Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 26 marzo 2021

C’è un vescovo ad Alcalá de Henares.

L'articolo del vescovo Reig Pla che denunciava sia la legge sull'eutanasia recentemente approvata, sia altre leggi inique arrivate in Spagna grazie alla democrazia e alla Costituzione, ha provocato una rabbiosa reazione da parte della sinistra.

I socialisti esigono le scuse dal vescovo per aver definito la Spagna «campo di sterminio». Lui rilancia
C’è un vescovo ad Alcalá de Henares. Riprendendo la famosa frase attribuita a Bertolt Brecht – «ci sarà pure un giudice a Berlino!» – si potrebbe commentare così il coraggio con cui monsignor Juan Antonio Reig Pla, vescovo appunto di Alcalá de Henares – comune spagnolo di 200.000 abitanti nella comunità autonoma di Madrid -, ha deciso di denunciare la nuova legislazione eutanasica del suo Paese. Sì, perché la settimana scorsa mons. Reig Pla c’era andato giù molto duro, accusando «le forze laiciste unite alle forze politiche favorevoli alla relativizzazione culturale, morale e religiosa» d’aver trasformato «la Spagna in un “campo di sterminio”».

Per quanto il vescovo non si riferisse solo alla legislazione sulla “dolce morte” – nel suo discorso veniva denunciato tutto un «tsunami di leggi» iniziato nel 1981 con il divorzio -, le sue parole hanno fatto rumore. Tanto. Al punto che il PSOE – acronimo che sta per Partito Socialista Operaio Spagnolo – di Alcalá de Henares non solo non l’ha presa benissimo, ma ha esplicitamente invitato il pastore a tornare sui suoi passi. E l’ha fatto con una apposita nota, a sua volta decisamente poco tenera nei toni e nelle richieste.

«Il vescovo ha definito la Spagna un “campo di sterminio”», recita il comunicato, «e ora chiediamo che egli rettifichi e si scusi per le sue dichiarazioni inaccettabili, e gli chiediamo di smetterla di pronunciare i suoi già fin troppo comuni sfoghi verbali. Il PSOE di Alcalá de Henares esprime attraverso questo comunicato l’assoluto rifiuto provocato dalle deplorevoli dichiarazioni del vescovo Reig Pla, il quale, lungi dall’avanzare e approfondire l’armonia che predica la fede cristiana, sembra ancora una volta deciso a polemizzare, polarizzare e dividere la nostra società, che vive in una piena democrazia in cui le leggi sono proposte, dibattute e approvate in forma democratica».

Che dire: da parte dei socialisti è arrivata davvero una forte tirata d’orecchi a monsignor Reig Pla; il quale, ragionando con i canoni cari al politicamente corretto, sarebbe dovuto subito correre a scusarsi o, quanto meno, a riconoscere che sì, in effetti i suoi toni sono stati un po’ eccessivi, impulsivi, fuori luogo e – soprattutto – «divisivi», per citare il solo peccato laico che la cultura dominante ancora contempla e sanziona. Peccato che, come si diceva all’inizio, ci sia un vescovo ad Alcalá de Henares. Quindi non solo i socialisti non hanno ricevuto alcun dietrofront, ma a loro è pure arrivata una risposta per le rime.

Sì, perché pur articolata in otto pacati punti, in questa nota le parole sul “campo di sterminio” vengono ribadite senza alcun tentennamento, specificando solo che «il riferimento alla Spagna come “campo di sterminio” è circoscritto agli spazi in cui avvengono morti innocenti (nel grembo materno, nei laboratori, nelle cosiddette «cliniche abortive» e nei centri sanitari ora anche con l’eutanasia». Non solo. Nella nota di replica, c’è pure una lezione sul fondamento antropologico dello stare assieme.

«Perché viviamo insieme nella società?», si legge, «per proteggerci, prenderci cura di noi stessi e sviluppare al massimo il bene comune che riguarda la totalità di ogni persona e, insieme, tutte le persone. Ovviamente, lo Stato è responsabile della cura e della protezione delle persone attraverso i servizi sanitari. L’esercizio del contrario distorce l’atto medico (cura, cura, assistenza, ecc.) E implica l’abbandono illegittimo della sua missione». Parole chiarissime, che non abbisognano di alcun commento se non la ripetizione, per la terza volta, di una constatazione che – visti i tempi – dà particolare sollievo: c’è un vescovo ad Alcalá de Henares. - Fonte

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Hanno scelto di riunirsi in oratorio per evitare l'isolamento sociale imposto dalle restrizioni anti Covid: 22 ragazzi di Varese, tutti tra i 16 e i 18 anni, dal 7 marzo vivono insieme nell'oratorio di Biumo Inferiore (uno dei quartieri della città). L'idea è nata proprio da uno di loro - Leonardo, studente di terza superiore - che ha suggerito di ispirarsi al modello adottato dai cestisti statunitensi della Nba: un tampone per tutti e poi l'ingresso in una "bolla" dove condividere una normalità quotidiana che all'esterno è preclusa.
"La proposta è stata avanzata per la prima volta lo scorso settembre, ma ha richiesto un lungo periodo di tempo per concretizzarsi. Abbiamo dovuto studiare con attenzione le norme e richiedere tutte le autorizzazioni del caso - spiega don Gabriele Colombo, il 35enne sacerdote responsabile della pastorale giovanile della Comunità pastorale 'Beato Samuele Marzorati', che sta condividendo l'esperienza della bolla con i ragazzi - Ci siamo concentrati in particolare sull'allegato 8 dei Dpcm finora emessi, che si occupa delle politiche familiari e prevede la possibilità di effettuare attività ludico-ricreative e di educazione non formale, ovviamente nel rispetto delle norme anti contagio".
L'autorizzazione ufficiale è arrivata il 19 febbraio e il 7 marzo "siamo entrati nella nostra bolla in oratorio, da cui usciremo il 28 marzo per ricongiungerci con il resto della comunità in occasione della Domenica delle Palme - continua il sacerdote - Si tratta di una bella esperienza per tutti, basata non solo sulla socialità, ma sulla fraternità, ovvero sulla capacità di prendersi cura l'uno dell'altro e degli ambienti comuni".
Su Repubblica Milano l'articolo di Lucia Landoni

Anonimo ha detto...

Purtroppo le sue parole arrivano tardi.
Ormai la torta avvelenata è già stata confezionata, cotta e servita.
Bisognava guastare la festa quando si era ancora in tempo!

Anonimo ha detto...

Non e' mai tardi per affermare la verita' tutta intera .
E' giustissima la definizione di sterminio , sterminio dei deboli , sterminio dei concepiti , sterminio delle anime redente dal Preziosissimo Sangue...Dio che brucia di ardente amore per le anime abbia pieta' dei mandanti .

Anonimo ha detto...

Veritiera la replica che allarga il panorama all'intera comunità, aborto ed eutanasia non sono fatti privati, riguardano tutti in senso fisico e metafisico. A questo non si pensa. Quando una nazione si macchia dell'uccisione di milioni di persone piccole, piccolissime, malate, anziane è un popolo intero che cambia e Dio solo sa come questo cambiamento si attua e si attuerà. E' di immensa gravità tenere all'oscuro le persone del loro destino dopo-morte. La maggior parte dei materialisti è convinta che con la morte tutto finisca...eh, no! cari materialisti, allora comincia la parte serissima. Benissimo ha fatto il vescovo di Alcalá de Henares, basta con le brioches torniamo al pane pane Gli assassini mediamente sono adulti, non si traumatizzano davanti alla verità; evitate di scandalizzarvi e pentitevi sul serio. Le vostre malefatte ricadano su tutti, sull'ambiente sociale e spirituale che è anche il nostro. Noi vi aiutiamo con i vostri bambini, con i vostri malati, con i vostri anziani, non vi abbandoniamo.

Anonimo ha detto...

In Olanda propongono di ammazzare anche i bambini sotto i 12 anni se malati gravi, oltre ai vecchi “stanchi di vivere”.
Come sempre, si parte dai casi limite per estendere poi un “diritto” (perché tale poi diventa nel sentire comune) in modo sempre più indiscriminato.
Il nome di tutto questo? Progresso, civiltà, nuovi diritti

Anonimo ha detto...

Dirittto per diritto , ci sara' pure chi invochera' il "diritto di vivere"finche' avra' respiro.! Questo diritto ci viene direttamente dallo Spirito Santo .

Anonimo ha detto...

Tratto da Wikipedia :

Io accuso (Ich klage an) è un film del 1941, diretto da Wolfgang Liebeneiner ed interpretato da Heidemarie Hatheyer, Paul Hartmann, Mathias Wieman e Margarete Haagen.

Prodotto in collaborazione con il Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda (ministero della propaganda nazista), fu presentato in concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 1941.

Il film ha come tema l'eutanasia, ma era stato in realtà promosso da Goebbels con l'obiettivo di supportare il programma Aktion T4 (noto anche come programma eutanasia), un piano di sterminio sotto il quale molti pazienti considerati inguaribili vennero uccisi senza richiedere il loro consenso né quello delle loro famiglie. Il film è tuttora bandito in Germania.

Anonimo ha detto...

@A.26 marzo h.23.01

In Olanda i bambini di 12 anni possono chiedere l'eutanasia senza il consenso dei genitori anche se non sono malati, basta essere stufi di vivere......

Anonimo ha detto...

Quando si annuncia la parola di Dio si dà sempre fastidio a chi vive secondo i dettami della "carne ". La verità va sempre detta, in faccia a chiunque. Nel giorno del giudizio non si potrà dire non lo sapevo.
Castellaz Giovanni