Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 31 agosto 2013

Se tocchi la Messa crolla il papato

La luce mensile che ci viene da "Radicati nella fede", voce di Sacerdoti secondo il cuore di Dio. Pubblico di seguito l'editoriale dell'ultimo numero [n° 8, agosto 2013] 

Gran parte del cattolicesimo cosiddetto “conservatore” sta commettendo un errore gravissimo: per salvare ciò che resta della presenza cattolica nel mondo, per rendere più forte la missione della Chiesa nella società secolarizzata, per tentare un sussulto di orgoglio cattolico di fronte alla stanchezza dilagante di molti settori ecclesiali, sta puntando tutto sul Papa. Inoltre gestisce questa attenzione sul Papa esattamente come fanno giornali, televisione e siti internet, che esaltano la figura umana del pontefice sottolineando con orgoglio l'attenzione popolare sulla sua persona. Si comportano esattamente come fa il mondo senza fede o non preoccupato della fede, che parla dei raduni oceanici intorno al vicario di Cristo, dei suoi gesti eclatanti, delle scelte controcorrente che sembra fare.

 No, non è dal Papa che occorre partire, per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa, bensì dalla Santa Messa, dalla Santa Eucarestia.

 Per spiegarci ricorriamo ad un autore spirituale tra i più importanti del '900, Dom Chautard, abate della Trappa di Sept-Fons. In un suo testo in cui spiega la vocazione cistercense, Les cisterciens Trappistes, l'ame cistercienne, ad un certo punto l'abate benedettino racconta di un suo colloquio con il primo ministro francese Clemenceau, il famoso “Tigre”. Si era negli anni delle soppressioni degli ordini religiosi, e Dom Chautard era incaricato del delicato compito di salvare la presenza monastica in Francia. Così si trovò a colloquio con il radicale e anticlericale “Tigre”.

 Crediamo molto utile tradurre e trascrivere ciò che l'abate riferisce del loro parlare:

 “Mi accingerò - è Dom Chautard che parla a Clemenceau - a rispondere alla vostra domanda: Che cos'è un Trappista? Perché vi siete fatto Trappista? E per non allargarmi oltre misura, mi accontenterò di questo argomento: una religione che ha per base l'Eucarestia, deve avere dei monaci votati all'adorazione e alla penitenza.

 “L'Eucarestia è il dogma centrale della nostra religione. Lo si è chiamato il dogma generatore della pietà cattolica.

 “Non lo è il papato, come sembrate credere.
 “Il papato non è che il porta parola di Cristo. Grazie ad esso i fedeli custodiscono intatto il dogma e la morale insegnata da Gesù Cristo. Esso è la protezione che ci mantiene sulla strada tracciata in modo preciso dal nostro divino fondatore. Ma è solo Cristo che resta Via, Verità e Vita.
 “Ora, il Cristo non è un essere scomparso dove non sappiamo, né un essere lontano al quale pensiamo. Egli è vivente; abita in mezzo a noi; è presente nell'Eucarestia. Ed è per questo che l'Eucarestia è la base, il centro, il cuore della religione. Da là parte ogni vita. Non da altrove.

 “Voi non ci credete. Ma noi ci crediamo, noi. Crediamo fermamente, risolutamente, nel fondo del nostro essere, che nel tabernacolo di ognuna delle nostre chiese, Dio risiede realmente sotto l'apparenza dell'Ostia.”

 E' chiaro, il dogma centrale del cristianesimo è la Santa Eucarestia, tutto parte da lì, non da altrove... e se diminuisce la fede nel dogma centrale, nella Santa Eucarestia, tutto crolla nel cristianesimo, nella Chiesa. E non è stato forse così in questi anni? Pensiamo alle nostre chiese, con dentro Cristo “abbandonato”. Si è fatto di tutto per nascondere il tabernacolo, e quando non lo si è nascosto in qualche antro secondario, con la scusa che lì i fedeli avrebbero adorato meglio, quando lo si è lasciato centrale nella chiesa, lo si è coperto con tutto e di più: con i tavoli per celebrare la nuova Messa e con tutto un ciarpame di cose che rivelano solo, oltre il cattivo gusto, il disordine mentale del cattolicesimo di questi anni, che non ha certo fatto dell'Eucarestia il dogma centrale della fede. Pensiamo alla quasi scomparsa nelle chiese della genuflessione e del raccoglimento: in chiesa bisogna custodire il silenzio, sempre, perché Dio è presente nel tabernacolo: è Lui che fa vera la nostra preghiera, e non il nostro agitarci e il nostro fare baccano.

 Ma Dom Chautard nel suo lungo discorso a Clemenceau, arriva a parlare della Messa, ascoltiamolo:
 “La Messa, è il sacrificio divino del Calvario che si riproduce ogni giorno in mezzo a noi. Tutti i giorni, il Cristo offre a Dio la sua morte per le mani del prete, esattamente come in cielo nella Messa di gloria egli presenta a suo Padre le cicatrici gloriose delle sue piaghe per perpetuare l'efficacia redentrice della croce. Tutti i giorni, alla Messa, il Cristo rinnova l'opera immensa della redenzione del mondo.

 “E a questo avvenimento, il più grande che possa accadere sulla terra, più importante che il rumore degli eserciti, più salutare che la più feconda delle scoperte scientifiche, voi pensate che potremmo assistervi senza un fremere di tutto il nostro essere... non ci si abitua alla Messa. O allora che sarebbe la nostra fede?
(…) All'Amore crocifisso, noi cerchiamo di rispondere con un amore crocifiggente... Voi vi scandalizzate del nostro genere di vita; lo trovate contro natura. Sì, lo sarebbe se noi non avessimo la fede nell'Eucarestia. Ma crediamo al divino Crocifisso e l'amiamo; e vogliamo vivere come lui, noi che per la comunione partecipiamo alla sua vita.”

 Carissimi, ma è ancora questa la fede realmente vissuta nella maggioranza delle nostre chiese. La Messa è ancora intesa così? Come il sacrificio divino del Calvario? Chi parla con questa chiarezza della Messa? Al di là dei cosiddetti “tradizionalisti”, c'è ancora qualcuno che si esprime in questo modo parlando dell'Eucarestia?

 È avvenuto uno spaventoso mutamento nella fede e nel vissuto di quasi tutti i cattolici, e si chiama protestantizzazione: come dicevano i Cardinali Ottaviani e Bacci a Paolo VI nel loro Breve esame critico: “il Novus Ordo Missæ, considerati gli elementi nuovi, suscettibili di pur diversa valutazione, che vi appaiono sottesi ed implicati, rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i «canoni» del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero.”

 Anche qui è ribadito ciò che è stato detto da Dom Chautard: il centro del cattolicesimo è l'Eucarestia, è la Messa; il Concilio di Trento fissando definitivamente i canoni del rito aveva eretto una barriera per salvare l'integrità del magistero...

 Così è drammaticamente avvenuto che toccando i canoni del rito tutto è andato insieme, nulla sta più in piedi nel “nuovo” cattolicesimo. Martin Lutero lo aveva detto, non perdete tempo ad attaccare il papato, combattete la Messa cattolica e il papato crollerà con essa.
 Per questo, per amore alla Chiesa tutta, della sua dottrina e della sua disciplina, per amore del Papa Vicario di Cristo in terra, siamo chiamati semplicemente a custodire il rito della Messa così come fissato da Trento e da San Pio V. Non c'è nulla di più urgente perché la Chiesa, il Papa, possano vivere.

31 commenti:

Areki ha detto...

Bellissimo!
Un testo su cui fare meditazione e da applicare.

murmex ha detto...

Bellissime parole.La prova di tutto ciò,l'icona dello sfascio,è l'inchino del Vescovo di Roma(ma sembra che anche questo ruolo cominci a stancarlo,se è vero che si è presentato ad assistere capitolo generale degli Agostiniani,il 28 agosto,con la mitria tenuta in mano in una custodia,poi affidata a un sacerdote) con gesto di baciamano,alla regina Rania di Giordania.Ma come è possibile che il Vicario del Re dei Re si INCHINI a qualsiasi umana autorità? C'è un approfondimento su Una Vox,e spero nessuno dica che si tratta di pettegolezzo

Anonimo ha detto...

Non vorrei passare per menagramo,ma la pars destruens della CC è iniziata con bugnini ed è proseguita senza tanti intoppi fino al pontificato innominabile,quando Ratzinger aveva posto l'Eucarestia al centro,non si possono dimenticare le adorazioni delle gmg,quella di Madrid in particolare,la ragazza di mio figlio,che c'era,la ricorda ancora con i brividi lungo la schiena....ora lo scenario è differente,si punta tutto sulla figura dell'attore principale,il vescovo di roma,con una cura dei particolari ed un'accuratezza delle scelte da far venire ben più di un sospetto che tutto sia stato studiato a tavolino con freddezza chirurgica,prima l'eliminazione del kathechon,tesi suffragata anche da celebrati filosofi atei,poi si è proceduto alla sovrapposizione della persona,che occupa tutta la scena,sicchè Quello che doveva essere il principale oggetto di devozione,è stato oscurato,come nelle chiese si è oscurato il tabernacolo con le Sacre Specie,dirottato in cappelle laterali quando va bene,in sacrestia il più delle volte,altari spogli,preti che celebrano con sciatteria e si siedono al momento della distribuzione dell'Ostia e laici che arrivano da ogni dove, che danno nelle mani(orrore!)quello che un tempo veniva definito Corpus Christi e che doveva essere toccato solo dal sacerdote e ricevuto in ginocchio ed in bocca,questo mi avevano insegnato,ma adesso non so più che pensare....mi scuso per esser andato lungo,grazie per l'attenzione in caso di pubblicazione.GR2

Anonimo ha detto...

geniale e profondo come sempre. Che ne dite della profezia dell'ultimo gran maestro templare arso sul rogo che predisse la fine del "papato" entro 700 anni dalla sua morte....che avvenne il 18 marzo del 1314?

Anonimo ha detto...

Una delle pagine più lucide che ho letto negli ultimi anni (concetti tra l'altro ribaditi da papa Benedetto XVI). Non abbiamo riconosciuto il Figlio di Dio mentre percorreva le nostre strade, e continuiamo a non riconoscerlo mentre ogni giorno, davanti a noi, rinnova il Santo Sacrificio. Una Misericordia che siamo incapaci di concepire. Stefano

vincenzo da torino ha detto...

Se si vuole che le masse ritornino al cattolicesimo occorre semplicemente ritornare ad evangelizzare con le parole, la nostra fede viva e quindi il nostro esempio .Lo dice papa Benedetto ai giovani a Rio " andate...evangelizzate". La S. Messa e l'Eucarestia vengono dopo. Prima la fede con una buona conoscenza della dottrina cattolica e della chiesa. Non si può sminuire l'importanza capitale della figura e della voce del papa e pensare che bastino S.Messa ed Eucarestia. E tanto meno pensare che solo il VO si la vera ed unica S.Messa che possa essere determinante per l'evangelizzazione. Può interessare a ben pochi nostalgici. Questo assunto è patetico ed anticattolico!

maura ha detto...

Oh cara ,cara grazie per la riproposizione di questo articolo affinche' cio' che e' buono ci faccia riflettere e ci illumini ! La Madre Superiora di un ordine religioso dedicato ai Sacri Cuori di Gesu' e di Maria scriveva accorata alle giovani suore :" L'AMORE non e' amato , l'AMORE non e' amato " !! E' così . Come corrispondiamo al Suo AMORE , scacciandoLO ?! Sono grata al Santo Padre Benedetto XVI delle cui GMG si ricordano solo le Adorazioni Eucaristiche .
Questo editoriale mi straccia l'anima e mi interroga !

Luisa ha detto...

Anche il nuovo eletto segretario di Stato, Parolin, porta la sua pietra al monumento eretto in vita a Jorge Bergoglio, un papa che lava più bianco dell`omino bianco, che ha fatto sparire con il solo miracolo della sua presenza, dei suoi "buon pranzo" e "buona sera" tutti i problemi della Chiesa,
"Prima c’era pessimismo," dice Parolin, con Bergoglio "si è imposto un clima di speranza, di rinnovamento, di futuro che prima sembrava irrimediabilmente bloccato" e, ciliegina sulla torta, " è cambiata completamente la percezione che c’era della Chiesa. Da una chiesa assediata, con mille problemi, una Chiesa che sembrava diciamo così un po’ ammalata, siamo passati ad una Chiesa che si è aperta."

Che dire, se non che a quei prelati fa molto comodo diffondere quella visione e percezione di aria nuova che soffierebbe nella Chiesa.
Salvo che non ci siamo tutti bevuti il cervello, i problemi sono tutti ancora lì, e sorvolo sulla mancanza di rispetto per Benedetto XVI che ha dovuto lottare, DA SOLO, contro la sporcizia e il marciume nella Chiesa.

Luisa ha detto...

Ho dimenticato il link:

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/curia-curia-curia-27502/

Anonimo ha detto...

Luisa,
pare che Parolin sia della cordata Sodano, e che al tempo la nomina in Venezuela fosse vissuta come " promoveatur ut amoveatur". E chi decise la nomina ? ma il cattivaccio par excellence ! Quindi, di che meravigliarsi ?
Rosa

Anonimo ha detto...

E tanto meno pensare che solo il VO si la vera ed unica S.Messa che possa essere determinante per l'evangelizzazione. Può interessare a ben pochi nostalgici. Questo assunto è patetico ed anticattolico!

Con quali parole "evangelizza" e Chi annuncia, un cristiano che non fa del Santo Sacrificio e della grazia redentrice e santificante la fonte e il culmine della sua fede?

Cos'è che rende viva la dottrina perché ne fa assimilare le luci e rende la volontà capace di aderire a ciò che esprime e che il Signore chiede da noi, se non il Santo Sacrificio e la comunione al Corpo e Sangue ora glorioso del Signore?

Anonimo ha detto...

Politico ha detto...

I communisti delLa Venezuela è conosciuta per usare i suoi fondi rubati dalla richezza del paese per comprare i politici del Nord e del Sud America...l'annuncio durante il Conclavo che veniva da il Card. Sodano sull'occasione della morte del dittatore Venezuelano, e poi, adesso, la nomina di Parolin, mi fa pensare che i fondi per comprare il tacere della fazione di Sodano durante il Conclavo e il loro scelto improvvisorio di Bergolio dopo un pranzo, veniva dal governo di Venezuela...questa spiege il modo terroistico e dittatorial del agire di Bergoglio

vincenzo da torino ha detto...

@Mic. Probabilmente ha equivocato. Ho messo l'accento solo sul fatto che per alcuni solo la messa VO possa essere utile per evangelizzare. Per un cattolico la S. Messa e L'eucarestia sono il cardine della sua vita spirituale . Ma è una forzatura dire che con essi si evangelizza. Con la parola (ed esempio) si evangelizza, con i sacramenti, mezzi efficaci della grazia ci si santifica, con la S.Messa tutti assistiamo al rinnovo incruento del sacrificio di Gesù, fonte di grazie e salvezza, che ci dona se stesso con l'eucarestia. Concludo. I riti sono mezzi, non sostanza. Non capisco tutta questa polemica sul VO che si vuole ad ogni costo mantenere come elisir insostituibile di giovinezza e rifioritura della fede per la chiesa. Da giovane per anni ho assistito alla messa quotidiana(due alla domenica)nel VO. Senza negare la bellezza dei canti (solo nella messa solenne)ed il misticismo che si respirava, ero anche stufo di sentire il prete recitare in una lingua che poco conoscevo(assurdo, no?) e dover dire rosari e preghiere varie in modo distaccato dal celebrante. Si possono fare tante critiche, anche alcune giuste al NO,ma personalmente non lo rimpiango. Anzi...saluti.

Anonimo ha detto...

Il signore da Torino da quel che scrive, sembra un allievo del guru Enzo Bianchi.
Poveri noi.
Ma quand'è che finirà sta farsa e la falsità di questi signori, circa la S. Messa in latino?
Quand'è che finiranno le cartucce moderniste? Aspetto il momento con ansia.

Ut inimícos Sanctæ Ecclésiae humiliáre dignéris, te rogámus, áudi nos.

TRID.

Anonimo ha detto...

Sembra che la CC sia nata il 13 marzo 2013!!!!
Che tristezza.

vincenzo da torino ha detto...

@Anonomo. Per sua conoscenza non sono un fans di Enzo Bianchi e combatto il modernismo condannato dai papi in alcuni punti che condivido, non in tutti, poiché il magistero irreformabile è solo una fantasia di alcuni mai reale nella storia della Chiesa. Ripero : trovo assurdo questo attaccamento al VO,che è stato voluto da papa Benedetto per andare incontro alla sensibilità di una parte dei fedeli. Oggi, visti i risultati, credo che sia stato un enorme errore. Meglio rivedere in alcuni punti il NO ed avere in tutta la chiesa un unico rito, pur mantenedo magari il latino per alcune e poche preghiere ormai comprensibili a testimonianza della universalità della chiesa. Libero di non condividere, ma tacciare di modernismo per così poco è perder il senso delle proporzioni ed una onesta critica. Saluti

Anonimo ha detto...

Vincenzo da Torino,
la formazione e l'ecclesialità degli ultimi 50 anni spiegano e rendono comprensibile il suo punto di vista, degno di rispetto quanto il nostro, perché evidentemente frutto di convinzione acquisita attraverso l'esperienza.
Io la comprendo, così come conosco e condivido molte delle ragioni che all'epoca del concilio richiedevano un aggiornamento che -sotto questa veste ingannevole - è stato fatto diventare una vera e propria rifondazione della Chiesa.
Creda che rendersi conto - approfondendo e documentando i diversi punti di frattura - della frattura generazionale che sarebbe necessario poter colmare, è ragione di preoccupazione e di sofferenza e anche del tentativo di fornire argomenti razionali e teologici per mostrare la realtà delle cose.

Ovvio che l'intenzione non è quella di convincere nessuno, ma di 'mostrare' e difendere le ragioni della fede cattolica (che non è pre-conciliare o post-conciliare) ma di tutti i tempi.

Quando non si riesce ad intendersi non resta che rispettare l'altro e proseguire il proprio cammino. Il Signore, che legge in ogni cuore la ricerca e la risposta sincere, provvederà.

Quando le convinzioni trascinano e fanno salire in cattedra o trinciare giudizi, sia dall'uno che dall'altro campo, siamo già 'fuori' da ogni possibile comunicazione...

Uno dei problemi, oggi, per chi ama la Tradizione senza essere chiuso alle possibili novità positive, è aver a che fare con chi può definirsi tradizionalista, ma in realtà non si accorge di difendere esclusivamente la tradizione post-conciliare senza riconoscere i tagli netti, non immediatamente percepibili, che essa ha operato con le radici più ricche di linfa vitale...

Anonimo ha detto...

Questo articolo dice una verità fondamentale e, prima di esser liquidato sommariamente insieme al VO, andrebbe un attimo meditato...

Anonimo ha detto...

Questo articolo dice una verità fondamentale e, prima di esser liquidato sommariamente insieme al VO, andrebbe un attimo meditato...

Concordo e sottoscrivo una parte dell'ottimo articolo da lei proposto.


No, non è dal Papa che occorre partire, per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa, bensì dalla Santa Messa, dalla Santa Eucarestia.

Ebbene si, per salvare la vita cattolica è necessario salvare e custodire la S. Messa Tridentina.

Ecco perchè certi commenti alla Enzo Bianchi del signor da Torino, non li lascierei nemmeno passare.
Non tanto perchè non si sappia cosa rispoendere o far valere la ragione, ma solo perchè discorsi astrusi e vuoti, possono accendere gli animi e creare confusione.

Non dimentichiamo che è più di mezzo secolo che impera il loro pensiero e i danni sono evidenti, perchè lasciare ancora spazio a simili storture ideologiche?

Possono accendere gli animi.
Scusi gentile mic ma era solo una puntualizzazione, a costoro meno pubblicità si fa meglio è per ilbene delle anime confuse.


Ut inimícos Sanctæ Ecclésiae humiliáre dignéris, te rogámus, áudi nos.

TRID.

Anonimo ha detto...

Lieta di avere, ora, il tempo di approfondire:

Ho messo l'accento solo sul fatto che per alcuni solo la messa VO possa essere utile per evangelizzare. Per un cattolico la S. Messa e L'eucarestia sono il cardine della sua vita spirituale . Ma è una forzatura dire che con essi si evangelizza. Con la parola (ed esempio) si evangelizza, con i sacramenti, mezzi efficaci della grazia ci si santifica, con la S.Messa tutti assistiamo al rinnovo incruento del sacrificio di Gesù, fonte di grazie e salvezza, che ci dona se stesso con l'eucarestia.

Sono perfettamente d'accordo su quel che dici.
In ogni caso, se sento dire che la Santa Messa evangelizza non mi scandalizzo e non confondo la funzione santificatrice della Chiesa con l'Annuncio e la missionarietà.

E che anche la Messa evangelizzi è tanto più esatto, quando più - partecipandovi - si riceve la 'configurazione' al Signore e si matura nella fede, oltre ad assimilare interiorizzandole le verità e i 'misteri della fede' che la Liturgia, celebrandoli, veicola. E' così che essi diventano "carne" e si trasformano in vita concreta. Ed è questa, cioè l'intera storia personale e comunitaria e oltre che viviamo, che lì si riconduce e da lì di nuovo ogni volta riparte.

Ed è da questo che, insieme alla preghiera nonché alla conoscenza ed alla frequentazione della Parola - illuminata e svelata nelle sue profondità e ricchezze dalla grazia liberante e santificante -, vengono fuori le parole per evangelizzare nel modo che ad ognuno di noi è dato, a partire dal contesto più prossimo...

Anonimo ha detto...

Scusi gentile mic ma era solo una puntualizzazione, a costoro meno pubblicità si fa meglio è per ilbene delle anime confuse.

Quando ricevo un messaggio non parto mai dal presupposto che chi scrive faccia pubblicità a se stesso o a ciò che professa. Cerco di ascoltarlo e di entrarci in comunicazione fornendo le ragioni della mia fede, come ho tentato di fare sopra.
Se entrassi in questo meccanismo dovrei pensare la stessa cosa anche di tutti i messaggi di segno opposto...

Cerchiamo di ascoltare e 'mostrare' ciò in cui crediamo senza sbatterlo in faccia trinciando giudizi; il che vale per tutti, perché purtroppo mi pare che alla fine si rischia di ritrovarsi su fronti differenti pur volendo essere sullo stesso fronte della verità.

Il bene delle anime confuse, viene fuori e si diffonde da sé proprio 'mostrando' la verità con la carità che ci riesce possibile, senza partire dal presupposto che gli altri vogliano trarci in inganno, quando spesso sono essi stessi vittime dei numerosi inganni che sono purtroppo all'opera nella Chiesa .

Anonimo ha detto...

Inoltre quando ricevo un messaggio, come nel caso di Vincenzo da Torino che insiste nel fornire le ragioni del suo pensiero, vedo una persona e parlo con la persona non con le "storture ideologiche", attenta a non esserne vittima io per prima...

Se, poi, alla resa dei conti la persona dovesse rivelarsi impermeabile e refrattaria ad ogni confronto, come purtroppo a volte succede, la chiuderei lì spiegando il perché. A volte è accaduto. A volte, invece, il confronto è stato positivo per tutti ed anche e soprattutto l'occasione per approfondire gli aspetti in discussione.

vincenzo da torino ha detto...

@Mic. La ringrazio molto della sua risposta che condivido. Avendo vissuto in diretta (ora neo pensionato!)e dall'interno ecclesiale sia il Concilio come il post Concilio ne posso testimoniare sia il grande entusiasmo sia le grosse derive ecclesiali e dottrinali. Non credo proprio che sia il ritorno al VO che possa essere una base per correggere qualcosa di sostanziale per il ritorno alla fede. saluti.

Anonimo ha detto...

Anch'io ho vissuto, dall'esterno, l'entusiasmo e i cambiamenti dell'epoca conciliare. Sono stata addirittura impegnata per anni sui fronti del dialogo (ecumenico, compreso quello con gli ebrei).
Ed è proprio sul campo che ho scoperto lo stridore di quanto accadeva (o si voleva che accadesse in base ad adeguamenti tendenti all'omogeneizzazione da parte nostra) con gli insegnamenti già assimilati nella Chiesa.

Quanto al VO, umanamente è difficile colmare lo iato generazionale, ma in chi lo scopre (o lo ri-scopre) e vi si immerge (soprattutto i giovani) non siamo noi a produrlo, ma il Signore. Ovvio che poi non dovrebbero mancare promozione e catechesi. Ma è questo purtroppo che viene impedito.
La saluto e buon proseguimento.

Anonimo ha detto...

E' impressionante!!

Se qualcuno, mi dice che il Vo non è un mezzo per evangelizzare e tornare alla fede cattolica, la prendo come una delle tante frasi che non meritano tanta attenzione.

I motivi sono molti primo fra tutti, la Celebrazione l'esempio del Sacerdote rivolto al Tabernacolo.
Se anche succedesse che fosse mal celebrata, se il sacerdote stesso fosse distratto, solamente osservare il Ministro rivolto a tu per tu con il Tabernacolo, il dialogo e l'intimità che avviene in quei momenti, basta questo.

Quella scena dona al fedele l'imput evangelizzatore, giacchè riporta la mente e l'attenzione a Dio.

Nel protestantesimo questa attenzione, viene accuratamente evitata, fa parte della loro religione.

Non è un caso che i templi luterani e cristiani protestanti siano spogli privi di simboli e di immagini. Un vuoto e un ambiente spoglio che loro chiamano un ritorno alle origini alla povertà dei primi cristiani,in realtà nasconde bena altri motivi.

Persino S. Francesco, obbligava alla ricchezza nella Casa di Dio.

Si!! Per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa che bisogna ripartire, bensì dalla Santa Messa Tridentina o VO.

Ut inimícos Sanctæ Ecclésiae humiliáre dignéris, te rogámus, áudi nos.

TRID.

Anonimo ha detto...

Se qualcuno, mi dice che il Vo non è un mezzo per evangelizzare e tornare alla fede cattolica, la prendo come una delle tante frasi che non meritano tanta attenzione.

Perché?
Può darsi che uno lo dica per mancanza di speranza o per imprecisa conoscenza. E dunque si cerca di colmare la carenza, se possibile.
Se non è possibile, transeat e il Signore ci penserà...
Ma almeno ci si prova e, dico per esperienza, qualche volta riesce.

Faccio l'esempio dell'utente di un altro blog che prima seguivo di più con il quale ho avuto uno scambio franco e profondo (e non è il solo), che ora, su quel blog (dove intervengo più poco per mancanza di tempo), è lui - insieme a diversi altri - a scrivere quel che io non ho più il tempo di scrivere e che non saprei dir meglio.

Ma, in questo, non faccio altro che vedere il Signore all'opera, perché è Lui che ha illuminato e continua a illuminare quei cuori sinceramente in ascolto e assetati di verità in un contesto oscuro e in quel che dicono ora ho molto da imparare anch'io...

Anonimo ha detto...

Perché?
Può darsi che uno lo dica per mancanza di speranza o per imprecisa conoscenza

Concordo, ma non è il caso dell'utente in questione. Ho avuto modo di leggere il suo pensiero e come trattava chi non la pensava come lui su il blog di Tornielli, e questo mi basta.

Poi ci penserà il Signore.

Mi congratulo con lei e con il Buon Dio se dopo tanti sforzi qualche piccola luce di conforto, è potuta arrivare da scambi leali, ma non è la regola purtroppo.
Lo si è visto con decenni e decenni di ecumenismo e questo mi basta i fatti contano più delle parole.

saluti

TRID.

Anonimo ha detto...

Concordo, ma non è il caso dell'utente in questione. Ho avuto modo di leggere il suo pensiero e come trattava chi non la pensava come lui su il blog di Tornielli, e questo mi basta.

E' da molto che non frequento più quel contesto inospitale (è un eufemismo!).

Dunque ragiono in base a quel che vedo sul momento. Il tempo e l'esperienza fanno il resto.

Anonimo ha detto...

Questo articolo è stato ripreso in inglese su Rorate caeli

Marco P. ha detto...

Dice Vincenzo..."Senza negare la bellezza dei canti (solo nella messa solenne)ed il misticismo che si respirava, ero anche stufo di sentire il prete recitare in una lingua che poco conoscevo(assurdo, no?) e dover dire rosari e preghiere varie in modo distaccato dal celebrante.

L'amore per la S. Messa Apostolica non è di tipo estetico, chi critica il VO vede in questo una sola manifestazione stilistica puramente umana. Con ciò si sbaglia il bersaglio verso cui puntare la propria riflessione.
Infatti il sig. Vincenzo scrive successivamente che "... ,che è stato voluto da papa Benedetto (ci si riferisce al VO) per andare incontro alla sensibilità di una parte dei fedeli. Oggi, visti i risultati, credo che sia stato un enorme errore" (per inciso non capisco a quali risultati negativi ci si riferisca, forse alle puntuali prese di coscienza dei singoli fedeli dell'enorme tesoro che è stato posto nell'oblio per qualche decennio ?)
Si parla di sensibilità dei fedeli, quando invece, al contrario, la S. Messa Apostolica è sola e pura essenza spirituale in quanto opus Dei. La sensibilità è legata ai sensi terreni e carnali, ma lo Spirito Santo, come insegna S. Paolo, opera in modo altro e opposto rispetto a quanto chiede ed impone la carne.
Si può parlare invece con giusta ragione di sensibilità per quanto di questa è impastato il NO, in quanto ivi si vuole coinvolgere la partecipazione dell'assemblea (un unicum tra popolo e sacerdote che sono indistinti senza più distinzione di ruoli, cosa questa sommamente anticreazionista) all'azione santificante con gesti, suoni ed attività che toccano appunto la sensibilità terrena/carnale, zavorrando, abbassando ed infine abbattendo l'anima che aspira ad adorare il suo Signore e Creatore che la vuole salvare dall'eterna perdizione.

Il NO mi pare si sostenga con l'assunto da cui prese le mosse la modernità in campo filosofico: "ego cogito, ergo sum". Anche ora nella messa paolina, se l'uomo non è centrale con il suo pensare ed agire , gli sembra di non giungere a nulla. Manca il senso dell'abbandono alla reale Presenza santificante, in quanto dell'unico Santo, l'unico che può donare Sé a Sé Stesso in modo perfetto e completo, in quanto Assoluto.

Anonimo ha detto...

Molto centrato e condivisibile il commento di Marco P.