questo, ovviamente, senza nulla togliere all'indiscutibile e insindacabile diritto di Mic a gestire il blog come crede, considerato anche che, oggettivamente, la sua moderazione è impeccabile.

rocco ha detto...

ottimo silente!

rocco ha detto...

ps. tutti possiamo fare letteralmente quello che vogliamo, non solo il papa. bisogna vedere se cio che si fa e si dice sia giusto o sbagliato. e il discernimento puo anche riguardare il dictat di un monarca.