Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 7 agosto 2012

Strane alleanze: conservatori Conciliaristi e neo-tradizionalisti nonché neo-modernisti versus la Tradizione costante

Aggiornamento/1: Assolutamente da leggere la riflessione di Una Vox.
Aggiornamento/2: Assolutamente imperdibile quanto scrive Francesco Colafemmina in Fides et Forma.

Carissimi,
da giorni avevo colto su MiL la nota stonata della questione riguardante il Coordinamento Summorum Pontificum, del quale avevo augurato la diffusione delle finalità, nell'intento di conoscerle per eventualmente condividerle. Ho letto successivamente il  Patto di Consultazione e Collaborazione ed esprimo al riguardo alcune perplessità, che spero poter presto chiarire. Innanzitutto, prima di elencare gli interrogativi e le riflessioni suscitate dalla questione mi chiedo se è mantenuto ancora l'anonimato dei coordinatori e promotori e, se sì, me ne chiedo il perché. Ed ora alcuni rilievi:

Dice con molta proprietà Luciana Cuppo su Mil e quindi mi limito a citare condividendo:
  1. « Il Coordinamento dice che i suoi membri "sono impegnati nell'applicazione del Motu Proprio e della relativa nota interpretativa Universae Ecclesiae del 2011". Motu Proprio e la nota "interpretativa" (ma non sarebbe stato meglio dire "esplicativa", almeno per rispetto all'autorità del Papa?) sono due cose diverse, ed il Papa ha firmato il Motu Proprio, non la nota; pertanto, non è giusto mettere i due documenti allo stesso livello ».

  2. Sul punto d) : coltivare e incrementare l’aspirazione che le due forme dell’uso del medesimo rito romano possano arricchirsi a vicenda, e che nella celebrazione della Sacra Liturgia secondo la forma ordinaria possa manifestarsi in maniera più forte di quanto non lo sia spesso finora, la sacralità che caratterizza la forma straordinaria ed attrae molti all’antico uso;
    Dice ancora Luciana Cuppo: « Che il V.O. ed il N.O. siano due forme di un unico rito è espressione ambigua. Poiché è certo unico il rito se per esso si intende il sacrificio della Messa; non lo è se per "rito" si intende "rituale", cioè le preghiere che preparano ed accompagnano il sacrificio. Riti (=rituali) diversi per lingua ed altri particolari del culto vi sono sempre stati, ed il motivo per cui il V.O. è preferibile è perché esso esprime meglio del N.O. il contenuto dogmatico, cioè la teologia della Messa. Questo è il punto centrale, non il latino o i pizzi o i merletti: bisogna render chiaro ai fedeli, specie quelli che vanno a Messa a Pasqua e a Natale, che la Messa è il sacrificio di Cristo in croce, e che l'Eucaristia è il corpo e sangue di Cristo. Ora, io non vedo alcuna presa di coscienza in tal senso nel documento del Coordinamento. Speriamo nel 10 settembre, perché il compito di rimettere il sacrificio di Cristo al centro del N.O., invece delle baggianate antropocentriche che ora vi abbondano, è il compito più urgente. Leggete 'Liturgia, cioè?' di Mons. Gherardini, per un ritorno all'essenziale: salus animarum suprema lex ».
    Quel che in me suscita molta perplessità è che mi pare si presupponga l'accettazione del messale "ibrido" che comprometterebbe l'integrità della forma extraordinaria, le cui essenziali modifiche dovrebbero esser riferite soltanto e unicamente al nuovo santorale e relativi prefazi.

  3. Non si accenna alla necessità, stranamente da nessuno invocata, di richiedere che ci sia un vescovo o un cardinale espressamente designato per il Summorum Pontificum, che dimostri una reale adesione allo spirito del motu proprio e non un disprezzo neppure tanto mascherato per l'Antico Rito e la dottrina che lo sottende (vedi riflessione sviluppata nel punto 4.)

  4. sul punto k) : promuovere ed incrementare il pieno inserimento degli Aderenti nella vita pastorale delle Diocesi di appartenenza, in filiale obbedienza agli Ordinari Diocesani e in comunione con la Santa Chiesa Cattolica;
    Appare scontato l'atteggiamento di filiale obbedienza nei confronti del vescovo diocesano. In linea di principio è giusto partire da qui per non incrementare comportamenti in partenza preconcetti e di contrapposizione. Purtroppo però il quadro della Chiesa non è così idilliaco come la situazione prefigurata sembrerebbe dar per scontato, mentre invece per l'applicazione del SP la maggioranza dei vescovi non appare in comunione col Papa, conditio sine qua non per determinare la nostra obbedienza. L'Ecclesia Dei, che dovrebbe essere l'organismo preposto alla soluzione delle difficoltà in caso di mancato riconoscimento del diritto sancito dal Summorum Pontificum per sacerdoti e fedeli che desiderano celebrare e partecipare al Rito Romano secondo il Messale del 1962, si è rivelata assolutamente inadeguata e renitente nei rapporti con i vescovi diocesani del Coetus fidelium Summorum (cioè il novero di coloro che si adoperano per poter frequentare e promuovere la liturgia di sempre). Sorgono quindi perplessità sul rischio, che andrà chiarito, che si intenda piuttosto attuare l'imposizione di una sorta di "tradizionalismo corretto e conforme" che si vorrebbe ingabbiare in un recinto delimitato. Del resto in tale situazione appaiono al momento anche tutte le Comunità Ecclesia Dei, alle quali è consentito celebrare ma che, praticamente, hanno una pastorale inesistente nonché la bocca cucita nei confronti dei punti controversi del Vaticano II. Proprio questi punti controversi, invece, ogni autentico tradizionista vorrebbe fossero chiariti in maniera autoritativa dal Trono più alto, che continua a limitarsi a dichiarazioni sulla continuità nella riforma e ad esortazioni sul rispetto del concilio, che contraddistinguono ogni riferimento all'imminente Anno della Fede. Ora, nessun tradizionista contesta il concilio ma semmai è in guardia nei confronti della conciliarità. Il risultato forse non voluto ma reale dell'accennata renitenza dell'Ecclesia Dei e dell'allineamento praticamente imposto, potrebbe essere quello di mettere a tacere sempre e ulteriormente i tradizionisti che escono dal coro con le loro domande e le loro documentate argomentazioni ancora senza risposta, ad opera di quei "professionisti della tradizione" che alla fine si rivelano i guardiani della rivoluzione conciliare, che rischia di portare avanti una tradizione ex novo: paradossale contraddizione in termini che già rivela dov'è il problema, consistente proprio nel 'nuovo', sottratto ad ogni dimostrazione rigorosamente argomentativa a suon di slogan e apodittiche dichiarazioni. 

  5. L'iniziativa del pellegrinaggio è ottima e anche utile per dare visibilità ad un Coetus che deve esser preso in maggiore considerazione e che la Chiesa governata dai guardiani della rivoluzione conciliare tenta di  azzerare ignorando e schernendo.

  6. Non condivido la terza ragione di perplessità espressa da Corrispondenza Romana che ritiene che "il movimento di fedeli della Messa tradizionale per la sua vastità e ricchezza non può essere incanalato in un “coordinamento”. Pretendere di “organizzarlo” o “normalizzarlo” in una struttura, quale essa sia, significherebbe immiserirlo e indebolirlo. La varietà e la molteplicità dei gruppi che aderiscono al Motu Proprio è tale che nessuno ha il titolo di presentarsi come leader o portavoce del movimento, senza che oltretutto si sappia chi muove le fila e in quale direzione."
    Invece, trovo opportuno che a "muovere le fila" del Coetus internazionalis Summorum Pontificum, debba essere la guida sicura e illuminata di un vescovo, come ricordato al punto 3), tenendo altresì conto che il Coetus non è un movimento, ma l'insieme dei cattolici legati non solo alla Liturgia secondo l'usus antiquior, ma anche alla sua ineludibile sacra e teandrica identificazione con il Sacrificio di nostro Signore, autentico culto al Padre fino alla fine di tempi e legati dunque anche alla pastorale corrispondente, a tutt'oggi affidata solo ad iniziative estemporanee e per questo poco efficaci.
Questi i miei pensieri in libertà, come richiesto anche da qualche lettore, in attesa di meglio chiarirli con l'interlocutore nel frattempo individuato grazie a Caterina63, che mi sembra invece perfettamente allineata e piena di aspettative soltanto positive. Ulteriori chiarimenti e approfondimenti me li aspetto dal dibattito, che spero sarà sentito e pieno anche di altri input.

78 commenti:

Marco Marchesini ha detto...

Sono veramente sconcertato anche io da questa alleanza tra modernisti e presunti tradizionalisti che finiscono per nuocere allo stesso principio di autorità che sembrano tanto difendere.

Un semplice fedele può disobbedire al suo superiore se l'ordine e la dottrina che gli vengono impartiti vanno oggettivamente ed evidentemente contro Dio, contro la Fede, contro quanto ha sentenziato il Magistero precedente. Il principio di autorità afferma che si può disobbedire al superiore per obbedire ad un superiore più alto. Un bambino con il Catechismo di San Pio X è autorizzato a non seguire il Vescovo che afferma errando che tutte le religioni sono uguali ad esempio. Questo vale nonostante la lista dei titoli (Eccellenza, Monsignore, Eminenza) di tale Vescovo.


Non ha senso riportare enfaticamente i titoli dei Vescovi , ripetere come un mantra "Ubi Petrus, ibi Ecclesia", menare fendenti terribili come "tradiprotestanti", se poi non si riesce razionalmente e concretamente a dimostrare che le novità del Concilio Vaticano Secondo e del Magistero non infallibile seguente siano scevre da errori, che le ultime nomine del Santo Padre siano state opportune.
In teologia morale l'eccesso di obbedienza si chiama "servilismo". Non è questo quello che il Santo Padre vorrebbe da dei figli rispettosi.

Preferisco un articolo chiaro e tondo di don Pierpaolo Maria Petrucci rispetto alle arrampicate sugli specchi di Don Bux, che pure apprezzo, sul noto argomento:

http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=705:sulla-verginita-di-maria-ss&catid=66:apologetica&Itemid=104

E' vero che gli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio insegnano a cercare sempre di salvare l'espressione altrui, ma quando è in ballo la Fede, il bene più grande, bisogna dire le cose come stanno.

Non è che si afferma il principio del libero esame applicato al Magistero, ma l'obiettivo è rimanere fedeli a quanto da sempre insegnato rifiutando quello che oggettivamente va contro da qualunque, ripeto qualunque, parte provenga.

Anche se posso capire fino ad un certo punto le arrampicate sugli specchi per salvare delle espressioni pericolose, capisco anche il tradizionalismo ma-anchista (espressione di Colafemmina), però l'insulto "tradiprotestante" dei "continuisti" davvero non lo digerisco.

Strani alleati hanno i "continuisti": gli stessi "modernisti" che non esitano a parlare di "dogmi politici" riferendosi all'Immacolata Concezione di Maria.

Areki ha detto...

Effettivamente anche io penso che toni servili verso le autorità moderniste non sono doverosi per un cristiano.
Certo i superiori vanno obbediti, però se dovessero impazzire bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.
La liturgia antica non è mai stata abolita (ne poteva esserlo) pertanto non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per dire la messa di sempre. Che poi a livello pratico ci serva una certa prudenza va bene, ma la pudenza ce la deve dettare la nostra coscenza e non un'autorità modernista che a questo punto non ha nessun titolo per farlo.
A mio modesto parere ben hanno fatto i sacerdoti di Novara che dicono la messa di sempre a tiran dritto per la loro strada.
Per esercitare un diritto non si deve chiedere il permesso a nessuno.
Anche io per recitare il breviario tradizionale e per dire la messa antica non ho chiesto il permesso a nessuno. Per ora non la dico ancora di domenica (ma sto preparando i miei parrocchiani).
Piuttosto il Santo Padre dovrebbe dire la Messa di sempre in pubblico di sua spontanea volontà senza che nessuno glielo chieda e senza dare ad intendere che sta fascendo un favore a qualcuno e questo se vuole essere coerente con quanto ha detto nel Summorum Pontificum documento fatto per tutta la Chiesa e non per un gruppo qualsiesi.

Il Concilio Vat. II su alcuni punti non è chiaro e pare difforme dalla dottrina cattolica di sempre: sta a loro l'onere di spiegarsi meglio, io per parte mia continuo a credere ed insegnare quella che è la dottrina di sempre e sono con la piena coscenza tranquilla.
don Bernardo
P. S. Penso che non sono lontani i tempi in cui il moloch modernista crollerà e arriverà il tempo in cui persino i bambini contesteranno le cavolate che ci sono state propalate dai cattivi teologi modernisti.

Simone da Varagine ha detto...

Confesso che il punto 1 commentato dalla Sig.ra Cuppo mi risulta un pochino ostico alla comprensione... A parte che al termine dell'Istruzione Universae Ecclesiae vi è la seguente dicitura: "Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nell’ Udienza concessa il giorno 8 aprile 2011 al sottoscritto Cardinale Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha approvato la presente Istruzione e ne ha ordinato la pubblicazione." .Canonicamente parlando è assimilabile a qualcosa di più di un Oraculum Vivae Vocis. Ma comunque, e questa è un arma a doppio taglio, quando un dicastero romano emana qualche documento lo fa facendosi forse della potestà vicaria di cui il Romano Pontefice lo ha investito. Detto semplicemente i dicasteri romani sono emanazioni dirette dell'autorità del Papa che essendo uno e uomo ha dei limiti oggettivi ma potestà suprema affidata, appunto, a "pezzettini" secondo le pertinenze di un dato dicastero.Quindi l'istruzione U.E. è pienamente sul medesimo livello del Motu Proprio dal punto di vista canonico.

Anonimo ha detto...

oh che mi fa Areki, osa una previsione ? non dico "profezia" che nessuno è abilitato, ma ognuno prevede ciò che gli piace...
così facile pensare che anche i bambini smonteranno il moloch?...ma temo che accadranno prima cose pesanti, il lieto fine è lontano, caro don Bernardo....
su Mil si legge questa notizia di un convegno:

Terza giornata della Tradizione

titoli:
MORIREMO PROTESTANTI?
ISRUZIONI PER EVITARE
LA MORTE DEL CATTOLICESIMO

ecc... i convegnisti pongono sul tavolo il serio dilemma, sempre più pressante, data la realtà in atto... e porgono istruzioni per contrastare la morte imminente del cattolicesimo, per lo meno quello visibile, chissà, in concordanza con quelle parole di Paolo VI "prevarrà nella Chiesa un pensiero non cattolico, ma esso non sarà mai la Chiesa....bisogna che rimanga un piccolo Gregge" e con le parole profetiche (ops....pardon, "previsionali", "profezia" è parola tabù per i catto-moderni) di altri illustri personaggi storici, (compresi tanti Santi); qualcuno mi spieghi se quei promotori del convegno con simili titoli siano disfattisti o catastrofisti o non possiedano la speranza cristiana: mi pare si tratti dei noti sacerdoti di Vocogno:
http://radicatinellafede.blogspot.it/
(ditemi voi se simili domande dolorose siano dettate da "zelo amaro" o disfattismo come dicono tanti blogger di Mil....o da qualcosa di più serio che rientra piuttosto nel REALISMO cristiano, fatto anche di quel buonsenso antico e perenne, di cui erano dotati i Santi, e che in tanta parte del clero e laicato odsierno, anche "tradizionalista", non esiste più, a causa delle chimeriche rosee soluzioni della dissoluzione in atto, scaturita dal concilio aggiornatore....)

ifd

Gederson Falcometa ha detto...

Don Curzio Nitoglia ha affrontato il problema in due articoli:

LE INSIDIE DEL NEO-COMUNISMO E DEL NEO-MODERNISMO - La collaborazione tra cattolici, comunisti e modernisti è impossibile
http://www.doncurzionitoglia.com/insidie_neocomunismo_e_neomodern.htm

TRADI-ECUMENISMO O TRADI-MENTO?
http://www.doncurzionitoglia.com/tradimento_ecumenico.htm

Qui in Brasile la divisione tra un tradizionalismo dottrinale e un liturgico, è stato evidente con l'accordo di Campos. E 'difficile da credere, ma il ramo più grande e più forte del Rinnovamento Carismatico in Brasile, ha celebrato una Messa tridentina, vedere (in portoghese):

http://fratresinunum.com/2012/07/24/editorial-missa-tridentina-na-cancao-nova-anestesico-para-consciencias-ingenuas/

Osservare quanto segue:

1) Nostra Signora di La Salette, ha detto che i sacerdoti erano diventati cloache di impurità;
2) Tutti i nuovi teologi che hanno prodotto il Concilio, hanno celebrato la Messa tridentina;
3) Il cardinale Siri, ha detto che la nuova Messa sarebbe stata una punizione per le cattivi celebrazione delle Messe tridentine prima del Concilio.

Ora il problema:

La Messa tridentina e il movimento Summorum Pontificum, possono essere strumentalizzati dai modernisti e progressisti in generale?

Consideriamo il caso, una risposta affermativa, in questo caso, che può essere fatto come precauzione?

Anonimo ha detto...

La prima precauzione è proprio quella di vederci chiaro in iniziative che in qualche modo potrebbero voler ingabbiare la Tradizione irregimentandola ad usum concilii senza le necessarie puntualizzazioni.

D'altronde non può esistere il "tradizionalismo liturgico" senza quello dottrinale. Il tradizionismo non si interessa solo della Liturgia, ma anche della dottrina, e mi pare ovvio: lex orandi lex credendi

Gederson Falcometa ha detto...

"D'altronde non può esistere il "tradizionalismo liturgico" senza quello dottrinale. Il tradizionismo non si interessa solo della Liturgia, ma anche della dottrina, e mi pare ovvio: lex orandi lex credendi"

Cara Mic,

Questo non è tanto ovvio, perchè anche il tradizionalismo ammette grado di perfezione e ce un tradizionalismo più sentimentale che dottrinale, come il tradizionalismo di Don Rífan. Inoltre, diceva S. Agostino diceva: "E 'di importanza capitale per la salvezza degli uomini che siano uniti primo per il dogma, che per il culto." 1, De Vera religione.

don Camillo ha detto...

Questa iniziativa nelle sue applicazioni pratiche mi lascia del tutto indifferente.

Anonimo ha detto...

Caro Gederson,
è proprio lo scopo del mio libro quello di contribuire ad alimentare un dibattito allargato, al fine di promuovere azioni concrete mirate al ripareggiamento della verità e a colmare lo iato generazionale che si è creato a livello dottrinale negli ultimi 50 anni. Esso, sulla base dell'analisi limpida della situazione, mira a promuovere un’azione che potrà essere sviluppata congiungendo a livello internazionale associazioni e congregazioni religiose di 'sentire' tradizionista per intensificare nella Chiesa l’atmosfera dogmatica di cui essa necessita.

Purtroppo la chiesa-dialogante, non è più autorevolmente docente né chiama più l'errore col suo nome, espellendolo dal suo seno...

D'altronde se Mons. Müller, il nuovo 'custode' della fede può affermare: “I cristiani che non sono in piena comunione con l’insegnamento sulla salvezza e la costituzione apostolica ed episcopale della Chiesa cattolica, sono giustificati dalla fede e dal battesimo e incorporati integralmente nella Chiesa di Dio in quanto Corpo di Cristo.” come possiamo negare che le spinte sovvertitrici abbiano raggiunto i puù altii livelli?

Strano e incongruente, tuttavia, come questa incorporazione possa riguardare i cristiani-separati da una funesta Riforma e non la FSSPX!

Ma de fide sappiamo che non son queste spinte sovvertitrici che avranno l'ultima parola.

Caterina63 ha detto...

Non concordo con il punto 1 dove si legge:

Il Coordinamento dice che i suoi membri "sono impegnati nell'applicazione del Motu Proprio e della relativa nota interpretativa Universae Ecclesiae del 2011". Motu Proprio e la nota "interpretativa" (ma non sarebbe stato meglio dire "esplicativa", almeno per rispetto all'autorità del Papa?) sono due cose diverse, ed il Papa ha firmato il Motu Proprio, non la nota; pertanto, non è giusto mettere i due documenti allo stesso livello

*****

ma che c'entra?
Il Papa "non firma tutto", neppure prima del Concilio, si limita ad APPROVARE un Documento, e resta davvero incredibile che il Papa non abbia dato la sua approvazione all'Universae Ecclesiae, ergo il Documento ha pari dignitià e pari credibilità perchè è l'applicazione del testo firmato dal Papa....

Poi scusate.... forse non vi sovviene che i MODERNISTI saremmo tutti noi che stiamo NELLA CHIESA CON IL PAPA ^__^
questo pensano tutti quei tradizionalisti o conservatori fate voi, quando parlano di "noi" che nella Chiesa, seppur seguaci di una Tradizione che vorremmo rivedere a partire dal Culto a Dio, restiamo però con il Papa...

Non conosco nei dettagli i requisiti di questo Coordinamento... ma da quello che si può dedurre e dalle critiche mosse posso solo "vedere" che la nota stonata e che non piace ai "tradizionalisti" è quel COINVOLGERE I VESCOVI per l'applicazione del SP.

Coinvolto nel Coordinamento c'è anche Una Voce internazionale, il primo movimento liturgico a difesa della Messa antica ^__^ non comprendo davvero questo atteggiamento di chiusura, di dubbio, di sospetto....

Vi rammento che di fronte al DUBBIO: "maestro abbiamo visto che.... ma non erano dei nostri, glielo abbiamo impedito....." Gesù risponde: "NON GLIELO IMPEDITE, PERCHE' CHI NON E' CONTRO DI VOI, E' PER VOI...."
davanti ai sospetti, seppur legittimi, e dove è legittimo chiedere spiegazioni (ma tu sai mic che ti è stato detto che dopo ferragosto si sarebbe potuto parlare...), non è saggio agitare le acque e seminare ulteriori dubbi... perchè sappiamo bene che una volta instillato IL TARLO DEL SOSPETTO, sarà difficile rimuoverlo e tutto verrà letto solo ed esclusivamente come CONTRARIO....

Il fronte della Tradizione è spaccato, diviso, e spesso mosso da critiche inesistenti, lo sforzo più grande che s'ha da fare è TROVARCI IN UN CUOR SOLO E UN ANIMA SOLA, CON UNA SOLA VOCE per seminare la Messa di sempre in ogni luogo.... IL RESTO DEVE FARLO DIO NON NOI!!
qui si pone troppa fiducia nell'uomo e poco nei PROGETTI DI DIO....

Buona festa di san Domenico!

Anonimo ha detto...

@Gederson, per favore !
anche lei appresso a quelle profezie ? ma vule proprio terrorizzare la gente ?
La Salette....Siri disse ecc...ma che roba è questa, ma che ci troviamo in una setta millenarista per caso?
è ora di smetterla di ripetere stupidaggini di presunte apparizioni a cui la Chiesa docente non crede da un pezzo, e basta ascoltare gente e gentucola che predice sventure ! vogliamo alimentare iun po' di sano ottimismo, se amiamo la Chiesa ?
lei sta trascurando una cosa molto importante: il messaggio della Madonna a La Salette è stato censurato dalla Chiesa, come contenuto pericoloso e ANTI-CATTOLICO, quindi noi oggi siamo obbligati, se siamo veri cattolici, a ritenere che le parole attribuite alla Madonna (comprese quelle famose "Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell'anticristo") sono FALSE, messe in giro dalla mente di una esaltata psicotica quale fu Melania, parole che spaventano la gente e quindi ispirate dal demonio.
La stessa cosa vale per Quito e Fatima: sono contenuti pericolosi per la Fede e da ritenere gfrutto di menti perverse, nemiche della Chiesa.
Chi vuole bene alla Chiesa non ascolta roba simile, profezie, visioni presunte e allucinazioni di Santi malaticci, per cui cominciamo a cancellare tutto ciò che attiene al futuro detto da tizio o da caio (fosse pure S. Pio X che sognò un suo successore ucciso: frutto di cattiva digestione). 70.000 persone che videro il miracolo del sole a Fatima: allucinazione collettiva orchestrata da satana. Cerchiamo di mantenere le idee chiare, con razionalità, per favore.
Basta profezie, basta, usiamo lucidamente il cervello per vedere le cose visibili, non quelle invisibili e imprevedibili. La Madonna e Nostro Signore hanno ben altro da fare in Cielo che pensare a farci avvisi sul futuro, il futuro è nelle nostre mani e nelle nostre idee e concertazioni strategiche.

Anonimo ha detto...

troppa fiducia nell'uomo e poco nei PROGETTI DI DIO.....


eh già....ma sentiamo, dunque, quali sarebbero i progetti di Dio ?
quelli della religione planetaria del "tutti insieme, cercando ciò che unisce, purchè si adori il concilio unitivo-di-tutte-le-credenze", che avrà come dio un dio comune ai fraterni inclusi di questa chiesa aggiornata ?
cara sig.ra Caterina, a quello ci stanno INDUBBIAMENTE portando le gerarchie della Chiesa conciliare, da mezzo secolo, con andatura sostenuta e ormai galoppante, ma vede, ho qualche dubbio che sia il progetto di Dio....e speriamo che il dubbio se lo ponga anche mons. Fellay !

Anonimo ha detto...

Il Papa "non firma tutto", neppure prima del Concilio, si limita ad APPROVARE un Documento, e resta davvero incredibile che il Papa non abbia dato la sua approvazione all'Universae Ecclesiae, ergo il Documento ha pari dignitià e pari credibilità perchè è l'applicazione del testo firmato dal Papa....


La critica muove dalla differenza, sulla quale concordo, tra la dizione "interpretativo" e quella "applicativo".

Quanto al Papa, dopo il Summorum, l'unica parola che mi ricordo abbia pronunciato sull'aereo che poco tempo dopo lo trasportava in uno dei suoi viaggi è stata "tolleranza" e non la trovo molto incoraggiante....

E tuttavia la mens del Papa nel Summorum è di una chiarezza adamantina e un documento applicativo, più che interpretare, deve dare istruzioni per agevolare l'attuazione di quanto disposto.

Invece, abbiamo visto già in un'analisi precedente, come l'Universae pone paletti e formula proposizioni nuove: è intervenuta una mannnaia di conio riconoscibilissimo...

Anonimo ha detto...

mens del Papa nel Summorum è di una chiarezza adamantina ...

beh, ma se è così adamantino, perchè non provvede lui a farlo applicare nel modo giusto ? non lo vede che la povera gente non ce la fa a contrastare i tiranni ? io penso che se uno che possiede autorità, dappertutto, sia nel mondo civile che ecclesiale, non si oppone ai malvagi, se ne fa connivente. O no ?
insomma, se le pecore vengono oppresse dai pastori-lupi, e il capo Pastore non interviene a DIFENDERLE, usando tutta intera la sua autorità, non è questa una omissione molto grave nel suo specifico compito ?
è ammissibile che stia a guardare senza muovere un dito ? farebbe così il Divino Pastore che ha detto:
"Io dò la vita per le mie pecore" ?
non era molti secoli fa una papa santo, Felice III, che disse:
"L'errore cui non si resiste, viene approvato;
la verità che non viene difesa, viene oppressa."
?
? e non vale ciò anche per i papi del 2-3. millennio ?

Caterina63 ha detto...

Mic, sappiamo benissimo che sia il SP quanto ora il documento UE non favoriscono affatto quei "desideri" che contraddistinguono il mondo DELLA Tradizione.... e sappiamo bene che la "concessione" (tra virgolette perchè è grave) che i vescovi hanno fatto al Papa (perchè a questo siamo arrivati) nel lasciarlo "GIOCARE" con il SP è stata quella di un COMPROMESSO che non mettesse in discussione la Messa nella forma NOM, moderna ^__^

E' per questo che io, TU, tutti NOI che difendiamo la Messa antica saremmo sempre giudicati come MODERNISTI da quei gruppi tradizionali più estremi, estremi perchè NON accettano (giusto o sbagliato che sia) questo compromesso....

Se questo Coordinamento intende SUPERARE questa acredine, BEN VENGA!! ^__^
perchè delle due l'una: o diventiamo tutti lefebvriani, o allora se diciamo di stare nella Chiesa con il Papa, cerchiamo almeno in questo, per il Culto a Dio, di fare ogni sforzo per fare un fronte unico!

Il successo e il fulcro del mondo progressista-modernista cattolico è L'UNITA' nei progetti modernisti.... il nostro punto debole è questa assurda divisione nel progetto SP che per quanto possa essere limitato ed ostracizzato anche con l'ultimo documento UE, resta un testo PETRINO nel quale si da ai fedeli la libertà di organizzarsi e di vivere la fede con la Messa di sempre....

Superato questo ostacolo ce ne sarebbe un altro poco affrontato: LE CATECHESI.... spesso infatti, queste Messe iniziano e finiscono con la celebrazione liturgica, mentre sarebbe necessario cominciare a provvedere A DEI CORSI e non semplicemente degli incontri come avviene, sporadici.... è fondamentale cominciare ad instaurare un rapporto con i fedeli anche a livello di incontri settimanali o mensili nei quali si DISTRIBUISCE LA SANA DOTTRINA....

Certo! occorrerebbe iniziare a farlo anche smettendola di agitare continuamente il Concilio come spaventapasseri, senza fare continuamente riferimento al Concilio si può catechizzare riproponendo semplicemente i pilastri della Fede.....
In questo modo e riaquistando anche FIDUCIA nei Vescovi del luogo i quali non potrebbero dire nulla di fronte a catechesi che non si battano contro il concilio, ma che parlano di sant'Alfonso de Liguori per esempio, o degli insegnamenti dei Dottori della Chiesa, ecc...

Dobbiamo seminare FIDUCIA.... a cominciare da una unità fra tutti i gruppi tradizionali....
questo farà crollare mille barriere.... ed è ovvio che non avverrà sempre pacificamente ^__^ ma sarà davvero la buona battaglia....
^__^

Caterina63 ha detto...

P.S.
Mic.... tu hai anche pubblicato qui le CINQUE PIAGHE di mons. Athanasius Schneider.... ecco io credo che lui se potesse, visto che è vescovo di una diocesi, parteciperebbe e farebbe partecipare a questi coordinamenti, cercando un punto di comunione e ricordando come ha concluso il suo articolo:

Grazie a Dio, Benedetto XVI ha preso due misure concrete per avviare il processo di un ritorno dall’esilio di Avignone della liturgia, cioè, il Motu Proprio Summorum Pontificum e la reintroduzione del tradizionale rito della Comunione.
Vi è ancora bisogno di molte preghiere e forse di una nuovo santa Caterina da Siena per le altre misure da adottare al fine di guarire le cinque piaghe sul corpo liturgico e mistico della Chiesa e perché Dio sia venerato nella liturgia con quell’amore, quel rispetto, quel senso del sublime che da sempre sono le caratteristiche della Chiesa e del suo insegnamento, in particolare nel Concilio di Trento, nell’enciclica Mediator Dei di Papa Pio XII, nella Costituzione Sacrosanctum Concilium del Vaticano II e nella teologia della liturgia di Papa Benedetto XVI, nel suo magistero liturgico, e nel Motu proprio di cui sopra.

Nessuno può evangelizzare a meno che non abbia adorato, o meglio ancora a meno che non adori costantemente e doni Dio, Cristo nell’Eucaristia, vera priorità nel suo modo di celebrare e in tutta la sua vita. Infatti, per citare il cardinale Joseph Ratzinger: “E’ nel trattamento della liturgia che si decide il destino della fede e della Chiesa.“

Grazie a Dio, Benedetto XVI ha preso due misure concrete per avviare il processo di un ritorno dall’esilio di Avignone della liturgia, cioè, il Motu Proprio Summorum Pontificum e la reintroduzione del tradizionale rito della Comunione.

ma a taluni questo non basta ^__^

Anonimo ha detto...

Chi vuole bene alla Chiesa non ascolta roba simile, profezie, visioni presunte e allucinazioni di Santi malaticci, per cui cominciamo a cancellare tutto ciò che attiene al futuro detto da tizio o da caio (fosse pure S. Pio X che sognò un suo successore ucciso: frutto di cattiva digestione). 70.000 persone che videro il miracolo del sole a Fatima: allucinazione collettiva orchestrata da satana. Cerchiamo di mantenere le idee chiare, con razionalità, per favore.

Caro Anonimo,
poteva risparmiarsi la sua ironia.
Nessuno qui ha nulla da ridire contro le rivelazioni private riconosciute dalla Chiesa.
La differenza sta nel fatto che esse non sono l'unica e ripetitiva fonte a supporto delle nostre riflessioni.
Le conosciamo, le accogliamo, ma ne facciamo un uso discreto com'è giusto che sia. Anche perchè la nostra Fede, nella sua parte sana, ci dà tutti gli strumenti di conoscenza di preghiera e sscramentali per discernere e agire.

Anonimo ha detto...

Grazie a Dio, Benedetto XVI ha preso due misure concrete per avviare il processo di un ritorno dall’esilio di Avignone della liturgia, cioè, il Motu Proprio Summorum Pontificum e la reintroduzione del tradizionale rito della Comunione.

ma a taluni questo non basta ^__^


Non è esatto Caterina,
a taluni basta e avanza.

Qual che non va è il fatto che tutto ciò rimanga lettera morta a causa di troppi vescovi che si dicono in comunione col Papa. Forse è questo che a chi lo deve subìre (il che significa rinunciare dolorosamente al Santo Sacrificio come Cristo comanda) non basta...

Anonimo ha detto...

Se questo Coordinamento intende SUPERARE questa acredine, BEN VENGA!! ^__^
perchè delle due l'una: o diventiamo tutti lefebvriani, o allora se diciamo di stare nella Chiesa con il Papa, cerchiamo almeno in questo, per il Culto a Dio, di fare ogni sforzo per fare un fronte unico!


Il Coordinamento, da quel che è dato vedere e capire, intende superare l'acredine allineandosi ai "conservatori del concilio" e, soprattutto, col rischio di vedersi appioppare l'abominevole ibrido...

Se sarà dato superare queste incertezze, non c'è nessuna ragione per non collaborare ed integrarsi, anzi è quel che ci vorrebbe!

Anonimo ha detto...

beh, ma se è così adamantino, perchè non provvede lui a farlo applicare nel modo giusto ? non lo vede che la povera gente non ce la fa a contrastare i tiranni ? io penso che se uno che possiede autorità, dappertutto, sia nel mondo civile che ecclesiale, non si oppone ai malvagi, se ne fa connivente. O no ?

In parte credo sia questione di carattere, in parte di formazione. Il resto dipende dalla 'collegialità'...

Il discorso della 'connivenza' può rimaner valido in linea di principio; ma evitiamo di entrare nel foro interno sia del Papa che di chiunque altro.

Del resto questo blog non è fatto per adeguarsi alla cultura egemone, ma anche per mostrare cos'è davvero cattolico.

E, dunque, oltre a porci interrogativi sul discorso 'dialogante' della Curia e sul contestuale "calamento di braghe" peraltro senz'alcuna reciprocità, si sono mostrati i punti carenti e sottolineata l'opera redentrice del Signore, da cui, soltanto, può scaturire la vera Pace.

E sarebbe bello e nutriente per tutti sviluppare proprio questo aspetto e spezzare questo pane, che è quello "disceso dal cielo", che ha fatto irrompere nella nostra storia il Soprannaturale così dimenticato proprio da chi dovrebbe ricordacelo ad ogni piè sospinto.

E allora, coraggio Anonimo,
bando ai progetti dell'uomo e all'antropocentrismo che abiamo denunciato e condannato in ogni salsa e, dopo averli stigmatizzati perché riconosciuti anche in questo documento, parliamo del Signore e di cos'ha fatto e continua a fare per noi e per i molti che lo accolgono se c'è qualcuno che lo Annuncia!

Anonimo ha detto...

: o diventiamo tutti lefebvriani.
Fermo restando che gli eventi di questi ultimi anni hanno svelato al mondo ciò che gli adetti ai lavori già sapevano, ovvero che la FSSPX NON è UN blocco monolotico, COSA CI SAREBBE DI male?

don Camillo ha detto...

Sarebbe più giusto ridare più vita a UNAVOCE italia, e se magari ci possa essere una nuova intesa con UNAVOX, sarebbe ancora più importante.

Anonimo ha detto...

Sarebbe più giusto ridare più vita a UNAVOCE italia, e se magari ci possa essere una nuova intesa con UNAVOX, sarebbe ancora più importante.

Son d'accordo sul fatto che se c'è un organizzazione già operativa è inutile creare altro: serve solo a diluire le energie e soprattutto la rappresentatività.

L'aspetto del pellegrinaggio è positivo e ad esso tutti potremmo aderire. Il resto è tutto da chiarire ulteriormente.

La figura che mi pare manchi è un referente ufficiale Vaticano di idem sentire, raccordandosi col quale si possa dare efficacia operativa a quei punti condivisibili del Patto di Collaborazione, non sappiamo pilotato da chi e a che condizioni, spero non castranti...

In ogni caso, se davvero potesse realizzarsi la regolarizzazione canonica della Fraternità ogni problema verrebbe a cadere. Non è che per caso c'è chi, in alternativa, si sta già preoccupando di un 'coetus', meno 'scomodo', nel senso di più allineato e conformista, tipo ED per intenderci?

Anonimo ha detto...

Lasciando fuori il discorso relativo al pellegrinaggio, che in sè è un'iniziativa sicuramente lodevole (e a cui credo che parteciperò), non possono non esser condivise le perplessità in relazione alla formazione del Coordinamento nazionale e ai suoi fini. Preciso che io ritengo opportuno un Coordinamento nazionale che si spenda con tutte le energie all'applicazione del motu proprio. Purtroppo le associazioni nazionali esistenti sono inattive o quasi e spesso fra di loro in litigio. Inoltre, alcune di esse si occupano di problemi più vasti, compresi quelli dottrinali, ma - ahinoi - allo stato attuale del laicato italiano nessuna organizzazione può permettersi di occuparsi di tutto quanto o meglio, se anche lo fa, può solo limitarsi a scriverlo sul web, ma non ad agire concretamente, cosa che sarebbe alquanto auspicabile. I risultati dell'azione de La paix liturgique stanno tutti nel metodo, nella serietà, nella metodicità con cui essa si muove. Chi si cala nella realtà quotidiana - e lo dico essendo sul fronte ogni giorno (così non mi si accuserà di esser tra quelli che chiaccherano e non fanno) - può facilmente riscontrare un grosso difetto di informazione e di organizzazione dei fedeli, che non può non riverberarsi sul piano del numero e della qualità delle celebrazioni V.O. in Italia.
Faccio alcuni esempi per farvi capire: a noi spesso ci capita che ci siano alcuni fedeli di diverse parrocchie, della stessa diocesi, che da soli non sono in grado di formare un gruppo, senza il nostro aiuto: non si conoscono e noi funzioniamo da intermediari per facilitare una collaborazione. Sono sperduti nell'agire, si fidano spesso di ciò che gli viene detto dai sacerdoti, spesso in mala fede, si arrendono dinanzi ai niet informali dei vescovi, basati su scuse talvolta risibili. Ma rivolgendosi a noi, che spesso semplicemente esortiamo alla costanza e alla pazienza, alla fine riescono ad ottenere un risultato che all'inizio appare insperato.
Talvolta il semplice constatare che sono supportati da numerosi altri gruppi di città o diocesi limitrofe, che hanno già raggiunto qualche traguardo, dà loro coraggio.
Tutto questo non vieta affatto alcun accordo con le associazioni già esistenti, che sono invece complementari, nel senso in cui possano promuovere iniziative al fine di diffondere la buona dottrina. Ci può anzi essere uno scambio proficuo tra i due piani: spesso si arriva a organizzare assieme qualcosa o a diffondere avvisi l'uno per il canale dell'altro.
Il fatto è che sovente mancano sacerdoti cui fare riferimento e, quando anche si trovano, il timore li rende troppo circospetti e finanche terrorizzati dal proporre qualcosa che urti i loro confratelli o addirittura il proprio Ordinario.

Anonimo ha detto...

Ma torno al Coordinamento nazionale. I punti problematici sono di sostanza e di metodo. Nella sostanza, non si può accettare una assistenza spirituale della CEI, perchè non credo che ci siano le condizioni per farlo: non solo la risposta al Summorum Pontificum, ma soprattutto la vicenda delle recenti ri-traduzioni del Messale del 1969, ben focalizzata da un recente post di Magister, scoraggia dal fidarsi. Per di più, come scrive giustamente il prof. Pastorelli, l'ente cui naturalmente occorre rapportarsi è Ecclesia Dei. Voler instaurare per forza un (peraltro non gradito) rapporto con la CEI sembra una forzatura con mire politiche. Ciò non significa che non si debba il dovuto rispetto alle autorità ecclesiastiche nel momento in cui si deve intrattenervi un rapporto (faccio un esempio, se non si trovano sacerdoti disponibili, lo stesso motu proprio dice che bisogna rivolgersi all'Ordinario).
Rifuggo dal tema dell'arricchimento reciproco, facendo semplicemente notare che non può essere obiettivo di laici quello di mescolare i Messali. Se mai ciò dovesse avvenire, è questione che spetta alla Santa Sede, non a noi laici.
Nel metodo: è impossibile creare un coordinamento nazionale senza avere costituito realtà di base già operanti, dotate di un minimo di struttura e di rappresentatività. Questo purtroppo nel caso in questione manca, almeno in larga parte. Alcune regioni hanno un coordinamento costituito da un solo gruppo. Come è possibile? In altre mancano le realtà più importanti: in Lombardia Milano e Bergamo, in Emilia Bologna e Modena. Come si può dunque anche solo stabilire una 'carta costituzionale' ignorando le altre associazioni e gli altri gruppi? Non era preferibile verificare la possibilità di trovare un accordo con gli esclusi (che poi sono la maggioranza del 'mondo tradizionale') prima di agire? Credo che senza questo accordo non si possano porre le premesse per poter costituire un ente, senza al contempo provocare ulteriori divisioni ed inasprimenti reciproci. Non valeva la pena di aspettare che i tempi fossero maturi? Dove stava il motivo di tutta questa fretta?
Grazie a Maria per avere ospitato questo intervento.
Daniele

Anonimo ha detto...

Grazie Daniele, per la tua chiara visione delle cose, che ci conferma.

Questo l'articolo di Magister che citi: Nelle traduzioni del Messale la ricreazione è finita

Luci e ombre nella nostra Chiesa...

Anonimo ha detto...

(in una chiesa deserta, dopo la Messa....)

molto interessante il punto della situazione fatto qui sopra, (anonimo 16.11) in cui ritrovo precisamente rispecchiata la mia diocesi, specie nella parte finale:sacerdoti letteralmente terrorizzati alla sola idea di mettersi contro il Vescovo. Stando così le cose, i fedeli che possono fare ?
Una signora, da me interrogata (sottovoce, nel silenzio di una chiesa deserta dopo la Messa, badando a non farsi troppo notare dai sacerdoti di passaggio che del resto conoscono benissimo la situazione di niet e si adeguano, ed ergono muri di NULLASO di fronte a qualsiasi accenno di richiesta) mi faceva anche notare che in questa disgraziata città non esiste più alcun sacerdote che abbia il pallido ricordo della Messa antica. Il latino non si insegna più. Chi per sua sciagura ricorda qualcosa, preferisce vivere in "pace" gli ultimi anni della vita, salvo a rendere conto della sua ignavia in più Alto loco, ma ormai.....tutti son salvi col 6 politico, mi pare, dunque tutti tranquilli, la barca va avanti verso l'oblìo collettivo di Liturgia e Dottrina. La signora in questione, del resto, che mi pareva aver già condotto invano una certa battaglia, mi invitava ad "andar altrove" a cercar fortuna, in diocesi confinanti, mentre lei aveva gettato la spugna, e tutto desiderava fuorchè imbarcarsi in un nuovo scontro il Vescovo. Era inutile chiederle "Ci sono anch'io, una piccola pecora che cerca conforto nell'unione con altre pecore sperdute, in vista della santa meta comune....no; riportò gli occhi sul libriccino di preghiere e ciò equivaleva ad un congedo definitivo. Guai a chi osa chiedere garbatamente un n. di tel. o indirizzi e-mail per confrontarsi, aggregarsi ecc.: è dissuaso con gli occhi, che si girano prontamente altrove. Senza parole.
DIVIDE ET IMPERA. Così il Potere ha sempre agito e stravinto, finora.

sjf

Gederson Falcometa ha detto...

Anonimo,

ho detto una cosa che la Madonna ha detto a La Salette, non la profezie che è stata fatta. Anche ho parlato di quello che diceva Siri, per dimostrare un po della situazione della Missa Tridentina, prima del Concilio, per fare un riconoscimento di campo. Non voleva entrare nelle questione di profezie. Ma per quanto riguarda alla apparizione di La Salette, lei è stata esaminata per la S. Sede e aprovatta per la Chiesa¹ . Inoltre, dice il apostolo San Paolo:

"NON DIPSREZZATE LE PROFEZIE ESAMINATE TUTTO TENETE CIÒ CHE È BUONO" (TESS. 5,20-21).

Allora, se crede essere le profezie un male per la Chiesa ce queste opzioni:

1) Uccidere i profeti come hanno fatto i ebrei nel AT;

2) Deve richiamare questo con Dio, che ha concesso questo dono agli uomini della Chiesa;

3) Deve dare le mani a Giovanni XXIII e alla Gaudium Et Spes, che era contro le profezie sciagure e lasciato spazio per queste profezie, una volta che Paolo VI ha parlato del fumo di Satana.

Per coloro che vogliono mettere a tacere il contenuto escatologico della rivelazione, è l'avvertimento di S. Ilario di Poitiers:

"Nei giorni difficili della tempesta della Chiesa, guai delle anime minati dall'incertezza e in cui la fede e la pietà sono ancora in uno stato embrionale o ancora nell'infanzia. Alcuni, sorpresi nell'imbarazzo delle loro incertezze e ritardi a causa della irresolutezza del suo spirito sempre irrequieto, sono troppo pesanti per sfuggire alle persecuzioni dell'Anticristo. Altri, dopo aver appena assaggiato il mistero della fede in assorbito solo una bassa dose di scienza divina, non avrà abbastanza forza e abilità necessarie per resistere agli assalti così grande "(Comment. In Matteo 25. 6).

Un Saluto dal Brasile


¹ Così scrisse il vescovo:

[L'apparizione] ha in sé tutte le caratteristiche della verità e [...] i fedeli sono giustificati a credere al di là di ogni dubbio e con certezza. ... (art. 1) ... Quindi, al fine di tributare la nostra più sentita gratitudine a Dio e alla gloriosa Vergine Maria, autorizziamo la devozione a Nostra Signora della Salette. Consentiamo che il clero predichi questo grande evento e che ne tragga conseguenze pratiche e morali. ... (art. 3) ... Proibiamo espressamente ai fedeli e al clero della nostra diocesi di parlare o scrivere contro quello che proclamiamo oggi e che quindi merita il rispetto di tutti. ... (art. 5) http://it.wikipedia.org/wiki/La_Salette

Gederson Falcometa ha detto...

Cara Mic,

Veramente dopo il Concilio abbiamo un iato generazionale creato a livello dottrinale negli ultimi 50 anni e una perdità di senso del dogma. In questo senso e da quello che leggiamo del suo libro, lei ha datto un grande contributo al dibattito.

Per quanto riguarda la Chiesa-dialogante, me sembra che sotto il dialogo se nasconde una sorta di nominalismo che è un elemento costitutivo della Nouvelle Théologie. Il Padre Garrigou Lagrange al parlare del concetto di verità della Nouvelle Théologie, dice che in questa teologia, la verità non è più definita in funzione dell'essere, ma viene definita in funzione dell'azione. Così se può trovare una spiegazione per le verità che ce validità per i luterani e non ce per la FSSPX, perchè le azione della S. Sede tra uno e altro, è diversa. Ricordo ancora il dibattito sul concetto di tradizione a cui un'ulteriore analisi di questo concetto, può dare qualche contributo.

Tenendo a mente questo concetto di verità, possiamo capire molte cose e cambiamenti di discorso e di posizione del Vaticano. Sopra di esso è la migliore spiegazione per lo storicismo...

Un saluto dal Brasile

Gederson Falcometa ha detto...

"...ed il Papa ha firmato il Motu Proprio, non la nota; pertanto, non è giusto mettere i due documenti allo stesso livello..."

Il testo dell'ultima riunione continentale delle Conferenze Episcopali qui in Brasile, per quanto ricordo, non è stato approvato per il Papa, ma lui ha dato ai vescovi la libertà di pubblicare. Mi sembra (se non ricordo male) che qualcosa di simile è accaduto con il Neocatecumenale e anche con il Concilio, in cui il Vaticano non è d'accordo con molte interpretazioni, non difende la sua interpretazione vera (se esiste). Questo è un modo molto strano di esercitare l'autorità.

Anonimo ha detto...

osì il Potere ha sempre agito e stravinto, finora.
sjf


Ecco, appunto, finora.... e fino a quando lo sa il Signore.

DANTE PASTORELLI ha detto...

L'ANONIMO delle 10,13 fa dell'ironia tra stupida ed aggressiva nei riguardi di coloro che, anche lo scrivente, invitano a non citar in continuazione le rivelazioni private e non perché siano false o non siano riconosciute dalla Chiesa, ma perché leggerle in ogni 3d stanca ed allontana chi cerca anche altre argomentazioni e non solo quel che sa già. L'abbiamo ripetuto in tutte le salse, ma non c'è più sordo di chi non vuol capire. E allora allagate pure queste pagine con tutte le profezie a partir dall'Antico Testamento per istruire noi poveri ignoranti.
Ma almeno abbiate il buon gusto di darvi un nick o di riprender quello in precedenza usato.

A MIC inutilmente ho chiesto di non pubblicare gli scritti di chi si presenta come ANONIMO. Tra tanti anon imi è difficile comprender a chi si debba o no rispondere.

DANTE PASTORELLI ha detto...

UNA VOX (Inter Multiplices Una Vox) nacque a suo tempo da una scissione di UNA VOCE ITALIA. Tuttavia aderisce alla FEDERAZIONE INTERNAZIONALE UNA VOCE. In ogni Paese posson aderire non più di tre associazioni il cui fine sia la promozione della liturgia classica.
Le associazioni italiane che fanno parte della FIUV sono UNA VOCE ITALIA, UNA VOCE VENETIA (COORDINAMENTO DI UNA VOCE DELlE VENEZIE) E UNA VOX.
Chi, singolo o gruppo, volesse far parte di Una Voce Internazionale deve iscriversi ad una di quete tere associazioni, sempre che qualcosa non sia cambiato negli ultimi tempi.

Stefano ha detto...

...io concordo con Caterina

Stefano78 ha detto...

..io concordo con Caterina

DANTE PASTORELLI ha detto...

1) - Condivido appieno il lucido intervento di Daniele.
Leggendo il programma del Coordinamento Nazionale mi son posto delle domande, perché mi son sorte molte perplessità, data la genericità e la fumosità di diversi punti.
Ritengo, come Daniele, assai utile un organismo nazionale che in cui si ritrovino tutti i gruppi che perseguon il fine della difesa e della promozione della Liturgia Latino-Gregoriana. Tuttavia si deve garantire che non vi sarà alcuna volontà di mortificare se non di sopprimere l'autonomia e l'identità delle singole realtà, che son varie e vivaci, ed alcune ricche di storia, che non si posson annullare in un organismo burocratico. Il Coordinamento Toscano alla salvaguardia di certe imprescindibili identità è ben attento, posso testimoniarlo.
Aver come punto di riferimento, ente ecclesiale di rapporto la CEI è pericolosissimo. Sappiamo già che spesso le Conferenze Episcopali a maggioranza, magari a stragrande maggioranza, ingessan l'operare del singolo vescovo, il quale, anche se ben disposto, ha timore di opporsi alle decisioni collegiali.
Mi sconcerta il proposito di assistere i sacerdoti che celebrano la Messa antica provvedendo alla loro formazione. I laici devono formare i sacerdoti. Quale formazione? solo liturgica o anche dottrinale?
Non mi persuade la possibilità che il Coordinatore Nazionale possa esser scelto al di fuori del Coordinamento: come, costui, potrebbe guidar delle realtà che non conosce?
Si chiede una guida spirituale nazionale; quali compiti, quali i limiti dei suoi poteri? A chi va rivolta la domanda, alla CEI, visto che vien indicata come interlocutore privilegiato, essenziale?
Mi son chiesto ancora: la nascita di questo Coordinamento Nazionale da chi è promosso realmente?
Ho letto Una Voce, va bene e poi? Qualche gruppo stabile di cui non si conosce la consistenza, ed Emanuele Fiocchi, che certamente è una brava persona degna di stima. Quali altre realtà sono state consultate? Quali invitate ad eventuali incontri preliminari?
Tra gli aderenti non vedo il Coordinamento Toscano: perché? Non vedo neppur la Magione di Poggibonsi, che non so se sia stata interpellata. Certo non è stata interpellata la fiorentina Confraternita di S. Francesco Poverino di cui sono Governatore. Perché? Domande legittime, ritengo. Son tutte realtà trascurabili?
Ed è anche legittimo chiedersi: perché quest'incontro è stato fissato proprio nei giorni in cui la maggior parte di noi che siamo impegnati con le celebrazioni liturgiche di Ognissanti e dei Defunti?
Dovremmo, per partecipare al pellegrinaggio, chiuder le nostre chiese?
Tra la formazione del Coetus, ancora in fieri visto il modesto numero di adesioni raccolte sin ad oggi, e la grande manifestazione romana, perché s'è voluto che intercorresse così poco tempo? Una solenne liturgia in S. Pietro (chi celebra? il Papa (sarebbe un miracolo!), un cardinale?) non s'improvvisa, pena il fallimento o qualche figuraccia. Per un'adeguata preparazione occorre la collaborazione fattiva di Istituti religiosi Ecclesia Dei. Sono stati interpellati? Chi ha risposto positivamente all'invito? Ricordo che la grande manifestazione in S. Maria Maggiore del 2003, mirabile perché la prima, non fu priva di difetti nel “servizio” all'altare, che fu criticato da un monsignore della basilica piuttosto rudemente. Eppure fu organizzata con tanta passione. Dal passato bisogna trar delle lezioni. (SEGUE)

DANTE PASTORELLI ha detto...

2 - Due dei punti toccati però m'intrigano in modo particolare. a) Le date quasi a ridosso del periodo estivo ed in giorni non felici, son una pulce nell'orecchio. Son esse state scelte per qualche motivo grave, per cui non si poteva rimandare? C'è qualcosa di negativo per noi che bolle in pentola per cui è necessario un evento straordinario onde metter qualche paletto o fermar qualche manina?
b) L'Assistente Ecclesiastico ed il coordinatore extra Coordinamento. Per il primo si faran nomi precisi e graditi perché a noi vicini o si dovrà accettar quel che vien dall'alto? Per il secondo, si pensa forse a qualche prelato che sappia dare un colpo al cerchio ed uno alla botte? Un nome ce l'ho sulla punta della lingua. E questo mi porta alla domanda finale: c'è qualche ecclesiastico in fregola di sacre infule che manovra dietro le quinte? Come diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Come al solito quando vedo confusione davanti a me dico: spero d'esser smentito dai fatti.
Altri punti di carattere liturgico-teologico sono già stati affrontati e non reputo opportuno ribadir quanto ho letto di MIC e Luciana Cuppo.

Anonimo ha detto...

forse vi può interessare il parere competente espresso in questo blog, sull'argomento MP:



FACTA LEX INVENTA FRAUS (Come non lasciarsi boicottare il Motu Proprio)


(indica vari ERRORI da evitare, e non guasta un diffuso humour tagliente e felpato nell'esporre i consigli tecnici e diplomatici, come il seguente):

Se poi gli organizzatori del coetus desiderano invitare il proprio Vescovo ad una Messa in forma straordinaria, e questi accetterà, si dovrà fare in modo che tutto si svolga perfettamente. Non si lasci nulla al caso, e se Sua Eccellenza non conosce il rito antico, si preferisca farlo assistere in trono, come previsto dal Cæremoniale Episcoporum. Sarebbe controproducente, oltreché scortese, imporre al Prelato una celebrazione piena di errori e improvvisazioni, solo per togliersi la soddisfazione di vedergli indossare le chiroteche o una pianeta preziosa. E sarebbe un gesto altrettanto scortese voler presentare il proprio Ordinario, dinanzi all’opinione pubblica, come un paladino della Tradizione, laddove siano ben note le sue posizioni in materia. Basta la semplice assistenza per testimoniare la piena comunione esistente tra i fedeli di differente sensibilità liturgica e il loro Vescovo. Anzi, in punta di diritto non vi è alcun bisogno che il Vescovo prenda parte alle celebrazioni in forma straordinaria, dal momento che le permette il Papa. È tuttavia innegabile che, sotto un profilo politico, un simile gesto aiuterebbe i più timorosi.

Anonimo ha detto...

Come si può dunque anche solo stabilire una 'carta costituzionale' ignorando le altre associazioni e gli altri gruppi? Non era preferibile verificare la possibilità di trovare un accordo con gli esclusi (che poi sono la maggioranza del 'mondo tradizionale') prima di agire? Credo che senza questo accordo non si possano porre le premesse per poter costituire un ente, senza al contempo provocare ulteriori divisioni ed inasprimenti reciproci. Non valeva la pena di aspettare che i tempi fossero maturi? Dove stava il motivo di tutta questa fretta?

vorrei che qualcuno rispondesse a queste sensate domande di Daniele, che non credo siano retoriche.
Ho l'impressione che nella fretta da lui denunciata sia insito un reale pericolo di essere intrappolati dalle manovre del regime, e ne vediamo tante insidie pronte a demolire tutto, con la scusa di "normalizzare" o addomesticare la Tradizione, portando tutti felicemente a venerare il concilio 21.mo, vanificando ogni desiderio individuale e diffuso di ritorno alla sana dottrina, ça va sans dire.....

DANTE PASTORELLI ha detto...

No, Caterina il Summorum Pontificum non basta. Tutti noi l'abbiamo salutato con gioia e gratitudine, ma era chiaro, ed anch'io l'ho scritto sulla stampa, ch'è un documento importante sì, ma decisivo no. Ed infatti sappiamo benissimo, almeno chi non è bendato fisicamente e mentalmente, le difficoltà che incontrano coloro che vogliono seguir il rito antico. Non io e i miei amici, che abbiamo potuto usufruir dell'indulto sin dal
1985, ma tanti, tanti ed in quasi tutte le regioni italiane.
Dunque cosa manca? Manca la vera volontà di riportare il rito antico - che mai è stato abrogato -sullo stesso piano del NO. Non per nulla è extraordinario. Ho sempre sottolineato l'assurdità che il rito antico mai abrogato sia extraordinario mentre quello recente è l'ordinario. In Liturgia ed in teologia non val la logica? I vescovi e i preti son ostili nella stragrande maggioranza. Quali atti di forza vengon posti in essere per dare ai fedeli VO un sacerdote degno che li segua? Non doveva, il VO, esser celebrato in tutte le parocchie, in tutte le chiese, come assicurava il card. Castrillon a nome del Papa? Perché non si sono obbligati i vescovi e i parroci a celebrar nelle parrocchie almeno una Messa "nostra"? E, prima ancora a prepararli con appositi corsi? Sono stati introdotti corsi di formazione liturgica per i giovani seminaristi? Tutto è sul piano dell'invito, mai dell'ordine. Per cui il VO è sì teoricamente liberalizzato, ma trattasi di una libertà vigilata e con molti lacciuoli. A te basta? Chi si accontenta gode.
Quanto alla reintroduzione del rito della Comunione, a cosa ti riferisci? Al fatto che il Papa usa dar la Comunione sulla lingua ai fedeli in ginocchio? Ma tu vedi forse nelle chiese che frequenti che l'invito, l'esempio del Papa sia seguito? E allora? ti basta? A me no. Il Papa deve almeno far rispettar quanto contenuto nella Redemptionis Sacramentum.
E lasciam perder le condizioni della Chiesa, della formazione dei sacerdoti, della predicazione di dottrine erronee ecc. A te va bene, a me no.
Sono deluso? Sì, sono deluso. M'aspettavo parecchio di più. E dico parecchio, non molto o tutto.
Son deluso, ma non demoralizzato, perché cerco di veder certi aspetti positivi della vita eclesiale, e mi aggrappo fortemente alla Speranza che non mi lascia cadere.
Son sempre sulla breccia, non m'abbandono ad inutili piagnistei, non lancio anatemi, mi adopro come posso e lavoro, come altri più o meno emarginati, per la realizzazione delle nostre convinzioni che sono quelle della Chiesa, della Chiesa in cui son nato, in cui sono stato battezzato, in cui ho fatto la Prima Comunione, in cui sono stato cresimato, in cui mi sono sposato ed in cui aspiro a morire, visto che la mia vita declina e non posso guardar troppo lontano nel tempo.

Anonimo ha detto...

Scusa Daniele, ma cosa intendi con cercare un rapporto con la CEI? Il semplice intenzione di voler avere buoni rapporti con i propri vescovi? Perché questo mi pare sia nelle intenzioni del coordinamento nazionale del SP, che non è nato in occasione della riunione romana di qualche settimana fa.
Men che meno risulta essere intenzione dei componenti del coordinamento il mettersi ad armeggiare personalmente sui messali.
In conclusione, mi pare che l'obiettivo dello stesso coordinamento nazionale sia proprio quanto tu auspichi, cioè essere strumento di collegamento, di comunicazione fra le realtà dei vari gruppi stabili, ed aiuto e sostegno per la nascita di nuove realtà locali, inserite nelle proprie diocesi.
M

Anonimo ha detto...

a Pastorelli:
io non credo che ci si debba sentire costretti a rispondere a tutti, anonimi compresi, tanto più se i contenuti non sono graditi, o degni di attenzione, nel qual caso si possono oltrepassare e ignorare, secondo me.
Si può rispondere ad un singolo contenuto di un anonimo, o ad alcuni ritenuti notevoli.
Io leggo tutti i commenti (quando posso) con attenzione seguendo le rispettive opinioni, ma poi rispondo a pochissimi bloggers, i cui contenuti mi sembrano interessanti perchè spiegano cose che non sapevo, o suscitano nuovi problemi interessanti.
Lei forse, anzi sicuramente, data la sua lunga esperienza e cultura, sa già tantissime cose che il vasto popolo cattolico non sa affatto; oggi grazie a Dio sul web ci si giova anche delle frequenti ripetizioni di nozioni dottrinali o notizie storiche per lo più sconosciute o dimenticate dalla massa, e di questo va reso grazie alla Redazione dei blog.
Chi ci direbbe altrimenti che cosa sta accadendo nella Chiesa da 50 anni ? i giornali, i libri ? ma si sa che lo fanno a modo loro, spesso in modo fazioso, per cui il lettore non si sa raccapezzare....
Non diamo per scontato che tutti sappiano già tutto, nel mare di ignoranza in cui oggi si naviga, e dato che nelle parrocchie non ci spiegano quasi nulla, nè di attualità ecclesiali, nè di fatti storici, nè perfino del Vangelo ormai, se non in modo confuso e distorto.
Vede, anche un commento che a lei può sembrare superfluo o ironico o polemico (salvo se contenga offese personali, il che mi sembra caso raro) è in realtà utilissimo per tastare il polso alla situazione diffusa dei fedeli, che è connotata da confusione, trepidazione, soprattutto DISAGIO e sgomento per non rcevere più un insegnamento chiaro e fermo, nè una guida univoca e rassicurante, dall'alto della Cattedra, da lì dove sempre era venuta la certezza di stare sulla STRADA sicura, senza pericoli di deviazioni.
Vi prego tutti, dotti e meno dotti, di non dimenticare questo "dettaglio".
E' un miracolo (della Provvidenza) se possiamo almeno confrontarci in questi spazi virtuali, per attingere un filo di luce che ci ri-orienti nella giusta direzione, visto che i vertici della chiesa da tanto tempo hannod eciso di NON dare più oreintamento unico al gregge, ma solo di spingerlo al pernicioso dialogo che favorisce il relativismo e la dispersione della Fede in mille opinioni soggettive.
Confermo dunque il mio vantaggio (credo condiviso da altri) nella lettura di tutti i commenti, di diverso peso, tono e calibro, tra i quali il lettore medio potrà fare un sano discernimento circa quelli di maggior valore "fruttifero", separandoli da quelli vacui o inutili, e laddove non c'è chiarezza, potrà chiedere spiegazioni e/o riferimenti per ricerche personali.
Grazie alla Redazione per il lavoro e l'accoglienza ampia senza preclusioni (salva sempre la basilare educazione).

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Luisa ha detto...

Potrei chiedere a Dante i suoi pensieri e sentimenti sul neonato e ancor molto misterioso Coordinamento nazionale che vorrei scindere dal pellegrinaggio?

Da quel che ho letto ne traggo una strana impressione, ho letto reazioni così eccessive nella loro emozionalità, ho visto termini ricorrenti come umili, miti, obbedienti, essendo inteso che chi si permetterebbe di emettere perplessità o di non unirsi da subito a quello che sembra essere un movimento che si profila come il portavoce ufficiale e unico dei tradizionalisti...sarebbe un superbo e disobbediente e non sentirebbe cum Ecclesia!

Insomma ci sarebbe il tradizionalista ad hoc, l`identikit del buon tradizionalista, deciso e disegnato dai professionisti della Tradizione, e ci sarebbero gli altri, quelli che non sono stati convocati a Roma.

Reazioni furiose e infuriate che, mi sembra,non fanno che mettere in luce i dissapori e le divisioni interne al mondo tradizionalista.
Peccato.

Anonimo ha detto...

Sono dispiaciuto che il mio commento circa l'intervento di Daniele non sia stato pubblicato
M

DANTE PASTORELLI ha detto...

Cara Luisa, ieri sera ho postato un intervento in due parti e non l'ho visto sul blog. Inoltre ho inviato un altro paio di commenti ed anch'essi sono nel limbo.
Il progetto, così come presentato, nei fini generici o velleitari e nelle adesioni, mi sembra susciti parecchie perplessità e non solo in me, perché frettoloso, poco meditato, o troppo allusivo, verso chi?
Insomma c'è qualcosa che mi sfugge. Ma certo dipende dalla mia incapacità di capire. Auspico che tutto volga al meglio.
Se MIC, da me sollecitata, ripesca i miei interventi, forse la mia posizione sarà più chiara.

DANTE PASTORELLI ha detto...

LUISA, dimenticavo. Chiunque di noi per salvaguar la Liturgia Latino-gregoriana lavori in campo, concretamente, anche pulendo i gabinetti, e non solo a parole persino vergognose - come qualche volgarissimo presunto prete che sta tutto il giorno al PC nei vari blog stipendiato chissà da qual organismo - è in comunione e sempre in contatto col suo Vescovo.
Il card. Betori, il mio amato Vescovo, si è dimostrato nei nostri riguardi un ottimo Pastore, degno d'ogni fiducia, e conosce benissimo i nostri sentimenti filiali ed apprezza, ne ho la testimonianza scritta, la nostra azione ecclesiale e caritativa.
Così a Livorno un altro ottimo Pastore, mons. Giusti, oltre ad aver rapporti cordialissimi con i membri del Coordinamento Toscano, ha accolto anche l'Istituto di Cristo Re ed ha messo a disposizione una Chiesa ed una villa.
Naturalmente non conosco tutte le realtà, neppure in Toscana, ma non ho avuto notizie di scontri e ribellioni. Quindi se qualcuno avanza dubbi sull'impostazione del Coordinamento nazionale non vedo perché debba esser disobbediente. A chi? Ai promotori? E chi sono? A parte Fiocchi, illustri anonimi. A meno che coloro che vedon ribellioni in qualche dissenso o richiesta di chiarimenti non sappia a chi risalga effettivamente l'iniziativa. Che sia il Papa...?

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa per chi ha visto i suoi commenti in ritardo; ma mi sto collegando ora.

DANTE PASTORELLI ha detto...

All'ANONIMO che si firma "adv": non capisco perché non può scrivere questo nick in testa al suo commento.
Il problema non è esser costretti a rispondere o esser liberi di non rispondere: questo è lapalissiano. Mi sembra, invece, che ci si dovrebbe render conto che firmarsi Anonimo rende più faticoso postare un commento se ne vale la pena, perché si deve andar a cercar l'anonimo che ha scritto qualcosa di utilizzabile nel bene e nel male. Tutto qui.
Non si può sempre andare in su e giù per scegliere i punti che posson interessare chi legge, e far la cernita Anonimo per Anonimo, perché non credo che ogni commento vada copia-incollato per poi esprimere un apprezzamento o un dissenso: si scrive direttamente sul questo spazio. E non tutti leggono immediatamente ciò ch'è postato, perché non stanno seduti al PC in attesa di un intervento.

Non mi sembra che qui si faccia e mai sia stata fatta distinzione tra dotti e men dotti. Ed anche ammettendo che ci sia qualcuno più dotto, reputo che da chiunque possa venire un imput ad una riflessione.
Se però l'Anonimo cui ora rispondo è uno di quelli che ad ogni 3d riversan visioni private, su cui mi son già espresso, credo di poter ribadire, senza per questo presentarmi come dotto, che son cosa che qui tutti sappiamo. E non è questo che fa "scienza". In qualche momento è bene ricordarle, in altri è inopportuno.
Infine ribadisco: disapprovo il costume di non darsi neppure un nick. MIC la pensa diversamente. Il blog è suo, non mio. Ma io dico ugualmente quel che penso.
Dirò di più: quanto vorrei un blog dove tutti siano obbligati a declinare le proprie generalità.

DANTE PASTORELLI ha detto...

MIC, non puoi esser in servizio permanente effettivo.

joseph ha detto...

LUISA,
son andato a dar un'occhiata a MiL, perché immaginavo che le reazioni furiose venivan da bloggers di quel sito.
A parte certi sdilinquimenti di personaggi ormai noti per il loro mellifluo scodinzolare, m'ha colpito l'atteggiamento della REDAZIONE che addirittura prima pubblica e poi cancella l'articolo della sig.ra Rasponi. Chi ha tirato gli orecchi a MiL? Non è difficile immaginarlo.
La stessa Redazione, tuttavia, lascia che quel tal abominio di Simon de Cirène chiami la signora di cui sopra "ROSPONA".
Se il Coordinamento Nazionale nasce sotto simili bandiere, meglio starsene alla larga.

Anonimo ha detto...

Rinnovo e ripeto la domanda di ieri alle 14,:
nonimo ha detto...
: o diventiamo tutti lefebvriani.
Fermo restando che gli eventi di questi ultimi anni hanno svelato al mondo ciò che gli adetti ai lavori già sapevano, ovvero che la FSSPX NON è UN blocco monolotico, COSA CI SAREBBE DI male?

08 agosto 2012 14:19

Luisa ha detto...

Grazie Dante, mi importava avere la tua opinione, ho detto quel che pensavo su MiL, le perplessità ci sono, le domande pure, il tam tam infuriato che si è fatto attorno ad un articolo mi ha da subito sorpresa e indotta a cercare di saperne di più, ho letto il Patto e non posso che condividere alcune delle perplessità espresse.
Se uno degli scopi è quello di creare una specie di codice di buona condotta uniforme e uniformizzante che dovrebbe seguire ogni cattolico detto tradizionalista per poter essere considerato tale, e per conseguenza di creare una specie di labello di qualità, questi sì, questi no...non è certo uno scopo che potrei e vorrei sottoscrivere!

Luisa ha detto...

Concordo, joseph, concordo....

Anonimo ha detto...

: o diventiamo tutti lefebvriani.
Fermo restando che gli eventi di questi ultimi anni hanno svelato al mondo ciò che gli adetti ai lavori già sapevano, ovvero che la FSSPX NON è UN blocco monolotico, COSA CI SAREBBE DI male?


Non c'è assolutamente nulla di male. Solo che fino ad oggi possiamo dirci cattolici anche senza aver bisogno di aderire alla Fraternnità San Pio X, che è una realtà ecclesiale assolutamente cattolica.

Chiamare i suoi appartenenti lefebvriani è riduttivo, perché mons. Lefebvre non li ha formati secondo una sua dottrina, ma ha insegnato e trasmesso ciò che lui stesso ha ricevuto dalla Chiesa.

Anonimo ha detto...

Interessante il commento di Una Vox

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV310_Una_occasione_mancata.html

Anonimo ha detto...

All'anonimo che si firma con "M".
Cercare un rapporto con la CEI è insito nel voler chiedere assistenza spirituale alla CEI. A parte che non è un soggetto competente in materia, ma è palese per tutti - lo ribadisco - che attualmente la gerarchia italiana non solo ostacola l'applicazione del motu proprio, ma addirittura boicotta i pochi - sebbene rilevanti - interventi del Pontefice sul N.O., quali per l'appunto nuove e corrette traduzioni, la Comunione in ginocchio e quant'altro. Nessuna delle grandi realtà 'tradizionaliste' italiane vedrebbe con piacere questa facoltà della CEI di scegliere un assistente spirituale per noi. E che, pensate forse che ci darebbero mons. Oliveri?
Dunque un segnale sicuramente auspicabile potrebbe esser quello di stralciare dal Patto questa disposizione.
Quanto all'arricchimento reciproco, son costretto a replicare quel che ho detto: a parte il rifiuto per gli ibridi - che certo non caratterizza solamente la mia posizione personale, ma trovo che sia condiviso da gran parte delle associazioni e dei gruppi stabili, dal momento in cui non è chiaro neppure il limite di questo intervento nè chi materialmente lo dovrà realizzare -, se non può essere un obiettivo, perchè volerlo inserire tra gli scopi? Anche questa disposizione finisce per fomentare le divisioni. Non vedo francamente l'utilità (se non quella ancora una volta politica) di tirare in ballo una mescolanza dei due Messali, quando larghissima parte delle diocesi non possiede neppure una celebrazione V.O. Faccio poi notare nuovamente che anche dal punto di vista politico, dichiarare di essere favorevoli alla linea del Papa quanto all'arricchimento, non dà alcun vantaggio neppure in termini pratici, dato che i nostri vescovi sono contrari a qualsiasi 'adulterazione' del N.O., del quale si ergono a strenui difensori.
Daniele

Anonimo ha detto...

Una Vox:

[...] Tra i protagonisti troviamo tanti “sostenitori” del Motu Proprio del 2007, ma nessun sostenitore della dottrina tradizionale.
Sarà un caso?
No, non lo è; è piuttosto un fatto quasi scontato.
Perché fu proprio nel 2007 che molti scoprirono la “bellezza” della liturgia antica, con in testa tanti chierici che fino ad allora l’avevano sempre considerata roba da irriducibili nostalgici e che ancora oggi si riempiono la bocca di distinguo e di ubbidienza al Sommo Pontefice, mentre quasi tutti i vescovi del mondo snobbano questa “forma straordinaria” della liturgia romana.
Qualcosa non torna.
Ed è proprio l’illuminante aggettivo “straordinaria”, divenuto ordinario, che ne fornisce la spiegazione.
La liturgia tradizionale, quella che la Chiesa ha usato per 2000 anni, fino al Vaticano II, il Summorum pontificum l’ha trasformata in una cosa “straordinaria”, una cosa eccezionale, una cosa riservata a questo o a quello, per questa o per quella occasione.
La liturgia ordinaria della Chiesa moderna, dice il Summorum Pontificum, è invece quella inventata da un certo Bugnini e sottoscritta da Paolo VI: nella Chiesa moderna, ordinario è ciò che vanta 40 anni di vita, da Paolo VI, contro ciò che ne vanta 2000, da Papa San Pietro, che va relegato nella “straordinarietà”.

Ed ecco che per sostenere e difendere questa anomalia, per sancire ufficialmente questo capovolgimento di valori, per fissare una volta per tutte che per la Chiesa moderna la Tradizione è una cosa “straordinaria”, si costituisce un apposito Coetus internationalis con lo scopo dichiarato di celebrare, di esaltare, tale anomalia, come se si trattasse del più sano degli insegnamenti tradizionali.

Stupefacente! Ma, fino ad un certo punto!
Poiché, leggendo tra le righe, si capisce che insieme al Summorum Pontificum si intende “concelebrare” il cinquantennale dell’inizio del Vaticano II, cioè il cinquantennale dell’inizio della distruzione della liturgia tradizionale.
Confermando così che la contraddizione è ormai di casa anche in tanti ambienti che si dicono difensori della Tradizione.

Anonimo ha detto...

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Già, perché lo stesso Summorum pontificum si fonda su un’affermazione contraddittoria: il Messale del 1962 non è mai stato abrogato… quindi… si stabiliscono delle norme per usarlo come “straordinario”!
Qualunque insegnante di diritto farebbe notare che le due cose non possono essere sostenute contemporaneamente: se non è stato abrogato è sempre in vigore, se invece si stabiliscono ex novo delle norme per il suo uso, perfino “straordinario”, allora è stato abrogato.
Solo la Chiesa figlia del Vaticano II poteva partorire una tale mostruosità giuridica.

Ma ecco che per rimediare, per sancire che anche l’assurdo deve trovare la sua esaltazione in questa nuova Chiesa conciliare che persegue l’unità nella diversità (!)… ecco che nasce il Coetus internationalis Summorum pontificum, per organizzare, giustamente (!), un apposito “pellegrinaggio” e ricordare che va celebrato sia chi volle l’abrogazione di fatto della liturgia tradizionale: il Vaticano II, sia chi, facendo finta di ripristinarla, l’ha relegata in una posizione subalterna di “straordinarietà”: il Summorum pontificum.

Questa celebrazione dei contrari, così cara a certa mentalità moderna e ormai di casa nella nuova Chiesa conciliare, tutta tesa a trarre delle false “sin-tesi” dall’incontro amoroso tra “tesi” e “anti-tesi”, si compiace poi di celebrare la sua stessa contraddizione: come dice il Summorum pontificum, chi vuole la liturgia tradizionale - del tutto legittimamente, beninteso, perché ovviamente non ritiene idonea la liturgia moderna -… questo fedele, questi fedeli, laici e chierici… devono accettare e celebrare quella stessa liturgia moderna contro la quale si organizzano e si battono.
In tempi normali, quando i cattolici non erano soggetti alla moderna “angoscia esistenziale”… questo si sarebbe chiamato: schizofrenia.
Oggi no! Oggi si fanno pellegrinaggi per dichiararne la bontà.

E questo introduce un altro elemento.

Anonimo ha detto...

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Vista dal di fuori, di primo acchito, questa iniziativa sembrerebbe essere finalizzata a dare spessore alla celebrazione secondo i libri liturgici tradizionali… la Tradizione avanza!
Falso! Ciò che avanza è la confusione!
E questo è incontestabile, poiché se si volesse ripristinare la liturgia tradizionale, mai abrogata!, basterebbe usarla. In primis il Papa, quindi i cardinali e i vescovi, poi tutti gli altri ordinati… non ci sarebbe bisogno di inventarsi artificiosi coetus e falsi pellegrinaggi: il libri sono lì, il loro uso non è mai stato abrogato, il Papa ha voluto metterlo nero su bianco… motu proprio… e allora?
Allora, la verità è che si tratta di un trucco: tutti possono usare la liturgia tradizionale… tutti… tranne i cattolici che lo vogliono. Questi devono chiedere il permesso ai vescovi… e i vescovi rispondono in due modi: o rispondono no! o autorizzano una specie di riserva indiana dove relegare gli strambi cattolici che sono fissati col vecchiume.
E quando i vescovi dicono: no!, ecco che il Summorum pontificum, nella sua illuminata preveggenza, delega il tentativo di costituzione della riserva indiana ad un’apposita Commissione Pontificia, cioè dipendente dal Pontefice, la quale farà di tutto per dimostrare che i fedeli passatisti hanno ragione, ma hanno ragione anche i vescovi modernisti… quindi bisogna pregare e aspettare la conversione dei cuori!

Di grazia? Di quali cuori? Dei cuori dei vescovi che odiano la Tradizione e che per virtù dello Spirito Santo verrebbero improvvisamente assaliti dal suo profondo amore?
O dei cuori dei fedeli che per virtù del Vaticano attuale devono mutare l’amore per la Tradizione in amore per il modernismo?

Mistero! Mistero… così misterioso… che basta un po’ di riflessione per comprendere come iniziative come questa abbiano uno scopo dichiarato e uno scopo nascosto. Lo scopo dichiarato è di attrarre i fedeli che guardano alla Tradizione, lo scopo nascosto è di condurre questi fedeli all’accettazione della liturgia moderna e all’indifferenza per la liturgia tradizionale, passando per la preventiva equivalenza delle due, come dice il Papa.
Cosa che ha un nome e cognome: lavaggio del cervello!

Ma così offendete i fedeli… griderà subito, indignato, qualcuno… un po’ interessato e un po’ più modernista!
Nessuna offesa! Assolutamente nessuna offesa… quando si dice la verità!

È da 50 anni che assistiamo a queste folgorazioni sulla via di… Roma. Potremmo fare nomi e cognomi. Ci limitiamo solo a richiamare alla memoria di tanti fedeli tradizionali la loro diretta conoscenza di taluni chierici entrati a Roma pieni di ardore e oggi ridotti a sostenere le più edulcorate e impossibili conciliazioni. Ci limitiamo a segnalare la nascita di tanti portavoce internauti che, in nome della Tradizione, difendono ogni iniziativa atta a ridurre la Tradizione ad una mera concezione intellettuale.
Nessuna offesa… dunque. Ma la messa in guardia contro i lupi travestiti da agnelli!

Anonimo ha detto...

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Chi in questi anni ha condotto la battaglia per la difesa della Tradizione, ha imparato a proprie spese che nel variegato mondo che si definisce tradizionale è in voga la strana idea che una cosa è la difesa della liturgia, altra è la difesa della dottrina.
Tolto il caso ben noto del mai troppo compianto Mons. Marcel Lefebvre, che aspetta ancora la remissione della inaudita scomunica, in 50 anni c’è stato un fiorire di iniziative diverse aventi come unico scopo quello di mantenere l’uso dei libri liturgici del 1962. Di dottrina neanche a parlarne. Anzi… quando in qualche occasione qualcuno ha provato a parlarne… subito è arrivata la risposta: ma la dottrina è prerogativa del Magistero, è prerogativa del Vaticano, non spetta a noi laici sostituirci al Magistero e al Papa.
Vero, verissimo… sacrosanto!
Ma allora perché, di grazia, si continua a chiedere di mantenere una liturgia che lo stesso Magistero, lo stesso Vaticano, gli stessi papi hanno voluto accantonare?
Con quale presunzione laica si continua a suggerire al Magistero e al Papa cos’è opportuno fare per la Lex orandi?

Perché delle due l’una, o i laici non hanno prerogative o, se ce l’hanno, la prima e più impellente prerogativa è quella di pretendere che il Vaticano, il Magistero, il Papa, insegnino la vera dottrina, la dottrina trasmessa da Nostro Signore agli Apostoli: la dottrina tradizionale. Senza la dottrina tradizionale anche la liturgia tradizionale diventa una cosa vuota, che ognuno può riempire come vuole, com’è accaduto in questi ultimi 40 anni in tanti Istituti detti tradizionali e come è accaduto con lo stesso Summorum pontificum: se volete potete celebrare la liturgia tradizionale, ma a condizione che non professiate la dottrina tradizionale, ma quella del Vaticano II.
Basta un minimo d’intelligenza per capire che la liturgia tradizionale intrisa di Vaticano II equivale esattamente alla distruzione, non solo della liturgia tradizionale stessa, ma della liturgia tout court: equivale alla distruzione della Tradizione e quindi alla distruzione della Fede.

Ebbene! Questo imperativo della dottrina è anche solo timidamente presente in questa folgorante iniziativa di cui ci stiamo occupando?

Non è nostra intenzione fare la critica dei promotori, ma dal momento che è dovere di ogni cattolico guardare alle diverse iniziative alla luce dell’insegnamento cattolico tradizionale… la domanda, non solo è pertinente, ma doverosa.
Basta dare un’occhiata veloce ai gruppi che si sono riuniti a Roma per costituire il Coetus, per accorgersi del grande assente: la dottrina cattolica tradizionale. Ci si sbraccia perché venga mantenuta la liturgia tradizionale, e subito si comincia ad accettare che essa è “straordinaria”, come dice il Papa, che essa è tanto più straordinaria per quanto è priva della dottrina tradizionale, che essa è tanto più straordinaria per quanto è fine a se stessa, e infine, paradossalmente, è tanto più straordinaria per quanto si nutre della dottrina del Vaticano II, come insegna il Summorum pontificum.
Perché è inevitabile, come in tutte le cose della vita: quando non si ha una visione propria si finisce con l’assumere quella degli altri.
Quindi?

Quindi, il succo del discorso è che non si capisce che cosa si vada a fare a Roma a novembre, se non una simpatica gitarella per assistere ad una qualunque S. Messa, davvero “extra-ordinaria”, alla quale si potrebbe assistere, con maggior frutto e con una spesa di gran lunga inferiore, nella cappella abituale.

Tranne che non si debba pensare, e noi lo pensiamo, che si tratti di una delle moderne operazioni di propaganda per promuovere un prodotto a cui sono più interessati i produttori che i consumatori.
Attenzione, gente… attenzione! Perché in giro c’è fin troppa pubblicità ingannevole!

Anonimo ha detto...

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Chi sono i veri promotori dell’iniziativa?

Già, perché quando si commette un delitto in genere c’è un esecutore, ma c’è anche un mandante e la giurisprudenza insegna addirittura che non v’è delitto senza movente.

Gli esecutori sono noti o, per esseri più esatti, si sono resi noti… perché in verità tanti di essi erano di fatto noti solo a loro stessi… ma internet serve prima di tutto a questo: a rendere noti gli ignoti.

I mandanti?
Per individuarli è sempre un po’ più complicato, ma il movente può aiutare non poco.
In genere si pone l’interrogativo: cui prodest?

Anche a voler tralasciare certi monsignori di Curia, giova in primis ai vescovi.
A chi più di loro può interessare un’iniziativa che prenda per mano tanti fedeli tradizionali in buona fede per condurli, in modo indolore, sulle spiagge assolate della nuova religione partorita dal Vaticano II?
A chi più che ai vescovi che hanno in odio la Tradizione può interessare che tanti fedeli tradizionali in buona fede si convincano che non c’è migliore insegnamento tradizionale dell’insegnamento antitradizionale del Vaticano II?
A chi più che ai vescovi modernisti può interessare che tanti fedeli tradizionali in buona fede si convincano che la loro amata liturgia tradizionale è equivalente all’invisa liturgia moderna?
E a chi, più che ai vescovi modernisti può interessare che tanti fedeli tradizionali in buona fede finiscano col disertare le cappelle della Tradizione per rimpinguare le loro deserte chiese parrocchiali dove si celebra una liturgia protestante?
A chi? Se non a costoro?

Certo, ci sono anche certi laici che si fanno volentieri strumento dei vescovi per lucrare, non tanto le vecchie obsolete indulgenze per il benessere dell’anima, quanto le più pratiche e più redditizie prebende per il benessere del corpo e soprattutto della psiche: perché non c’è niente di più gratificante dell’amicizia e della riconoscenza di un vescovo o perfino di un monsignore rigorosamente modernisti.

Cui prodest?
Giova a tutti coloro che della Tradizione non gliene importa niente, se non a parole, perché in fondo non gliene importa niente di una Chiesa cattolica che insegni e pratichi la Tradizione… sarebbe una Chiesa obsoleta!

Il movente

Neutralizzare la cinquantennale resistenza contro il dilagare del modernismo nella dottrina, nella liturgia, nella pratica della Fede.
Richiamare tanti fedeli, soprattutto giovani, che si accostano alla Tradizione, per far credere loro che la Tradizione si può servire a braccetto con i vescovi che la odiano.
Fiaccare, se possibile, la resistenza di tanti che sono rimasti sulla breccia per anni, a costo di immani fatiche e di continue vessazioni, magari facendo leva sulla loro stanchezza e facendo intravedere un radioso orizzonte con tanto di sol dell’avvenire che si erge alto con la scritta Summorum pontificum.

Il programma è allettante, gli attori preparati, gi effetti speciali assicurati… ma c’è sempre qualcosa che scompiglia perfino i progetti più accurati… ed in questo caso è la profonda fede nella Tradizione cattolica che impregna di sé tanti fedeli, i quali non si lasceranno ingannare e non scambieranno le lucciole per lanterne.

Noi fedeli tradizionali abbiamo gli occhi fin troppo abituati al buio che ci circonda, per non accorgerci subito di che cosa veramente si tratti.

DANTE PASTORELLI. ha detto...

BELVECCHIO, come GIOVANNI SERVODIO, ha alle spalle una lunga storia di battaglie che ha acuito la vista.
I timori son fondati, ma c'è sempre da sperare che il pessimismo sia eccessivo.

Anonimo ha detto...

c'è sempre da sperare che il pessimismo sia eccessivo

Anch'io lo spero.

C'è sempre da essere realisti e poi sperare nel Soprannaturale continuando a fare del nostro meglio.

Anonimo ha detto...

Ringrazio chi ha segnalato l'articolo di una Vox. Ho messo il link dalla nostra pagina.

DANTE PASTORELLI ha detto...

UNA VOX, in una delle ultime riunioni delle FIUV pose all'attenzione la necessità che l'Associazione non perseguisse soltanto la salvaguardia e la promozione della liturgia tradizionale ma anche si proponesse la difesa e la proposizione della retta dottrina contro il neomodernismo trionfante.
Non so se poi la proposta sia stata discussa in successive riunioni e approvata.
Questa carenza d'informazione è da attriubuire anche a me che mi sono abbastanza marginalizzato, spontaneamente, in Una Voce.

Anonimo ha detto...

l'Associazione non perseguisse soltanto la salvaguardia e la promozione della liturgia tradizionale ma anche si proponesse la difesa e la proposizione della retta dottrina contro il neomodernismo trionfante.

Nessun vero cattolico può immaginare una Liturgia senza la promozione e la salvaguardia della dottrina.

In questo momento l'unica vera pastorale coerente e integrale è quella della Fraternità.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Una Voce ha naturalmente sempre difeso la sana dottrina, ma nello statuto si parlava esclusivamente di liturgia; era comunque logico che tramite questa difendesse anche quella. Si trattava di esplicitarlo.

Anonimo ha detto...

Qualcuno di continuo ripete e ricorda che...

il tradizionismo non si interessa solo della Liturgia, ma anche della dottrina.... e simili concetti: non basta la Messa antica, se non si rivitalizza e non si re-insegna la retta Dottrina bimillenaria...altrimenti la Messa antica rischia di diventare un revival di nostalgici, un contenitore sentimentale vuoto di contenuti atti a cambiare la mentalità corrente modernista in crescita (degradante) ecc....

benissimo! questo è ciò che ha sempre sostenuto la FSSPX in modo concorde, perlomeno fino a quando mons. Fellay non ha dichiarato in tempi recenti che "anche la Tradizione deve essere letta alla luce del concilio"(...!!...) frase che è spia (=segnalino di allarme) inequivocabile di uno scivolamento pericoloso dei tradizionalisti nel "maanchismo" citato da Colafemmina (di cui in politica è ottimo esponente Veltroni-PD, ma anche....la Bindi(cattolica?) che ha firmato leggi anticristiane! tipica figura catto-comunista, emblematica di un'epoca segnata dal diabolico compromesso storico tra forze cristiane e anticristiche, in atto da decenni)...
a proposito del maanchismo, cioè piede in due scarpe, i detentori del potere vogliono costringere tutti i tradizionalisti a diventare AMBIGUI, come insegna il concilio, col suo linguaggio BI-valente e biforcuto (verità e menzogna fuse insieme "pacificamente", come Cristo e Beliar!): una mano a Cristo una al mondo, al seguito di satana e delle sue seduzioni ideologiche-teologiche antropolatriche, in primis la planetaria religione dell'amore dove il dio comune è indefinito e innominato (per ora....)

ib

Anonimo ha detto...

perlomeno fino a quando mons. Fellay non ha dichiarato in tempi recenti che "anche la Tradizione deve essere letta alla luce del concilio"

Vediamo di non fare confusione.
Riporto queste testuali parole di Mons, Fellay dei primi di giugno:

"... La mia posizione è quella della Fraternità e di Mons. Lefebvre. Come sempre, in una materia così delicata dobbiamo stabilire delle distinzioni, e una parte di queste distinzioni è sparita nell’intervista televisiva che è stata ridotta a meno di 6 minuti. Ma la relazione scritta che CNS ha fatto delle mie dichiarazioni ristabilisce ciò che ho detto e che non è stato compreso nella versione diffusa: «Benché Mons. Fellay rifiuti di avallare l’interpretazione (della libertà religiosa) di Benedetto XVI, secondo la quale essa sarebbe in continuità con la Tradizione della Chiesa – una posizione che molti nella Chiesa hanno discusso con vigore – Mons. Fellay ha parlato dell’idea in termini sorprendentemente comprensivi». In effetti, io ho solo ricordato che vi è già una soluzione tradizionale del problema che pone la libertà religiosa, e si chiama tolleranza. A proposito del Concilio, quando mi è stata posta la domanda: «Il Vaticano II appartiene alla Tradizione?», io ho risposto: «Mi piacerebbe sperare che fosse così» (cosa che una scorretta traduzione francese ha trasformato in «Spero di sì»). Questo si colloca esattamente in linea con le distinzioni operate da Mons. Lefebvre per leggere il Concilio alla luce della Tradizione: ciò che è in accordo con la Tradizione, noi l’accettiamo; ciò che è dubbio, lo comprendiamo come l’ha sempre insegnato la Tradizione; ciò che è opposto noi lo rifiutiamo....

Silente ha detto...

Non intendo commentare il merito dell'iniziativa anche perchè, come è stato rilevato, non ci sono sufficienti informazioni sugli organizzatori e sui loro scopi. Forse servirebbe maggiore trasparenza. Molte esperienze ci devono far diffidare dei "falsi tradizionalisti". Quindi per ora preferisco sospendere il giudizio, in attesa di più dettagliate informazioni. Di una cosa sono certo: non è tradizionalista chi si limita a rivendicare la "messa in latino", limitandosi al fatto liturgico, ignorando che la restaurazione deve essere, prioritariamente, dottrinaria.

Anonimo ha detto...

è giusto ricordare ciò che mons. Lefebvre diceva a proposito del concilio, a onor del vero;
ma per onestà storica dovremmo ricordare le tante e tante cose che egli disse, soprattutto circa un possibile accordo con Roma.
Tra le tante cose dette da mons. Lefebvre, (e che non tutti vogliono ricordare), è documentato che disse anche:

...che "l’opera della ricostruzione del regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo attraverso la formazione sacerdotale, le scuole cattoliche, i priorati, le cappelle e il sostegno alle comunità religiose amiche, andava di pari passo con la denuncia pubblica e sistematica della contro chiesa, degli “assassini della fede cattolica”, come scrisse Monsignore Lefebvre due mesi prima di morire in una lettera ai domenicani di Avrillé;

... che il desiderio di colloquiare ufficialmente con la Roma modernista per ottenere, nel caso di uno sbocco felice di tali colloqui, una soluzione di regolarizzazione canonica per la Fraternità, era respinto dal nostro fondatore come “illusione puerile”.
diceva Lefebvre:
“Mettersi dentro la Chiesa, che cosa vuol dire? E anzitutto di quale chiesa si parla? Se si tratta della chiesa conciliare, noi che l’abbiamo combattuta per vent’anni perché vogliamo la Chiesa cattolica, dovremmo entrare in questa chiesa conciliare, per così dire renderla cattolica? E’ un’illusione totale! (…) Questa storia della chiesa visibile di Dom Gerard e di M.Madiran è puerile.
E’ incredibile che parlando di chiesa visibile si possa parlare di chiesa conciliare, in opposizione alla Chiesa Cattolica che noi cerchiamo di rappresentare e di continuare.” (…) (Fideliter nr. 70 luglio-agosto 1989)

(brani reperibili facilmente sul web, in tanti link, da google)
ecc....tanto altro disse mons. Lefebvre, che tutti potete ritrovare con paziente ricerca su internet, sui siti che ne riportanto fedelmente tutti i discorsi, in tutti i passaggi storici del suo iter di custodia del Depositum, fino alla morte.
Non possiamo dunque affermare con eccessiva sicurezza che egli si regolerebbe oggi come sta facendo mons. Fellay. Le scelte di Fellay sono sue personali, ma non tutte in linea col pensiero del fondatore della Fraternità.

Anonimo ha detto...

circa il fine da raggiungere con un coetus pro MPSP, quello di unire le forze tradizionali, per "trovarsi tutti insieme", come dice la blogger Caterina, (con enfatiche maiuscole che ricordano i proclami patriottici dell'800), il "trovarsi in un cuor solo e un' anima sola
con una sola voce, per seminare la Messa di sempre ecc."
lo si può fare, ma certo MAI A DISCAPITO della Verità; ma questo elementare concetto -essere uniti NELLA VERITA', non nella menzogna inclusivista del tuttodipiù- Caterina e tanti idealisti del "cuor solo unanime ecc." lo dimenticano troppo facilmente !
qui e altrove si dimentica un passo del Vangelo fondamentale:
quello dove Gesù dice a Pietro, che vuole proporgli COMPROMESSI COL POTERE, per evitare la condanna:
"Vade retro satana : perchè tu ragioni secondo gli uomini, non secondo Dio!"

DANTE PASTORELLI ha detto...

L'enfasi in maiuscolo non difetta neppure a te.

DANTE PASTORELLI ha detto...

In un'intervista a 30Giorni poco dopo le consacrazioni illecite, in un breve dossier (Scisma e poi? se non ricordo male) mons. Lefebvre alla domanda perché avesse consacrato i vescovi sapendo che sarebbe scattata la scomunica, rispose, sintetizzo citando a memoria: A dire il vero pensavo che Roma alla fine avrebbe accettato la situazione.
Insomma pensava che la S. Sede avrebbe ceduto alla sua forzatura che, inutile negarlo, aveva il carattere di una sfida, di un braccio di ferro. Le cose naturalmente precipitarono. Non mancano giustificazioni al procedere di Lefebvre, ma oggi mi sembra che la situazione sia diversa. Le aperture non mancano. Don Simoulin ha ben spiegato, lui che è stato a Lefebvre tanto vicino nei giorni della malattia e dell'agonia, che la rotura avvenne sulla nomina di un vescovo. Dunque, non su problemi dottrinali, che pure c'erano ma dovevano esser discussi, ma su di un problema disciplinare.

don Camillo ha detto...

Assolutamente d'accordo con Belvecchio.

Ma alla fine chi sono sti personaggi?
qualcuno dice che il promotore è

Fiocchi (ma chi è?)
con
Bux (ma a che titolo?)

joseph ha detto...

Fiocchi è membro di una Confraternita ed a lui fa capo un sito, Rinascimento Sacro, che da tempo non ho visitato per indolenza.
Don Bux? Sappiamo chi è. Ma come si fa a dire che dietro ci sia lui? Ed a quale fine?

Reginaldus, su Sacri Palazzi ha detto...

Questi che si professano tradizionalisti, fedeli dell’ antica celebrazione della Messa, si preparano dunque a una grande manifestazione a Roma a sostegno della Vecchia Messa, già da ora issando, perché non son ribelli, il vessillo della Summorum Pontificum…Sostengono la vecchia messa e nello stesso non condannano la nuova, anzi questa devono accettare perché, quella e questa, “forme – expressiones – sono dell’unico e medesimo Rito”, secondo quanto dichiara il loro inalberato vessillo.

Ma se la differenza tra le due sta solamente nelle apparenze delle forme o espressiones, senza che essa minimamente pregiudichi la loro identità sostanziale, perché tanto agitarsi??? Se in ambedue si manifesta la stessa identità di fede, perché invariata – nella sostanza – resta l’identità della preghiera, perché questa pressione su Roma – questo penso sia lo scopo del pellegrinaggio…- che vengano eliminate le diffidenze le ostilità il boicottaggio nei confronti della messa antica secundum la ‘ Summorum Pontificum’ da parte dei fedeli e dei vescovi di tutto il cosiddetto ‘orbe cattolico???

State tranquilli, tradizionalisti senza ribellione – ché voi forse siete gli unici con la vecchia messa a pregare “una cum” Pontifice nostro (!!!!) – vivete in pace, ché ‘questa o quella pari sono’ …. come lo sono la fede la negazione della fede…

Reginaldus/2 ha detto...

oh questo papa felicemente regnante perché non riesce a ricucire lo strappo tra tradizionalisti e moderni cattolici? A questo è servito l’avere istituito la nuova messa, quando la messa per sé è la generatice della unione dei credenti??? Se questa messa nova ‘ci’ fa guardare in cagnesco , a che è servita l’impresa Bugninesca-Paolona: ad attirare gli applausi degli amatissimi un tempo acerrimi nemici lutero-anglicani??? Che meraviglia poi che la chiesa cattolica de Roma la Nova si stia liquefacendo come le belle chiese nate dalla riforma……Di queste Riforme appunto si muore, inevitabilmente… Anathema agit!