Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 25 aprile 2025

E se un giorno?

Ci sono divisioni che salvano, ci sono spade che purificano.

«Io non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione».
Sono parole che fendono l’aria come una spada accesa, che mettono a nudo ogni ambiguità, ogni pace finta, ogni accordo siglato nelle stanze dove si svendono i simboli in cambio di applausi. Parole che non addolciscono, che non ammiccano, che non si prestano a comizi di circostanza. Sono parole che bruciano, che dividono, che selezionano gli spiriti. Non una divisione da teatrino, ma una linea tracciata nel cuore degli uomini.

E allora oggi, quando vediamo il mondo intero – massoni, laicisti, clericali tiepidi e anticlericali rabbiosi – unirsi in un unico, osannante, dolcissimo canto d’addio, non possiamo non sobbalzare. Non possiamo non domandarci da quale fonte sgorghi quest’unità così compatta, così stranamente intonata, così composta, così mondanamente devota. Non stride, questa lode unanime? Non assomiglia troppo a quei cori bianchi che intonano salmi senza sapere il senso delle parole? Non ricorda una liturgia senz’anima, una processione che ha smarrito il tabernacolo?

E noi, che abbiamo nel cuore il fuoco della Chiesa perseguitata, noi che conosciamo le lacrime dei Santi, possiamo restare in silenzio?

Mettiamo allora sotto la lampada della coscienza quello che hanno sopportato i veri amanti della Chiesa. Ricordiamoli, non per nostalgia, ma per giustizia. Pensiamo al Beato Pio IX, lacerato nel corpo e nello spirito da una modernità violenta e cieca, vilipeso dai salotti intellettuali, calunniato dai giornali, disprezzato da coloro che oggi si dicono “amanti della libertà”. Eppure amò la Chiesa fino all’ultimo sospiro, come uno sposo che non ripudia la sposa, anche quando è sporca, umiliata, ferita.

Chi oggi lo celebra – colui che ci ha appena lasciati – ha mai versato una lacrima per Pio IX? Ha mai alzato la voce per difendere Leone XIII quando veniva dileggiato? Ha mai riconosciuto il sangue versato da Pio X nel suo sacrificio dottrinale?

Ci sono divisioni che salvano, ci sono spade che purificano. E ci sono paci che uccidono, paci che ammaliano, paci che sedano lo Spirito.
La Chiesa non è del mondo. E quando il mondo la applaude, è tempo di farsi due domande.

* * *
E se un giorno...

E se un giorno lo Spirito Santo ispirasse l’elezione di un Papa che, senza proclami roboanti, riportasse semplicemente ordine, sacralità e verità? Un Pontefice che non si vergogna dell’ermellino, delle scarpe rosse, della croce d’oro sul petto. Un uomo che sceglie un nome da Papa – Pio, Leone, Benedetto – come a dire: non invento nulla, custodisco.

Non più solo “vescovo di Roma”, ma Romano Pontefice, Successore del Principe degli Apostoli, Vicario di Cristo. E mentre il mondo preme per una Chiesa fluida, lui ristabilisce il latino nella liturgia, celebra la Missa Romana secondo l’usus antiquior, ridando voce all’eternità delle parole: Introibo ad altare Dei. Ad Deum qui laetificat juventutem meam.

Un uomo che si inginocchi solo dinanzi all’Ostia Santa, come un mendicante della Grazia. Che esorti i sacerdoti a tornare alla talare, non per nostalgia folcloristica, ma per testimoniare al mondo che si è di Cristo, per sempre. Un Papa che non teme la santa intransigenza di chi sa che il peccato non si accarezza, si combatte. Un successore di San Pietro che annunci e denunci. Che rimarchi con implacabile precisione evangelica che la porta stretta esiste, e chi cerca scorciatoie smarrisce l’anima. Un Papa odiato ferocemente dai miscredenti e amato teneramente dai cristiani autentici.

Un Papa che ricordi, con voce ferma, che l’assoluzione richiede il pentimento e proposito fermo di non peccare più; che la Comunione non è un diritto da rivendicare, ma un dono che esige conversione; che i sacramenti non sono timbri di approvazione morale, ma ferite aperte da Dio stesso per guarire l’uomo.

E allora? Allora parte la macchina del fango. La plebaglia mediatica, teologica, clericale – usiamo pure il termine con benevola ironia – griderà allo scandalo:
«È rigido!»
«Non sta dalla parte degli ultimi!»
«Parla di inferno!»
«Si è rinchiuso negli appartamenti papali!»
«Non è un papa buono, non è una versione aggiornata dei papi detti “buoni”!»

Ma forse, finalmente, sarebbe un Papa giusto. Giusto per un mondo che ha sete di sacro, che ha bisogno di qualcosa che innalzi l’anima al Creatore e la salvi, più di qualsiasi altra cosa studiata a tavolino.
Un Papa che sospenda e rimuova senza alcuna pietà dalle sedi usurpate tutti coloro che spargono eresie e scandali.

Un Papa giusto come lo è chi ama davvero, e perciò corregge. Giusto come chi non teme di proclamare che Dio non è un’idea da modellare, ma una Presenza da adorare. Giusto come chi sa che l’abito fa il monaco, eccome se lo fa, perché forma mentis e forma corporis vanno insieme.

Forse un Papa così servirebbe, non per piacere al mondo, ma per salvare coloro che temporaneamente lo abitano.

E sarà coperto di improperi, sì. Ma chi ama la Verità, chi ancora crede che salvarsi l’anima sia l’unica vera urgenza dell’uomo, lo riconoscerà. E tornerà a respirare. Perché non c’è misericordia senza verità, né tenerezza senza giustizia.

Preghiamo davvero.
Nel rispetto di tutti, ma mai a discapito di Dio. Preghiamo con la Speranza accesa che il Signore voglia ridare slancio alla Barca di Pietro. E che chi oggi è considerato “rigido”, un giorno venga riconosciuto come colui che ha avuto il coraggio di non tradire.

Spero in un Papa capace di eclissarsi, di sottrarsi ai riflettori mediatici, perché solo di Nostro Signore Gesù Cristo e di Maria Santissima si odano, e si lodino, i santi e benedetti nomi.
Roberto Bonaventura

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Erano due settimane che volevo leggere qualcosa del genere, grazie.

Anonimo ha detto...

Grazie per le splendide parole di speranza e l'invito a pregare, pregare , pregare! Pregheremo!!!

Anonimo ha detto...

Della serie: così voleva Bergoglio, così si deve fare. !?!
https://lanuovabq.it/it/usano-il-papa-da-morto-per-ingrassare-la-fabbrica-di-embrioni
L’importante, come abbiamo visto ormai troppe volte, è aprire processi?

Laurentius ha detto...

Venerdì 25 aprile - Venerdì di Pasqua - San Marco, Evangelista - Litanie maggiori:

«Sorgi, Signore, aiutaci e liberaci per amore del tuo nome.»

Anonimo ha detto...

Quando ti esponi davvero, quando scegli di non mimetizzarti nella folla, accade qualcosa: costringi gli altri a rivelare ciò che custodiscono nei recessi del cuore. I cuori, sì, proprio loro, iniziano a parlare. Bastano pochi pensieri resi pubblici — una mezza dozzina di post, per l’esattezza — nei quali, mi pare, non ho offeso nessuno. Ho solo osato onorare la dignità del mio pensiero, fondato, ponderato, basato sulla conoscenza diretta di ciò di cui parlo.

Eppure, da quei pochi scritti, si è sollevata una levata di scudi: perfetti sconosciuti si sono affacciati sulla mia bacheca con l’intento di dileggiarmi, di insultarmi, o peggio ancora, di ridicolizzarmi. Non li biasimo. Forse non sanno che quando la verità viene a galla, o la si abbraccia o la si teme.

Poi ci sono stati gli altri. Tanti. Silenziosi nella folla, ma non nella verità. Mi hanno scritto in privato, ringraziandomi. Sono uomini e donne che, insieme a me, in questi anni, hanno sofferto, patito, ricevuto schiaffi da chi avrebbe dovuto essere padre nella fede.

E come accade sempre, quando qualcuno se ne va, una valanga di altri compare. Ma sia chiaro: non siamo qui a conteggiare i contatti. Ogni persona è unica, irripetibile, e preziosa agli occhi di Dio.

Quello che voglio dire — con voce ferma e animo libero — è che ci batteremo. Sì, ci batteremo contro l’idolatria che dimentica Gesù Cristo e che pone su piedistalli d’argilla uomini incensati più della verità.

“Guai a voi, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Lc 6,26).

La verità non ha bisogno di consenso. Ha bisogno di testimoni.

Roberto Bonaventura

Cronaca inquietante ha detto...

Mentre tutta l'attenzione dei media è e sarà concentrata sulla morte e i funerali di Papa Francesco e sul "25 aprile", in Europa si stanno aprendo scenari di guerra preoccupanti, col rifiuto di Zelensky (cioè di Regno Unito e Francia) degli accordi di pace proposti da Trump. Dire che la Crimea - che dopo un referendum ha chiesto e ottenuto nel lontano 2014 l'annessione alla Russia - debba, con gli accordi di pace, ritornare all'Ucraina, è una cosa così assurda che equivale a dire che non si vuole la pace. Se Zelensky non ci ripensa, non credo che Trump continuerà a fornirgli alcunché. L'obiettivo dei globalisti è chiarissimo: dar fastidio a Putin sperando che arrivi il momento buono per toglierselo di mezzo; e poco importa loro se per raggiungere questo obiettivo occorrerà portare guerra e distruzione anche fuori dall'Ucraina: i popoli, per questa gente, sono solo carne da macello.

Cit. Silvio Brachetta ha detto...

Il Leone (della tribù di Giuda e di san Marco) continua a ruggire

Il mistero della Chiesa continua a lasciare «trasecolati» – proprio nel senso di «uscire dal secolo e trovarsi in un altro mondo» (Dizionario Pianigiani) per lo stupore.
Non c’è crisi del pontificato che tenga, né crisi di magistero, né tiepidezza, né fuga in massa dei fedeli, né pluralismo religioso. La morte di un Papa è un avvenimento che coinvolge l’intero pianeta e smuove un fiume di gente. E con ragione, perché la Shekinah – la Gloria di Dio – non abbandona mai la Chiesa cattolica, nonostante le insufficienze gravi e meno gravi dei membri (il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Fedeli, io).
Le spoglie di Jorge Mario Bergoglio sono esposte su catafalco in mondovisione, contro la sua stessa volontà. Dio infatti si riprende sempre la volontà e le cose, alla fine, avvengono secondo la Provvidenza, non secondo le disposizioni umane. Il funerale non sarà affatto sobrio e già un flusso di fedeli è disposto a perdere delle ore per dare l’estremo saluto al Pontefice.
Capi di Stato sono già in volo per Roma e processioni di porporati colorano già l’Urbe. La Shekinah non può abbandonare la Chiesa, nemmeno se sul trono di Pietro sedesse l’Anticristo in persona. Eppure molti anticristi (cioè io con i miei peccati) sono sorti a contaminare il Corpo mistico della Sposa.
Niente può offuscare lo splendore della Sposa, per quanto si cerchi di sostituire Dio con un surrogato. Governi atei o meno atei guardano verso Gerusalemme (non quella situata in Palestina) e parole come «sede vacante» o «conclave» provocano ancora un’emozione che non è mai tramontata.
«Ecce Crucem Dómini, fúgite, partes advérsæ. Vicit Leo de tribu Iuda»

A proposito del grande afflusso di persone ha detto...

Per Bergoglio ci sono turisti e curiosi, per Papa Benedetto XVI c'erano i cattolici.

Anonimo ha detto...

Pensando come scrive Bonaventura, ai vari Pio IX, Leone XIII, Pio X, la domanda che sorge spontanea è se sia cambiato il mondo oppure sia cambiata la Chiesa cattolica. La risposta la sappiamo: la c.d. Chiesa "in uscita" in realtà è una Chiesa in ritirata.
Il mondo sta piegando la Chiesa ai suoi gusti, non totalmente ancora, ma è evidente che la continua apertura di nuovi processi, nuove vie in ambito cattolico, sta allargando sempre più la fessura da cui è entrato il fumo di satana.
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Grazie per questo splendido articolo, è talmente bello che avrei voluto scriverlo io.
Tuttavia, anche se a Dio tutto è possibile, non credo che, almeno per ora, ciò possa realizzarsi.
Temo che dovremo aspettare e soffrire ancora molto.
Che dire, sia sempre fatta la Sua volontà.
Antonio